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Autore: Evola Who    06/04/2022    1 recensioni
Non erano più dentro alla nave, nel bel mezzo della galassia e diretti a Nevarro. Adesso erano davanti al maestoso ingresso di un palazzo in marmo, con due piccoli prati verdi ben curati, circondato da un portico colonnato e costruito con architetture esotice. Sopra di loro, il cielo azzurro brillante e il sole caldo, i cui raggi splendenti erano accompagnati da qualche leggero refolo di vento e dai dolci cinguettii di uccelli...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
Proposte
 

Mando e Cara erano nei giardini vicino alle camere dei giochi delle bambine.

Stavano guardando Dorea che teneva testa a Elia e Obella, in un duello con i bastoni di combattimento. Mentre la piccola Lorenza era seduta in un angolo, intenta a fare una corona di margherite con il bambino a fianco, che la ammirava con curiosità.

I due viaggiatori guardavano ammirati le doti di Dorea. La ragazzina disarmò con facilità le due sorelle più grandi.

“Molto bene, Dorea!" disse Cara soddisfatta: “Hai sfruttato i tuoi punti deboli, facendoli diventare punti di forza per disarmare le tue avversarie.” E sorrise.

Dorea si sentiva orgogliosa mentre le sue sorelle erano ammirate dalla ribelle.

“Wow! Saresti una degna combattente per le Serpi delle Sabbie!" disse Obella

“Se Obara non muore prima di invidia!" aggiunse sarcasticamente Elia facendo ridere la sorella.

“Vi ringrazio, ragazze, ma ho già una cittadina da proteggere.” disse Cara con tono gentile: “Ma avete già la stoffa per essere delle degne guerriere! E sono certa, che farete grandi cose”
“Perché non potete stare qui con noi?” domandò Dorea all'improvviso, lasciando sorpresi i due amici.

“In fondo, avete già la fiducia di mamma e papà, siete dei grandi combattenti. Ci potreste proteggere e il bambino sarebbe felice qui.”

Tutti si girarono verso Loreza, che intanto aveva appena messo una corona di margherite sulla testa del piccolo, lasciandolo divertito mentre cercava di prendere la corona con aria smarrita, facendola sorridere.

Cara e Mando si intenerino a quella scena, e si sentirono anche dispiaciuti per la loro risposta.

“Ci piacerebbe, Elia. Ma noi dobbiamo ritornare a casa.” rispose la ribelle con tono calmo e girandosi verso di loro: “Ho la mia gente che mi aspetta, le mie responsabilità che devo mantenere. E Mando, ha un compito da svolgere. Perciò, dobbiamo ritornare per forza a casa."

Le tre sorelle più grandi abbassarono la testa, nascondendo la loro delusione per queste parole. Cara si sentì un po' in colpa. Si inginocchiò davanti a loro e con tono calmo disse: “So che volete che noi restiamo e capiamo tutto il bene che ci volete. Ma spesso una persona deve mettere da parte il bene per sé stesso per quello delle persone che gli stanno attorno. Ascoltando la ragione e ignorando le emozioni. So che è difficile da comprendere, ma è così.”

“Anche quando c’è qualcosa o qualcuno che ci ha fatto un torto, dobbiamo sempre dare retta alla ragione e non ai sentimenti?” chiese Elia.

Cara si sentì in difficoltà da questa domanda, rispondendo: “In quel caso, probabilmente sì. Anche se è dura. Molto dura… ma so che un giorno, lo capirete.”

Si rialzò, dicendo: “Allora, che cosa volete fare? Volete vedere come si placca un nemico all’improvviso?”

“Perché tu e Mando non combattete insieme, senza armi?” propose Elia.

I due amici si diedero una occhiata.

“In fondo, vi abbiamo visti combattere con i bastoni, e siete usciti in parità. Ora vorrei sapere, chi vincerebbe in uno scontro corpo a corpo.”

“Oppure, con la mazza di ferro!” aggiunse Dorea, entusiasta.
Mazza di ferro?” ripeté Mando confuso e a bassa voce, rivolto verso Cara.

“Sì. Ha una passione per le mazze di ferro.” rispose Cara bisbigliando: “Ne ha una discreta collezione!”

L'idea che una bambina di soli sette anni avesse una passione per degli oggetti pericolosi e più grossi di lei lasciò Mando stranito.

“Beh, in fondo, in uno scontro corpo a corpo, ti ho già battuto!” si rammentò Cara.

“Se ricordo bene, lo ‘scontro’ si concluse in parità” disse Mando.
“Come vuoi tu” rispose la ribelle sarcasticamente, ma facendo un occhiolino verso alle ragazze, facendo credere che aveva vinto lei. Si guadagnò la loro ammirazione.

Le ragazze insistevano, e dopo un sospiro, il Mandaloriano accettò la sfida, preparandosi allo scontro. Si spostarono in mezzo al giardino, con le tre bambine attorno.

Si misero in posizione, si guardarono per un istante e iniziarono a combattere.

Cara iniziò a colpirlo sulla spalla, facendolo già spostare a terra. E Mando per risposta le si avventò contro, tenendola ferma con la spalla e tirado gomitate sullo stomaco. Ma la ribelle girò il braccio liberandosi, e cominciò a tirare una forte serie di pugni sull’elmo, lasciandolo in difficoltà. E poi lo buttò a terra con calcio sul petto.

Le tre sorelle rimasero a bocca a porta, ammirate da quello scontro, tifando per Cara.

Anche Loreza stava guardando la scena da lontano, seduta sull’erba con il piccolo alieno in braccio, ammirata. Dicendo verso al piccolo: “Certo che i tuoi amici, sono davvero bravi a combattere!” ricevendo un verso da lui, che sembrava quasi di indifferenza.

Cara si stava avvicinando, ma Mando la presa per una caviglia, tirandola a sé e facendola cadere a terra. Mando si mise a cavalcioni sopra di lei, pronto a colpirla, ma venne risospinto a terra da una spinta in alto da parte di. Ritornò al tappato e la situazione si ribaltò.

Le ragazze erano sempre più ammirate.

Cara era divertita da questa situazione, Mando un po' meno. Presero un attimo di fiato, ed erano pronti a riprendere lo scontro. Ma furono fermati da una voce: “Che cosa sta succedendo?”

Tutti si girarono verso alla voce, vedendo il principe e l’amante che entravano nei giardini, con espressione confusa.

Cara era sopra al cacciatore di taglie a cavalcioni, pronta per tirargli un pugno. Rispose semplicemente: “Dimostrazione di una lotta a corpo a corpo.”

Oberyn alzò le sopracciglia con aria stupita, guardando bene la scena, con un sorrisetto divertito.

“L’abbiamo chiesto noi” disse Elia. “Volevamo imparare da loro. Come si combatte corpo a corpo. E per vedere chi avrebbe vinto tra di loro.”

“E avrei vinto io.” disse Cara alzandosi in piedi e aiutando Mando a rialzarsi.

“Sarebbe finita in parità. Un’altra volta.” disse Mando.

“Sì, certo, come no!” commentò lei.

Quando ormai era in piedi, Oberyn si guardò intorno, dicendo: “Allora, qui sta andando tutto bene?”

“Sì, tutto bene” disse Cara soddisfatta.

“Bene.”

Ellaria annunciò alle bambine che dentro alle loro stanze c'erano dei dolci per fare merenda, se avevano fame. E tutte e quattro corsero via, con il piccolo portato di peso da Loreza.

“Spero che al bambino piacciano le tortine alle arance.” disse la donna mentre le guardava allontanarsi.

“Non si preoccupi” assicurò Mando: “È un bambino che si mangerebbe di tutto…”

Quando gli adulti furono rimasti da soli, Mando andò dritto al punto: “Allora, possiamo andarcene?”

“Mando!” lo rimproverò Cara.

“No, non si preoccupi.” la rassicurò Oberyn. “Ormai, credo di essermi abituato ai suoi modi diretti” e sorrise lanciando una veloce occhiata verso a Mando. Che Cara, aveva notato.

“Allora, possiamo riavere il cristallo.”

"Sì, ma pensavamo di darvelo dopo che avreste passato la notte qui, nel palazzo.” commentò Ellaria.

I due amici rimasero straniti da quelle parole, soprattutto Mando.

“Cosa?”

“Oppure, vincerlo in un duello.” aggiunse Oberyn.

“Duello?” chiese Cara, dubbiosa.

“Mi ha detto che mi avrebbe restituito il cristallo!” obiettò Mando. “Mi ha dato la sua parola!”

“E la manterrò” assicurò Oberyn. “Ma non prima di un duello” e sorrise.

Cara guardò Mando con perplessità: ma lui aveva la stessa verso di lui, con il corpo teso.

“E mi lasci indovinare, se perdo, lei si terrà il cristallo?”

“Oh, no. Non farei mai una cosa del genere.” assicurò Oberyn. “Se perdete, dovete solo passare la notte qui. E poi, partirete il giorno dopo, con il vostro cristallo in tasca. Questo lo posso giurare sulla vita delle mie figlie.”

“E se vinciamo noi?” domandò Cara.

“Vi do subito il cristallo e ve ne potete andare oggi stesso.”

“Non erano questi gli accordi, Oberyn!” disse Mando duramente avvicinandosi a lui, lasciando stupito il principe. Perché era la prima volta che Mando l’lo chiamava per nome.

“Che ci guadagniamo, se ci terrai nel tuo palazzo per una notte?”

“Oooh, molte cose…” rispose Oberyn, dando una occhiata a tutta l’armatura con un sorriso compiaciuto.

E Cara iniziò a intuire le intenzioni del principe e anche della sua amante, visto che aveva lo stesso sguardo malizioso, ma rivolto a lei.

“Non ho tempo per questi giochetti!” ribatté Mando irritato: “Mi ridia il cristallo! Ora!”

“Andiamo, Mando, è solo un duello amichevole.” disse il principe con tranquillità. “Non è mica un processo per combattimento."

“Processo per combattimento?” ripeté Cara perplessa.

“In fondo, ti sei dimostrato capace di tener testa alla tua amica. E voglio vedere, se riesci a tenere testa al miglior combattente di tutti i sette regni.” E fece un sorriso beffardo.

“Te lo sei dato da solo, questo titolo?”

“Oh no, non ne me lo sono dato da solo. Perché sono davvero il miglior combattente di tutti i sette regni.”

“Se uno non gioca sporco.”

“Per un duello amichevole? Mi fido del mio sfidante. Sopratutto, non voglio fare troppo male…”

Mando iniziò ad arrabbiarsi molto con lui, sentendosi personalmente a disagio per via dei sorrisi strani che Oberyn faceva su di lui.

“Non mi importa delle sue capacità! Rivoglio quello che è mio! Oppure…”

“E se mi battessi io con lui?” propose Cara, mettendosi in mezzo.

Tutti la guardarono, con l’amico confuso dalla sua dichiarazione.

“Mi perdoni, Cara. Ho visto le sue capacità di combattimento. E devo dire, che sono davvero notevoli.” disse Oberyn con tono gentile: “Ma è una proposta che ho offerto a Mando. Vorrei testare le sue doti di combattimento. Mi comprende?”

“Sì… la comprendo.” rispose Cara, capendo le sue parole.

“Io no!” disse Mando irritato “Rivoglio il mio cristallo! Adesso!”

Oberyn non aveva l’aria spaventata o irritata dai suoi rifiuti. Anzi, continuava a guardarlo con aria compiaciuta. Quasi strafottente, come se ci godesse della sua rabbia. Il che fece ancora più irritare il Mandaloriano.

“Dai, Mando…” disse Cara, cercando di mantenere la calma. “In fondo, se vogliamo avere subito il cristallo, è vincerlo in un duello amichevole… perché non accettare?”

Mando si girò verso di lei, colpito dalle sue parole.

“In fondo, se è tutto quello che vuole, allora accontentiamolo.” E gli mise una mano sulla spalla continuando: “Del resto, anche tu sei il miglior guerriero del tuo clan. Te lo sei guadagnato, per come hai salvato il bambino…”

Mando a quelle parole si ricordò del piccolo! Che era ancora con le figlie del principe. E forse, se non avesse accettato, avrebbe messo in rischio la sua vita.

“Non finché non riuscirà a battermi” aggiunse Oberyn ironicamente.

“Allora? Ci stai?”

Il principe porse la mano a Mando, come segno di conferma.
Mando ci pensò, ma capì che se voleva ottenere il cristallo prima doveva accettare la sua offerta. Ma soprattutto, sperando che avrebbe tenuto al sicuro il piccolo.

Senza dire nulla, strinse la mano di Oberyn per la sua conferma.

“Allora, che vinca il migliore” disse Oberyn soddisfatto, per poi tirarsi verso di lui con il braccio e avvicinandosi al lato della testa per sussurrare: “Anche se, una parte di me vorrebbe vederti sia vincere…. Che perdere.”

Mando si irrigidi a quelle parole, mentre vedeva Oberyn allontanarsi con il suo solito sorriso.

“Bene, allora ordino di preparare una piccola arena improvvisata, poi vi farò chiamare quando sarà tutto pronto. Giusto il tempo per mettermi l’armatura” e ridacchiò “Vado e sarò subito pronto per voi.” Sorrise e se andò.

Ellaria sorrise, si girò verso Mando e Cara dicendo: “Ovviamente le piccole non assisteranno al duello. Sarebbero troppo rumorose, e potrebbero diventare una distazione per Oberyn.”

“Posso capirlo” disse Cara.

Mando sospirò, stringendo i pugni e girando la testa dall’altra parte.

“So che Oberyn, certe volte può sembrare un po' eccentrico” cercò di giustificare l’amante, ”ma se le ha proposto questo piccolo duello, vuol dire che la ritiene alla sua altezza. E che vuole conoscere la sua forza.” E sorrise.

Mando non era per niente contento di quelle parole, facendola sentirla a disagio.

“Comunque il bambino sarà con le bambine sotto all’occhio delle nostre migliori ballie.” cercò di rassicuralo.

“Voglio che il piccolo assista al duello.” rispose subito girandosi verso di lei.

“Non è uno spettacolo, adatto ai bambini.”

“Ha visto di peggio.”

“Potrebbe essere una distrazione per lei, durante il combattimento. I figli hanno questo potere.”

Mando non rispose, mentre guardava lo sguardo enigmatico di lei.

“Vado a vedere Oberyn e la sua preparazione. Sarà divertente, vedere i nostri uomini combattere insieme uno contro l’altro!” disse Ellaria.

“Soprattutto, se non è il tuo uomo!” aggiunse Cara ironicamente, facendola sorridere.

“Allora a presto.” E se andò via.

E quando furono da soli, Mando si girò verso Cara dicendo: “Ci vogliono uccidere!”
 

 
***

 
“Cosa?” disse Cara confusa.

“Oberyn e la sua amante, ci vogliono morti per tenersi il bambino e il cristallo!”

“Ma per quale motivo?” domandò lei, confusa.

“Hai sentito che cosa ha detto? Aveva l’intenzione di tenerselo e di mostrarlo alla regina della capitale.”

“Sì. Ma quando ha capito che lo stavamo cercando, ce l’ha restituito senza troppi problemi.” obiettò Cara. “E sì, se ne è preso cura con l’intenzione di tenerselo, ma solo se non fosse venuto nessuno a reclamarlo.”

“Allora perché tutta questa storia del duello? Perché vogliono che noi passiamo la notte qui?”

“Per ucciderci quando siamo indifesi e indisposti?”

“Esatto! Come fanno le vipere…” Mando posò lo sguardo a terra, pensando alle parole del principe.

Cara lo guardò paziente, facendo un sospiro e dicendo: “Mando, io non credo che sia questa, l’intenzione di Oberyn…”

Il cacciatore di taglie alzò la testa, confuso dalle sue parole.

“Forse, non ha nessuna intenzione di tenersi il bambino e il cristallo. Ma di certo, vuole qualcosa… da te…”

Mando non capì, mentre il volto della sua amica sembrava piuttosto teso, quasi nervoso.

“Forse… il principe Oberyn ha intenzioni molto, ma molto ‘diverse’ da qualsiasi altra persona che hai mai incontrato…. Magari, vuole solo la tua compagnia…

Cara gli lanciò uno sguardo paziente, sperando che avesse capito.

Mando ci pensò, alzò la testa ed esclamò: “Vuole la mia armatura!”

“Cosa?” disse Cara confusa.

“Gli ho parlato del mio credo, gli ho detto che nessuno mi ha visto senza l’armatura! E ha capito che l’unico modo per ottenerla, è con me morto!”

L’amica alzò gli occhi al cielo. Mando non aveva capito nulla delle sue parole. Dimostrandosi davvero ottuso.

“Così ha usato la scusa per il duello, per costringerci a passare la notte qui e ucciderci, così otterrà l’armatura, il bambino e il cristallo! Tutto in un colpo solo!”

Cara si mise a braccia conserte, sospirando e ascoltando le sue teorie.

“Intanto, hai notato come hai guardato l’armatura? Sembrava molto interessato!”

“Sì, l’avevo notato…” disse Cara tra sé e se, ma considerando quegli sguardi ben diversi da quello che credeva Mando.

“E vedrai che giocherà sporco! Pur di ottenere quello che vuole!”

“Oh forse, non sarà così.” disse lei cercando di mantenere la calma: “In fondo, solo uno che è scarso in qualsiasi cosa, ma si definisce il migliore in tutto!” e ridacchiò.

Ma Mando non sembrava divertito, anzi, sembrava ancora più teso.

“Senti Mando, ormai abbiamo accettato. Se vogliamo riprenderci il cristallo, l'unica è vincerlo in questa cosa, allora facciamolo!” continuò “Alla fine, non è la cosa peggiore che ci è capitato di fare.”

Il cacciatore di taglie continuò a pensare a scena muta. Ricordandosi la storia del suo passato.

“E poi è un sovrano che chiaramente vuole solo divertirsi dalla vita” assicurò Cara: “Quanto può essere bravo, in combattimento?”

Fine capitolo
   
 
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