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Autore: kamony    13/02/2022    5 recensioni
Ci sono storie testardamente incapaci di finire, che ti consumano, che sembrano grandi storie d'amore, di film, di romanzi, con echi epici, che purtroppo esistono solo nell'illusione di chi le vive.
Questa è una di quelle.
Una breve storia che potrebbe essere quella che molti di noi, almeno una volta nella vita, hanno vissuto.
Non deve mai esserci nessun rimpianto, ogni esperienza è un insegnamento, ma soprattutto va sempre ricordato che il male definisce chi lo fa e non chi lo riceve.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mr Right


Nel momento in cui meno te lo aspetti, il destino ti fa uno sberleffo.
Proprio come quella volta, che a tradimento mi sei apparso nella corsia dei biscotti del supermercato.
E pensare che avevo scelto quel giorno e quell’orario perché non c’era mai troppo casino.
Tu, come se avessi udito un richiamo silente, alzasti la testa e i tuoi occhi azzurri incontrarono i miei…


Conoscevo fin troppo bene quello sguardo. Era del ragazzo che mi aveva fatta innamorare pazzamente anni prima.
Quel ragazzo incredibile che mi aveva corteggiata con fiori ed improvvisate, facendomi sfarfallare lo stomaco e camminare sulle nuvole. Mi facevi sentire una regina, la tua regina. Mi mancava l’aria ogni volta che ti avevo vicino, sembrava una favola e poi…
Già, chissà perché c’è sempre un maledetto “e poi”.
L’inferno.
Sparivi, per riapparire con fantasiose scuse, parole di zucchero, baci mozzafiato, sesso da urlo. E ancora inferno.
Non sentivo ragioni, né dalle amiche, né tanto meno dai miei, che ne potevano capire loro del nostro amore? Passionale travolgente, tutto sesso e … sesso, eh già perché alla fine, se toglievi le bugie, i regali e le parole restava solo quello, ma l’amore è cieco, o almeno così dicono.
Ero avviluppata nella tela del ragno, non volevo capire, vedere, sapere.
Tu eri il mio tutto e mi dicevo testarda che alla fine ti avrei cambiato, tu saresti tornato quello che mi avevi fatto credere di essere, ma che probabilmente non sei mai stato.
E invece no, non funziona così.
Vi chiamano narcisisti, anaffettivi, bugiardi patologici, più romanticamente cattivi ragazzi. La verità è che siete solo stronzi che nutrono il loro ego mortificando, ingannando, controllando, possedendo, ma certamente non amando.
Poi un giorno, per fortuna, per caso, o per chissà quale arcano motivo, la vita ha deciso di sbattermi in faccia la verità che già sapevo da tempo, ma che mi ostinavo a non voler vedere.
Tu e lei in macchina a fare i fidanzatini coccolosi, mentre io sapevo che saresti dovuto essere a Pavia per lavoro.
È stato orribile.
Improvvisamente il mio bel castello di carte è franato a terra, in quel momento ti senti mancare il terreno sotto i piedi. Sprofondi in un turbine di voragini che non ha mai fine. Scontrarsi con la realtà è simile ad una caduta dal cielo ma senza paracadute, nell’impatto muori per davvero, non tu, ma una parte di te sì, quella parte così fragile che si schianta al suolo, e sembra farti credere che resterai frantumata in mille piccoli pezzi per sempre, ma per fortuna non è così.

Mi guardasti stupito e mi venisti incontro.
Troppo tardi per defilarsi da quella malefica corsia di dolciumi.
Però accadde una cosa strana. Niente gambe molli, niente batticuore.
Niente.
“Ciao” mi apostrofasti abbozzando un mezzo sorriso “Come stai?”.
“Ciao, sto bene, non mi lamento” ti risposi sincera.
Finalmente riuscii a guardarti dritto negli occhi senza nessuna particolare emozione. Era così strano, ma anche così liberatorio.
Ci fu un attimo di imbarazzo da parte tua, forse perché serenamente sostenevo il tuo sguardo ed ero tranquilla, lo avvertivi, mi conoscevi, mi avevi manipolata per anni, ora invece le tue catene si erano sciolte per sempre.
“Senti ti volevo dire che mi sono comportato molto male con te quando stavamo insieme, me ne sono reso conto e volevo chiederti scusa”. Sembravi sincero, ma che tu lo fossi o meno non mi interessava più.
“Scuse accettate tranquillo” risposi onesta, sorprendendo per prima me stessa. Ma erano passati due anni, non ero più arrabbiata, okay forse solo un pochino, ma la cosa più bella è che la scimmia era scesa dalle mie spalle e se n’era andata. Non mi facevi più alcun effetto
È stato bellissimo. Mi sentivo leggera come una piuma.
Uscii da quella corsia quasi volando, lasciandoti lì con i biscotti, senza voltarmi neanche una volta.

 

Da questa esperienza questo è quello che ho appreso: non lo so se e quando mi innamorerò ancora.
Non so nemmeno dire come mi immagino il mio Mr.Right, (quello giusto), come lo vorrei, ma so con certezza ciò che non voglio mai più, ovvero uno come te!

 

Non si sceglie di avere una persona accanto per peggiorare la propria vita, ma per migliorarla.
E se l’amore non porta a questo o non è amore o è un amore “malato”. (cit.)

 

 

 

NOTE SPARSE DELL’AUTRICE
Mr. Right in inglese (come Miss. Right) significa la persona giusta con cui passare il resto della vita.
Questa fic è scritta al femminile, ma ci tengo davvero a precisare che la stessa identica cosa vale assolutamente anche per un uomo, perché ci sono anche donne narcise, bugiarde, possessive e stronze, non è certo una questione di sesso.
Ho usato il termine scimmia, come lo si intende per la dipendenza da droga, perché certi rapporti, purtroppo, sono come la droga, ti fanno male ma non riesci a liberartene.
Ho deciso di non pubblicare questa fic proprio il giorno di San Valentino perché l’amore esiste è un sentimento importante e molto bello ed è giusto celebrarlo in modo positivo.
È una storia vera? Sì lo è, è tante storie vere, perché credo che a molti di noi sia capitato un amore tossico, l’importante è capirlo e non scambiare MAI la tossicità per amore passionale, è una grossa sciocchezza che può costare cara. Se volete capire che cosa sia l’amore, ascoltatevi la Cura di Battiato, a mio avviso forse la più bella canzone d’amore mai scritta!
Grazie di essere passati di qua!

Ad Maiora Semper!

  
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