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Autore: Eririchan    24/02/2022    0 recensioni
La nuova Innocence di Miranda fa finire Lavi (ormai Bookman) indietro nel tempo di cinque anni. E' il sequel di "Nuovo Ordine - sequel" (non mi andava di chiamarlo sequel del sequel XD)
Sì, l'idea mi è venuta dopo aver visto la serie Loki e ricordandomi del Bazooka di Lambo di Katekyo Hitman Reborn. Spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bookman, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'the "Nuovo Ordine" series'
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Erano da poco passate le dieci di sera e, nell’ufficio di Komui Lee, le luci erano ancora accese.
Gli occhiali di Komui, quando egli inclinava la testa in quel modo sotto una lampada, non lasciavano intravvedere i suoi occhi a causa della luce riflessa dalle lenti. Eppure era palese quello che stava passando per la mente del supervisore.
 
- So cosa stai pensando, - disse infatti Kanda, - non l’ho ricattato né minacciato di morte, quel che dice Lavi è tutto vero. –
 
Al contrario dei due adulti, Lavi non riusciva a stare fermo e composto sulla sua sedia. Non dopo aver assistito alle accuse che Komui aveva rivolto a Yu. E dalle quali Yu sembrava non essere stato scalfito.
 
Ma lasciar correre simili insinuazioni era impossibile persino per un tipo stoico come Kanda, Lavi ne era certo.
 
- È vero, Komui! - si agitò di nuovo il rosso, quasi cadendo dalla sedia, - L’ho capito appena sono entrato nella stanza del futuro me! Per questo ci hai trovato nel ripostiglio… è tutta colpa mia: Yu ci ha provato a evitarmi, ma l’ho minacciato di dirlo a tutti se non mi dava almeno un bacio! –
 
Yu abbassò la testa, così la sua chioma poté nascondere il suo imbarazzo come una tenda. Diamine, quanto era stato stupido! Sentir ripercorrere gli eventi dalla bocca di quell’aspirante bookman, poi… umiliante.
 
Komui, seduto dietro la sua scrivania e con in gomiti su di essa, teneva le mani intrecciate davanti alla bocca, per cui era impossibile capire se la sua espressione fosse cambiata.
 
Kanda sbuffò. – Glielo assicuro, sovrintendente, non abbiamo detto nulla perché non volevo ci trattaste in modo diverso dal solito. E poi conosce Lavi… –
 
Finalmente Komui parlò: - Potrei anche crederti, visto come ti sei incaponito che dovevamo riportare indietro il nostro Bookman il prima possibile. Sia io che Miranda siamo rimasti increduli quando ci hai minacciati con Mugen, non credevamo ti importasse così tanto di lui. Tuttavia, ammesso che tutto questo sia vero, non posso lasciar correre il fatto che Lavi sia ancora minorenne. –
 
- Ma sono stato io a… ! – Lavi si bloccò: Kanda si era portato una mano alla fronte, e fin qui tutto bene, ma poi si era assorto nei suoi pensieri e la sua mano aveva inforcato la frangia, spingendola indietro in modo da liberare per un attimo il suo volto da ogni ciuffo. A Lavi, quel gesto fece girare la testa.
 
Rimase imbambolato a fissarlo per un po’, senza prestare la benché minima attenzione a cosa i due mori si stessero dicendo.
 
Quando era diventato così bello?
 
- …avi… Lavi! Sei tra noi?! –
 
Il rosso tornò in sé. – Eh? Cosa? Chi mi chiama? –, il suo sguardo vagò dall’uno all’altro, senza capire cosa si fosse perso. – Che c’è? –
 
Komui si schiarì la gola: - Sì, è decisamente il momento di rimandarlo indietro. Vi voglio entrambi nella sala esperimenti tra mezz’ora. –
 
 


 
Cinque anni prima, nel futuro
 




 
Kanda si mise in posizione al centro della pedana. Miranda, di fronte a lui, sembrava sicura di sé stavolta. Sembrava aver finalmente ritrovato l’equilibrio che aveva con la propria Innocence prima che questa evolvesse. Ma evidentemente questo nuovo equilibrio non era abbastanza, perché appena Kanda le disse “Vedi di non fare casini stavolta!”, eccola che prese a sorridere mentre un paio di lacrimucce facevano capolino ai lati dei suoi occhi.
 
– Allora? – Kanda si rivolse a Komui, in piedi dietro al vetro della sala comandi costruita apposta alle spalle della Lotto: dopo l’ultima volta, il supervisore voleva stare bene attento a prevedere il raggio d’azione dell’Innocence della sua sottoposta.
 
- Ancora un attimo! –
 
Kanda passò quei secondi di attesa a braccia conserte. I suoi occhi fissi su una Miranda che aveva ricominciato a visualizzare nuvolette paffute e ranocchie saltellanti.
Davvero sarebbe stata in grado di mandarlo indietro di cinque anni senza fare danni? Meglio per lei, altrimenti avrebbe passato i prossimi cinque anni a decidere come far soffrire sia lei che quello stupido supervisore.
 
- Eccolo, Kanda! – esclamò Lenalee, apparendo ai piedi della pedana con l’oggetto che lo avrebbe riportato indietro. – Mi raccomando, appena lo trovi tornate subito qui, intesi? – gli sussurrò con un occhiolino.
 
Il moro arrossì, colto in flagrante: Lenalee aveva ragione a pensare che lui e il rosso ne avrebbero approfittato per appartarsi da soli da qualche parte. Era esattamente ciò che aveva in mente finché la ragazza non lo aveva scoperto. Distolse lo sguardo per non farle capire i suoi pensieri: - Ma cosa pensi? Ovvio che torno subito. Fammi solo trovare quel bookman da strapazzo. –
 
Kanda si infilò al collo la catenina di ferro e nascose il ciondolo sotto i vestiti. Poi si udì Komui che avvisava Lenalee di allontanarsi. Un bagliore dopo, Kanda era stato sostituito da un se stesso più giovane, che si era ritrovato seduto sulla pedana e si guardava attorno a metà tra lo scazzato e il perplesso. Si alzò in piedi quasi subito, e tutti i presenti notarono la cascata di capelli decisamente più corta di quella a cui erano abituati.
 
Mentre Lavi sbraitava “Yu!” da affianco Komui, il nuovo arrivato smise di guardarsi attorno e fissò lo sguardo su Miranda: - Quindi sei tu, l’esorcista incapace. –
 
Mentre la donna correva al suo solito angolo della vergogna (che di recente era stato ribattezzato “l’angolo di Miranda”), seguita da una Lenalee animata da un crocerossissimo spirito di supporto, Lavi uscì dallo stanzino rialzato e si affacciò alla ringhiera. – Yu! Sei nel futuro! –
 
Lo spadaccino alzò lo sguardo e lo vide: il Lavi che conosceva. Quindi era stato lì per tutto il tempo che lui si era dovuto sorbire il Bookman Jr adulto? Beh, non che gli fosse mancato, però perlomeno questo qui non lo importunava con assurdità circa una fantomatica loro relazione futura. Per non parlare di tutte le carezze rubategli e i commenti fatti come se lo conoscesse meglio di se stesso.
 
- Torna qui, Lavi! – gridava Komui, ma il rosso scese dalle scale per raggiungere la pedana. – Yu!! Finalmente! Mi sentivo solo qui! –
 
Kanda venne placcato dall’abbraccio che Lavi gli riservò: quello stupido coniglio ci aveva messo troppa foga, così per poco non caddero entrambi.
Kanda lo allontanò con uno spintone, - Basta! È tutto il giorno che tu e quell’altro mi abbracciate! Stammi lontano! –
 
Lavi indietreggiò, certo che Kanda lo avrebbe fatto a fette se solo si fosse portato dietro Mugen. Gli scappò una risatina, che tuttavia si bloccò appena si accorse di una cosa: nella colluttazione relativamente affettuosa appena avvenuta, una spallina dello yukata del giapponese si era leggermente scostata, rivelando un segno rosso. Senza pensarci, Lavi allungò una mano per scoprire di cosa si trattasse.
 
Quando capì che era un morso, i due erano in una stanza buia, seduti su un letto che il rosso riconobbe subito.
 
- Ma che fai?! – sbraitò il moro, sistemandosi l’indumento. Poi si guardò attorno. – Ah, siamo tornati. –
Una lampadina si accese nel cervello di Kanda, che infatti si alzò di scatto dal letto e corse verso la porta.
 
- Aspetta, dove vai?! Siamo in camera mia, la riconosco! Possiamo parlar… -
 
- Cercati qualcuno a cui importi quello che hai da dire! Io me ne torno in camera mia. –
 
Lavi gli fu alle spalle giusto un attimo prima che il moro potesse aprire la porta. – Ok, scusa se ti ho svestito una spalla, ma devo sapere perché siamo ricomparsi in camera mia! Miranda mi ha spiegato come funziona, quindi se siamo entrambi qui vuol dire che stanotte sei venuto da me di nascost… -
 
Kanda gli mise una mano sulla bocca e avvicinò pericolosamente il viso al suo. Lavi era certo che ora avrebbe rimosso la mano per baciarlo, ma Yu Kanda aveva ben altre intenzioni. – Non dirlo nemmeno. E vedi di starmi lontano, che i mocciosi come te proprio non mi interessano. – e detto questo, se ne andò sbattendo la porta.
 
Lavi si tirò i capelli dall’esasperazione, soffocando un grido. Ma era mai possibile? Sia il Kanda del suo tempo che quello del futuro lo ritenevano un “moccioso”, eppure il se stesso adulto li aveva palesemente morsi entrambi sotto i vestiti!
 
Uscì dalla sua stanza deciso a scoprire cosa ci facesse Kanda nella sua stanza. Non avrebbe demorso finché non lo avesse scoperto, poco ma sicuro.
 
 
 
 
Il rosso strabuzzò gli occhi: era tornato! Yu lo aveva riportato nel suo tempo… grazie a un’invenzione di Komui, per di più!
- Miranda! Ce l’hai fatta! – gridò il rosso correndo ad abbracciare l’esorcista del tempo, ancora rannicchiata nell’ “Angolo di Miranda”. Già che c’era, il rosso coinvolse nell’abbraccio anche Lenalee, che era proprio lì con la collega.
 
- Giù le mani dalla mia Lenalee! – gli gridò una voce dall’alto.
 
Bookman si voltò allora verso Komui: - Bravissimo supervisore! Finalmente ce l’ha fatta a inventare qualcosa che funzioni! –
 
Ora Komui si incazzò per altri motivi: - Come ti permetti?! Le mie invenzioni sono cose rivoluzionarie che hanno bisogno di… - nessuno ascoltò il resto dei suoi sproloqui: Lenalee e Miranda erano troppe intente a chiedere al rosso come avessero reagito nel passato vedendoselo catapultato lì, mentre Kanda aveva già varcato la porta per andarsene.
 
- Non ci provare, Kanda! – sbraitò Komui dall’alto della sua postazione, indicando il soggetto incriminato con un indice. – Dobbiamo fare un bel discorsetto noi tre! –
 
A quelle parole, il rosso si voltò verso Komui. – Di che cosa sta parlando? Che mi sono perso? –
 
Come risposta, Lenalee lo prese sottobraccio per farlo chinare abbastanza da potergli sussurrare all’orecchio: - Vedi, mio fratello ha beccato Kanda e Lavi nello sgabuzzino a fare cose… quindi la vostra copertura è saltata… mi spiace. –
 
Le guance del rosso divennero dello stesso colore della sua chioma (o forse di più). – Oh, merda… quindi adesso… Ehi! – nonostante fosse ancora rosso in volto, l’imbarazzo del Bookman venne sostituito da un’altra emozione e corse dietro a Kanda. – Vieni subito qui, ipocrita che non sei altro! –
 
Komui ci rinunciò: era quasi mezzanotte e i due esorcisti a cui doveva fare la ramanzina erano scappati dalla stanza noncuranti del suo ordine di fermarsi. Ci avrebbe pensato domani. Magari avrebbe trovato il modo di far svolgere a un Komurin il seminario sulle relazioni amorosi sul luogo di lavoro al posto suo.
 
Intanto, il rosso aveva raggiunto Kanda in quella che ormai era camera loro.
 
- Fammi capire! – strillò chiudendosi la porta alle spalle, - Se il pervertito sono io, io che non ho fatto niente al te sedicenne, tu cosa saresti, che ti hanno beccato a fare non so cosa in uno sgabuzzino?! Anzi, si può sapere cosa mi hai fatto?! –
 
- Tsk. Abbassa la voce, il resto dell’Ordine sta dormendo. –
 
- Il resto dell’Ordine? Intendi quello che doveva aspettarci in sala esperimenti, per caso? Mi hai detto che erano tutti lì e invece non era vero! –
 
Kanda iniziò a sfilarsi i vestiti per passare al suo pigiama-yukata. - Tsk. Il resto dell’Ordine, tutto l’Ordine, parte dell’Ordine, è la stessa cosa. Ci avrebbero comunque visti. –
 
- E che differenza fa, se già lo sapevano?! Per colpa tua, poi! –
 
- Tsk. –
 
- Non fare “tsk” a me quando ho ragione! – disse l’altro esasperato, e avanzò verso il moro. Con un movimento secco, finì di togliergli la t-shirt nera che si stava già sfilando dalla testa. Poi lo fissò negli occhi.
- Guarda che parlo con te. –
 
Kanda inclinò la testa da un lato e sorrise ferino: - Cosa c’è esattamente? Ti da fastidio che lo abbiano scoperto, o che non lo sappiano ancora tutti? O sei geloso perché ho toccato un altro? –
 
- Non è un altro, sono sempre io! E non mi da fastidio che Komui lo sappia, solo che mi fai sempre tutte quelle raccomandazioni sullo stare attenti, e poi ti fai scoprire con un altro. In uno sgabuzzino, per di più! Almeno io sono stato discreto. –
 
Kanda incrociò le braccia, - Definisci “discreto”. E ti faccio notare che hai appena definito te stesso “un altro”. –
 
- Grrr! – il rosso, dopo un urlo soffocato di esasperazione, ci rinunciò.
 
- Sai che ti dico, ci rinuncio. Con te è impossibile discutere, vuoi avere sempre ragione. – disse, sedendosi sul letto per togliersi gli stivali. Kanda aprì la bocca, ma il rosso lo precedette aggiungendo: - E non dire che è perché ce l’hai! –
 
Il moro sorrise soddisfatto ma, invece di tornare ai propri indumenti, rimase un attimo a fissare il compagno mentre si svestiva. Notandolo, Nuovo Bookman si voltò verso di lui e gli prese il mento tra il pollice e l’indice. – Sai, tutti questi Yu diversi in un giorno solo mi hanno fatto uno strano effetto… - gli sussurrò, avvicinandosi alla sua bocca mentre l’altra mano si posava sulla coscia del ragazzo orientale. – Finalmente ti lasci toccare senza dimenarti. Ci sono voluti cinque anni ma ne è valsa la pena. –
 
Il rosso finì la frase sussurrandola all’orecchio di Kanda, che si lasciava toccare restando impassibile. Quando Bookman iniziò a baciargli il collo per poi scendere sul petto, però, Kanda fece un ghigno e disse: - Oh, allora ammetti di avermi fatto qualcosa, mentre eri là. –
 
Il rosso sussultò. Si alzò dal punto che stava leccando e fissò il suo occhio in quelli del moro. – Ho flirtato un po’, va bene?! Non mi sarei mai sognato di fare altro con un minorenne! Nemmeno se sei tu! –
 
Kanda soffocò una risata. – Immagino l’enorme insuccesso che hai avuto. Dovresti sapere che non sei l’unico a suddividere la propria vita in capitoli. –
 
- Grr, adesso basta, stai zitto e lasciami fare, alme… prima che Komui ci sbatta in due camere lontane chilometri! – e detto questo, saltò letteralmente addosso al moro, il quale non oppose resistenza.
 
- Stavi per dire “lasciami fare almeno tu”? –
 
- STAI ZITTO! – non negò l’altro, tappando quella bocca impudente con la propria.
 
 
 
Nel frattempo, cinque anni prima, un Lavi dal naso sanguinante rientrò mogio mogio in camera propria e si infilò nel proprio letto. Poi sorrise, pensando che cinque anni li avrebbe aspettati volentieri, visto lo Yu che lo aspettava nel futuro. Il nonno una volta glielo aveva detto: i fiori più belli sono quelli che sbocciano in ritardo.
 
Appena lo pensò, gli tornò in mente il Vecchio Panda: per fortuna in quelle sere stava dormendo in infermeria per un controllo della respirazione notturna, altrimenti non avrebbe proprio saputo come spiegargli la presenza di Yu lì in camera loro!
   
 
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