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Autore: Keyra    06/09/2009    4 recensioni
A volte capita che una ragazza si innamori davvero.
A volte capita che una ragazza si innamori davvero di un ragazzo.
A volte capita che una ragazza si innamori davvero di un ragazzo malato.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ingoiando le tue parole.










Lì, sulla spiaggia fresca e scura, sotto una coperta di stelle, facemmo l'amore.
               Due corpi nudi sulla sabbia.
E fu la volta più bella della mia vita.


Ci addormentammo così, l'uno nelle braccia dell'altro, tenendo i nostri cuori in mano, senza dirci niente, senza neanche poterci guardare, immersi nel buio.










***











Mi svegliai.
Sentivo la sabbia sotto i miei piedi nudi, la luce fresca del mattino riempirmi gli occhi.
Il bianco dell'alba ci inondava come in una fotografia.
Alzai gli occhi verso di lui, e mi stava guardando.


- Da quanto sei sveglio? -
- ... Sembri un cerbiatto, quando dormi -


Gli sorrisi.

- Mi sono svegliato ora anch'io -


Gli diedi un bacio.
Si alzò e andò verso la riva, io lo seguii.


- Samuel... -
- Sì? -
- Vorrei che stanotte fosse durata per sempre -
- Durerà per sempre, te lo prometto -










***











Da quel giorno le cose cambiarono in fretta.
 Samuel sparì.
Provai a chiamarlo, ma non rispose mai. Andai a casa sua, ma sembrava essersi...addormentata. Tutto era chiuso, e silenzioso. Provai a bussare, ma non venne nessuno ad aprire.
Non capivo.
Furono giorni tremendi.
Aspettavo con il cuore in gola, non riuscivo nemmeno più a parlare.










Qualche giorno dopo squillò il mio cellulare. Era lui.

- Samuel! -

- Ciao -
La sua voce era sottile. Più sottile del solito. Più silenziosa.


- Che fine hai fatto? -

- Sono dovuto partire, scusami -

- Dove sei? -

- Dai miei zii -

- Ma.. Samuel... Ma scusa... perché non me l'hai detto? Perché non ti sei fatto sentire? E' passata quasi una settimana! -

- Ora non posso spiegarti, quando torno... -

- E quando torni? -

- Dopodomani... dopodomani ci sarò -



















Andai a casa sua. Non l'avevo più sentito, ma speravo fosse tornato per davvero.
Mi aprì sua madre. Aveva l'aria stanca, tirata. Non sembrava più quella donna che avevo conosciuto due mesi prima. Sembrava che la vecchiaia le fosse volata addosso all'improvviso.
Chiamò Samuel, lo fece uscire. E anche lui era diverso. Più magro di quanto lo ricordassi, rigido nel suo corpo bianco. Si era tagliato i capelli, quei capelli ribelli che adoravo.
Mi fece cenno di seguirlo fuori.
Gli presi la testa tra le mani. - Ma che è successo? Sei strano... -
Lui le tolse.
- Niente, sono solo un po' stanco... -
Cominciò a camminare verso il solito prato su cui ci stendavamo, e io lo seguii.
- Perché sei partito così, all'improvviso? -
- Mio zio è stato male, non ho potuto avvertirti, avevo dimenticato il cellulare a casa... -
- Ah... E... Tuo zio, sta bene? -
- No, non molto -
- Mi dispiace... -
Lo guardai in faccia. Stava succedendo qualcosa, lo sentivo. Samuel era un altro.
Gli presi la mano.
E lui la tolse, con un gesto spontaneo e frettoloso.
- Samuel, ma che hai? -
- Ti ho detto niente... -
- Non ti fai toccare -
- Perché dovresti toccarmi? -
Rimasi impietrita.
Perché dovresti toccarmi?
Non sapevo cosa fare, avrei voluto girarmi e scappare. Ma non volevo lasciarlo solo. Sembrava così fragile.
- Perché dovrei toccarti? Che domanda è? -
- Eva, lasciami stare.. per favore.. -
- Io.. non ti capisco! Abbiamo passato una notte stupenda, abbiamo fatto l'amore, e poi sei sparito all'improvviso e ora non ti fai nemmeno toccare! E devo lasciarti in pace! Ma che cosa vuoi da me? -
Samuel mi guardò dritto negli occhi, come quel giorno ancora non aveva fatto. Ma con una freddezza che non avevo mai visto.
- Voglio che te ne vai -
Sentii le ginocchia cedermi. Il viso sciogliersi, stordito. Le lacrime che si raggrumavano come sangue intorno agli occhi e che poi si tuffavano sulle guance intorpidite.
- Vuoi davvero che me ne vada? -
- Sì -
- Va bene -
Deglutii forte, come per ingoiare quelle parole appena pronunciate.
Mi girai e camminai lenta verso la bicicletta.
Speravo che mi chiamasse, ma il mio nome non lo gridò nessuno.



















ANGOLO AUTRICE:

Ebbene sì, so che mi odierete. Ma ci sarà una spiegazione, non temete, non disperate. Continuate solo a leggere e a recensire :) au revoir!


  
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