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Autore: LadySweet    16/02/2022    2 recensioni
Le promesse infrante portano sempre delusioni e rabbia, mettendo a rischio i rapporti personali e facendo vacillare la fiducia nelle persone. E proprio in uno spietato gioco di tradimenti Marinette viene akumizzata. Riuscirà Chat Noir a salvare lei e tutta Parigi senza l'aiuto della sua Ladybug, o le cose si faranno più complicate del previsto?
Liberamente ispirata ad un'animatic trovato in rete, ho deciso di scriverne una piccola storia. Spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra i preparativi per la festa, le gioie e le delusioni per gli inviti ricevuti e rifiutati, i giorni passavano inesorabili, e i lavori per la preparazione della festa procedevano secondo la tabella di marcia con ottimi risultati.
Naturalmente il secondo argomento di maggior interesse fra i corridoi della scuola era il vestiario per il ballo, specie fra le fanciulle.
Ninò e Adrien spesso si erano ritrovati messi da parte, insieme al resto dei ragazzi, perché le loro amiche stavano organizzando pomeriggi di shopping intensivo per trovare ad ognuna di loro l'abito adatto.
Ma tra loro, una aveva deciso di realizzarlo lei stessa il suo vestito: Marinette,nonostante fosse presa tra i lavori con il comitato, la scuola e la sua doppia vita da Ladybug non avrebbe mai rinunciato a questa occasione, spronata anche dalle amiche che non perdevano occasione di elogiare il suo talento.
In tutto questo trambusto di scadenze e tempi strettissimi a malapena si era accorta del tempo che passava, figurarsi se aveva avuto modo di preoccuparsi se qualcuno l'aveva o meno invitata al ballo, e quando si era trovata a realizzare di non avere ancora un accompagnatore il giorno prima del grande evento, decise che sarebbe andata lo stesso a quella festa e si sarebbe divertita con le sue amiche!
< Brava Marinette, questo è lo spirito! > la incoraggiò Tikki, il suo piccolo kwami.
< Alla fine questo ballo è fatto per festeggiare l'inizio delle vacanze di primavera, e quando le altre si concederanno un lento con i loro accompagnatori, io ne approfitterò per riposarmi un po' >
< Sono fiera di te Marinette >
Ma tutta la sua convinzione crollò la mattina dopo a scuola, dove in tutta la sua classe, ognuna delle sue amiche stava prendendo accordi con il suo cavaliere per il ballo del giorno dopo, discutendo di dove andare a cena prima della festa, a che ora vedersi, come coordinare i fiori e gli abiti. E dato che lei non aveva nessuno con cui parlare di queste cose, l'unica cosa che rimaneva da fare era sedersi al suo banco e attendere l'arrivo dell'insegnante che mettesse fine a tutte quelle chiacchiere inutili.
Circondata da tutta quella frivolezza, la ragazza si rese conto che essere l'unica senza un compagno le faceva male più di quanto era disposta ad ammettere. Aveva segretamente sperato che Adrian la invitasse, nonostante fosse consapevole che non sarebbe mai successo.
Aveva anche pensato di invitare Luka, ma Juleka aveva rivelato al gruppo pochi giorni fa, che il fratello si vedeva con una ragazza da qualche tempo, e lo aveva sentito al telefono mentre la invitava, anche se nessuno aveva ancora capito chi fosse quella ragazza misteriosa.
Quindi anche quell'idea era svanita.
Lo sguardo triste di Marinette che emergeva dal viso poggiato sulle braccia incrociate sul banco, non sfuggì ad Adrien, che fermo sulla porta era stata la prima cosa che aveva notato. Da una parte rimaneva sempre incantato dalla profondità di quegli occhi, e dall'altra cercava di capire cosa poteva esserle successo da renderla così triste. Immerso nei suoi pensieri, ancora appoggiato allo stipite della porta, perse un battito o due quando una mano si poggiò sulla sua spalla.
< Hei amico, non volevo spaventarti >
< Scusa Nino ero perso nei pensieri > cercò di giustificarsi il biondo
< Si, credo di aver capito in che pensiero eri perso... > disse Nino notando in che direzione puntava lo sguardo dell'amico. < Non l'ha invitata nessuno sai? > riprese buttando lì l'informazione mentre prendevano posto al loro banco.
< Davvero? Com'è possibile, tutti adorano Marinette! >
< Come amica certo, ma a queste feste non si invitano le amiche... > iniziò il ragazzo sperando che l'amico seguisse il discorso e arrivasse alla conclusione da solo.
< Ah no? >
< NO! Si invita la ragazza che ti piace, amico!! > disse esasperato il ragazzo, stupito da quanto l'amico poco ne capisse in fatto di ragazze.
< Quindi dovrei invitare Marinette? > chiese Adrian cascando dalle nuvole
< Lei ti piace? >
Quella domanda lo lasciò spiazzato.
Era sempre stato sicuro del suo amore per LadyBug, ma vedere Marinette così sola e sconsolata gli fece salire dentro una voglia quasi irrefrenabile di abbracciarla e consolarla fino a farle tornare quel bellissimo sorriso contagioso che da sempre la contraddistingueva.
Non l'aveva mai vista come qualcosa di più di una cara amica fino a quel momento. Ma ogni volta che aveva confessato i suoi sentimenti alla collega di avventure, questa lo aveva rifiutato dicendo che il suo cuore apparteneva ad un altro. All'inizio non si era mai lasciato scoraggiare dalla cosa, ma ultimamente da quando lei era diventata la guardiana dei Miraculous, era diventata più criptica, aveva sempre più segreti con lui e questo lo faceva soffrire, fino a dare ragione a Plagg, quando gli diceva di guardarsi intorno e puntare le sue attenzioni su altre ragazze.
Ci aveva provato con Katami, ma non aveva funzionato, forse perché non era quella giusta. Per un secondo si chiese se avesse dovuto dare una possibilità anche a Marinette, se fosse stata lei quella giusta.
Tornò a voltare lo sguardo verso la compagna e ripensò a tutte le volte che lei c'era stata per lui, in cui lo aveva aiutato e spesso difeso. Era grazie a lei se riceveva dei regali per le ricorrenze (cosa che suo padre dimenticava troppo spesso). Marinette era davvero una ragazza speciale e forse un poco gli piaceva, ammise a se stesso.
Di una cosa però era sicuro: non gli andava che soffrisse in quel modo.
Piacere o non piacere non avrebbe lasciato da sola la sua amica la sera del ballo, così si alzò dal suo posto, salì un gradone e si chinò all'altezza dello sguardo di Marinette.
< Tutto bene Marinette? >
< Oh, Adrien, si si tutto alla grande, sei magnifico! Cioè, volevo dire che io sono magnifica, no insomma sto magnificamente, tutto benissimo! > farfugliò la ragazza alla vista dell'amico che la fece sobbalzare.
< Sei sicura? Sembravi così triste poco fa. Lo sai che siamo amici e con me puoi parlare di tutto > le disse in tono gentile.
Marinette si perse per qualche secondo nell'intensità e nella dolcezza di quegli occhi così verdi. Solitamente avrebbe fatto finta che tutto fosse a posto, ma quel macigno sullo stomaco pesava sempre di più e per una volta trovò la forza di parlare normalmente da amica con lui e di confessare tutto quello che aveva dentro.
< Sono solo un pizzico gelosa. Tutte le mie amiche sono state invitate al ballo da un ragazzo, mentre io sono l'unica che non ha ricevuto nessun invito. Non che dia peso a queste cose, però almeno per una volta avrei voluto sapere anche io cosa si prova ad avere qualcuno che ti fa sentire speciale > confessò lei lasciandosi andare ad uno sbuffo sconsolato, tornado a poggiare il capo sulle braccia incrociate. Il ragazzo si sentì stringere il cuore alla rivelazione dell'amica.
Si sentiva sola e abbandonata e lui sapeva bene cosa si provasse. Lei c'era sempre stata per tutti, dando sempre una mano a chi era in difficoltà, e adesso tutti l'avevano
lasciata sola. Non era giusto!
< Non sarai l'unica senza una cavaliere > disse Adrien, e presa per mano l'amica la fece alzare in piedi. Poi la guardò dritta negli occhi < Marinette, mi faresti l'onore di venire al ballo con me domani? > annunciò a voce alta il ragazzo attirando l'attenzione di tutti i presenti
La giovane divenne rossa in viso, smise di respirare e perse un battito o due al cuore, che mai si sarebbe aspettata una cosa del genere.
Ci pensò Alya che con una spintarella dietro la spalla la rianimò intimandole di accettare.
Così Marinette si ricompose e scuotendo solo la testa per evitare di fare altri danni, accettò l'offerta.
< Molto bene! Passerò a prenderti verso le sette domani sera. > disse tornando al suo posto mentre l'insegnante entrava in classe.

   
 
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