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Autore: InsurgentMusketeer    12/02/2022    0 recensioni
"Ciao, sono Ellie. In questo momento non posso rispondere, ma se hai questo numero, sai esattamente dove trovarmi. A presto!"
La segreteria telefonica di Ellie Renner tormenta Peter Parker da giorni. Il giovane supereroe, alle prese con il processo per la morte di Mysterio e senza più la figura di Tony Stark a supportarlo, avrebbe bisogno più che mai dell'aiuto della sua amica. Ma dove sarà finita? Perché non lo richiama mai?
Prima degli eventi di "Spider-Man: No Way Home" si articola una fitta rete emotiva che lega Peter Parker a Ellie Renner. Con l'assenza di Tony Stark gli equilibri sono cambiati e molte cose sono rimaste talmente in sospeso da fare male.
Riuscirà Peter a ritrovare i suoi punti di riferimento?
ATTENZIONE: la storia si interseca con gli eventi di "Spider-Man: No Way Home". È presente il mio OC, Ellie Renner.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno del processo arrivò con spietata puntualità e accompagnato dalla definitiva assenza di Ellie. Dopo tre giorni di estenuanti Ciao, sono Ellie, in questo momento non posso rispondere che Peter aveva imparato a memoria, comprese tutte le variazioni del tono della sua voce, il ragazzo si era rassegnato all'idea vedendo sbiadire dentro di sé tutti i propositi brillanti su cui MJ aveva cercato di farlo ragionare: Ellie era sparita. E probabilmente non sarebbe mai più tornata. 

Strinse forte il nodo alla cravatta nera, così forte che tossì di colpo. Affondò le labbra in dentro e senza più alcun indugio raggiunse May in salotto. Dopo essersi scambiati un brevissimo cenno di compassione reciproca, May gli accarezzò i capelli e la guancia e gli sorrise, sperando invano che Peter ricambiasse. 

"Vedrai che si farà viva", gli disse, come se gli avesse appena letto nel pensiero. 

"Certo", borbottò in risposta Peter afferrando il cappotto all'ingresso, "come no."

Intenerita, May ringraziò che suo nipote fosse voltato di spalle per non vedere quanto gli stesse facendo male saperlo in quella condizione: con Tony Stark morto ormai diverso tempo prima, Ellie era rimasta per lui il solo punto di riferimento. Era certa che ci fosse un motivo per giustificare la sua assenza, ma non aveva margine di spiegarlo a Peter. In quel momento il ragazzo era comprensibilmente inconsolabile. 

La rivelazione della sua identità era stata una tegola in testa, davvero troppo per un adolescente. Gli Avengers erano ormai un lontano ricordo e tutto ciò che rimaneva a Peter era una manciata di solitudine da spartire con chi aveva più vicino, condividendo suo malgrado anche l'odio che perveniva impietoso dall'esterno. 

Uscirono con malcelata serenità. All'ingresso del condominio li aspettava Happy dentro un'auto dai vetri oscurati. In macchina c'erano anche MJ e Ned. Peter ritrovò un barlume di sorriso grazie alla loro presenza, ma il pensiero di Ellie non riusciva ad abbandonarlo. 

Il rumore dei flash dei fotografi lo accecava e gli creava una fastidiosa memoria uditiva. Pensò che, se mai fosse uscito vivo e sano da quella storia, non sarebbe mai più riuscito ad accostare il rumore delle macchine fotografiche a ricordi positivi. La gente fuori dall'auto urlava il suo nome associandoci accanto la parola "giustizia", come se riguardasse Mysterio e non piuttosto lui. Tentò di ignorare le voci squillanti e aggressive che gli ruotavano intorno e, non appena ci fu riuscito, era già davanti al Tribunale. 

Scese di fretta, MJ gli tenne stretta la mano. Dentro il Tribunale si spargeva uno strano odore di formalità e detersivi per il corretto trattamento del legno. I suoi sensi da ragno gli fecero vedere l'espressione del Giudice Emma DeLorean, un donnone sulla cinquantina dalla carnagione scura e le labbra piene, una perfetta permanente ai capelli scurissimi e un trucco verde oliva a dir poco appariscente sulle palpebre. 

Al primo banco di fronte al Giudice, accanto alla giuria, sedeva Matthew Murdock che aspettava Peter dandogli le spalle. Quando il ragazzo fu dietro di lui, sussultò a sentire la voce dell'avvocato che gli disse: 

"Buongiorno, Peter."

Peter strabuzzò gli occhi: 

"B-buongiorno, signor Murdock."

La sala si riempì presto, forse troppo. Quando tutti furono seduti, la sala si colmò del silenzio richiamato dalla DeLorean che battè lievemente il martellino scandendo:

"Si apre oggi il processo nei confronti del signor Peter Parker, meglio noto come Spider-Man, per l'omicidio del signor Quentin Beck, conosciuto come Mysterio."

Peter deglutì mentre accanto a lui si alzava in piedi Daniel McMillan, il Procuratore Distrettuale, un uomo in piena forma e dalle larghe spalle, sbarbato e attraente, che sistemò il bavero della giacca grigio fumo prima di prendere parola. 

"Vostro Onore, le prove a carico di Peter Parker sono schiaccianti", cominciò facendo tremare i polsi a Peter, "il signor Quentin Beck ha espressamente rivelato la sua identità segreta e la sua morte è inequivocabilmente riconducibile ad azioni e omissioni dell'imputato."

"Obiezione, Vostro Onore", s'intromise con pacatezza Matthew Murdock. 

"Obiezione accolta", commentò ferma la DeLorean, "cosa dichiara, Avvocato?"

Matthew Murdock si alzò in piedi, sorretto dal bastone, ma Peter non riuscì a concentrarsi su quanto il suo avvocato stesse dicendo perché percepì un brusìo feroce provenire dall'esterno del Tribunale. 

Si voltò di scatto e fissò l'ingresso sbarrato mentre Ned ed MJ tentavano di interpretare quel gesto. 

Fuori dal Tribunale le voci diventavano più insistenti ma si abbassavano lievemente, come in un moto di timore quasi reverenziale. Una Mini Cooper nera e dai vetri scuri targata Stark Industries si fermò a pochi centimetri dall'ingresso ai gradini del Tribunale. 

"Le prove a carico di Peter Parker non sono sufficienti a sostenere l'accusa di omicidio", disse Murdock risvegliando Peter dalla disattenzione, "dalle analisi effettuate sulla dinamica dell'incidente risulta che sia stato proprio Beck a muovere un'offensiva contro Parker, il quale è poi riuscito a schivare l'attacco. Beck è morto per la sua stessa mano."

Così dicendo, Murdock si avvicinò con sicurezza al Giudice porgendole il fascicolo contenente i referti del medico legale. 

"Nessuna invenzione, Vostro Onore."

La DeLorean aggrottò le sopracciglia e sospirò: 

"Signor Murdock, lei capisce che il suo cliente è l'unico imputato per l'omicidio del signor Beck."

"Certo, Vostro Onore."

"Questo è tutto ciò che ha in sua difesa?" chiese il Giudice sollevando il fascicolo. Peter entrò in panico, ma non potè vedere il sorriso che troneggiava sul volto di Murdock. 

"No, Vostro Onore", replicò, "ho reclutato un testimone che chiarirà la dinamica degli eventi."

Peter sentì una pietra colpirgli il petto. Un testimone? 

Il mondo intero lo odiava. Chi, a parte May, Ned, Happy ed MJ, avrebbe mai potuto testimoniare in suo favore?

La portiera del conducente della Mini Cooper fuori dal Tribunale si aprì. I flash dei fotografi accelerarono, qualche giornalista rimase pietrificato lasciando scivolare la penna. Gli operatori con le telecamere si spintonarono a vicenda per avere la migliore inquadratura e il pubblico intorno si divise tra urla di esaltazione e urla di stupore. 

Una gamba sottile e slanciata si portò fuori dalla portiera, avvolta in un jeans vintage chiaro a vita alta, sorretto da una cintura di pelle marrone dalla fibbia dorata. Un paio di Manolo Blahnik dai colori sgargianti si poggiarono sull'asfalto. L'attimo dopo, Ellie Renner uscì dall'auto in un semplice blazer nero arrotolato sui gomiti, poggiato su una camicia bianca aperta sul collo e reggendo un bicchiere di caffè Starbucks nella mano sinistra coperta da numerosi anelli d'argento su tutte le dita. Tra tutti, spiccò sull'anulare il famoso anello di fidanzamento di Steve Rogers, quello con lo zaffiro in cima, diventato da anni uno dei modelli più imitati di sempre. I lunghi capelli del caratteristico biondo caldo dei Renner scivolarono ondulati lungo le sue spalle e la ragazza sfilò dal viso gli occhiali da sole Stark Industries mostrando le proprie iridi altalenanti azzurre e viola e squadrando il pubblico da cima a fondo. 

Tutti rimasero in silenzio finché lei non fece una smorfia cordiale pronunciando poche e pacate parole: 

"Mi state fra i piedi."

Improvvisamente si aprì un varco tutt'intorno che la lasciò salire i gradini fino all'ultimo. Dentro il Tribunale, il Giudice DeLorean sospirò e incrociò tra loro le dita delle mani. 

"E chi sarebbe questo testimone, avvocato Murdock?"

Al termine esatto della domanda della DeLorean, si udì il pesante portone di legno spalancarsi dietro i presenti. Tutti si voltarono di scatto, mentre la luce accecante del sole che penetrava il corridoio e il legno austero delle panche dell'aula accompagnava l'ingresso di Ellie Renner. 

Il Procuratore Distrettuale strinse gli occhi e sbuffò una risatina isterica. Ellie sollevò gli occhiali sulla testa senza degnare nessuno di uno sguardo. Il cuore di Peter fece un salto talmente violento da fargli dolere le costole: i suoi occhi si annacquarono di lacrime in un istante. 

Ellie. 

Ellie era lì. A testimoniare per lui. 

Non credeva ai suoi stessi occhi. 

Era proprio lì, entrata come una creatura delle fiabe, catalizzando su di sé le attenzioni di tutti: era bellissima nella sua semplicità espressa da jeans e camicia, nessuna eccedenza, proprio com'era nel suo stile; i suoi occhi brillavano sul viso liscio e giovane, passando vorticosamente dal viola all'azzurro - segno, notò Peter, di una qualche forma di agitazione in lei -, percorse a schiena dritta tutto il corridoio di marmo del Tribunale lasciando che l'eco dei tacchi rimbombasse e si facesse ricordare. 

Tutti mormorarono stupiti il suo nome quando la ragazza si fermò proprio davanti al Giudice, piegando la testa di lato con un sorriso: 

"Giudice DeLorean!", disse dolcemente, "accidenti, me lo lasci dire: ha un aspetto davvero favoloso."

La DeLorean scosse la testa sospirando e annotò il nome di Ellie su un foglio. 

"Il suo nome completo è Eleanor Megan Renner?" chiese. 

"In carne, ossa e caffè bollente."

Ellie si voltò verso McMillan: 

"Buongiorno, Daniel", disse con una punta di acidità nella voce, "lieta di vedere che non sei cambiato affatto e te la prendi ancora con i ragazzini."

McMillan fece una smorfia presuntuosa: 

"Solo con quelli cattivi", rispose. 

Ellie si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: 

"Hai sbagliato mira, amico mio. Più o meno come quella volta in cui la tua festa della confraternita si trasformò in un bordello a cielo aperto e la Polizia ti fece diventare la star meno longeva della storia del Liceo."

McMillan fece una smorfia traboccante di odio ed Ellie alzò le spalle:

"Ops."

Matthew Murdock soffocò una risata dall'altra parte del corridoio: Daniel McMillan era una vecchia conoscenza di Ellie e Matthew. Più vecchio di loro di quasi tre anni, era il più noto bullo della scuola, per giunta figlio del Procuratore Distrettuale dell'epoca, Benjamin McMillan, che provvide a procurargli sempre la giusta raccomandazione per superare qualsiasi esame - compreso quello per la carica che stava attualmente ricoprendo. Tra le bravate di McMillan Ellie ricordava quella che le era costata una rissa con lui, quando ribaltò la sedia a rotelle di un compagno di classe con disabilità. Quel giorno andò Tony Stark a prenderla a scuola, li aspettava un pranzo di famiglia. Glissarono, invece, con grande eleganza virando verso una farmacia per tamponare il naso insanguinato e un Mc Donald's per risollevare l'umore. Ellie e Matthew si vendicarono delle angherie mai punite di McMillan chiamando la Polizia durante una festa della Omega, la confraternita di cui era divenuto responsabile Daniel, facendo sgomberare lo spettacolo abusivo di un gruppo di danzatrici del ventre sfruttate dell'est Europa e ponendo definitivamente un punto alla sua carriera di leader scolastico. 

Ellie fece un largo sorriso al suo ex compagno di scuola e si voltò verso Peter. 

Si fissarono per un lungo istante, nient'altro. Si guardarono e basta, come la prima volta in cui si erano incontrati. 

Nel preciso istante in cui lo sguardo di Ellie si posò su Peter, i suoi occhi tornarono di un azzurro brillante e pacato. A Peter mancò il fiato nel petto. 

Ellie 

Devo dirti 

Devo parlarti 

Ellie, oh, cazzo, sono nei casini 

La ragazza fece un cenno impercettibile, ma immenso davanti ai sensi di ragno di Peter. La sua guancia si tese per un secondo in un sorriso, poi si voltò e andò a sedersi sullo scranno accanto al Giudice DeLorean, al banco dei testimoni. 

Ellie dominava la scena. Non si riusciva a capire se i presenti fossero più sbigottiti dalla sua bellezza o dalla sua presenza: la giovane scrittrice era abituata ai bagni di folla, ma quasi nessuno sarebbe stato pronto a scommettere che si sarebbe sporcata le mani con quel processo. Il rischio di mettere a repentaglio la sua carriera era alto. Tuttavia, Happy Hogan sorrideva sornione dal banco dietro Peter, mentre May lo fissava senza capire: Happy sapeva. 

Aveva visto crescere Ellie Renner al fianco di Tony Stark e non aveva mai visto due persone più diverse riuscire ad amarsi in quel modo così totalizzante. Col tempo, però, aveva capito: guardando Ellie Renner seduta sul banco dei testimoni, disposta a ficcare le mani nel fango fin sopra i gomiti pur di proteggere Peter Parker, riconobbe Tony Stark in tutti i suoi più leggeri movimenti. 

"Buongiorno, signorina Renner", la salutò cordialmente il Giudice DeLorean, "poggi la mano sulla Bibbia e presti giuramento, grazie."

Ellie sospirò ed eseguì ad alta voce: 

"Giuro di dire la verità e nient'altro che la verità e di non nascondere nulla di quanto sia a mia conoscenza."

"Prego, Avvocato Murdock", lo invitò il Giudice. Ellie sollevò un sopracciglio e sorrise mentre Matthew si alzava in piedi. 

"Begli occhiali, avvocato", lo prese in giro Ellie. Matthew fece un mezzo sorriso:

"Un regalo di una vecchia amica."

"Potrebbe presentare anche a me questa generosa amica?"

"Temo che prima sarà impegnata a rispondere a qualche domanda."

"Se proprio deve.."

Peter Parker rimase stordito. Cosa gli stava sfuggendo? Quei due si conoscevano bene. Perché Ellie non gliel'aveva mai detto? Improvvisamente si sentì come se non fosse mai davvero appartenuto alla vita di Ellie. Si scoprì geloso e offeso, come un bambino di cinque anni. 

Matt Murdock sorrise e si voltò verso la giuria e il pubblico del Tribunale. 

"Vostro Onore, signori della Giuria, presenti tutti: Ellie Renner è qui oggi per fornire la prova tangibile dell'innocenza di Peter Parker."

"Obiezione, Vostro Onore!" ringhiò McMillan a pieni polmoni, "la Renner non era presente al momento della morte di Mysterio!"

"Obiezione respinta", commentò secca la DeLorean, "non è il suo momento, Procuratore."

Ellie non degnò Daniel di uno sguardo, pur sapendo che lui, invece, gliene stava riservando uno di fuoco. 

"Signorina Renner", chiese Murdock, "potrebbe spiegare il motivo per il quale oggi si trova qui a deporre in favore di Peter Parker?"

Ellie non sorrise, non lasciò trasparire nessuna emozione. A dispetto di quanto sembrasse facile dall'esterno, fece un'immensa fatica a non guardare Peter e non tentare di tranquillizzarlo. MJ percepì che Peter stesse trattenendo il fiato. Gli strinse la mano, era gelida. Peter non distoglieva gli occhi da Ellie nemmeno per un secondo. 

Ellie ravviò i capelli ondulati dietro le spalle: 

"Non ero presente al momento della morte di Mysterio", cominciò, "ero, a dirla tutta, impegnata su un altro fronte, poco lontano da lì, intenta a respingere i droni a cui Peter Parker attribuisce - correttamente - la responsabilità della morte di Quentin Beck."

Peter sentì il suo nome provenire dalla voce di Ellie come se lo stesse sentendo per la prima volta. Tuttavia, gli lasciava una calda e piacevole sensazione di familiarità. 

"Ma il fatto che non fossi fisicamente insieme a Peter quando Mysterio è morto, non mi impedisce di rendere delle testimonianze a posteriori che confermino la sua innocenza."

Si alzò in piedi, mise mano all'orologio 3D Stark Industries che aveva al polso, lo toccò. Si sollevò un fascio di luce che fece scaturire una serie di "ooooh" dal pubblico e immediatamente comparve il profilo SHIELD di Quentin Beck. 

"Beck aveva lavorato per Tony per un periodo sufficiente a fargli prendere atto del suo profondo squilibrio mentale", spiegò alzandosi in piedi mentre, sul fascio di luce, comparivano scene riprese da telecamere di sorveglianza. 

"Queste sono le telecamere di sorveglianza del settore Stark Industries in cui Beck ha lavorato", aggiunse mentre i suoi occhi diventavano improvvisamente viola, "osservate."

La giuria strinse gli occhi sporgendosi in avanti sul lucido banco di legno: nelle immagini, Beck era ripreso dall'alto mentre lavorava a una manipolazione dei droni affinché emettessero proiettili. Dal pubblico si levò un verso di stupore: 

"È lo stesso tipo di proiettile che.." osservò un anziano componente della giuria. 

"Proprio così", confermò Ellie lasciando proseguire il video, "durante la diffusione del V-20, nemmeno gli Avengers potevano dirsi al sicuro. Quelli erano i droni con cui Tony stava equipaggiando la Fondazione Stark per la distribuzione sicura dei prototipi di mascherina facciale resistenti al virus."

Un brusìo si levò dal pubblico, Peter non credeva alle sue orecchie. Ma Ellie non aveva ancora finito. 

Zoommò su uno dei droni applicando un fermo immagine: 

"Questo è il codice appartenente ai droni che Beck stava manipolando. E questo.."

Apri la busta che Murdock aveva passato al Giudice, tirando fuori una fotografia in formato A3 di uno dei droni semidistrutti da Peter durante la battaglia con Beck: 

"..è uno dei droni che ha pilotato contro Peter. Vi prego di dare un'occhiata al codice."

Agli attempati membri della giuria per poco non venne un colpo. Sul dorso del drone ritratto nella foto compariva lo stesso numero di serie di quello visto nel fermo immagine del video proiettato da Ellie: 

V-20 EM-SI

"V-20 Emergency, Stark Industries", recitò Ellie, "Beck ha utilizzato e manipolato dei droni appartenenti a Tony Stark, rimanendo ucciso da uno di loro."

La giuria sbigottita tacque ogni più pallido brusìo. Il silenzio di sale venne interrotto dalla voce spavalda di Daniel McMillan. 

"E questo cosa dovrebbe dimostrare?" disse in tono canzonatorio allargando le braccia e il sorriso, "Peter Parker non è forse in grado di manipolare un drone, esattamente come Beck e un borioso cialtrone del calibro di Tony Stark?"

Calò il silenzio. 

Happy Hogan trattenne il fiato. Peter puntò gli occhi su Ellie senza curarsi abbastanza del proprio cuore che s'incrinava a sentire il nome di Tony accostato a quelle misere qualità. 

"Oh mio.." mormorò MJ. 

"Lo.. Lo sentite anche voi?" chiese Ned terrorizzato, percependo una vibrazione cupa sotto i piedi. 

Ellie si voltò lentamente verso McMillan, talmente lentamente che, per un istante, ai presenti sfuggì la violenza con la quale il terreno tremò improvvisamente sotto di loro. Fece un sorriso strano, freddo, inespressivo, quasi diabolico, che fece gelare il sangue nelle vene a Peter. 

"Come può uno come te", scandì la ragazza sibilando, "farsi sfuggire da quella squallida bocca il nome di mio fratello..?"

Il tremore incrinò i vetri delle finestre del Tribunale. Qualcuno si lasciò sfuggire un urlo. Ellie, impassibile, continuava a dare forti scossoni col solo pensiero a tutto l'ambiente circostante. La DeLorean, nel panico generale, tentò di richiamare all'ordine la confusione che dilagava, ma il rumore secco del martelletto non fece che aumentare la tensione. 

D'improvviso Peter, che continuava a vedere Murdock del tutto indifferente davanti agli spaventosi poteri di Ellie, dimenticò tutto e scivolò via dalla panca. 

"Ellie!" urlò. 

La ragazza interruppe improvvisamente il contatto visivo con Daniel McMillan che, atterrito, schizzava gli occhi fuori dalle orbite e respirava affannosamente, addossato alla propria panca. I suoi documenti erano tutti sparsi sul pavimento. Matthew Murdock attirò l'attenzione per essere stata l'unica persona nel Tribunale ad aver mantenuto l'equilibrio sul pavimento. 

Finalmente, all'improvviso, Ellie e Peter si guardarono negli occhi. 

La mano di Peter tesa verso di lei placò l'ira della ragazza. Il terremoto cessò istantaneamente.

"Ellie", sospirò Peter, "ti prego, no."

Ellie deglutì sommessamente, chinò lo sguardo, poi lo rialzò per un solo secondo puntandolo su Peter. Infine, tornò a guardare l'orologio. 

"S-signor Giudice", arrancò McMillan puntandole il dito contro, "c-che genere di credito intende dare a questa persona? Questa donna è pericolosa!"

La giuria prese nuovamente a borbottare, ma Ellie non si scompose. Li squadrò uno per uno con i profondi occhi nuovamente azzurri e a tutti i componenti sembrò di essere loro, stavolta, quelli giudicati. 

"Vi consiglio di stare bene attenti a cosa intendete rispondere", li ammonì, "mi sembrava di ricordare che apprezzaste la mia pericolosità quando serviva a respingere le minacce ultraterrestri dalla nostra ridente città moderna."

"Non sono ammesse prove olografiche in processo!" strillò isterico McMillan. 

"Sono qui per testimoniare in favore di Peter Parker", rispose Ellie duramente, "non c'è alcun vincolo nelle modalità di presentazione delle prove. Se volessi mettere per iscritto una sua difesa in lingua cuneiforme, tu dovresti impegnarti a tradurla."

"Non fare la sciocca con me, Renner."

"Non azzardarti mai più a pronunciare il nome di Tony, Daniel. Sai che non sto scherzando."

"Le prove dell'avvocato Murdock sono inammissibili. Quei video potrebbero essere stati manomessi!"

"Le operazioni delle Stark Industries sono state monitorate dalle Nazioni Unite, durante il V-20. Questi video sono presenti anche nei database dell'ONU e l'avvocato Murdock è in grado di produrli alla prossima udienza."

"Obiezione, Vostro Onore!"

"Respinta!" tuonò la DeLorean ancora scossa. 

Sull'aula di Tribunale piombò un silenzio acre. Per la prima volta da quando l'udienza era cominciata, Daniel McMillan sembrò abbassare drasticamente le difese. Ellie rimase irremovibile, schiena dritta, seduta col mento alto, con le sopracciglia che di tanto in tanto schizzavano verso l'alto e tornavano al loro posto, a far da cornice a quel viso di porcellana. Peter la guardò a lungo e giurò di aver intravisto Tony dentro di lei. Le sue movenze, il suo atteggiamento, i sospiri tinti di quella lieve, irresistibile presunzione, perfino il modo in cui serrava la mascella. 

Era sempre stata così? O si era trasformata col tempo, magari anche sotto i suoi occhi, senza che se ne fosse mai reso conto? 

Non capisci? Ellie sta cercando di essere quello che il signor Stark era per te. 

Ma io non volevo un altro signor Stark. 

Io volevo soltanto Ellie. 

Peter si sentì lo stomaco avviluppato in una morsa: era solo colpa sua se Ellie era diventata così marmorea nei suoi confronti. Ma non fece in tempo a pensare ad altro che il Giudice DeLorean tese la mano verso di lei ed Ellie si alzò in piedi, poggiando la punta delle dita sul legno lucido della panca. Prese un lungo respiro, guardò i presenti e cominciò. 

"Chiunque conosca un minimo sindacale della mia vita sa bene che anni fa non avrei mai accettato di essere un.. Com'è che li chiamate voi? Supereroi? D'accordo. Non avrei mai accettato di essere un supereroe. Non lo ero. Ero soltanto una scrittrice troppo giovane che a malapena riusciva a gestire i giornalisti fuori dalla porta, ad ogni uscita di un suo nuovo libro."

Fece una pausa mentre McMillan incrociava le braccia al petto e guardava altrove. 

"Ma quando Tony mi ha salvato la vita, mescolando il vibranio al mio sangue, lì ho compreso quale fosse la reale dimensione di un supereroe. Non un'armatura, non un paio di spade in vibranio, non uno scudo o un martello divino. Semplicemente la capacità di lasciare che la speranza bruci di più rispetto a qualsiasi altro essere umano."

Allargò le braccia: 

"Ecco quando ho capito qual è la differenza tra una persona qualsiasi e un supereroe. Là dove una persona qualsiasi si ferma e si arrende, il supereroe continua a correre. Contro ogni regola precostituita, contro ogni ragionevolezza, contro qualsiasi prospettiva negativa."

"Siete dei distruttori", piombò funereo McMillan, "e Parker è uno di voi."

Ellie fece un mezzo sorriso: 

"Peter Parker ha messo a repentaglio la sua vita sparendo nel Blip per consentirti di essere qui, oggi, ad accusarlo pubblicamente di un omicidio che non ha commesso. È questo che fanno i supereroi: danno possibilità anche a chi non le merita."

Si sporse in avanti, lo guardò con gli occhi che balenavano di viola: 

"E forse è proprio questo il motivo per cui io non sarò mai un vero supereroe, Daniel: io non ti avrei dato neanche la metà delle possibilità che la vita, miracolosamente, ti ha concesso."

McMillan deglutì silenziosamente e assottigliò gli occhi mentre Ellie riprendeva rivolgendosi alla Giuria: 

"Sì, signori", disse alzando le spalle, "sarò anche una valida scrittrice, una persona con saldi valori, perfino con una famiglia, adesso. Ho una figlia di nove anni, lo sapete. E sarò pure un difensore della Terra - per giunta uno dei più problematici, dicono -, ma sono di certo anche meno della metà della persona buona, meritevole e gentile che è Peter Parker."

Ellie strinse in dentro le labbra e tentò di ricacciare indietro la commozione che, invece, si prese tutto il corpo di Peter scuotendolo e facendogli fiorire grosse lacrime dentro gli occhi. 

"Peter è un'anima pura", mormorò Ellie voltandosi verso la Giuria attonita, che seguiva le sue parole come i serpenti seguono l'incantatore, "il migliore di noi. Di certo migliore di me, lo è sempre stato. Agisce senza pensare, è vero. Ma ha soltanto diciassette anni. Chi eravate, voi, a diciassette anni?"

Puntò il dito verso Daniel McMillan: 

"Quest'uomo, a diciassette anni, sfruttava ragazze dell'Est Europa per feste private."

McMillan sbiancò. Il Giudice DeLorean tentò di nascondere lo sgomento. 

"E lo so perché fui proprio io a chiamare la Polizia, quella sera, rovinandogli la piazza."

Fece una pausa, sospirò:

"Lo so. Sono una persona pericolosa. Ho sempre agito per il bene di questo pianeta, ma l'ho fatto spesso con mezzi e modalità discutibili. Ma non dovete assecondare le mie parole per paura, adesso: sono innamorata dell'umanità, con tutto ciò che comporta, non farei mai deliberatamente del male a una mosca. E so che tutti voi, qui dentro, lo sapete."

Quando il tono di voce di Ellie si fu ammorbidito, tutti i presenti si sciolsero a loro volta. Piegò la testa di lato e, con gli occhi nuovamente azzurri e indifesi, si voltò per l'ultima volta verso la Giuria. 

"Vi chiedo di pensare bene al verdetto da emettere", disse giungendo le mani tra loro, in preghiera, "e di farlo con coscienza. Peter Parker è un supereroe che questa città non merita. Ed è un ragazzo che ha bisogno di continuare a vivere senza avere addosso il trauma di un omicidio che non ha commesso. Lasciategli la possibilità di realizzare i suoi sogni. Lasciategli la possibilità di scegliere."

Fece una pausa, guardò il pavimento, fece un mezzo sorriso.

"Io non l'ho avuta."

MJ tentò di instaurare un contatto visivo con Ellie anche solo per urlarle "grazie" con gli occhi, ma non ci riuscì. 

Comprese che quello fosse un momento molto difficile anche per lei, durante il quale non era davvero se stessa. E doveva fare di tutto per esserlo il meno possibile, perché la difesa nei confronti di Peter fosse efficace. 

Sorrise con gratitudine mentre stringeva più forte la mano di Peter nella sua: era felice di aver avuto ragione. Ellie si era costretta a mettere da parte tutta la propria emotività per fornire una difesa lucida per Peter. Era ancora Ellie, ma aveva dovuto trasformarsi in Tony Stark fintanto che fosse servito per aiutare Peter. 

Ellie Renner non era affatto sparita nel nulla. 

Era lì accanto a Peter più che mai. 

La ragazza si voltò improvvisamente verso il Giudice DeLorean, poggiando una mano sul petto: 

"Vostro Onore, mi scuso per aver mancato di rispetto a questa Corte. Se non ci sono altre domande, non ho altro da aggiungere."

Si sedette nuovamente, accavallando le gambe. Sapeva che Peter la stesse guardando insistentemente implorando che ricambiasse, ma lei, altrettanto insistentemente, respinse il suo sguardo ignorandolo.

"Ci sono altre domande, avvocato Murdock?"

Matthew si alzò in piedi e si schiarì la voce:

"No, Vostro Onore", rispose, "ringrazio questa Corte, ma non ho altre domande."

Il Giudice DeLorean fece un eloquente gesto con la mano in direzione di Ellie che annuì, si alzò e riprese in mano il caffè, percorrendo nuovamente il corridoio verso l'uscita mentre i flash dei fotografi tornavano a infiammarsi. 

Ellie passò oltre Matt senza guardarlo e lui, pur avvertendo la presenza dell'amica sfiorargli la spalla, non fece alcun cenno verso di lei. Ma quando Ellie fu in direzione della seconda panca, quella dove Peter era seduto, il ragazzo non volle essere ignorato oltre. 

"Ellie!"

La voce di Peter si conficcò prepotentemente nel petto di Ellie e si fermò a un millimetro dal suo cuore.

"Ellie!"

La ragazza si voltò a guardarlo per un solo istante che sembrò infinito, ma tornò a voltarsi in avanti. Allo scoccare di quell'ennesimo rifiutò, Peter sembrò posseduto da una forza sovrumana. Scavalcò rapidamente la panca sollevando gridolini di stupore e neppure il richiamo della DeLorean, battuto al ritmo del martellino, riuscì a placarlo. May tentò di afferrargli il braccio, Ned e MJ provarono a fermarlo, ma in un secondo Ellie vide Peter proprio di fronte ai suoi occhi, a un passo dall'uscita del Tribunale, mentre le afferrava le spalle e le rivolgeva uno sguardo disperato, arrabbiato e confuso tutto insieme. 

Peter la guardò mentre lei assottigliava gli occhi per un istante e rischiò di paralizzarsi come la prima volta in cui l'aveva incontrata, nel giorno della Conferenza stampa dopo la sconfitta del V-20, quando le cose erano infinitamente diverse e la bellezza disarmante di Ellie era dolce e inarrivabile e non fredda e severa come quella mattina in Tribunale. 

Gli sembrò passata un'eternità. 

Sembrò la stessa cosa anche a Ellie. 

"Che diavolo ti prende?" ringhiò il ragazzo con la voce rotta dall'emozione, "non rispondi alle chiamate, ignori i messaggi. Sono settimane che provo a chiamarti. Sparisci nel nulla come se non fossimo mai stati niente e poi.. E poi ti presenti qui e.."

Ellie sorrise, sollevò un sopracciglio e fece schizzare gli occhi da destra a sinistra: 

"Ci stanno guardando tutti", disse solo. 

"Credevo ci fossi abituata."

"Davvero? Eppure sei tu quello al centro dell'attenzione, non io."

Peter sospirò.

"L'imputato torni immediatamente al proprio posto!" ululò la DeLorean. Peter la ignorò completamente. 

"Perché sei sparita?" chiese a Ellie tutto d'un fiato, "cosa.. Cosa ti ho fatto? Perché mi hai fatto questo, Ellie?"

La voce di Peter, che fino ad allora era soltanto rimasta nelle prossimità del suo cuore, scalfendolo senza tuttavia riuscire ad entrare, stavolta vi s'incastrò dentro con una tale violenza che Ellie sentì vibrare tutto il corpo di quell'impatto. 

"Fare cosa?" ridacchiò la ragazza ostentando distanze che non riusciva a mantenere, "venire qui a testimoniare in tuo favore?"

"Sai di cosa parlo."

"Matt non ti ha detto nulla, non è vero?"

"Nessuno mi ha detto nulla. Non sapevo nemmeno che voi due vi conosceste."

"Eravamo al banco insieme al Liceo."

"Eravate cosa?!"

"È stato il mio avvocato per tutto il corso della mia carriera, e adesso l'ho mandato da te. C'è altro?"

"Sì, c'è altro. C'è che mi sono svegliato una mattina e non ho trovato nessuno vicino a me."

"Se preferisci pensarla così.."

"Preferisco sapere che ti sta succedendo."

"Peter Parker torni immediatamente a sedersi al suo posto!"

"Non possiamo parlarne adesso."

"Non ho altro tempo, Ellie, non capisci? Potrei finire i miei giorni in galera cominciando oggi stesso."

"Il processo non è ancora finito e tu sei innocente fino a prova contraria. Non hai mai visto Law & Order? Suits? Ally McBeal?"

"Non sto scherzando, Ellie."

"Ti sembra che io stia scherzando?"

"Tu non sai cosa si prova al mio posto."

Ellie tacque per un istante, piegò la testa da un lato.

"Devi avere la memoria molto corta, allora."

"Quando hai scoperto che potevi avvelenare la gente non sei finita in galera.(**)"

"Già, io non ho parlato al telefono con i miei parenti attraverso un plexiglass. Ma la differenza tra me e te è che io, l'omicidio, lo avevo commesso per davvero."

Peter tacque immediatamente, sentendosi improvvisamente fin troppo irrispettoso nei riguardi di Ellie. 

"Ecco perché sono qui", continuò severamente la ragazza, "perché non voglio che tu finisca in gabbia per qualcosa che non è successo. Perché non voglio che la gente ti odi come ha odiato me."

Peter sospirò, abbassò la testa. Fece un istante di silenzio e perfino la DeLorean smise di urlare in maniera così scomposta. 

"Pensi che mi stia divertendo, non è vero?" lo rimproverò con la voce dura, "pensi che strofinando la lampada venga fuori il Genio per esaudire i tuoi tre desideri, Peter?"

La ragazza prese fiato, fece rientrare le labbra. Gli occhi di Peter si riempirono di lacrime e lei non riuscì a reggere quello sguardo. Abbassò il proprio e disse: 

"Senti, non è detto che l'amore che disperatamente chiediamo agli altri arrivi nelle forme in cui noi vorremmo che arrivasse, va bene? A volte.. A volte non siamo noi a decidere com'è meglio aiutare qualcuno."

Fece una pausa:

"A volte, quasi sempre, sceglie qualcun altro per noi. E in questo momento, è stata la vita a scegliere per me."

Peter fece per replicare, ma si sentì così sconfitto da accasciare le spalle lungo i fianchi e rilassare i muscoli. 

Ellie resistette con forza alla tentazione di abbracciarlo. Alzò lo sguardo, sospirò, gli poggiò affettuosamente una mano sulla spalla e gli parlò all'orecchio. 

"Vincerai questo processo. E noi parleremo. Te lo prometto."

Trascinando quella promessa oltre le sue spalle, Peter lasciò che quell'eco lo tormentasse dolcemente mentre Ellie se ne andava e lui non si voltava per guardarla un'ultima volta. 

Quando il portone del Tribunale si fu richiuso alle sue spalle e i fotografi avevano smesso di catturare ogni angolo del corpo di Ellie, Peter si avviò a passi pesanti verso il proprio posto mentre McMillan esibiva il più sprezzante dei suoi sorrisi e Murdock tentava di riprendere la parola. 

"Mi scuso per l'interruzione a nome del mio assistito", disse con tranquillità sistemando gli occhiali rossi sul naso. 

La DeLorean sospirò rumorosamente: 

"D'accordo, andiamo avanti", borbottò, "sbaglio o c'erano altri testimoni da sentire, avvocato Murdock?"

McMillan sbiancò. Nel frattempo, fuori dal Tribunale, altre auto nere dai vetri oscurati spalancavano le loro portiere. I presenti e i giornalisti appostati nei pressi della zona urlarono, si esaltarono, sembrò un visibilio generale. 

Steve Rogers scese dall'auto, giacca nera, pantaloni in tinta, camicia bianca e occhiali scuri. Dietro di lui comparvero Nick Fury, Clint Barton e Bruce Banner, col braccio fasciato e l'espressione di uno che non voleva assolutamente essere lì dov'era. 

Ellie Renner fece un largo sorriso in direzione di Steve Rogers che la raggiunse e, tentando di eludere i fotografi, la baciò delicatamente sulle labbra. 

"Ce ne avete messo, di tempo", disse la ragazza.

"Scusa", replicò Steve, mani in tasca e spallucce, "Nick ci ha messo un po' a incipriarsi il naso."

"Ho perso un occhio, Capitano", ribattè irritato Fury, "ma le mie orecchie funzionano ancora perfettamente."

"Ah", soggiunse Banner, "non è che potremmo entrare e farla finita? Questi flash mi mettono a disagio."

"Come sta Peter?" chiede Steve a Ellie. La ragazza replicò ondulando la testa: 

"Sull'orlo di una crisi. Comprensibile."

"E tu come stai?"

Ellie sorrise: 

"Sull'orlo di una crisi."

"Comprensibile", rispose Steve ricambiando il sorriso. 

"Vado a prendere Eva a scuola. Ci vediamo a casa?"

"D'accordo."

Quel breve scambio finì così com'era iniziato, all'improvviso. E mentre dentro il tribunale McMillan chiedeva con disprezzo: "e chi sarebbero questi altri testimoni?", altrettanto all'improvviso Nick Fury spalancò malamente il portone dell'Aula. 

Dietro di lui avanzarono Steve Rogers, Bruce Banner, Maria Hill e Clint Barton, in un'eleganza inusuale ma adeguata al contesto. Quando Fury fece il suo ingresso nel corridoio del Tribunale, gli occhi di di McMillan quasi fuoriuscirono dalle orbite. Il Giudice DeLorean, sorpresa ma non troppo, tentò di ristabilire il silenzio in aula dopo il concitato benvenuto che i presenti diedero ai supertestimoni.

"Sai, non ero mai stato in Tribunale per testimoniare", ammise Barton sottovoce a Bruce Banner. 

Bruce fece un sorriso sommesso abbassando il capo: 

"Forse perché ti è sempre servito che fosse qualcun altro a testimoniare per te?"

Clint fece l'accenno di una risata mentre il cuore di Peter batteva come un martello nel suo petto. 

Ellie da sola avrebbe potuto scagionarlo facendo cadere tutte le prove contro di lui, ma non le sarebbe bastato. Aveva chiamato a raccolta chiunque avesse potuto testimoniare in suo favore e non si trattava di gente qualunque: in mezzo a quella folla mancavano soltanto due Avengers, e di certo non per loro volontà. 

Peter sentì più forte che mai l'esigenza di abbracciare Ellie. Spostò velocemente lo sguardo verso Murdock, ricordando soltanto all'ultimo istante che lui non avrebbe potuto ricambiare la sua occhiata, eppure aveva come la sensazione che l'avvocato capisse ogni cosa, percepisse perfino gli spostamenti dei granelli di polvere. Trattenne il respiro e Murdock si girò esattamente nella sua direzione, accennando a un sorriso. Peter esplodeva di curiosità: come potevano Ellie e Murdock conoscersi tanto bene? Com'era possibile e come avevano architettato tutta quella storia per impedirgli di finire dietro le sbarre? 

Mentre si sentiva - nonostante tutto - immensamente grato, Steve Rogers stava già prestando giuramento sulla Bibbia. 

Imponente, bello come una statua greca, con lo sguardo fiero rivolto verso la scritta pirografata che troneggiava dietro la DeLorean: 

La Legge è uguale per tutti. 

"Giuro solennemente di dichiarare solo la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità e di non nascondere nulla di quanto sia a mia conoscenza."

Il Giudice DeLorean fece accomodare Steve Rogers sullo scranno dei testimoni e McMillan sembrò quasi intimorito all’idea di formulare delle domande. Lo squadrò con la mascella irrigidita dalla tensione mentre Steve, del tutto a suo agio, cominciava a rispondere con estrema serenità alle domande di Matthew Murdock.

Poco lontano da lì, Ellie sospirava dentro l’auto assediata dai giornalisti. Si rigirò tra le dita gli occhiali da sole di Tony avvertendo una fitta tra il cuore e lo stomaco, fece un mezzo sorriso verso la porta del Tribunale convinta che Peter, al suo interno, fosse più sereno. 

Poi l’auto partì e lei non si voltò più.

 
   
 
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