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Autore: _Morgan    17/03/2022    1 recensioni
Ottobre 2023.
Lily Luna ha sedici anni, un cognome ingombrante di cui farebbe volentieri a meno e la certezza di non avere alcuna prospettiva per il futuro.
Inutile lambiccarsi su ipotetiche carriere e relazioni dopo aver svolto coscientemente un rituale che sembra aver decretato la sua prematura dipartita.
O quantomeno un suo prematuro - decisamente oscuro - cambiamento.
In un Mondo Magico sempre più aperto ed influenzato dai babbani, dove la tecnologia e la razionalità si scontrano prepotentemente con magie perdute da eoni, con fantasmi ed ombre come improbabili 'guardiani' ed uno stuolo di risvegliati ai quali dare la caccia prima che loro caccino lei, inizia il suo viaggio verso l'obbiettivo più arduo da raggiungere: Sopravvivere.
(IN REVISIONE 16-07-23)
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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.II. Arcani Minori: Re e cinque di Bastoni / Il Pellegrino (13 novembre 2023)


[Trattato sulla caccia notturna ai risvegliati, I° folio]


"Arranco.
Avete presente il verbo 'arrancare'?
Arrancare: il lento, faticoso, deprimente ma determinato
procedere di un uomo che non ha più niente nella vita,
tranne l'impulso di dover,
semplicemente,
continuare la lotta."

[Il Destino di un Cavaliere]

Foresta Proibita,
13 novembre 2023, ore 23.35

L'aria gelida le sferza il viso, congelando le ciglia sottili e la porzione di naso che la calda sciarpa di lana scura non riesce a coprire, causandole un afflusso di catarro fra nari e gola seguito da un profondo starnuto; gli occhi lacrimano ed ha le dita delle mani intirizzite nonostante i guanti.
Nella sinistra stringe la bacchetta con forza, cercando di scacciare i brividi che le percorrono il corpo sotto gli indumenti pesanti; benché abbia cercato di coprirsi con vari strati di vestiti e capi termici, come se si apprestasse a disputare una partita a Quidditch sotto un inclemente diluvio scozzese, dopo ore di appostamento fra gli alti, secolari, alberi della Foresta Proibita cercando di rimanere quanto più ferma possibile il freddo le risulta insopportabile.
Ha le vesti umide a causa della nebbiolina perenne che si leva dal terreno e le Adidas – un tempo bianche – ridotte ad un conglomerato di fango e sterpaglie fin all'interno, dove le calze oramai zuppe non mantengono più il calore sufficiente a permetterle d'avvertire le dita dei piedi.
Una nuvoletta di vapore biancastro fuoriesce come fumo d'una sigaretta dalle labbra pallide, svanendo nell'etere; se non dovessero ucciderla i cadaveri ci penserà l'ipotermia, di questo ne è certa, dato che nemmeno gli incanti di riscaldamento ed asciugatura lanciati sulle vesti sembrano creare un'efficiente barriera contro al gelo perenne presente in quel luogo maledetto.

Sono di nuovo qui, sebbene abbia giurato di non mettere più piede fra questi alberi.

Arrampicata fra i rami bassi di una quercia secolare e protetta da un incantesimo di disillusione, con la bacchetta ben salda e lo sguardo attento a captare ogni accenno di movimento nell'area circostante, la ragazza ripensa alla notte del 31 ottobre – non così diversa da quella in corso - e all'avvallamento scelto per svolgere il rito, ubicato a poche centinaia di metri da dove ora monta guardia; il libro è davvero sparito come le aveva rivelato Piton già l'uno novembre, quando si trovava ancora ospite dell'infermeria con la caviglia fasciata a causa della storta, ed il cerchio è stato cancellato, le ciotole che avevano contenuto le offerte per gli spiriti distrutte.
Ore addietro, quando si era trovata a percorrere quel tratto di foresta, Lily Luna era rimasta stupita di non trovarvi 'niente', come se ogni cosa vissuta durante quella notte appartenesse unicamente al mondo dell'incubo; peccato le fosse bastata un'occhiata alla figura nera, avvolta in un lungo mantello con cappuccio, dell'ex professore di pozioni che camminava silenzioso al suo fianco per ricordare quanto le sue disavventure fossero tristemente reali.

Ho compiuto il rito.
Ho passato cinque giorni a far finta di niente, convinta che Piton sarebbe stato in grado di sistemare le cose da solo ed ora sono qui a congelare, rimpiangendo per la prima volta in sei anni la camera che condivido con Milena, Grace, Hilary e le chiacchiere da pollaio di queste ultime due.
Sono in Missione per conto della Morte che mi ha 'gentilmente' concesso un anno per rimediare al casino fatto, con un 'partner' che – tanto per cambiare - è sparito chissà dove fra le ombre sue compari.
'Fanculo.

Il fondoschiena inizia a dolere a causa del contatto prolungato con la ruvida corteccia del ramo e della scomoda posizione assunta per non cadere di sotto come una pera matura; la ragazza cerca di sistemarsi meglio, trattenendo a fatica un'imprecazione fra i denti.
Le cacce notturne sono iniziate il sette novembre, due giorni dopo che la Morte aveva fatto la sua apparizione fra le mura della biblioteca di Hogwarts per renderla edotta sul suo destino, ovvero restituire tutte le anime evocate per errore ad Halloween.

Sapevo di non aver evocato solo Piton e McLeod, ma...
Non due, né tre, né quattro.
Sarebbe stato troppo semplice, no?

Sono 78, come le carte che compongono il mazzo dei Tarocchi e la Morte, per rendere 'il gioco' ancor più divertente, aveva deciso di 'aiutarla' contrassegnando ogni risvegliato con un numero ed un seme, affidandole l'arduo compito di 'ricomporre' il 'libro' con l'aiuto di Piton come suo 'guardiano'; le labbra fredde s'incurvano in un sorriso divertito sotto la pesante sciarpa mentre ripensa alla discussione avvenuta fra le mura della sezione proibita e alla rabbia mostrata dall'ex professore nello scoprire il suo ruolo in questa triste vicenda.
Se non si fosse trattato di un essere immortale impossibilitato a provare dolore fisico o sentimenti, Lily Luna è sicura che Piton avrebbe cruciato la Mietitrice - o Mietitore - da li fino alla fine dell'era degli uomini, intercalando con qualche Avada Kedavra giusto per non risultare troppo ripetitivo; l'idea di dover – nuovamente – fare da balia ad un Potter predestinato ad un futuro assai gramo, lanciato da terzi in una missione suicida lo aveva mandato in bestia, ma poi s'era dovuto arrendere poiché la Morte era stata ben chiara: quello era l'unico modo per lei di salvarsi e per lui di riguadagnare il sonno eterno.

Ed ora mi tratta come fossi uno schiopodo molesto.
Non ha più accennato ad interessanti discussioni in mia presenza e da 'Potter' è passato a 'ragazzina', quasi non fossi più una persona con tratti distintivi, ma solo un essere amorfo di sesso femminile con un età cerebrale indefinita, compresa fra i sette ed i quindici anni.
Età fisica non pervenuta, ovviamente.

Una fitta alla schiena la costringe a muoversi di nuovo per sgranchire spalle e gambe, ora percorse da brividi incessanti; benché questa non sia la prima notte che trascorre nella foresta a caccia di risvegliati, in precario equilibrio su un ramo in attesa che essi striscino fuori dai loro nascondigli alla ricerca di cibo e sangue fresco, non riesce ancora ad abituarsi alla lunga immobilità né al freddo pungente di quel luogo antico e nefasto; nonostante ogni notte provi ad intessere le vesti di incantesimi nuovi, ingoiando la paura per appellarsi a tutto il coraggio di cui dispone, ogni volta in cui i suoi piedi si trovano ad affondare nella terra molle del sottobosco lo smarrimento e l'impotenza la colgono con forza, rendendola goffa e spaventata.
Riesce a difendersi solo quando si trova davanti ai Risvegliati in tutta la loro inquietante – reale – marcescenza, quando non ha altra alternativa se non essere forte e dare mostra delle abilità apprese in anni di duelli presso il Club scolastico istituito da Jonathan Andrew Murray, suo professore di Difesa Contro le Arti Oscure e Selina Ashdown, docente di Incantesimi; in quei momenti si rivela attenta e letale, colpendo e difendendosi con un'abilità tale da strappare un mezzo grugnito d'assenso persino a Piton che in quest'arte non ha eguali.
Piton duella come se danzasse, muovendosi con un'agilità ed un'eleganza impressionanti, inoltre conosce un vasto repertorio di magie e maledizioni – buona parte oscure – davvero efficienti; la prima volta in cui l'ha visto combattere è rimasta talmente tanto esterrefatta da non riuscire ad alzare la bacchetta per aiutarlo, né per difendersi quando il Mangiamorte redivivo – tale Gibbon – ha preferito avventarsi su di lei dopo aver ritenuto il suo ex compare un avversario troppo ostico.
Sebbene il compito di 'mandare a dormire' i cadaveri sia suo, essendo lei l'artefice del rito e l'unica in grado di annullarne gli effetti, nella maggior parte dei casi è Piton a ridurre l'avversario in condizioni tali da impedirgli di muoversi ed arrecare ulteriori danni.
Ne hanno già uccisi quattro: il due, sei, quattro e nove di Bastoni, ovvero McLeod la notte del rito, poi Gibbon, Alfred Johnson e Jules Santager, identificabili mediante i numeri ed i disegni che lei vede apparire incisi a fuoco sulle loro fronti in un color nero pece che spicca in netto contrasto con la pelle pallida, incartapecorita, o sull'osso biancastro; la Morte ha detto che avrebbe assegnato grado e seme in base alle caratteristiche possedute in vita dai risvegliati, ma nessuno dei quattro affrontati fin ora sembrava rispecchiare il significato della carta né del seme di cui portano il marchio.
Piton stesso li ha definiti mediocri, spiegandole che fra le fila del Signore Oscuro, specialmente durante l'ultima battaglia, si erano radunati diversi tipi di maghi e non molti possedevano abilità o forza tali da risultare realmente pericolosi; servivano solo a far numero ed erano ottime pedine sacrificabili in eventuali missioni suicide, infatti molti di loro erano caduti, annientati da ragazzini con la metà dei loro anni, senza alcuna esperienza o cattiveria.

Quando la magia si risveglia in lei con l'ormai caratteristico scoppio incandescente che le fa dolere il torace, rendendo il battito tachicardico e bruciandole i polmoni – sensazione benedetta visto il freddo pungente della foresta – la ragazza scatta in avanti, passando la bacchetta fra i denti così da avere le mani libere di afferrare i rami circostanti, iniziando la discesa dall'albero.
Ancor prima d'intravedere il cadavere Lily Luna lo sente.
E' la magia nata dal rito a permetterle d'individuare con precisione ogni creatura morta presente nell'area circostante, distinguendo gli animali dagli insetti, i centauri dalle sirene e dalle salme degli uomini che ora vagano affamate; loro, in modo analogo, avvertono lei – il suo sangue – e la bramano disperati, poiché gli animali cacciati nel sottobosco non bastano a placare la sete inestinguibile che li attanaglia come una punizione divina, quindi cercano disperati la fonte della magia che ha permesso loro di riprendere vita e che sola può estinguere l'arsura a cui sono condannati.
Non si fermeranno finché non avranno ottemperato a tal proposito, la Morte è stata chiara nel spiegare che in questo 'gioco' lei è si cacciatrice, ma anche preda.

La ragazza atterra con un salto sul terreno fangoso cosparso di muschio e foglie, velato da un sottile strato di nebbia biancastra, riprendendo la bacchetta fra le dita per prepararsi allo scontro; è una preda, ma possiede denti aguzzi, unghie affilate e nessuna voglia di farsi sconfiggere da un patetico coglione morto – a giudicare dalle ferite - a causa delle frecce scagliate dai centauri e dell'affondo d'una probabile mazza impugnata da Grop, il 'fratellino' gigante di Hagrid.
"Vieni" sussurra richiamando verso sé la creatura, lasciando cadere l'incantesimo di disillusione oramai inutile.
Lo vede trascinarsi fuori da una piccola insenatura sovrastata dalle radici di un'enorme albero secolare ricoperto di muschio, mettendosi a fatica in piedi sulle gambe malferme ove la pelle, lacera e sporca, si tende allo spasmo sopra una ragnatela di fratture composte; i resti della tunica nera consistono in pochi brandelli che ondeggiano attorno al torace sfondato, crivellato di frecce incastrate fra le costole ancora sane e lo sterno, avvolgendo le spalle schiacciate e deformi, con l'articolazione della sinistra composta da clavicola, scapola e testa dell'omero fratturata in modo irreparabile tanto da impedirgli il movimento del braccio, che giace inerte lungo il fianco.
Gli manca la mano sinistra ed il viso è quasi inesistente, poiché buona parte del cranio è stata asportata – quando ancora era in vita – da quel preciso colpo di mazza che ne ha lasciato integra solo la parte destra, dall'orbita in giù; i resti della mandibola pendono scomposti, attaccati a ciò che rimane della testa da cartilagini brune e quadrati di pelle marcescente, stopposa, dondolando ad ogni passo.
Fra tutti i Mangiamorte affrontati fin ora lui è sicuramente il peggio conservato e, a giudicare dall'incedere precario e dalla poca motilità nei quattro arti, non pare un avversario pericoloso.

Si sta disintegrando da solo.
Lavoretto facile.

Per un'istante Lily Luna prova pena per il risvegliato, per il suo essere morto in modo così violento, magari giovane, senza riuscire a recuperare un briciolo di dignità nemmeno dopo essere risorto dalla tomba; questa sensazione dura giusto un battito di ciglia e, prima che l'essere possa avvicinarsi troppo, scaglia uno schiantesimo frantumando quel che resta della cassa toracica, seguito da un'altra fattura che gli disintegra completamente il cranio, lasciando solo il principio della colonna vertebrale.
Il corpo incespica e cade a terra, ove inizia a dimenarsi colto da spasmi; mentre la ragazza si appresta a lanciare un 'Incarceramus' per bloccarne i movimenti così da potersi avvicinare tranquilla, ponendo fine alle sue sofferenze, una percezione la mette in allerta spingendola a voltarsi con rapidità verso il sottobosco alle sue spalle.
"Protego!"
Un attimo d'esitazione in più e sarebbe finita a terra, schiacciata da un'enorme figura ammantata di nero che le è letteralmente piombata addosso con una velocità sovrumana, in completo silenzio; la strega pianta i piedi a terra e flette le gambe, assumendo una posa adatta al combattimento e difficile da sbilanciare, mentre con occhi ridotti a fessure osserva il secondo avversario emerso dalle tenebre che avvolgono la foresta: è alto e ben piantato, con corti capelli biondo chiaro ed un viso squadrato – integro - sul quale spiccano occhi d'un azzurro slavato cerchiati da profonde occhiaie violacee; è pallido ed emaciato ma decisamente vivo rispetto agli altri Mangiamorte affrontati fin ora, tanto che persino il corpo sotto le nere vesti rivestite dall'armatura in cuoio trattato e piastre ha una solidità che fa presupporre la presenza di organi e muscolatura ben conservati.
Lily Luna cattura il labbro inferiore fra i denti; il paragone con l'altro Mangiamorte a cui ha appena distrutto costato e cranio giunge spontaneo facendola esitare.

E' morto.
Morto.

Cerca di convincersi senza però riuscirci.
Quando ha accettato di eseguire la missione pensava che tutti i cadaveri che avrebbe affrontato sarebbero stati – d'aspetto – come McLeod: ossa, pelle e qualche capello stopposo, unghie lunghe e denti marci, non pensava di trovarsi a fronteggiare creature dotate d'occhi sani, muscoli e capacità cognitive 'umane'; l'essere che ha dinnanzi infatti non è solo un'automa mosso dalla sete di sangue e magia, è senziente ed intelligente, lo capisce dal modo inquietante in cui gli occhi chiari la scrutano predatori cercando di carpire le sue debolezze e pregustando il dolore che le infliggerà a breve, come se avesse intuito la sua esitazione e sapesse che ciò gli sarà di enorme vantaggio.
La ragazza inghiotte un grumo di saliva sentendo la gola improvvisamente secca; la tachicardia – ora causata dall'ansia – inizia ad annientare l'autocontrollo rendendola vulnerabile, facendo calare difese e percezioni cosi da impedirle di notare l'oggetto che il Mangiamorte pallido stringe nella mano destra.

Una bacchetta.

Mentre lei è impegnata in assurdi pensieri su quanto sia sbagliato attaccare un risvegliato che è – in apparenza - ancora umano, uno schiantesimo la colpisce fra collo e spalla sinistra sbalzandola indietro, mandandola ad impattare contro il terreno fangoso a pochi passi dai resti del cadavere macilento.
I polmoni esplodono compressi dall'urto e la sciarpa vola lontana esponendo completamente il viso al freddo della notte; una scarica di dolore pungente le percorre il braccio ferito e la testa le pulsa a causa del violento urto.
Cerca di rotolare sulla spalla sana per rimettersi in piedi, ma un secondo incantesimo la blocca con il viso rivolto verso il cielo, nascosto dalle intricate fronde degli alberi secolari e la schiena ben premuta contro la terra umida, ammantata di foglie secche.
Un rivolo di sangue caldo le cola dal labbro spaccato scivolando sinuoso lungo il mento, richiamando il 'Macilento' che si trascina strisciando, avvicinandosi quanto basta per poterle ghermire la manica del giubbotto con le dita dell'unica mano rimasta sporche di terriccio e marciume, cercando di strappare il tessuto per arrivare alla pelle; l'altro, il 'Vivo', osserva la scena con pupille e narici dilatate dall'estasi, emettendo rapidi – gorgoglianti – respiri.

Sembrano drogati in astinenza.
Ed io sono la loro pasticca.

Lily si dimena cercando di muovere il polso per sciogliere l'incantesimo che la blocca, ma il 'Macilento', nell'intento di arrampicarsi sul suo corpo per strapparle di dosso le vesti, le schiaccia la mano contro al terreno con la rotula ossuta facendole perdere la presa sulla bacchetta.

Merda!

"Piton!" Urla lei a pieni polmoni, osservando con occhi sgranati dal terrore il cadavere privo di testa che si dimena sopra di lei cercando di 'morderla', pur essendo privo di bocca e denti.

No voglio morire qui cosi, cazzo!

Ti prego, ascoltami!

"Piton!"

Non puoi odiarmi fino a questo punto!

"Pit..."

La grossa mano callosa del Mangiamorte biondo le afferra il collo, comprimendo trachea e carotide, smorzando l'urlo ed il fiato della giovane strega.
Le alza il viso costringendola a guardarlo negli occhi chiari, spiritati, mentre si avvicina per leccare il sangue dal labbro inferiore con la lingua fredda come un pezzo di ghiaccio; la ragazza cerca di divincolarsi schifata, sputando un grumo di saliva e catarro in faccia alla creatura che non accenna ad allontanarsi, sorridendo cattiva ed ebete, aumentando la pressione sulla pelle delicata per indurla a svenire.
Lily Luna assottiglia lo sguardo furente, la paura sostituita da un'improvvisa rabbia mentre mostra i denti in un'espressione che vuol essere feroce ma è solo disperata, muovendo le labbra per sillabare: " M A I, S T R O N Z O".
Avverte il peso del 'Macilento' sul busto e sugli arti che non è in grado di muovere a causa dell'incantesimo di blocco, quindi ondeggia la testa frenetica, cercando di liberarsi dalla stretta del 'Vivo' che continua a ridere senza però emettere alcun suono con gli occhi iniettati d'una follia che nulla ha di umano.

Sono una stupida!
Come ho potuto pensare che questa Cosa possa essere una persona?

Sta per perdere conoscenza quando ode il gracchiare d'un corvo e, per un'istante, pensa che qualcuno le abbia messo al collo una Giratempo impostandola per tornare alla notte di Halloween tante sono le similitudini fra la situazione corrente e quella vissuta giorni addietro; con la coda dell'occhio, impossibilitata a voltare il capo causa della stretta ferrea che la costringe, vede il grosso e longilineo pennuto planare verso l'avvallamento, posandosi a pochi metri da lei e dai due cadaveri per osservare la scena da una buona angolazione, con gli occhietti neri illuminati da una – decisamente troppo umana – scintilla malevola.

Desidera?

Aiutami, cazzo!

Linguaggio...

Ma...'ncul...

Se hai abbastanza presenza di spirito per imprecare, seppur mentalmente, puoi anche liberarti da sola ragazzina. La mia presenza qui è superflua.

Non ce...la fac...

Lacrime fredde rigano le guance mescolando sangue e terriccio, la vista inizia ad annebbiarsi ed il mondo vortica pericolosamente, annegando dapprima negli occhi slavati del 'Vivo', costellati da una miriade di puntini bianchi sintomo dell'ipossia, per poi fermarsi sulle fronde degli alberi indistinguibili nel buio della notte; Lily Luna si morde il labbro con forza, stringendo i pugni quando sente di essere al limite e che l'aria immagazzinata nei polmoni non basta più a mantenerla cosciente.
Avverte le dita fredde ed ossute del 'Macilento' affondare nella guancia sinistra dove lasciano profondi solchi rossastri, graffiando con forza finché la pelle non si lacera; vede poi la bocca del 'Vivo' aprirsi in modo sinistro mentre si avvicina pericolosamente alla sua gola con l'intento di morderla e bere come aveva fatto anche McLeod giorni addietro, poi serra le palpebre con forza per non guardare più, attendendo il male con il desiderio di sparire nel nulla.

Respira.

Dolore ovattato che s'irradia in tutto il corpo, ora improvvisamente leggero come se fosse stato privato d'un considerevole peso.

Respira Potter.

Flette le dita delle mani grattando il terreno molle, affondando i polpastrelli fino ad inumidire il tessuto dei guanti e muove le gambe, piegando le ginocchia così da formare due angoli retti, appoggiando le scarpe contro alla solida superficie del suolo; le ci vuole qualche istante per rendersi conto di non essere più bloccata ma di potersi muovere liberamente, sebbene con fatica a causa delle numerose botte e lacerazioni ricevute durante l'assalto.

Respira e apri gli occhi.

Dapprima vede solo il buio, una volta nera come la pece che la sovrasta e l'avvolge nella quale - lentamente - inizia a distingue gli intricati sviluppi di rami, foglie, tronchi secolari coperti di muschio e una nebbiolina cangiante a rendere i contorni d'ogni cosa labili; lo sguardo scivola poi in basso, verso il terreno circostante costellato da sassi e rami spezzati e poi alla sua sinistra, ove gli occhi ancora umidi si fissano sulla figura alta e nera di Piton, attorno alla quale le ombre vorticano come mosse da un vento invisibile, scivolando come serpi sul manto di foglie secche per avviluppare meglio i resti del 'Macilento'.
La ragazza si puntella sui gomiti osservando il cadavere smembrato in una moltitudine di pezzi che continuano a muoversi, come fossero la coda d'una lucertola in preda agli ultimi spasmi muscolari, prigionieri nella morsa dei numerosi tentacoli bui; con la mano sinistra recupera la bacchetta e la stringe in pugno, cercando preoccupata l'altro Mangiamorte.

"Sev...us" una voce roca, fredda e sibilante spezza il silenzio facendo trasalire la ragazza.
Il risvegliato biondo si trova ora a diversi metri di distanza con buona parte del farsetto lacero ed il mantello a brandelli, la spalla sinistra è piegata in avanti in modo innaturale e presenta una larga tumefazione dove l'osso è uscito dall'articolazione a causa dell'impatto contro una grossa roccia affiorante dal terreno; il viso dell'essere, deformato in una smorfia ferina, presenta diversi tagli dai quali non sgorga alcunché mentre gli occhi, ancor più folli, osservano con odio feroce la figura nera alle spalle della strega.
Lily Luna si tira in piedi a fatica, sgomenta nell'apprendere che il 'Vivo' abbia riconosciuto Piton e che sia in grado di emettere suoni, anche se tal capacità sembra costargli molto sforzo e non sia più così naturale come quando era umano; probabilmente a causa dello stato di avanzata decomposizione in cui versavano, essendo privi sia di cervello che dell'apparato vocale, nessuno degli altri cadaveri ha proferito parola né dato alcun segno d'aver riconosciuto l'ex compagno, limitandosi ad attaccare alla cieca spinti dalla fame.
Il 'Vivo' invece è diverso e l'apparire come un uomo in carne, seppur dall'aria emaciata, potrebbe permettergli di confondersi in mezzo ad un gruppo di persone senza troppa difficoltà se solo lo desiderasse; un brivido freddo s'irradia per il corpo della ragazza quando la rivelazione la coglie, gettandola nel panico.

E se ce ne fossero altri come lui?
E se fossero usciti dalla foresta?

"Potter, manda a dormire ciò che resta di quello" Piton indica con un cenno del capo le ossa sparse avviluppate dalle ombre, tornando poi a concentrarsi sul risvegliato biondo con occhi d'abisso carichi d'odio.
"A Rowle ci penso io (I)"
La ragazza sta per ribattere ma viene zittita da un'occhiata di fuoco.
"Fai come ti chiedo e, qualsiasi cosa tu senta, non ti voltare"
Lily Luna serra le labbra trattenendo la rabbia, infastidita dal comportamento dell'ex professore che prima la lascia alle inclementi attenzioni di ben due cadaveri senza alcuna difesa, poi – improvvisamente – quasi fosse un paladino splendente giunto a salvare la damigella - idiota - in pericolo, si arroga il diritto di far tutto da solo estromettendola dal duello; esegue l'ordine in silenzio serrando i pugni per sforzarsi di non guardare oltre le sue spalle, ove il combattimento fra i due ex Mangiamorte è ripreso a colpi d'incantesimi e d'insulti stridenti che Piton pare non raccogliere, restando silenzioso e letale come l'ombra che è, e si avvicina con la bacchetta in pugno al pezzo più grosso del 'Macilento' dove numero e simbolo paiono impressi a fuoco nell'osso scheggiato: 'V – Bastoni'.
L'unico punto in comune fra la carta ed il morto, pensa distrattamente lei recuperando dalla tasca del giubbotto delle fialette contenenti farina d'orzo, latte e miele, vino ed acqua, per riversarne il contenuto sull'osso, dato che il cadavere in questione è privo di bocca, è solo il numero di 'pezzi' in cui esso è stato smembrato; passa poi un dito sulla guancia per recuperare l'ultimo elemento, il suo sangue, strofinandolo con forza contro la mistura appena composta.
Inspira profondamente riempiendo i polmoni, richiamando la magia annidata all'interno di sé che ha utilizzato la notte di Halloween – guidata da Piton – per far sparire McLeod, il potere che le permette di entrare in connessione con i defunti per evocarli o spedirli al meritato sonno eterno e la alimenta affinché sia abbastanza forte da contrastare l'energia del 'Macilento', assorbendola; lontano, come se appartenesse ad un altro mondo, avverte l'eco dello scontro fra Piton e Rowle ma non vi bada, riversando tutta l'attenzione sui resti del cadavere sparpagliati a poca distanza, spingendo il potere ad avvolgerli e a scavare piccole voragini affinché la terra li inghiotta tutti, donando pace al 'Macilento'.
Una volta terminato si alza barcollando, avvertendo nuovamente il peso del proprio corpo ed il dolore causato dalle varie ferite irradiarsi lungo tutti i centri nervosi, rendendo difficoltoso il respiro; utilizzare questo tipo di magia sola, senza una guida e senza ben sapere come funzioni prosciuga buona parte del suo potere magico, rendendola debole ed inerme e costringendola a lunghe ore di sonno per poter recuperare un po' di lucidità, ore che purtroppo le mancano data la difficile condizione di dover gestire le lezioni scolastiche -molte obbligatorie – di giorno e le cacce la notte.
Non sa nemmeno se questo potere le appartenga davvero o sia solo un riflesso del rito, l'unica cosa di cui è certa sono le numerose contusioni che pulsano dolorosamente, i capelli fradici sporchi di terriccio e foglie marce, i numerosi tagli e graffi incrostati di sangue secco, le vesti ridotte ad un conglomerato di fango e l'incazzatura profonda nei confronti di Piton.

Si volta ed incespica a fatica verso l'uomo fermo a pochi metri di distanza, con la suola dello stivale ben calcata su quel che resta della faccia di Rowle; Lily Luna osserva il redivivo con una punta di compassione poiché dell'aspetto 'umano' e 'sano' con cui s'era presentato pochi minuti addietro, gettandola nel dubbio e facendole perdere lo spirito combattivo, non è rimasto più nulla.
Braccia e gambe sono ridotte ad una poltiglia di muscoli ed ossa a brandelli, il viso è sfondato verso l'interno ed entrambi i bulbi oculari pendono dalle orbite in modo rivoltante mentre la cassa toracica, lacera ed introflessa, pare più il bidone dell'umido dopo una cena a casa Weasley Senior che non una parte del corpo d'un essere umano.
La ragazza trattiene con forza il respiro, cercando di concentrarsi sull'odore pungente della foresta per escludere il fetore emanato dalle budella esposte e serra le labbra, scongiurando un conato di vomito.
"Era proprio necessario ridurlo così?" sibila cattiva, rivolgendo un'occhiata furente all'ex professore di Pozioni di cui non vede il viso, poiché nascosto dai lunghi capelli nero pece.
"Thorfinn Rowle era sulla Torre di Astronomia quando ho ucciso Silente. E' stato lui ad evocare il Marchio Nero sopra la scuola, incendiando poi la capanna di Hagrid. Inoltre ha dato la caccia a tuo padre e l'ha quasi catturato in quell'infimo bar nella Londra babbana. A causa del suo fallimento il Signore Oscuro l'ha cruciato finché non è impazzito e, nonostante ciò, l'ha spedito ugualmente qui a combattere."
Piton volta il capo sostenendo lo sguardo furente della strega con occhi ossidiana vacui, incurvando le labbra in un accenno di sorriso triste; una smorfia inespressiva che la ragazza scambierà sicuramente per un ghigno soddisfatto, odiandolo con ancor più forza.

Rabbia, sdegno, dolore, tradimento e paura.

La Potter è troppo espressiva e, come il padre, fatica a celare le proprie emozioni gettandogliele in faccia attraverso lo sguardo e le parole, imprecazioni intercalate da singhiozzi a cui lui non sa come ribattere, diviso fra la gioia d'essere riuscito a farsi odiare da lei in tempo assai breve e la fitta che – insistente – gli perfora il costato all'altezza del cuore, facendolo sentire uno stronzo.
Introverso com'è si trova a benedire Mendell e le leggi della genetica per aver fatto nascere la ragazza con gli occhi di Ginny Weasley, poiché se si fosse trovato a dover sostenere il medesimo sguardo furente color verde Evans sa che non sarebbero bastati tutti gli anni di addestramento, autocontrollo ed occlumanzia, poiché sarebbe finito a terra come un castello di carte in balia dell'uragano.

Risparmia il fiato, Mocciosus.
Nessun attaccamento.

"Lui ti avrebbe fatto di peggio, credimi, ha smesso di essere lucido quando era ancora vivo"
Aggiunge con tono piatto, assente, una giustificazione rivolta più a sé stesso che alla ragazza muta e furente al suo fianco, estraendo dagli scomparti della cintura delle fialette analoghe a quelle utilizzate da lei poco prima per gettarne il contenuto fra i denti superiori spaccati e la mandibola divelta di Rowle che, suo malgrado, ingoia continuando a dimenarsi per cercare di sciogliere i viticci d'ombra che lo tengono ancorato al suolo; come se stesse recuperando gli ingredienti dalla sua dispensa alza poi una mano verso il viso della strega per sfiorare la guancia ove le unghie del 'Macilento' hanno lasciato tre perfetti solchi da cui sgorgano ancora rivoli di sangue rubino.
"Non mi tocchi!" Urla Lily Luna schiaffeggiandolo con forza, scostandosi con un balzo che le esce assai goffo a causa della stanchezza e del dolore; Piton la osserva incredulo per qualche istante, con i polmoni compressi in una morsa ferrea quando nota gli occhi grandi, castani, velarsi per poi versare fredde e copiose lacrime che scivolano lungo il viso, pulendo la sporcizia che l'ha lordato.
Ogni singhiozzo emesso dalla strega è come una fitta al costato che riapre antiche ferite, ferite che ormai credeva ampiamente rimarginate, e gli serve tutto il suo autocontrollo per non chinare il capo ed arrendersi, implorando perdono come quando, a quindici anni, davanti al ritratto della 'Signora Grassa' aveva supplicato una Lily Evans feroce e stanca di non abbandonarlo, perdonando l'infelice epiteto con cui l'aveva apostrofata dinnanzi a mezza scuola.
Teneva d'occhio la Potter da ore e sarebbe potuto intervenire subito, risparmiandole quei graffi e l'umiliazione d'essere sconfitta dai suoi stessi buoni sentimenti; avrebbe potuto soccorrerla e lasciarla – ancora una volta – estranea al significato di battaglia e alla paura di perdere qualcosa in più d'una partita, avrebbe potuto ma non l'ha fatto, perché farla scontrare con la crudeltà del mondo era l'unico modo per insegnarle la differenza fra gioco e vera sopravvivenza, rendendo la lezione efficace; se vuole davvero combattere per salvarsi deve essere pronta a tutto, accantonando quell'odiosa pietà tipicamente 'Grifondoro' per armarsi d'un po' di sano menefreghismo 'Serpeverde'.
Guardandola piangere con l'animo molto più in subbuglio di quanto la sua espressione cinica lasci trasparire, vorrebbe spiegarle le motivazioni che l'hanno spinto a rimanere in disparte finché non è arrivata al limite, rimarcando quanto gli sia costato sentirla supplicare senza intervenire, così da permettere alla paura di annientare ogni sua reticenza nel mostrarsi crudele con quelle creature che altro non meritano, ma sa che ora non è il momento giusto.
Lo vede negli occhi umidi di lei, ardenti di rabbia.
"Come desideri" mormora piattamente abbassando il braccio, rimuovendo il piede dalla faccia dell'ex Mangiamorte per portarsi quanto più lontano possibile come se quello umiliato e ferito fosse lui, non lei.
"Mandalo a dormire, Potter. Per stasera abbiamo finito"
Mentre sta per svanire fra le ombre con il viso ben nascosto dalla cortina di capelli lunghi e scuri ed un'espressione indecifrabile sul volto aguzzo, un grido disumano lo costringe ad arrestarsi e voltare il capo verso di lei, trovandola piegata su sé stessa con le braccia avvolte attorno allo stomaco, in ginocchio sulla terra umida.
"La odio!" ringhia scossa dai singhiozzi, piangendo devastata da un dolore mai provato prima d'ora, poiché nonostante l'aria 'ribelle' e misteriosa assunta all'interno delle mura di Hogwarts, la sua vita è sempre stata caratterizzata dalla spensieratezza e dall'agio di chi non ha nulla da temere, essendo nata protetta da una solida gabbia dorata, gabbia che ora lui ha mandato in frantumi semplicemente stando fermo.
"La odio..." singhiozza "Avrebbe dovuto proteggermi...avrebbe dovuto..."
Urla soffocando le sue stesse parole, come un'animale ferito e morente costretto ad una lunga agonia, urla rigettando quel poco che è riuscita a mangiare durante la cena in sala grande sul tappeto di foglie secche e marcescenti della foresta proibita, dimenticandosi del rito e del Magiamorte che si dimena accanto a lei, gorgogliando frasi sconnesse dalla bocca distrutta.
"Era...necessario?" il terzo urlo, seguito da quella domanda sussurrata a fil di voce che si perde negli spasmi sono come ghiaccio, gelando Piton nel profondo e bloccandolo lì, a metà strada fra lei e la rassicurante inconsistenza del buio.
La osserva in silenzio incapace di avvicinarsi o rispondere, con occhi neri distanti ed alteri.

"Torniamo al castello, Lys"


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Il Viaggio del Pellegrino

[Inserto vergato a penna blu su pagina di quaderno]



Blair Atholl, Perthshire (Scozia)
Data e ora sconosciute


La luce tenue dell'alba fende la coltre di spesse nubi discese a velare il cielo a est, rendendo le ombre della notte un po' meno dense e facendo risplendere le acque placide del fiume che scorre a pochi passi; non che camminare al buio sia un problema, dato che da quando si è svegliato sotto le spesse ed intricate fronde della Foresta Proibita non ha fatto altro, con l'unica speranza di poter raggiungere quanto prima il suo obbiettivo e riferire il messaggio.
Persino la stanchezza ed il freddo non paiono dargli noia e ciò si sta rivelando una gran fortuna, permettendogli di coprire diverse centinaia di miglia senza fermarsi a cercare riparo, anche se non riesce a capire come ciò sia possibile: è un mago, ma questo non lo solleva dall'avvertire sensazioni umane quali dolore ed intorpidimento muscolare, sonno e spossatezza, inoltre ricorda di non essere mai stato un gran sportivo, né un camminatore instancabile, preferendo la comodità di spostarsi con mezzi babbani o magici per raggiungere il posto dove avrebbe dovuto recarsi anziché camminare.
Ripensandoci – d'altronde ha tempo, essendo solo – l'unico sintomo che puntualmente si presenta, chiedendo a gran voce d'essere soddisfatto, è la fame, ma non si tratta della stessa fame che lo colpiva ad Hogwarts poco prima dell'orario di colazione, dettata più da golosità e calo di zuccheri, bensì di una necessità antica e primordiale così forte da farlo impazzire.
Scoiattoli, lepri ed infine una tortora, catturarli non è stato difficile dato che – fortunatamente – possiede ancora la sua bacchetta, anche se all'inizio ha fatto fatica a ricordare come impugnarla e quale incantesimo fosse opportuno utilizzare per fermare gli animali senza ridurli in brandelli.

Sangue.
La carne è solo un involucro, ma il sangue è vita.

Se non ricorda male lo diceva anche un personaggio di qualche film horror uscito recentemente.
Ricorda distrattamente d'averlo visto alla tv in estate assieme al fratello e di aver rabbrividito nell'udire quella battuta così macabra, calata nel contesto della pellicola (III), mentre ora non riesce a trovare definizione più appropriata; quando la sua ricerca sarà finita potrà finalmente bere senza patire più alcuna sete e potrà finalmente parlare, liberandosi del groppo insistente che gli serra la gola così da informare la Fonte di ciò che 'è necessario sappia per poter trovare ciò che cerca'.

Ha quel cognome così familiare...

Un'improvvisa fitta all'addome lo riscuote dai suoi pensieri, spingendolo ad osservare il paesaggio attorno a sé per cercare qualcosa da mettere sotto i denti; trattandosi di offerte di poco conto, gli animali di piccola taglia possono dargli energia per un tempo limitato e, a causa del dover – incessantemente – camminare per arrivare dalla Fonte quanto prima, non ha potuto provvedere a cercare cibi più sostanziosi; inoltre, dopo la brutta esperienza ad Hogsmeade, rifiuta categoricamente di avvicinarsi ad un altro centro abitato gremito di persone, preferendo passare defilato fra campi arati e boschi, se proprio si trova ad incrociare una città.
Stringe le labbra mentre un secondo doloroso crampo gli serra lo stomaco.
Il fiume scorre alla sua sinistra ed è sicuramente ricco di pesce, ma ha scoperto che quell'alimento è ancor più povero di nutrimento di animali più piccoli e quindi scarta immediatamente l'idea, voltando lo sguardo sull'immenso prato ghiacciato, delimitato in lontananza da una staccionata in legno.

Vuoto.

Sconsolato, continua a camminare lungo l'argine rassicurandosi al pensiero che – se non dovesse trovare alcunché – potrebbe sempre ripiegare sul pesce, giusto per avere sufficiente energia per spingersi di nuovo nei boschi a cercare altre creature più appetitose, proseguendo poi verso sud fino ad Edimburgo; una volta giunto lì sarà tutto più facile poiché potrà cercare un portale per raggiungere Londra o pagare qualcuno con i pochi galeoni rimasti affinché lo smaterializzi in Privet Drive n°4, Little Whinging, dove obbligherà la Fonte a starlo a sentire.

Ha un cognome così familiare...

Un muggito sommesso lo riscuote dai propri pensieri, spingendolo a fermarsi per voltare nuovamente il capo verso il campo.
Prima non l'aveva notata, assorto nel turbine di difficili elucubrazioni che sono suoi unici compagni dal giorno del risveglio, assieme all'oggetto munito di una strana lente rotonda che porta al collo; si, pensare a volte gli fa quasi male e non gli risulta affatto naturale, come se fosse un'azione estranea alla sua natura e lui vivesse solo per compiere la traversata e riferire il messaggio, senza altri scopi.

Una mucca bianca, pasciuta e solitaria, bruca l'erba rada coperta da un sottile strato di brina ghiacciata, con il campanaccio che tintinna allegramente ad ogni suo movimento.
Senza indugiare oltre s'avvicina con lo stomaco in subbuglio, colto da una sete ormai straziante e gli occhi iniettati d'una furia cieca che, in vita, gli era estranea.

Almeno fino a Edimburgo quest'offerta dovrebbe bastare.

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Glossario:

Throfinn Rowle: Appare sia nei libri che nei film, dove ha un ruolo 'minore'. Le cose che ha fatto sono state grossomodo spiegate da Piton in questo capitolo, mentre per la descrizione 'fisica' del personaggio mi sono basata sull'attore che lo interpreta.

Blair Atholl: questo paese esiste davvero ed è ubicato in Scozia centro-orientale, alla confluenza dei fiumi Tilt e Garry. Siccome la Rowling non ha - credo - ben definito l'ubicazione di Hogwarts io ho immaginato che otesse trovarsi in quel che i babbani conoscono come "Cairngorms National Park" , essendo esso pieno di foreste, laghetti ed in territorio montuoso, quindi non molto distante da dove sorge Blair Atholl.Il film in questione è "Dracula di Bram Stoker", uscito nel 1992 (1993 in Italia). Considerando che la battaglia di Hogwarts si è svolta nel maggio 1998 il fatto che il misterioso pellegrino consideri questo film 'uscito da pochi anni' penso sia capibile.

NDA: Ho deciso di posticipare 'Interludio – parte II' per pubblicare invece questo capitolo dove, finalmente, si inizia a vedere un po' di azione; la trama non subirà alcuna modifica, anzi, alcune spiegazioni riportate saranno più facili da assimilare avendo prima letto questa parte.
Lily Luna si trova costretta ad uscire dalla zona comfort, sbattendo la faccia in modo abbastanza violento contro una parte delle conseguenze del Rito e Piton in questo l'aiuta (a cadere di faccia, ovviamente) nel modo più subdolo e bastardo che conosca, ovvero lasciandola sola.
Si, diciamo che i suoi metodi d'insegnamento sono un pochino drastici, ma d'altronde è così anche nei libri, sebbene nell'aula di Pozioni gli studenti non si siano mai ritrovati ad affrontare cadaveri di Mangiamorte deambulanti (però Paciock conferma d'aver rischiato la vita innumerevoli volte); il suo rapporto con Lily Luna come vedete è altalenante, vorrebbe ma sta fermo, spingendo anche la ragazza a seguirlo di conseguenza, questo perché hanno si diverse cose in comune, ma di base appartengono ad anni e mondi completamente diversi, quindi ci vorrà del tempo prima che inizino ad avvicinarsi senza ferirsi a vicenda.

Chi o cosa sia il misterioso 'Pellegrino' dell'inserto lo verremo a scoprire nei prossimi capitoli, non anticipo nulla per non spoilerare.

Un grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.

_Morgan


  
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