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Autore: God_Eden_Imperial    07/03/2022    0 recensioni
Attenzione in questa storia Kariya è una ragazza...vi chiedete perché? La foto della copertina non vi basta?? Lo saranno anche Tenma e Shindou perché si XD
Trama:
Kariya Masaki è una nuova studentessa arrivata alla Raimon J.H. è una ragazza un po' scontrosa, stronza ma anche timida e estremamente sensibile.
Non ha mai aperto il suo cuore a nessuno da quando i suoi genitori l'hanno abbandonata, non è mai andata dietro ai ragazzi, no che non le interessino anzi, ha avuto alcune cottarelle nel corso della sua vita scolastica, ma non ha mai avuto un fidanzato o amici a causa del suo caratteraccio.
Alla Raimon potrebbe cambiare tutto?
Dal testo:
"Vuoi indossare la divisa maschile?? Perché?? Già ti prendono in giro per la tua statura, per il tuo nome da ragazzo e ora vuoi che ti prendano in giro anche per questo?? Tu ti vuoi proprio male Masaki"
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ibuki Munemasa, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Che nottata lunga ho passato. Non ho dormito granché. Forse un paio d'ore o tre.  Per tutto il tempo restante non ho fatto altro che chiedermi come sarà la mia vita una volta che avrò attraversato il cancello di quel liceo dove inizierà una nuova e importante fase della mia vita. O almeno questo è quello che avrebbero detto la maggior parte delle ragazze, credo. Per me invece, più che altro, è solo un'altro passo da superare, sperando che passi il più velocemente possibile, raggiungerò la maggiore età e sarò finalmente libera di poter scegliere per me stessa e nessuno potrà intromettersi. Il mio sogno nel cassetto diciamo cosi. Ho immaginato come potrebbero essere le giornate al liceo, saranno come alle elementari? Dove ci lasciavano fare praticamente ciò che volevamo, oppure come alle medie? Dove ci riempivano di compiti e le lezioni erano talmente pesanti che, una volta tornata a casa, mi buttavo a peso morto sul divano o sul letto e non mi muovevo tipo fino all'ora di cena. Dalle storie che mi ha raccontato Hitomiko della sua esperienza alle superiori, ho potuto constatare che è un insieme di entrambe le cose: le lezioni sono pesanti a volte ma i sensei lasciano molto spazio ai ragazzi, cosi che possano esprimere loro stessi al meglio, o cosi dice la mia tutrice. Bah, forse dovrei proprio finirla di farmi tante paranoie, tanto so già come andrà a finire: lezioni, compagni rumorosi, sensei rompi scatole, preside severo, bidelli scansafatiche,...niente di nuovo insomma, quindi è inutile farsi aspettative giusto?
Sospiro rigirandomi nel letto, portando un braccio a coprire gli occhi quando un pallido raggio del sole mi illumina il viso e le occhiaie, non serve vederle so già che sono enormi dannazione. Iniziamo male. Apro di poco un'occhio rivolgendo lo sguardo alla finestra le quali tapparelle sono lievemente aperte, di solito mi piace tenerle completamente aperte, perché, lo ammetto, il buio mi fa ancora un po' paura. Non giudicatemi, in fondo moltissimi hanno questa fobia. Per me è particolare, durante la notte, mentre riposo, voglio assicurarmi di restare in questa piccola stanza (composta da un letto attaccato alla parete, un'armadio, una radio, la tv, un comodino a tre cassetti dove sopra tengo la lampada, il cellulare e il caricatore, infine una scrivania con la sedia su cui è posata la cartella già pronta da ieri sera) senza avere timore di risvegliarmi e scoprire di essere ancora in uno di quei schifosi orfanotrofi che non voglio rivedere nemmeno in foto. 
Guardo l'ora sul cellulare: le 6.45. La sveglia è impostata per le 7:00 in punto, ma dato che è inutile restare a letto e magari rischiare di addormentarmi e risvegliarmi scoprendo di aver fatto tardi, la decisione migliore in questo caso è alzarsi e prepararsi subito.
Tanto Hitomiko si sveglia sempre alle 6:30, lei ci mette molto più tempo di me a prepararsi dato che si deve anche truccare e prepara la colazione per entrambe e il pranzo al sacco per me. Scosto le coperte tirandomi a sedere per potermi stiracchiare e dalle mie labbra esce uno sbadiglio che mi fa lacrimare gli occhi. Mi alzo sentendo il freddo del pavimento sotto i piedi scalzi. Non cerco nemmeno le ciabatte, mi stropiccio un'occhio dirigendomi in bagno dove mi sfilo il pigiama posandolo nella cesta dei panni da lavare assieme ad alcune giacche, intimo e una gonna di Hitomiko. Mi sciacquo il viso più di una volta con l'acqua gelida sperando di riuscire a mandare via la scia di sonno che non permette ai miei occhi, stanchi e gonfi, di restare aperti. Faccio una doccia molto veloce e mi asciugo lanciando uno sguardo alla mia nuova divisa scolastica: è composta da una camicetta bianca con una tasca sul seno sinistro dove è ricamato lo stemma della scuola, un maglione scuro che lascia intravedere il piccolo fiocco azzurro, una gonna grigia che arriva poco sopra le ginocchia e scarpette semplici marroni. La osservo, non è poi cosi orribile, peccato per le gambe che restano nude e la cosa mi manda su tutte le bestie, perché? Mai sentito di ragazzi pervertiti? Quelli lì se ne approfittano sempre e non perdono occasione di fare scherzetti come alzare la gonna a noi ragazze per spiare l'intimo. Sono nati arrapati, l'ho sempre detto io. Che poi, anche quelli che disegnano e fanno le uniformi, un'altro branco di depravati. Questo mi ricorda la lieve discussione che io e Hitomiko abbiamo avuto prima di andare a cenare.
Mi aveva mostrato la divisa con un sorriso gioioso sulle labbra, dicendo che mi sarebbe stata una meraviglia, ma avevo i miei dubbi. 
"Non mi piace la gonna, è troppo corta, non potresti allungarla?"
Chiesi e Hitomiko mi lanciò uno sguardo confuso, guardò l'indumento del mio "disgusto" diciamo, e rispose
"Potrei, ma ho terminato la stoffa, andrò a ricomprarla tra qualche giorno"
"E' troppo corta donna"
Esclamo facendola sospirare per poi chiedere
"Lo so Masaki, ma che ci puoi fare?"
"Voglio la divisa maschile"
Dico secca, almeno quella copre, eccome. Ovviamente Hitomiko si fece subito seria e, con un espressione tra il deluso e il disperato, chiese
"Vuoi indossare la divisa maschile?? Perché?? Già ti prendono in giro per la tua statura, per il tuo nome da ragazzo e ora vuoi che ti prendano in giro anche per questo?? Tu ti vuoi proprio male Masaki"
E scosse la testa sconsolata. Ok, ok parliamone: non è certo colpa mia se i miei genitori erano dei nani e io non sono venuta fuori alta un metro e settanta o oltre come alcune ragazze che per la loro età sembrano dei giganti, al diavolo quelle stronze. Il mio nome è un'altra cosa per cui, se un giorno dovessi incontrare i miei genitori, li prenderei a mazzate fino alla morte. Cos'è erano cecati da non riuscire a vedere che ero un dannata femmina?? Perché, a meno che la natura non mi abbia lanciato un altro dei suoi pessimi scherzi, io non sono un maschio. Masaki è da maschio, Misaki è da femmina. Non c'è nemmeno tutta sta differenza, solo una piccola vocale cambia, ma a quanto pare ai miei genitori cambiava molto. Che rabbia. 
"Io con quella gonna cosi corta non ci esco, mi dovrai trascinare di peso fuori di qui con quella addosso, sappilo!"
Le risposi con il mio solito tono acido facendola sospirare, ormai non si arrabbiava più per le mie rispostacce. Rimase a riflettere per alcuni istanti per poi chiedermi
"Puoi mettere delle calze scure sotto, cosi ti copriranno e nessuno ti farà storie, va bene?"
Mhh, non era un'idea tanto pessima anzi. Accettai e non ebbi più da lamentarmi per tutta la serata.
Ora mi guardo allo specchio, e devo riconoscere che non è poi cosi male, mi sta bene, si mi piace. Inoltre, i fermagli per i capelli sono un tocco di classe. Sorrido soddisfatta del mio riflesso per poi prendere la cartella e dirigermi in cucina dalla quale proviene un dolce profumo di crepes alla fragola. Le mie preferite, la giornata sta prendendo una buona piega. 
Guardo la tavola imbandita, la tazza fumante di latte al cioccolato è lì davanti a me che mi chiama: bevimi, bevimi, mi dice e non me lo faccio ripetere. Ci soffio sopra per poi gustarmelo lentamente. Che buono. Penso sorridendo per poi divorare le crepes. Hitomiko ridacchia dicendomi
"Stai davvero molto bene con la divisa Masaki"
"Per favore non dirmi cose che già so"
Rispondo nascondendo un sorriso e finendo di mangiare, per poi lavarmi i denti e dirigermi alla porta
"Io vado"
Esclamo mettendomi le scarpe. La mia tutrice mi raggiunge chiedendomi
"Hai preso tutto?"
Annuisco
"Sicura?"
"Sicura, ho controllato poco fa, c'è tutto: libri, penne, pranzo, cellulare"
"Mandami un messaggio appena arrivi mi raccomando"
"Si si tranquilla"
Rispondo sistemandomi la cartella sulla spalle e subito noto lo sguardo commosso di Hitomiko. Cielo, eccola che ricomincia
"Sei cosi bella Masaki, stai crescendo cosi in fretta. Devo farti assolutamente una foto con questa divisa addosso, sei adorabile"
Corre a cercare la fotocamera e io faccio una smorfia infastidita guardando poi l'ora: le 7:40. Per fortuna il liceo dista solo dieci minuti di camminata da qui.
Hitomiko torna e, tutta sorridente, esclama
"Sorridi"
Io resto invece impassibile mentre il flash per poco non mi acceca. Hitomiko guarda la foto sorridendo addolcita
"Kawaii"
Inquietante, davvero, quando fa cosi, è inquietante.
"Devo andare o farò tardi"
"Giusto, sicura che non vuoi che ti accompagni?"
"Non l'ho voluto alle elementari e alle medie, non lo vorrò certo adesso. Ci si vede"
Rispondo uscendo e di nuovo la mia tutrice mi blocca
"Che c'è ancora?!"
Domando un po' scocciata, lei mi si avvicina e tira fuori una boccetta trasparente a forma di sfera contenente del liquidi giallastro
"Che roba sarebbe?"
"E' il mio profumo, si chiama Chanel n° 5, il migliore in assoluto tra tutti i profumi in circolazione. Mettine un po' dai?"
Se non le dico di si non mi lascerà più andare lo so, la conosco bene. Ma a che mi serve dello stupido profumo? Penso mentre mi spruzza sul collo quel chanel che, ora che lo annuso da vicino, è veramente buono, mi lascia sorpresa
"Ti piace?"
Domanda Hitomiko ma io, sempre acidamente, dico
"Mi piacciono i videogiochi"
La mia tutrice sospira e mi lascia finalmente andare non prima di avermi dato un bacio sulla fronte e avermi augurato buona fortuna. 
Me ne servirà parecchia. 
   
 
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