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Autore: Lita_85    26/03/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nella famiglia Mancini-Morante, le dimostrazioni di affetto e amorevolezza, erano viste come una sorta di punto debole. Una debolezza da nascondere a tutti costi, un oltraggio che doveva rimanere tra le quattro mura di casa nostra, o addirittura, seppellito nel giardino sottostante. Un qualcosa che a Laura faceva paura, più di un paziente morto sotto le sue mani al Pronto Soccorso. 

E questa paura, Laura, la sentiva sotto pelle. L'accompagnava giornalmente come fosse la sua ombra, per poi manifestarsi in tutto il suo essere quando rincasando incontrava i miei occhi. Mai un sorriso, mai una carezza, mai quell'affetto che vedevo spesso nei film. 

Nel corso degli anni mi ero costruito una corazza inespugnabile, così che il dolore piano piano si era affievolito lasciando spazio al menefreghismo. Non li odiavo, non avrei mai potuto, ma avevo da sempre cercato di tenerli a debita distanza, condannando il loro comportamento ignobile. 

E adesso, l'idea di rivederli e presentargli la mia unica ragione di vita, mi stringeva un nodo in gola. Quella donna dagli occhi blu-verdi che aveva finalmente ridato la parola a quel cuore che sembrava non aver nient'altro da dire, se non battere per tenermi in vita. 

Il suo viso, appoggiato per metà sul mio torso, lasciava intravedere le sue guance rosee e le sue labbra rosse come lamponi selvatici. I suoi capelli mossi, riversi in parte lungo la sua schiena nuda, mi solleticavano il mento  che avevo abbassato per ammirarla meglio. Il suo respiro mi accarezzava la pelle, mentre le sue braccia, attorno al mio corpo nudo, lo tenevano ben saldo. 
Apparve subito sul mio volto un sorriso da ebete misto a malandrino.

 Era davvero bellissima.

Non avevo intenzione di svegliarla, ma la voglia di accarezzarla prese il sopravvento. 
Allungai la mano e, strisciandola lungo la sua schiena, mi beai di quel contatto sublime.
Scesi lungo tutta la spina dorsale, fino ad arrivare sui suoi glutei, soffermandomi su di essi massaggiando con pollice. 

Adoravo il suo fondoschiena.

 
«Mmmmh buongiorno signor Mancini… », disse lei con voce ancora assonnata spostando la sua mano destra verso il centro del mio torace. Mi piaceva da morire quando lo faceva.

« Buongiorno a lei signorina Velletri… mi scusi tanto, non volevo svegliarla… »

« A me invece non dispiace per niente… », affermò lei alzando la testa permettendomi di guardarla negli occhi. Di mattina avevano sempre quella colorazione brillante accentuata dalla felicità che risplendeva in essi. Specchiarsi nei suoi occhi era come correre in una prateria in piena notte, con la luce della luna che di sfiora il viso.  

« Ah no? », domandai innocentemente passandole il pollice sulle labbra. Ero già partito per la tangenziale.

« No… », rincarò la dose alzandosi e posizionandosi a cavalcioni su di me. Ansimai al contatto del suo pube sul mio, infilando la mano tra i suoi capelli. 

« Che intenzioni ha signorina Velletri? », continuai il mio questionario di domande inutili mentre lei era già arrivata sul mio collo baciandolo e mordendolo.

« Lo vedrà presto signor Mancini… », rispose lei ridendo sulla mia pelle ormai iper sensibile.

Stavo per abbandonarmi alle sue amabili torture, quando il suo cellulare iniziò a squillare. 

Lei si spostò verso il comodino dove lampeggiava il marchingegno infernale, e con un gesto veloce lo recuperò tra le mani. Chi poteva mai interrompere le nostre effusioni mattutine alle nove di domenica mattina? 

 « È mia madre… », disse lei sorridendo, rispondendo così a quella domanda che avevo fatto solo con gli occhi. « Mamma! Ma che bella sorpresa! », esclamò Anita attivando il vivavoce rimanendo a cavalcioni su di me. 

Abbozzai un sorriso interrogativo mentre lei mi faceva segnale di stare zitto e fermo. 
Mai ordine peggiore.

Iniziai, proprio perché era stata esplicita, a sfiorarle il collo con le labbra scendendo lungo quel sentiero che portava al suo seno, provocandole dei piccoli spasmi e della finta disapprovazione.

« Tesoro, scusami per l'ora, ma volevo essere sicura che tu e Dario sarete presenti al pranzo di oggi… ho già marinato il pesce, ragione per cui dovrete venire ugualmente anche se avete preso impegni! »

« No, Mamma, nessun impegno… », sibilò contorcendosi sotto i miei baci.

« Bene, quindi vi aspetto per le dodici e mezza? », chiese ancora mia suocera mentre la figlia si scioglieva come burro tra le mie mani.

« Dario… », ansimò mentre la mia bocca stringeva il suo capezzolo destro. 

« Dario? Ha problemi a venire per quell'ora? » 

« No Elena, anzi, credo che verrò anche prima… », dissi ridendo provocando la stessa reazione in Anita che cercò di trattenersi. 

« Però se vieni prima a tuo rischio e pericolo! Non penso che il pranzo sarà pronto! »

« Vorrà dire che correrò il rischio… », continuai ridendo stringendola a me.

« Ok, come vuoi tu! Allora preparerò un bel aperitivo! »

« Fabio ne sarà entusiasta! », ribattei tra le risate e i suoi baci. Adoravo questo giocare con lei.

« Che c'entra Fabio? », chiese curiosa Elena non capendo dove volessi andare a parare.

« Niente Mamma! Ascolta, noi dobbiamo ancora fare colazione- »

« E altro… », aggiunsi mordendole il collo.

« Quindi, che ne dici se ci sentiamo più tardi? », chiese Anita tappandomi la bocca. 

« Ok, ok, allora a dopo… »

« A dopo! », riposi al posto di Anita prima di buttarmi su di lei capovolgendo la situazione.

« Sei impazzito?», chiese subito dopo aver agganciato nuovamente il contatto visivo con me.

« No, perché? », pronunciai quelle parole seguendo la scia del falso ingenuo. Mi divertivo da matti. 

« Avrebbe potuto capire… »

« Non sarebbe stato un problema per me, lo sai… e poi, credo che le avrebbe fatto piacere sapere che stiamo provando ad avere un bambino… »

« Forse per il momento è meglio tenere la cosa per noi… cosa ne pensi? »

« Tutto quello che vuoi Amore… », affermai un attimo prima di tuffarmi sulle sue labbra.

L'idea di tenere per noi quel piccolo segreto mi piaceva, ma non ero sicuro di poterlo tenerlo nascosto a lungo. Sicuramente non con Mirko e Saverio, loro sapevano sempre tutto.

Ci avviamo verso casa dei genitori di Anita che si trovava in zona Porta Lodovica. Mi piaceva molto come quartiere e, il loro appartamento, che faceva parte di un complesso anni settanta, era davvero bello e confortevole, nonché di pregio architettonico.
Scesi dall'auto afferrando il vassoio dei dolci preferiti di Elena e, agguantando la mano di Anita in una dolce morsa, ci avventurammo all'interno dello stabile.

L'ingresso della scala era la parte che preferivo, perché si presentava come un giardino segreto. Le ampie scale, di un marmo bianco tondeggiante, si aprivano verso di noi maestose e, la tromba arricchita dal edera rampicante, richiamava nei miei pensieri una cascata magica.

Appena fummo arrivati davanti al portoncino color ciliegio Fabrizio e la sua allegria, ci accolsero come era suo solito fare.

« Non so cosa abbiate detto stamattina a mia moglie, ma spero che voi abbiate molto appetito! », esordì mio suocero lasciandoci entrare dentro casa.

« Siamo abbastanza affamati Fabrizio, quindi non dovrebbero esserci problemi! », ridacchiai togliendomi il cappotto nero che indossavo mostrando il mio outfit per quel pranzo: Maglione in cachemire verde scuro con rombi in rilievo, pantaloni neri con cintura, e scarpe steingate scamosciate  dello stesso colore.

Lanciai uno sguardo d'intesa verso Anita che risplendeva come una stella: skinny jeans  blu scuro camicetta blu notte, con giacca nera, e Chanel dello stesso colore. I capelli erano raccolti in una coda alta e sul viso aveva un leggero strato di trucco. Era radiosa.

« Meglio così! C'è davvero tanta roba! », continuò Fabrizio facendoci strada. 

Entrammo tutti e tre in salotto trovandoci Fabio e Chiara che parlavano tra di loro come due perfetti innamorati. Si  imboccavano a vicenda dei piccoli voulevant al salmone sorridendo.

« Beh, vedo che non perdete tempo! », dichiarò Anita guardando la sorella. « Forse è la volta buona che fai il secondo figlio! »

« A quello ci pensi tu tra poco, no? », rincarò Chiara avvicinandosi a noi facendomi l'occhiolino. 

« Dai Chiara… », bisbigliò Anita grattandosi la testa. Non so se fosse più in imbarazzo per l'affermazione o perché c'era il padre che guardava interrogativo a pochi passi da noi.

« Ah, io non voglio sapere nulla! Vado in cucina a vedere se vostra madre ha finito di sfornare manicaretti! », così dicendo e, con un velo di imbarazzo, sparì dal nostro raggio visivo.

« Lo sai che papà è un po' all'antica… », affermò Anita prendendo tra le mani uno dei voulevant che formavano una specie di piramide. Elena aveva proprio strafatto.

« Ma dai! Non mi sembra di aver usato termini volgari! Mi sono anche trattenuta! E comunque, non mi sembra di aver detto qualcosa di così assurdo! »,

« Infatti non lo hai fatto… », risposi sorridendo prendendo uno dei bicchieri colmi di Aperol Spritz, il mio preferito.

« Cioè?! Vuoi dirmi che… », affermò Chiara avvicinandosi pericolosamente a me.

« Io non ho detto nulla! », dichiarai mettendo le mani avanti. Sgamato.

« Oddio! Ma è vero Anita?! Ci state provando veramente? », seguitò lei avviandosi alla sorella prendendole le mani.

« Si, cioè no, cioè doveva essere un segreto… però adesso mi viene solo da piangere! »,

« Oh no tesoro! Vieni qui! È bellissimo! », Chiara strizzò in un abbraccio Anita che scoppiò in un pianto di felicità.

« Bene, allora dobbiamo brindare! », asserì Fabio, porgendo due bicchieri colmi di liquido arancione alle due sorelle. 

« La trovo una bellissima idea… », dissi avvicinando il mio bicchiere a quello di Fabio che nel frattempo l'aveva riempito nuovamente.

Iniziai a commuovermi anche io. Non immaginavo che la storia venisse fuori così dal nulla e, non immaginavo che Anita si sciogliesse così davanti alla sorella.

« Ragazzi è tutto pronto! Potete veni- », si fermò Elena davanti a quella scena che assomigliava molto ad una puntata di "Carramba che sorpresa!". « Ma cosa succede? »

« Niente Elena, le sorelle Velletri si sono commosse nel pensare al matrimonio imminente! Che ne dici se andiamo tutti in sala da pranzo e ci accomodiamo mentre loro si rifanno il trucco? », propose Fabio facendomi segno di annuire e fare quello che lui aveva appena detto.

Feci come aveva suggerito Fabio e, scortando entrambi Elena a tavola, ci scambiammo un sorriso complice lasciando le due sorelle da sole in salotto. 

Dopo alcuni minuti e, mio suocero che parlava insistentemente dell'importanza del riciclo della plastica, Anita e Chiara si palesarono davanti a noi più raggianti di prima, nell'istante preciso in cui mia suocera entrò in sala con una taglia gigante di lasagne. I nostri occhi osservarono tutta la scena nell'attesa che Elena iniziasse a porzionare quell'ambita pietanza. Sembrò quasi tenerci sulle spine mentre appoggiava la lasagna prima sul piatto di suo marito e poi in quello di Fabio. Infine, ma non per ordine di grandezza di lasagna, la posizionò sul mio piatto confermandoci quello che ormai avevamo capito da tempo: ero io il suo preferito adesso. 

Cercai in tutti i modi di mascherare quella risata che stava venendo fuori tra le occhiate allibite di Fabrizio che non riusciva a capacitarsi della sua micro porzione. Anche Fabio, che fino a quel momento era stato il detentore del primato, iniziò a ridere negando con la testa. 

« Embè? Che avete tutti da guardare e ridere? », chiese Elena cadendo dal pero.

« Niente Elena, è tutto apposto… », risposi congiungendo le mani con i gomiti sul tavolo.

« Eh no, adesso mi spiegate! », insistette lei appoggiando la teglia ancora fumante sul tavolo. 

« Ma nulla, è una sciocchezza… », ribatté Fabio portandosi la forchetta in bocca.

« Appunto che è una sciocchezza voglio saperlo! Avanti, fate i timidi? Anche perché questo appellativo non si addice a nessuno dei due! », continuino Elena alternando le occhiate tra me e Fabio. In effetti non aveva tutti i torti. 

« Mamma, il discorso è che adesso il tuo preferito è diventato Dario, e quindi gli spetta la fetta di lasagna più grande! », affermò Chiara riempiendo il bicchiere che stava alla sua destra. 

« Non è affatto vero! Io sono equa! Fabrizio, di qualcosa tu! », si rivolse al marito contrariata.

« In effetti la mia porzione è più misera del solito… ma non mi sto lamentando! », dichiarò con voce flebile dando delle piccole forchettate alla sua portata.

« Andiamo Fabrizio! Hai sempre da ridire! La misurazione mi è sembrata giusta! », continuò Elena porgendo gli altri piatti alle figlie e a suo nipote.

« Su quale scala di misurazione ti sei basata per porzionare? Nominale, ordinale, intervallo o rapporto? », domandò l'ingegnere ridendo, sfoderando le sue conoscenze in materia strappandoci una risata.

« Ah ah ah, lo sai che sei uno spasso? Anzi, tutti gli ingegneri lo siete! Compresa mia figlia! »,

« Mamma, dai, stiamo scherzando… però pensavo che volessi bene almeno a tuo nipote! Guarda qui che porzione inesistente! », continuò ridendo Chiara mostrandoci il piatto di Riccardo.

« Lo sapete cosa ci dico? La prossima domenica ognuno si prenderà la porzione che vuole, e non quella che pensa di meritare! Detto questo, pranziamo o si fredda tutto! », tagliò corto prendendo una piccola porzione anche per lei. 

« Mamma… », la voce di Anita, che fino a quel momento non si era sentita, echeggiò per tutta la stanza attirando nuovamente la nostra attenzione. « Grazie… », finì sorridendole felice e quasi riconoscente. 
Lei annuì contenta prima di prendere anch'ella una forchetta di quella fantomatica lasagna.  

Magari era vero che adesso ero il preferito di casa Velletri, ma la cosa più importante per me, era che tutti indistintamente mi volessero bene. Che avessi la porzione più grande non mi interessava, anche se mi dava una certa soddisfazione, dovevo ammetterlo. Ma, la vera soddisfazione più grande era che finalmente avevo anche io un posto dove trovare una famiglia. La mia famiglia.

Dove potevo essere me stesso ed essere amato proprio per quello che ero parlando la loro stessa lingua.

Parlando il loro linguaggio universale..




Note: Capitolo Undici. Buonasera miei cari e bentrovati in questo aggiornamento notturno! Dovete scusare il mio ritardo, ma questa settimana è stata proprio pensate! Ma bando alle ciance! In questo capitolo abbiamo un assaggio ( compresa di lasagna 🤣) della vita di Dario all'interno della famiglia Velletri. Come potete notare lo amano tutti, e questa nuova vita gli piace tantissimo non essendo abituato a tutto ciò! Ho creato questo capitolo dalla prospettiva di Dario per farci vedere con i suoi occhi, quello che lui vede e percepisce: una famiglia felice!  Il prossimo capitolo sarà interamente raccontato da Anita e vedremo invece come lei vivrà l'ingresso in casa Mancini e come verrà accolta da questa "allegra" famigliola! Quindi nel prossimo ne vedremo delle belle! Scusate se il capitolo vi è sembrato troppo noioso, ma dovevo fare notare le due differenze! ❤️ Grazie sempre a chi mi segue e alla prossima ♥️
   
 
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