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Autore: deborahdonato4    09/02/2022    1 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Will era appoggiato contro il muro della sua cabina e fissava la 13 in silenzio, con le braccia incrociate, tenendo d'occhio i movimenti del figlio di Ecate. Il ragazzo era ancora lì, a tre metri di distanza dalla porta di Hazel, come indeciso su cosa fare, se bussare o andarsene. E Will lo controllava, pronto ad intervenire se la sua reazione non gli fosse piaciuta.

Era uscito dalla sua camera non appena aveva visto passare Hazel. Non che stesse controllando l'orologio e la finestra ripetutamente, infastidendo Bryan che provava a leggere un libro sugli animali. Semplicemente gli era caduto l'occhio più volte su...

Al diavolo. Stava controllando che la sua amica tornasse a casa reggendosi sulle sue gambe, che il figlio di Ecate non stesse abusando di lei. Aveva passato tutta la serata in attesa, con il cuore a mille, arrabbiato con sé stesso per non averla seguita come era stata sua intenzione.

Will aveva quasi mandato un messaggio a Leo per chiedergli se potevano usare Festus per seguire l'appuntamento di Hazel, ma Bryan, forse temendo che stesse per chiamare la figlia di Plutone, gli aveva requisito il cellulare.

Forse era meglio così. Vedere Leo, alle otto di sera, per pedinare la loro comune amica, non era la migliore delle idee, riflettendoci meglio. Soprattutto con un giro romantico su Festus per seguire le vicende di un appuntamento...

Con un sospiro, Will tornò al presente. Era inutile fantasticare su quello che avrebbe potuto succedere. Bryan gli aveva impedito di fare una cavolata, e ne era contento. Dopotutto, stava con Connor Stoll, adesso...

Scacciò via quel pensiero. Non doveva pensare a sé stesso, ma ad Hazel Levesque e Raul Aviles. Doveva andare da lei, controllare che il ragazzo non decidesse di forzare la porta con la magia...

Ma il figlio di Ecate si voltò proprio in quel momento ed entrò nella sua cabina. Will sorrise, pensando che fosse la scelta migliore, e aspettò ancora un minuto prima di incamminarsi. Controllò che Raul non lo stesse fissando dalla cabina 14 e bussò alla porta della sua amica. Lei gli aprì al secondo tocco, come se se lo fosse aspettata.

«Will.» mormorò Hazel, e Will impiegò meno di un secondo a capire il suo stato d'animo. Era nervosa, triste, arrabbiata, e in procinto di mettersi a piangere.

«Piccola.» disse Will, chiudendosi la porta alle spalle e portandole una mano sul viso. Le accarezzò la pelle calda, per un attimo indeciso se confortarla o andare da Aviles per prenderlo a calci nel sedere. «Cosa ti ha fatto?»

Hazel sbatté le palpebre, forse per chiedersi di cosa stesse parlando, e sospirò.

«Raul è stato meraviglioso.» disse lei, togliendosi la giacca e guardandola con tristezza. «Un vero gentiluomo.»

Will le prese la giacca, appendendola in modo automatico. «Allora perché... sei arrabbiata?»

Hazel si limitò a sospirare, prima di bloccarsi. Si avvicinò al divano e vi sedette sopra, allungando le gambe sul tavolino. Will fu subito in ginocchio accanto a lei, in attesa.

«Sono arrabbiata perché...» mormorò Hazel, interrompendosi. «Non lo so nemmeno io, a dirla tutta.»

Will annuì appena. Allungò una mano verso i tacchi dell'amica e li sfilò con dolcezza.

«Ho passato una bella serata.» disse la figlia di Plutone, guardando ogni suo gesto. «Mi sono sentita... bene, con Raul. Non ha fatto nulla di indecoroso. Ha pagato la cena, e poi io ho pagato il dolce e qualche giostra.»

«Giostra?» ripeté Will, perplesso.

«Siamo stati al luna park.»

«Oh.» Will posò le scarpe sul pavimento, pensando che lui e Leo avevano parlato di Luna Park qualche giorno prima. Ma voleva ancora uscire con il figlio di Efesto, dopo quanto avesse visto sul taccuino di Travis? Se Leo lo considerava allo stesso livello dei figli di Ares, significava che non lo aveva proprio perdonato.

«Sono salita sulla ruota panoramica.» continuò Hazel, e Will si concentrò su di lei. Non doveva pensare ai suoi problemi, ai suoi pensieri. Era lì per Hazel. Le doveva tanto. «E ho visto la città dall'alto. È stupenda.»

«Posso immaginarlo.» annuì Will, iniziando a massaggiarle i piedi.

«Ho vinto un pinguino.» aggiunse Hazel, cercandolo con lo sguardo e indicando un peluche vicino alla porta.

Will si affrettò a prenderlo e a passarglielo, e poi riprese il massaggio. Hazel strinse a sé il pinguino e Will fu tentato di lanciarlo via e di abbracciarla.

«È stata una serata magnifica. Will, mi sono divertita, sono stata bene. Ma poi...» Hazel si mordicchiò il labbro. «Ma poi ho pensato a Frank, e questa magia è finita.»

Will annuì, trattenendo un sospiro. Doveva immaginarlo.

«Mi sono sentita di nuovo una donna.» sussurrò Hazel e Will si allarmò di fronte gli occhi dorati lucidi della sua migliore amica. «Non succedeva da tanto...»

Will si alzò per accoccolarsi vicino a lei e la strinse tra le braccia. Hazel gli posò la guancia sul petto, stringendosi a lui, e Will la baciò sulla testa. Dannato Frank Zhang...

«So che è tutto inutile.» disse Will, piano. «Ma dovresti davvero eliminarlo dalla tua testa.»

«Non osare dirmi una cosa del genere proprio tu, Leo Valdez.» sbottò Hazel, infastidita.

Will arrossì appena, contento che l'amica non riuscisse a vederlo. «Sono andato avanti, eh.» borbottò. «Da oggi io e Connor siamo ufficialmente una coppia.»

Hazel si scostò da lui e lo fissò in volto, sorpresa. «Cosa?! Sul serio? E perché non me l'hai detto prima?!» esclamò, tirandogli un pugno sul braccio.

«Perché parliamo sempre di me, e mai di te.»

«Non parliamo mai di me perché non ho mai nulla da raccontare, Will.»

«Invece oggi ce l'hai.»

Hazel scrollò le spalle. «Sono uscita con Raul, mi sono divertita, mi sono trovata bene, ma sto ancora pensando a Frank, quindi non credo che richiamerò Raul. Bene, ti ho raccontato tutto. Ora parlami di te e Connor.»

Will sospirò. Voleva continuare a chiederle di Raul, di tutti i dettagli della serata, se quel bacio sulla guancia fosse davvero così innocente come gli era sembrato... ma preferì rimanere in silenzio. Captava che l'amica non era in vena di chiacchiere. Quell'uscita doveva aver risvegliato ogni doloroso ricordo su Frank, sui loro momenti insieme... Hazel gliene aveva raccontati a decine, prima di perdere la speranza di rivederlo.

Senza sembrare troppo scocciato, Will le parlò di come Connor gli si fosse avvicinato solo poche ore prima, di come gli aveva confessato i suoi sentimenti.

Hazel lo osservò con attenzione mentre Will diceva di provare lo stesso.

«Santi dei, Will.» mormorò Hazel, portandogli una mano sulla guancia e dandogli uno piccolo schiaffo. «Ti ho già visto mentirmi, okay? Abbiamo vissuto insieme così tanto tempo... e sei una frana nel mentirmi. Perché lo hai fatto?»

«Non sto mentendo.»

«Lo stai facendo in questo preciso momento!»

Will sbuffò, ignorando il secondo schiaffo di Hazel. La ragazza sembrò divertirsi perché gliene tirò un terzo, e l'occhiataccia di Will le fece abbassare la mano.

«Potrei innamorarmi di lui, in futuro.» decise di dire il figlio di Apollo. «Quindi perché non portarsi avanti con gli eventi?»

«Oh, Will...»

«Connor è un bel ragazzo.» continuò Will, ignorandola. «Ha un buon carattere, è leale, anche se ha la mano veloce e non sai mai se se ne sta andando con il tuo portafogli. Ha una cotta per me, e questo non guasta, giusto?»

«Non è giusto nei suoi confronti. Lo ferirai.»

«Non lo ferirò.» decise Will, serio. «Non ne ho alcuna intenzione.»

Hazel scosse la testa. «E cosa farai se Leo dovesse decidere di lasciare Calipso per tornare da te?»

Will sentì il cuore sobbalzare dalla gioia per quelle parole. Una scarica di euforia lo invase e per un attimo riuscì quasi a vedere Calipso in lacrime sullo sfondo, mentre Leo tornava da lui e gli chiedeva di sposarlo.

«Non lo farà.» disse Will, piano, tornando con i piedi per terra. «È felice con Calipso, adesso. E James è felice di avere i suoi genitori uniti, Leo non farà niente per rovinare i sogni del bambino. Lo conosco. E poi, da quando sono tornato, non mi ha mai fatto capire che volesse tornare con me.»

«Will...»

«Haz, è vero.» Will si passò una mano tra i capelli, chiudendo gli occhi. «Gli ho salvato la vita quando quel figlio di puttana ha pensato bene di avvelenarlo. Ho rischiato la mia vita per... be', per difenderlo. E a parte qualche grazie, non mi ha mai detto niente. Quindi direi che le cose tra di noi sono finite.»

«Will, magari non è così.»

«Come può non essere così? Sta progettando il matrimonio, Haz. E io non sono l'altro sposo, non sarò neanche invitato!»

Will spostò lo sguardo sulla stanza, cercando di non dar troppo peso alle sue parole. Sentiva gli angoli degli occhi pizzicare, segno che da un momento all'altro sarebbero arrivate le lacrime. E Hazel era così buona che gliel'avrebbe asciugate una per una.

«Leo è andato avanti con la sua vita.» continuò Will, mentre Hazel gli accarezzava il braccio per confortarlo. «Vuole sposarsi con la donna che ama, la donna con la quale passerà il resto della sua esistenza. Vuole avere dei figli, dare dei fratellini a James, e sarà un ottimo padre per loro, proprio come lo è stato per Jam. Io... non sono nessuno. Me lo ha fatto capire spesso, nell'ultimo periodo.»

La lacrima uscì prima che Will potesse accorgersene e, come aveva immaginato, la mano calda di Hazel era lì, pronta sulla sua guancia, ad asciugarla con la punta del dito.

«Lui è andato avanti con la sua vita.» ripeté Will, guardando Hazel, sentendosi in colpa per i suoi stessi pensieri. «Perché io non posso andare avanti con la mia?»

Prima che Hazel potesse replicare, Will le prese il volto tra le mani. Hazel trattenne un sospiro mentre l'amico la baciava sulla fronte.

«Perché noi non possiamo andare avanti con le nostre vite?» le disse, appoggiando la fronte alla sua. Le punte dei loro nasi si sfiorarono. «Haz, perché?»

Hazel scosse la testa, non sapendo cosa replicare, e chiuse gli occhi, stringendo l'amico.

 

 

Leo era seduto nella veranda di casa sua, e guardava il cielo. La luna splendeva alta, e di tanto in tanto veniva nascosta dalle nuvole. Leo contava i secondi che avrebbe impiegato a rivederla di nuovo, bevendo un sorso di birra ogni minuto.

Si era divertito quel pomeriggio in spiaggia, giocando con i bambini ed evitando che Travis gli bagnasse il viso con l'acqua salata. Si era ritrovato in fretta a competere con il suo amico, con i bambini che saltavano nella squadra di uno o dell'altro ogni volta che gli faceva comodo. Leo e Lily erano riusciti a battere gli altri tre due volte, prima che la bambina si rivoltasse contro di lui.

Era stato divertente anche quando Travis si era accasciato sulla sua sdraio, borbottando di essersi scottato le spalle, e aveva sorriso mentre Lily e Connor si affrettavano a ricoprirlo di aloe per rinfrescarlo. Lui, James e Bryan non dovevano preoccuparsi del sole: Leo e James non si bruciavano facilmente al sole, mentre per Bryan era quasi impossibile. Leo lo aveva visto dormire sulla spiaggia più di una volta, e ad ogni risveglio non si era mai scoperto bruciato. Era la fortuna di essere figli del dio del sole.

Si era divertito tanto ma, nonostante le risate, la gioia di vedere suo figlio felice insieme ai suoi amici, c'era qualcosa che gli abbassava l'umore non appena i suoi pensieri lo avessero sfiorato. E passare il resto della giornata in compagnia di Connor Stoll non era stato molto d'aiuto.

Il figlio di Ermes non aveva fatto nulla di sgarbato nei suoi confronti, anzi. Aveva provato a fare amicizia con lui, chiacchierando delle invenzioni, chiedendogli dell'aspiracoriandoli. Si era già offerto di acquistarne uno per la cabina di Ermes, nonostante le occhiatacce del fratello. Connor si era comportato nel miglior modo possibile, e Leo aveva provato in tutti modi ad essere cortese con lui, ma non c'era riuscito.

A causa di Will Solace.

Solo poche ore prima Leo aveva pensato di andare da lui e parlargli, magari chiedergli di tornare insieme, riallacciare una relazione e vedere come avrebbero proseguito le cose tra di loro. E invece era stato battuto sul tempo.

Mentre lui pensava a tutto questo, Connor aveva agito. Era andato a parlare con Will, ed erano usciti dalla discussione come una coppia. Connor sorrideva continuamente al pensiero, Leo glielo aveva letto in faccia più di una volta, perché conosceva quel sorriso. Lo stesso che aveva sfoggiato più di due anni prima.

Nella sua vita aveva avuto solo due relazioni importanti, Calipso e Will, che lo avevano segnato nel profondo. Aveva liberato Calipso da una maledizione durata secoli, era sceso per lei negli Inferi, era diventato immortale solo per lei, per non doverla mai lasciare. Mentre Will lo aveva aiutato a scoprire un lato di sé stesso che non conosceva, aveva rimesso insieme i suoi pezzi, gli aveva insegnato ad amare ancora e a come si vivesse meglio con una persona che ricambiava quei sentimenti.

Calipso e Will.

Will e Calipso.

Leo si passò una mano tra i capelli, bevendo l'ultimo sorso della sua terza lattina. La schiacciò e la lanciò nella cesta a qualche metro da lui. La lattina toccò il bordo per un pelo e cadde all'interno. Leo sorrise tra sé, allungando la mano per prendere la quarta. Se avesse lanciato la lattina fuori dal cesto, avrebbe dovuto rientrare in casa e infilarsi a letto prima di combinare qualcosa di cui si sarebbe pentito.

I suoi occhi risalirono al cielo e bevve un sorso non appena la luna scomparve sotto una nuvola. Leo aggrottò la fronte. Doveva bere prima o dopo? I pensieri cominciavano ad essere confusi e spostò lo sguardo dalla luna. Si mise a guardare il Campo, soffermandosi in direzione del campo di fragole. La cerimonia l'avrebbe tenuta lì, con Chirone ad ufficiare le nozze. Calipso voleva che l'aiutasse con la lista degli invitati, e che poi accompagnasse Nina in infermeria per sapere quando avrebbe partorito.

Leo chiuse gli occhi. Così tante cose da fare... e lui voleva solamente dormire, non pensare più al matrimonio. Non voleva nemmeno pensare a Calipso. O Will. Forse doveva fare davvero come gli aveva consigliato Travis: andare via dal Campo, stare lontano da entrambi, capire chi dei due fosse la persona adatta per lui. Will e Calipso avevano i loro pregi e i loro difetti, e se continuavano a ronzargli intorno, non avrebbe avuto la giusta lucidità per scegliere.

Scegliere. Poteva scegliere? Era libero di fare le sue scelte? Aveva scelto Calipso anni prima, aveva scelto di scendere negli Inferi e diventare immortale? Oppure le sue scelte erano state soltanto guidate dalla paura di rimanere da solo? Perché alla fine, se proprio doveva rifletterci su... cosa lo aveva spinto a salvare la fanciulla dalla sua isola? Era stato l'amore, il Vero Amore, o solo la paura di dover ritrovare una persona che lo amasse come lei lo aveva amato? Non le aveva concesso il suo cuore?

E Will... c'era stato quel bacio da ubriachi. Nella sua vita aveva baciato solo Calipso, e quando Will lo aveva baciato, Leo aveva risposto. Non veniva baciato e coccolato da tanto tempo. Con Will si era lasciato andare, si era fatto amare perché ne aveva bisogno. E se non ci fosse mai stato amore tra di loro, solo desiderio e bisogno di non stare da soli? Dopotutto quando era accaduto, Will aveva appena ricevuto una bella batosta da Nico Di Angelo. E lui era solo dopo Calipso. Si erano incontrati in un momento delicato, e si erano messi insieme per colmare il vuoto. Era così, no? Si erano trovati bene per mesi, e Leo aveva davvero pensato di essersi innamorato di Will, che lo trattava come un essere umano, che lo ricopriva di amore e attenzione. Che trattava suo figlio come se fosse suo.

Ma Will gli aveva fatto male, come Calipso. Entrambe le relazioni erano finite a causa dei suoi partner, mai a causa sua.

Leo si portò una mano sul viso, chiedendosi come mai né lui né i suoi numerosi fratelli avessero mai inventato il Pensatoio di Silente. Non gli sarebbe affatto dispiaciuto, in quel momento, depositare tutti i ricordi dei suoi due partner e rivisitarli, magari analizzarli minuto per minuto. Vederli mentre lo chiamavano per nome e gli dimostravano il loro amore nei suoi confronti.

Leo svuotò la lattina di birra e la lanciò verso il cesto. Non lo sfiorò neanche, e guardò la lattina rotolare per qualche metro prima di fermarsi. Era il caso di tornarsene a dormire.

Si alzò in piedi e, con le gambe traballanti, si avvicinò alla lattina. La lasciò cadere nel cesto e osservò il Campo addormentato. Notò che l'infermeria e un paio di cabine erano ancora accese. Pensò a Will, di sicuro era in infermeria con chissà quanti pazienti. Oppure stava facendo l'amore con Connor dove un tempo l'avevano fatto loro.

Scuotendo la testa, Leo diede le spalle al Campo e si diresse verso la sua casa. La guardò per un attimo, pensando che forse, dopo il matrimonio, era il caso di trasferirsi lontano da lì, magari a Nuova Roma. James poteva frequentare le scuole lì, senza aver paura di imbattersi in un mostro. Avrebbe sofferto della mancanza di Lily e Bryan ma poteva farsi dei nuovi amici. Era un bambino dopotutto, poteva stringere amicizia facilmente.

Leo entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle, cercando di salire le scale senza far troppo rumore, per non svegliare nessuno. Sul pianerottolo notò che la luce della sua camera era accesa e immaginò che Calipso gliel'avesse lasciata per farlo entrare senza far rovesciare nessun comodino. Fissò la sua camera e si voltò verso quella di James. Si avvicinò alla porta e per qualche minuto rimase a guardare il figlio che dormiva beato.

No, non poteva trasferirsi a Nuova Roma e lasciare Lily e Bryan. James ne sarebbe uscito distrutto, e lui non voleva che suo figlio soffrisse a causa sua. Voleva solo il meglio per il suo bambino. Avrebbero continuato a vivere lì al Campo Mezzosangue, e avrebbe distolto lo sguardo da Connor e Will non appena li avesse visti. Avrebbe anche finto un sorriso quando proprio non avrebbe potuto evitarli. Sarebbe stato felice per loro, nascondendo le sue emozioni, i suoi sentimenti.

Trattenendo uno sbadiglio, Leo chiuse la porta della camera del figlio e si diresse nella sua. Si aspettava di trovare Calipso addormentata, magari con un libro appoggiato sul seno, e rimase di stucco nell'incrociare i suoi occhi.

Leo entrò nella stanza dopo i primi secondi di sorpresa e chiuse la porta dietro di sé. Si sfilò la maglietta e si avvicinò al letto, mentre Calipso toglieva il libro dal suo posto. Doveva aver letto in sua attesa. Si stese vicino a lei, posandole una mano sul braccio.

«Tutto okay?» gli domandò Calipso, osservandolo con attenzione.

«Sì, sto bene.» annuì Leo, baciandola sul braccio. «Mi sono messo a bere e ho perso la nozione del tempo.»

Calipso annuì. «Non ti devi giustificare, Leo, se vuoi berti qualche birra. Ma come mai non c'era pure Travis?»

Leo soffocò una risata. «Si è bruciato oggi in spiaggia, ed è rimasto nella sua cabina tutta la sera. Penso abbia chiesto aiuto ai figli di Demetra e di Apollo.»

Figli di Apollo. Perché dovevano sempre apparire in ogni conversazione? Leo socchiuse gli occhi, cercando di scacciare il sorriso di Will dalla sua testa, senza successo.

Quei due sono fatti l'uno per l'altro, non trovi?

La voce di Will, assieme alle parole pronunciate alla partenza dei suoi fratelli, riferendosi ad Angel e Steve... le aveva dette solo per i loro fratelli? O intendevo dell'altro?

Ma se si stava riferendo a loro, perché Will non aveva combattuto per lui? Certo, lo aveva difeso con il figlio di Ares, ma non aveva fatto niente per fargli capire che lo amasse ancora.

Ti amerò sempre, Leo Valdez.

Leo chiuse gli occhi, evitando di sbuffare. Will lo amava dicendo di amare Connor Stoll? Certo che era molto volubile, il biondino.

«Calipso.» disse, voltandosi a guardare la futura moglie, che stava sistemando il libro sul comodino. «Calipso, tu mi ami?»

Calipso lo fissò come se fosse pazzo. «Certo che ti amo.» gli disse, portandogli le mani sulle guance. «Ti amo da tanti anni.»

«E mi amerai per sempre?» mormorò Leo, guardandola dritta negli occhi. «Qualsiasi cosa succeda?»

La ragazza aggrottò la fronte. «Leo, c'è qualcosa che devi dirmi?»

Leo scosse appena la testa. Era così confuso... forse l'alcol stava influenzando i suoi pensieri, ma in quel momento si sentiva fragile, debole.

«Ti amerò per sempre.» disse Calipso, baciandolo sulla fronte, e poi sulle labbra. «Qualsiasi cosa succeda, ti amerò.»

Leo abbozzò un sorriso e le prese il volto tra le mani, ricambiando il suo bacio. Era quello che voleva sentirsi dire.

   
 
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