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Autore: _Morgan    26/02/2022    1 recensioni
Ottobre 2023.
Lily Luna ha sedici anni, un cognome ingombrante di cui farebbe volentieri a meno e la certezza di non avere alcuna prospettiva per il futuro.
Inutile lambiccarsi su ipotetiche carriere e relazioni dopo aver svolto coscientemente un rituale che sembra aver decretato la sua prematura dipartita.
O quantomeno un suo prematuro - decisamente oscuro - cambiamento.
In un Mondo Magico sempre più aperto ed influenzato dai babbani, dove la tecnologia e la razionalità si scontrano prepotentemente con magie perdute da eoni, con fantasmi ed ombre come improbabili 'guardiani' ed uno stuolo di risvegliati ai quali dare la caccia prima che loro caccino lei, inizia il suo viaggio verso l'obbiettivo più arduo da raggiungere: Sopravvivere.
(IN REVISIONE 16-07-23)
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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[Ipotesi di rito negromantico nella Hogwarts del secondo millennio]






I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali.

Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.

(Stephen King)


Hogwarts, 31 ottobre 2023

Foresta Proibita.

La foresta proibita profuma d'acqua e terra smossa, muschio selvatico e flora spontanea; è l'odore pungente della natura selvaggia, della libertà arrogante che non ha bisogno d'alcuna mano umana per essere guidata e prosperare.
E' l'odore che le impregna i lunghi capelli mossi e le si attacca con forza alla divisa scolastica umida di pioggia, scivolando sinuoso all'interno delle narici per ancorarsi lì, nel subconscio, saldamente legato all'ultimo ricordo che avrà di questa vita.
Morire a sedici anni a causa di uno stupido 'gioco' fra compagne di classe, una 'prova di coraggio' disputata durante la notte di Halloween per avvalorare la tesi di quanto siano idiote certe superstizioni babbane e del come leggere un libro – seppur scovato nei meandri più reconditi della Sezione Proibita – non abbia mai ucciso nessuno, le pareva ridicolo; ora, con i mocassini ben affondati nella morbida terra del sottobosco e le gambe rigide come pali di ferro a causa dei muscoli contratti, non ne è più così sicura.

Non ridicolo, reale.

La razionalità tanto decantata dal Cappello Parlante che le ha consentito l'accesso alla casa di Rowena (I) inizia ad incrinarsi, sostituita da mille fantasie alimentate dai numerosi romanzi babbani che ha sempre divorato con voracità, affamata d'amore e di storie avvincenti, di conoscenza mascherata da fiaba e di mondi più coloriti e vasti di quello reale, assai stretto se hai la malaugurata sorte di nascere nella famiglia del Salvatore del Mondo Magico; in particolare sono i classici dell'horror ad invadere i pensieri, il Dracula di Stoker ed il Mastino dei Baskerville, poi Frankenstein e gli innumerevoli racconti dell'americano Edgar Allan letti a lume di bacchetta, con le coperte tirate fin sopra la testa e le ombre ad avvolgere la cameretta.
Il cuore pompa rapido, martellando la cassa toracica con forza mentre il respiro si fa aritmico e tachipnoico, gli occhi ben piantati sulla 'figura' che le è apparsa dinnanzi spezzando il Cerchio disegnato nel fango.
Il libro giace dimenticato poco lontano, le pagine sporche e schizzate, irrimediabilmente danneggiate dall'acqua piovana cosicché l'incantesimo di chiusura del rituale - sempre se esista - risulti illeggibile; mentalmente maledice la sua poca attenzione poiché avrebbe dovuto imparare a memoria la formula anziché gettarsi svogliata e supponente in quell'impresa assurda, convinta che si sarebbe risolto tutto in un nulla di fatto, quasi stessero per cimentarsi in un abracadabra babbano.

Siamo streghe, ogni cosa che facciamo ha una valenza 'magica'.

Le altre ragazze sono scappate quando la terra all'interno del cerchio ha iniziato a smuoversi in modo fin troppo anomalo e sinistro, bevendo l'offerta di sangue di drago con una sete famelica come fossero labbra d'un uomo che ha attraversato miglia di deserto prima di poter essere benedetto dalla presenza di un oasi ed inghiottono miele, latte e farina con una fame antica, primordiale, che non ha risparmiato nemmeno le ciotole; lei invece, cocciuta Potter e mancata Grifondoro, è rimasta ben salda nella sua posizione continuando a salmodiare l'incantesimo, accentando il greco antico in modo assai approssimativo, pronuncia dettata dalla poca conoscenza d'una lingua così diversa e studiata giusto per mettere in ridicolo le sue compagne.
Ora quella ridicola è lei, poiché sbagliare qualche cadenza non l'ha salvata dall'annullare gli effetti di quanto stava recitando e, con il proverbiale senno di poi che oramai non serve a nulla, tranne forse ad aumentare il suo disappunto, pensa che – forse – si sarebbe dovuta dedicare alla traduzione dell'invocazione con dizionario di greco antico alla mano, come sua cugina Rose aveva puntualmente suggerito, anziché affidarsi in puro stile Potter a Google Translate (II).

E' solo un gioco.
Leggere un libro non ha mai ucciso nessuno.
Certo.

La figura tasta con piedi nudi e marcescenti il solco nel terreno che funge da limite fra i mondi ed in silenzio, con la bocca ancora sporca di sangue e farina, i denti ingialliti contornati da labbra sottili, incartapecorite, la osserva con occhi morti inclinando appena il capo per far ricadere la massa di capelli grigi e sporchi oltre le spalle ossute.
La ragazza inghiotte saliva e paura, cercando la bacchetta nella tasca della gonna.
Suo padre le ha parlato degli Inferus raccontandole il viaggio fatto con Silente all'interno della grotta dove Riddle – Lord Voldemort – aveva nascosto il medaglione di Salazar tramutato in Horcrux, medaglione che poi s'era rivelato un falso, mentre i morti emersi dalla profondità dalle acque nere che avevano tentato di attaccare lui e Silente erano risultati tristemente veri, animati dalla più terribile delle magie oscure.
Silente li aveva scacciati con una tempesta di fuoco di tale ampiezza ed intensità da far impallidire l'inferno stesso, o così almeno raccontava suo padre.
Lei però non possiede la bravura né l'esperienza di Silente e, nonostante eccella in Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure e Trasfigurazione, non è sicura di riuscire ad evocare fiamme così tanto forti da bruciare la 'Cosa' che la sta fissando immobile, indeciso se avvicinarsi ulteriormente o meno; stringe il legno fra le dita umide riaprendo la ferita sul palmo ove pochi minuti addietro – o forse ore – ha passato la lama dell'Athame (III) per acquisire l'ingrediente fondamentale a garantire la buona riuscita dell'incantesimo.
Qualche goccia del suo sangue da mischiare a quello di drago per legare a sé l'eventuale fantasma.

Per una frazione di secondo chiude gli occhi sperando che Amanda, Milena e Grace siano corse dalla preside McGranitt ad informarla della bravata e che ora lei stia per sopraggiungere a salvarla da quel casino, ma non ci giura; non sono mai state amiche e lei sa che quella sfida è stata ideata solo per screditarla ulteriormente, per far vedere al mondo quale serpe si nasconde in seno alla famiglia di eroi per eccellenza.
Se Albus Severus, smistato a Serpeverde, ha sempre mostrato interesse per le Arti Oscure e le antiche magie senza mai rendere nota questa sua inclinazione, limitandosi al semplice studio, lei ne è affascinata ed adora sperimentare; nel silenzio della biblioteca ove passa buona parte del suo tempo libero ed i week-end, trascrive interi passaggi dai libri proibiti e rielabora incantesimi, studia formule ed antiche magie reinventandole in chiave moderna per creare nuove opzioni che possano risultare utili nel quotidiano.
Non ci ha mai visto nulla di strano in questo hobby, dopotutto più d'una religione e d'una filosofia babbane parlano del dualismo fra Bene e Male dell'impossibilità che esista l'uno senza l'altro, le Arti Oscure non dovrebbero quindi essere condannate a prescindere, ma solo analizzate e capite.
Se utilizzate in modo corretto potrebbero rivelarsi assai utili e lei non comprende come mai, nell'Inghilterra Magica sopravvissuta a due guerre nate dall'ignoranza, siano ancora proibite; sa bene che in altre scuole di magia vengono insegnate assieme alle materie più comuni come Erbologia, Astronomia e Divinazione, pertanto non debbono essere così pericolose come i più credono. Nonostante ciò si è sempre categoricamente rifiutata di divulgare le sue idee sull'argomento poiché nessuno, eccetto forse Albus, le avrebbe capite. 

I suoi genitori e James Sirius rimarrebbero inorriditi nello scoprire cosa studia davvero in biblioteca, oltre a leggere romanzi e saggi babbani; forse dovrebbe ascoltare quel che le dice Rose, studiosa quanto lei ma più socievole con il prossimo ed abbandonare i libri per uscire un po' più all'aria aperta, cercando di costruirsi una vita sociale. Peccato che 'la vita sociale' le interessi così poco, così come poco l'attira l'idea di dover correre dietro a qualche stupido ragazzino che la porterebbe in giro come una sorta di trofeo poiché lei, prima di essere una creatura senziente dotata di intelletto e volontà proprie è 'Miss Potter', unica figlia femmina del Bambino Sopravvissuto.

E' solo cultura personale, sono solo incantesimi che non vanno ad interferire con ciò che mi circonda.
Non vi è nulla di male nello studiare ed applicare conoscenze antiche.
Almeno finché non si tratta di evocare i morti.
Questo è un altro paio di maniche.
Ma poi, quella dei morti risorti è solo una leggenda babbana.
Voldemort muoveva i corpi con la magia oscura come fossero marionette, non dava loro vita propria. Nessuno può dar vita a ciò che è morto e più d'un ricercatore conferma questa tesi.
Quindi il cerchio non avrebbe dovuto funzionare.
Giusto?

Non sa da quanto tempo si stia protraendo lo stallo fra lei e creatura, ma avverte distintamente l'odore della foresta farsi più pungente, alimentato dalla pioggia che le ha inzuppato completamente abiti e capelli, facendoli aderire al corpo come una seconda pelle; sotto quell'odore 'buono' le giunge insistete il lezzo di carne in putrefazione e sangue fresco, mischiato all'alito mortifero della creatura.
Non respira, il torace non espande, ma è come se lo facesse ricordando il gesto automatico che compieva in vita.
Non sa chi sia, ma guardandolo meglio riesce a scorgere brandelli di una lunga tunica nera, lacera e sporca; il torace scheletrico è ancora fasciato dai resti di una casacca imbottita ornata sulla parte anteriore da protezioni in metallo spesso, oramai ossidato, che pendono scomposte dal tessuto toccando la pelle cartapecora che avvolge le ossa sporgenti; non ha alcun muscolo sotto ad essa, né sangue o organi.
Il viso squadrato privo di palpebre con labbra tirate sui denti lunghi e marci, incorniciato dalla massa scomposta di capelli arruffati, resta inclinato sulla spalla sinistra quasi avesse difficoltà a mantenere il capo eretto; un grosso verme biancastro fa capolino dalle lacerazioni della pelle sulla guancia destra, sporgendosi verso il cielo.
Un bolo di saliva amara scivola lungo la gola secca della ragazza.
Vicino ai piedi della creatura, emersa della terra come un nefasto presagio, vi è una maschera d'argento dalle fattezze di teschio, anch'essa ossidata ed incrostata di lerciume.

Mangiamorte.

Lily Luna, fra tutti i posti che potevi scegliere per tracciare il cerchio, proprio sopra la tomba improvvisata di uno dei Mangiamorte uccisi durante l'assedio di Hogwarts?
Eh...ovvio!
Ma come avrei potuto saperlo?

La stretta sulla bacchetta si fa spasmodica.
Con un movimento rapido e fluido la ragazza descrive un semicerchio lanciando uno schiantesimo verso il cadavere che finisce proiettato a qualche metro di distanza, tristemente incolume e senza alcun dolore causato dall'impatto contro al suolo.
Non emette alcun suono, probabilmente a causa della decomposizione delle corde vocali, alzandosi con uno scatto fin troppo agile per una creatura priva di muscoli.
"Merda" impreca la ragazza indietreggiando nel sottobosco senza mai distogliere lo sguardo dal cadavere, passando dagli incantesimi di difesa piu' innocui all'evocazione di sfere di fuoco di media circonferenza per cercare di contrastare la sua inesorabile avanzata ma, forse a causa del clima umido e pungente o per l'impossibilità di concentrarsi per incanalare in modo corretto l'energia aumentando così l'efficacia delle fatture, il fuoco sembra non sortire alcun effetto; a parte bruciare quel che resta delle vesti e dei capelli lasciandolo seminudo, il cadavere non prende fuoco né si ritira, continuando a puntare verso di lei con occhi ciechi carichi di bramosa fame.

Non avrei dovuto utilizzare il mio sangue.

Riflette lasciando un ' Bombarda' ai piedi della creatura cosi da spaccare il terreno e farla precipitare in una fossa sulla quale piovono pezzi di rami e detriti; questo basta per permetterle di voltarsi e correre con tutta la forza di cui dispone in direzione della capanna di Hagrid, saltando radici e massi sporgenti, schivando con abilità maturata in anni di partite a Quidditch passate ad evitare bolidi vaganti, fronde basse ed ostacoli improvvisi.
Il buio e la pioggia non aiutano ma lei non rallenta, avvertendo  il cuore pompare all'impazzata alimentato dall'adrenalina che scorre in circolo come una droga, attenuando la stanchezza, mentre dietro di sé avverte con terrore l'incedere dell'essere liberatosi agilmente dalla trappola in cui l'ha costretto.
"Incarceramus!...Ah!" grida voltandosi a mezzo, ma la spell finisce in aria a causa della brusca caduta al suolo frantumando alcuni rami d'abete che ricadono al suolo con schiocchi sinistri ; con il piede incastrato fra un avvallamento del terreno ed una radice la ragazza non può far altro che voltarsi verso la creatura, oramai prossima, brandendo la bacchetta con tutta la forza di cui dispone.

Utilizzare gli anatemi risulterebbe inutile, non ha circolo né centri nervosi, non prova dolore.
Posso cercare di farlo a pezzi con un'altra Bombarda, ma ho il terrore che, pur smaciullato, non smetterà di darmi la caccia.
Il libro parlava chiaro, sarebbe dovuto rimanere confinato nel cerchio, accettare l'offerta ed ascoltare ciò che avevo da dire; se è uscito significa che uno dei passaggi non è stato eseguito correttamente e la magia si è dispersa, probabilmente i bordi del disegno non erano abbastanza netti o sono sbiaditi a causa della pioggia.

Il Mangiamorte è ora a pochi passi e protende verso di lei le mani ossute su cui spiccano lunghe unghie giallastre, ricurve.
La ragazza inspira lentamente cercando di dominare la paura per acquisire sufficiente lucidità da dare forza al suo incantesimo; lontano, oltre il fragore della pioggia, avverte l'eco ovattato della musica prodotta in Sala Grande per i festeggiamenti di Halloween e le labbra le si incurvano in un sorriso triste.
Se solo gli altri sapessero che i morti, questa sera, sono davvero emersi dalla tomba per danzare con i vivi e far loro pagare l'impudenza di respirare ancora inorridirebbero, come inorridirebbero nello scoprire che è stata lei a richiamarli indietro, basandosi su un testo greco trovato scarabocchiato a margine in un'anonima pagina di un vecchio grimorio dedicato agli studi divinatori da un mago vissuto nel  XVI secolo e morto sul rogo, accusato di eresia, pratiche negromantiche e blasfemia.
L'aveva scovato Amanda nella Sezione Proibita, ove si era addentrata alla ricerca di un tomo che le permettesse di svolgere la ricerca sul ruolo del Mondo Magico durante la prima Rivoluzione Industriale babbana assegnatale dal professor Ruf; le aveva sbattuto il libro dinnanzi con aria di sfida, sapendo la sua passione per la magia antica e per il sordido, sfidandola a trovare il coraggio d'evocare uno spettro durante la notte di Halloween.

Non è possibile evocare i morti, Amanda.
Sono solo superstizioni babbane.

Le aveva risposto con un cipiglio scocciato, riprendendo la ricerca per ultimare il tema sulla pozione Obliviante che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.
Amanda aveva sorriso in modo affabile, facendole notare che una cosa è impossibile solo fin quando non la si dimostra tale in modo scientifico e lei, punta nell'orgoglio e desiderosa di battere la sua rivale di Casa, stupidamente aveva accettato di provare a svolgere il rituale.

Solo per dimostrare quanto tu sia stupida a credere a vecchie superstizioni.

Il Mangiamorte si protende lentamente sfiorandole un ginocchio nudo con dita fredde e ruvide, sporche di farina e terra.
Lei trattiene il respiro e scaglia l'incantesimo con tutta la forza di cui è capace, aprendo una voragine nel petto della creatura, disintegrando ossa e pelle, placche in metallo ed il sudario lacero.
Lui si ritrae scoprendo i denti in un ringhio ferino, muto, inclinando la testa per osservare il terreno gremito di sassi oltre lo squarcio che gli ha portato via sterno e costole, un buon tratto di colonna vertebrale e pelle, rimanendo inspiegabilmente in posizione eretta.
"Non è possibile" impreca la strega, sbalordita.

Sarebbe dovuto collassare a terra diviso a metà.
Passi il muoversi, ma come può rimanere in piedi senza parte dello scheletro?
Il cerchio non è chiuso.
La magia lo alimenta.
Merda.

Sedici anni compiuti da poco e la prospettiva di non arrivare mai ai diciassette la colgono con violenza, annullando qualsiasi altro pensiero, spingendola ad abbassare la bacchetta colta dallo sconforto, sconfitta; l'unica possibilità di fermare quanto ha richiamato sarebbe tornare al cerchio e chiudervi dentro la creatura, ripetendo la magia di protezione e difesa in modo corretto, peccato che il libro su cui è riportata sia stato irrimediabilmente danneggiato dalla pioggia e lei non ricordi la formula a memoria, essendo in greco antico.

La caviglia incastrata le duole terribilmente, probabilmente se l'è slogata cadendo e non ha più fiato o forze per correre verso il centro della foresta, per non menzionare il fatto che ora le risulterebbe alquanto difficile scansare il cadavere e slanciarsi via, essendo quest'ultimo sorprendentemente veloce e vicino.

I film babbani sugli zombie sono davvero un grosso fake.

Pensa cupamente, mentre l'essere le afferra il collo con mani sudicie alitandole in faccia una zaffata che sa di terra umida, farina, sangue e miele, prima di appoggiare lo zigomo ossuto poco sotto la mandibola, dove pulsa la carotide.

Sedici anni

Vede la sua famiglia piangere raccolta attorno al cadavere smembrato.
Amanda, Grace e Milena singhiozzare isteriche, declamando la loro innocenza e buona fede dinnanzi ad una McGranitt furente e provata, distrutta da quest'ennesima perdita causata della Magia Oscura; vede James Sirius con indosso la divisa da cadetto Auror lanciarsi nella foresta alla ricerca del mostro, inveendo contro al cielo le peggiori maledizioni ed Albus Severus, composto, sorreggere la madre in lacrime con occhi verdi ardenti di rabbia ed un anatema serrato fra i denti.
Vede tutto questo nei pochi secondi che la creatura impiega ad annusarle la pelle umida e sudata, stendendo le labbra per mostrare nuovamente i denti su cui spiccano due canini scheggiati, innaturalmente puntuti.
Il grasso verme bianco cade dalla guancia del morto sulla spalla della ragazza, quasi pregustasse il banchetto con carne fresca, mentre quest'ultima chiude gli occhi ed abbandona la presa sulla bacchetta inspirando per l'ultima volta l'odore antico della foresta dove è scritto che troverà la morte a causa d'uno stupido gioco fra adolescenti.
L'ultimo suono che le giunge alle orecchie, fragoroso come il boato della Bombarda scagliata poc'anzi, è il gracchiare d'un grosso corvo nero, uno di quei maledetti pennuti che infestano l'orto di Hagrid beccando zucche e cavoli rigogliosi, posatosi ora sul tronco d'un albero caduto a qualche metro di distanza, quasi ad aggiungere quel tocco folkloristico e drammatico che – in effetti – alla scena mancava.

Sia mai che si muoia ad Halloween divorati da un Mangiamorte risorto senza corvi o pipistrelli come testimoni.

"Quell'augel d'ebano, allora, così tronfio e pettoruto
tentò fino ad un sorriso il mio spirito abbattuto:
«Sebben spiumato e torvo, — dissi, — un vile non sei tu
certo, o vecchio spettral corvo della tenebra di Pluto?
Quale nome a te gli araldi dànno a corte di Re Pluto?»
Disse il corvo allor: «Mai più!»." (IV)

Le parole dello scrittore Edgar Allan Poe le invadono la mente anestetizzando il dolore, estraniandola da quel corpo freddo e fradicio che presto non sarà più suo, mentre il morto inizia a sfregare i denti sul collo provocandole numerosi tagli da cui escono rivoli di sangue rubino ch'egli beve avido, assetato.
Gli occhi castani si fissano sulle fronde degli alti alberi, per poi tornare un'ultima volta ad incrociare quelli piccoli e neri del grasso corvo, messaggero degl'inferi in molte culture e libri di narrativa.
Il Mangiamorte beve e lei si sente debole, la vista inizia ad appannarsi, le palpebre si chiudono sopraffatte dall'agonia che prorupe dalle labbra umide sotto forma d'un grido disperato; non piange, soffre in silenzio e scalcia inutilmente, con i nervi attraversati da una scarica di dolore continuo e pulsante.
"Mai più" sussurra ricordando la poesia, svenendo poco prima di sentire il peso del cadavere venir meno, allontanando dal collo straziato e sanguinante i denti sporchi ed aguzzi; sviene con impressa nella cornee, fra ciglia umide di pioggia e lacrime a stento represse, la figura alta e nera d'un – uomo? - creatura ammantata di tenebra che ha la prontezza di allontanare il fu Mangiamorte con un calcio ben assestato, prima di schiantarlo contro una grossa quercia a diversi metri di distanza; sente qualcosa di caldo, soffice, avvolgerla delicatamente e dita fredde, fredde come quelle del morto ma molto più morbide, tastarle il polso carotideo dopo aver richiuso gli squarci da cui grondava copioso il sangue .

Chiudi il cerchio.
Completa il rituale.

Il buio diviene indistinto e la magia si addensa nell'aria facendola divenire pesante, elettrica.
Un'improvvisa sensazione di 'potere' scaturisce da dentro incendiandole i polmoni; è come se l'energia utilizzata per tracciare il cerchio di evocazione, ora che ha perso il controllo razionale su di essa, stesse emergendo in tutta la sua distruttiva forza riversandosi attorno a lei come acqua in tempesta.
Da qualche parte - lontano - avverte il cadavere 'gemere' e piegarsi su se stesso, schiacciato da una volontà più forte dell'incantesimo che ha dato motilità ai suoi arti decrepiti; avverte una nuova carica magica sovrapporsi alla sua per guidarla dolcemente, incanalandola nel corretto modo affinché non si disperda ma vada a formare un anello attorno al corpo del Mangiamorte, ora costretto al suolo.

Katàbasis.
Sfama i perduti.
Ascolta i loro vaticinio... (V)

Ma la creatura evocata per gioco non parla, non ha alcuna profezia o consiglio da riferire.
Si limita ad affondare il viso nel terreno che pian piano inizia ad inghiottirlo, supportato dalle giuste parole cariche di magia e potere antico; le labbra della ragazza non emettono alcun suono, tutto ciò che è necessario a guidare la sua magia risiede nella volontà, nel pensiero.
E' il pensiero a plasmare il cerchio, a disegnare le giuste linee e a definirne i bordi.
E' il pensiero di lei che s'appoggia malfermo ed insicuro a quello dell'altra fonte che la sta guidando nel disegnare le linee in modo corretto e ad innalzare le giuste protezioni per concludere il Nèkiya (VI); non sa chi sia questa nuova figura, razionalmente spera si tratti della McGranitt giunta finalmente in suo soccorso poiché è l'unica che potrebbe saper utilizzare un incantesimo così complesso, antico e potente, ma a pelle sente che la verità è un'altra, assai più oscura.

La figura nera è un uomo.
Un uomo che è ombra.
Un'ombra che cammina sul piano mortale pur non essendo fantasma.
L'ha evocato lei.

Una voce roca, graffiante, frantuma il silenzio ovattato – intontito – in cui è scivolata, richiamandola con forza verso il regno dei vivi e la realtà circostante, spingendola ad aprire faticosamente le palpebre per incontrare un viso pallido su cui spiccano occhi ossidiana dal taglio asciutto, ardenti come fuochi fatui.
Il contatto dura poco, non ha più forze per concentrarsi sull'osservare la figura – del suo salvatore? - che le è dinnanzi, né per chiedersi cosa sia successo al cadavere del Mangiamorte inghiottito dalla terra grassa e ricca della Foresta Proibita, trattenuto ed avvolto dalle radici degli alberi secolari e privato nuovamente della facoltà di muoversi grazie al cerchio che ha concluso in modo coretto il rito d'evocazione.
Con l'ultimo brandello di lucidità registra quanto la figura ha proferito, sorridendo mestamente prima di abbandonare il mondo per scivolare nell'oblio.

"Cos'hai combinato...ragazzina?!"

End of Prologue.

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Glossario:

I) Corvonero: secondo fonti canoniche (o almeno quelle che sono riuscita a reperire io) Lily Luna Potter viene smistata a Grifondoro seguendo le orme del padre, della madre e del fratello James Sirius; in questa fanfic invece sarà una Corvonero, perché è la mia casata preferita e perché 'avra una sua utilità a fini di trama. 

II) Google Tanslate: Ho immaginato la new generation molto più propensa all'utilizzo della tecnologia babbana; nei prossimi capitoli molti oggetti comunemente usati nel mondo umano appariranno anche ad Hogwarts in linea co l'idea che, a seguito della sconfitta di Lord Voldemort, il mondo dei maghi abbia deciso - gradualmente - di aprirsi a quello babbano.

III) Athame: particolare coltello o pugnale utilizzato nei rituali neopagani.

IV) Edgar Allan Poe – "Il Corvo" (1845)

V) Katabàsis: nella letteratura greca indicava la discesa nel regno degli inferi (Ade).

VI) Nekiya: Nella pratica cultuale e nella letteratura greca è un rito attraverso il quale venivano evocati spettri o anime di defunti per essere interrogati sul futuro.



About Lily Luna Potter: probabilmente sarà risultata OOC (per quanto possa essere OOC un personaggio non a fondo trattato dall'autore principale); ho scelto di distaccarmi da come viene usualmente presentata, facendola apparire come una ragazza indipendente e solitaria, orgogliosa delle proprie capacità e testarda. Le piace molto studiare, ascoltare musica, leggere e giocare a Quidditch, sport in cui riveste il ruolo di cercatrice per la squadra di Corvonero. Non ama molto la notorietà che il cognome 'Potter' le porta, preferendo raggiungere i risultati grazie alle su capacità personali e non per 'favori' verso la figlia del Salvatore del Mondo Magico. E' nata nel 2007 (non 2008 come scritto su Potterpedia), il 25 ottobre. Scorpione.

NDA: Sono passati circa quattro o cinque anni dall'ultima volta in cui sono riuscita a scrivere qualcosa di completo e con un senso, ormai credevo di non esserne più capace.
Questa fanfiction nasce da un'idea folle bazzicatami in testa in un raptus d'insonnia passato a spulciare il sito di EFP in cerca di fanfiction interessanti da leggere, ed è una sorta di esperimento.
Repayment, anche se ho sempre trovato questo pairing strano ed impossibile (nonostante la mia predilezione per i Crack!Pairing più assurdi) nato spontaneamente, con questi due personaggi che si sono imposti come protagonisti senza sentire alcuna ragione. Dark/sovrannaturale, ambientata in un modo della magia sempre più propenso ad aprirsi verso quello Babbano che solo 'Babbano' non è, con un rating variabile fra l'arancio ed il rosso.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.

_Morgan


  
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