Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    01/02/2022    3 recensioni
Ryo e Kaori si ritrovano intrappolati e rievocano i rispettivi percorsi.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Questa è una fanfiction tradotta dal francese, potete trovare i dettagli dell’originale qui sotto.

Titolo originale: L'infini des possibilités... +1
Link storia originale: http://hojofancity.free.fr/WorkDisplay.php?v=2&st=1&series=1&choix=0&fm=&status=&s=1241&t=
Link autore: http://hojofancity.free.fr/Auteurs.php?v=2&a=2696

Ciao a tutti ^^ rieccomi con un'altra fanfiction dell'ormai famosa Mercury, che tempo fa mi diede il via libera per tradurre qualunque sua storia (e infatti tra quelle che ha scritto ho proposto Quella notte, Nella nebbia, Un angelo di passaggio, Tutte le donne della tua vita...). Fa parte di quella serie di fanfiction che ho letto tempo fa e che mi ero segnata da tradurre, ma è passato un po' e di fatto mentre la traduco la rileggo! Ricordo che l'avevo trovata molto piacevole e interessante, spero possa suscitare le stesse sensazioni.

Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, buona lettura. 





Nella notte imminente, la cima innevata del Monte Fuji si stagliava orgogliosa e maestosa. Lo spettacolo era magico, quasi mistico, e abbagliava molte persone. Al caldo dietro le finestre leggermente appannate, ammiravano le raffiche di neve portate dall'eccezionale bufera che stava ruggendo in quel finale dell'anno. Lo strato di neve che si sarebbe posato avrebbe impiegato del tempo a sciogliersi, ma per il momento tutti si godevano la visuale.

Diversi erano coloro che avevano una visione a tutto tondo, letteralmente. Ryo e Kaori stavano correndo attraverso una delle foreste che circondavano il vulcano simbolo del Giappone, affrontando le folate di vento misto a neve. Vennero sparati diversi colpi, il cui suono attutito dalla forza del vento raggiunse le loro orecchie. Fortunatamente per loro, se gli elementi erano di intralcio al senso dell'udito, non potevano influenzare la percezione dello sweeper, che si tuffò in avanti trascinando con sé la sua partner a terra. Senza una parola, prendendole la mano, l'aiutò ad alzarsi e proseguirono per la loro strada.

"Perché non spari?" urlò lei.

Nonostante la forza della sua voce, la frase giunse in un sussurro e lui le strinse la mano per rassicurarla. Non era ancora il momento. Avevano bisogno di un riparo migliore e, cosa più importante, non aveva idea di come la sua arma avrebbe reagito al freddo estremo. Doveva essere sicuro che ci fosse una distanza sufficiente tra loro e gli inseguitori nel caso in cui la Magnum si fosse bloccata.

Corsero ancora per qualche minuto, senza fiato per la difficoltà di muoversi nella soffice neve e con il vento gelido, quando Ryo fermò Kaori e la condusse verso un albero.

"Resta qui" le ordinò all'orecchio.

Lei rabbrividì alla sensazione del suo respiro caldo contro l'orecchio congelato e le sue guance arrossirono leggermente, ma annuì con aria seria. Lui si posizionò contro di lei, il corpo incollto al suo, e aspettò finché non vide arrivare i loro aggressori. In un lampo sparò tre proiettili e si sentirono due grida soffocate di dolore. Non appena la risposta giunse facendo saltare la corteccia dell'albero, Kaori sobbalzò leggermente ma non si mosse, guardando Ryo prendere la mira e sparare di nuovo, impressionata dalla sua serietà. Aveva freddo ed era esausta, ma non aveva paura. Sapeva di essere al sicuro con lui.

Dopo un altro sparo del suo partner, risuonò un grido più forte seguito da una raffica di mitra i cui proiettili sembravano tracciare dei raggi di luce nella notte buia. Non furono colpiti in quanto lui sparò in alto cadendo all'indietro, ma un rumore attirò l'attenzione della giovane. Alzò lo sguardo e vide un enorme ramo che cadeva dalla cima dell'albero dietro cui si stavano nascondendo, avrebbe sicuramente colpito Ryo. Sentendo la neve piovere su di lei prima dell'impatto, lei lo spinse violentemente e nel momento in cui sentì qualcosa sfiorarle i piedi, avvertì il dolore che le trapassava il fianco.

"Alzati!" ordinò Ryo, tirandola per la mano.

Era orgoglioso di lei perché sapeva che probabilmente aveva salvato loro la vita. Se fosse stato messo fuori combattimento, quei bastardi non avrebbero dovuto fare altro che abbatterlo per poi occuparsi di Kaori. Non ebbe il tempo di fermarsi a congratularsi con lei, ma si promise di farlo più tardi, non appena fossero stati al sicuro. Notando un mucchio di rocce che ancora affioravano nonostante lo strato di neve, le fece cenno di sdraiarsi a terra e si mise al suo fianco. Quando gli uomini si avvicinarono, puntò e ne colpì altri due.

"Basta! Andiamocene. Torneremo domani e li rintracceremo. Con un po' di fortuna troveremo i loro corpi congelati" gridò il capo.

Sempre pronto, Ryo li guardò allontanarsi, sentendo il vento alzarsi allo stesso tempo. Ci pensò un istante prima di sollevarsi e tendere la mano alla partner.

"Alzati, Kaori. Troveremo un posto dove ripararci" le disse.

L'aiutò a sollevarsi ma la sentì gemere di dolore. Vide poi la macchia di sangue sul suo cappotto e lo sollevò, trovando il punto d'uscita di un proiettile e un po' più in là quello di entrata. Strinse i denti ma non disse nulla. La ferita era pulita e non sanguinava più.

"Pensi di resistere? Dobbiamo andarcene da qui" le sussurrò all'orecchio.

Lei lo guardò con aria stanca e annuì, forzando un sorriso coraggioso. Lui le sorrise di rimando, le prese la mano per non perderla di vista nei cumuli di neve e si allontanarono camminando lentamente, cadendo costantemente in ginocchio e lottando contro il vento. L'unico vantaggio era che le loro tracce sarebbero state coperte e i loro inseguitori avrebbero sicuramente difficoltà a trovarle. Alla fine, dopo quella che sembrò un'eternità, Ryo li condusse in una grotta e si lasciarono andare contro la parete rocciosa, sollevati.

"Fortunatamente so che non ci sono orsi in questa zona del Giappone" sussurrò Kaori chiudendo gli occhi.

"Ne sei così sicura?" ironizzò lui, nascondendo la preoccupazione.

"Non scherzare, Ryo" lo rimproverò falsamente severa.

Lui si alzò velocemente, piegandosi vista l'altezza della cavità, e andò a prendere una manciata di neve all'ingresso della grotta.

"Apri il cappotto e solleva il maglione" le disse.

Kaori obbedì, arrossendo, non particolarmente entusiasta di quello che stava per fare. Trasalì sentendo la morsa del freddo sulla pelle e trattenne un grido dolore in gola, serrando i pugni fino a fare sbiancare le nocche. Ryo strofinò le aree interessate il più delicatamente possibile per rimuovere le tracce di sangue e ispezionare la ferita.

"È pulita e non sanguina più, ma cercheremo di non restare qui troppo a lungo per farla vedere al Professore" disse.

"Perché non siamo tornati alla macchina?" chiese lei.

"Troppo pericoloso. Sono sicuro che anche se sono tornati indietro, avranno messo delle guardie vicino alla Mini in attesa del nostro ritorno. La bufera di neve aumenterà nella notte, e durerà almeno fino a mezzogiorno. È già incrementata. Non resisteremo a questo freddo fuori, quindi tanto vale ripararsi e aspettare condizioni più favorevoli" spiegò.

"Non è da te essere così prudente" lo prese in giro gentilmente.

"Vero, ma non sono nel mio elemento. Anche per le strade di Tokyo li avrei già eliminati per andare dalle mie conigliette" disse con faccia da pervertito. "Ahi!" piagnucolò dopo essere stato colpito da un martello.

"Sei fortunato che non c'è abbastanza spazio" glissò lei con uno sguardo furioso.

"Meglio per me" rispose lui, iniziando a camminare nonostante lo spazio ristretto e il fatto di dover rimanere curvo.

Kaori lo guardò e si sentì in colpa. Dopotutto era in parte per causa sua se erano in quella situazione. Era lei che lo aveva convinto, dopo diversi giorni, ad andare lì in gita, prendendosi un giorno per respirare dopo un caso dietro l'altro, l'ultimo particolarmente difficoltoso.

"Mi dispiace" disse.

"Di cosa?" domandò Ryo, fermandosi stupito.

"Ti ho costretto a venire qui. Tu volevi rimanere a Tokyo. Se ti avessi ascoltato, non saremmo qui" spiegò mortificata.

Ryo la guardò, pronto a confortarla, ma infine sospirò piano e si inginocchiò davanti a lei.

"Non è colpa tua e poi...questa giornata non è stata una cattiva idea" ammise.

Lei alzò di scatto la testa, sorpresa. Senza vera consapevolezza, si portò la mano alla fronte, vedendolo sorridere.

"Hai la febbre?" le chiese divertito.

"No...vuoi dire che ti è piaciuto?" gli domandò incredula.

"Se tralasciamo la parte in cui fuggiamo in macchina e ci sparano addosso, non è stato spiacevole" rispose sinceramente.

"Devo proprio smetterla di colpirti in testa" sussurrò.

"Non mi oppongo. E tu, era come ti immaginavi?" chiese.

Kaori lo guardò e sorrise. "Sì. Era anche meglio di quello che ricordavo" confessò con aria sognante.

Ripiombò nei suoi ricordi, come Ryo, e ricordò la sua gioia, la sera prima, quando lui le aveva detto che concedeva, nonostante la sua agenda fosse sovraccaricata dai suoi impegni per rimorchiare (cosa che gli era valsa la minaccia di un martello), di prendere il giorno successivo per una gita intorno al Monte Fuji nel freddo invernale (e il martello era scomparso). Lei gliel'aveva fatto ripetere almeno tre volte e aveva evitato una quarta volta quando lui le aveva detto che si sarebbe tirato indietro.

"Ok, non ne parlo più" aveva detto lei, fingendo di chiudersi le labbra con un giro di chiave e gettandola via.

Si era voltata ed era andata a preparare da mangiare con passo leggero e l'immagine che era rimasta negli occhi dello sweeper erano le sue labbra carnose premute, allettanti, appetitose...si era letteralmente schiaffeggiato per eliminare l'idea assurda che gli era venuta in mente: e se quella giornata fosse finita con un'apoteosi? Forse quello era il momento di lanciarsi, aveva brevemente pensato prima di riprendersi. Era chiaro che l'apoteosi era avvenuta ma non nel modo in cui aveva pensato.

Eppure la giornata era iniziata bene. Erano arrivati tranquillamente verso le undici. Kaori l'aveva svegliato dolcemente con una tazza di caffè, un grande sorriso a illuminarle il volto e gli occhi scintillanti. Era stato un risveglio piacevolissimo, a cui poteva serenamente abituarsi. Avevano passeggiato, la sua partner l'aveva guidato al tempo dove suo padre portava lei e suo fratello quando erano piccoli. Era entrata con emozione e aveva rivolto una lunga preghiera prima di uscire, ringraziandolo. Il suo cuore si sarebbe sciolto al suo sorriso se non vi si fosse abituato nel corso degli anni. Con passo leggero lo aveva condotto per i vicoli del paese e aveva ritrovato il ristorante che cercava. Vi erano entrati volentieri, attratti dal calore del luogo che contrastava piacevolmente con il freddo esterno.

"La bufera arriverà prima del previsto" aveva annunciato l'anziano uomo che li aveva serviti.

Dopo essersi gustati un pasto caldo, erano usciti, vedendo i primi fiocchi di neve scendere. Avevano continuato la passeggiata in silenzio. Niente martelli, nessuna discussione. Avevano condiviso un momento piacevole e sereno ed era quello il loro stato d'animo quando erano ripartiti, fermandosi solo per fare rifornimento e bere un caffè a una stazione di servizio. Sul punto di uscire, tre auto si erano fermate e ne erano scesi una decina di uomini insieme al loro capo. La tensione era salita in una frazione di secondo quando lo sguardo di Ryo aveva incontrato quello del leader. Questi aveva preso il posto di capo clan dopo che City Hunter aveva eliminato suo padre in una sparatoria al porto durante un caso di smantellamento di un traffico d'armi.

Le armi, appunto, erano state rapidamente estratte e utilizzate, e gli spari avevano echeggiato nel silenzio. Kaori aveva raggiunto l'auto e acceso il motore mentre lui copriva entrambi prima di saltare nell'abitacolo. Non potevano rimanere lì con tutte quelle persone innocenti. Sfortunatamente, ciò non aveva fermato i mafiosi che li avevano seguiti in macchina, sparando loro addosso.

"Merda!" aveva improvvisamente urlato Kaori, virando bruscamente verso un'altra strada.

"Non è quella giusta!" aveva avvertito Ryo.

"Non c'è scelta! C'è un incidente più avanti, coinvolgeremmo troppi civili" si era giustificata.

"Va bene, improvviseremo, socia" l'aveva rassicurata.

Erano rapidamente arrivati a un parcheggio dove erano presenti tre auto. Ryo aveva frugato tra le tasche, nel vano portaoggetti e aveva tirato fuori tutte le munizioni a disposizione.

"Hanno revolver automatici con caricatori da dodici proiettili e forse altre armi" aveva riflettuto, "ci rifugeremo nel bosco fuori dai sentieri segnalati. I civili non devono essere coinvolti nello scontro" aveva decretato.

"D'accordo" aveva concordato Kaori.

Prendendo tutto il possibile, si erano tuffati nella foresta proprio mentre i loro inseguitori arrivavano al parcheggio, dando loro il tempo di vedere dove si dirigevano e quindi essere certi che avrebbero cacciato loro e non avrebbero attaccato altri civili. Così erano arrivati a quel punto.

"Se vuoi torneremo un'altra volta" offrì Ryo all'improvviso, senza riflettere.

Kaori alzò la testa, sbattendo contro la roccia alle sue spalle.

"Ahia! Ho già le allucinazioni?" si chiese.

Lui fu colto di sorpresa e si chiese come uscirne. Da quando proponeva delle uscite alla sua partner?

"Hai sentito anche tu una voce?" domandò lei.

"Dev'essere la bufera, il vento tra gli alberi e le rocce crea strani fenomeni acustici" l'assicurò con aria dotta.

"D'accordo" rispose lei.

Ryo si voltò verso di lei incredulo, e Kaori gli sorrise innocentemente.

"Quindi anche tu hai sentito le stesse parole. Dev'essere la bufera che crea strani fenomeni acustici" ripeté beffarda.

Lui la guardò per un momento, stupito, poi il suo sguardo si fece divertito.

"Comunque non hanno mentito né il meteo né quel vecchio. La bufera è arrivata in anticipo" borbottò, osservando le raffiche di vento che soffiavano.

Per fortuna il vento non sbuffava verso l'ingresso della grotta, avevano freddo ma molto meno che investiti dalla bufera carica di neve. Avevano un riparo sopra le loro teste e, con un po' di fortuna, avrebbero potuto accendere un fuoco. Ryo si avvicinò all'ingresso e osservò i dintorni.

"Esci?" si preoccupò Kaori, raggomitolandosi su se stessa per conservare un po' di calore.

"Sto cercando di vedere se c'è della legna risparmiata dalla neve per accendere un fuoco per qualche ora" le disse, scrutando.

"Non hai paura che ci vedano?"

"Non verranno prima del mattino, non con questa tempesta, e siccome è in anticipo e il picco è previsto per la tarda mattinata, credo che staremo tranquilli fino alle prime ore. Quindi no, non ho paura, e se non vogliamo morire di freddo dobbiamo asciugarci i vestiti" le disse.

Non voleva preoccuparla dicendole che lo faceva anche per lei, che temeva per la sua salute data la sua ferita. Vide un mucchio di rami incastrati tra due rocce. La cima era cosparsa di neve e quindi probabilmente erano inutilizzabili, ma forse quelli sottostanti potevano essere abbastanza asciutti da poter bruciare.

"Torno tra due minuti" disse.

Kaori non ebbe il tempo di rispondere che lui era già fuori, navigando come poteva nel buio e nella neve. Era fradicio ma il gioco valeva la candela, quindi non tornò indietro. Afferrò i rami più in alto e li gettò da parte, poi, nonostante le dita intorpidite dal freddo, prese un grosso fascio di legna e tornò alla grotta. Quando rientrò, gettò tutto a terra ed eliminò la neve che gli era caduta addosso.

"Guarda, li ho trovati un po' più in fondo. Potrebbe permetterci di iniziare e asciugare la legna che hai portato tu" lo informò Kaori, ammucchiando la legna che aveva trovato.

"Bene. Probabilmente sono resti di altri occupanti" convenne.

Sparse la legna da ardere per farla asciugare più velocemente, poi appiccò il fuoco sul mucchio preparato dalla partner.

"Siediti là" le consigliò, indicandole un punto non lontano dal fuoco.

Lei obbedì e, portandosi le ginocchia al petto nonostante il dolore della ferita, lo guardò occuparsi del fuoco affinché si sollevasse per bene. Dopo qualche minuto, soddisfatto, le si sedette accanto, incollandosi a lei.

"Staremo più al caldo" disse, vedendola arrossire.

"Sì" sussurrò.

Guardarono il fuoco divampare per un momento, in silenzio. Persi nei loro pensieri, non si accorsero del tempo che scorreva. Quando improvvisamente lui sentì la testa della partner sulla spalla, abbassò lo sguardo e la vide mentre si addormentava. Immaginava che fosse stanca dopo quella lunga giornata e soprattutto per via della ferita che le aveva fatto perdere sangue, ma non poteva lasciare che si addormentasse.

"Vietato dormire. Io ho acceso il fuoco. Tu devi pensare a cosa mangeremo per colazione domani" le disse, impassibile.

"Cosa?" mormorò, assonnata.

"Io ci tengo al caldo, tu pensi al cibo" le spiegò.

"Ma cosa vuoi che trovi sotto tutta questa neve?" esclamò.

"Non lo so, pensaci. Hai tutta la notte davanti" sottolineò.

Lei lo guardò, chiedendosi che diamine avrebbe potuto recuperare, e lanciò un'ochiata disillusa verso l'apertura della caverna.

"Non ti saresti mai aspettata tutto questo diventando la mia partner, vero?" le chiese Ryo.
  
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