[Ipotesi di rito negromantico nella Hogwarts del secondo millennio]
I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali.
Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.
(Stephen King)
Hogwarts, 31 ottobre 2023
Foresta Proibita.
La
foresta proibita profuma d'acqua e terra smossa, muschio selvatico e
flora spontanea; è l'odore pungente della natura selvaggia,
della libertà arrogante che non ha bisogno d'alcuna mano
umana per essere guidata e prosperare.
E' l'odore che le impregna i lunghi capelli mossi e le si attacca con
forza alla divisa scolastica umida di pioggia, scivolando sinuoso
all'interno delle narici per ancorarsi lì, nel subconscio,
saldamente legato all'ultimo ricordo che avrà di questa vita.
Morire a sedici anni a causa di uno stupido 'gioco'
fra compagne di classe, una 'prova di coraggio'
disputata durante la notte di Halloween per avvalorare la tesi di
quanto siano idiote certe superstizioni babbane e del come leggere un
libro – seppur
scovato nei meandri più reconditi della Sezione Proibita –
non abbia mai ucciso nessuno, le pareva ridicolo; ora, con i mocassini
ben affondati nella morbida terra del sottobosco e le gambe rigide come
pali di ferro a causa dei muscoli contratti, non ne è
più così sicura.
Non ridicolo, reale.
La
razionalità tanto decantata dal Cappello Parlante che le ha
consentito l'accesso alla casa di Rowena (I) inizia ad incrinarsi,
sostituita da mille fantasie alimentate dai numerosi romanzi babbani
che ha sempre divorato con voracità, affamata d'amore e di
storie avvincenti, di conoscenza mascherata da fiaba e di mondi
più coloriti e vasti di quello reale, assai stretto se hai
la malaugurata sorte di nascere nella famiglia del Salvatore del Mondo
Magico; in particolare sono i classici dell'horror ad invadere i
pensieri, il Dracula di Stoker ed il Mastino dei Baskerville, poi
Frankenstein e gli innumerevoli racconti dell'americano Edgar Allan
letti a lume di bacchetta, con le coperte tirate fin sopra la testa e
le ombre ad avvolgere la cameretta.
Il cuore pompa rapido, martellando la cassa toracica con forza mentre
il respiro si fa aritmico e tachipnoico, gli occhi ben piantati sulla
'figura' che le è apparsa dinnanzi spezzando il Cerchio
disegnato nel fango.
Il libro giace dimenticato poco lontano, le pagine sporche e schizzate,
irrimediabilmente danneggiate dall'acqua piovana cosicché
l'incantesimo di chiusura del rituale - sempre se esista -
risulti illeggibile; mentalmente maledice la sua poca attenzione
poiché avrebbe dovuto imparare a memoria la formula
anziché gettarsi svogliata e supponente in quell'impresa
assurda, convinta che si sarebbe risolto tutto in un nulla di fatto,
quasi stessero per cimentarsi in un abracadabra babbano.
Siamo streghe, ogni cosa che facciamo ha una valenza 'magica'.
Le
altre ragazze sono scappate quando la terra all'interno del cerchio ha
iniziato a smuoversi in modo fin troppo anomalo e sinistro, bevendo
l'offerta di sangue di drago con una sete famelica come fossero labbra
d'un uomo che ha attraversato miglia di deserto prima di poter essere
benedetto dalla presenza di un oasi ed inghiottono miele, latte e
farina con una fame antica, primordiale, che non ha risparmiato nemmeno
le ciotole; lei invece, cocciuta Potter e mancata Grifondoro,
è rimasta ben salda nella sua posizione continuando a
salmodiare l'incantesimo, accentando il greco antico in modo assai
approssimativo, pronuncia dettata dalla poca conoscenza d'una lingua
così diversa e studiata giusto per mettere in ridicolo le
sue compagne.
Ora quella ridicola è lei, poiché sbagliare
qualche cadenza non l'ha salvata dall'annullare gli effetti di quanto
stava recitando e, con il proverbiale senno di poi che oramai non serve
a nulla, tranne forse ad aumentare il suo disappunto, pensa che
– forse –
si sarebbe dovuta dedicare alla traduzione dell'invocazione con
dizionario di greco antico alla mano, come sua cugina Rose aveva
puntualmente suggerito, anziché affidarsi in puro stile
Potter a Google Translate (II).
E' solo un gioco.
Leggere un libro non ha mai ucciso nessuno.
Certo.
La
figura tasta con piedi nudi e marcescenti il solco nel terreno che
funge da limite fra i mondi ed in silenzio, con la bocca ancora sporca
di sangue e farina, i denti ingialliti contornati da labbra sottili,
incartapecorite, la osserva con occhi morti inclinando appena il capo
per far ricadere la massa di capelli grigi e sporchi oltre le spalle
ossute.
La ragazza inghiotte saliva e paura, cercando la bacchetta nella tasca
della gonna.
Suo padre le ha parlato degli Inferus raccontandole il viaggio fatto
con Silente all'interno della grotta dove Riddle – Lord Voldemort –
aveva nascosto il medaglione di Salazar tramutato in Horcrux,
medaglione che poi s'era rivelato un falso, mentre i morti emersi dalla
profondità dalle acque nere che avevano tentato di attaccare
lui e Silente erano risultati tristemente veri, animati dalla
più terribile delle magie oscure.
Silente li aveva scacciati con una tempesta di fuoco di tale ampiezza
ed intensità da far impallidire l'inferno stesso, o
così almeno raccontava suo padre.
Lei però non possiede la bravura né l'esperienza
di Silente e, nonostante eccella in Incantesimi, Difesa contro le Arti
Oscure e Trasfigurazione, non è sicura di riuscire ad
evocare fiamme così tanto forti da bruciare la 'Cosa' che la sta fissando immobile,
indeciso se avvicinarsi ulteriormente o meno; stringe il legno fra le
dita umide riaprendo la ferita sul palmo ove pochi minuti addietro
– o
forse ore – ha
passato la lama dell'Athame (III) per acquisire l'ingrediente
fondamentale a garantire la buona riuscita dell'incantesimo.
Qualche goccia del suo sangue da mischiare a quello di drago per legare
a sé l'eventuale fantasma.
Per
una frazione di secondo chiude gli occhi sperando che Amanda, Milena e
Grace siano corse dalla preside McGranitt ad informarla della bravata e
che ora lei stia per sopraggiungere a salvarla da quel casino, ma non
ci giura; non sono mai state amiche e lei sa che quella sfida
è stata ideata solo per screditarla ulteriormente, per far
vedere al mondo quale serpe si nasconde in seno alla famiglia di eroi
per eccellenza.
Se Albus Severus, smistato a Serpeverde, ha sempre mostrato interesse
per le Arti Oscure e le antiche magie senza mai rendere nota questa sua
inclinazione, limitandosi al semplice studio, lei ne è
affascinata ed adora sperimentare; nel silenzio della biblioteca ove
passa buona parte del suo tempo libero ed i week-end, trascrive interi
passaggi dai libri proibiti e rielabora incantesimi, studia formule ed
antiche magie reinventandole in chiave moderna per creare nuove opzioni
che possano risultare utili nel quotidiano.
Non ci ha mai visto nulla di strano in questo hobby, dopotutto
più d'una religione e d'una filosofia babbane parlano del
dualismo fra Bene e Male dell'impossibilità che esista l'uno
senza l'altro, le Arti Oscure non dovrebbero quindi essere condannate a
prescindere, ma solo analizzate e capite.
Se utilizzate in modo corretto potrebbero rivelarsi assai utili e lei
non comprende come mai, nell'Inghilterra Magica sopravvissuta a due
guerre nate dall'ignoranza, siano ancora proibite; sa bene che in altre
scuole di magia vengono insegnate assieme alle materie più
comuni come Erbologia, Astronomia e Divinazione, pertanto non debbono
essere così pericolose come i più credono.
Nonostante ciò si è sempre categoricamente
rifiutata di divulgare le sue idee sull'argomento poiché
nessuno, eccetto forse Albus, le avrebbe capite.
I suoi genitori e James Sirius rimarrebbero inorriditi nello scoprire cosa studia davvero in biblioteca, oltre a leggere romanzi e saggi babbani; forse dovrebbe ascoltare quel che le dice Rose, studiosa quanto lei ma più socievole con il prossimo ed abbandonare i libri per uscire un po' più all'aria aperta, cercando di costruirsi una vita sociale. Peccato che 'la vita sociale' le interessi così poco, così come poco l'attira l'idea di dover correre dietro a qualche stupido ragazzino che la porterebbe in giro come una sorta di trofeo poiché lei, prima di essere una creatura senziente dotata di intelletto e volontà proprie è 'Miss Potter', unica figlia femmina del Bambino Sopravvissuto.
E' solo cultura personale, sono solo incantesimi
che non vanno ad interferire con ciò che mi circonda.
Non vi è nulla di male nello
studiare ed applicare conoscenze antiche.
Almeno finché non si tratta di
evocare i morti.
Questo è un altro paio di maniche.
Ma poi, quella dei morti risorti è
solo una leggenda babbana.
Voldemort muoveva i corpi con la magia oscura
come fossero marionette, non dava loro vita propria. Nessuno
può dar vita a ciò che è morto e
più d'un ricercatore conferma questa tesi.
Quindi il cerchio non avrebbe dovuto
funzionare.
Giusto?
Non
sa da quanto tempo si stia protraendo lo stallo fra lei e creatura, ma
avverte distintamente l'odore della foresta farsi più
pungente, alimentato dalla pioggia che le ha inzuppato completamente
abiti e capelli, facendoli aderire al corpo come una seconda pelle;
sotto quell'odore 'buono' le
giunge insistete il lezzo di carne in putrefazione e sangue fresco,
mischiato all'alito mortifero della creatura.
Non respira, il torace non espande, ma è come se lo facesse
ricordando il gesto automatico che compieva in vita.
Non sa chi sia, ma guardandolo meglio riesce a scorgere brandelli di
una lunga tunica nera, lacera e sporca; il torace scheletrico
è ancora fasciato dai resti di una casacca imbottita ornata
sulla parte anteriore da protezioni in metallo spesso, oramai ossidato,
che pendono scomposte dal tessuto toccando la pelle cartapecora che
avvolge le ossa sporgenti; non ha alcun muscolo sotto ad essa,
né sangue o organi.
Il viso squadrato privo di palpebre con labbra tirate sui denti lunghi
e marci, incorniciato dalla massa scomposta di capelli arruffati, resta
inclinato sulla spalla sinistra quasi avesse difficoltà a
mantenere il capo eretto; un grosso verme biancastro fa capolino dalle
lacerazioni della pelle sulla guancia destra, sporgendosi verso il
cielo.
Un bolo di saliva amara scivola lungo la gola secca della ragazza.
Vicino ai piedi della creatura, emersa della terra come un nefasto
presagio, vi è una maschera d'argento dalle fattezze di
teschio, anch'essa ossidata ed incrostata di lerciume.
Mangiamorte.
Lily Luna, fra tutti i posti che potevi scegliere
per tracciare il cerchio, proprio sopra la tomba improvvisata di uno
dei Mangiamorte uccisi durante l'assedio di Hogwarts?
Eh...ovvio!
Ma come avrei potuto saperlo?
La
stretta sulla bacchetta si fa spasmodica.
Con un movimento rapido e fluido la ragazza descrive un semicerchio
lanciando uno schiantesimo verso il cadavere che finisce proiettato a
qualche metro di distanza, tristemente incolume e senza alcun dolore
causato dall'impatto contro al suolo.
Non emette alcun suono, probabilmente a causa della decomposizione
delle corde vocali, alzandosi con uno scatto fin troppo agile per una
creatura priva di muscoli.
"Merda" impreca la ragazza indietreggiando nel sottobosco senza mai
distogliere lo sguardo dal cadavere, passando dagli incantesimi di
difesa piu' innocui all'evocazione di sfere di fuoco di media
circonferenza per cercare di contrastare la sua inesorabile avanzata
ma, forse a causa del clima umido e pungente o per
l'impossibilità di concentrarsi per incanalare in modo
corretto l'energia aumentando così l'efficacia delle
fatture, il fuoco sembra non sortire alcun effetto; a parte
bruciare quel che resta delle vesti e dei capelli lasciandolo seminudo,
il cadavere non prende fuoco né si ritira, continuando a
puntare verso di lei con occhi ciechi carichi di bramosa fame.
Non avrei dovuto utilizzare il mio sangue.
Riflette
lasciando un ' Bombarda' ai
piedi della creatura cosi da spaccare il terreno e farla precipitare in
una fossa sulla quale piovono pezzi di rami e detriti; questo basta per
permetterle di voltarsi e correre con tutta la forza di cui dispone in
direzione della capanna di Hagrid, saltando radici e massi sporgenti,
schivando con abilità maturata in anni di partite a
Quidditch passate ad evitare bolidi vaganti, fronde basse ed ostacoli
improvvisi.
Il buio e la pioggia non aiutano ma lei non rallenta,
avvertendo il cuore pompare all'impazzata alimentato
dall'adrenalina che scorre in circolo come una droga, attenuando la
stanchezza, mentre dietro di sé avverte con terrore
l'incedere dell'essere liberatosi agilmente dalla trappola in cui l'ha
costretto.
"Incarceramus!...Ah!" grida voltandosi a mezzo, ma la spell finisce in
aria a causa della brusca caduta al suolo frantumando alcuni rami
d'abete che ricadono al suolo con schiocchi sinistri ; con il piede
incastrato fra un avvallamento del terreno ed una radice la ragazza non
può far altro che voltarsi verso la creatura, oramai
prossima, brandendo la bacchetta con tutta la forza di cui dispone.
Utilizzare gli anatemi risulterebbe inutile, non ha
circolo né centri nervosi, non prova dolore.
Posso cercare di farlo a pezzi con un'altra
Bombarda, ma ho il terrore che, pur smaciullato, non
smetterà di darmi la caccia.
Il libro parlava chiaro, sarebbe dovuto
rimanere confinato nel cerchio, accettare l'offerta ed ascoltare
ciò che avevo da dire; se è uscito significa che
uno dei passaggi non è stato eseguito correttamente e la
magia si è dispersa, probabilmente i bordi del disegno non
erano abbastanza netti o sono sbiaditi a causa della pioggia.
Il
Mangiamorte è ora a pochi passi e protende verso di lei le
mani ossute su cui spiccano lunghe unghie giallastre, ricurve.
La ragazza inspira lentamente cercando di dominare la paura per
acquisire sufficiente lucidità da dare forza al suo
incantesimo; lontano, oltre il fragore della pioggia, avverte l'eco
ovattato della musica prodotta in Sala Grande per i festeggiamenti di
Halloween e le labbra le si incurvano in un sorriso triste.
Se solo gli altri sapessero che i morti, questa sera, sono davvero
emersi dalla tomba per danzare con i vivi e far loro pagare l'impudenza
di respirare ancora inorridirebbero, come inorridirebbero nello
scoprire che è stata lei a richiamarli indietro, basandosi
su un testo greco trovato scarabocchiato a margine in un'anonima pagina
di un vecchio grimorio dedicato agli studi divinatori da un mago
vissuto nel XVI secolo e morto sul rogo, accusato di eresia,
pratiche negromantiche e blasfemia.
L'aveva scovato Amanda nella Sezione Proibita, ove si era addentrata
alla ricerca di un tomo che le permettesse di svolgere la ricerca sul
ruolo del Mondo Magico durante la prima Rivoluzione Industriale babbana
assegnatale dal professor Ruf; le aveva sbattuto il libro dinnanzi con
aria di sfida, sapendo la sua passione per la magia antica e per il
sordido, sfidandola a trovare il coraggio d'evocare uno spettro durante
la notte di Halloween.
Non è possibile evocare i morti, Amanda.
Sono solo superstizioni babbane.
Le
aveva risposto con un cipiglio scocciato, riprendendo la ricerca per
ultimare il tema sulla pozione Obliviante che avrebbe dovuto consegnare
il giorno dopo.
Amanda aveva sorriso in modo affabile, facendole notare che una cosa
è impossibile solo fin quando non la si dimostra tale in
modo scientifico e lei, punta nell'orgoglio e desiderosa di battere la
sua rivale di Casa, stupidamente aveva accettato di provare a svolgere
il rituale.
Solo per dimostrare quanto tu sia stupida a credere a vecchie superstizioni.
Il
Mangiamorte si protende lentamente sfiorandole un ginocchio nudo con
dita fredde e ruvide, sporche di farina e terra.
Lei trattiene il respiro e scaglia l'incantesimo con tutta la forza di
cui è capace, aprendo una voragine nel petto della creatura,
disintegrando ossa e pelle, placche in metallo ed il sudario lacero.
Lui si ritrae scoprendo i denti in un ringhio ferino, muto, inclinando
la testa per osservare il terreno gremito di sassi oltre lo squarcio
che gli ha portato via sterno e costole, un buon tratto di colonna
vertebrale e pelle, rimanendo inspiegabilmente in posizione eretta.
"Non è possibile" impreca la strega, sbalordita.
Sarebbe dovuto collassare a terra diviso a
metà.
Passi il muoversi, ma come può
rimanere in piedi senza parte dello scheletro?
Il cerchio non è chiuso.
La magia lo alimenta.
Merda.
Sedici anni compiuti da poco e la prospettiva di non arrivare mai ai diciassette la colgono con violenza, annullando qualsiasi altro pensiero, spingendola ad abbassare la bacchetta colta dallo sconforto, sconfitta; l'unica possibilità di fermare quanto ha richiamato sarebbe tornare al cerchio e chiudervi dentro la creatura, ripetendo la magia di protezione e difesa in modo corretto, peccato che il libro su cui è riportata sia stato irrimediabilmente danneggiato dalla pioggia e lei non ricordi la formula a memoria, essendo in greco antico.
La caviglia incastrata le duole terribilmente, probabilmente se l'è slogata cadendo e non ha più fiato o forze per correre verso il centro della foresta, per non menzionare il fatto che ora le risulterebbe alquanto difficile scansare il cadavere e slanciarsi via, essendo quest'ultimo sorprendentemente veloce e vicino.
I film babbani sugli zombie sono davvero un grosso fake.
Pensa cupamente, mentre l'essere le afferra il collo con mani sudicie alitandole in faccia una zaffata che sa di terra umida, farina, sangue e miele, prima di appoggiare lo zigomo ossuto poco sotto la mandibola, dove pulsa la carotide.
Sedici anni
Vede
la sua famiglia piangere raccolta attorno al cadavere smembrato.
Amanda, Grace e Milena singhiozzare isteriche, declamando la loro
innocenza e buona fede dinnanzi ad una McGranitt furente e provata,
distrutta da quest'ennesima perdita causata della Magia Oscura; vede
James Sirius con indosso la divisa da cadetto Auror lanciarsi nella
foresta alla ricerca del mostro, inveendo contro al cielo le peggiori
maledizioni ed Albus Severus, composto, sorreggere la madre in lacrime
con occhi verdi ardenti di rabbia ed un anatema serrato fra i denti.
Vede tutto questo nei pochi secondi che la creatura impiega ad
annusarle la pelle umida e sudata, stendendo le labbra per mostrare
nuovamente i denti su cui spiccano due canini scheggiati,
innaturalmente puntuti.
Il grasso verme bianco cade dalla guancia del morto sulla spalla della
ragazza, quasi pregustasse il banchetto con carne fresca, mentre
quest'ultima chiude gli occhi ed abbandona la presa sulla bacchetta
inspirando per l'ultima volta l'odore antico della foresta dove
è scritto che troverà la morte a causa d'uno
stupido gioco fra adolescenti.
L'ultimo suono che le giunge alle orecchie, fragoroso come il boato
della Bombarda scagliata poc'anzi, è il gracchiare d'un
grosso corvo nero, uno di quei maledetti pennuti che infestano l'orto
di Hagrid beccando zucche e cavoli rigogliosi, posatosi ora sul tronco
d'un albero caduto a qualche metro di distanza, quasi ad aggiungere
quel tocco folkloristico e drammatico che – in
effetti – alla
scena mancava.
Sia mai che si muoia ad Halloween divorati da un Mangiamorte risorto senza corvi o pipistrelli come testimoni.
"Quell'augel d'ebano, allora, così
tronfio e pettoruto
tentò fino ad un sorriso il mio
spirito abbattuto:
«Sebben spiumato e torvo,
— dissi, — un vile non sei tu
certo, o vecchio spettral corvo della tenebra
di Pluto?
Quale nome a te gli araldi dànno a
corte di Re Pluto?»
Disse il corvo allor: «Mai
più!»." (IV)
Le
parole dello scrittore Edgar Allan Poe le invadono la mente
anestetizzando il dolore, estraniandola da quel corpo freddo e fradicio
che presto non sarà più suo, mentre il morto
inizia a sfregare i denti sul collo provocandole numerosi tagli da cui
escono rivoli di sangue rubino ch'egli beve avido, assetato.
Gli occhi castani si fissano sulle fronde degli alti alberi, per poi
tornare un'ultima volta ad incrociare quelli piccoli e neri del grasso
corvo, messaggero degl'inferi in molte culture e libri di narrativa.
Il Mangiamorte beve e lei si sente debole, la vista inizia ad
appannarsi, le palpebre si chiudono sopraffatte dall'agonia che prorupe
dalle labbra umide sotto forma d'un grido disperato; non piange, soffre
in silenzio e scalcia inutilmente, con i nervi attraversati da una
scarica di dolore continuo e pulsante.
"Mai più" sussurra ricordando la poesia, svenendo poco prima
di sentire il peso del cadavere venir meno, allontanando dal collo
straziato e sanguinante i denti sporchi ed aguzzi; sviene con impressa
nella cornee, fra ciglia umide di pioggia e lacrime a stento represse,
la figura alta e nera d'un – uomo? -
creatura ammantata di tenebra che ha la prontezza di allontanare il fu
Mangiamorte con un calcio ben assestato, prima di schiantarlo contro
una grossa quercia a diversi metri di distanza; sente qualcosa di
caldo, soffice, avvolgerla delicatamente e dita fredde, fredde come
quelle del morto ma molto più morbide, tastarle il polso
carotideo dopo aver richiuso gli squarci da cui grondava copioso il
sangue .
Chiudi il cerchio.
Completa il rituale.
Il
buio diviene indistinto e la magia si addensa nell'aria facendola
divenire pesante, elettrica.
Un'improvvisa sensazione di 'potere'
scaturisce da dentro incendiandole i polmoni; è come se
l'energia utilizzata per tracciare il cerchio di evocazione, ora che ha
perso il controllo razionale su di essa, stesse emergendo in tutta la
sua distruttiva forza riversandosi attorno a lei come acqua in tempesta.
Da qualche parte - lontano -
avverte il cadavere 'gemere' e
piegarsi su se stesso, schiacciato da una volontà
più forte dell'incantesimo che ha dato motilità
ai suoi arti decrepiti; avverte una nuova carica magica sovrapporsi
alla sua per guidarla dolcemente, incanalandola nel corretto modo
affinché non si disperda ma vada a formare un anello attorno
al corpo del Mangiamorte, ora costretto al suolo.
Katàbasis.
Sfama i perduti.
Ascolta i loro vaticinio... (V)
Ma
la creatura evocata per gioco non parla, non ha alcuna profezia o
consiglio da riferire.
Si limita ad affondare il viso nel terreno che pian piano inizia ad
inghiottirlo, supportato dalle giuste parole cariche di magia e potere
antico; le labbra della ragazza non emettono alcun suono, tutto
ciò che è necessario a guidare la sua magia
risiede nella volontà, nel pensiero.
E' il pensiero a plasmare il cerchio, a disegnare le giuste linee e a
definirne i bordi.
E' il pensiero di lei che s'appoggia malfermo ed insicuro a quello
dell'altra fonte che la sta guidando nel disegnare le linee in modo
corretto e ad innalzare le giuste protezioni per concludere il
Nèkiya (VI); non sa chi sia questa nuova figura,
razionalmente spera si tratti della McGranitt giunta finalmente in suo
soccorso poiché è l'unica che potrebbe saper
utilizzare un incantesimo così complesso, antico e potente,
ma a pelle sente che la verità è un'altra, assai
più oscura.
La figura nera è un uomo.
Un uomo che è ombra.
Un'ombra
che cammina sul piano mortale pur non essendo fantasma.
L'ha evocato lei.
Una
voce roca, graffiante, frantuma il silenzio ovattato – intontito –
in cui è scivolata, richiamandola con forza verso il regno
dei vivi e la realtà circostante, spingendola ad aprire
faticosamente le palpebre per incontrare un viso pallido su cui
spiccano occhi ossidiana dal taglio asciutto, ardenti come fuochi fatui.
Il contatto dura poco, non ha più forze per concentrarsi
sull'osservare la figura – del suo
salvatore? - che le
è dinnanzi, né per chiedersi cosa sia successo al
cadavere del Mangiamorte inghiottito dalla terra grassa e ricca della
Foresta Proibita, trattenuto ed avvolto dalle radici degli alberi
secolari e privato nuovamente della facoltà di muoversi
grazie al cerchio che ha concluso in modo coretto il rito d'evocazione.
Con l'ultimo brandello di lucidità registra quanto la figura
ha proferito, sorridendo mestamente prima di abbandonare il mondo per
scivolare nell'oblio.
"Cos'hai combinato...ragazzina?!"
End of Prologue.
------------------------------------------------
Glossario:
I) Corvonero: secondo fonti canoniche (o almeno quelle che sono riuscita a reperire io) Lily Luna Potter viene smistata a Grifondoro seguendo le orme del padre, della madre e del fratello James Sirius; in questa fanfic invece sarà una Corvonero, perché è la mia casata preferita e perché 'avra una sua utilità a fini di trama.
II) Google Tanslate: Ho immaginato la new generation molto più propensa all'utilizzo della tecnologia babbana; nei prossimi capitoli molti oggetti comunemente usati nel mondo umano appariranno anche ad Hogwarts in linea co l'idea che, a seguito della sconfitta di Lord Voldemort, il mondo dei maghi abbia deciso - gradualmente - di aprirsi a quello babbano.
III) Athame: particolare coltello o pugnale utilizzato nei rituali neopagani.
IV) Edgar Allan Poe – "Il Corvo" (1845)
V) Katabàsis: nella letteratura greca indicava la discesa nel regno degli inferi (Ade).
VI) Nekiya: Nella pratica cultuale e nella
letteratura greca è un rito attraverso il quale venivano
evocati spettri o anime di defunti per essere interrogati sul futuro.
About Lily Luna Potter: probabilmente sarà risultata OOC (per quanto possa essere OOC un personaggio non a fondo trattato dall'autore principale); ho scelto di distaccarmi da come viene usualmente presentata, facendola apparire come una ragazza indipendente e solitaria, orgogliosa delle proprie capacità e testarda. Le piace molto studiare, ascoltare musica, leggere e giocare a Quidditch, sport in cui riveste il ruolo di cercatrice per la squadra di Corvonero. Non ama molto la notorietà che il cognome 'Potter' le porta, preferendo raggiungere i risultati grazie alle su capacità personali e non per 'favori' verso la figlia del Salvatore del Mondo Magico. E' nata nel 2007 (non 2008 come scritto su Potterpedia), il 25 ottobre. Scorpione.
NDA: Sono passati circa quattro o cinque anni
dall'ultima volta in cui sono riuscita a scrivere qualcosa di completo
e con un senso, ormai credevo di non esserne più capace.
Questa fanfiction nasce da un'idea folle
bazzicatami in testa in un raptus d'insonnia passato a spulciare il
sito di EFP in cerca di fanfiction interessanti da leggere, ed
è una sorta di esperimento.
Repayment, anche se ho sempre trovato questo pairing strano
ed impossibile (nonostante la mia predilezione per i
Crack!Pairing più assurdi) nato spontaneamente, con questi
due personaggi che si sono imposti come protagonisti senza sentire
alcuna ragione. Dark/sovrannaturale, ambientata in un modo della magia sempre
più propenso ad aprirsi verso quello Babbano che solo
'Babbano' non è, con un rating variabile fra
l'arancio ed il rosso.
Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin
qui.
Alla prossima.
_Morgan