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Autore: _Layel_    27/02/2022    2 recensioni
Aveva imparato che esistevano le anime gemelle guardando le soap opere che davano in TV. Sapeva che ogni tanto, a seconda di quanto vicini si fosse, si ricevevano delle visioni che mostravano la vita della propria anima gemella. Per ora gli era successo solo tre volte. La prima volta era stata quando la sua anima gemella aveva manifestato il suo Quirk. Keigo aveva solo visto una forte luce e i sorrisi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Le visioni successive erano state meno allegre.
[Soulmates!AU | DabiHawks]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dieci: Anime Gemelle


Arrivò in città e scoppiò l’inferno.


Creature terrificanti strisciavano per le strade, distruggendo auto e persone con la facilità con cui si spezza un ramoscello. Per quanti colpi gli eroi mandassero a segno quelle cose continuavano a rialzarsi e a combattere come se nulla fosse successo. Le loro grida inumane si confondevano con le sirene delle ambulanze e le grida dei civili. Dabi si muoveva velocemente, tenendosi lontano dalle strade principali mentre cercava le vie che Endeavor avrebbe pattugliato quella sera. Se fosse stato distratto da uno di quei mostri forse Dabi avrebbe avuto più di una possibilità. 


Arrivò in vista di Endeavor appena prima che suo fratello scappasse via. Endeavor era occupato a mettere in salvo una coppia di civili quando Shouto diede una veloce occhiata al cellulare e se ne andò praticamente senza dare spiegazioni. Endeavor gli urlò dietro ma era troppo occupato per inseguirlo. Era il momento che stava aspettando. Prese la fiala dalla tasca, il vetro riscaldato dal calore delle sue mani, e provò per tre volte a togliere il sigillo di sicurezza ma le sue dita sudate continuavano a scivolare. Endeavor si trovava a un centinaio di metri da lui, sulla strada principale, ma riusciva comunque a sentire il calore delle sue fiamme. L’aria era talmente calda che con ogni respiro gli sembrava di deglutire metallo fuso. Si appoggiò alla parete di un edificio, cercando conforto nel freddo intonaco. 


Le stelle risplendevano sul cielo sopra di lui e una brezza leggera gli scompigliava i capelli. Afferrò il parapetto con tanta forza da farsi sbiancare le nocche e guardò le auto che sfrecciavano sulla strada sotto di lui. Due ali rosse lo avvolsero e prese un respiro tremante. Sentì gli occhi bruciare ma nessuna lacrima scese. Si spinse via dal parapetto e Dabi si vide riflesso nel vetro della porta. Al posto del suo viso trovò capelli biondi e pelle liscia. Gli occhi di Keigo si spalancarono e Dabi era certo che ora lo stesse vedendo anche lui. Sbatté le palpebre ed era di nuovo nel vicolo. Endeavor stava bruciando uno dei mostri ma lo sguardo di Dabi venne catturato da rosso e bianco che svoltavano per una via traversa. Lasciò cadere la boccetta sull’asfalto.


Rincorse Shouto Todoroki per le strade di Hosu City, tenendosi sempre a dovuta distanza mentre evitava mostri, eroi e civili. I suoi passi non erano alimentati dall’odio, dalla paura o dal desiderio di fare la cosa giusta. Perché, nonostante ciò che avesse detto a Keigo su quella scalinata, non voleva morire per quel bastardo. Voleva semplicemente tornare a casa. Porre fine alla guerra che stava combattendo da solo e contro se stesso senza vittime o colpevoli. Tornare da Keigo era stata una cattiva idea. Vivere con lui abbastanza da abituarsi alla sua espressione assonnata al mattino era stata peggiore. Aveva pianificato di affrontare Endeavor come un uomo con nulla da perdere ma Keigo si era intromesso esattamente come il bambino ficcanaso che più di dieci anni prima gli aveva dato un pugno in una stanza che puzzava di fumo. Pensava che allontanandosi Keigo sarebbe stato più felice. Ogni spinta che gli dava era più difficile della precedente perchè lui continuava a guardarlo come se illuminasse il sole. E probabilmente Dabi ricambiava lo sguardo visto che Keigo non lo aveva mai veramente lasciato. 


Dabi era egoista e perciò non sarebbe morto. Che ci pensasse il suo fratellino a mandare Endeavor in prigione, lui ora aveva troppo da perdere. 


Girò l’angolo di corsa senza controllare che la strada fosse libera. Si bloccò nel centro del vicolo. Uno dei mostri lo fissava da quegli occhi senza palpebre. Aveva quattro braccia, due delle quali gli spuntavano asimmetriche dalla schiena e dal cranio scoperto si vedeva chiaramente il suo cervello. Una creatura formata da pezzi di corpo malamente assemblati insieme e che sembrava avere quirk multipli.  Dabi si ricordò delle voci che giravano tra la malavita, di un potente villain che stava creando fantocci umani in grado di utilizzare più di un quirk. Nomu li avevano chiamati. La cosa gridò e si lanciò contro di lui. Dabi lo inondò di fuoco alzando la temperatura finchè non sentì sfrigolare la pelle. Il Nomu si contorse su se stesso mentre cercava di afferrare le fiamme con i suoi quattro arti, rilasciando un altro grido. La sua rigenerazione apparentemente non era abbastanza veloce da riparare le cellule bruciate. Dabi si preparò a colpire di nuovo ma venne preceduto. Fiamme rosse avvolsero il mostro che si voltò per attaccare il nuovo avversario, Dabi approfittò della sua distrazione per colpirlo a sua volta. Il Nomu, usando quel poco libero arbitrio che ancora gli rimaneva, evitò gli attacchi al meglio e si arrampicò su un palazzo vicino scomparendo alla vista. 


“Vada nel punto di raccolta più vicino!” 


Dabi sussultò all’udire quella voce, la cadenza così simile a quella di Rei. Il timbro era completamente estraneo ma non c’era nulla di più riconoscibile dei suoi capelli. Metà rossi e metà bianchi, il marchio del figlio perfetto. Un’ustione gli ricopriva l’occhio sinistro e Dabi provò un’ondata di rabbia per suo padre. Non sapeva esattamente cosa fosse successo ma era certo che fosse colpa di Endeavor.


“Shouto!” Urlò prima che il ragazzo potesse riprendere a dare la caccia al Nomu. Shouto si fermò evidentemente esasperato.


 “Signore,” Dabi fece una smorfia al sentirsi dare del ‘signore’ dal proprio fratello minore. “Non posso rimanere, sono sicuro che un Pro Hero la accompagnerà al punto di raccolta.” 


“Si tratta della tua famiglia.” Shouto lo congelò con lo sguardo, un’abilità chiaramente ereditata da Fuyumi, ma era chiaramente interessato. Dabi si avvicinò lentamente mentre teneva la chiavetta USB ben visibile, non voleva che il suo fratellino lo congelasse veramente. “Se mai ti volessi vendicare di quel bastardo, questa potrebbe aiutare.”


Shouto lo osservò dalla testa ai piedi. Le cicatrici, i piercing e i capelli malamente tinti di nero. Gli occhi che riflettevano l’azzurro del suo sinistro. “Chi sei?”


“Qualcuno che odia Endeavor, proprio come te.” Shouto continuò a fissarlo con diffidenza mentre indietreggiava lentamente. Dabi mormorò scocciato ma con il tono abbastanza alto da farsi sentire, “Avrei fatto meglio a darla a Natsuo, a quest’ora papà caro sarebbe già in prigione.”


Shouto spalancò leggermente gli occhi, “Cosa?...” 


Dabi gli lanciò la chiavetta, Shouto la prese di riflesso. “Usala, non usarla, a questo punto non mi interessa.” Si voltò e lo salutò da sopra la spalle, “Arrivederci, Shouto Todoroki.”


Sorprendentemente Shouto non lo seguì e Dabi gliene fu grato. Dal modo in cui era scappato da Endeavor probabilmente doveva arrivare in fretta da qualche parte. Da qualcuno dei suoi compagni di classe magari. Keigo lo avrebbe sicuramente saputo e  gli avrebbe chiesto tutti i particolari una volta tornato a casa. Prima si fermò a comprare una confezione formato famiglia di pollo fritto che, anche se ormai freddo, lui e Keigo finirono per mangiare sul divano a mezzanotte mentre una soap opera passava in tv. Dabi pensò che ne era valsa la pena per potersi addormentare nelle braccia di Keigo. 




____


Note: È finita! Onestamente è la prima ff che finisco interamente di scrivere (ops) e ne sono stranamente orgogliosa. Questa è una storia nata a caso e che è cresciuta mentre io miglioravo nella scrittura. Non è perfetta, specialmente i primi capitoli, ma mi sono divertita a scriverli e credo sia quello che conta. Grazie mille a chi è rimasto con me durante questo lungo - lunghissimo- processo e spero che vi sia piaciuta!


Layel


P.S.: Sto già scrivendo un’altra storia, più fantasy ma con la stessa buona dose di Dabihawks! Perchè amo troppo scrivere per questi due lol

   
 
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