.I. Fagioli volanti, fantasmi petulanti e ombre maligne (5 novembre 2023)
[trattato sul come conciliare il quotidiano al carico di responsabilità derivate dall'errato svolgimento del Nèkiya]
Anche io ho il mio talento:
Infilare la testa fra le fauci della quotidianità e restare vivo.
(L'incompiuto)
Hogwarts,
3° piano, bagno delle ragazze
5 novembre 2023
Una
tenue luce grigiastra filtra dalle alte finestre smerigliate, strette e
piombate come feritoie, gettando l'ampia stanza in una quieta e
spettrale penombra; i cubicoli in legno smaltato paiono dei loculi
pronti a ricevere il feretro del defunto, mentre la struttura
monumentale in marmo bianco che occupa l'abside di destra, ove sono
incassati gli antichi lavandini dai rubinetti in ottone, pare un
tributo alla memoria di qualche nobile ottocentesco deceduto
prematuramente.
O al basilisco, dato che quell'improbabile costruzione cela l'ingresso
della Camera dei Segreti ove i resti della creatura ancora riposano;
suo padre le aveva narrato più volte l'avventura nei meandri
della scuola durante il suo secondo anno e la lotta con il grosso
serpente, vinta grazie all'intervento di Fawkes e al materializzarsi
della spada di Godric.
Quand'era piccola quella era una delle avventure che più
preferiva e a cui spesso 'giocava' assieme a James Sirius nei panni del
padre, ed Albus Severus relegato al ruolo di basilisco, mentre a lei
veniva affidato l'arduo compito di interpretare contemporaneamente sia
Allock che zio Ron; ricorda i duelli con le spade di legno, i rametti
tagliati dalle piante del giardino a mo' di bacchetta e lo scorno di
James quando il serpente gigante Albus lo batteva, facendogli volare
dalle mani la preziosa arma per poi pugnalarlo con la terribile e
velenosa 'zanna'.
Era sempre stato bravo nella lotta con le spade, Albus, peccato che ad
ogni vittoria corrispondessero innumerevoli scherzi –
talvolta cattivi – da
parte del fratello maggiore, copia sputata del nonno ed incline alla
boria fin da bambino.
Nonostante fossero solo giochi, io e
Albus siamo
sempre stati vittime, poco carnefici.
Il 'Potter' per eccellenza è uno, uno soltanto, noialtri
siamo solo il frutto di un'errore genetico, di calcolo, o di diverse
– premeditate - cadute dal seggiolone che ci hanno reso
'diversi' dalla tribù Potter-Weasley.
Basta vedere a quali casate siamo stati assegnati.
Albus è Serpeverde come i bisnonni Prewett (I), io invece
sono l'unica Corvonero dell'albero genealogico.
Nonostante ai nostri genitori non importi sotto che colori abbiamo
studiato, so bene che noi due – così diversi
– per loro rappresentiamo un'incognita.
Uno
dei rubinetti d'ottone perde fredde gocce d'acqua ferrigna, scandendo
il tempo con precisa inflessibilità mentre lei cerca di
scacciare i pensieri legati all'infanzia per concentrarsi sul compito
di pozioni assegnatole dal docente: Distillato della Morte Vivente.
La preparazione del suddetto durante la lezione era stata un disastro.
L'intera classe aveva mostrato numerose difficoltà nel
raggiungere un risultato che potesse considerarsi 'accettabile'
a causa della complessità nel tagliare in modo corretto gli
ingredienti; l'insegnante l'aveva quindi assegnata come compito diviso
in parte teorica e pratica: un tema ed una seconda preparazione
'libera', da svolgersi con l'aiuto di testi specifici ed in gruppo,
mettendo a disposizione degli studenti del sesto anno il laboratorio
sito nei sotterranei durante le ore d'inutilizzo.
I suoi compagni di corso si erano subito accordati per svolgere la
ricerca in piccoli gruppi, mettendo assieme le capacità di
ognuno per giungere all'agognato risultato mentre lei, da sempre
solitaria ed introversa, aveva preferito ritirarsi nel desolato bagno
femminile del terzo piano, suo personale 'rifugio' da quando aveva
messo piede ad Hogwarts a causa dello scarso –
se non nullo – afflusso
di persone al suo interno, ed eseguire il compito sola.
Quel bagno è l'unico posto della scuola a non aver subito ristrutturazioni o modifiche a seguito della ricostruzione, mantenendo l'aspetto vecchio e lugubre accentuato dagli arredi anni cinquanta; il motivo, oltre alla onnipresente Mirtilla Malcontenta, poco amata dalla componente femminile della scuola a causa del suo comportamento morboso, è da ricercarsi nella presenza dell'accesso alla Camera dei Segreti e alla leggenda secondo la quale se ci si accovaccia sulla turca per espletare i propri bisogni un basilisco gigante emerge dal pozzetto, inghiottendo lo sfortunato avventore mentre si trova chiappe all'aria.
Che idiozia.
Svuota la borsa a tracolla disponendo il libro di 'Pozioni Avanzate' fra sé ed il calderone in peltro di misura standard, coprendolo poi con un plico di appunti vergati in una calligrafia minuta e sghemba nei quali ha riportato delle variazioni alla pozione scovati fra i tomi della sezione proibita; se madama Pince non s'infervorasse così tanto ogni volta in cui tenta di eseguire i compiti pratici in biblioteca, berciando quanto sia pericoloso accendere fuochi – seppur controllati – in un luogo ricolmo di carta antica, avrebbe eseguito il lavoro direttamente sui tavoli da lettura con tutti i manuali di cui necessita a portata di mano.
Mi dovrò accontentare degli appunti.
Adagia
con cura gli ingredienti alla sua sinistra, scartando i pacchetti ed
aprendo i tupperwere ove erano stati ordinatamente riposti, per poi
estrarre dalla tasca frontale un astuccio in tela grezza contenente il
set di coltelli, taglierini, cucchiai in legno ed alambicchi utilizzato
per preparare e trattare le varie sostanze, srotolandolo alla sua
destra.
Lascia all'interno della sacca solo le provette in vetro, preferendo
non intasare lo spazio con materiale che non le sarà utile
nell'immediato.
Passandosi le dita fra i capelli come fossero un pettine inizia a
raccoglierli dapprima in una coda alta, per poi disciplinarli in una
treccia stretta che lascia ricadere oltre le spalle con noncuranza,
iniziando a leggere le istruzioni.
La parte più difficile della preparazione è il
primo passaggio: sminuzzare il dannato fagiolo 'salterino'.
Cattura il labbro inferiore fra i denti, selezionando un coltello
abbastanza affilato e con una buona punta, prima di pescare l'ortaggio
dal tupperwere ed adagiarlo sul tagliere in legno.
Durante quel passaggio in classe si era scatenato un vero e proprio
bombardamento, con fagioli che schizzavano in aria veloci e precisi
come proiettili babbani, frantumando ampolle ed alambicchi, ribaltando
calderoni e ferendo –
in modo più o meno serio – diversi
suoi compagni; lei ne aveva evitati due per puro miracolo, il terzo
invece le era piovuto nel calderone mandando in fumo – o meglio facendo esplodere - quel
poco che era riuscita a preparare.
"A noi due, fagiolo" ringhia a denti stretti, brandendo la lama come
l'Albus di otto anni aveva brandito la spada di legno preparandosi ad
affrontare il fratello maggiore.
Nei trattati sulle pozioni anestetizzanti ha letto numerose varianti
alla preparazione del Distillato della Morte Vivente, correlate da
accorgimenti su come tagliare il fagiolo soporoso senza farlo schizzare
verso i quattro angoli della stanza e quasi tutte concordano
sull'utilizzo di una lama con una punta affilata, tale da bucare la
buccia dell'ortaggio in modo da farne scaturire il succo senza doverlo
tagliare.
Avvicina la lama tenendo la verdura fra l'indice ed pollice della mano
sinistra, poggiandone la punta contro la superficie bitorzoluta prima
di premere con decisione; l'ortaggio però si rivela
coriaceo, sfuggendo dalla presa per schizzare come un bolide impazzito
verso l'abside, ove si schianta contro lo specchio d'un lavandino prima
di cadere al suo interno, incastrandosi nello scarico.
"Merda" impreca la strega prendendone un altro; ha ancora due
possibilità, due fagioli di riserva accuratamente sottratti
dalla dispensa nell'aula di Pozioni, quindi non può
permettersi ulteriori fallimenti.
Rilegge le istruzioni stampate sul libro e le confronta con gli
appunti, poi poggia il secondo fagiolo sul tagliere e si appresta a
ripetere l'operazione ignorando il fastidio alla nuca e la sgradevole
sensazione d'essere osservata; con la coda dell'occhio vede un lembo
della divisa evanescente di Mirtilla fluttuare a mezz'aria alla sua
sinistra, sopra alle divisorie dei cubicoli in cui si trovano le turche.
La ragazza fantasma è insolitamente quieta, non ridacchia
né schernisce, limitandosi ad osservare in silenzio il
lavoro svolto dalla giovane strega con la curiosità
ammorbante che riserva ad ogni essere vivente che ha la sfortuna
d'incrociare il suo cammino.
Quest'ultima colpisce rapida, piantando con forza la punta del coltello
nella buccia del fagiolo che, beffardo, s'invola verso il soffitto
rimbalzando con balistica precisione contro alla plafoniera in vetro,
per poi cadere –
come un corpo morto cade – all'interno
di uno dei gabinetti; un vigoroso 'splof' risuona nella stanza seguito
da una colorita imprecazione, sovrastata dalle risa sguaiate della
fantasma.
"Zitta Mirtilla!" ringhia Lily Luna lanciandole un'occhiata di fuoco,
afferrando l'ultimo fagiolo a sua disposizione e sbattendolo con forza
contro al tagliere nella speranza d'intimidirlo e farlo collaborare;
non è mai stata superlativa in pozioni ma se l'è
sempre cavata discretamente, arrivando a rielaborare vecchie ricette
scovate nei libri proibiti, preparando intrugli complessi senza alcuna
difficoltà.
Certo, nessuna delle pozioni
affrontate fin ora
aveva negli ingredienti questo maledettissimo ortaggio.
A confronto persino le pelli di drago ed armadillo sono facili da
tagliare.
'Fanculo.
Lo
fissa con odio, brandendo nuovamente la lama nella destra con la cieca
ferocia d'un assassino pronto a compiere un massacro.
"Sai..." esclama Mirtilla fluttuandole dietro le spalle per osservarla
meglio, il viso deformato da un ghigno sinistro.
"Forse dovresti chiedere aiuto a lui....dopotutto è stato il
più abile pozionista d'Inghilterra per anni...prima
di...morire..." biascica, aggiungendo lunghe pause per dare
drammaticità alle parole chiave del discorso con una cadenza
da teatrante consumata; se non fosse deceduta settant'anni prima a
causa del basilisco ed avesse avuto qualche conoscenza - basilare –
dello show business babbano, Lily è certa che Mirtilla
avrebbe potuto aspirare ad una carriera di tutto rispetto nel teatro o
in TV, oppure restare nel mondo magico e darsi alla Legilimanzia, vista
la sua chirurgica precisione nell'individuare le paure
dell'interlocutore, ritorcendogliele contro.
Lui, l'ombra.
La notte di Halloween, la foresta proibita inondata dalla pioggia.
Il rituale.
Il Magiamorte emerso dalla terra.
Lui.
Io.
La
strega inghiotte un grumo di saliva sentendo la gola farsi sempre
più secca mentre una fredda morsa le afferra lo stomaco;
cinque giorni passati a cercare di metabolizzare in modo razionale
quanto è accaduto durante Halloween, immergendosi nel
quotidiano per scacciare l'irreale con cocciuta tenacia non sono
serviti a nulla, il castello d'illusioni sapientemente tessuto in modo
da non impazzire crolla frantumato dalle parole dello spettro.
O forse era già crollato la mattina dell'uno novembre, dopo
quasi due ore di conversazione –
irreale – con Lui
e negli ultimi giorni ha solo fatto finta di non sapere, di credere
ancora alla scusa del 'brutto sogno ad occhi aperti'; avverte un
fremito lungo la carotide, ove il Mangiamorte ha affondato i denti
marcescenti per bere il suo sangue e vi passa sopra le dita fredde
abbandonando il fagiolo, cercando una cicatrice non visibile ma ben
impressa nella memoria.
Lui l'ha guarita, ha richiuso tutte le ferite ed i graffi prima di
portala in infermeria, lasciandola alle cure di Madama Poppy per
svanire fra le ombre del castello come fosse una di esse.
Non un uomo, non più.
Non uno spirito poiché è carne e sangue.
Un'ombra, un ricordo.
Un interludio.
"Non
ho bisogno del suo aiuto" mormora la strega serrando le labbra,
osservando con occhi vuoti i giochi prodotti dalla tenue luce sulle
superfici degli specchi di fronte a sé, nella
semioscurità dell'abside.
Mirtilla sghignazza nuovamente, trapassando parte del pavimento con
gambe e busto per osservarle meglio il viso; gli occhi evanescenti
contornati da spessi occhiali con la montatura sottile, a cerchio, ben
piantati nelle iridi castane, distanti.
"Oh si invece...ma ne hai...paura..."
"No!" ribatte la ragazza stringendo la presa sul coltello.
"Non ne ho paura, solo...non credo che sarà così
bendisposto a darmi una mano per una cosa così stupida. Si
tratta solo di tagliare un fagiolo per la preparazione di una pozione
che lui usualmente assegnava agli allievi del quinto anno, non del
sesto. O almeno, così mi raccontava zia Hermione."
Le labbra trasparenti di Mirtilla si incurvano in un sorriso sghembo
mentre s'invola di nuovo, andando a zonzo nell'etere, canticchiando
"Lily Luna ha una paura, la vuoi conoscere anche tu? Il professore
morto stecchito...oh...oh!"
"Mirtilla piantala!" ringhia Lily, afferrando la prima cosa che le
capita a tiro –
un pestello in legno – per
lanciarlo verso la ragazza fantasma; essendo questa incorporea
l'operazione non sortisce l'effetto sperato e lei continua a
canticchiare e ridacchiare imperterrita, mentre l'oggetto le vola
attraverso atterrando con un tonfo a lato dei lavandini, rotolando poi
di qualche metro.
"Smettila! Non voglio chiedere aiuto perché posso farcela da
sola, non perché ho paura di lui" sbotta la ragazza dopo
aver fatto un lungo respiro, cercando di riacquistare la calma perduta.
"E' per questo motivo che sei qui da sola...sola...sola? Senza amici?"
domanda la fantasma, piroettando sopra ai lavandini e rivolgendole
un'occhiata indagatoria.
"Ho degli amici, ma non mi servono per superare un compito. Sono qui
perché voglio dimostrare al professor Taylor le mie
capacità e per poterlo fare devo eseguire un perfetto
Distillato della Morte Vivente da sola, senza aiuti. Quando
dovrò sostenere i M-A.G.O d'altronde non li avrò"
spiega tornado poi a concentrarsi sul fagiolo, abbandonando Mirtilla e
le sue esclamazioni senza senso intercalate da versetti idioti e
canzoncine enunciate in un falsetto assai stridulo.
La conosce da ben sei anni, da quando al primo anno, per sfuggire ad
uno stupido scherzo tesole da James Sirius si è rifugiata li
e lei le ha dato asilo promettendo di difenderla dai bulli; a volte
però fatica ancora a reggerla, specie quando sa che ha
ragione.
Lei non ha molti 'amici', gli unici che può considerare tali
sono suo fratello Albus Severus e Rose, sua cugina,
tutti gli altri sono solo conoscenti o compagni di scuola, talvolta
rivali se si dimostrano abbastanza bravi da competere con lei; da
quando è giunta ad Hogwarts non ha mai provato ad aprirsi o
socializzare per il puro piacere di farlo e di non essere sempre sola,
si è gettata nello studio e nello sport con anima e corpo
evitando tutto il resto.
Finché c'era Albus andava bene così,
perché a fine giornata trovava sempre qualcuno con cui
parlare e confrontarsi; anche Rose, di un anno più grande,
è un'ottima amica e confidente, ma dovendo studiare per i
M.A.G.O con l'incombenza di dover contemporaneamente preparare il test
d'ammissione alla facoltà di medicina babbana le resta
davvero poco tempo da dedicare al resto.
Si vedono spesso in biblioteca, ma oramai parlano solo di materie
scolastiche, progetti per il futuro e talvolta di Scorpius Malfoy,
cotta segreta della cugina.
Lily incurva le labbra in un sorriso triste, fissando distrattamente
l'ultimo fagiolo abbandonato sul tagliere.
Rose ha già impostato la
sua vita, sa
già cosa vorrà fare 'da grande'.
Io no, è già un miracolo se arrivo a decidere il
colore dei calzini che indosserò domani, sapendo che ne ho
solo di bianchi.
Rose vuol laurearsi in medicina e poi seguire la facoltà di
infermieristica magica del San Mungo, idea molto simile a quella di
Albus.
Io ho tanti interessi ma niente che mi attragga davvero, che voglia
fare per la vita.
A Rose piace Scorpius, anche se zio Ron non vuol saperne nulla di
questa relazione, né darà mai il suo benestare.
Io considero i miei coetanei maschi come poppanti col moccio al naso.
Oltre a non vedere in loro nulla di attraente sul piano fisico, l'idea
di doverci fare qualcosa che vada oltre il bacio a stampo mi ripugna.
Ma è inutile che mi arrovelli su questi pensieri.
Rinsalda la presa sull'impugnatura del coltello, afferrando nuovamente il fagiolo e preparandosi a colpire per bucarlo.
Non arriverò ai
diciassette anni.
Fare progetti non serve nulla.
La
punta cala inesorabile sotto lo sguardo fermo della strega fermandosi
contro la superficie scura e bitorzoluta dell'ortaggio per lasciarvi
una piccola incisione, una ferita nella scorza dura da cui sgorga una
goccia di liquido ambrato.
"Evvai!" esulta Lily lasciando delicatamente il fagiolo senza
però mollare la pressione sul coltello.
Con la mano sinistra tenta di recuperare una ciotola per raccogliere il
liquido, ma così facendo sbilancia il peso trasformando
l'utensile in una leva che spara il fagiolo in aria ed in avanti, verso
gli specchi.
"Oh!" ghigna Mirtilla sentendosi attraversare dal piccolo corpo
coriaceo mentre Lily schizza in piedi con la bacchetta in pugno,
puntandola di fronte a sé pronta a pronunciare l'incantesimo
di appello; prima che possa terminare la parola 'Accio
fagiolo' vede la parte buia sul fondo dell'abside incresparsi.
Le ombre paiono colare dal muro ed innalzarsi dal pavimento,
protraendosi verso i lavandini fino a catturare l'ortaggio volante a
mezz'aria.
"Ohhh...è arrivato finalmente!" esulta Mirtilla vorticando
attorno alla massa nera che, pian piano, inizia ad acquisire la forma
ben definita di un uomo alto e pallido, con vesti nere come carbone.
Eccolo.
Evocato dagli inferi come nei peggiori racconti dell'orrore e con la
stessa teatralità che ha il Diavolo nel mostrarsi agli
ignari mortali che l'hanno – sbadatamente –
chiamato, maghi e streghe, signore e signori a voi...Severus Piton!
"Potter"
scandisce monocorde, le labbra sottili serrate in una linea ferma
trattenendo il fagiolo fra l'indice ed il medio della mano destra, in
modo che lei lo possa osservare bene.
Lily inghiotte un grumo di saliva sentendo i battiti aumentare fino a
rasentare la tachicardia; vederlo prendere forma dalle ombre in quel
modo così anomalo pur rapportato al contesto magico del
mondo a cui entrambi appartengono, le causa sempre una certa
inquietudine oltre a ricordarle con dolorosa insistenza chi lui sia ed
in quale stato abbia deciso di palesarsi nuovamente fra i vivi.
Gli occhi dal taglio asciutto, neri come ossidiana, la scrutano con
un'intensità tale da metterle a nudo l'anima spingendola a
spostare lo sguardo sullo specchio ove si riflette la parte lunga della
stanza, con lei al centro attorniata dal materiale di pozioni, i
cubicoli dei gabinetti e gli armadietti in metallo sul lato opposto.
Nessun fantasma d'una ragazzina dai capelli raccolti in codini e spessi
occhiali tondi.
Nessun uomo nero emerso dalle ombre.
Solo un fagiolo bitorzoluto sospeso a mezz'aria.
I morti non si riflettono negli specchi.
Non appartengono al piano 'umano'.
"Potter"
ripete.
"Si?" mormora timidamente, abbassando la bacchetta.
"Sorvolerò sulla poca cura da te mostrata verso gli
strumenti che dovrebbero aiutarti nella preparazione delle pozioni,
così come sull'imbarazzante ed infelice scelta di metterti a
svolgere una di esse seduta sul pavimento di un bagno che,
probabilmente, non viene pulito da quando ha subito l'ultima
ristrutturazione, ovvero negli anni cinquanta del secolo scorso"
"Oh no professore...Gazza lo puliva...fino a qualche ventennio fa"
s'intromette Mirtilla, venendo fulminata da un'occhiata furente dell'ex
insegnante; pur essendo morta da tempo non può far a meno
d'avvertire un brivido, seguito da un vago senso di paura.
Si zittisce di colpo, scivolando lentamente verso le porte dei
gabinetti, lontana dall'uomo.
"Dicevo..." riprende Piton una volta sicuro d'aver ottenuto silenzio
"Sorvolerò sulla scelta che porterà sicuramente
ad una contaminazione dei materiali da parte di germi e batteri che ne
altereranno la composizione, rovinando irrimediabilmente il preparato.
Le pozioni vanno eseguite in un ambiente sterile, questo è
un requisito fondamentale per la loro buona riuscita."
I
battiti accelerano, seguendo l'inflessibile cadenza delle parole
dell'ex insegnante mentre una serie di puntini biancastri costella il
campo visivo della strega, segno che l'agitazione pian piano sta
trionfando sull'autocontrollo, palesandosi in un calo di pressione
scaturito dall'ansia.
Cinque giorni di discussioni continue con Piton ed ancora non riesce a
scrollarsi di dosso il senso di inadeguatezza e remissione in cui
l'uomo la getta, oltre a non essere in grado di ribattere a tono come,
invece, le viene spontaneo parlando con altri insegnanti; i loro
dibattiti sono unidirezionali, Lily Luna si limita a fissarlo spaesata
e deferente, con le labbra serrate ed i pensieri in subbuglio mentre
lui non perde occasione di rinfacciarle quanto sia poco attenta,
stupida, rimarcando che:' Solo una deficiente avrebbe eseguito un rituale di
cui non ha afferrato bene il senso per gioco; una deficiente o una
Potter, parole che potrebbero tranquillamente risultare sinonimi'.
Il tono piatto, distaccato con cui le parla e la poca considerazione
mostrata nei suoi confronti, alimentata dall'errata opinione che lui
s'è costruito di lei, la feriscono crudelmente; non sa
spiegare perché il parere di un Severus Piton redivivo ed
incattivito le importi così tanto, dopotutto non si
conoscono affatto, ma ogni frecciatina le pesa come una ferita inferta
da una lama.
Non capisce nemmeno come lui riesca a causarle soggezione, zittendola
con una semplice occhiata tagliente senza ricevere un meritato 'vaffanculo'; nonostante cerchi di far
appello alla fermezza e coraggio che la contraddistinguono per
ribattere e fargli capire che no, non è la stupida testa di
legno che era suo padre quando l'aveva come allievo, lui pare non
udirla continuando ad associare saldamente la persona al cognome.
E lei lo asseconda, inghiottendo saliva amara ed imprecazioni
perché frenata da una consapevolezza che la sta opprimendo
da giorni, tenendola sveglia la notte ed alimentando gli incubi che ora
la visitano regolarmente: ciò che la frena dal rispondere a
tono sono gli occhi di lui, il buio che vi vede annidato in fondo alle
pupille scure e che le ricorda la notte nella foresta proibita.
Se Piton non fosse apparso lei ora sarebbe carne per i vermi, cibo e
sangue per cadaveri vaganti e ciò, a suo avviso,
è un motivo sufficiente per mostrarsi un po' più
conciliante sapendo che lui, con lei, non lo sarà mai e ne
ha tutto il diritto.
L'ho chiamato indietro dalla tomba,
costringendolo
nuovamente a camminare in un mondo che gli ha causato solo dolore.
Mio padre mi ha raccontato la sua storia.
Nella stamberga strillante, dinnanzi a Voldemort, ha scelto
consciamente di morire.
Doveva consegnare i suoi ricordi, voleva ricevere l'attenzione che
Harry Potter non gli avrebbe mai concesso spontaneamente
poiché lo odiava.
Poi sarebbe stato libero.
Il suo compito era finito e niente più lo tratteneva, tutto
ciò che aveva amato se n'era andato.
Voleva andarsene anche lui, in pace.
"Potter?"
la voce monocorde dell'uomo la strappa dalle elucubrazioni.
"Mi scuso, stavo pensando e...credo di essermi persa qualcosa" mormora
la strega osservando il volto innaturalmente pallido dai tratti
spigolosi; gli occhi neri sono abissi e lei vi si perde per qualche
istante, sforzandosi di non rabbrividire.
E' contrariato.
Quando mai?
"Fossi
in lei non perderei tempo in quest'attività, date le scarse
capacità dimostrate in tal contesto.
Ha sentito cosa stavo dicendo?"
"Qualcosa a proposito del sorvolare sul fatto che mi sia messa a
preparare il distillato sul pavimento lercio del bagno" risponde
prontamente Lily Luna; il sopracciglio nero, sottile, dell'uomo
s'inarca pericolosamente verso l'alto, unica manifestazione tangibile
del disappunto provato.
"Le ho chiesto perché ha deciso di sperperare ben tre
costosissimi fagioli soporosi in modo così idiota,
sparandoli in giro per la stanza come fossero petardi" ribatte facendo
ondeggiare l'odiato ortaggio.
"Non l'ho fatto apposta!" sbuffa la strega, punta un po' troppo
nell'orgoglio per riuscire a mantenere l'autocontrollo.
"Quei dannati fagioli hanno la buccia più dura del marmo e
schizzano ovunque! Tagliarli o bucarli è impossibile, cazzo!"
"Linguaggio" sibila Piton.
"Ma porca Morgana!" continua lei, fregandosene del richiamo "Ho
consultato ben tre saggi presenti nella sezione proibita della
biblioteca per cercare di trovare una soluzione
all'impossibilità di affettarlo come da istruzioni riportate
nel manuale ' Pozioni Avanzate ' e tutte le fonti confermano la
procedura da me adottata, ovvero bucarlo. Bucarlo con la punta di un
coltello per estrarne il succo"
Le parole fuoriescono come un fiume in piena, mentre gli occhi castani
– furenti –
della ragazza incontrano quelli scuri – piatti -
dell'ex professore e ne sostengono il peso come se si trovasse ad
un'interrogazione e dall'esposizione dei fatti dipendesse la sua
ammissione alla classe successiva.
"Porco Merlino scalzo in una valle di chiodi!" nuovamente Piton la
invita a moderare i toni, nuovamente lei lo ignora.
"Non ha funzionato! Anzi...c'ero riuscita...è uscita una
goccia. poi mi sono spostata per prendere una cosa e quello..." indica
con rabbia il fagiolo, ancora stretto fra le lunghe dita pallide
dell'uomo.
"Quello è partito a missile! Un po' come gli altri due in
verità. Non è che volessi sprecarli e tengo a
sottolineare che non ho li recuperati solo perché non mi va
di ravanare negli scarichi di questi lavandini luridi, o del cesso. Si,
avrei potuto richiamarli con la magia, ma il mio intento primario era
un altro. Poi i due precedenti sarebbero risultati irrimediabilmente
contaminati, come lei stesso ha giustamente suggerito..."
"Potter"
"Questo ci riporta alla questione della pulizia. Si, sono a conoscenza
del lerciume e dei vari microcosmi di batteri, muffe, funghi ed altre
entità presenti in questo bagno, dato che lo frequento dal
primo anno, ma non avevo altra scelta! Non ho alcuna intenzione di
svolgere il compito assieme ai miei compagni di corso. Devo farcela da
sola!"
"Potter..." sibila nuovamente Piton alzando il tono di voce quanto
basta a far accapponare la pelle evanescente di Mirtilla Malcontenta,
senza però sortire alcun effetto sulla giovane in carne ed
ossa.
"Sono al sesto anno, l'anno prossimo dovrò sostenere i
M.A.G.O ed ho intenzione di uscire con un ottimo voto anche in pozioni.
Non poso elemosinare l'aiuto altrui, né abbassarmi a
svolgere gli incarichi assieme a miei pari poiché
ciò sarebbe..."
"Potter! Non costringermi a silenziarti!" tuona l'ex professore,
ottenendo finalmente l'attenzione della studentessa che ammutolisce di
colpo, mordicchiando il labbro inferiore in un palese gesto
d'imbarazzo; cinque giorni di 'convivenza' l'hanno reso
sufficientemente edotto sul carattere introverso della ragazza e sulla
sua tendenza a parlare a raffica quando si agita o si sente sotto
pressione, stati in cui lui si diverte a gettarla per puro, maligno,
piacere data la stupidità e noncuranza delle altrui
volontà con le quali l'ha richiamato dalla morte
trasformandolo in una creatura a metà, né vivo
né defunto.
Un essere di cui aveva letto solo nei più oscuri tomi di
magia nera e che, sinceramente, credeva essere solo una favola per
spaventare i bambini.
Come ci sia riuscita poi è un altro grosso mistero, mistero
che la giovane si rifiuta di affrontare e qui si torna al motivo della
sua apparizione.
"Ho
sottolineato più volte la mia intenzione di sorvolare i
molteplici errori da te commessi, dato che non sono qui per insegnarti
pozioni" spiega, osservando il viso di lei farsi improvvisamente
più pallido.
"Non ho avuto tempo di continuare la ricerca" sussurra la strega,
sentendosi in difetto; ha passato cinque giorni ad aggirarsi
febbrilmente nella sezione proibita in ogni momento libero o di pausa
dalle lezioni senza però trovare il coraggio di svolgere
ricerche più approfondite sul Nèkiya, continuando
a ripetersi che ci avrebbe pensato l'ex professore, sicuramente molto
più competente di lei in materia di Arti Oscure, essendo un
ex Mangiamorte.
Non si è più nemmeno preoccupata di approfondire
con Grace e Milena il discorso sul libro utilizzato per svolgere il
rituale e su quanto accaduto durante la fatidica notte, dato che le
ragazze la evitano da giorni - con
maggiore impegno del consueto -
e fra di loro sembra essersi creato un nuovo muro, ancor piu' spesso di
quelli eretti sin ora; il tomo è sparito nella foresta la
sera del 31 ottobre, probabilmente inghiottito dalla terra assieme al
cadavere del Mangiamorte ed i suoi ricordi non sono sufficienti a
spiegare gli innumerevoli punti oscuri connessi al rituale, avendolo
imbastito più per gioco che per reale interesse, con una
superficialità quasi imbarazzante per una persona sempre
attenta e scrupolosa come lei. Amanda poi è stata ritirata
da scuola dal padre la mattina del due novembre, rendendosi
irrintracciabile, quindi le risulta impossibile domandare alla compagna
ulteriori delucidazioni su dove abbia trovato quel dannato libro e
perché abbia decido di coinvolgerla in quella follia,
insistendo a gran voce.
Non ho ancora ben chiaro come diavolo
abbia fatto a
combinare questo casino.
Lo zombie Mangiamorte, sempre che di zombie si tratti e Piton
l'ombra-cadavere.
Persino l'utilizzo della Legilimanzia non è bastato a
carpire dalla mia testa ulteriori, utili informazioni.
Non sono in grado di ricordare nemmeno gli atti di preparazione e
purificazione, figurarsi ripetere l'incantesimo.
Sperando poi che i morti siano solo due e non ce ne siano altri in giro.
Beh, almeno Piton è meglio conservato del suo collega, non
so se sarei riuscita ad abituarmi alla presenza di un cadavere
decomposto che mi tampina giorno e notte sperando che io lo rimandi a
'dormire'.
"Data
la precarietà della situazione non penso di dover nuovamente
sottolineare quanto sia importante accantonare il resto e concentrarsi
sul raccogliere più informazioni possibili sul rituale da te
intrapreso e sul come annullarne gli effetti" spiega l'ex professore in
tono fermo.
"Beh non posso certo smettere di studiare o saltare le lezioni; le
ricordo che sono una studentessa del sesto anno famosa per non aver mai
perso un'ora di scuola, non posso prendere e sparire nella sezione
proibita in cerca di testi su antichi rituali oscuri di punto in
bianco, i professori si insospettirebbero" ribatte Lily Luna,
analizzando la situazione con logica.
"Ciò però non ti esenta dal fare la tua parte,
smettendola di addurre inutili scuse ogni qualvolta ti trovi a dover
affrontare in modo concreto le conseguenze di quanto hai fatto"
sottolinea l'uomo con crudele precisione.
"Non scappo! Né m'invento scuse! Sto solo cercando di
raccapezzarmi, di mettere assieme i pezzi per reimpostare la mia vita
partendo da ciò che è accaduto il 31 ottobre" la
voce della strega trema mentre il grumo di angoscia che le ha serrato
il petto per giorni pian piano emerge sotto forma di una confessione
che mai avrebbe creduto di riuscire ad esternare in sua presenza.
"Non è facile convivere con l'idea che ho fatto un casino
epocale e che, probabilmente, lei ed il Mangiamorte non siete gli unici
morti risvegliati quella notte."
Ha gli occhi lucidi ma non piange, testarda ed orgogliosa
com'è si limita a stringere i pugni con forza.
"Non è facile convivere con l'idea che sono segnata e questa
maledizione, probabilmente, mi impedirà di arrivare ai
diciassette anni viva o di avere una vita normale in seguito, anche se
dovessi riuscirci"
Nel bagno cala il silenzio, attutito appena dallo sgocciolio ritmico
proveniente dal rubinetto danneggiato.
"Oh..." s'intromette Mirtilla svolazzandole vicina per cingerle le
spalle in un freddo ed invisibile abbraccio.
"Non preoccuparti cara, quando morirai, se vuoi, posso affittarti il
cubicolo di fianco al mio"
Un singhiozzo mascherato da risata triste fuoriesce dalle labbra di
Lily Luna che, cortesemente, ringrazia. La ragazza fantasma
è sempre stata insolitamente gentile – a modo suo –
con lei, tirandola su di morale in più d'un occasione da
quando Albus ha lasciato la scuola e Rose era troppo impegnata per
dedicarle attenzioni.
Persino Piton, per un'istante, pare scrutarla in modo diverso.
Più umano.
"I
tomi che ha consultato nella sezione proibita inerenti al Distillato
della Morte Vivente riguardano gli infusi utilizzati in medicina magica
come anestetico o calmante?" domanda l'uomo osservando le due figure
femminili con apparente distacco, nonostante le parole della ragazza
l'abbiano colpito più di quanto voglia ammettere; rigira il
fagiolo fra le mani con aria pensosa.
Lily impiega qualche secondo per registrare l'improvviso cambio
d'argomento e di impostazione vocale, notando con sorpresa il tono
più 'pacato', per quanto la voce bassa e graffiante di
Severus Piton possa esserlo.
"Si, ho letto A. Jenkins e H.T. White. Il metodo utilizzato da entrambi
per trattare il fagiolo è quello che ho cercato di adottare
anch'io, con i risultati fallimentari che Lei ha giustamente rimarcato.
Ho provato a dare un'occhiata veloce anche ad altri testi di medicina
magica incentrati sulla cura palliativa delle malattie mentali mediante
anestetico, ma in nessuno viene riportata in modo approfondito o la
preparazione del distillato; probabilmente gli autori danno per
scontato che se uno si trova a studiare determinati argomenti conosca
già la base della pozione."
Spiega cautamente la strega, richiamando alla memoria tutti i
trafiletti letti e riportati negli appunti il giorno prima, sorpresa
della piega – inaspettata –
presa dalla discussione; nessuno le aveva mai chiesto cosa leggesse o
come svolgesse le sue ricerche, né di parlare dei libri che
aveva trovato più interessanti o pertinenti all'argomento
studiato.
Nessuno, nemmeno i suoi insegnanti.
Che la prima persona ad osare tanto sia un morto e che costui sia
nientemeno che Severus Piton, la cui fama d'insegnate stronzo ed
intransigente oltre ogni previsione rasenta la leggenda, le sembra
alquanto surreale.
Improvvisamente l'uomo lancia il fagiolo nella sua direzione e lei, da
brava cercatrice, reagisce con prontezza afferrandolo prima che cada a
terra.
"Io suggerirei Bosch, molto più sintetico ed accurato
nell'esposizione delle varie fasi di preparazione, con note a margine
davvero interessanti. Ha inoltre il pregio di non dare retta ad
infondati pregiudizi, limitandosi a riportare solo ciò che
ha potuto testare di persona. Il suo manuale sulle pozioni è
utilizzato come testo scolastico a Durmstrang, scuola che ha il primato
d'aver forgiato i migliori pozionisti d'Europa."
Un mezzo sorriso incurva le labbra pallide di Piton mentre continua a
spiegare.
"Nella sezione proibita lo puoi trovare fra i tomi in lingua tedesca.
Non è tradotto in inglese perché il ministero
l'ha sempre ritenuto 'poco idoneo ad un
pubblico adolescente' a causa della pericolosità
delle informazioni in esso contenute. Idiozie dettate dalla maledetta
xenofobia che regna su quest'isola, ovviamente."
"E Bosch..." lo ferma Lily Luna, improvvisamente attenta ed eccitata
dall'idea di poter apprendere utili informazioni sulla preparazione del
Distillato "Come suggerisce di tagliare il fagiolo per estrarne il
succo?"
"Consiglia di farlo sbollentare in acqua per circa dieci minuti,
incidendolo successivamente. Ovviamente Bosch parte dal presupposto che
il mago abbia a disposizione un buon banco da lavoro con più
fuochi, non che l'operazione venga svolta in modo alquanto dubbio sul
pavimento lercio di un bagno femminile."
Il ghigno sghembo di Piton assume una connotazione maligna, ma Lily
Luna non vi bada; non le interessa che la stia nuovamente redarguendo
per aver cosparso il pavimento del bagno con il materiale di pozioni,
né che abbia fatto fuori ben due fagioli su tre a
disposizione, senza capire da sola dopo il primo –
fallimentare – tentativo di bucarli che quella non
era la procedura corretta o completa.
Non si cura d'essere di nuovo punzecchiata e messa sotto pressione a
causa della stupidità dimostrata nel svolgere il rito; il
fatto di essere giunta, dopo cinque difficoltosi giorni, ad avere una
conversazione normale su argomenti accademici con Severus Piton basta a
farle sopportare tutto il resto.
C'è qualcosa in lui, nel suo modo di porsi e parlare, nella
vasta cultura che possiede e nel mondo quasi noncurante con cui la
elargisce che l'affascina; suo padre le ha raccontato numerose storie
con Piton come protagonista, le ha parlato a lungo –
quasi fosse una fiaba – dell'amore
che lui provava per la nonna sua omonima, per quella Lily Evans che non
era stata in grado di perdonarlo per essersi unito alle schiere dei
Mangiamorte, preferendo James Potter.
Quella Lily che Lily Luna ha sempre capito assai poco, nonostante
dell'amore al di fuori della letteratura non sappia nulla, schiva
com'è; lei non avrebbe mai scelto un tizio borioso tutto
muscoli, rifiutando la possibilità di avere un compagno
colto, con cui conversare degli argomenti più disparati, un
compagno che poi è anche abile in duello ed un genio in
diverse materie, seppur oscure.
Si chiama Sapiosessualità,
ed
è deleteria. (II)
Non posso ogni volta fissarmi su chi si dimostra un poco più
intelligente della media di scimuniti che mi circondano come quando, a
otto anni, ho preso una sbandata allucinante per Malfoy Senior (III)
solo perché è un ottimo duellante, con un
umorismo tagliente.
E' sbagliato.
Sono già abbastanza incasinata con il resto per pensare
anche a questo.
"Quindi..."
la ragazza riprende il filo del discorso, annullando l'improvviso
silenzio disceso nella stanza; deve smetterla di abbandonarsi a voli
pindarici assurdi in presenza di Piton, perché sa che ogni
sua forma di disattenzione rischia di essere punita con un cargo da
novanta di frecciatine e taglienti constatazioni su quanto sia
irrimediabilmente 'testa di legno',
epiteto che la manda in bestia.
"Si, Potter?"
"Come faccio?" chiede lei, alzando la mano in cui tiene il fagiolo sul
palmo.
Piton sbuffa, voltandosi verso le ombre con l'intenzione di sparire
nuovamente all'interno di esse; la sua presenza si sta dimostrando
superflua, inoltre sta sottraendo tempo prezioso alla ricerca di
materiale ed informazioni che possano ridonargli l'agognata condizione
di sonno eterno a cui anela.
Non può permettersi alcuna forma di coinvolgimento
né dialogo civile, specie con Lily Potter; lei
dovrà solo essere il mezzo per raggiungere la vera morte,
non può affezionarsi, né permettersi di divenire
conciliante ogni volta in cui la vede mostrare segni di sofferenza,
com'è già accaduto.
Nell'infermeria durante la notte fra l'uno ed il due novembre, quando
lei piangeva sola e smarrita.
La notte del rito, quando l'ha salvata dal fu McLeod.
Poco fa, iniziando a parlare di pozioni per farla concentrare su
qualcosa che le desse il buon umore facendole dimenticare la
precarietà della sua condizione.
Non è Lily, non ha alcun debito verso di lei, nonostante
guardarla in viso e vederla sorridere gli causi fitte di dolore
inimmaginabili; Lily Luna è come una manciata di sale su
ferite infette, mai rimarginate e gli brucia l'anima –
che non possiede più – con
una forza dirompente e distruttiva perché continua a
ricordargli, con dolorosa insistenza, la donna che suo malgrado non ha
mai smesso di amare e venerare, nonostante – oggettivamente – fosse
stata una gran ed insensibile stronza dal litigio in avanti.
"Non
ci arrivi da sola, adepta della casa di Rowena?"
Eccolo li, il muro.
Nel silenzio che segue può quasi avvertire il suono
dell'entusiasmo provato dalla giovane Corvonero frantumarvisi contro;
il sorriso sghembo, cattivo, si fa più marcato mentre si
volta verso l'abside iniziando a sparire.
"Aspetti!" cerca di richiamarlo lei, inutilmente.
"Stasera alle nove nella sezione proibita, Potter. Non accetto ritardi"
le sue parole sono un eco che risuona martellante all'interno della
stanza ove le ombre si sono fatte più scure, quasi solide.
La ragazza sbuffa stringendo il fagiolo nel palmo con rabbia; il
comportamento scostante dell'ex
insegnante e preside è un'altra –
delle mille cose – di
Piton che la fanno infuriare poiché non segue alcuna logica,
è irrazionale e di un'emotività che stona con la
figura nera ed altera a cui è associata.
"Mi sa che dovrai arrivarci da sola davvero" bisbiglia Mirtilla
stringendole la spalla in una presa inconsistente.
Lily Luna osserva il buio con rabbia, gli occhi iniettati di cieca
determinazione.
"Ovviamente! Le dimostrerò che non ho bisogno del suo aiuto,
professore"
Mentre si appresta a gettare il fagiolo nel calderone ricolmo d'acqua
bollente con l'idea di lasciarlo ad ammorbidire per i dieci minuti
richiesti da Bosch, la famigliare voce fredda e derisoria di Piton
riecheggia per il bagno, facendole quasi sfuggire il dannato ortaggio
dalle mani.
"Schiaccialo con il piatto del coltello, testa di legno."
Dalle labbra di Lily Luna fuoriesce un impropero degno d'uno scaricatore di porto in villeggiatura ad Azkaban, mentre afferra l'utensile appuntito indicato per agitarlo contro le ombre sul fondo circolare della stanza.
Schiacciarlo...
Un'idea
semplice a cui lei stessa aveva pensato mentre approfondiva l'argomento
sui tomi presi nella sezione proibita, senza però metterla
in pratica poiché le sembrava sciocca, impossibile;
d'altronde il dannato fagiolo non si buca con la lama più
affilata, né spiaccicandosi contro le più
improbabili –
e rigide – superfici,
figurarsi se per farne uscire il succo basta schiacciarlo con il piatto
del coltello, esercitando una pressione omogenea da entrambi i lati.
"Oh...e quale scienza eletta ha partorito una così
illuminante ed, oserei dire, per nulla idiota soluzione al problema?"
domanda lei in tono affabile, deponendo il fagiolo sul tagliere per
apprestarsi a compiere l'operazione suggerita con il solo intento di
dimostrarne –
scientificamente – la
ridicolezza.
"Io"
Compresso sotto la lama larga del coltello il fagiolo muta in un tripudio di succo ambrato, mentre una sensazione di sgradevole fallimento si impossessa della strega.
Dopo la Brexit, il coronavirus, la
crisi economica
ed una guerra ad est questo mondo deve aver davvero imboccato la via
dell'autodistruzione; non è possibile che tutto
ciò che possiede una logica sia stato soppiantato da stupide
azioni prive di fondamento.
Schiacciare il fagiolo...
Eseguire il Nèkiya risvegliando ben due morti...
Il bipolarismo di Piton.
Oh, 'fanculo! Che il sistema vada pure a farsi fottere, ho problemi ben
più importanti su cui concentrarmi.
_______________________________________________________________________________________________________________________
Glossario:
Prewett: La famiglia di Molly.
Sapiosessualità: con questo termine si fa riferimento a quelle persone che vedono l'intelligenza come il principale fattore di attrazione sessuale.
Malfoy Senior: Draco, che ha preso il posto del padre come capo della famiglia Malfoy. Il motivo per il quale Lily Luna lo conosce sin da quando era piccola verrà spiegato più avanti.
NDA: Primo
capitolo ' statico', dove però appaiono tanti piccoli indizi
sull'entità del rito compiuto da Lily Luna e che introduce
la figura di Severus Piton redivivo (anche se 'vivo' non è).
Il fatto di muoversi attraverso le ombre non è una
capacità acquisita quando militava nei Mangiamorte,
bensì uno dei doni di cui si è trovato in
possesso dopo essere tornato e, più avanti, avrà
una spiegazione, come verrà spiegato cosa sia diventato
(come giustamente osserva Lily Luna, non è uno zombie).
In questo capitolo compaiono anche diverse informazioni sulla famiglia
Potter, filtrate dal POV di Lily Luna; preciso che lei non odia la sua
famiglia, anzi per lungo tempo ha considerato suo padre come un eroe
delle fiabe, è molto affezionata a Ginny ed ha un rapporto
speciale con i suoi fratelli, rapporto che però –
crescendo – è un po' mutato, specie con James
Sirius.
Sono molto diversi sul piano caratteriale ed andare d'accordo, in un
periodo di transizione complesso come lo è l'adolescenza,
non risulta facile, come non è risultato facile per la Lily
Luna bambina scoprire che anche suo padre è umano e possiede
dei difetti.
Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.
_Morgan