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Autore: fairyelly83    12/03/2022    3 recensioni
Quanto coraggio serve per tornare indietro ed affrontare il proprio passato? Può questo essere un nuovo inizio per una strega che non ha più niente da perdere.
Sirius Black non ha un rapporto semplice con il suo passato. Ma quello con il suo presente forse è ancora peggio. Riuscirà a scacciare i fantasmi e a fare i conti con i suoi sensi di colpa?
Dal capitolo 1
Mi raddrizzo un po’ sulla sedia e lo faccio. Glielo chiedo. Gli chiedo l’unica cosa che realmente voglio
sapere.
«Remus hai più avuto notizie di Elizabeth? Sai che fine abbia fatto?» Chiedo con studiata noncuranza,
come se fosse una domanda qualsiasi, come se non fosse la cosa che più mi sta a cuore.
Remus si agita un po’ sul divano, prende un respiro prima di parlare. Brutto segno.
«Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto. L’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la morte di Lily
e James. Lei... era sconvolta. Continuava a sostenere che potevi essere il peggior bastardo sulla faccia
della terra, ma che non avresti mai tradito i tuoi amici.»
«Mi credeva innocente?» La mia voce è appena un sussurro, devo essere impallidito.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black: passato, presente e...'
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Ritorno al passato

 

Capitolo 2

 

 

Continuo a rigirare questa lettera tra le mani. Continuo a rileggerla, come se questo potesse aiutarmi a capirci qualcosa in più.

Mai avrei immaginato una cosa del genere: una lettera di Silente che mi chiede di tornare a Londra. Ma cosa potrei fare io a Londra? Già durante la prima guerra magica ero stata un membro dell'Ordine della fenice molto marginale. I miei compiti consistevano principalmente nel tenere gli occhi aperti al San Mungo e a riferire eventuali informazioni utili. Io sarei stata ben contenta anche di fare di più, ma a quanto pare Silente era convinto che non fosse necessario. Avevo avuto il sospetto che mi tenesse deliberatamente alla larga dalle situazioni più pericolose, ma secondo i miei amici era solo una mia paranoia. I miei amici....

Guardo la lettera per l'ennesima volta. Tornare a Londra... Non ho niente a cui tornare… non ho nemmeno molto per cui restare qui, a dirla tutta. Avevo già praticamente deciso di non accettare il rinnovo del contratto, ma avevo pensato di cercare un lavoro in qualche cittadina di provincia del sud degli Stati Uniti. Mi attirava l’idea di un clima più caldo e soleggiato. Londra non è né calda né soleggiata.

Scuoto la testa. Cosa diavolo c’entra il clima?

Mi costringo a riprendermi da quello stato di trance e mi avvio verso la cucina per preparare un caffè bollente. Spero mi aiuti a schiarirmi le idee.

Quel nome continua a ronzarmi in testa. Potter. Harry Potter.

Prendo la mia tazza fumante e mi avvio verso la mia camera. Mi chino e da sotto il letto estraggo quel baule che non apro mai. Ci sono i ricordi di un’altra vita qua dentro, quel poco che si è salvato. Faccio scattare la chiusura con attenzione, quasi come se mi aspettassi che un movimento sbagliato potesse farla esplodere.

Do uno sguardo veloce al contenuto, cerco una cosa in particolare, non ho voglia di vedere altro. Sotto una sciarpa con i colori di Griffondoro ed accanto ad un libro sulle proprietà delle erbe magiche medicamentose, c’è il mio vecchio album di foto.

Mi rifiuto di sfogliarlo tutto, ci sono delle facce qui che non voglio assolutamente vedere. Cerco una foto, anzi due. Mi sembra fossero tra le ultime e non ci metto molto a trovarle. Lily e James Potter sorridono felici all’obiettivo della camera. Tra le braccia di Lily un piccolissimo Harry mi rivolge un sorriso sdentato. Lily… mi manchi ancora sai? Nella pagina accanto ci sono io, con almeno 10 di meno però. Forse non sono cambiata tantissimo… certo adesso c’è qualche piccola ruga agli angoli dei miei occhi castani, ma niente di eccessivo. Porto ancora i capelli lunghi oltre la metà della schiena, lisci come sono sempre stati. Sono ancora castani, ma recentemente ho schiarito le punte. Ho ceduto alla moda babbana anche io.

Nella foto un piccolo Harry mi afferra forte una ciocca di quei capelli mentre io gli sorrido felice. Il mio figlioccio… ero veramente felice quando quella foto fu scattata.

Sospiro. Non so che fare. Non so nemmeno come rispondere alla lettera di Silente: io non ho più un gufo!

 

***

 

Sono passate due settimane da quando Remus me lo ha detto, da quando mi ha detto che con ogni probabilità Beth è morta. Fa male, fa ancora dannatamente male, ma tento di non darlo a vedere a nessuno. Questo dolore è mio, solo mio. Se è l’ultima cosa che mi resta di lei, allora non voglio separarmene. Mi cullo in questo dolore, ricordandomi ogni giorno che in parte è anche colpa mia. Perché è così, come per la morte di James e Lily. Non devo scordarlo mai. Questo dolore è la pena che merito di scontare per le mie colpe. Anche il mio soggiorno ad Azkaban, io l'ho meritato per aver affidato i miei migliori amici a quel ratto traditore e per aver abbandonato Elizabeth.

Remus mi marca stretto, persino più di prima, ammesso che sia possibile. È preoccupato dal mio umore sempre più tetro.

Ho solo due pensieri cui aggrapparmi adesso: Harry, che ha bisogno del suo padrino e questa fottuta guerra alle porte, che noi dobbiamo vincere. Per Harry, ma anche per James, Lily e Beth. Allora sarà un po’ come averli vendicati.

La famiglia Weasley al completo si è praticamente trasferita qui, almeno fino a quando i ragazzi non torneranno a scuola. L’arrivo di Hermione è previsto nei prossimi giorni e Molly Weasley… sembra si stia impegnando per torturarmi ancora di più.

«Sirius questa casa è un porcile! C’è polvere ovunque! Non è possibile pensare che delle persone possano vivere qui senza prendersi qualche malattia!» Urla piantandomisi davanti con una scopa e degli stracci.

«Scusa Molly se non avevo un hotel di lusso da mettere a disposizione dell’Ordine.» Rispondo acido.

«Non mi lamento della casa ma della sporcizia, basta pulirla. Puoi cominciare dal salotto, grazie. » Afferma consegnandomi scopa e strofinacci. La guardo come se fosse impazzita mentre si appresta ad iniziare le pulizie della cucina.

«Non conosco incantesimi domestici Molly… » Io non ho mai pulito nulla in vita mia.

«Tenere occupate le mani ti farà bene. » Afferma con l’aria di chi la sa lunga.

 

***

 

Cinque minuti per telefonare in Ospedale e rifiutare la proposta di rinnovo del contratto.

Un pomeriggio per scovare un negozio di articoli magici e noleggiare un gufo per spedire una lettera.

Tre giorni per decidere esattamente cosa scrivere in quella lettera.

Sei ore per impacchettare tutta la mia roba. Ormai sono ferrata nei traslochi.

Quattro giorni passati a ripetermi che sono ancora in tempo per cambiare idea.

Finché il gufo noleggiato non è tornato indietro con una risposta al mio biglietto. Il Professor Silente è felice che io sia disposta a tornare a Londra immediatamente e mi invita ad incontrarlo al Paiolo Magico tra due giorni.

È fatta. Adesso non si torna indietro. Non so nemmeno io se sono più abbattuta o sollevata all’idea di tornare. Sollevata da cosa poi?

Lo sto facendo per Harry. È la milionesima volta che me lo ripeto. È quell’idea che mi fa tenere fede alla decisione che ho preso. Voglio vedere Harry. Questo è decisamente il pensiero migliore per convincermi a salire su quell’aereo. Una passaporta è fuori discussione, mi piacciono le mie ritrovate abitudini babbane.

Dal finestrino del taxi osservo New York per l’ultima volta. Non credo mi mancherà, nemmeno qui mi sentivo a casa. Casa… una volta era a Londra la mia casa… ma era una vita fa.

Avevo abbandonato Londra sperando di poter scappare dal mio dolore. Ad essere onesta non aveva funzionato del tutto, ma mi aveva almeno permesso di sopravvivere. Avevo fatto del mio meglio per tagliare tutti i ponti con il mio passato, quello era sempre stato il mio primo pensiero in quegli anni. E adesso stavo volontariamente ritornando a quel passato. Non sarà senza conseguenze. Non posso pensare di tornare a dei luoghi familiari senza pensare che alcuni ricordi... per Harry. Devo solo continuare a ripetermelo. Lo faccio per Harry.

 

***

 

È la prima riunione ufficiale dell’Ordine della Fenice da quando Silente ha deciso di rifondarlo. Non siamo in molti veramente. Abbiamo bisogno di più aiuto di così… decisamente di più.

La maggior parte delle persone che vedo qui erano membri anche del primo Ordine, ma c’è qualche nuovo acquisto. Mia cugina Ninphadora Tonks è stata una piacevole sorpresa.

Non l’avevo mai vista prima, nonostante la parentela, ma è stato bello scoprire che ho almeno un legame di sangue di cui non debba vergognarmi. Mi sorride dall’altro capo del tavolo mentre Remus seduto accanto a lei rivolge l’ennesima occhiata in tralice ai suoi capelli verde acido. Mi sfugge un lieve sorriso, il primo dopo mesi forse. Quando Tonks si è seduta accanto a Remus credevo che lui stesse per cadere dalla sedia.

«Visto che siamo tutti possiamo iniziare.» Silente prende la parola. «Siamo tutti qui, almeno per ora. Dobbiamo reclutare quante più persone possibili. In effetti è già previsto qualche nuovo arrivo nei prossimi giorni. Tutti quelli di voi che lavorano al Ministero ed in altri luoghi strategici devono tenere gli occhi aperti. Qualsiasi movimento sospetto potrebbe risultare importante. Dobbiamo capire quanti e quali siano i seguaci su cui Voldemort possa contare. Dobbiamo studiare il nemico e le sue mosse. Tra le nostre priorità ci sono ovviamente anche la sorveglianza di Harry e di una particolare sezione del Ministero della Magia.» Distribuisce a tutti delle pergamene con dei turni di guardia. Lo guardo perplesso quando vedo che non ha nulla per me.

«Sirius è meglio che tu non ti esponga troppo per adesso.» Afferma Silente con tono deciso.

Grandioso! Vuole che stia qui a girarmi i pollici mentre gli altri faranno tutto il resto? Non se ne parla!

«Professore… io non sono affatto d’accordo. Posso tranquillamente occuparmi della sorveglianza di Harry e…»

«Certo che potresti.» Mi interrompe. «Ma attualmente sei un obiettivo non solo per i Mangiamorte. Sei anche ufficialmente ricercato dal Ministero della Magia ed è molto meglio se non ti fai vedere in giro per un po’. Tonks è stata assegnata al tuo caso e farà il possibile per sviare l’attenzione del dipartimento Auror da te. Tu ti occuperai di coordinare le cose da qui. Chiunque avrà qualcosa da comunicare urgentemente all’Ordine potrà trovarti qui e tu potrai fungere da raccordo tra tutti noi.» Mi sta prendendo per il culo e crede che me la beva? Questo importantissimo ruolo che mi sta affibbiando è un contentino per tenermi buono. Sbuffo infastidito e lascio cadere l’argomento per ora, ma non finisce qui.

Sono troppo incazzato per prestare molta attenzione al resto della riunione, ma non mi sembra comunque che ci sia nulla di particolarmente rilevante.

Quando Silente ci congeda e si avvia verso l’uscita lo accompagno alla porta, pronto a riprendere l’argomento di poco prima.

«Sirius avrei una cosa da chiederti.» Mi precede lui fermandosi e guardandomi negli occhi. Sembra importante. Con un cenno del capo lascio intendere che ha la mia attenzione.

«Un membro dell’Ordine ci sta raggiungendo dagli Stati Uniti. Ha lasciato la casa e il lavoro per unirsi a noi. Pensavo di proporgli di alloggiare qui, almeno fino a quando non avrà trovato un’altra sistemazione, se per te va bene.» Il suo sguardo è pensieroso, ma non ne capisco il motivo. Ho già messo la casa a completa disposizione dell’Ordine.

«Ci sono un sacco di stanze vuote Professore, non c’è nessun problema.» Lo rassicuro. Lui sorride felice come un bambino la mattina di Natale.

«Bene, bene. Preparate una stanza allora. Accompagnerò qui il nostro ospite domani.» E se ne va sorridendo ancora, lasciandomi qui interdetto. Solo in un secondo momento mi rendo conto che mi ha talmente spiazzato con il suo atteggiamento che mi sono completamente dimenticato che volevo rinfacciargli il grande “ruolo strategico” che mi aveva rifilato.

 

***

 

Il viaggio mi è sembrato troppo corto. Di solito i viaggi dovrebbero sembrare interminabilmente lunghi, ma questa volta sono arrivata prima di quanto non avessi desiderato.

Esco dall’aeroporto e mi guardo intorno. Non posso credere di essere di nuovo qui. Non ci credo.

Sarei in perfetto orario per l’incontro con Silente, se decidessi di smaterializzarmi a Diagon Alley. Se preferissi i mezzi di trasporto babbani sarei in ritardo di almeno 20 minuti. Non mi smaterializzo da 14 anni… mi ricordo ancora come si fa? Lo scoprirò a breve a quanto pare.

Volto un angolo e cerco un posto più appartato, dove nessuno possa vedermi. Mi assicuro di avere i miei bagagli ben stretti tra le mani, do un’ultima occhiata intorno per essere sicura di non essere vista da nessuno e poi mi concentro intensamente su Diagon Alley, sul ricordo che ho di quel luogo. Poi succede. Tutto rotea intorno a me e mi sento quasi risucchiare finché i miei piedi non poggiano di nuovo su qualcosa di solido e stabile. Ondeggio leggermente mentre controllo di essere tutta intera e soprattutto nel posto giusto. Beh direi che l’ho fatta, sembra tutto in ordine.

 

«Certe cose non si dimenticano mai Beth. È come tornare in sella ad una scopa dopo un po’. Sai comunque cosa fare.» Due profondi occhi blu brillano verso di me.

 

Scuoto la testa per scacciare quel ricordo. Cosa mi viene in mente adesso? Non ho tempo per queste sciocchezze. Sono anni che non ci penso e non è certo questo il momento di ricominciare. Sapevo che trovandomi qui sarebbe stato più difficile, ma... non ci devo pensare!

Affretto il passo e mi dirigo verso il Paiolo Magico. Forse avrei dovuto prenotare una stanza qui, almeno per qualche giorno, penso mentre varco la soglia. Spero solo che abbiano posto.

Mi guardo intorno ma non vedo nessuno che riconosco, Silente non deve essere ancora arrivato.

Il proprietario, il vecchio Tom, mi viene incontro squadrandomi.

«Buona sera signorina, desidera un tavolo, posso portarle qualcosa?» il proprietario del paiolo magico è decisamente invecchiato.

«Veramente dovrei vedere una persona.» Rispondo incerta guardandomi intorno.

«Oh allora so di chi si tratta, prego mi segua.» Con uno sguardo di intesa si avvia a passo svelto fuori dalla sala principale verso le sale private sul retro ed io lo seguo trascinando i miei bagagli. Come se li avesse notati solo adesso mi guarda speranzoso. «Ha bisogno di una stanza, signorina?» In effetti da qualche parte devo pur stare…

«Non credo che ce ne sarà bisogno, grazie Tom.» La conosco bene questa voce. È profonda e calda come la ricordavo. Il Professor Silente mi osserva sorridente da dietro le piccole lenti a mezzaluna dei suoi occhiali. Mio malgrado sorrido. L’ultima conversazione che ho avuto con lui 14 anni fa non è stata esattamente piacevole, ma… è un volto amico, dopo tanto tempo.

«Miss Collins è un piacere rivederla, la trovo bene!» Dice tendendomi una mano con fare cordiale.

«Grazie Professore. Anche io la trovo bene.» Sono sincera. Il tempo non passa per quest’uomo? Fatta eccezione per la barba leggermente più lunga è esattamente come lo ricordavo.

La lunga veste da mago di velluto azzurro gli arriva fino ai piedi. I capelli e la barba completamente candidi sono come sempre ordinati e molto curati. Due penetranti occhi azzurri mi osservano da dietro i piccoli occhiali mentre un berretto da mago a punta completa l’inconfondibile immagine del mio preside. Mi sembra di essere tornata indietro ai tempi della scuola a ritrovarmelo davanti così.

«Si accomodi, deve essere stanca dal viaggio.» Afferma indicandomi una sedia.

«In realtà non troppo. Sono abituata a viaggiare parecchio.»

«Sono veramente felice che sia qui Elizabeth. Mi rendo conto che non deve essere stato facile lasciare tutto così all’improvviso. Il lavoro, la casa, gli amici e forse anche una famiglia?» Mi osserva curioso.

Se potessi pensare che sappia come ho vissuto negli ultimi anni crederei che mi stia prendendo in giro. Ma non lo sa, o almeno credo. Con Silente non si può mai essere certi di niente.

«In realtà non ho lasciato niente in particolare. Professore qual è il piano adesso che sono qui?» Chiedo ansiosa di cambiare argomento.

«Beh, per prima cosa direi che ha bisogno di un posto dove stare e di un lavoro e almeno in questo posso darle una mano io. Se lei è d’accordo potrà riavere il suo posto all'ospedale, il che tornerebbe utile anche all’Ordine. Stiamo cercando di infiltrare persone di nostra fiducia in tutti i luoghi chiave del mondo magico: il Ministero, la Gringott e sarebbe bene avere un paio di occhi anche al San Mungo.» Certo, il ragionamento non fa una piega. Ma…

«Professore io… ho vissuto tra i babbani ultimamente. Sono decisamente fuori allenamento con gli incantesimi di guarigione e tutto il resto.» Per la prima volta mi ritrovo a chiedermi di quale utilità potrei essere io per l’Ordine della Fenice, calcolando che non tocco la bacchetta da una vita se non per qualche incantesimo veramente basilare.

«Ho già preso accordi perché lei segua un corso di aggiornamento prima di essere riassunta come guaritrice a tutti gli effetti.» Insomma ha già pensato a tutto… sono un po’ frastornata sinceramente. Io che di solito non so nemmeno cosa farò da qui a due ore ho già un programma preciso e dettagliato pronto per me.

«Per quanto riguarda il suo alloggio può restare alla sede dell’Ordine per quanto desidera. » Si avvicina e abbassa leggermente il tono della voce anche se siamo soli nella stanza. «Si Trova al numero12 di Grimmauld Place.»

È una zona di Londra che non mi è familiare, non ci sono mai stata, eppure l’ho già sentita nominare. Non ricordo a che proposito. Non mi dispiace l’idea di un alloggio gratis. Le mie finanze non sono così floride al momento da potermi permettere di pagare un albergo a lungo. Potrò cercarmi un appartamento tra qualche mese.

«Cosa si aspetta che faccia per l’Ordine oltre a tenere gli occhi aperti al San Mungo?» Visto che ha già pianificato tutto, meglio farmi aggiornare sul pacchetto completo.

«Abbiamo dei turni di guardia per sorvegliare una particolare sezione del Ministero della Magia, ma in particolare vorrei che coprisse qualcuno dei turni di guardia per assicurare la sicurezza di Harry.» Mi guarda con molta più attenzione adesso, lo sa benissimo che è quello il vero motivo per cui sono qui.

Eppure… «Quattordici anni fa non credeva che Harry potesse aver bisogno di me…» Il mio tono è ancora risentito, non posso resistere all’impulso di rinfacciarglielo.

«Mi dispiace, sinceramente.» Lo dice con un sospiro. «Ma ero convinto, e lo sono ancora, che il legame di sangue con i parenti di Lily avrebbe protetto Harry meglio di qualsiasi altra cosa. Se non fosse stato per questo, non lo avrei mai sottratto alle cure e all’affetto della sua legittima madrina.»

Sì, me l’ha già detto almeno mille volte, quattordici anni fa mentre io in lacrime lo pregavo di non separarmi dal mio figlioccio, l’unico affetto che mi era rimasto.

Lascio andare un sospiro rassegnato. Lo sapevo che sarebbe stato difficile. Sapevo che avrei dovuto fare i conti con molte cose per poter tornare qui. Questa è una di quelle. Non credo che riuscirò mai a perdonare Silente per questo, ma devo in qualche modo metterci una pietra sopra e ricominciare. Per Harry. Per Harry. Continuo a ripetermelo come un mantra.

«Bene, visto che ha già pensato a tutto… quando inizio al San Mungo?» gli rivolgo un sorriso un po’ tirato, ma è comunque un segno di pace.

«Dopodomani, così avrà il tempo di sistemarsi. Venga la accompagno a Grimmauld Place. Credo che ci sarà bisogno di qualche spiegazione.» Afferma con un sorriso furbetto mentre con un colpo di bacchetta fa sparire i miei bagagli. Devono essere già a destinazione.

Lo guardo un po’ perplessa dalla sua ultima affermazione mentre mi offre il braccio. Non mi piace la smaterializzazione congiunta. Smaterializzarsi due volte in un giorno dopo 14 anni mi sembra eccessivo, ma mio malgrado afferro saldamente il suo braccio.

 

 

***

 

Un rumore all’ingresso mi distoglie dalla scacchiera. Mi alzo a vedere di cosa si tratti, tanto Remus mi sta già stracciando comunque. Una valigia ed un baule sono comparsi accanto alla porta d’ingresso.

«Moony credo che stia arrivando l’ospite di cui mi aveva parlato Silente.» Remus si alza e si avvicina a me incuriosito, quando il rumore secco di una smaterializzazione fuori dalla porta d’ingresso conferma la mia supposizione.

Osservo dallo spioncino quando sento bussare. Riesco a vedere solo Silente davanti alla porta ed apro.

«Buona sera Professore, prego si accomodi.» Dico lasciandolo entrare. Un movimento alle sue spalle mi ricorda che probabilmente non è solo.

 

***

 

Quella voce. Mi è passato un brivido per la schiena. Ma cosa vado a pensare? Non avrebbe senso.

Silente attraversa la porta ed io mi accingo a seguirlo ma quello che vedo mi lascia pietrificata e non riesco più a muovere un muscolo.

Sento un ronzio nelle orecchie. Forse qualcuno ha detto qualcosa ma non ho sentito. Non riesco a muovermi. Non riesco a staccare gli occhi da quello che vedo, da quel paio di occhi blu così profondi che mi fissano. Sto respirando? No, mi bruciano i polmoni per la mancanza di ossigeno.

Lui è qui! Lui che li ha traditi, lui che ci ha tradito tutti. Lui!

 

***

 

Lei! È lei! È un fantasma o un'allucinazione?

Così alla fine sono impazzito veramente. Forse doveva succedere prima o poi. Ma se impazzire mi consente di vederla di nuovo, allora sono veramente felice di aver perso il senno.

«E… Elizabeth?» la voce di Remus mi riporta alla realtà. Come Remus? La vedi anche tu? No. Lascia che sia solo mia questa visione. Lasciami perdere nei suoi caldi occhi scuri ancora… non voglio spostare lo sguardo perché ho paura di non trovarla più li.

«Credo che abbiate tutti bisogno di qualche spiegazione, ma forse è meglio se ci mettiamo comodi. Venga Miss Collins.» Silente le porge il braccio invitandola ad entrare.

Allora non la vedo solo io? Lei… lei è viva!

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Non so con che frequenza aggiornerò, molto dipende dagli impegni lavorativi.

Mi farebbe veramente tanto piacere riceve qualche commento, sono curiosa di sapere cosa ne pensiate. Anche le critiche costruttive sono veramente le benvenute. Spero di migliorare con i vostri pareri.

A presto.

  
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