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Autore: MaryFangirl    25/02/2022    5 recensioni
Ryo e Kaori si ritrovano intrappolati e rievocano i rispettivi percorsi.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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"Takuya" rispose Ryo. Ripensò con affetto al giovane giunto dalla Repubblica di Emaria.

"Era un bravo bambino"

"Sì, un bravo bambino con una mira migliore della tua" la prese in giro.

"Ehi! Ero stata io a mettere fuori combattimento quei tizi quando siamo usciti dal cabaret!" protestò.

"O era il tuo pollice verde, o hai spaventato i fiori" rise.

"Idiota!"

"Scema!"

"Se penso che hai portato un bambino in uno dei tuoi club..." brontolò, "aveva preso tutte le tue cattive abitudini"

Ryo rise di fronte al broncio della partner.

"A parte seguirmi nei cabaret e ronfare, cos'altro avrebbe potuto fare?" le chiese divertito.

"Mi ha messo le mani sul sedere e sul seno!" gli disse, ricordando l'imbarazzo che aveva provato.

"Fortunato...io non vedo l'ora di testare la merce..." le sussurrò all'orecchio con voce dolce.

"No, ma..." ribatté Kaori, furiosa, girando la testa.

Non ebbe l'opportunità di proseguire, le parole morirono sulle labbra di Ryo che le assestò un languido bacio. Facendo scivolare le mani lungo il suo corpo, la fece girare e la strinse, approfondendo il loro scambio. Kaori gli posò una mano sul collo, portando le dita ad accarezzargli i capelli. Si baciarono a lungo, dondolando sul suolo della grotta, sdraiandosi l'uno sopra l'altra, sentendo il calore del fuoco non lontano e soprattutto quello che cresceva in loro.

"Adoro baciarti" sussurrò Ryo, lasciandole baci sulla guancia e lungo il collo.

"Spero che duri perché piace anche a me" sospirò Kaori, chiudendo gli occhi alle dolci sensazioni che lui le risvegliava.

Sentendolo scendere ulteriormente, lei si sollevò leggermente e lo riportò a sé riprendendogli le labbra, lasciandosi andare con la lingua che affondava nella sua bocca. Lo sentì a malapena aprirle il cappotto e non se ne lamentò. Non aveva freddo. Si sentiva bene. Sussultò per un momento a causa della mano che scivolava sotto la giacca e le accarezzava delicatamente il fianco e lo stomaco. Senza fiato, lui si staccò da lei e la guardò negli occhi.

"Se solo non avessi cambiato i vestiti, quel giorno..." sussurrò.

"Di che parli?" fece lei a voce bassa.

"Del giorno in cui ho baciato Atsuko. Le hai prestato i tuoi vestiti e io ho creduto..." cominciò.

Vedendo i suoi occhi spalancarsi, preferì fermarsi per non rompere l'attimo. Kaori lo guardò, non osando credere a quello che sentiva.

"Tu...non mi stai dicendo che..." balbettò, con occhi speranzosi.

"Stavo cercando te" ammise, rassicurato dalla sua reazione, "Era te che volevo baciare perché non sapevo come dirti quello che dovevo dirti"

Lei lo osservò e ricordò che quel giorno Takuya le aveva annunciato che Ryo si sarebbe dichiarato. Su una piccola nuvola, era andata a cambiarsi per apparire più femminile e Atsuko era arrivata in quel momento per prendere in prestiti i suoi vestiti. Lei non ci aveva fatto molto caso, dicendole di prendere quello che voleva. Nervosa, aveva incontrato Ryo che aveva cercato di parlarle, finendo con una domanda stupida che l'aveva fatta arrabbiare. Aveva notato che anche lui pareva teso, ma l'aveva attribuito alla presenza di Atsuko. Che idiota!

"E io come al solito non ho voluto ascoltare niente e me ne sono andata come una furia quando ti ho visto con lei" disse accarezzandogli la guancia, "perché poi non ci hai riprovato?" gli chiese senza rimprovero.

"Il momento era passato, e anche il coraggio" ammise.

"Le cose sarebbero state diverse da tempo" sospirò lei.

"Sei arrabbiata con me?"

Kaori lo guardò e notò la sua incertezza e senso di colpa.

"No. Avrei potuto fare il primo passo tanto quanto te. Entrambi abbiamo commesso degli errori, rifugiandosi dietro le nostre paure. Ora potremo avanzare, ovviamente se vuoi. Io ne ho molta voglia" le disse con un debole bagliore nello sguardo.

"Anche io ma non so come fare"

"Hai iniziato bene. Che ne dici se continuiamo a scaldarci?" gli offrì con un sorrisetto.

"Sono alla tua mercé" sussurrò, chinandosi di nuovo su di lei.

Catturò le sue labbra e passò le mani sotto il maglione, accarezzando la pelle calda e vellutata del ventre, vagando lungo la cintura dei jeans, giù per la schiena, rimontando fino all'orlo del reggiseno ma astenendosi dall'andare oltre per il momento. A casa, si disse, non prima...cercando di riprendersi, posò la mano a terra e si scostò da lei, ma essendo il terreno bagnato, scivolò e le cadde addosso, strappandole un grido di dolore.

"Merda!" ringhiò.

Senza aspettare, le sollevò il maglione e vide che la ferita aveva ricominciato a sanguinare. Si rimproverò per la propria goffaggine e ci appoggiò le mani per comprimerla. Nonostante il dolore, Kaori non urlò. Strinse i denti e tenne lo sguardo fisso su di lui, traendone forza per resistere.

"Mi dispiace" sussurrò lui.

"Va tutto bene, Ryo" balbettò.

Dopo pochi minuti l'emorragia, fortunatamente debole, si fermò. Esitante, lui tolse le mani, preparandosi a riprendere se fosse ripartita. Rimase vigile per un momento, poi sospirò.

"Si è fermata. Prendo un po' di neve per pulire il sangue" la informò.

"Non mi muovo" rispose lei con un sorriso esausto ma ironico. Ryo tornò un attimo dopo e spalmò la neve sulla sua pelle, provocandole un lungo brivido.

"Che fredda" fece una smorfia.

"Perché abbiamo alzato la temperatura e forse siamo un po' troppo vicini al fuoco" scherzò lui.

Guardò la ferita e il suo perimetro. I bordi delle estremità erano rossi per circa un centimetro e la piaga era leggermente gonfia. Posò le dita sulla sua pelle calda, un po' più del resto del corpo.

"Ryo?" si preoccupò Kaori.

"Guardo i tuoi addominali. Ne sono quasi geloso, sai" scherzò per non inquietarla maggiormente. Osservò il suo viso, le sue pupille erano un po' dilatate, le guance rosse, ma come poter distinguere l'effetto della febbre dalla semplice reazione al calore del fuoco. Delicatamente unì i lembi del cappotto e lo chiuse.

"Non vuoi più..." gli chiese, con aria lievemente delusa.

"Sì, certo che sì. So che ti voglio e che se continuiamo potrei non riuscire a fermarmi e mi rifiuto di fare l'amore con te qui, soprattutto perché sei ferita"

Non poteva dire se stesse rossendo, ma la fiamma nei suoi occhi si accentuò e il sorriso un po' timido le illuminò il volto.

"Vieni" le disse, aiutandola ad alzarsi.

Si sedette contro il muro a una distanza ragionevole dal fuoco e la riportò tra le sue gambe, abbracciandola cautamente.

"Cerca di riposarti un po'" le consigliò.

"Pensavo fosse meglio non dormire" rispose lei, sorpresa.

"Devi sempre fare di testa tua?"

"Devo impormi con te" 

"Per una volta interpreta il ruolo della donzella debole, per favore" le sussurrò.

"Dimentichi una cosa, Ryo. Non sono una donzella. Sono la tua partner e, se non fosse stato per il mio assurdo carattere, non sarei qui da tempo, fin da Silver Fox" 

Lui la osservò. Lei aveva appoggiato la testa contro la sua spalla e aveva gli occhi chiusi. Le sue guance erano ancora arrossate, con discrezione lui passò le dita sulla sua fronte, rimettendo a posto qualche ciocca. Aveva la febbre. Lanciò un'occhiata fuori e guardò male le raffiche di neve.

"Mi avresti lasciata tornare?" chiese, reprimendo un brivido.

"No, non ne avevo intenzione. Volevo rimandarti a una vita normale perché mi influenzavi troppo, influenzavi le mie decisioni...avevo poca lucidità in alcune mie scelte perché avevo paura per te" le confidò.

"Per fortuna ho resistito, allora" sospirò lei, sprofondando nel suo abbraccio.

"Kaori?" si preoccupò.

"Sono stanca e ho freddo" sussurrò.

"Dormi un po'" le disse, stringendola, "e resisti come hai sempre fatto" le soffiò.

Ripensò all'epoca in cui lei se n'era andata dopo l'episodio nella discoteca. Le aveva fatto pensare che non la voleva più come partner, che era inutile, che era più un peso che un aiuto...lei era scappata mentre lui rispondeva alla sfida di Silver Fox. Era stato sollevato di sapere che era al sicuro dal Professore. Aveva voluto farla andare via di sua spontanea volontà, denigrandola mentre sapeva che stava ascoltando. Non si era aspettato di vederla andare a caccia della volpe.

La osservò dormire. Era la seconda volta che si trovavano così vicini a dormrie, ma questa volta non voleva lasciarla andare. Aveva intenzione di farla diventare un'abitudine, e per questo doveva assicurarsi di riportarla a Tokyo il prima possibile.

"Resisti, Kaori" le ripeté.

Chiuse gli occhi e tornò a quell'epoca. Quando era rientrato a casa quella sera, ritrovandosi da solo, si era reso conto del posto che lei aveva preso nella sua vita. Non aveva nemmeno affogato il suo turbamento nell'alcool. Era salito sul tetto, fumando diverse sigarette fino all'alba. Dopo una doccia e in una colazione composta soltanto di un caffè, era andato dal Professore. In quel momento, nonostante i sentimenti spiaevoli che erano sorti e che non aveva voluto nominare, avrebbe comunque avuto la forza di farla andare via pur sapendo di essersi affezionato a lei molto più che a chiunque altro.

Come sarebbe stata la sua vita dopo la sua partenza? Smorta, cupa, triste...niente colazioni, niente risvegli energici, niente sorrisi calorosi, niente complicità amichevole...amorosa, si corresse. Perché in realtà si giravano intorno da anni senza osare avanzare, come due calamite che si respingevano. Bastava cambiare la polarità di una ed ecco che si attiravano. L'attrazione c'era sempre stata, bisognava solo rimuovere la negazione, la paura.

"Perché te ne sei andato? Perché non...non capisco..." sentì sussurrare Kaori, mentre si agitava. Posò una mano sulla sua fronte, la sentì calda, scostò alcune ciocche. Il gesto la tranquillizzò. Si chiese cosa stesse sognando. Con delicatezza le prese la mano e la sollevò per vedere l'ora: quasi le 5 del mattino. Poteva lasciarla dormire ancora un po'. Fuori era ancora buio, un velo bianco sembrava ricoprire l'ingresso della grotta. Non appena il cielo si fosse schiarito, sarebbero tornati in strada.

La osservò dormire a lungo, vedendola agitarsi sempre di più. Sentendola accaldata, le tolse la giacca e gliela riappoggiò sopra come una coperta. Il calore non sarebbe così rimasto confinato tra il cappotto e il suo corpo. Avrebbe dovuto aiutarla, almeno lo sperava. Delicatamente infilò una mano sotto il maglione e tastò la ferita, sentendola gemere. Il bordo era un po' più gonfio e cominciava a trasudare.

"Non hai il diritto di lasciarmi adesso, Kaori. Non ho chiarito le cose per vederti scappare dalla mia vita per sempre" ringhiò.

"Ryo...ballare...voglio ballare di nuovo" sussurrò lei.

Kaori si rivide durante quella bella serata in cui Ryo era stato il suo cavalier servente. Ballavano su musiche frenetiche, faccia a faccia o l'uno accanto all'altra. Si divertivano come matti, spensierati, senza chiedersi cosa sarebbe successo il mattino dopo. La musica cambiava e un'ondata di lenti riempiva l'aria. Senza avere il tempo di reagire, lei si ritrovava tra le sue braccia, contro il suo petto, sentendo il suo cuore battere e annusando il suo odore di tabacco, polvere da sparo e colonia.

"Balleremo di nuovo, Kaori. Te lo prometto"

"Le tue braccia...ho freddo" fece lei, tremando.

Lui la strinse e la cullò dolcemente. Percependo il movimento della tua testa, la guardò e incontrò gli occhi semiaperti.

"Hai un'infezione in corso, Kaori. Resisti. Avrai tutto ciò che desideri dopo. Andremo a ballare, mangeremo un gelato, giocheremo ai videogiochi, passeggeremo nel parco. Andremo al porto..." le promise, facendo di tutto per tenerla lucida.

"Perché Ryo..." balbettò.

"Perché cosa, Kaori?"

"Perché non mi hai baciato quella sera?" 

Lui la guardò senza capire. Di che stava parlando? Ripassò nella mente tutta la loro partnership. Aveva parlato di ballare, ora di baci...quando era successo? Di colpo capì e sorrise.

"Cenerentola era carina ma il mio ruolo di principe azzurro terminava a mezzanotte come il suo. Non volevo baciare Cenerentola. Era solo una facciata. Mi piaceva, ma mi piace ancora di più la persona che c'era dietro" le sussurrò.

"Volevo che mi baciassi, ma non volevo che lo facessi con lei, perché..."

Non fece in tempo a finire la frase che la testa cadde sul suo petto e gli occhi si chiusero.

"Kaori...Kaori!" si preoccupò, alzandole il viso e picchiettandolo.

"Lasciami dormire...sono stanca"

"Pensavo che fossi svenuta"

"No, voglio dormire. Non ti disturbo al mattino, io..." lo rimproverò, mezza addormentata.

"Mi svegli tutte le mattine" rispose divertito, "sappi che potrebbe mancarmi...o dovrai trovare qualcos'altro per farlo" 

"Oppure tu troverai qualche altro interesse per svegliarti prima" disse lei, costringendosi ad alzare le palpebre, con uno scintillio divertito negli occhi.

"Non ho alcun dubbio a riguardo"

Le posò un bacio sulla fronte, cercando di non pensare a quanto fosse calda e di quanto tremasse. Doveva rimanere freddo e razionale, per quanto possibile. Non poteva mettere a tacere la piccola parte di sé che aveva deciso di diventare suo, poteva solo ridurla il più possibile.

"Ho molte idee per il risveglio mattutino. Tu dovrai trovare tempo per i tuoi nuovi interessi. E dovrai riposare prima...molto..." le sussurrò posandole un bacio sul collo per poi avvicinarsi con la punta della lingua all'orecchio, mordicchiando dolcemente il lobo.

"Basta, mi fai venire caldo" ansimò lei, togliendosi la giacca.

"No, tienila. Riposa un po' Kaori. Quando si farà giorno, torneremo al parcheggio. Dovrai camminare. Poi fileremo a Tokyo a farti curare dal Professore" la informò.

"È un buon piano...posso riposare...per dopo..." balbettò.

"Riposa adesso" le disse accarezzandole i capelli, "veglio su di te. Non ti lascerò andare. Sei rimasta con me invece di partire con tua sorella. Di certo non ti lascerò partire per la destinazione finale" l'assicurò. 
  
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