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Autore: ciosa82    21/02/2022    6 recensioni
Improvvisamente arriva a Nankatsu la cugina di Tsubasa, timida ed introversa ma grande appassionata di calcio e con un'occhio da critica calcistica scoperto per caso da Misugi e Yayoi.
Una visita di pochi mesi ma sufficienti a cambiarla e farle prendere decisioni importanti per il futuro grazie a Sanae e a Misaki che la aiutano a conoscersi meglio ed essere più sicura di se stessa e pronta ad affrontare sempre sfide nuove.
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Emily Ozora, tra amore a calcio'
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Sono a Nankatsu da poco di più due mesi e mi trovo sempre meglio. La mia settimana si divide tra la scuola, gli allenamenti di calcio, lo studio con Taro e aiutare zia Natsuko in casa.

È venerdì, usciamo dal liceo e ci diamo appuntamento a più tardi per gli allenamenti ma appoggiato al cancello c’è un ragazzo con un cappello che gli nasconde e la sacca in spalla che mi riconoscere: è Wakashimazu!
Anche Ryo lo riconosce subito e gli va incontro:” Ehi, Wakashimazu che ci fai qui? Vieni a spiare gli avversari?”
Lui si alza il cappello leggermente, lo guarda e poi si volta verso di me:” Non sono qui per te Ishizaki, non ho bisogno di spiare nessuno io! Emily devo parlare con te, hai un po’ di tempo?”
“Certo, Ken, ho l’allenamento fra due ore” gli rispondo cercando di essere gentile.
“Bene, facciamo due passi. Poi prenderò l’autobus per il monte Fuji per allenarmi lì” Ken si avvia e io lo seguo ma mi sento addosso gli occhi di Taro, Ryo e Sanae.

Arrivati al fiume ci sediamo sul prato, Ken non ha detto una parola finora e questo mi rende nervosa. “Bene, Ken, ora mi spieghi perché sei qui?”
“Te l’ho detto, vado ad allenarmi sul monte Fujituto il weekend e, dato che sono qui, volevo parlare con te.” abbassa lo sguardo e fissa l’acqua “Io… ecco io, non volevo che lasciassi il liceo Toho… ho provato anche a parlare con Kojiro insieme a Takeshi per farlo ragionare ma lo conosci…”
“Non sono venuta qui per colpa di Hyuga, diciamo che lui mi ha incentivata a partire. Mia zia è incinta, mio zio è ancora imbarcato, Tsubasa è in Brasile e il bimbo nascerà prima del campionato nazionale perciò non può abitare da sola.”
Lui mi fissa di sbiego:” Quindi poi tornerai a Tokyo?”
Stavolta sono io a spostare lo sguardo da lui “Tornerò sicuramente per il campionato nazionale e passerò l’estate con i miei genitori, poi non lo so… mi trovo molto bene qui, mi piace la città ed ho tanti amici su cui contare.”
“E se Kojiro si scusasse davanti a tutti potresti cambiare idea?”
“Sappiamo entrambi che non lo farebbe mai! Sono una ragazza e per di più una Ozora come dice lui. E poi anche il clima serio e impostato del liceo Toho non credo faccia per me.”
“Si, in effetti, qui sei diversa. Ti ho vista prima ridere e scherzare con Misaki e Ishizaki, invece alla Toho non parlavi con nessuno. Inoltre la Nankatsu non è solo una squadra di calcio, loro si sentono una famiglia.” Di colpo si alza e prende la sacca “Scusami se ti ho fatto perdere tempo, mi ha fatto piacere rivederti. Ora vado o perdo l’autobus, ci vediamo al campionato.” Mi saluta con la mano e corre via.

Arrivo al campo di calcio giusto in tempo, l’allenamento è appena iniziato. Mi cambio e vado vicino al mister ma i ragazzi sono strani, sono più seri del solito e si stanno allenando con grande concentrazione e impegno eseguendo ogni cosa che gli consiglio. Però Ryo, Taro e Kisugi mi evitano anche con lo sguardo e non capisco il motivo. Mi volto verso Sanae con sguardo interrogativo ma mi fa cenno che non ne sa nulla.

L’allenamento è finito, insieme a Sanae e Yukari iniziamo a sistemare ma, appena il mister se ne va, mi ritrovo circondata dalla squadra.
Si fa avanti Kisugi:” Emily ti dobbiamo parlare. Sappiamo che hai visto Wakashimazu della Toho. E’ venuto qui per riportarti a Tokio?”
Io di colpo capisco tutto e mi metto a ridere. “Ma come vi viene in mente? Mia zia è al settimo mese di gravidanza, anche volendo non potrei via ora!” torno seria e aggiungo “E’ venuto qui per allenarsi sul monte Fuji e ne ha approfittato per chiedermi scusa per quello che è successo alla Toho. Ma gli ho già detto che resterò qui con voi e sarò al campionato nazionale con la Nankatsu.”
Ryo inizia a sbottare:” Ci vuoi dire cos’è successo alla Toho? Non eri la loro manager o sbaglio?”
“Se ti va di parlarne…” interviene Taro col suo fare gentile.
“Ryo ha ragione, non ero la manager della Toho. Mi sono iscritta alle selezioni ma quando Hyuga ha visto il mio nome sulla lista me lo sono ritrovato in mezzo al corridoio del liceo a chiedermi cosa ci facesse il mio nome lì. Ha detto che non gli serve una ragazza in squadra né tantomeno una che di cognome fa Ozora.” Sanae mi cinge la vita con un braccio e continuo “Lo ha sentito praticamente tutta la scuola incluso il mister che ne ha parlato con la signorina Matsumoto e mi hanno “suggerito” di rinunciare per quest’anno per non creargli problemi con la squadra e concentrarmi solo sullo studio. Il prossimo anno si vedrà però comunque mi sarei ritrovata senza attività extra-scolastiche legate al calcio per un anno e questo avrebbe potuto influire sulla mia ammissione alla scuola nazionale di giornalismo dove valutano molto il percorso di studi e, soprattutto, le esperienze nel settore di richiesta che nel mio caso sarebbe il calcio.”
Ryo, diventa sempre più rosso in faccia, e urla:” Hyuga come ha potuto! Si è dimostrato un’egoista e un testardo a non farti almeno tentare, ha giocato col tuo futuro. Al campionato nazionale lo batteremo e ti dovrà chiedere scusa, siete d’accordo ragazzi?”
Tutta la squadra urla:”SI! Vinceremo!”
“Ragazzi, grazie, siete stupendi. Sareste da abbracciare ma si sta facendo tardi…” e corro nello spogliatoio senza vedere la delusione di alcuni di loro che mi viene fatta notare da Yukari:” Hai appena infranto dei cuori con questa frase finale, sappilo! Non ti facevo così crudele. Ah ah ah!”
“Ma va, sei esagerata. Siamo una squadra non c’è altro.”
“Se lo dici tu…”
 

La visita a sorpresa di Wakashimazu rivela un’interesse da parte del portiere ma riporta anche a galla una ferita nell’autostima di Emily che prontamente viene “medicata” dai ragazzi della Nankatsu che, come ha detto anche lui, sono una famiglia e non solo una squadra di calcio.
Finalmente scopriamo cos’è successo alla Toho da portarla a pensare di rinunciare al suo grande sogno: la scuola nazionale di giornalismo di Tokyo. Ma l’affetto dei suoi amici ha riportato a galla quel sogno e ora può nuovamente provare a realizzarlo.
   
 
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