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Autore: Fiorels    05/09/2009    3 recensioni
“Beh, se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine, consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Telefonata

 

POV Robert

 

E chissà se vale la pena di passare la vita a correre

o se invece la migliore mossa non sia di starmene immobile…

 

Così come mi ero addormentato mi risvegliai col suono della sua voce, la voce di quella magnifica ragazza che avevo sognato e sognato per tutta la notte…e per le notti successive.

Di solito mi limitavo a sognare la sua immagine, come se fosse sbiadita, lontana e irraggiungibile, immaginando un nostro eventuale incontro.. Questa volta era stato diverso. Era chiara, presente, delineata in ogni suo particolare, perfetta. Non ricordavo nemmeno cosa sognavo; ormai sognavo solo lei ed era difficile ricordare ogni singolo sogno. Ciò che ricordavo era lei. L’immagine della bellezza.

Così, andai avanti per una settimana, accontentandomi di sognare quella creatura la notte e pregando di ricevere una miracolosa e attesa telefonata di giorno.

Ero tornato a Londra. Era inutile restare lì: non solo ero convinto che non mi avrebbero chiamato, ma anche se lo avessero fatto sarebbero passati giorni.

E infatti i giorni passavano e la sua immagine cominciava a sbiadire nuovamente.

Avevo quasi perso le speranze quando il 17 gennaio, esattamente dieci giorni, 2 ore e 27 minuti da quel pomeriggio della mia audizione, squillò il cellulare.

Numero sconosciuto.

Iniziai ad agitarmi e a fissare il cellulare come un ebete. Perché non rispondevo? Perché me ne stavo lì impalato? Stupido, rispondi!

Rimasi impassibile fino al quarto squillo. Quando mi convinsi che il cellulare non avrebbe risposto da solo e realizzai che se non mi muovevo avrebbe smesso di squillare, risposi.

Catherine. Avevo ottenuto la parte! Non potevo crederci! Come poteva essere?!

“La tua performance è stata molto intensa, è abbiamo scelto te” disse come se fosse la cosa più normale di questo mondo.

Certo non potevo negare che l’audizione era stata intensa. C’era stata sicuramente una specie di connessione a prima vista, ma credevo che fosse stata troppo intensa e che avesse sfociato nel ridicolo. Non che ricordassi molto; era stato tutto così naturale che non ricordavo nemmeno di aver recitato. Forse era quello il motivo per cui ero tanto sbalordito.

Uscii in terrazza a prendere una boccata d’aria e realizzare quello che avevo appena saputo. Finalmente lo shock passò e tutto fu chiaro. A quel punto esplosi in una fragorosa risata e non potei fare a meno di urlare: “CE L’HO FATTAAAAAAAAAAA” fu un urlo disumano, ma non riuscii proprio a contenermi! Notai allora che il mio vicino mi fissava come se fossi un pazzo, ma non me ne fregava per niente! Ero al massimo della felicità! Che strana cosa la vita! Mi ero presentato a un provino, senza sapere bene di cosa trattasse il film, senza aver studiato il libro o il copione – che avevo letto un paio di volte - e tutto per una ragazza, e per uno strano scherzo del destino, ero stato preso! Finalmente la fortuna si era accorta di me, e sperai che non mi lasciasse per almeno un paio di giorni. Catherine era stata chiara e veloce, immagino perché fosse molto impegnata. L’indomani avrei preso un aereo che era già stato prenotato per me, e un taxi mi avrebbe portato al Grand Hotel di Los Angeles dove avrei incontrato gli altri, il resto del cast, e avrei rivisto lei; e il giorno dopo sarebbero già iniziate le prove. Le riprese erano già state rimandate di un paio di settimane a causa del casting del protagonista – parte che avevo ottenuto io J - e non si poteva più aspettare; perciò avremmo dovuto concentrare le prove in tre giorni.

“So che è tutto molto affrettato, ma il budget non è altissimo e dobbiamo muoverci. Tre giorni basteranno! E comunque sono sicura che ti troverai bene con Kristen.” mi aveva spiegato Catherine.

“E poi faremo due chiacchiere a proposito..aveva continuato con tono un po’ preoccupato - ma lì per lì non ci badai - per poi darmi gli ultimi dettagli sul viaggio e lasciandomi subito dopo a decifrare quello che voleva dire; ma non ci pensai più di tanto. Ciò che ora mi preoccupava era altro.

TRE GIORNI DI PROVE!!!

Era una follia, ma al momento non ero capace di pensare in modo obiettivo: ogni follia era ben accolta, se c’era lei.

Anzi, non vedevo l’ora di iniziare e vederla di nuovo. Mi sembrava ancora strano a pensarci, come se non stesse accadendo veramente.

In quel momento un altro atroce problema mi assalì.

TRE GIORNI DI PROVE!!! Pensai questa volta in preda al panico.

Non ero pronto. Mi avevano scelto ma non avevo idea di cosa avrei dovuto fare. Non conoscevo il mio personaggio, sapevo solo che era bellissimo, tenebroso e tormentato, e di nuovo mi chiesi per quale assurdo motivo avevano scelto me. Avrei fatto una pessima figura, e non potevo - non volevo - permettermelo davanti a lei così brava e professionale. Accidenti a me!

Però, riflettendo, mi resi conto che non era troppo tardi e potevo sempre rifarmi. Avevo portato il libro con me e decisi di iniziare da quello, dal punto principale. Così iniziai ad avventurarmi in “Twilight” cercando di capire la profondità del personaggio attraverso le parole di Bella, che narra in prima persona, da un punto di vista strettamente personale. Inaspettatamente il libro mi prese più di quanto immaginassi, dovuto probabilmente alla mia testa che vagava immaginando quali scene avrei girato con lei.  Feci una pausa solo per mangiare e ripresi subito, così per il tardo pomeriggio avevo finito. Ne ero orgoglioso e già sentivo di aver raggiunto un traguardo. Ora il copione! Ma sapevo che sarebbe stato più fluido e semplice. Ero certo che nel giro di un paio d’ore avrei finito anche quello…e non mi sbagliavo.

Erano le 9 e avevo il cervello fuso: vampiri, sangue, James, ballo, alberi, ninna nanna, biologia, profumo, pianoforte, radura, sole, diamanti, furgone, incidente, ospedale…

Avevo le idee un po’ confuse e un leggero mal di testa, ma mi bastò richiamare alla memoria la sua immagine, la sua figura e la sua voce per sentirmi subito meglio.

Feci i bagagli e dopo una estenuante e lunghissima telefonata ai miei genitori decisi di andare a dormire per cancellare le occhiaie e le borse sotto gli occhi. Va bene che il mio personaggio era tecnicamente morto, ma meglio aspettare almeno un giorno per calarmi direttamente nella parte. Con quell’aspetto mi avrebbero spedito indietro da dove ero venuto e non avrei certo potuto impedirlo. Mi stesi sul letto distrutto e mi addormentai poco dopo con un pensiero fisso in testa: di lì a due giorni dovevo dimostrare quanto valevo, dovevo cambiare.

Avrei smesso di balbettare e di sentirmi insicuro. Avrei cambiato atteggiamento, avrei stretto amicizia con tutti e sarei stato affabile e alla mano. Dovevo dare del mio meglio per non deludere nessuno, per non deludere lei.

 

e tanto

se l’onda arriva, arriva e basta!

Non serve perderci la testa.

E allora tanto vale sorridere.

 

 

 

   
 
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