νέκυια
- Capitolo III -
Convalescenza, comportamenti assurdi ed oscuri trafiletti
[Breve trattato sulla difficoltà del riposo in periodo di forte stress
causato da cattivi pensieri ed ombre moleste]
“The darkness that you felt,
I never meant for you to fix yourself.
Some legends are told,
Some turn to dust or to gold,
But you will remember me,
remember me for centuries”
(Fall Out Boy - Centuries)
Hogwarts,
Dormitorio
Femminile Corvonero
17
novembre 2023, ore 10.47
Apre
gli occhi ed un cielo di stoffa blu notte trapuntato di piccole stelle,
l'accoglie.
Subito
li richiude, ferita dalla luce del giorno che, seppur grigiastra,
dopo giorni passati al buio l'acceca; inghiotte un grumo di catarro,
inspirando con forza dalle narici per liberarle mentre s'avvolge
stancamente ancor più stretta nella trapunta, rinchiudendosi
all'interno di quel bozzolo caldo e sicuro per lasciare il resto del
mondo – freddo, ostile, reale
– fuori.
Quattro
giorni...
Sono
passati quattro giorni dalla caccia.
Nel
buio ovattato creatosi fra le coperte la ragazza si perde a
rimuginare su quanto accaduto all'interno della foresta proibita, con
gli auricolari ben premuti all'interno delle orecchie e Youtube Music
aperto in riproduzione casuale, cercando di trovare nella musica un
po' di sollievo al caos di pensieri che le stanno agitando la mente,
causandole cicli di dolorosi mal di testa; distende le labbra in una
linea tirata avvertendo – come un
oscuro monito –
l'orribile sensazione data dalla fredda lingua di Rowle leccarle via
il sangue dalla pelle, alla quale il corpo reagisce con l'ennesimo
brivido di disgusto.
Sebbene
le ferite siano ormai rimarginate grazie alle cure di madama Poppy ed
abbia cercato di fare quante più docce possibili per lavare
tutto
ciò che le è rimasto appiccicato addosso durante
quella notte, il
senso di sporcizia causato dal tocco dei due risvegliati che l'hanno
assalita rimane ben impresso nella memoria tattile, obbligandola a
trascinarsi verso il bagno comune ad intervalli regolari per
graffiarsi viso e braccia con una spugna ruvida, irritando la pelle
fino a spaccarla, in un fiorire di nuove – vistose
–
abrasioni.
Mentre
'The Resistance' degli
Skillet risuona prepotente dalle piccole cuffie nere, i pensieri
della strega si spostano sui tre giorni passati in infermeria a causa
della violenta febbre che l'ha colpita poche ore dopo il rientro
dalla caccia, dei quali ripercorre l'incessante terzo grado a cui
è
stata sottoposta una volta sveglia da un'incredula Madama Poppy e dal
professor Murray, suo Capocasa nonché docente di Difesa
contro le
Arti Oscure e – sfortunatamente
– ex
Auror con uno spiccato talento nel smascherare le bugie che gli
vengono propinate come sancta veritatis
dai suoi studenti; fingere di dormire per evitare il terzo grado
s'era rivelata fin da subito una pessima idea, così s'era
trovata
costretta ad elaborare una scusa abbastanza credibile per
giustificare le condizioni in cui l'avevano trovata alla porta
dell'infermeria, nonché a concederle di scontare gli ultimi
giorni
di riposo nel suo letto in dormitorio.
Ho
sempre mantenuto un profilo così basso che l'idea di aver
preso la
febbre in biblioteca, dopo una notte passata a studiare al freddo,
non è parsa stupida a nessuno dei due.
Non
so se esserne compiaciuta o delusa.
L'integerrima
infermiera di Hogwarts aveva acconsentito a lasciarla andare solo
dopo aver decretato la certa fine dei sintomi influenzali,
accertandosi inoltre che l'unico disturbo di cui fosse rimasta
affetta era tanto naturale quanto risolvibile in autonomia alla
decorrenza del periodo stabilito; d'altronde a sedici anni è
normale
avere le mestruazioni una volta al mese ed usualmente ciò
non
comporta scompensi tali da richiedere il ricovero, ciò che
Lily Luna
ha omesso di raccontare all'anziana donna, nonostante lei abbia
più
volte posto domande in tal senso, è l'anticipo di quasi una
settimana con il quale sono arrivate ed il fatto che si stiano
rivelando particolarmente fastidiose.
Più
del consueto.
Diarrea,
dolori ossei sparsi, mal di testa lancinante.
Crisi
di pianto che mutano in incazzature feroci in poco meno d'un secondo
ed un rincoglionimento epocale che mi sta rendendo difficile ogni
azione, poi letargia.
Potrei
dormire da qui al giorno della mia prematura morte senza avvertire la
necessità di alzarmi dal letto e scoprire come sta andando
avanti il
mondo senza di me.
Le
sue compagne di stanza erano rimaste alquanto stupite dall'apprendere
che l'irreprensibile Lily Luna, la quale vantava la media di una o
due assenze in sei anni di scuola – tutte
giustificate - stesse
così male da non riuscire a frequentare le lezioni e durante
la sera
del suo rientro in dormitorio Grace si era mostrata sinceramente
interessata alle sue condizioni di salute, offrendosi di darle una
mano con i compiti se ne avesse avuto bisogno, comportamento che
spiazzò Lily Luna, spingendola a domandarsi se non fosse
ancora
stordita dall'effetto della potente pozione antibiotica propinatale
dall'infermiera.
Hilary
invece s'era comportata con la consueta scortesia, degnandola appena
d'un occhiata mentre la giovane strega si trascinava stancamente
verso il letto, scoppiando poi a ridacchiare nel vomitarle addosso i
soliti insulti di terz'ordine, ormai abusati: “Di
certo
una Potter non ha certo bisogno dell'aiuto dei
comuni
mortali per rimettersi in pari con le lezioni'”.
Dopodiché
aveva intimato all'amica di allontanarsi dalla moribonda o avrebbe
rischiato di contrarre la lebbra a sua volta, ma prima che Grace,
visibilmente – e stranamente
- sconvolta dall'atteggiamento menefreghista della bionda ed acida
Corvonero, potesse articolare una risposta era stata Milena
– che mai prima d'ora s'era sbilanciata in sua difesa
– ad
aprir bocca articolando una serie di commenti sprezzanti e poco
garbati nei confronti di Hilary, sottolineando con perfida perizia
quanto sbagliata fosse la casa Corvonero per una creatura dalla
mentalità così bigotta, che arrivava alla
sufficienza garzie al
puro buon cuore delle sue 'amiche' e all'abilità discutibile
nel
copiare o rubare i compiti altrui, con sotterfugi degni della peggior
antagonista da teen-movie di serie B.
Hilary
s'era dovuta mordere a forza il labbro inferiore, vistosamente
dipinto d'un sobrio rosa chewing-gum, raccattando spazzole e trucchi
sparsi sulla sua scrivania per poi raggiungere il bagno e chiudervisi
come una furia, scoccando alle tre streghe occhiate di fuoco bordate
di rimmel, conscia di non possedere né le
capacità tecniche né
dialettiche per sostenere uno scontro con la Trevisan.
Né
con Grace, se questa avesse deciso di rivoltarsi contro di lei per
appoggiare la sua giurata nemica in difesa di quell'essere inutile e
sciatto chiamato Potter; onestamente la ragazza faticava a capire
come quella stronza dai capelli color carota, simpatica quanto uno
schiopodo molesto, nei momenti di bisogno trovasse sempre qualcuno
pronto ad aiutarla pur non chiedendo, pur mostrandosi scorbutica e
lunatica quanto il suo nome, mentre lei, solare e gentile con tutti,
veniva costantemente bullizzata da quel mostro dall'etnia indefinita.
Lily
Luna ricorda d'aver corrugato la fronte osservando la scena con occhi
sgranati e la mano ancora stretta al risvolto in stoffa blu notte del
baldacchino, lanciando poi fugaci occhiate alle due streghe rimaste
in stanza; Milena
l'aveva scrutata di rimando mantenendo le labbra ben serrate, senza
articolare spiegazioni o scuse in merito a quanto accaduto pochi
istanti prima, dopodiché si era coricata a letto con lenta
noncuranza senza degnarla d'ulteriori attenzioni, con le cuffie ben
calcate nelle orecchie e lo smartphone aperto su Youtube, agitando la
bacchetta affinché i cordoni rilasciassero le cortine di
stoffa,
nascondendosi alla vista.
Grace
invece aveva incurvato le labbra in un timido sorriso prima di
augurarle una frettolosa “Buonanotte”,
acciuffando un paio
di libri precedentemente abbandonati sul comodino per poi sparire
oltre la porta d'ingresso, probabilmente diretta in sala comune a
studiare.
Poco
prima che la giovane Potter sbuffasse, decisamente infastidita dal
non riuscire a dare una spiegazione logica a ciò a cui aveva
assistito, Milena aveva scostato i pesanti tendaggi, emergendo quanto
bastava per scoccarle un'ultima, seria, occhiata d'un limpido
azzurro, incurvando le labbra affinché scandissero un'afona
'
Buonanotte'.
Rispetto.
L'aveva
osservata con rispetto.
Assurdo...
All'interno
delle mura di Hogwarts Milena Trevisan è temuta da tutti a
causa
della pessima reputazione che l'accompagna, data la sua propensione a
fare a botte per ogni quisquilia e la poca pazienza che la
contraddistingue, inoltre è una straniera di
nazionalità mista con
discendenza magica ancor più dubbia della sua provenienza,
poiché
ad ora – si vocifera nei corridoi – la
madre non è ancora
riuscita a fornire un soddisfacente certificato che ne attesti lo
status di sangue; come se nella Hogwarts multietnica e culturalmente
inclusiva della McGranitt, sviluppatasi a pari passo con
l'integrazione portata avanti dai due Ministeri, magico e babbano,
tali carte fossero davvero necessarie, .
Già
dai primi giorni di scuola la giovane italo-croata s'era rivelata il
più grande cruccio di James Sirius, spaccandogli il setto
nasale con
un solo e ben calibrato pugno quando lui, senza tener conto
dell'opinione di lei né che la – forzata
– proposta di
fidanzamento sarebbe potuta sfociare in rifiuto, le si era avvicinato
intimandole: “Da oggi stai con me. No, non serve
ringraziarmi”,
reazione che aveva causato nel ragazzo un odio profondo verso la
suddetta, spingendolo a tormentarla fino al suo ultimo giorno di
scuola con battute sessiste e xenofobe, nonché tentate
scorrettezze
durante le partite di Qidditch atte a screditarla, spingendola a
cadere dalla scopa nel modo più doloroso possibile;
però,
nonostante il divario d'età, Milena si è sempre
mostrata più che
capace di tener testa al maggiore dei fratelli Potter, umiliandolo in
più d'un occasione sia a Quidditch che negli allenamenti del
Club
dei Duellanti, mostrando un'abilità in Incantesimi e Difesa
contro
le Arti Oscure che nulla aveva da invidiare a quella d'un ragazzo
delle ultime classi.
Dato
il particolare carattere è stata, sin dai primi passi ad
Hogwarts,
affezionata frequentatrice dell'ufficio della preside McGranitt a
causa delle numerose risse in cui finiva coinvolta e dalle quali
usciva pesta ma trionfante, dopo aver spedito ragazzi più
alti e
grossi di lei in infermeria con distorsioni, contusioni, slogature e
fratture, facendo infuriare la santa madama Poppy che, non troppo
velatamente, la disprezza sin dal suo primo anno.
Sebbene
condividano la camera e siano compagne nella squadra di Quidditch di
Corvonero, Lily Luna non ha mai avuto modo di parlare con Milena,
né
di conoscerla più approfonditamente di quanto abbia appreso
dall'opinione pubblica, visto il carattere ombroso e la tendenza a
non voler stringere amicizie con nessuno, quindi non comprende
quest'improvviso cambiamento da parte della sua compagna che
– in sei anni di scuola – le
ha rivolto la parola solo per elencarle tutti gli errori commessi
durante le partite.
Si
arrotola meglio fra le coperte chiudendo con forza le palpebre,
allontanando i ricordi legati alle sue compagne di stanza cullata da
'Centuries' dei Fall
Out Boy, focalizzando l'attenzione su quanto accaduto il tredici
novembre, sentendo ancora bruciare l'umiliazione d'essere stata
battuta a causa d'una debolezza così stupida come la paura
e, se
Piton non fosse intervenuto di nuovo a salvarla, ora potrebbe davvero
dire di comprendere appieno cosa significhi essere un cadavere pieno
di rabbia e rimpianti; anziché ringraziarlo per quel gesto,
nato
sicuramente dalla necessità di tenerla in vita per i suoi
scopi più
che dall'affetto verso la sua persona, l'aveva aggredito,
attribuendogli la colpa del fallimento nonostante fosse nato da un
suo errore di valutazione.
L'ex
professore s'era indubbiamente comportato da stronzo, però
– riflette analizzando la situazione nella sua interezza
– le
è stato vicino e non l'ha abbandonata a sé
stessa, come invece
avrebbe dovuto fare, riducendo Rowle ad un ammasso di carne trita
allo scopo di mostrarle cosa siano realmente le creature contro cui
sono stati chiamati a combattere, affinché trovi da sola il
coraggio
necessario a superare paure e ribrezzo, spedendoli all'agognato
sonno; la Morte ha affidato a lei l'incarico di recuperare tutti i
risvegliati, quindi deve smettere di piangersi addosso o incazzarsi
con il prossimo, utilizzando quelle energie per affinare le tecniche
di combattimento e la resistenza mentale o rischierà di fare
la fine
dell'agnello sacrificale.
Piton
non può proteggerla per sempre, deve imparare a farlo da
sé.
Piton...
Sebbene una spiegazione razionale al comportamento dell'uomo vi sia, Lily Luna non può fare a meno di sentirsi 'ferita' nell'essere stata lasciata sola, al freddo e per ore, su una pianta a montar guardia aspettando l'arrivo di quelle creature da incubo; durante il duello poi, prima di intervenire in suo soccorso, era rimasto volutamente immobile – impassibile – ad osservare i due risvegliati affondare le dita sporche di terra e fango nelle sue carni, ferendola ed umiliandola, sordo alle sue grida.
Mi
aspettavo davvero che lui mi considerasse una pari?
Ha
detto che mi avrebbe protetta, ma solo per suo tornaconto.
Siamo
necessari l'un l'altro, finché quest'incubo non
sarà finito.
Altri
legami non ve ne sono.
Ricordando
la conversazione avuta con lo psicopompo giorni addietro, fra le mura
buie della sezione proibita, la ragazza espira in frustrazione,
inghiottendo saliva amara mentre un doloroso crampo spinge le viscere
a contrarsi, portandola a maledire la sua condizione attuale,
anch'essa ironicamente legata al sangue; si volta sulla schiena
cercando una posizione più comoda, analizzando ancora una
volta le
informazioni ricevute da quella creatura così bizzarra,
tutt'ossa ed
occhi, chiedendosi pur conoscendo già l'amara – verità
–
risposta, se tutto ciò che le è accaduto non sia
solo frutto di
qualche allucinazione indotta da una pozione propinatale a tradimento
da qualche delatore.
Una
parte di sé – oscura, dimenticata
- sa che nulla di quanto
le è stato rivelato può essere una bugia,
poiché la Morte non ha
alcun motivo per mentire, mentre l'altra – solare,
ottimista,
razionale - rifiuta con forza l'idea di possedere davvero
capacità tali da risvegliare uno stuolo di morti affamati e
rabbiosi
come bestie idrofobe, che ora vagano nei dintorni in cerca di carne
fresca per placare la fame che li perseguita come una maledizione; la
sé razionale sa che non esistono maghi con vere doti
negromantiche,
poiché sono abilità che usualmente vengono
attribuite loro dai
babbani, in favole e romanzi, connesse a quegli antichi culti
religiosi che terrorizzano ed affascinano, privi però di
fondamenti
reali.
Piton
invece ha idee opposte, ritenendola unica responsabile
dell'improvviso – non richiesto
– ritorno a quella vita
dalla quale s'era congedato con sollievo, in cui si è
ritrovato
nuovamente a vestire gli sgraditi panni del 'guardiano ombra'
che tanto ha odiato durante i lunghi anni di crescita di Harry
Potter; inoltre non sembra affatto dubitare della
possibilità che in
lei, nel suo sangue, sopravviva una magia oscura ed antica in grado
di donarle potere sufficiente per richiamare alla vita settantotto
cadaveri, alcuni in avanzato stato di decomposizione.
Perché?
Da cosa nasce tutta questa fiducia?
Pensa
rotolando sul fianco opposto, per poi stringere le ginocchia al petto
cercando di preservare un calore che, lentamente, sta abbandonando il
corpo, nonostante i metri di trapunta in cui s'è
infagottata; non
vede l'ex insegnante da quella notte, quando l'ha riaccompagnata al
castello dopo aver medicato tutti i tagli visibili ad occhio nudo ed
aver deterso le vesti pregne di sangue e fango, svanendo fra le ombre
dopo averla lasciata semi sdraiata di fronte alla porta
dell'infermeria, alle cure di una spaventata madama Poppy.
Non
si è preoccupato di passare nei giorni seguenti per valutare
le sue
condizioni, né di spedirle un pipistrello o un gufo per
avere sue
notizie o condividere qualche nuova informazione sui risvegliati;
solo Mirtilla si è arrischiata a far capolino dal pavimento
un paio
di volte, domandandole informazioni sul suo stato di salute e
restando per qualche ora al giorno a farle compagnia, raccontandole
gli ultimi pettegolezzi appesi in bagni e corridoi, o semplicemente
guardandola leggere.
Rose
invece le ha scritto regolarmente su Whatsapp, assicurandosi che
stesse bene, che mangiasse e si lavasse regolarmente, cercando di
mantenersi altresì abbastanza sveglia per dedicare del tempo
allo
studio così da non rimanere indietro sul programma
scolastico;
concentrandosi dapprima sui compiti che le venivano comunicati da
Grace durante i rientri in dormitorio così da finirli senza
sforzo,
con molto tempo in solitaria da poter impiegare in ricerche
extrascolastiche, la giovane Potter si era dedicata a raccogliere le
prime – scarne - informazioni sui rituali
negromantici e sulla storia dei fratelli
Peverell, trovando una copia digitale de ' Le
Storie di
Beda il Bardo'
che aveva letto
in un paio d'ore, restando un po' delusa dalla fiaba dei te fratelli,
che ricordava assai più avvincente e ricca di particolari.
Aveva
scritto a Rose di procurargliene una copia cartacea dalla biblioteca,
appena possibile, sperando che un tomo assai più vetusto
quale quelo
presente ad Hogwarts contenesse altre informazioni, tipo glosse o
bibliografie, che potessero darle un indizio su chi fossero davvero i
Peverell e che connessione avessero con il mondo infero, anche se non
sperava d'aver successo così presto e l'idea di consultare
gli
archivi contenenti le genealogie magiche d'Inghilterra risultava
ancora il miglior punto di partenza.
Da
bambini il Mondo Magico sembra sempre 'un po' più Magico'.
Poi
si cresce e ci si rende conto di quanto siamo stati infantili...
D'improvviso una luce opalescente fende il buio ovattato creato dalla coltre di coperte ammassate e la musica si smorza, mentre sullo schermo dello smartphone appare la stringa bianca di notifica dei messaggi di Whatsapp.
Whatsapp ° 1 messaggio da 1 chat ° ora
Socchiudendo gli occhi, infastidita dalla luminosità accecante prodotta dallo schermo, apre il programma selezionando la prima chat.
Rosy:
Ciao!
Scusa se non mi sono
più fatta viva da colazione ma stamattina ho avuto doppia
ora di
Trasfigurazione.
Lezione
parecchio impegnativa! Come ben sai il mio progetto per i M.A.G.O
è
poter arrivare ad utilizzare quest'arte per salvare vite, trasmutando
oggetti di uso comune in materiale sanitario utile per il primo
soccorso, pozioni comprese.
Il
professore dice che sto facendo passi da gigante, ma io non vedo
risultati concreti.
Tipico di Rose.
Sicuramente sarà riuscita a
trasformare un fiammifero in un kit di primo soccorso perfetto, ma
non vuole ammetterlo.
E' sempre stata fin troppo
modesta, sin da bambina.
Rosy: in merito a quel che mi hai chiesto, sono riuscita a fare un salto in biblioteca ed ho recuperato una copia delle Fiabe di Beda il Bardo. Ma posso chiedere a che ti servono? Ormai sei un po' grande e letterariamente navigata per leggere libri da bambini.
Una
semplice ricerca per storia della magia.
Confronto fra realtà e mito
ai tempi del medioevo magico.
E' una sorta di progetto che, se andrà
a buon fine, potrà essere interessante tesina per l'esame
dei
M.A.G.O di Storia della Magia, l'anno prossimo.
Se ci arrivo viva.
Rosy:
Wow,
ti stai dando da fare!
Brava! Ok, te lo mando tramite Ernest finita la lezione di
Incantesimi. Mi raccomando mangia! In special modo frutta e verdura!
Abbiamo ancora in sospeso quell'uscita a Hogsmeade e sono stufa di
ricevere rifiuti da parte tua, quindi vedi di riprencderti al meglio
:)
Tranquilla,
prometto che settimana prossima ci andremo!
Buona
lezione Rosy! E grazie! :)
Alza il
volume della musica al
massimo quando 'My Demons' degli Starset parte
decisa, per poi
abbandonare nuovamente il telefono sul materasso, sepolto fra onde di
lenzuola sfatte e pesanti coperte d'un blu oltremare, concentrandosi
sulla storia dei tre fratelli per scacciare quella punta d'amarezza
insistente prodotta dall'assenza di Piton, cosa che la disturba
più
di quanto le piaccia ammettere.
La
Morte ha detto che i tre maghi Peverell non avevano origini
anglosassoni, bensì provenivano dal sud, da un paese dove si
parla
una lingua 'straniera'
che sono stati costretti ad abbandonare a causa di una – guerra,
invasione? -
calamità,
portandosi dietro solo alcuni oggetti di inestimabile valore che,
altrimenti, sarebbero stati distrutti; gli elementi da cui partire
sono pochi, fugaci , e non trovano alcun riscontro in quanto scritto
nella Fiaba.
Che,
per sua definizione,
deve essere un racconto ispiratore non una cronaca veritiera dei
fatti.
Quindi può essere che cose
inutili allo svolgimento della trama quali provenienza dei
protagonisti, nomi e cognomi veri, nonché possibili
connessioni a
culti estranei all'Inghilterra medievale, siano stati omessi.
Intenta ad eviscerare le poche
informazioni ricevute non s'accorge della figura che torreggia sul
letto a baldacchino, adombrando la poca luce grigiastra che filtra
dalla finestra a sesto acuto incassata nello spesso muro di pietra,
la quale emette uno sbuffo spazientito per richiamare l'attenzione
della larva – ragazza – che
risulta troppo assorbita da
congetture, dolori e musica per prestare attenzione, costringendo
l'uomo ad afferrare con decisione l'ammasso di coperte, gettandole
con malagrazia ai piedi del letto.
La strega ulula inviperita e
scatta seduta, estraendo al contempo la bacchetta da sotto al cuscino
pronta a maledire l'incauta creatura che ha osato causarle un tale
spavento, ma quando, fra la cortina di capelli ramati che le sono
caduti davanti agli occhi nello slancio, scorge un viso pallido e
spigoloso sul quale spiccano un naso aquilino e profondi occhi neri,
dal taglio asciutto, il suo cuore perde un battito e una sinistra
–
fredda - sensazione scivola sulla pelle esposta,
smorzando
ogni intento bellicoso.
Abbassa la bacchetta e
raccogliere istintivamente le gambe contro al torace, in protezione
sotto lo sguardo vigile dell'uomo che inarca un sopracciglio e
sogghigna, muovendo le labbra per articolare un commento sprezzante
che lei non coglie, avendo ancora le cuffie ben calcate all'interno
delle orecchie, dalle quali fuoriesce l'assordante assolo di chitarra
di Luca Turilli.
“Ma
annunciarsi come un
qualsiasi comune mortale no?” sbotta dopo aver sfilato gli
auricolari e scostato i capelli dal viso, salutando il mago con uno
sguardo truce.
“Ho
impiegato due minuti del
mio prezioso tempo cercando di avere la tua attenzione, ragazzina.
Data l'improvvisa sordità di cui risulti affetta non ho
potuto fare
altrimenti”
“Ascoltavo
musica” spiega
mostrando il lungo filo nero terminante in due piccoli auricolari,
recuperando al contempo il telefono per spegnere YoutubeMusic senza
accennare a scomporsi in una posizione più rilassata, ancora
insicura sul come comportarsi con l'uomo dopo la sfuriata nella
foresta; nonostante abbia sperato per giorni in una sua apparizione,
si rende conto di non essere ancora pronta ad affrontarlo, non con le
viscere dilaniate dagli spasmi del ciclo e l'emotività
spinta ai
massimi livelli da quella torma di ormoni impazziti che le circolano
in corpo.
Inghiotte scacciando a forza un
secondo brivido, costringendosi ad alzare il viso fino ad incontrare
quegli occhi neri immoti, sentendosi piccola ed inerme come quando
era all'interno della Foresta Proibita durante la notte di caccia,
aspettando uno scontro del quale non riesce a prevedere l'esito.
“Perché
è qui?” cerca di
mantenere un tono fermo, neutro, mentre una tempesta le agita l'animo
alimentata dalla gravità dello sguardo del mago, abissi
ossidiana
taglienti come lame e profondi come il vero buio in cui appena si
scorge lo stacco fra iride e pupilla, entrambe piatte, distanti,
quasi prive di coscienza terrena e sentimenti; non è mai
stata brava
a capire le persone, né le emozioni, quindi sperare di
carpire
qualcosa da Severus Piton studiandone solo l'espressione le risulta
dannatamente ostico,
Lui invece legge tutto ciò che
vuol sapere sul viso di lei con facilità, poiché
la Potter è
davvero troppo emotiva, trasparente e cristallina come acqua di
fonte, ed il fatto di soffrire ancora dei postumi dell'influenza non
giova certo alla scarsa capacità di dissimulazione mostrata
sin
dall'esordio della loro forzata collaborazione; incurva le labbra nel
fantasma d'un sorriso carico di sarcasmo mentre risponde, con
studiata lentezza: “Tregua, Potter. Sai bene che non possiamo
continuare questa missione separati, per quanto io la trovi un
opzione assai migliore che sopportare la tua ingombrante
presenza”
“Tralasciando
l'insulto, davvero le ci sono voluti quattro giorni per partorire
questo sensazionale pensiero?” sbotta la strega osservandolo
con
malcelata stizza, stringendo con ancor più forza le esili
braccia
attorno alle gambe piegate, fasciate da pantaloni grigi d'una tuta
sportiva con risvolti slabbrati, oltre i quali sbucano le punte dei
piedi fasciati da pesanti calzini neri, muniti di gommini azzurri
sulla pianta; quel particolare indumento strappa un ghigno cattivo
–
inappropriato - all'ex
professore, poiché se Potter pensa davvero d'incutere
rispetto o
timore così conciata ha decisamente sottovalutato il potere
dell'apparenza, cosa peraltro riscontrabile ogni qualvolta indossa la
divisa scolastica di una taglia più grande, o gli
improbabili look
babbani del tempo libero.
Trasandata.
Lei pare non aver notato l'improvvisa scintilla di divertimento balenata negli occhi del mago, continuando imperterrita a sciorinare insulti intercalati da supposizioni su cosa avrebbe dovuto fare in seguito alla caccia del tredici novembre, ovvero andarla a trovare in infermeria per accertarsi delle sue condizioni di salute, sia fisiche che mentali, - vincendo probabilmente una Cruciatus- aiutandola a riprendersi al meglio dallo shock.
Non sono certo tua madre...
“Potter...”
sospira l'uomo
cercando di zittirla con un cenno della mano, ora sicuro che avrebbe
dovuto sparire per altrettanti giorni, poiché i quattro
già
trascorsi si sono rivelati insufficienti a far smaltire alla ragazza
la rabbia ingiustamente accumulata durante la caccia, nata
più per
frustrazione personale che per una sua mancanza come mentore ed
insegnante; con un sospiro frustrato ne ricorda il cognome, colpito
da un improvviso mal di testa. Certamente non poteva sperare in una
creatura docile e con un intelligenza tale da comprendere
immediatamente azioni e reazioni connesse alla difficile arte di
educarla a sopravvivere fino alla fine di quell'ingrata missione.
“No,
no! Non si azzardi a
chiamarmi per cognome! Né ad utilizzare quell'orribile
termine:
ragazzina!” ringhia Lily Luna oramai fuori controllo,
lasciando che
rabbia e frustrazione fuoriescano come una marea dalle sue labbra
sottoforma d'insulti e rabbiose accuse intrise di verità,
affinché
investano l'uomo con forza; salta in ginocchio per dare enfasi al
discorso, esponendo così all'impietosa analisi del mago la
felpa blu
scuro di due taglie più grande, con tascona e cappuccio,
sulla quale
vi è stampata la bandiera della Repubblica Ceca ornata da
due
boccali di birra e la scritta ' P R A H A ', sotto ad essa.
“In
effetti potrebbe risultare
più appropriato se ti chiamassi Mia Disgrazia”
sibila l'ex
insegnante maligno per nulla turbato dallo scoppio d'ira o dalle
parole poco gentili che la ragazza gli ha rivolto, ricordando
l'epiteto utilizzato dalla Morte durante l'incontro avvenuto in
biblioteca settimane addietro; lei interrompe il salmodio d'accuse e
cattiverie, osservandolo con occhi castani colmi
d'incredulità prima
di serrare le mani a pugno, riprendendo l'attacco con una nuova serie
di turpiloqui così volgari e di bassa lega da far
impallidire
persino i più grezzi soggiornanti dei sobborghi di Londra
che però
non paiono sortire alcun effetto intimidatorio, strappando all'uomo
l'ennesimo ghigno.
“Porco
Merlino stitico in una
valle di purghe rettali! E non mi dica di non bestemmiare!”
“Stavo
invero per chiederti se
tali finezze siano frutto della tua inventiva o te le abbia suggerite
qualche bifolco spedito da tua padre ad Azkaban” risponde
Piton,
continuando a massaggiarsi la tempia con l'onnipresente sorriso di
scherno ad incurvare le labbra pallide ed occhi ardenti come stelle
sideree, rilucenti d'un oscurità maligna.
“Me
ne attribuisco la maternità, ma non è questo il
punto! Il punto è
che ho un nome, cazzo, e dovrebbe iniziare ad usarlo!” Sbotta
Lily
Luna stringendo le coperte sfatte tra i pugni dalle nocche sbiancate,
finché non avverte un principio di dolore, infastidita dalla
calma
con cui l'ex professore ribatte a tono ad ogni sua rimostranza; lo
odia per il tono seccente con cui la redarguisce, per la sagacia con
cui intride ogni frecciatina che le scaglia addosso conscio di ferire
e per quel dannato – altero
– distacco che lo spinge a guardarla e trattarla come fosse
una
sorta di parassita molesto, indegno d'attenzioni più
profonde.
Lo
odio perché è un fottuto
genio affetto da sociopatia ed innumerevoli, altri, problemi a
livello comportamentale.
Perché non sarò mai alla
sua altezza.
Il divario è enorme
“Mia
disgrazia?” sogghigna
il mago mostrando i denti, come farebbe una fiera poco prima
d'azzannare al collo la sua preda, con occhi ossidiana animati da una
fiammella di pura cattiveria.
Lily Luna, esasperata, emette un
grido rauco e stanco, afferrando il cuscino per scagliarlo con
violenza contro la nera figura che, senza compiere alcun movimento
per schivarlo diviene ombra, lasciando che l'oggetto attraversi la
sua consistenza fumosa per collidere poi contro al vetro della
finestra alle sue spalle.
“Se
hai finito di dare
spettacolo avremmo alcune cose da chiarire” afferma Piton una
volta
riacquisita forma solida, osservando come la ragazza torni ad
abbracciare le gambe, infilando il viso nell'incavo creatosi fra le
ginocchia ed il petto con aria sconfitta e ferita; i capelli
scarmigliati le ricadono attorno e, illuminati dalla pallida luce di
quella mattina nuvolosa di novembre, paiono rifulgere d'oro e fiamme.
Auburn.
“Se
non impara a chiamarmi per nome non le dirò niente. Inoltre
potrebbe
anche sedersi, già ci sono abbastanza disparità
fra noi quando
riesco a stare in piedi. Sostenere un dialogo civile con lei che mi
sovrasta in questo modo è davvero difficoltoso, oltre che
inequo.
Non sto affatto bene, quindi per favore si sieda e mi dia
tregua”
replica stancamente la giovane strega dopo alcuni minuti di silenzio;
continuare a lanciarsi frecciatine è controproducente oltre
che
dannatamente fastidioso e Lily Luna non vede l'ora di poter tornare
ad arrotolarsi fra le coperte a leggere e
pensare, ascoltando
musica, sperando che il dolore al ventre si attenui nel primo
pomeriggio così da permetterle di strisciare verso la
biblioteca per
svolgere qualche ricerca sulla famiglia Peverell, oltre che sul
grimorio perduto utilizzato per compiere il Rito.
Lo stomaco gorgoglia allegro,
ricordandole che l'aver saltato colazione e cena la sera precedente
non sono state scelte così sagge, ma lei non vi bada,
continuando a
mantenere la faccia ben nascosta per celare il turbinio d'emozioni e
stanchezza piombatele improvvisamente addosso, evitando così
il
maledetto sorriso sornione che dev'essere apparso sulle labbra
dell'ex professore una volta dichiarata la resa.
“E
mi recuperi il
cuscino, per favore...”
Severus
Piton ingoia una
risposta acida e tagliente come fossero foglie d'un cactus ben
appuntite, sbuffando contrito; s'impone disciplina ricordando d'avere
a che fare con una Potter femmina e sedicenne, dalle discendenze
Weasley ad incasinare neuroni ed albero genealogico, abbassandosi a
recuperare il cuscino per adagiarlo poi sul materasso, a poca
distanza dai piedi di lei, sedendosi poi sul bordo con un movimento
fluido ed aggraziato; due occhi castani lo osservano con
circospezione, nascosti fra braccia fasciate dall'ampia stoffa blu
scuro, studiando la postura assunta dopo essersi accomodato sullo
spigolo del materasso – in punta di culo -
con una certa
ammirazione, chiedendosi se anche quest'abilità nel muoversi
in modo
così studiato sia una conseguenza della sua condizione di
non-morto
o l'abbia posseduta sin da quando era in vita.
“Altre
richieste?” domanda
l'uomo in tono calmo, utilizzando l'intonazione più
conciliante del
suo repertorio, la quale però non è esente da un
certo sarcasmo di
fondo.
“In
effetti sarebbe gradita
una tazza di the darjeeling della Benoist, qualità delle
foglie
'Orange Pekoe' lasciate in ammollo in acqua dalla temperatura di
novantaquattro gradi esatti, accompagnato da biscotti al burro. Ma
credo che se formulassi una richiesta del genere con convinzione mi
ritroverei a terra, scossa dagli spasmi della Cruciatus, quindi no.
Non ho altre richieste. Solo un po' di fame”
“Avresti
potuto non saltare la colazione”
“Quando
l'elfo domestico ha
portato il vassoio era ancora buio e non avevo voglia di abbandonare
il calduccio delle coperte per tirarmi su e mangiare. Poi sono stata
talmente tanto stordita da chiedergli di portare via tutto senza
calcolare che, magari, avrei potuto sbocconcellare qualcosa
più
tardi” ammette con una punta di imbarazzo, chiedendosi come
siano
riusciti a passare dall'urlarsi contro al parlare civilmente in pochi
istanti; vede le labbra sottili dell'ex professore incurvarsi in un
accenno di sorriso privo di scherno mentre la rimprovera
bonariamente.
“Davvero
un disastro, mia
disgrazia”
“Lily”
sbotta la ragazza
assottigliano lo sguardo “Mi chiamo Lily”
Poi, notando con stupore
l'impercettibile fremito che ha attraversato il viso dell'uomo con la
veloce fugacità del lampo si corregge, affrettandosi ad
aggiungere
anche il secondo nome; una morsa ghermisce lo stomaco stringendo con
inaudita forza mentre la realizzazione del 'perché'
lui si
ostini a non utilizzare il suo nome di battesimo le attraversa la
mente annullando ogni altro pensiero, riecheggiando cacofonica.
Lily.
Lily Evans. Lily
Potter. Lily Luna Potter.
Mapporc...
Suo padre
raccontava che durante
le lezioni di occlumanzia Piton l'aveva spesso ripreso per l'utilizzo
sfacciato e sconsiderato del nome Voldemort, quasi ne avesse serio
timore, come se esso fosse impregnato dello stesso potere oscuro
appartenente al suo possessore.
Nonostante
fosse uno dei Mangiamorte più potenti ed avesse
ingannato
per anni l'Oscuro Signore, facendogli credere d'essere il suo
servitore più leale, l'ex professore non aveva mai
utilizzato
l'epiteto con il quale il mago oscuro aveva scelto di farsi conoscere
nel Mondo Magico, recidendo ogni legame con le sue origini babbane;
se 'Voldemort' o 'Tom Riddle' sono il tabù scaturito dal suo
retaggio di Mangiamorte, la strega è convinta
che
il nome 'Lily' contenga in sé un veto ancor più
stringente e si
stupisce – di nuovo – nel
constatare quanto l'uomo sia profondamente sentimentale, dato che non
sono bastate due guerre, anni passati a vivere nell'ombra e,
successivamente, la morte per cancellare il sentimento provato nei
confronti di Lily Evans. Vederlo così debole di fronte ad
una
semplice parola la spiazza, poiché in questi frangenti non
somiglia
per niente all'algido bastardo che la massacra a suon di battute
taglienti e che ha ridotto diversi cadaveri ad una purea di ossa e
muscoli ritorti, con una rapidità impressionante.
Un
passo alla volta Lily
Luna.
Un passo alla volta...
Oltre ai risvegliati qui
abbiamo un altro serio problema da risolvere.
“Comunque,
considerate le
circostanze va bene anche Mia Disgrazia. Lo sono. E suona abbastanza
tragico da adattarsi alla situazione” la strega alza
finalmente il
viso, osservandolo con occhi vispi ed un caldo sorriso rassicurante
sulle labbra, cercando di fare del proprio meglio per apparire
conciliante e sincera; il mago però non pare aver compreso
le sue
buone intenzioni e, dopo aver riacquisito la consueta – altera
–
freddezza replica piattamente: “Sembri
divertita”
“No,
tutt'altro. Preferisco
che lei utilizzi un appellativo che non le dia disturbo, inoltre sono
davvero felice di essere la sua disgrazia, anziché quella di
gente
come Rowle o McLeod. Non appare con le sembianze di un cadavere
putrescente e, dopo giorni di obbligata collaborazione, posso
affermare che la sua ironia è quasi divertente. Insomma,
almeno ha
spirito ed è intelligente. Non come quegli altri”
“E
queste lusinghe a cosa
dovrebbero servire, esattamente? Chiariamo una cosa Potter”
restringe pericolosamente quegli occhi scuri, algidi, puntandole
contro il lungo e pallido indice della mano sinistra
affinché
l'attenzione verso le sue parole sia totale, poiché non
accetta
fraintendimenti né ha intenzione di tornare, in futuro, su
questo
discorso; la ragazza espira forte dal naso, passano nervosamente una
mano fra la criniera fiamma, scarmigliata, pronta a ricevere
l'ennesima – insensata –
ramanzina non richiesta.
'Affanculo pure la cortesia
“Ho
passato diciassette anni
ad insegnare a teste di legno tue pari e nessuno studente ha mai
pensato di complimentarsi con me per le mie battute o il mio acume.
Le uniche lusinghe rivolte alla mia persona sono state, in ordine,
'pipistrello dei sotterranei', 'vampiro
delle catacombe'
ed infine, summa aurea, 'quello stronzo, bastardo, untuoso
naso a
becco'. Sottolineo inoltre, affinché la questio
del nome
sia chiara, che l'appellativo con cui ti hanno battezzata non mi crea
alcun disturbo. Non vedo la necessità
d'utilizzarlo
semplicemente perché non ti considero ancora meritevole del
rispetto
attribuibile ad un essere umano pensante e coscienzioso.”
“In
pratica mi sta definendo
un'ameba deficiente?” sbotta la giovane, assottigliando gli
occhi
castani in uno sguardo carico di rancore, chiedendosi come abbia
potuto provare un briciolo di pietà o compassione verso
quella
creatura maligna e perfida, capacissima di difendersi da sé,
la
quale riesce a distruggere ogni buon proposito d'una convivenza
civile.
“Paragone
molto sgraziato, ma
veritiero”
Bastardo
“Per
un attimo, mentre
elencava i soprannomi che le hanno affibbiato gli studenti nel corso
dei suoi anni d'insegnamento, ho quasi provato compassione.
Sentimento sradicato brutalmente e demolito dalla sua impeccabile e
maligna dialettica in poco meno d'una decina di secondi. Le faccio i
miei complimenti sinceri, non ho mai visto una persona altrettanto
colta, che sa sfruttare in modo così tremendo la propria
abilità
nel discutere”
Lui l'osserva per qualche
istante in silenzio con improvvisa – pesante –
serietà,
il ghigno ridotto ad un vacuo accenno nell'incurvatura delle labbra e
nelle rughe d'espressione agli angoli .
“Saresti
ben lontana
dall'essere ' un'ameba deficiente', utilizzando la
tua
definizione, se ti impegnassi di più ad abbandonare quella
sciocca
infantilità a cui t'aggrappi quando credi di non avere
capacità
sufficienti per affrontare ciò che hai di fronte. Possiedi
acume ed
ottime capacità discorsive, nonché una discreta
conoscenza delle
arti magiche. Tuttavia pecchi di pigrizia. Eliminando questi difetti
potresti quasi risultare interessante, Mia Disgrazia...”
Lily Luna spalanca la bocca
pronta a ribattere con veemenza, aggrappandosi alla frustrazione
covata in corpo per giorni la quale, alimentata dall'indisponenza
dell'ex professore, dovrebbe bruciarle le viscere come un rogo
ardente, ma s'accorge di non esserne in grado poiché la
rabbia s'è
smorzata divenendo una fredda voragine in cui ogni istinto bellicoso
è affogato miseramente, lasciandola afona e stupida, con il
viso
stanco trasmutato nella perfetta imitazione della faccia di zio Ron
durante i monologhi politici di Hermione alle cene di famiglia; non
capisce come quest'uomo – essere – possa
passare dallo
scherno alla lode senza mutare inflessione né concedere
alcun gesto
d'amichevole apertura verso il proprio interlocutore, né
comprende
quale sia la vera opinione che ha di lei.
Le parole che le ha rivolto,
benché neutre e volte unicamente a farle notare quanto siano
sbagliati alcuni atteggiamenti che ha mostrato durante la caccia,
nonché nelle varie interazioni per questioni legate al Rito
e alle
informazioni delle quali è necessario entrare in possesso,
sono
comunque un grosso passo avanti rispetto alla sgarbataggine con cui
s'è sempre approcciato sino ad ora e, stranamente, gli
è grata per
questo barlume di cortesia; se fossero persone diverse, meno
solitarie e più espansive, proverebbe ad allungare una mano
per
stringere la sua in un muto gesto di vicinanza ed affetto, ma la
strega non è mai stata particolarmente amante del contatto
fisico e
ha il sospetto che Piton interpreterebbe male quel gesto istintivo,
sigillando nuovamente le mura che s'è costruito attorno come
scudo
ed annullando il piccolo spiraglio concessole.
Piccoli
passi. Procediamo
lentamente.
Anche io ho qualcosa da dire.
“Ho sbagliato a prendermela
con lei per aver fallito, l'errore è stato unicamente mio ed
è
accaduto perché ero spaventata, stanca e incredula. Quando
abbiamo
iniziato questa missione credevo che dare la caccia a dei cadaveri
semoventi fosse facile, date le condizioni precarie in cui versano
non pensavo sarebbero stati capaci d'opporre una seria resistenza.
Durante la notte del trentun ottobre mi sono lasciata cogliere di
sorpresa, ma sono sicura che, se avessi posseduto le conoscenze che
ho ora sarei riuscita a battere quella creatura senza troppi
problemi. Non pensavo che gli altri sarebbero stati così
agguerriti
ed in grado d'usare ancora gli incantesimi. Non pensavo che si
sarebbero mostrati così...umani”
Nel dare voce a ciò che
prova, le memorie di quanto accaduto durante le due terribili notti
trascorse nella Foresta Proibita le invadono la mente, risvegliando
ancora una volta quella torma di sensazioni oscure, negative, che per
giorni ha cercato di dimenticare; distoglie lo sguardo dal viso
affilato e pallido dell'ex professore, incapace di sostenerne il
giudizio e l'abbassa sul materasso, osservando l'intrico di coperte
sfatte senza però vederle davvero, persa ancora una volta
nel buio
umido del sottobosco, ove il forte odore di vita e foglie marce
permea insistente ed uno stuolo d'animali notturni caccia in
silenzio.
Ammettere apertamente di aver
avuto dei limiti è una cosa che odia poiché la fa
sentire
vulnerabile e sola, inadeguata alle sfide che si troverà ad
affrontare in futuro, siano esse esami scolastici o cacce di creature
che dovrebbero essere morte da due decenni, poiché incrina
la
maschera di altera perfezione che s'è cucita addosso
così da
nascondere agli altri compagni di scuola le sue insicurezze,
affinché
non la attaccassero pubblicamente tirando in mezzo il cognome che
porta; tutte le volte in cui e non è stata in grado di
eseguire un
esercizio o un compito è stata pesantemente sbeffeggiata
dagli altri
ragazzi, i quali credono che il suo unico talento consista
nell'essere figlia del Salvatore del Mondo Magico, pertanto una
ragazzina frivola ed abituata alla celebrità, incapace
d'ottenere
alcun risultato con le sue sole forze.
Certi
cognomi chiudono più
porte di quante ne aprano.
La realtà è ben diversa
dall'oro patinato, ostentato negli articoli del Profeta.
“Rowle
era umano, se
non ne avessi avvertito la vera natura non l'avrei mai considerato
già morto. In più sapeva ancora utilizzare gli
incantesimi
d'attacco e difesa con buona maestria. Queste cose mi hanno
spiazzata, l'idea di fare del male ad un essere vivo e senziente mi
ha spaventata”
“Thorfinn
Rowle è morto durante la battaglia di Hogwarts nel '98. Quel
che è
rimasto di lui non era nient'altro che un corpo vuoto animato dalla
follia” Con tutta la calma maturata in anni d'insegnamento,
Piton
le racconta con clinica precisione le conseguenze di ogni fattura
scagliata contro all'ex Mangiamorte redivivo, sottolineando come
nessuna delle funzioni motorie sia stata alterata nonostante la
rottura di ossa e muscoli, nonché l'assenza quasi totale di
sangue
dai numerosi squarci aperti nelle carni; mentre parla nota che la
strega si è seduta con la schiena dritta, osservandolo con
silenziosa attenzione così da poter assimilare appieno tutti
i –
raccapriccianti – particolari
della vicenda come
fosse ad una banale lezione scolastica, con una sete di conoscenza
tale da lasciarlo piacevolmente spiazzato.
Si
sarebbe aspettato che la Sua Dusgrazia lo pregasse di cambiare
argomento o l'azzittisse, non che lo guardasse con un tale interesse,
ponendo alcune valide domande sugli incantesimi da
lui utilizzati durante il combattimento e chiedendo in più
d'un
occasione quali esercizi svolgere per migliorare le sue
capacità,
nonché consigli per non risultare totalmente di peso durante
le
prossime cacce.
C'è qualcosa in lei che la
rende assai diversa dalla chiassosa e luminosa torma dei parenti
Potter-Weasley, una scheggia d'ombra ben celata all'interno del
subconscio che la rende immune all'orrore, spingendola a provare
un'attrazione sinistra – pericolosa - verso
tutto ciò che è
tetro e decadente, abbandonato e pericoloso, verso i cosiddetti
tabù
tanto cari al Mondo Magico moderno; nonostante si sia rifiutata di
combattere durante la notte del tredici novembre, il mago sa che la
ragazza non ha alcuna fobia degli spiriti o dei cadaveri, altrimenti
le sue rimostranze sarebbero state assai più accanite e
plateali
della mesta accondiscendenza con la quale ha accettato l'incarico
assegnatole dalla Mietitrice, sebbene all'inizio lui abbia scambiato
tale sottomissione per rassegnazione mista a quella punta di follia
marchio Potter, gli è bastato vedere con quanta
determinazione è
rimasta nella foresta per capire che – oltre la
maschera- la
Sua Disgrazia brama le ombre più di quanto aneli alla luce.
E' caduta con la faccia nel
fango ferita ed umiliata, giusto il tempo per versare qualche amara
lacrima di autocommiserazione prima di trovare nuovamente le forze
per alzarsi in piedi e riprendere la lotta con ancor più
voglia e
determinazione che in origine; la lezione, a quanto pare,
s'è
rivelata assai più efficace di ogni parola di conforto,
pensa l'ex
professore con una punta d'orgoglio ed è assai curioso di
vedere
quali e quante altre trasformazioni compirà la ragazza prima
che
l'ultima caccia sia terminata.
In
quale chimera ti
trasformerai, Mia Disgrazia?
“Buona parte delle creature
che popolano la Terra sono modellate su base umana o animale.
Déi,
demoni, angeli, fate, banshee, folletti, gnomi, vampiri, licantropi
ed altre oscure amenità che popolano i racconti
folkloristici dei
babbani ed il nostro, celato, mondo sono esattamente come te e me.
Non pecco d'ottimismo nel ritenerti in grado di schiantare un pixie o
un fauno se questi tentassero di strapparti i capelli o cavarti un
occhio. Focalizzati sul contenuto e dimentica l'aspetto esteriore
mantenendo sempre ben a mente contro a cosa stai combattendo. Le
apparenze, come spero ti sia stato insegnato durante le lezioni di
Difesa Contro le Arti Oscure, sono solo graziose maschere atte a
confondere e celare la vera natura dell'orrido, poiché ogni
creatura
oscura che si rispetti indossa sempre sembianze concilianti per
trarre in inganno le proprie prede, affinché non notino il
marcio
che in esse risiede e muoiano senza troppe resistenze”
“Tratto
dal saggio di John
Aubrey, ' Fascinazioni ed inganni dei notturni'
” replica la
giovane strega con enfasi, strappando una silenziosa nota di plauso
all'uomo, stupito nell'apprendere che un ex Auror quale Murray
consigli letture così 'adulte' e poco 'scolastiche' ai suoi
studenti; il testo di Aubrey è un ottimo trattato sulle
capacità
illusionistiche e sul modus operandi utilizzato da varie creature
notturne per attrarre prede umane senza ricorrere alla violenza,
alcune delle quali vengono però descritte in modo assai
crudo
rendendo l'opera poco adatta ad un pubblico adolescente.
“Stando
alle informazioni
raccolte sin ora posso affermare che i cadaveri da te risvegliati
potrebbero possedere capacità di rigenerazione dei tessuti,
ma ciò
dipende dalla frequenza con cui si nutrono e da che tipo di carni e
sangue ingurgitino. Inoltre penso che un altro fattore determinante
del loro aspetto esteriore sia lo stato di decomposizione in cui
versavano prima che tu compiessi il Rito e quanto potere abbiano
assorbito da esso”
“Dato
che è morto nella
Foresta Proibita non penso che Rowle possa essersi conservato
così
bene per più di vent'anni. Però si, potrebbe
essersi nutrito nel
mentre, magari di animali di grossa taglia dato che non sono
trapelate notizie di aggressioni a studenti della scuola, nelle
scorse settimane. O forse si trovava sepolto molto vicino al luogo in
cui abbiamo tracciato il cerchio. Ma no, non credo dipenda da questo,
McLeod si trovava all'interno e ne è uscito molto
più macilento”
obbietta la strega corrugando la fronte, agganciando le informazioni
fornite da Piton alle scarne in suo possesso, cercando di trovare una
spiegazione obbiettiva e razionale al perché alcuni cadaveri
appaiano meglio conservati d'altri, riuscendo a loro volta ad
utilizzare la magia per attaccare o difendersi; eppure non dovrebbero
esserne ancora in grado, a meno che l'essere un mago o strega sia una
capacità neuronale o genetica innata posseduta da alcuni
individui e
quindi, relazionata all'integrità dell'encefalo e dei
tessuti
corporei, anziché all'anima.
“Scopriremo
quali congetture
sono corrette e quali, invece, errate quando il tuo periodo di
convalescenza sarà terminato. La scorsa notte ho catturato
un
soggetto che potrebbe farci da cavia, dato il perfetto stato di
conservazione corporea in cui versa. Lo tengo prigioniero in un luogo
sicuro all'interno del parco di Hogwarts, protetto da possibili
intrusioni da parte di qualche ignaro studente ficcanaso”
Piton
osserva il volto tirato della giovane Corvonero sul quale la
concentrazione cede posto ad uno smarrito sbigottimento che ne
trasmuta le apparenze rendendola più bambina, decisamente
Weasley
data la poca intelligenza con il quale l'osserva sgranando gli occhi
e boccheggiando nel cercare d'articolare un'affermazione coerente,
senza riuscirvi.
“Lei
ha davvero? Un altro
risvegliato?”
“Ovviamente,
non potevo certo
passare giorni ad aspettare i tuoi comodi in panciolle, Disgrazia, ti
ricordo che non abbiamo poi così tanto tempo per sistemare
questa
spinosa faccenda ed i cadaveri sono parecchi, dotati della pessima
capacità di deambulare autonomamente. Riguardo poi al
secondo
risvegliato catturato, quello più in ' salute' conosciuto
come Turpin, ti avverto: vuole parlare con te e tutt'ora ti cerca, a
quanto pare ha cose importati da riferirti”
“Vuole
parlare con me?
Perché?” domanda la strega improvvisamente
inquieta, muovendosi
sul materasso per trovare una posizione più comoda e
difendersi
dall'improvviso brivido freddo, simile al tocco delle dita morte di
Rowle sulla guancia sfregiata, che le è sceso lungo la spina
dorsale
nell'udire le parole di Piton.
“'
Sfama i perduti ed
ascolta il loro vaticinio, dopodiché inviali nuovamente al
giusto
sonno' , così ha detto la Nera Signora durante il
colloquio in
biblioteca, ma fin ora tu ti sei limitata a compiere due sole delle
tre azioni richieste: li hai sfamati e mandati a dormire senza
ascoltare cos'avessero da rivelare. Probabilmente ciò non
è stato
possibile perché, Rowle a parte, gli altri versavano in uno
stato di
decomposizione tale da non poter articolare alcun sono, oppure
perché
il tuo controllo sulla magia di risveglio è stato sin da
subito
assai scarso, ma ritengo che in futuro ed in presenza di risvegliati
integri, un tentativo lo dovresti fare” l'ex professore la
fissa
serio, lasciando che questa nuova consapevolezza inizi ad attecchire
nell'animo della strega generando dapprima un'ondata di rigetto e
panico, per poi placarsi, annichilita da quell'oscura sete di
conoscenza che la sobilla dal profondo dell'animo, spingendola a
compiere assurde follie.
“Non
sappiamo ancora se le informazioni date dalla Morte siano
attendibili. Potrei anche non essere ciò che Lei ha
supposto”
mormora studiando il volto impassibile di Severus Piton, il quale si
limita ad osservarla di rimando in silenzio, con occhi ardenti nella
fioca e fredda luce di quel gelido mattino novembrino, prima di
scuotere appena il capo facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri
come inchiostro senza però dar voce ai pensieri che gli
agitano la
mente; che uomo strano, riflette lei imitando il suo silenzio,
domandandosi se ciò che l'abbia spinto ad uscire ogni notte
solo, a
caccia nella Foresta Proibita, sia più della cortesia fra
compagni
di squadra e della necessità impellente di voler tornare
all'agognato riposo eterno, una sorta di gentilezza mascherata da
obbligo, quasi volesse aiutarla senza rendere il fatto troppo palese.
Lo
odio? Forse un poco,
quando si comporta da sadico stronzo.
Però, un po' come Mirtilla,
a modo suo sa darmi sostegno.
Tanto basta.
“Non
si preoccupi, stavolta manterrò i nervi saldi ed
ascolterò ciò che
questo Mangiamorte vuol raccontare. Magari potranno essere
informazioni utili” replica la ragazza incurvando le labbra
in un
sorriso gentile, tornando a quel tono sbarazzino e conciliante
utilizzato poc'anzi per cercare di intavolare una conversazione
civile con l'ex professore, finché l'ennesima
– stavolta
potente – fitta
all'addome
non la costringe a digrignare i denti in preda al dolore, spingendola
a distendersi sul materasso con le gambe ben dritte per diminuire la
pressione esercitata sulle viscere, fornendo così un po' di
sollievo
ai muscoli dell'addome; di tutte le maledizioni legate al sangue
presenti nella sua persona, l'essere femmina la considera, a volte,
quella assai più fastidiosa.
Piton
la studia inarcando appena un sottile sopracciglio scuro, colpito
dall'improbabile abbigliamento costituito da quei larghi vestiti da
ginnastica spaiati e logori, culminanti in orrendi calzettoni da
bimba in età prescolare che persino gli elfi domestici
presenti
nelle cucine del castello rifiuterebbero d'indossare, chiedendosi se
Potter senior guadagni davvero così poco da non poter
permettere
alla figlia un pigiama decente, o sia lei sciatta di suo; nota poi il
modo in cui stringe le mani aperte contro lo stomaco, muovendo i
palmi in un massaggio leggero ed i pensieri sugli abiti logori
passano in secondo piano, soppiantati da temi assai meno frivoli.
“Mestruazioni?”
domanda con
noncuranza, osservando il viso della ragazza accendersi d'una lieve
tonalità porpora mentre riprende a boccheggiare in cerca
delle
parole adatte a costituire una valida replica, le quali,
curiosamente, si tramutano tutte in colorite imprecazioni.
“Ma
cazz! Le sembrano cose da
chiedere ad una ragazza così alla leggera?! Poi lei che ne
sa?”
sbotta Lily Luna sgranando gli occhi, sbattendo la testa contro al
materasso colma d'esasperazione mentre torna per l'ennesima volta a
dubitare della 'normalità' di quanto sta
accadendo in quella
stanza; come possono passare dagli insulti al conversare di temi
leggeri quali morti e oscure maledizioni, cacce notturne e saggi,
scivolando poi in quell'argomento di spinosa trattazione riguardante
i disturbi femminili mensili, senza che Piton mostri alcuna
variazione d'espressione o accenno d'imbarazzo, quasi fosse davvero
scolpito nel marmo, cuore compreso.
“Sono
stato capo della casa
Serpeverde per sedici anni ed è ricorrenza che molte bambine
delle
prime classi, nel passaggio fra l'infanzia e la pubertà,
manchino
del coraggio di parlare dei loro 'problemi mensili'
ai
genitori via gufo o alle compagne più grandi, in stanza,
quindi a
chi pensi fosse affidato l'ingrato compito di renderle edotte sulla
loro condizione, testa di legno?”
“In
effetti è possibile
trovarsi spaesate se le madri non spiegano prima quelle due cose
fondamentali legate alla crescita. Attualmente, quando tale dialogo
manca si sopperisce cercando info su Google, però capisco
che ai
tempi....No...'spetti n'attimo...” biascica esterrefatta la
ragazza
cogliendo il senso delle parole pronunciate dall'uomo, le quali la
spingono a schizzare nuovamente sin posizione seduta così da
poterlo
osservare meglio, con occhi larghi e la stessa espressione poco
intelligente assunta da Ronald Weasley durante le lezioni di Pozioni,
mentre lui si limita a sogghignare divertito.
“Ma
lei non aveva ventun anni
quando ha iniziato ad insegnare?”
“Confermo”
scandisce
laconico, scatenando un'improvviso ascesso di risa nella giovane
seduta di fronte, la quale crolla di schiena contro al materasso
stringendosi forte lo stomaco, continuando a ghignare e rotolare come
una puffola rossiccia, impazzita, da una sponda all'altra del letto.
“Ma
dai! Non ce la vedo proprio a consolare una bambina di dodici o
tredici anni convinta d'essere stata affatturata da qualche
deficiente, né a spiegare cosa sia in realtà il
disturbo di cui
soffre. Io pensavo fosse compito di Madama Chips o della
professoressa McGranitt, mica suo! Poi a ventun anni si sa che i
maschi sono ancora dei gran deficienti”
Piton sta per afferrarla di
malagrazia quando un suono proveniente dalle scale oltre la porta
della stanza attira la sua attenzione, spingendolo a svanire
rapidamente fra le ombre senza dare alcun avviso a quell'idiota della
sua Disgrazia, così impegnata a ridere sguaiatamente da non
essersi
accorta dei passi affrettati che stanno risalendo la rampa di scale
in pietra, né che il pesante uscio in noce dai cardini poco
oliati
si sia aperto con il consueto e fastidioso cigolio.
“Oh,
stai finalmente
manifestando i segni della pazzia, Potter?”
Lily Luna si blocca incredula
con il respiro bloccato, immediatamente soffocato da un violento
colpo di tosse carico di catarro; si volta di scatto, in un turbinio
di capelli ribelli color fiamma, incontrando occhi azzurri limpidi
come il cieli tersi del sud, sornioni.
“Ciao
Trevisan, mi spiace
deluderti” mormora imponendo un tono di voce fermo e sicuro,
recuperando con rapido movimento della sinistra lo smartphone finito
ai margini del letto, vicino alla testata, così da
illuminarne lo
schermo sul quale spiccano le stringhe di promemoria di lettura di
mail e messaggi.
“Stavo
semplicemente
ascoltando un audio divertente inviatomi da mio fratello”
“Oh...peccato”
sogghigna la
strega con un'alzata di spalle, muovendo rapide falcate verso il
comodino al lato del suo
letto, aprendo poi il cassetto per recuperare una piccola scatolina
in plastica dalla forma tondeggiante, custodia d'un paio di
auricolari wireless di colore nero che s'infila nella tasca della
gonna, lanciando una seconda, pentrante occhiata alla compagna
di
stanza.
“Non
sapevo avessi sviluppato
la capacità di connetterti allo smartphone con la sola forza
del
pensiero, Potter. Sei un'inesauribile fonte di stranezze”
Indica
con un cenno del capo lo smartphone nella mano dell'altra, con le
cuffie ben avvolte attorno ed il jack inserito; Lily Luna non si
scompone, sebbene i pensieri siano mutati in una pletora di colorite
imprecazioni che le impediscono di concentrarsi abbastanza da
elaborare una scusa decente, poiché ciò che
desidera ora è
togliersi la Trevisan dai piedi il prima possibile per tornare ai
suoi affari.
E magari a maledire Piton per non avermi avvertita dell'arrivo di Milena.
“Beh,
era talmente spiritoso
che l'ho ascoltato giusto un minuto fa, ma ho continuato a ridere
fino ad ora ripensandoci. Sai, James sa essere simpatico quando vuole
o non è impegnato ad offendere il prossimo per qualche
futile
motivo”
“Quindi
la voce che ho sentito
mentre salivo le scale era quella di tuo fratello? Mi pareva di
ricordarla diversa, meno adulta” la domanda di Milena cala
con la
precisione d'una molotov in una piazza gremita d'innocenti, mandando
in frantumi la falsa compostezza mostrata da Lily Luna la quale,
abbandonata l'espressione un po' idiota e gioviale con la quale ha
accolto l'arrivo della compagna di stanza, ora la fissa seria, senza
più alcun interesse nel mostrarsi cortese.
“Mi
sembra ovvio che fosse la
voce di James Sirius riprodotta dallo smartphone. I maschi qui dentro
non possono entrare e sia Grace che Hilary sono via da stamattina,
sicuramente a lezione o in pausa studio, attività che
dovresti
svolgere anche tu anziché bighellonare per la
camera” ribatte
sedendosi composta, con la schiena ben dritta, osservando la compagna
con uno sguardo glaciale il quale non ammette repliche di sorta.
“Non
sapevo fossi passata
dalla parte dei vigilanti, Potter. Comunque puoi stare tranquilla,
sono salita solo per recuperare le cuffie così da
sopravvivere
all'ora di Storia della Magia senza finire cadavere come il professor
Ruf” Milena richiude il cassetto, incamminandosi poi verso la
porta
del dormitorio senza porre altre domande o degnare la Potter d'una
seconda occhiata.
“Ah,
dimenticavo, c'è Michael
in sala comune che ti cerca, dice che ha urgente bisogno di parlarti.
Probabilmente per definire alcuni schemi delle prossime
partite”
Prima di svanire oltre l'uscio cigolante Milena si gira di nuovo,
ogni accenno di calore svanito dagli occhi mentre scandisce con
impietosa fermezza ciò che Lily Luna intuisce essere un
esplicito
avvertimento a mostrarsi più guardinga in futuro,
poiché la strega
italo-croata ha sicuramente un sacco di difetti, ma di certo non
è
stupida e l'ha puntata, interessata da quanto è riuscita a
compiere
durante la notte del trentun ottobre.
“Per
inciso Potter, io non ho
mai detto che la voce con cui stessi conversando fosse maschile,
così
come reputo improbabile che una battuta di tuo fratello ti abbia
divertita così tanto da ridurre il letto ad uno sfacelo.
Albus non è
mai stato particolarmente divertente e James faceva battute talmente
basse da risultare pessime. Se ti divertono ben venga, anche se
ricordo che fra te ed il maggiore dei tuoi fratelli corresse buon
sangue, specie quando ti insultava per le tue stranezze. Salutami
quell'idiota di James S. e ricordagli, che da quando se n'è
andato,
Hogwarts è decisamente un posto più
vivibile”
Detto ciò sparisce oltre la
porta in uno svolazzo di tunica nera e lunghi capelli castano biondo
raccolti in una coda alta, lasciando Lily Luna a combattere contro
un'improvvisa tachicardia; la ragazza lancia una rapida occhiata alla
stanza in cerca d'un ombra più scura delle altre, dai bordi
slabbrati e fumosi, ma non scorge alcunché d'anomalo, quindi
immagina che Piton si sia ritirato ove è solito svanire
quando si
congeda e che quindi lei sia libera d'incamminarsi giù per
l'angusta
scala a chiocciola in pietra che conduce alla sala comune, sperando
che Reeds abbia davvero un valido motivo per aver richiesto un
incontro, pur sapendo della sua convalescenza.
La Trevisan ha ragione, sarà sicuramente per il Quidditch.
Michael
Reeds, studente del settimo anno con una spiccata dote per
l'aritmanzia e le Rune Antiche, riveste la carica di capitano della
squadra di Corvonero, giocando altresì nel ruolo di
battitore
assieme a Milena; dopo i primi anni a strappare il secondo posto ai
Serpeverde lottando con unghie e denti, fino all'ultimo secondo, la
squadra si è rafforzata con l'arrivo di Harriet McKinnon e
Justin
Chambers, rispettivamente nelle posizioni di terzo cercatore e
portiere, che con le loro abilità –
unite all'innato
talento di Lily Luna nello scovare il boccino d'oro – hanno
permesso alla squadra nero\blu di trionfare in diverse stagioni,
battendo persino il Dream Team composto da Weasley, Potter, ed i loro
Grifondoro.
“Potter!”
La saluta il
ragazzo comodamente seduto su una delle chase-longue blu oltremare
che occupano la parte centrale della sala comune, un'ampia stanza
tondeggiante le cui pareti sono state riempite da alte e massicce
scaffalature in mogano straripanti di libri e curiosi marchingegni,
intervallate da ampie finestre terminanti in archi a sesto acuto,
vicino alle quali sono stati piazzati alcuni cannocchiali di pregiata
fattura, piante d'interno ed una statua della fondatrice, Rowena
Corvonero.
Michael è un ragazzo di
bell'aspetto con penetranti occhi grigioverdi ed un viso regolare sul
quale spicca un nasino alla francese leggermente storto a causa della
collisione con un bolide vagante, incorniciato da una zazzera di
capelli tagliati a caschetto, ricci e ribelli, d'un biondo che
ricorda il colore del grano maturo; è basso e longilineo,
perennemente intento a spulciare qualche saggio in runico o
complicato trattato d'Aritmanzia e, una volta uscito da Hogwarts,
intende specializzarsi in Matematica Magica.
“'Giorno
Mik” lo saluta la
strega prendendo posto affianco a lui, mentre il ragazzo recupera
dalla tracolla un plico di pergamene fitte d'una scrittura sottile e
curata, intervallata da schemi e diagrammi, rozzi disegni del campo
di Quidditch e di alcuni triangolini che, nella realtà,
dovrebbero
rappresentare i giocatori in campo. “Ti chiedo scusa per
averti
disturbata quando ancora ti trovi in convalescenza, purtroppo il
tempo stringe e fra esami e tesine il mio tempo libero risulta
tremendamente risicato. Spero che le tue condizioni siano migliorate,
comunque, e che presto tu possa tornare a lezione”
“Si
dai, rispetto a quattro
giorni fa va decisamente meglio. Per oggi non preoccuparti, capisco
quanto possa essere dura portare avanti mille progetti diversi con la
Spada di Damocle degli esami sul coppino, quindi dimmi pure”
risponde la strega fissando gli schemi incuriosita.
Il ragazzo le porge il plico di
pergamene trattenute da una clip, senza dilungarsi in ulteriori e non
necessari convenevoli; è sempre stato un tipo assai
sbrigativo, il
quale preferisce impiegare il tempo a sua disposizione in
attività
utili e conversazioni proficue, peculiarità che gli ha
permesso di
pianificare allenamenti soddisfacenti persino quando veniva difficile
conciliare i mille impegni exrascolastici dei membri della squadra.
“Queste
sono alcune idee per i
prossimi allenamenti. Strategie, tecniche di volo e schemi di gioco.
Se non sei troppo stanca vorrei che gli dessi una letta e, sempre se
te la senti, mi piacerebbe che domani fossi presente all'allenamento.
Quest'anno sarà ancora più dura definire delle
date per gli
incontri settimanali, ma ci proveremo. Come sempre chiedo impegno da
parte di tutti gli effettivi, accettando solo assenze giustificate da
motivi di salute o di studio”
Lily
Luna afferra le pergamene iniziando a spulciarle con interesse,
studiando i disegni abbozzati ed i diagrammi nei quali convergono i
dati raccolti durante gli anni precedenti sulle formazioni delle
quadre avversarie, composizione, membri (abilità e punti
critici),
nonché riserve; osserva poi il viso calmo di Michael e, per
un'istante, le sembra di essere tornata a quella giornata di inizio
ottobre nella quale si erano tenute le selezioni che, per il terzo
anno di fila, avevano visto confermata la formazione Corvonero
vincente. Nonostante sia passato appena un mese, tutto ciò
pare
accaduto in un'altra vita, quando ancora poteva divertirsi in una
sana e rischiosa competizione di Quidditch, senza doversi preoccupare
di oscure linee di sangue magico, Mangiamorte risorti e arcane
profezie.
“Non
garantisco per domani, ma
farò di tutto per essere presente” abbozza un
sorriso, scacciando
il fantasma prodotto dal ricordo delle unghie rotte dei risvegliati
contro la pelle fredda del viso, lungo il corpo fasciato da vestiti
fradici e laceri, inspirando un poco più pesantemente del
normale
per inseguire una calma che le sta sfuggendo, succube d'una nuova
ondata di tachicardia; non le fa affatto bene pensare a com'era stata
la sua vita, piatta e monotona, prima della notte di Halloween,
poiché ora che l'ha perduta capisce davvero quanto sia stata
stupida
a desiderare che mutasse.
“Ottimo!
Ti aspetto al campo
domani Potter, vedi di non deludermi!” la saluta Michael
balzando
in piedi dopo aver recuperato la tracolla ed il pesante tomo dal
titolo in runico dimenticato sulla chase-longue durante il breve
colloquio, strappandola dalle tetre elucubrazioni in cui è
caduta.
“Ciao
Mik! Grazie per gli
schemi” Lily Luna espira sconsolata guardandolo svanire lungo
la
scala a chiocciola discendente che collega la torre di Corvonero al
castello, stringendo i fogli nel palmo destro; sta per tirarsi in
piedi a sua volta con l'intento di tornarsene nuovamente a letto,
trovando magari il tempo di dare una letta più approfondita
agli
appunti di Mik, quando l'attenzione viene catturata da una copia del
'Profeta' abbandonata sul basso tavolino in vetro posto fra la
chase-longue sulla quale è seduta ed un divanetto basso,
foderato
d'una tinta lapislazuli.
Abbandona le pergamene per poter
scorrere febbrile, con indice tremante la prima pagina, ignorando le
notizie di testa per concentrarsi su un piccolo trafiletto che
rimanda all'articolo completo presente a pagina 9, il cui titolo le
ha causato un sinistro e freddo brivido alla nuca, simile ad una
puntura d'ape.
SCEMPIO D'ANIMALI NEL PERTHSHIRE
gli Auror indagano
Ammontano
a quattro le bestie
ritrovate con gola squarciata,
completamente dissanguate,
nell'area compresa fra Blair Atholl, Aldclune e Killiecrankie.
Una mucca, due cavalli ed un
asino appartenenti ad allevatori babbani che ne hanno
scoperto i cadaveri a pochi
passi dalle stalle ove erano stati ricoverati per la notte.
Dalla mancanza di segni
d'effrazione e dalla crudeltà con la quale le povere
bestie sono state straziate,
il Dipartimento ritiene possibile un coinvolgimento
di vampiri nella faccenda,
sebbene gli esponenti dei maggiori clan scozzesi
neghino con veemenza,
dichiarandosi innocenti […]
“Oh
'fanculo” impreca
maledicendo la Gazzetta del Profeta e la stupida politica della
censura per tutto ciò che potrebbe urtare l'altrui
sensibilità,
impedendo così la pubblicazione di fotografie ed altro
materiale
ritenuto 'inidoneo'; vedere come sono state ridotte le povere bestie
citate nell'articolo le avrebbe permesso di confermare i sospetti
sulla natura dell'aggressore, che ritiene improbabile possa essere un
vampiro, poiché difficilmente cacciano animali e se accade,
non
lasciano mai prove così vistose del loro passaggio.
Inoltre Blair Atholl non dista
molto dal parco nazionale in cui sorge Hogwarts ed è
possibile che
qualcuno dei Mangiamorte redivivi sia giunto fin là a piedi,
spinto
dal bisogno di nutrirsi.
Una
mucca.
Due cavalli
Un asino
Un quantitativo di sangue notevole, riflette catturando il labbro inferiore fra i denti, dato che una sola di queste bestie basterebbe a sfamare un risvegliato per giorni, sempre che sia solo e non si stia muovendo in branco con altri che versano nella medesima condizione; analizza lo scarno articolo presente a pagina nove, scoprendo che non è poi molto più lungo del trafiletto riportato in testata e non offre alcuna altra informazione o approfondimento utile alla sua causa, tranne la strampalata ipotesi che a compiere il massacro sia stato un presunto vampiro novizio, abbandonato dalle famiglie e costretto a reperire sostentamento da sé.
Settantotto
cadaveri sono
tanti e noi fin ora ne abbiamo trovati appena una manciata, troppo
pochi.
La Foresta Proibita non è
infinita e luoghi per nascondersi ve ne sono pochi, considerato
quanto è densamente abitata da ogni genere di creatura
magica.
Io e Piton non siamo gli
unici frequentatori del sottobosco, poiché spesso vi entrano
anche
Hagrid ed il professor Paciock, i quali non sembrano ancora aver
avuto contatti con i risvegliati.
E nessuno qui al castello o a
Hogsmeade pare in allarme
Risale la
scala a chiocciola che
porta ai dormitori correndo, irrompendo all'interno della stanza con
la furia d'un ciclone alla febbrile ricerca dell'ombra dell'ex
professore di pozioni, con il giornale e gli appunti di Michael
stretti fra le dita fredde; dopo qualche minuto passato a chiamarlo a
gran voce la ragazza si arrende all'idea che, per oggi,
dovrà fare a
meno della sua presenza e si lascia cadere a letto esasperata, dopo
aver rimesso a posto coperte e cuscino, pronta a lanciarsi su Google
alla ricerca di altre informazioni inerenti alle bestie morte in
Scozia quando nota, con la coda dell'occhio, una boccetta di vetro
appoggiata con cura sulla pila di libri che le invadono il comodino,
al cui collo è stato fissato un piccolo biglietto arrotolato.
Afferra l'ampollina, svolgendo
il pezzo di pergamena fitto d'una scrittura aguzza, minuscola.
Stasera,
dopo le 09:00 recati al settimo piano, di fronte all'arazzo di
Barnaba il Babbeo Bastonato dai troll.
Cammina di
fronte al muro e ripeti per tre volte 'necessità',
concentrandoti.
Essendo una
Potter penso tu conosca già questo luogo.
Ora
ho delle
cose da fare quindi non cercarmi.
La pozione è
per il tuo 'disturbo'.
Quattro
gocce in acqua dopo i pasti principali
Mescola bene
e per il té, arrangiati.
S.T.P.
Dietro
la catasta di libri scorge un piccolo fagotto di stoffa rigonfio che
odora di pane appena sfornato; lo afferra e svolge il nodo, rivelando
una generosa manciata di biscotti al burro con cannella e zenzero,
più un piccolo pacchettino contenente uvetta, frutta candita
ed
arachidi.
“Ma
dai” borbotta la strega infilandone uno fra i denti ed
assaporandolo con gusto, dimenticando per qualche istante il sinistro
trafiletto letto sul 'Profeta' per appuntarsi mentalmente questa
nuova stranezza compiuta dall'ex professore; sta per recuperare il
telefono ed iniziare le indagini quando un lieve picchiettio contro
il vetro della finestra la spinge a volgere lo sguardo verso il
paesaggio nebbioso oltre il vetro, incontrando gli occhi ambrati
–
predatori – di un grosso gufo reale dal
piumaggio castano
grigio.
“Ernest!”
lo saluta dopo essere corsa ad aprire le imposte cosi da permettere
al rapace di planare sul suo scrittoio, invaso da pergamene, libri,
alambicchi e boccette d'inchiostro, penne d'oca, bic e matite, ove
deposita con cura un pacchetto realizzato in carta di giornale e
spago.
Lily
Luna porge al volatile mezzo biscotto attenta a non farsi staccare un
dito, per poi rompere l'involucro e rivelare la copertina azzurra
delle Fiabe di Beda il Bardo.
“Bene, iniziamo”
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NDA: Capitolo riscritto quasi per intero in data 18\07\2023
Ed eccoci arrivati al terzo capitolo, pian piano la trama si sta delineando, le pedine si muovono sulla scacchiera e la nostra Lily Luna dovrà affrontare nuove sfide.
In
questo capitolo si parla per la prima volta di tecnologia babbana nel
Mondo Magico: sia Lily Luna che Rose e Milena utilizzano abitualmente
gli smartphone per comunicare, ascoltare musica o svolgere ricerche;
sebbene qui non sia stato specificato a causa della
necessità di
concentrare la narrazione su altri argomenti, Hogwarts – ed
il
Mondo Magico – hanno adottato molte invenzioni babbane, ma
con
regole decisamente ferree sul loro utilizzo, prima fra tutti
l'impossibilità di divulgare video, foto o altro materiale
inerente
la magia su qualsivoglia sito o social babbano.
Esiste
una sezione del Dipartimento della Difesa Magica che ha come unico
scopo il vagliare tutto ciò che confluisce in rete dal Regno
Unito,
eliminando tutto ciò che potrebbe portare a rivelare
l'esistenza
della magia (Hacker maghi, insomma).
All'interno
di Hogwarts le chiamate da cellulare sono consentite solo in apposite
stanze e solo previa autorizzazione, inoltre è vietato
portare in
classe qualsiasi dispositivo elettronico durante le lezioni (giusto
per far capire quanto a Milena importi di alcune 'regole'); internet
invece funziona – tolti i problemi di 'campo' dovuti alle
spesse
mura del castello, specie nei sotterranei – un po' in tutto
il
castello ed è un buon modo per chi è nato babbano
di tenersi in
contatto con la famiglia (i gufi son belli ma vi voglio vedere a
tenerli in un appartamento di Londra).
I) Il nome del gufo di Rose Weasley è un tributo ad Ernest Hemingway.
Un
grosso ringraziamento a chiunque sia giunto fin qui.
Alla prossima.
_Morgan