Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Silvy7s    26/02/2022    0 recensioni
Dopo un anno in cui la normalità non era più quella che si conosceva, dove i sorrisi venivano nascosti dalle mascherine, dove un solo abbraccio poteva essere pericoloso, Vera sperava di poter ritrovare il sorriso spensierato di un tempo. Le restrizioni legate al Covid-19 venivano man mano allentante e si cominciava a respirare una leggera aria di libertà ma per la diciannovenne l'incubo era appena iniziato. Una semplice pallina scoperta per caso all'interno del seno stava per stravolgerle la vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina seguente mi svegliai con gli occhi rossi e gonfi a causa del pianto della notte precedente. Ero ancora stanca ma mi costrinsi ad alzarmi dal letto e ad andare a farmi una doccia calda. Lasciai scorrere l'acqua bollente sulla mia schiena diversi minuti prima di cominciare ad insaponarmi. Quando uscii dal box mi avvolsi nel mio morbido accappatoio rosa e rimasi a fissare il vuoto per diversi minuti prima di vestirmi. 
Indossai una tuta nera larga per stare comoda e andai dal dottore senza nemmeno aver fatto colazione. 
La sala d'aspetto era occupata per lo più da settantenni e ottantenni che mi guardavano come se avessi otto gambe e tre teste, probabilmente non è da tutti i giorni vedere una diciannovenne dal medico. 
Quando arrivò il mio turno sentii il cuore battere all'impazzata, il dottore mi chiese subito cosa non andasse e io gli spiegai tutto ciò che era successo. 
Il dottore mi invitò a sedermi sul lettino e dopo aver tastato la zona da me indicata arrivò ad una conclusione. 
- Allora Vera, a sentirlo così non sembrerebbe una cosa grave, si sposta senza problemi, quindi, è sicuramente una massa benigna come una ciste o un fibroadenoma. Per sicurezza ti mando a fare un'ecografia e dopo vedremo se sarà necessaria una visita senologica o una mammografia - spiegò. 
Tirai un sospiro di sollievo a quelle parole, per lo meno non era nulla di preoccupante. 
 
Quando uscii dallo studio chiamai Ylenia per darle la bella notizia. 
- Allora che ti ha detto? - chiese agitata appena aprì la telefonata 
- Dovrebbe essere una cosa benigna, mi ha prescritto un'ecografia poi si vedrà il da farsi, adesso la prenoto e vedo quando me la danno - spiegai 
- Va bene, poi fammi sapere. Ah, quasi dimenticavo, ti va di fare una passeggiata al lago oggi pomeriggio? - chiese 
- Certo, fammi sapere l'ora e sarò lì - 
Quando attaccai chiamai subito un centro polispecialistico della mia città che mi diede appuntamento per il giorno dopo anche se in privato ma non mi importava, volevo togliermi il pensiero il prima possibile. 
 
Tornai a casa e durante il pranzo raccontai tutto ai miei genitori che appoggiarono la mia scelta di fare la visita in privato piuttosto che aspettare i tempi biblici della sanità pubblica. 
Dopo aver pranzato presi l'autobus e andai nel lungolago poco distante da casa mia per incontrare la mia migliore amica. 
- Tesoro tutto ok? - chiese appena mi vide 
- Si, un po' scossa ma sto molto meglio a sapere che è una massa benigna - la rassicurai - Con la tua ragazza come va? - domandai. 
Negli occhi di Ylenia si accese una luce che non avevo mai visto prima, era raggiante e sul suo volto si dipinse uno splendido sorriso. 
- A meraviglia, credo che sia quella giusta e lo so già che mi dirai di non correre ma non mi importa, la amo - 
Il mio cuore si riempì di gioia per lei nel sentire quelle parole, fin troppe volte l'avevo raccolta da terra dopo che altre ragazze avevano calpestato i suoi sentimenti. Temevo di doverlo fare nuovamente ma questa volta non avevo una sensazione negativa, da come ne parlava sembravano entrambe innamorate. 
 
Ci sedemmo su una panchina davanti al lago e continuammo a parlare per diversi minuti fino a quando i miei occhi non scorsero un viso familiare. I tratti ben delineati del volto, capelli castano scuro tirati perfettamente indietro con la cera, occhi verde smeraldo e un velo di barba che gli contornava la mascella. Il mio ex. 
Il cuore mi balzò in gola, non abitava lì vicino e una parte di me sperava di non vederlo più. Non avevo ancora superato il tradimento e non sapevo quando lo avrei fatto. In quel momento era a pochi passi da me mano nella mano con la sua "amica", come se sapesse dov'ero e volesse sbattermi in faccia la sua felicità. 
- Ti prego spostiamoci - dissi alla mia amica 
Lei con uno sguardo apprensivo mi assecondò e ci spostammo dal lato opposto del parco. 
- Stai bene? - mi chiese poi 
- Non lo so, sono un po' scossa ma non dovrei esserlo, ormai tra di noi è finita, è normale che abbia ricominciato a vivere - 
- No tesoro è normale! So bene quanto eri innamorata di lui e sicuramente lo sei ancora per questo ci stai male ma lo supererai e ne sono sicura - mi confortò per poi abbracciarmi. 
 
Dopo aver parlato ancora qualche minuto presi l'autobus per tornare a casa ma l'immagine del mio ex mano nella mano con un'altra ragazza continuava a rimbalzarmi nella testa e le canzoni che entravano in riproduzione non mi aiutavano sicuramente a distrarmi dato che erano tutte molto tristi, come se percepissero il mio umore. 
A cena non proferii parola e dopo aver posato il mio piatto vuoto nel lavello mi rintanai in camera mia. Presi la foto dal primo cassetto del mio comodino e mi sedetti sul letto, la foto ritraeva me e il mio ex, era la mia preferita, l'unica di cui non riuscivo a sbarazzarmi. 
Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, ero incredula che la nostra storia fosse finita, mi sentivo come se avessi ricevuto un pugno dritto nello stomaco. Ogni cosa che facevo mi ricordava ciò che eravamo stati, la nostra felicità, la nostra complicità che ormai non mi sembravano più tanto veritiere. Non facevo altro che chiedermi perché non avesse chiuso la relazione invece che sbattermi in faccia il suo tradimento. In quel momento mi ero sentita sbagliata, credevo di non essere abbastanza. Ero a pezzi.
Quei "ti amo" falsi che mi rivolgeva il giorno prima, i piani per un futuro insieme, era tutto falso.
 
Dopo aver guardato un'ultima volta quella foto la strappai in mille pezzi riducendola allo stesso stato del mio cuore in quel momento. 
Non sapevo se sarei più stata capace di amare ma una cosa era certa, prima di affidare nuovamente il mio cuore ad un'altra persona ci avrei pensato mille volte. 
 
La mattina seguente andai a fare l'ecografia al seno presso un centro polispecialistico della mia città. Dopo essere passata dalla reception per pagare mi fecero accomodare in una stanza molto piccola e buia dove dopo di me entrò un medico sulla sessantina che mi disse di scoprire il petto e sdraiarmi sul lettino con le mani dietro la testa. 
Feci come mi era stato detto nonostante mi sentissi a disagio davanti ad un anziano sconosciuto con il seno scoperto. 
Sul soffitto sopra di me c'era un monitor che mostrava le stesse immagini che apparivano sull'ecografo e cercai di concentrarmi su quelle piuttosto che sul grande imbarazzo che provavo in quell'istante. 
 
Dopo poco tempo sullo schermo comparve una massa che, come avevo sentito, sembravano tante palline attaccate l'una all'altra: una più grande al centro e due più piccole in alto. 
Dopo aver misurato quel corpo estraneo passò al seno destro dove anche lì trovò una massa analoga molto più sottile ma poco più larga che al tatto non avevo sentito. 
- Sembrerebbero due fibroadenomi ma quello di sinistra ha una forma ambigua, ha qualche peduncolo vascolare e ha un bordo leggermente sfumato. Le scrivo dietro al referto i nomi di due brave senologhe, le consiglio di fare una biopsia - spiegò il medico. 
A quelle parole il mio cuore saltò un battito e sbiancai.
Fin da piccola ero sempre stata sottoposta a numerose visite per non parlare dell'infinità di ricoveri in ospedale e l'idea di trovarmi di nuovo nel circolo vizioso di visite e medici mi fece accapponare la pelle. 
Ringraziai il medico e andai alla fermata dell'autobus per tornare a casa. Provai a chiamare Ylenia ma senza alcun risultato, probabilmente era con la sua ragazza e non volvo di certo essere io a disturbarle. 
 
Quando arrivai a casa sentii la voce della mia migliore amica che parlava con mia madre e con mio padre, lei era di casa i miei genitori la consideravano da sempre come una seconda figlia. 
- Com'è andata? - chiese Ylenia venendo ad abbracciarmi appena mi vide 
- Mi ha consigliato di fare una biopsia ma prima devo sentire il parere di un senologo, mi ha scritto due nomi dietro al referto dicendo che sono i migliori della città - spiegai. 
Tutti e tre mi tranquillizzarono e facemmo delle ricerche sulle due dottoresse che mi erano state consigliate e riuscii a prendere appuntamento con una delle due tramite il suo sito. 
 
Nonostante fossi stata rassicurata da tutti sulla natura di quella massa, il mio sesto senso mi diceva che c'era qualcosa che non andava, avevo il presentimento che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato e non in meglio. 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Silvy7s