.II. Arcani Minori: Re e cinque di Bastoni / Il Pellegrino (13 novembre 2023)
"Arranco.
Avete presente il verbo 'arrancare'?
Arrancare: il lento, faticoso, deprimente ma determinato
procedere di un uomo che non ha più niente nella vita,
tranne l'impulso di dover,
semplicemente,
continuare la lotta."
[Il Destino di un Cavaliere]
Foresta
Proibita,
13 novembre 2023, ore 23.35
L'aria
gelida le sferza il viso, congelando le ciglia sottili e la porzione di
naso che la calda sciarpa di lana scura non riesce a coprire,
causandole un afflusso di catarro fra nari e gola seguito da un
profondo starnuto; gli occhi lacrimano ed ha le dita delle mani
intirizzite nonostante i guanti.
Nella sinistra stringe la bacchetta con forza, cercando di scacciare i
brividi che le percorrono il corpo sotto gli indumenti pesanti;
benché abbia cercato di coprirsi con vari strati di vestiti
e capi termici, come se si apprestasse a disputare una partita a
Quidditch sotto un inclemente diluvio scozzese, dopo ore di
appostamento fra gli alti, secolari, alberi della Foresta Proibita
cercando di rimanere quanto più ferma possibile il freddo le
risulta insopportabile.
Ha le vesti umide a causa della nebbiolina perenne che si leva dal
terreno e le Adidas – un tempo bianche – ridotte ad
un conglomerato di fango e sterpaglie fin all'interno, dove le calze
oramai zuppe non mantengono più il calore sufficiente a
permetterle d'avvertire le dita dei piedi.
Una nuvoletta di vapore biancastro fuoriesce come fumo d'una sigaretta
dalle labbra pallide, svanendo nell'etere; se non dovessero ucciderla i
cadaveri ci penserà l'ipotermia, di questo ne è
certa, dato che nemmeno gli incanti di riscaldamento ed asciugatura
lanciati sulle vesti sembrano creare un'efficiente barriera contro al
gelo perenne presente in quel luogo maledetto.
Sono di nuovo qui, sebbene abbia giurato di non mettere più piede fra questi alberi.
Arrampicata
fra i rami bassi di una quercia secolare e protetta da un incantesimo
di disillusione, con la bacchetta ben salda e lo sguardo attento a
captare ogni accenno di movimento nell'area circostante, la ragazza
ripensa alla notte del 31 ottobre – non così
diversa da quella in corso - e all'avvallamento scelto per svolgere il
rito, ubicato a poche centinaia di metri da dove ora monta guardia; il
libro è davvero sparito come le aveva rivelato Piton
già l'uno novembre, quando si trovava ancora ospite
dell'infermeria con la caviglia fasciata a causa della storta, ed il
cerchio è stato cancellato, le ciotole che avevano contenuto
le offerte per gli spiriti distrutte.
Ore addietro, quando si era trovata a percorrere quel tratto di
foresta, Lily Luna era rimasta stupita di non trovarvi 'niente', come
se ogni cosa vissuta durante quella notte appartenesse unicamente al
mondo dell'incubo; peccato le fosse bastata un'occhiata alla figura
nera, avvolta in un lungo mantello con cappuccio, dell'ex professore di
pozioni che camminava silenzioso al suo fianco per ricordare quanto le
sue disavventure fossero tristemente reali.
Ho
compiuto il rito.
Ho passato cinque giorni a far finta di niente, convinta che Piton
sarebbe stato in grado di sistemare le cose da solo ed ora sono qui a
congelare, rimpiangendo per la prima volta in sei anni la camera che
condivido con Milena, Grace, Hilary e le chiacchiere da pollaio di
queste ultime due.
Sono in Missione per conto della Morte che mi ha 'gentilmente' concesso
un anno per rimediare al casino fatto, con un 'partner' che –
tanto per cambiare - è sparito chissà dove fra le
ombre sue compari.
'Fanculo.
Il
fondoschiena inizia a dolere a causa del contatto prolungato con la
ruvida corteccia del ramo e della scomoda posizione assunta per non
cadere di sotto come una pera matura; la ragazza cerca di sistemarsi
meglio, trattenendo a fatica un'imprecazione fra i denti.
Le cacce notturne sono iniziate il sette novembre, due giorni dopo che
la Morte aveva fatto la sua apparizione fra le mura della biblioteca di
Hogwarts per renderla edotta sul suo destino, ovvero restituire tutte
le anime evocate per errore ad Halloween.
Sapevo di
non aver evocato solo Piton e McLeod,
ma...
Non due, né tre, né quattro.
Sarebbe stato troppo semplice, no?
Sono
78, come le carte che compongono il mazzo dei Tarocchi e la Morte, per
rendere 'il gioco' ancor più divertente, aveva deciso di
'aiutarla' contrassegnando ogni risvegliato con un numero ed un seme,
affidandole l'arduo compito di 'ricomporre' il 'libro' con l'aiuto di
Piton come suo 'guardiano'; le labbra fredde s'incurvano in un sorriso
divertito sotto la pesante sciarpa mentre ripensa alla discussione
avvenuta fra le mura della sezione proibita e alla rabbia mostrata
dall'ex professore nello scoprire il suo ruolo in questa triste vicenda.
Se non si fosse trattato di un essere immortale impossibilitato a
provare dolore fisico o sentimenti, Lily Luna è sicura che
Piton avrebbe cruciato la Mietitrice - o Mietitore - da li fino alla
fine dell'era degli uomini, intercalando con qualche Avada Kedavra
giusto per non risultare troppo ripetitivo; l'idea di dover –
nuovamente – fare da balia ad un Potter
predestinato ad un futuro assai gramo, lanciato da terzi in una
missione suicida lo aveva mandato in bestia, ma poi s'era dovuto
arrendere poiché la Morte era stata ben chiara: quello era
l'unico modo per lei di salvarsi e per lui di riguadagnare il sonno
eterno.
Ed ora mi
tratta come fossi uno schiopodo molesto.
Non ha più accennato ad interessanti discussioni in mia
presenza e da 'Potter' è passato a 'ragazzina', quasi non
fossi più una persona con tratti distintivi, ma solo un
essere amorfo di sesso femminile con un età cerebrale
indefinita, compresa fra i sette ed i quindici anni.
Età fisica non pervenuta, ovviamente.
Una
fitta alla schiena la costringe a muoversi di nuovo per sgranchire
spalle e gambe, ora percorse da brividi incessanti; benché
questa non sia la prima notte che trascorre nella foresta a caccia di
risvegliati, in precario equilibrio su un ramo in attesa che essi
striscino fuori dai loro nascondigli alla ricerca di cibo e sangue
fresco, non riesce ancora ad abituarsi alla lunga immobilità
né al freddo pungente di quel luogo antico e nefasto;
nonostante ogni notte provi ad intessere le vesti di incantesimi nuovi,
ingoiando la paura per appellarsi a tutto il coraggio di cui dispone,
ogni volta in cui i suoi piedi si trovano ad affondare nella terra
molle del sottobosco lo smarrimento e l'impotenza la colgono con forza,
rendendola goffa e spaventata.
Riesce a difendersi solo quando si trova davanti ai Risvegliati in
tutta la loro inquietante – reale – marcescenza,
quando non ha altra alternativa se non essere forte e dare mostra delle
abilità apprese in anni di duelli presso il Club scolastico
istituito da Jonathan Andrew Murray, suo professore di Difesa Contro le
Arti Oscure e Selina Ashdown, docente di Incantesimi; in quei momenti
si rivela attenta e letale, colpendo e difendendosi con
un'abilità tale da strappare un mezzo grugnito d'assenso
persino a Piton che in quest'arte non ha eguali.
Piton duella come se danzasse, muovendosi con un'agilità ed
un'eleganza impressionanti, inoltre conosce un vasto repertorio di
magie e maledizioni – buona parte oscure – davvero
efficienti; la prima volta in cui l'ha visto combattere è
rimasta talmente tanto esterrefatta da non riuscire ad alzare la
bacchetta per aiutarlo, né per difendersi quando il
Mangiamorte redivivo – tale Gibbon – ha preferito
avventarsi su di lei dopo aver ritenuto il suo ex compare un avversario
troppo ostico.
Sebbene il compito di 'mandare a dormire' i cadaveri sia suo, essendo
lei l'artefice del rito e l'unica in grado di annullarne gli effetti,
nella maggior parte dei casi è Piton a ridurre l'avversario
in condizioni tali da impedirgli di muoversi ed arrecare ulteriori
danni.
Ne hanno già uccisi quattro: il due, sei, quattro e nove di
Bastoni, ovvero McLeod la notte del rito, poi Gibbon, Alfred Johnson e
Jules Santager, identificabili mediante i numeri ed i disegni che lei
vede apparire incisi a fuoco sulle loro fronti in un color nero pece
che spicca in netto contrasto con la pelle pallida, incartapecorita, o
sull'osso biancastro; la Morte ha detto che avrebbe assegnato grado e
seme in base alle caratteristiche possedute in vita dai risvegliati, ma
nessuno dei quattro affrontati fin ora sembrava rispecchiare il
significato della carta né del seme di cui portano il
marchio.
Piton stesso li ha definiti mediocri,
spiegandole che fra le fila del
Signore Oscuro, specialmente durante l'ultima battaglia, si erano
radunati diversi tipi di maghi e non molti possedevano
abilità o forza tali da risultare realmente pericolosi;
servivano solo a far numero ed erano ottime pedine sacrificabili in
eventuali missioni suicide, infatti molti di loro erano caduti,
annientati da ragazzini con la metà dei loro anni, senza
alcuna esperienza o cattiveria.
Quando
la magia si risveglia in lei con l'ormai caratteristico scoppio
incandescente che le fa dolere il torace, rendendo il battito
tachicardico e bruciandole i polmoni – sensazione benedetta visto il freddo pungente della
foresta – la
ragazza scatta in avanti, passando la bacchetta fra i denti
così da avere le mani libere di afferrare i rami
circostanti, iniziando la discesa dall'albero.
Ancor prima d'intravedere il cadavere Lily Luna lo sente.
E' la magia nata dal rito a permetterle d'individuare con precisione
ogni creatura morta presente nell'area circostante, distinguendo gli
animali dagli insetti, i centauri dalle sirene e dalle salme degli
uomini che ora vagano affamate; loro, in modo analogo, avvertono lei
– il
suo sangue – e la
bramano disperati, poiché gli animali cacciati nel
sottobosco non bastano a placare la sete inestinguibile che li
attanaglia come una punizione divina, quindi cercano disperati la fonte
della magia che ha permesso loro di riprendere vita e che sola
può estinguere l'arsura a cui sono condannati.
Non si fermeranno finché non avranno ottemperato a tal
proposito, la Morte è stata chiara nel spiegare che in
questo 'gioco' lei è si cacciatrice, ma anche preda.
La
ragazza atterra con un salto sul terreno fangoso cosparso di muschio e
foglie, velato da un sottile strato di nebbia biancastra, riprendendo
la bacchetta fra le dita per prepararsi allo scontro; è una
preda, ma possiede denti aguzzi, unghie affilate e nessuna voglia di
farsi sconfiggere da un patetico coglione morto
–
a giudicare dalle ferite - a
causa delle frecce scagliate dai centauri e dell'affondo d'una
probabile mazza impugnata da Grop, il 'fratellino' gigante di Hagrid.
"Vieni" sussurra richiamando verso sé la creatura, lasciando
cadere l'incantesimo di disillusione oramai inutile.
Lo vede trascinarsi fuori da una piccola insenatura sovrastata dalle
radici di un'enorme albero secolare ricoperto di muschio, mettendosi a
fatica in piedi sulle gambe malferme ove la pelle, lacera e sporca, si
tende allo spasmo sopra una ragnatela di fratture composte; i resti
della tunica nera consistono in pochi brandelli che ondeggiano attorno
al torace sfondato, crivellato di frecce incastrate fra le costole
ancora sane e lo sterno, avvolgendo le spalle schiacciate e deformi,
con l'articolazione della sinistra composta da clavicola, scapola e
testa dell'omero fratturata in modo irreparabile tanto da impedirgli il
movimento del braccio, che giace inerte lungo il fianco.
Gli manca la mano sinistra ed il viso è quasi inesistente,
poiché buona parte del cranio è stata asportata
– quando
ancora era in vita –
da quel preciso colpo di mazza che ne ha lasciato integra solo la parte
destra, dall'orbita in giù; i resti della mandibola pendono
scomposti, attaccati a ciò che rimane della testa da
cartilagini brune e quadrati di pelle marcescente, stopposa, dondolando
ad ogni passo.
Fra tutti i Mangiamorte affrontati fin ora lui è sicuramente
il peggio conservato e, a giudicare dall'incedere precario e dalla poca
motilità nei quattro arti, non pare un avversario pericoloso.
Si sta
disintegrando da solo.
Lavoretto facile.
Per
un'istante Lily Luna prova pena per il risvegliato, per il suo essere
morto in modo così violento, magari giovane, senza riuscire
a recuperare un briciolo di dignità nemmeno dopo essere
risorto dalla tomba; questa sensazione dura giusto un battito di ciglia
e, prima che l'essere possa avvicinarsi troppo, scaglia uno
schiantesimo frantumando quel che resta della cassa toracica, seguito
da un'altra fattura che gli disintegra completamente il cranio,
lasciando solo il principio della colonna vertebrale.
Il corpo incespica e cade a terra, ove inizia a dimenarsi colto da
spasmi; mentre la ragazza si appresta a lanciare un 'Incarceramus' per
bloccarne i movimenti così da potersi avvicinare tranquilla,
ponendo fine alle sue sofferenze, una percezione la mette in allerta
spingendola a voltarsi con rapidità verso il sottobosco alle
sue spalle.
"Protego!"
Un attimo d'esitazione in più e sarebbe finita a terra,
schiacciata da un'enorme figura ammantata di nero che le è
letteralmente piombata addosso con una velocità sovrumana,
in completo silenzio; la strega pianta i piedi a terra e flette le
gambe, assumendo una posa adatta al combattimento e difficile da
sbilanciare, mentre con occhi ridotti a fessure osserva il secondo
avversario emerso dalle tenebre che avvolgono la foresta: è
alto e ben piantato, con corti capelli biondo chiaro ed un viso
squadrato – integro
-
sul quale spiccano occhi d'un azzurro slavato cerchiati da profonde
occhiaie violacee; è pallido ed emaciato ma decisamente vivo
rispetto agli altri Mangiamorte affrontati fin ora, tanto che persino
il corpo sotto le nere vesti rivestite dall'armatura in cuoio trattato
e piastre ha una solidità che fa presupporre la presenza di
organi e muscolatura ben conservati.
Lily Luna cattura il labbro inferiore fra i denti; il paragone con
l'altro Mangiamorte a cui ha appena distrutto costato e cranio giunge
spontaneo facendola esitare.
E' morto.
Morto.
Cerca
di convincersi senza però riuscirci.
Quando ha accettato di eseguire la missione pensava che tutti i
cadaveri che avrebbe affrontato sarebbero stati
–
d'aspetto – come
McLeod: ossa, pelle e qualche capello stopposo, unghie lunghe e denti
marci, non pensava di trovarsi a fronteggiare creature dotate d'occhi
sani, muscoli e capacità cognitive 'umane'; l'essere che ha
dinnanzi infatti non è solo un'automa mosso dalla sete di
sangue e magia, è senziente ed intelligente, lo capisce dal
modo inquietante in cui gli occhi chiari la scrutano predatori cercando
di carpire le sue debolezze e pregustando il dolore che le
infliggerà a breve, come se avesse intuito la sua esitazione
e sapesse che ciò gli sarà di enorme vantaggio.
La ragazza inghiotte un grumo di saliva sentendo la gola
improvvisamente secca; la tachicardia – ora causata dall'ansia –
inizia ad annientare l'autocontrollo rendendola vulnerabile, facendo
calare difese e percezioni cosi da impedirle di notare l'oggetto che il
Mangiamorte pallido stringe nella mano destra.
Una bacchetta.
Mentre
lei è impegnata in assurdi pensieri su quanto sia sbagliato
attaccare un risvegliato che è – in apparenza -
ancora umano, uno schiantesimo la colpisce fra collo e spalla sinistra
sbalzandola indietro, mandandola ad impattare contro il terreno fangoso
a pochi passi dai resti del cadavere macilento.
I polmoni esplodono compressi dall'urto e la sciarpa vola lontana
esponendo completamente il viso al freddo della notte; una scarica di
dolore pungente le percorre il braccio ferito e la testa le pulsa a
causa del violento urto.
Cerca di rotolare sulla spalla sana per rimettersi in piedi, ma un
secondo incantesimo la blocca con il viso rivolto verso il cielo,
nascosto dalle intricate fronde degli alberi secolari e la schiena ben
premuta contro la terra umida, ammantata di foglie secche.
Un rivolo di sangue caldo le cola dal labbro spaccato scivolando
sinuoso lungo il mento, richiamando il 'Macilento' che si trascina
strisciando, avvicinandosi quanto basta per poterle ghermire la manica
del giubbotto con le dita dell'unica mano rimasta sporche di terriccio
e marciume, cercando di strappare il tessuto per arrivare alla pelle;
l'altro, il 'Vivo', osserva la scena con pupille e narici dilatate
dall'estasi, emettendo rapidi – gorgoglianti –
respiri.
Sembrano
drogati in astinenza.
Ed io sono la loro pasticca.
Lily si dimena cercando di muovere il polso per sciogliere l'incantesimo che la blocca, ma il 'Macilento', nell'intento di arrampicarsi sul suo corpo per strapparle di dosso le vesti, le schiaccia la mano contro al terreno con la rotula ossuta facendole perdere la presa sulla bacchetta.
Merda!
"Piton!" Urla lei a pieni polmoni, osservando con occhi sgranati dal terrore il cadavere privo di testa che si dimena sopra di lei cercando di 'morderla', pur essendo privo di bocca e denti.
No voglio morire qui cosi, cazzo!
Ti prego, ascoltami!
"Piton!"
Non puoi odiarmi fino a questo punto!
"Pit..."
La
grossa mano callosa del Mangiamorte biondo le afferra il collo,
comprimendo trachea e carotide, smorzando l'urlo ed il fiato della
giovane strega.
Le alza il viso costringendola a guardarlo negli occhi chiari,
spiritati, mentre si avvicina per leccare il sangue dal labbro
inferiore con la lingua fredda come un pezzo di ghiaccio; la ragazza
cerca di divincolarsi schifata, sputando un grumo di saliva e catarro
in faccia alla creatura che non accenna ad allontanarsi, sorridendo
cattiva ed ebete, aumentando la pressione sulla pelle delicata per
indurla a svenire.
Lily Luna assottiglia lo sguardo furente, la paura sostituita da
un'improvvisa rabbia mentre mostra i denti in un'espressione che vuol
essere feroce ma è solo disperata, muovendo le labbra per
sillabare: " M A I, S T R O N Z O".
Avverte il peso del 'Macilento' sul busto e sugli arti che non
è in grado di muovere a causa dell'incantesimo di blocco,
quindi ondeggia la testa frenetica, cercando di liberarsi dalla stretta
del 'Vivo' che continua a ridere senza però emettere alcun
suono con gli occhi iniettati d'una follia che nulla ha di umano.
Sono una
stupida!
Come ho potuto pensare che questa Cosa possa essere una persona?
Sta per perdere conoscenza quando ode il gracchiare d'un corvo e, per un'istante, pensa che qualcuno le abbia messo al collo una Giratempo impostandola per tornare alla notte di Halloween tante sono le similitudini fra la situazione corrente e quella vissuta giorni addietro; con la coda dell'occhio, impossibilitata a voltare il capo causa della stretta ferrea che la costringe, vede il grosso e longilineo pennuto planare verso l'avvallamento, posandosi a pochi metri da lei e dai due cadaveri per osservare la scena da una buona angolazione, con gli occhietti neri illuminati da una – decisamente troppo umana – scintilla malevola.
Desidera?
Aiutami, cazzo!
Linguaggio...
Ma...'ncul...
Se hai abbastanza presenza di spirito per imprecare, seppur mentalmente, puoi anche liberarti da sola ragazzina. La mia presenza qui è superflua.
Non ce...la fac...
Lacrime
fredde rigano le guance
mescolando sangue e terriccio, la vista inizia ad annebbiarsi ed il
mondo vortica pericolosamente, annegando dapprima negli occhi slavati
del 'Vivo', costellati da una miriade di puntini bianchi sintomo
dell'ipossia, per poi fermarsi sulle fronde degli alberi
indistinguibili nel buio della notte; Lily Luna si morde il labbro con
forza, stringendo i pugni quando sente di essere al limite e che l'aria
immagazzinata nei polmoni non basta più a mantenerla
cosciente.
Avverte le dita fredde ed ossute del 'Macilento' affondare nella
guancia sinistra dove lasciano profondi solchi rossastri, graffiando
con forza finché la pelle non si lacera; vede poi la bocca
del 'Vivo' aprirsi in modo sinistro mentre si avvicina pericolosamente
alla sua gola con l'intento di morderla e bere come aveva fatto anche
McLeod giorni addietro, poi serra le palpebre con forza per non
guardare più, attendendo il male con il desiderio di sparire
nel nulla.
Respira.
Dolore ovattato che s'irradia in tutto il corpo, ora improvvisamente leggero come se fosse stato privato d'un considerevole peso.
Respira Potter.
Flette le dita delle mani grattando il terreno molle, affondando i polpastrelli fino ad inumidire il tessuto dei guanti e muove le gambe, piegando le ginocchia così da formare due angoli retti, appoggiando le scarpe contro alla solida superficie del suolo; le ci vuole qualche istante per rendersi conto di non essere più bloccata ma di potersi muovere liberamente, sebbene con fatica a causa delle numerose botte e lacerazioni ricevute durante l'assalto.
Respira e apri gli occhi.
Dapprima
vede solo il buio, una volta nera come la pece che la sovrasta e
l'avvolge nella quale - lentamente
-
inizia a distingue gli intricati sviluppi di rami, foglie, tronchi
secolari coperti di muschio e una nebbiolina cangiante a rendere i
contorni d'ogni cosa labili; lo sguardo scivola poi in basso, verso il
terreno circostante costellato da sassi e rami spezzati e poi alla sua
sinistra, ove gli occhi ancora umidi si fissano sulla figura alta e
nera di Piton, attorno alla quale le ombre vorticano come mosse da un
vento invisibile, scivolando come serpi sul manto di foglie secche per
avviluppare meglio i resti del 'Macilento'.
La ragazza si puntella sui gomiti osservando il cadavere smembrato in
una moltitudine di pezzi che continuano a muoversi, come fossero la
coda d'una lucertola in preda agli ultimi spasmi muscolari, prigionieri
nella morsa dei numerosi tentacoli bui; con la mano sinistra recupera
la bacchetta e la stringe in pugno, cercando preoccupata l'altro
Mangiamorte.
"Sev...us"
una
voce roca, fredda e sibilante spezza il silenzio facendo trasalire la
ragazza.
Il risvegliato biondo si trova ora a diversi metri di distanza con
buona parte del farsetto lacero ed il mantello a brandelli, la spalla
sinistra è piegata in avanti in modo innaturale e presenta
una larga tumefazione dove l'osso è uscito
dall'articolazione a causa dell'impatto contro una grossa roccia
affiorante dal terreno; il viso dell'essere, deformato in una smorfia
ferina, presenta diversi tagli dai quali non sgorga alcunché
mentre gli occhi, ancor più folli, osservano con odio feroce
la figura nera alle spalle della strega.
Lily Luna si tira in piedi a fatica, sgomenta nell'apprendere che il
'Vivo' abbia riconosciuto Piton e che sia in grado di emettere suoni,
anche se tal capacità sembra costargli molto sforzo e non
sia più così naturale come quando era umano;
probabilmente a causa dello stato di avanzata decomposizione in cui
versavano, essendo privi sia di cervello che dell'apparato vocale,
nessuno degli altri cadaveri ha proferito parola né dato
alcun segno d'aver riconosciuto l'ex compagno, limitandosi ad attaccare
alla cieca spinti dalla fame.
Il 'Vivo' invece è diverso e l'apparire come un uomo in
carne, seppur dall'aria emaciata, potrebbe permettergli di confondersi
in mezzo ad un gruppo di persone senza troppa difficoltà se
solo lo desiderasse; un brivido freddo s'irradia per il corpo della
ragazza quando la rivelazione la coglie, gettandola nel panico.
E se ce ne
fossero altri come lui?
E se fossero usciti dalla foresta?
"Potter,
manda a dormire ciò che resta di quello" Piton indica con un
cenno del capo le ossa sparse avviluppate dalle ombre, tornando poi a
concentrarsi sul risvegliato biondo con occhi d'abisso carichi d'odio.
"A Rowle ci penso io (I)"
La ragazza sta per ribattere ma viene zittita da un'occhiata di fuoco.
"Fai come ti chiedo e, qualsiasi cosa tu senta, non ti voltare"
Lily Luna serra le labbra trattenendo la rabbia, infastidita dal
comportamento dell'ex professore che prima la lascia alle inclementi
attenzioni di ben due cadaveri senza alcuna difesa, poi – improvvisamente –
quasi
fosse un paladino splendente giunto a salvare la damigella -
idiota -
in pericolo, si arroga il diritto di far tutto da solo estromettendola
dal duello; esegue l'ordine in silenzio serrando i pugni per sforzarsi
di non guardare oltre le sue spalle, ove il combattimento fra i due ex
Mangiamorte è ripreso a colpi d'incantesimi e d'insulti
stridenti che Piton pare non raccogliere, restando silenzioso e letale
come l'ombra che è, e si avvicina con la bacchetta in pugno
al pezzo più grosso del 'Macilento' dove numero e simbolo
paiono impressi a fuoco nell'osso scheggiato:
'V
– Bastoni'.
L'unico punto in comune fra la carta ed il morto, pensa distrattamente
lei recuperando dalla tasca del giubbotto delle fialette contenenti
farina d'orzo, latte e miele, vino ed acqua, per riversarne il
contenuto sull'osso, dato che il cadavere in questione è
privo di bocca, è solo il numero di 'pezzi' in cui esso
è stato smembrato; passa poi un dito sulla guancia per
recuperare l'ultimo elemento, il suo sangue, strofinandolo con forza
contro la mistura appena composta.
Inspira profondamente riempiendo i polmoni, richiamando la magia
annidata all'interno di sé che ha utilizzato la notte di
Halloween –
guidata da Piton – per
far sparire McLeod, il potere che le permette di entrare in connessione
con i defunti per evocarli o spedirli al meritato sonno eterno e la
alimenta affinché sia abbastanza forte da contrastare
l'energia del 'Macilento', assorbendola; lontano, come se appartenesse
ad un altro mondo, avverte l'eco dello scontro fra Piton e Rowle ma non
vi bada, riversando tutta l'attenzione sui resti del cadavere
sparpagliati a poca distanza, spingendo il potere ad avvolgerli e a
scavare piccole voragini affinché la terra li inghiotta
tutti, donando pace al 'Macilento'.
Una volta terminato si alza barcollando, avvertendo nuovamente il peso
del proprio corpo ed il dolore causato dalle varie ferite irradiarsi
lungo tutti i centri nervosi, rendendo difficoltoso il respiro;
utilizzare questo tipo di magia sola, senza una guida e senza ben
sapere come funzioni prosciuga buona parte del suo potere magico,
rendendola debole ed inerme e costringendola a lunghe ore di sonno per
poter recuperare un po' di lucidità, ore che purtroppo le
mancano data la difficile condizione di dover gestire le lezioni
scolastiche -molte obbligatorie – di giorno e le cacce la
notte.
Non sa nemmeno se questo potere le appartenga davvero o sia solo un
riflesso del rito, l'unica cosa di cui è certa sono le
numerose contusioni che pulsano dolorosamente, i capelli fradici
sporchi di terriccio e foglie marce, i numerosi tagli e graffi
incrostati di sangue secco, le vesti ridotte ad un conglomerato di
fango e l'incazzatura profonda nei confronti di Piton.
Si
volta ed incespica a fatica verso l'uomo fermo a pochi metri di
distanza, con la suola dello stivale ben calcata su quel che resta
della faccia di Rowle; Lily Luna osserva il redivivo con una punta di
compassione poiché dell'aspetto 'umano' e 'sano' con cui
s'era presentato pochi minuti addietro, gettandola nel dubbio e
facendole perdere lo spirito combattivo, non è rimasto
più nulla.
Braccia e gambe sono ridotte ad una poltiglia di muscoli ed ossa a
brandelli, il viso è sfondato verso l'interno ed entrambi i
bulbi oculari pendono dalle orbite in modo rivoltante mentre la cassa
toracica, lacera ed introflessa, pare più il bidone
dell'umido dopo una cena a casa Weasley Senior che non una parte del
corpo d'un essere umano.
La ragazza trattiene con forza il respiro, cercando di concentrarsi
sull'odore pungente della foresta per escludere il fetore emanato dalle
budella esposte e serra le labbra, scongiurando un conato di vomito.
"Era proprio necessario ridurlo così?" sibila cattiva,
rivolgendo un'occhiata furente all'ex professore di Pozioni di cui non
vede il viso, poiché nascosto dai lunghi capelli nero pece.
"Thorfinn Rowle era sulla Torre di Astronomia quando ho ucciso Silente.
E' stato lui ad evocare il Marchio Nero sopra la scuola, incendiando
poi la capanna di Hagrid. Inoltre ha dato la caccia a tuo padre e l'ha
quasi catturato in quell'infimo bar nella Londra babbana. A causa del
suo fallimento il Signore Oscuro l'ha cruciato finché non
è impazzito e, nonostante ciò, l'ha spedito
ugualmente qui a combattere."
Piton volta il capo sostenendo lo sguardo furente della strega con
occhi ossidiana vacui, incurvando le labbra in un accenno di sorriso
triste; una smorfia inespressiva che la ragazza scambierà
sicuramente per un ghigno soddisfatto, odiandolo con ancor
più forza.
Rabbia, sdegno, dolore, tradimento e paura.
La
Potter è troppo espressiva e, come il padre, fatica a celare
le proprie emozioni gettandogliele in faccia attraverso lo sguardo e le
parole, imprecazioni intercalate da singhiozzi a cui lui non sa come
ribattere, diviso fra la gioia d'essere riuscito a farsi odiare da lei
in tempo assai breve e la fitta che
–
insistente – gli
perfora il costato all'altezza del cuore, facendolo sentire uno stronzo.
Introverso com'è si trova a benedire Mendell e le leggi
della genetica per aver fatto nascere la ragazza con gli occhi di Ginny
Weasley, poiché se si fosse trovato a dover sostenere il
medesimo sguardo furente color verde Evans sa che non sarebbero bastati
tutti gli anni di addestramento, autocontrollo ed occlumanzia,
poiché sarebbe finito a terra come un castello di carte in
balia dell'uragano.
Risparmia
il fiato, Mocciosus.
Nessun attaccamento.
"Lui
ti avrebbe fatto di peggio, credimi, ha smesso di essere lucido quando
era ancora vivo"
Aggiunge con tono piatto, assente, una giustificazione rivolta
più a sé stesso che alla ragazza muta e furente
al suo fianco, estraendo dagli scomparti della cintura delle fialette
analoghe a quelle utilizzate da lei poco prima per gettarne il
contenuto fra i denti superiori spaccati e la mandibola divelta di
Rowle che, suo malgrado, ingoia continuando a dimenarsi per cercare di
sciogliere i viticci d'ombra che lo tengono ancorato al suolo; come se
stesse recuperando gli ingredienti dalla sua dispensa alza poi una mano
verso il viso della strega per sfiorare la guancia ove le unghie del
'Macilento' hanno lasciato tre perfetti solchi da cui sgorgano ancora
rivoli di sangue rubino.
"Non mi tocchi!" Urla Lily Luna schiaffeggiandolo con forza,
scostandosi con un balzo che le esce assai goffo a causa della
stanchezza e del dolore; Piton la osserva incredulo per qualche
istante, con i polmoni compressi in una morsa ferrea quando nota gli
occhi grandi, castani, velarsi per poi versare fredde e copiose lacrime
che scivolano lungo il viso, pulendo la sporcizia che l'ha lordato.
Ogni singhiozzo emesso dalla strega è come una fitta al
costato che riapre antiche ferite, ferite che ormai credeva ampiamente
rimarginate, e gli serve tutto il suo autocontrollo per non chinare il
capo ed arrendersi, implorando perdono come quando, a quindici anni,
davanti al ritratto della 'Signora Grassa' aveva supplicato una Lily
Evans feroce e stanca di non abbandonarlo, perdonando l'infelice
epiteto con cui l'aveva apostrofata dinnanzi a mezza scuola.
Teneva d'occhio la Potter da ore e sarebbe potuto intervenire subito,
risparmiandole quei graffi e l'umiliazione d'essere sconfitta dai suoi
stessi buoni sentimenti; avrebbe potuto soccorrerla e lasciarla –
ancora una volta – estranea
al significato di battaglia e alla paura di perdere qualcosa in
più d'una partita, avrebbe potuto ma non l'ha fatto,
perché farla scontrare con la crudeltà del mondo
era l'unico modo per insegnarle la differenza fra gioco e vera
sopravvivenza, rendendo la lezione efficace; se vuole davvero
combattere per salvarsi deve essere pronta a tutto, accantonando
quell'odiosa pietà tipicamente 'Grifondoro' per armarsi d'un
po' di sano menefreghismo 'Serpeverde'.
Guardandola piangere con l'animo molto più in subbuglio di
quanto la sua espressione cinica lasci trasparire, vorrebbe spiegarle
le motivazioni che l'hanno spinto a rimanere in disparte
finché non è arrivata al limite, rimarcando
quanto gli sia costato sentirla supplicare senza intervenire,
così da permettere alla paura di annientare ogni sua
reticenza nel mostrarsi crudele con quelle creature che altro non
meritano, ma sa che ora non è il momento giusto.
Lo vede negli occhi umidi di lei, ardenti di rabbia.
"Come desideri" mormora piattamente abbassando il braccio, rimuovendo
il piede dalla faccia dell'ex Mangiamorte per portarsi quanto
più lontano possibile come se quello umiliato e ferito fosse
lui, non lei.
"Mandalo a dormire, Potter. Per stasera abbiamo finito"
Mentre sta per svanire fra le ombre con il viso ben nascosto dalla
cortina di capelli lunghi e scuri ed un'espressione indecifrabile sul
volto aguzzo, un grido disumano lo costringe ad arrestarsi e voltare il
capo verso di lei, trovandola piegata su sé stessa con le
braccia avvolte attorno allo stomaco, in ginocchio sulla terra umida.
"La odio!" ringhia scossa dai singhiozzi, piangendo devastata da un
dolore mai provato prima d'ora, poiché nonostante l'aria
'ribelle' e misteriosa assunta all'interno delle mura di Hogwarts, la
sua vita è sempre stata caratterizzata dalla spensieratezza
e dall'agio di chi non ha nulla da temere, essendo nata protetta da una
solida gabbia dorata, gabbia che ora lui ha mandato in frantumi
semplicemente stando fermo.
"La odio..." singhiozza "Avrebbe dovuto proteggermi...avrebbe dovuto..."
Urla soffocando le sue stesse parole, come un'animale ferito e morente
costretto ad una lunga agonia, urla rigettando quel poco che
è riuscita a mangiare durante la cena in sala grande sul
tappeto di foglie secche e marcescenti della foresta proibita,
dimenticandosi del rito e del Magiamorte che si dimena accanto a lei,
gorgogliando frasi sconnesse dalla bocca distrutta.
"Era...necessario?" il terzo urlo, seguito da quella domanda sussurrata
a fil di voce che si perde negli spasmi sono come ghiaccio, gelando
Piton nel profondo e bloccandolo lì, a metà
strada fra lei e la rassicurante inconsistenza del buio.
La osserva in silenzio incapace di avvicinarsi o rispondere, con occhi
neri distanti ed alteri.
"Torniamo al castello, Lys"
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Il Viaggio del Pellegrino
[Inserto vergato a penna blu su pagina di quaderno]
Blair
Atholl, Perthshire (Scozia)
Data e ora sconosciute
La luce tenue dell'alba fende la coltre di spesse nubi discese a velare
il cielo a est, rendendo le ombre della notte un po' meno dense e
facendo risplendere le acque placide del fiume che scorre a pochi
passi; non che camminare al buio sia un problema, dato che da quando si
è svegliato sotto le spesse ed intricate fronde della
Foresta Proibita non ha fatto altro, con l'unica speranza di poter
raggiungere quanto prima il suo obbiettivo e riferire il messaggio.
Persino la stanchezza ed il freddo non paiono dargli noia e
ciò si sta rivelando una gran fortuna, permettendogli di
coprire diverse centinaia di miglia senza fermarsi a cercare riparo,
anche se non riesce a capire come ciò sia
possibile: è un mago, ma questo non lo solleva
dall'avvertire sensazioni umane quali dolore ed intorpidimento
muscolare, sonno e spossatezza, inoltre ricorda di non essere mai stato
un gran sportivo, né un camminatore instancabile, preferendo
la comodità di spostarsi con mezzi babbani o magici per
raggiungere il posto dove avrebbe dovuto recarsi anziché
camminare.
Ripensandoci –
d'altronde ha tempo, essendo solo – l'unico
sintomo che puntualmente si presenta, chiedendo a gran voce d'essere
soddisfatto, è la fame, ma non si tratta della stessa fame
che lo colpiva ad Hogwarts poco prima dell'orario di colazione, dettata
più da golosità e calo di zuccheri,
bensì di una necessità antica e primordiale
così forte da farlo impazzire.
Scoiattoli, lepri ed infine una tortora, catturarli non è
stato difficile dato che – fortunatamente –
possiede ancora la sua bacchetta, anche se all'inizio ha fatto fatica a
ricordare come impugnarla e quale incantesimo fosse opportuno
utilizzare per fermare gli animali senza ridurli in brandelli.
Sangue.
La carne è solo un involucro, ma il sangue è vita.
Se
non ricorda male lo diceva anche un personaggio di qualche film horror
uscito recentemente.
Ricorda distrattamente d'averlo visto alla tv in estate assieme al
fratello e di aver rabbrividito nell'udire quella battuta
così macabra, calata nel contesto della pellicola (III),
mentre ora non riesce a trovare definizione più appropriata;
quando la sua ricerca sarà finita potrà
finalmente bere senza patire più alcuna sete e
potrà finalmente parlare, liberandosi del groppo insistente
che gli serra la gola così da informare la Fonte di
ciò che 'è necessario
sappia per poter trovare ciò che cerca'.
Ha quel cognome così familiare...
Un'improvvisa
fitta all'addome lo riscuote dai suoi pensieri, spingendolo ad
osservare il paesaggio attorno a sé per cercare qualcosa da
mettere sotto i denti; trattandosi di offerte di poco conto, gli
animali di piccola taglia possono dargli energia per un tempo limitato
e, a causa del dover – incessantemente –
camminare per arrivare dalla Fonte quanto prima, non ha potuto
provvedere a cercare cibi più sostanziosi; inoltre, dopo la
brutta esperienza ad Hogsmeade, rifiuta categoricamente di avvicinarsi
ad un altro centro abitato gremito di persone, preferendo passare
defilato fra campi arati e boschi, se proprio si trova ad incrociare
una città.
Stringe le labbra mentre un secondo doloroso crampo gli serra lo
stomaco.
Il fiume scorre alla sua sinistra ed è sicuramente ricco di
pesce, ma ha scoperto che quell'alimento è ancor
più povero di nutrimento di animali più piccoli e
quindi scarta immediatamente l'idea, voltando lo sguardo sull'immenso
prato ghiacciato, delimitato in lontananza da una staccionata in legno.
Vuoto.
Sconsolato, continua a camminare lungo l'argine rassicurandosi al pensiero che – se non dovesse trovare alcunché – potrebbe sempre ripiegare sul pesce, giusto per avere sufficiente energia per spingersi di nuovo nei boschi a cercare altre creature più appetitose, proseguendo poi verso sud fino ad Edimburgo; una volta giunto lì sarà tutto più facile poiché potrà cercare un portale per raggiungere Londra o pagare qualcuno con i pochi galeoni rimasti affinché lo smaterializzi in Privet Drive n°4, Little Whinging, dove obbligherà la Fonte a starlo a sentire.
Ha un cognome così familiare...
Un
muggito sommesso lo riscuote dai propri pensieri, spingendolo a
fermarsi per voltare nuovamente il capo verso il campo.
Prima non l'aveva notata, assorto nel turbine di difficili
elucubrazioni che sono suoi unici compagni dal giorno del risveglio,
assieme all'oggetto munito di una strana lente rotonda che porta al
collo; si, pensare a volte gli fa quasi male e non gli
risulta affatto naturale, come se fosse un'azione estranea alla sua
natura e lui vivesse solo per compiere la traversata e riferire il
messaggio, senza altri scopi.
Una
mucca bianca, pasciuta e solitaria, bruca l'erba rada coperta da un
sottile strato di brina ghiacciata, con il campanaccio che tintinna
allegramente ad ogni suo movimento.
Senza indugiare oltre s'avvicina con lo stomaco in subbuglio, colto da
una sete ormai straziante e gli occhi iniettati d'una furia cieca che,
in vita, gli era estranea.
Almeno fino a Edimburgo quest'offerta dovrebbe bastare.
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Glossario:
Throfinn Rowle: Appare sia nei libri che nei film, dove ha un ruolo 'minore'. Le cose che ha fatto sono state grossomodo spiegate da Piton in questo capitolo, mentre per la descrizione 'fisica' del personaggio mi sono basata sull'attore che lo interpreta.
Blair
Atholl: questo paese esiste davvero ed è
ubicato in Scozia centro-orientale, alla confluenza dei fiumi Tilt e
Garry. Siccome la Rowling non ha - credo - ben definito l'ubicazione di
Hogwarts io ho immaginato che otesse trovarsi in quel che i babbani
conoscono come "Cairngorms National Park" , essendo esso pieno di
foreste, laghetti ed in territorio montuoso, quindi non molto distante
da dove sorge Blair Atholl.Il film
in questione è "Dracula di Bram Stoker", uscito nel 1992
(1993 in Italia). Considerando che la battaglia di Hogwarts si
è svolta nel maggio 1998 il fatto che il misterioso
pellegrino consideri questo film 'uscito da pochi anni' penso sia
capibile.
NDA: Ho
deciso di posticipare 'Interludio – parte II' per pubblicare
invece questo capitolo dove, finalmente, si inizia a vedere un po' di
azione; la trama non subirà alcuna modifica, anzi, alcune
spiegazioni riportate saranno più facili da assimilare
avendo prima letto questa parte.
Lily Luna si trova costretta ad uscire dalla zona comfort, sbattendo la
faccia in modo abbastanza violento contro una parte delle conseguenze
del Rito e Piton in questo l'aiuta (a cadere di faccia, ovviamente) nel
modo più subdolo e bastardo che conosca, ovvero lasciandola
sola.
Si, diciamo che i suoi metodi d'insegnamento sono un pochino drastici,
ma d'altronde è così anche nei libri, sebbene
nell'aula di Pozioni gli studenti non si siano mai ritrovati ad
affrontare cadaveri di Mangiamorte deambulanti (però Paciock
conferma d'aver rischiato la vita innumerevoli volte); il suo rapporto
con Lily Luna come vedete è altalenante, vorrebbe ma sta
fermo, spingendo anche la ragazza a seguirlo di conseguenza, questo
perché hanno si diverse cose in comune, ma di base
appartengono ad anni e mondi completamente diversi, quindi ci
vorrà del tempo prima che inizino ad avvicinarsi senza
ferirsi a vicenda.
Chi o cosa sia il misterioso 'Pellegrino' dell'inserto lo verremo a scoprire nei prossimi capitoli, non anticipo nulla per non spoilerare.
Un grosso
ringraziamento a chiunque sia giunto fin
qui.
Alla prossima.
_Morgan