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Autore: _Morgan    11/04/2022    1 recensioni
Ottobre 2023.
Lily Luna ha sedici anni, un cognome ingombrante di cui farebbe volentieri a meno e la certezza di non avere alcuna prospettiva per il futuro.
Inutile lambiccarsi su ipotetiche carriere e relazioni dopo aver svolto coscientemente un rituale che sembra aver decretato la sua prematura dipartita.
O quantomeno un suo prematuro - decisamente oscuro - cambiamento.
In un Mondo Magico sempre più aperto ed influenzato dai babbani, dove la tecnologia e la razionalità si scontrano prepotentemente con magie perdute da eoni, con fantasmi ed ombre come improbabili 'guardiani' ed uno stuolo di risvegliati ai quali dare la caccia prima che loro caccino lei, inizia il suo viaggio verso l'obbiettivo più arduo da raggiungere: Sopravvivere.
(IN REVISIONE 16-07-23)
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Nekiya - capitolo IV

    νέκυια

- Capitolo IV -

Cavallo di Bastoni, cene movimentate e Luna in Scorpione

[Trattato sulla follia causata dalla morte, sulle stranezze del comportamento umano e sulla difficoltà d'accettare il vero]



Hogwarts,
Stamberga Strillante
18 novembre 2023

Nel suo 'Così parlò Zarathustra', Nietzche già dall'incipit introduce un concetto importante: prima di conoscere il cielo bisogna osservare la terra, prima d'elevarsi bisogna cadere, guardare nelle profondità di noi stessi per essere preparati a ricevere l'illuminazione.
' Se tu riguarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te', scriveva qualche pagina dopo, lasciando intendere che l'abisso è il luogo ove il sole si reca al tramonto, illuminando gli inferi e dove il santo discende per erudire gli smarriti, l'abisso sono gli occhi scuri, sgranati di paura e consapevolezza, velati e patinati, quasi a rimarcarne lo status di cadavere con cui il 'giovane' Joseph W. Turpin osserva guardingo la strega-bambina dai lunghi capelli rossi, immobile oltre le rigide sbarre magiche della prigione in cui è stato rinchiuso; lei è come il pellegrino Zarathustra del libro che, dopo essere disceso dalla montagna sulla quale s'era ritirato in preghiera, parla alla folla radunatasi al mercato per assistere ad uno spettacolo circense.
Impossibile ignorare la sua voce, il messaggio ch'essa proferisce con fermezza incanta ed incatena, seducente e pericoloso.
Le dita gli tremano mentre s'afferra i lati del viso con forza, tirando i corti capelli castani sudici, premendo contro le pareti del cranio mentre muove le nari come una fiera che ha captato l'odore della tanto agognata preda, beandosi del dolce aroma prodotto dal sangue di lei.
Dondola avanti, poi indietro, poi di nuovo avanti, seduto su quelle assi marce e scomposte costellate da lunghi solchi d'artiglio, frantumate in più punti dall'incedere d'una grossa e rabbiosa bestia che lì deve aver dimorato anni addietro, sfasciando quel poco mobilio scampato alle razzie e dimenticato dagli antichi proprietari.
L'abisso è nel petto di Turpin, una voragine profonda ove non v'è battito né circolo, nella quale l'aria rifugge gli avvizziti sacchi di tessuto spugnoso che racchiudono gli alveoli; il baratro è li, all'interno di quella calotta ossea che dovrebbe racchiudere il cervello, ma che avverte inspiegabilmente 'vuota' e leggera, incapace di formulare pensieri che si discostino dalla strega-bambina e dal sangue che generoso da lei fluisce, riempiendo l'ampia stanza di quell'aroma così peccaminoso.

Invitante.

Dondola avanti, indietro, poi di nuovo avanti distendendo le labbra in un ghigno ebete, con i folli occhi patinati ben fissi di fronte a sé, dove lei continua a parlare con quella voce così suadente, così calma e priva di terrore o paura, come se fosse abituata a conversare con persone decedute da oltre un decennio ogni giorno, guardandolo con una dolcezza disarmante; dietro la giovane, l'uomo – Severus Piton, il secondo in comando – è un'ombra alta e longilinea dal viso simile ad una pallida maschera sulla quale l'abisso ha scavato due voragini gemelle, occhi più bui della foresta in cui s'è svegliato giorni addietro urlando in preda ala follia, profondi come il Tartaro in cui Zeus ha precipitato gli antichi Dèi, esiliandoli da quell'età d'argento tanto decantata da profeti e saggi.
Erano pozzi di antico ed ardente - implacabile- buio quando gli ha spezzato le gambe, maciullando l'articolazione del braccio destro – il braccio della bacchetta – con un incantesimo oscuro d'enorme potenza e precisione, poi sono mutati nelle ombre fredde del Cocito mentre l'incatenava lì, mozzandogli i piedi.
Il dolore che ne è seguito s'è palesato come un lontano eco, un pizzicore fastidioso simile alla sensazione lasciata dall'ortica sulla pelle nuda e la 'perdita' non è stata altro che il giusto obolo da offrire a Caronte per poter raggiungere il tribunale ove dovrà essere equamente giudicato per le sue azioni.
Gli occhi castani della strega-bambina, impietosi, soppesano quel che resta della sua anima immortale e le labbra di lui s'allargano scomposte, mostrando una fila di denti irregolari dal colore giallastro.

Avanti, indietro, poi ancora avanti, verso quella fanciulla che si erge oltre le sbarre intessute d'ombra e plasmate dalla magia nera, altera e distante come solo le principesse perdute - regine prima del tempo - possono essere; la corona è un'aureola di capelli scarlatti su cui la debole luce prodotta dall'incanto Lumos annega e si scinde, impreziosendoli di riflessi aurei ove sono più fini, donando un cupo colore sanguigno ove s'addensano creando ombre, scivolando sinuosi lungo l'esile corpo fasciato da quegli insulsi e scialbi abiti – divisa – che non lo valorizzano in alcun modo, celando fianchi ancora acerbi ma morbidi, ed il petto di kore.

Turpin?”

Miele e fiele scivolano dalle labbra rosee della strega-bambina mentre s'avvicina con studiata accortezza alla gabbia in cui è rinchiuso a dondolare, seguendo la cadenza di quella voce così dolce, così perfetta, che si pianta nella calotta cranica con la forza d'un cuneo, annichilendo ogni volontà ostile per spingerlo a rilasciare quell'amara confessione che gli brucia gola e petto da giorni.
Come il profeta disceso dalla montagna con l'intento d'aprire gli occhi agli uomini lei gli parla, lo esorta a riscuotersi dalla sua condizione di cieca marionetta in balia del soffio divino per mutare in quel modello di 'Superuomo' disincarnato che, solo, merita di restare al suo fianco; ma lui si sente debole e sciocco, dondola anziché camminare poiché è stato privato dei piedi e guarda con rinnovato odio Severus Piton, il professore, la spia, il fedele seguace del potente Oscuro Signore che l'adombra di nuovo strappandogli gloria ed attenzioni, così addentro alle Arti Nere da non avere alcun rivale fra gli altri umili sottoposti.
Riguardare a lungo nell'abisso, nelle pupille nere bordate da dolci e calde iridi color nocciola della bimba, per poi sprofondare nel terrificante buio dal taglio sottile che sono gli occhi del mago tanto odiato; lui che sedeva alla destra del 'Signore', con le mani lorde del sangue d'un uomo importante e temuto, caduto per stupidità e buoni sentimenti, con quel volto altero ed innaturale su cui non passa mai l'ombra della stanchezza o l'eco della gioia, il lampo di terrore o una vaga scintilla di follia, quasi fosse una di quelle antiche statue votive offerte al tempio per compiacere gli Dèi.
O un Dio caduto ed esiliato egli stesso, con lo sguardo assente, ancora rivolto ai fasti del cielo perduto, superbo nel suo modo quasi pedante d'inchinarsi fingendosi succube e terribile nell'inflessibilità con cui agisce intessendo trame e disfando orditi.
Bellatrix era sì bella e brutale, decisamente pazza, ma fra tutti i Mangiamorte colui che possedeva la follia più grande era sicuramente Severus Piton, poiché non dettata da infermità mentale, né da cupo piacere, bensì da calcolata e precisa intelligenza, come se davvero fosse un Creatore assorto a contemplare lo sfacelo del Mondo da lui evocato.

Turpin?”

Di nuovo quel nome sussurrato con dolce urgenza ed il profumo del sangue sempre più forte.
Dondola avanti, indietro, poi di nuovo avanti, verso di lei ora così vicina; sono così calde e vive le mani con le quali stringe la fredda ombra che lo incarcera, basterebbe inclinarsi ancor più in avanti ed allungare le sue per sfiorarle, ma tal gesto risulterebbe offensivo come il profanare, insudiciandola di sterco, l'icona sacra presente nel sancta sanctorum del Tempio.
L'altro è stato stupido ad avventarsi su di lei appena ha messo piede nella stanza e per questo è stato punito con l'assenza, ridotto ad assumere la forma del cadavere putrescente che era in origine, privato della possibilità di contemplare con estatica reverenza quella salvatrice dal forte aroma ferrigno, dalla voce così soave e leggera.
Disgrazia e redenzione in un corpo esile, eppur perfetto.

Turpin? Capisci quello che ti sto chiedendo?”

Avanti, indietro, avanti.
Dondola, dondola.
Occhi del colore della terra appena smossa, fertile e rigogliosa dispensatrice di vita, su un viso abbronzato dal bacio del sole ch'ella non rifugge, poiché è nata sua gentile figlia, ove spiccano labbra così invitanti e morbide, che reclamano impietose il vaticino custodito con gelosa cura all'interno del suo petto riarso.
Oh, dolce condanna.
Oh, terribile fanciulla.

Turpin? C'è qualcosa che vuoi dirmi?”

Ripete con maggiore fermezza, soave suono d'acciaio temprato che gli dilania le meningi scivolando fra l'osso ed il muscolo con la precisione d'un bisturi, recidendo gli ultimi frammenti di volontà che mantengono cosciente il ricordo di ciò che fu un tempo, prima di morire fra le fronde buie ed aliene della Foresta Proibita; un uomo pio e retto votato unicamente alla famiglia, orgoglioso del sangue puro ed antico che gli scorreva nelle vene.
Un bravo ragazzo fedele all'unico vero Signore, a quel Dio antidiluviano dalle fattezze di serpe che lasciavano presupporre una stretta parentela con i Grandi Antichi, venuti dalle Stelle a dispensare tecnologia e progresso in un mondo di cieche scimmie, ottusi babbani, che non possono capire né apprezzare tali – generosi – doni, obbligando i loro salvatori a divenire esuli, nascosti nelle profondità della Terra Cava; un bravo ragazzo con la mente dilaniata dalle parole, le parole che sono come una lama, la lama che taglia ed eviscera, portando alla luce quelle interiora che dovrebbero restare protette all'interno di pelle ed ossa assieme a quella profezia senza la quale non sarebbe 'sé', ma solo un corpo.

Turpin?”

La magia è calda, morbida come l'abbraccio di un'amante, lo avvolge acuendo i sensi, intensificando l'aroma del sangue che dalle cosce della strega-bambina fluisce copioso; su umetta le labbra secche continuando a dondolare assente, con occhi ebeti rapiti dalle calde iridi castane in cui una scheggia di buio profondo pare rimasta impigliata, fugace indizio e preludio di ciò che diverrà una volta terminato il viaggio.
Dondola avanti, poi indietro, poi avanti ed il buio s'espande nei suoi occhi come inchiostro che cola da una boccetta in frantumi, onde impalpabili come ombre che fluttuano vicino al corpo esile della strega-bambina e s'innalzano, occupando l'intero campo visivo; occhi di vero buio lo scrutano alteri – inflessibili – ed un moto di rabbia cieca inghiotte per qualche istante il vaticinio, ricordandogli con dolorosa insistenza d'essere solo uno fra i tanti 'astanti' giunti curiosi innanzi al profeta, non il 'superuomo' che ha guadagnato il diritto di camminare al suo fianco come un pari.
Quel ruolo è di Severus Piton, il Severus Piton leale servitore dell'antico Dio incarnatosi in mago, il Severus Piton cavaliere oscuro di questa giovane Madonna che, nuovamente, l'esorta a rivelare ciò che è nascosto, scavando all'interno del suo essere con dita morbide e corte unghie incrostate di terriccio e sangue, miele e farina, acqua e vino

Turpin...”

Io sono il bastone che colpisce e poi brucia, fumo è il mio messaggio.
Noi siamo la via oscura che l'adepto percorre fra gli angusti cunicoli della Terra.
Noi siamo l'iniziazione.
Il cammino necessario alla crescita.
Bastoni insegna, addestra.
Denari occulta e mente, compra.
Spade custodiscono la lama incantata.
Coppe sorvegliano l'antica reliquia.
Gli Arcani aiutano, ostacolano.

Chi sei tu, davvero?
Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta?

Sfama i perduti.
Ascolta il loro vaticino e sorgi,
Mia Signora.”

Gli occhi castani si sgranano in una genuina espressione di stupore mentre il cervello registra il vaticino con il presentimento sinistro che si tratti d'una minaccia, la cruda e solenne realtà contro la quale il muro di bugie intessute per non sprofondare nella disperazione andrà a frantumarsi, rivelando la cruda verità.
La testa vortica leggera, un sospiro caldo e stanco si libra dalle labbra rosee perdendosi nell'aria denso di polvere pregna dell'acre odore di chiuso, di stantio, mentre con mano ferma agita la bacchetta evocando quattro ciotole ricolme d'offerte sacre, spingendole poi verso il giovane morto.
Ha smesso di dondolare ed ora non ride più.
Come svuotato, tornato ad essere l'ombra all'interno della caverna incapace di voltarsi verso l'uscita, china il capo per divorare quanto gli è stato concesso, utilizzando unicamente la bocca per somigliare maggiormente alla fiera che è, desideroso d'assaporare infine il dolce e ferrigno gusto della liberazione da quella non-vita che l'ha stremato, scisso, turbato.
Sulla fronte, inciso nella pallida membrana che riveste il cranio, spiccano due simboli ben distinti.


Cavallo e Bastoni.



Hogwarts,
Sala Grande
18 novembre 2023, ore 19:30

Scorre il dito sullo schermo dello smartphone mentre la forchetta cala inesorabile all'interno del piatto, infilzando una patata arrosto ed un cavoletto bollito, portandoli poi alle labbra con lenta precisione; gli occhi scorrono avidi, assimilando le informazioni eviscerate dalla pagina internet con bramosia, creando collegamenti con i dati in suo possesso per formare una rete in cui collocare ogni filo rivelato.
Mangia in silenzio cullata dal brusio della sala grande ove tutti gli studenti sono radunati per la cena, isolata dal resto del chiacchiericcio da una bolla di solido disinteresse che la preserva, permettendole di continuare meccanicamente a sfamarsi senza che la concentrazione ne risenta, così da portarsi avanti con la ricerca senza perdere ulteriore – prezioso – tempo; l'incontro con Turpin e le parole che esso ha scandito con voce atona, antica e sovrumana, le turbinano fra i pensieri scomponendoli, rielaborandoli, insinuandosi con prepotente ferocia fra i dialoghi della Morte ed i racconti inerenti ai Peverell.
Esce da Wikipedia per tornare alla stringa di ricerca di Google, digitando ' Sorcery in Medieval Europe', aggiungendo poi anche 'England', sfogliando le varie proposte estrapolate dalla rete con clinico interesse, saltando da un articolo all'altro, spiluccando informazioni, facendosi un quadro di come il mondo babbano vedeva la magia in una delle fasi del suo massimo splendore; scienze curative, fatture, evocazione di demoni come famigli, ma niente riguardo ad ipotetiche – e fondate – ipotesi di riti negromantici nell'Inghilterra del XVI secolo finché non entra in un archivio contenente saggi universitari, ove – con un po' di difficoltà- riesce a reperire un'anteprima di una pubblicazione intitolata “Medieval Necromancy” (II), iniziando a leggere avidamente, fra un boccone di verdure cotte ed un sorso d'acqua frizzante.
A qualche posto di distanza uno dei suoi compagni di casa deve aver declamato una battuta alquanto spiritosa, perché mezzo tavolo, compresa quell'idiota di Hilary dalla voce più stridula ed acuta di quella d'una gallina, esplode in una fragorosa risata; la strega sbuffa estraniandosi con maggior enfasi, ricopiando su un pezzo di pergamena opportunamente recuperato dalla tracolla le informazioni che le paiono più interessanti o inerenti alla sua ricerca, unendole poi con brevi linee a nomi, fatti storici e idee balenatele a forza di rimuginare, trascrivendo inoltre la lunga bibliografia contenuta nel saggio, ripromettendosi di recuperare qualcuno di quei libri, sebbene nella biblioteca di Hogwarts non siano presenti saggi babbani.

Potter?” una voce maschile sovrasta il silenzio, cercando l'attenzione assente della giovane.
Quest'ultima difatti non vi bada, continuando a scrivere, immersa nella lettura; deve inoltre risolvere il mistero di chi fosse l'uomo che ha ricopiato il rituale su quel vecchio grimorio di divinazione firmandosi come 'Magus et clericus', riportando unicamente una data come informazione aggiuntiva, '1597', alla quale seguiva un breve cenno ad un 'processo' e alla sua morte.

Ma se è morto, come ha fatto a ricopiare il rituale?
O sapeva di essere stato condannato e quindi l'ha fatto poco prima?

Potter?” la chiamano nuovamente, nuovamente ignorati.
Nel saggio sulla negromanzia in epoca medievale trova un indizio interessante: il praticante che voleva spingersi ad utilizzare questa magia doveva conoscere bene il latino, poiché tutti i rituali – incantesimi – dovevano essere svolti in questa lingua per essere efficaci; parla poi di un 'clerical underworld', attribuendo ai chierici cattolici di ordini minori l'utilizzo di quest'arte a fini divinatori, senza ovviamente considerare – trattandosi di un saggio babbano – che persino i maghi conoscevano bene il latino e quindi non era necessario aver preso i voti per cimentarsi nelle evocazioni oscure.

Ma l'uomo si è firmato come 'Magus et Clericus'.
Un mago che ha preso i voti?
In Inghilterra? A seguito dello scisma di Enrico VIII del 1534?
Strano.

Potter!”
Lily Luna scarabocchia con foga appuntando queste nuove date, continuando a scorrere la pagina internet vagamente divertita nel constatare quanto i babbani credano diffusa la negromanzia in periodo medievale e rinascimentale, come se il Mondo Magico inglese non l'avesse bandita, reputandola un'arte pericolosa già dal XII secolo e, persino a quei tempi, non era molto conosciuta né praticata stando alle poche – stringate – informazioni recuperate in un vecchio tomo della sezione proibita inerente alle 'Arti Magiche Nere dell'Anglia'; inoltre la studiosa ne parla come ' la più terribile fra le magie oscure' senza doversi dilungare in ulteriori spiegazioni per rimarcare quanto – anche nel mondo babbano – questi branca del sapere sia considerata blasfema.

Cosa diverrai,quando la Katàbasis sarà compiuta?

Corruga la fronte mentre l'eco della frase pronunciata da Turpin le riecheggia violento in testa, annullando pensieri e collegamenti storici, riportandola alla domanda originale che l'attanaglia dalla notte in cui la Morte le ha concesso un anno esatto per rimediare alla leggerezza d'aver evocato e spedito nel mondo settantotto cadaveri.

Allo scadere del 31 ottobre 2024, potrò davvero tornare alla mia vita normale?
E se tutto questo fosse davvero accaduto per una ragione?

Ma entrambe le domande non trovano ancora risposta e la strega è costretta ad accantonarle quando una patata lanciata da qualche bontempone seduto alla sua destra plana con precisione all'interno del suo bicchiere, rovesciando la poca acqua rimasta; ha la prontezza di coprire la pergamena prima che gli schizzi la danneggino, per poi voltare il capo con sguardo furente verso un gruppetto eterogeneo di Corvonero del sesto e settimo anno che è scoppiato in una risata sguaiata.
Ben ti sta Potty! Così impari ad ignorarci!” bercia Hilary Hemswort, la simpatica compagna di stanza che non perde occasione per canzonarla, facendo ondeggiare i lunghi codini biondi mente continua a sghignazzare lanciandole sguardi da vipera.
Ha viso lungo, equino, con tratti spigolosi e tondi occhi azzurri perennemente sgranati in un'espressione che vorrebbe assomigliare alla 'finta ed innocente sorpresa', ma altro non risulta che 'ebete'; inoltre possiede il vizio di truccarsi troppo ogni qual volta il rigido regolamento scolastico glielo consenta, riducendosi alla copia d'una teatrante circense o alla pessima imitazione di una maschera Onnamen giapponese (III) e, malgrado le infinite ore in bagno, le numerose pozioni per i capelli opportunamente preparate dalla povera Grace - che la 'sopporta' con stoica pazienza - nonché le infinite ore passate a scandagliare tutorial su come 'mantenersi perfetta', la ragazza non sembra aver migliorato né reso appetibile il suo aspetto esteriore, somigliando più ad una Scopalinda con la saggina da sostituire che ad una di quelle Magimodelle delle riviste patinate.

La Trevisan ha ragione, a volte mi chiedo anch'io come una scema del genere possa essere stata smistata in Corvonero.

Che c'è Potty? Troppo in alto nella scala sociale per parlare con noi, umili studenti?” aggiunge cattiva, assottigliando gli occhi da panda, conseguenza del troppo eyeliner, mentre un'altra ondata di risa scuote il gruppo seguita da innumerevoli battute ed esclamazioni scadenti.
Gli occhi castani della giovane strega saettano dal bicchiere, ove la patata galleggia nel filo d'acqua rimasto, alle facce ebeti dei suoi camerati; che lei piaccia solo quando conquista il boccino o punti a lezione per Corvonero è risaputo e non le ha mai creato alcun disagio, poiché preferisce di gran lunga la condizione di 'fantasma' a quella assai scomoda di 'celebrità' da pedinare e portare in palmo di mano solo per il cognome che porta, ma era da diverso tempo che i suoi coetanei non l'attaccavano così, pubblicamente ed in branco, per dar sfogo alla noia.

Sapete che anche Potty è umana?” continua poi la bionda voltandosi con quell'espressione da mucca al pascolo verso gli altri studenti seduti attorno, che le chiedono a gran voce di raccontare; l'unica a non ridere né a sembrare divertita è Grace, che le lancia un'occhiata di mute scuse, incapace di trovare la volontà per alzarsi ed opporsi alla sua amica.
Dopo di lei non si è più potuto usare il bagno per ore!”

Altre risa.
La mano di Lily Luna scivola nella tasca sinistra della veste stringendosi attorno alla bacchetta, mentre affonda i denti nel labbro con forza, imponendosi di mantenere la calma per non schiantare la sua compagna; buon proposito frantumato sul nascere dall'ennesima idiozia sul suo conto sbandierata con ilarità, che la spinge a scattare in piedi con il viso funereo di rabbia ed una gran voglia di ribattere per le rime, quando qualcun altro la precede.

Hilary, smettila. Ridere dei problemi altrui denota una mancanza d'educazione notevole, nonché una certa bassezza morale. Prendere in giro una tua compagna di stanza per la sua indisposizione poi è veramente stupido dato che potrebbe accadere anche a te” la voce calma e profonda d'un ragazzo sovrasta le risa isteriche, riducendo la bionda ed il suo entourage al silenzio.
E a te cosa importa, Scamander? A quanto vedo mi sembri ben integrato con chi la pensa diversamente” replica Lily Luna tagliente, assottigliando lo sguardo per studiare il giovane Corvonero.
Alto e tonico, con capelli biondo chiaro perennemente in disordine ed occhi grigi, luminosi come schegge sideree Lorcan Scamander è sempre stato considerato 'bello' da buona parte delle ragazze della scuola, godendo – alla pari del gemello Lysander, smistato in Tassorosso – d'attenzioni e favori, miriadi d'appuntamenti ed aiuti in quelle materie ove si è dimostrato sin da subito un pochino claudicante ma, nonostante la 'popolarità', non si è mai reso arrogante come invece faceva James Sirius ai tempi d'oro, cercando invece di utilizzare i benefici che la sua posizione gli dona per buoni motivi e per dare una mano a chi è in difficoltà.
Un vero cavaliere.
Dal canto suo Lily Luna non l'aveva mai degnato di troppe attenzioni, come del resto faceva con tutti ad eccezione di Albus e Rose, limitandosi a saluti di cortesia quando s'incontravano per andare a lezione e ad occasionali scambi d'informazioni su compiti e verifiche quando si trovavano a dover studiare vicini in Sala Comune o in biblioteca, mentre lui invece si era da sempre mostrato molto interessato alla ragazza, dispiacendosi di non poterle parlare in modo più libero a causa del muro impenetrabile, vetro e silenzi, che lei sembrava essersi costruita attorno per escludere tutto ciò che non le fosse direttamente collegato o gradito.

Prima che la situazione degenerasse si, mentre ora mi devo discostare dalle loro azioni. Non trovo corretto che ti insultino in questa maniera, né che ti abbiano lanciato del cibo solo per attirare la tua attenzione” esclama il giovane mostrando una fila regolare di denti bianchissimi, luminosi quanto i suoi occhi, mentre Hilary lo guarda attonita, con le labbra pitturate d'un vistoso rosa confetto – o porcello - lucide di gloss, aperte in una 'o' poco signorile; che la ragazza sia perdutamente innamorata di Lorcan da anni è risaputo, data la numerosa quantità di fotografie scattate a tradimento che possiede sul cellulare, nonché stampate ed appiccicate all'interno dell'anta del suo armadio in dormitorio, ormai più somigliante ad un piccolo tabernacolo in onore del giovane Scamander che ad un contenitore per il vestiario, quindi vederlo difendere un'altra ragazza – per giunta Potter – la turba profondamente.
Grazie, ma so difendermi da sola” replica piattamente Lily Luna mostrando la bacchetta.
Non ho risposto ai loro stupidi commenti solo perché mi rifiuto di abbassarmi al livello di chi aspetta d'avere il sostegno del branco per attaccare, mancando del coraggio di farlo da sé”
Gli occhi castani si posano con inclemenza sul viso equino, distorto in una maschera di rabbia e maquillage, della compagna di stanza mentre con voce atona e glaciale, una perfetta imitazione del tono utilizzato da Piton per redarguire le teste di legno quando ancora insegnava, continua.

Nonostante ti disprezzi Hemswort, perché si, ti disprezzo per mille motivi fra i quali spicca la tua ignoranza, seguita poi dal modo in cui tratti i tuoi cosiddetti 'amici', parlando male di loro ad ogni occasione nonostante siano il motivo che ti ha permesso di arrivare alla sesta classe di Corvonero con risultati accettabili, non mi permetterei mai di attaccarti utilizzando come scusa problemi di salute o di natura personale.”
Come osi!” ringhia la bionda Corvonero, balzando in piedi a sua volta.
Tu, schifosa stracciona brava solo a sbandierare il tuo maledetto cognome! La fottuta regina della torre figlia del Salvatore del Mondo Magico! Troppo importante per degnarsi di rispondere quando uno fra noi 'comuni' le rivolge la parola! Tu, tu che di amici non ne hai, come osi accusarmi di essere sleale con i miei?” strilla impazzita con guance imporporate e l'espressione ancor più terrificante, attirando l'attenzione delle tavolate vicine; Lily Luna si mostra impassibile, incassando in silenzio quell'accusa che sa terribilmente di verità, trattenendo a fatica l'ondata d'odio che le ha incendiato i pensieri al sentirsi – di nuovo – ricordare i privilegi dovuti alla sua condizione di figlia d'un uomo importante, seppur mai utilizzati e non richiesti.

Mi vedono davvero cosi?
La principessa Corvonero, l'algida stronza della torre

Chi sei tu, davvero?

Studia i visi dei compagni di corso amici di Hilary che le siedono attorno protettivi, le espressioni distaccate ed ostili animate da quella finta giustizia di chi è convinto di trovarsi dalla parte oppressa, colpevole unicamente d'aver subito il torto d'un mancato riconoscimento, d'un saluto non corrisposto, sentendosi pertanto feriti nell'orgoglio e desiderosi d'una rivincita; l'unica a fissarla con occhi scurissimi colmi di scuse non dette, rimpianto e voglia di opporsi che però mai giungerà alle labbra prendendo voce è Grace, la quale spicca a causa delle sua pelle d'ebano e per la folta chioma nera, riccia, contenuta a stento in una coda bassa.
Abbandona il viso della ragazza anglo-ganese per lanciare una breve occhiata al bicchiere semi vuoto in cui la patata ancora galleggia solitaria e zuppa, lasciando poi vagare il pensiero affinché sovrapponga la fisionomia dei compagni lì seduti ai visi maciullati di Rowle, Gibbon, McLeod, Santager e degli altri cadaveri che ha affrontato nelle notti di caccia; incurva le labbra in un sorriso triste che – ovviamente – viene percepito come esternazione di superiorità e sdegno nei confronti dei presenti, mentre concede un fugace pensiero a quanto sia più facile avere a che fare con i morti che non con certi vivi.
Ciò, stranamente, non la inquieta.

Dovrebbe?
Visto tutto ciò che ho fatto e che m'aspetta, dovrei preoccuparmi di questa sciocchezza?

Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta?

Forse dovremmo darle una lezione, che ne dici Lary? Almeno la smetterà di trattarci come pezze da piedi con quella sua maledetta aria supponente!” Un ragazzo alto e robusto del settimo anno, con viso squadrato infestato dall'acne si alza facendo tremare la panca in legno, sfoderando la bacchetta dalla tasca interna del mantello scuro foderato in seta blu oltremare; i piccoli occhietti da topo distanziati da un naso grosso, a patata, osservano la giovane compagna dai capelli rossi con furia mentre la bocca s'incurva in un ghigno terribile.
Bell'idea Greg!” sibila maligna la Hemswort estraendo la bacchetta a sua volta, tubando una serie di smancerie all'amico ed invitando altri a prendere parte allo scontro, così da renderlo ancor più sleale; cinque accolgono l'invito, posizionandosi alle spalle della bionda per scrutare con falsa superiorità e supponenza la Potter che, impassibile, continua a studiarli dal lato opposto della tavolata ancora imbandita, con la bacchetta ben salda nella sinistra.
Vi siete accorti che siamo in sala grande, è ora di cena e sono tutti qui? Oltretutto ora i professori ci stanno guardando” scandisce calma, registrando l'improvviso movimento proveniente dagli altri tavoli ove gli studenti hanno preso a girarsi rumorosamente, incuriositi da quell'improvviso schieramento, attirando così l'attenzione degli insegnanti che li additano parlottando fra loro.
Lo sguardo severo di Minerva McGranitt le trafigge le iridi, domandando una muta spiegazione a cui lei risponde alzando le spalle, in un gesto atto a trasmettere tranquillità e noncuranza, come se lei ed i suoi compagni di casa non fossero in procinto di lanciare schiantesimi durante la cena per regolare conti ed antipatie vecchi di anni.

Ragazzi! Basta!” si intromette Lorcan allargando le braccia fra i contendenti per poi prodigarsi in un discorso sull'importanza di mostrarsi uniti di fronte agli altri studenti e sull'evitare di far perdere una miriade di punti a Corvonero, lanciandosi in duelli suicidi non autorizzati; parole che purtroppo risuonano vuote e flebili, specie quando attorno al gruppetto inizia a formarsi un capannello eterogeneo di bambini e ragazzi giunti per verificare la fonte di quell'improvviso trambusto e che, una volta compresa la situazione – ci vuol poco, scorte le bacchette impugnate e pronte a colpire – iniziano ad incitare e scommettere su quale parte avrebbe trionfato.
Lily Luna sogghigna nel constatare che, nonostante la sproporzione di sette a uno, molti la diano vittoriosa, forse memori degli innumerevoli duelli vinti al Club; se sapessero dei risvegliati e del fatto che Severus Piton in persona le sta dando lezioni di attacco e difesa nella Stanza delle Necessità, probabilmente i suoi avversari tornerebbero a sedersi zitti, con la coda fra le gambe ed il terrore negli occhi, peccato che ciò appartenga a quella parte di 'vita' che non può rivelare ad alcuno.

E probabilmente, stupidi come sono, non sanno nemmeno chi sia Severus Piton.

Oh, una rissa con Potter coinvolta, interessante” dal cerchio di curiosi radunatisi attorno alla tavolata emerge, come evocata da un antro infernale, Milena Trevisan con in pugno la bacchetta; i lunghi capelli castano biondo raccolti in una coda bassa le ricadono sulla spalla sinistra, perdendosi nella piega della mantella nera, incorniciando un viso affilato su cui spiccano occhi azzurro cielo animati da una luce malevola e labbra sottili, rosate, incurvate in in ghigno ferino.
Con studiata lentezza prende posto al fianco di Lily Luna mentre la folla esulta estasiata, strappando un'imprecazione ad Hilary, sibilata a denti stretti cosicché non risulti udibile dal suo entourage; nonostante disprezzi con tutto il cuore quell'assurda e triviale italo-croata altezzosa e spocchiosa quanto la Potter, ne teme i modi maneschi e l'indubbia abilità in duello, nel castare fatture e nel fare a botte, che la annoverano fra le migliori allieve delle classi di trasfigurazione, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.
La bacchetta trema nella mano della strega bionda che, con occhi furenti, osserva i volti tranquilli delle due campionesse del club di Duello cercando di elaborare una strategia alternativa; combattere contro entrambe, nonostante siano in sette contro due, li vedrebbe perdenti e spediti in infermeria in preda a dolori allucinanti, coperti di squarci e pustole, con fratture multiple ed il viso sfigurato, cosa da evitare visto quanto poco sopporti il dolore e quanto invece le costino i trattamenti di bellezza ai quali – quotidianamente – si sottopone.
Non può certo reinfoderare la bacchetta e sedersi come se nulla fosse, non ora che Gregor, Daisy, Alice, Mary, John e Sarah si sono dalla sua parte pronti a darle man forte, né può permettere alla Potter di passarla liscia; non le perdonerà mai l'essersi fatta difendere da Lorcan come fosse la povera incompresa della situazione, perseguitata dalle compagne cattive, anziché la peggior spina nel fianco che il sesto anno di Corvonero potesse avere.

Ti piacciono le cause perse, Trevisan?” grugnisce Gregor rompendo il silenzio, interrompendo le elucubrazioni di Hilary e strappando una risata, sebben modesta e ben celata, al suo gruppo; la ragazza non risponde, distendendo il ghigno ferino sino a mostrare i denti.
Ha ragione. Il mio lato è un po' triste e solo” annuisce Lily Luna gettando una rapida occhiata al viso affilato della compagna, incontrandone gli occhi cristallini per un breve – fugace – istante che la spiazza, poiché ciò che vi legge è un sentimento che mai avrebbe creduto di poter associare alla solitaria Corvonero; la notte del rito era scappata assieme alle altre a gambe levate lasciandola sola nell'avvallamento, con un morto da gestire e le conseguenze di quanto accaduto a pesarle addosso, mentre ora – non richiesta – la sta nuovamente aiutando contro l'idiozia di Hilary come già aveva fatto in dormitorio giorni addietro.
Il tuo lato è sempre stato un po' triste e solo Potter, ma non mi metterei da nessun altra parte” mormora la Trevisan citando la risposta di Bill a Beatrix all'ingresso della piccola chiesetta di El Paso (IV), mostrando d'aver colto la citazione; Lily Luna sorride di rimando, sentendo per la prima volta in anni di solitaria esistenza la voglia di avvicinarsi ad un altro essere umano che non sia suo parente per l'affinità che le lega, per la voglia di condividere idee, interessi e per il semplice fatto di aver scorto il barlume d'un legame rimasto ben occultato, invisibile, sino ad ora.

Peccato che sia così tardi per scoprire quest'improbabile amicizia.
Non ho più il tempo per coltivarla.

Ragazzi! Vi prego! Lily, per favore! Hilary!” Lorcan tenta nuovamente di frapporsi fra i due schieramenti, spostando l'attenzione da Lily Luna ad Hilary con uno sguardo implorante che intenerisce la seconda, follemente attratta da lui e quindi pronta ad eseguire ogni sua richiesta per ottenere un briciolo d'attenzione, ma che ha l'effetto di benzina gettata sulla fiamma viva per la strega dai capelli rossi; sentire il suo nome pronunciato come fosse una soave carezza da chi non la conosce abbastanza e quindi non dovrebbe prendersi certe libertà, la manda in bestia, così come mal sopporta che lui si sia messo di mezzo con l'intenzione di fare da paciere in una discussione scaturita a causa dell'ignoranza dei suoi amici, come un maledetto paladino delle fiabe che utilizza l'escamotage del duello per salvare la stupida principessa in pericolo, senza considerare che ella possa benissimo riuscirci da sé.
Lorcan, spostati. Se vogliono passare il resto della serata in infermeria chi siamo noi per opporci?” la voce di Lily Luna è un sussurro minaccioso e freddo che piove sugli astanti come grandine, strappando brividi e sguardi attoniti; convivere a stretto contatto con Piton le ha insegnato ad usare la voce come un'arma, ad affinare l'umorismo nero e a mostrarsi spietata con chi non merita alcuna considerazione e, se per anni si è limitata a fingere di non esistere, nascondendo il viso fra le pagine dei libri o in qualche pergamena fitta d'appunti, ora che è stata costretta a venir fuori, scacciata dalla sua zona comfort e gettata violentemente nell'aspro mondo, non ha alcuna intenzione di ritrarre gli artigli.
Penso tu abbia sbagliato fanciulla, Scamander. Quella che necessita del tuo aiuto si trova alla parte opposta del tavolo” rincara la Trevisan mentre il ragazzo abbassa le braccia sconfitto, studiando il volto della giovane rossa con occhi ricolmi di sincero dispiacere e amara sconfitta; le scommesse riprendono con foga, seguite dagli incitamenti a combattere sottolineati da pesanti colpi sulla superficie in legno massello della tavolata Corvonero, furore che riaccende la scintilla combattiva in Gregor e nel resto del suo gruppo, mentre Hilary cerca inutilmente di calmarli, ora seriamente preoccupata di finire in infermeria con il viso mutilo e deturpato dalle piaghe.
Poi vi è un'istante in cui il tempo pare rallentare.
Il roboante boato prodotto dagli studenti si quieta riducendosi a sacro silenzio, mentre un'ombra nera plana sul tavolo con violenza rovesciando bicchieri e facendo schizzare ovunque verdure cotte e bocconi di arrosto ben disossato, stoppando l'attacco di Gregor che balza indietro spaventato.

Cra, cra”
Mandatelo via! Mi fanno schifo quegli uccellacci!” Strilla Hilary con voce acuta, scostandosi repentinamente dal bordo della tavola quando s'accorge che la suddetta ombra nera è un grosso corvo color inchiostro che la fissa con occhietti malevoli – decisamente poco animali – e le penne arruffate ad ingigantirne la figura.
Gli occhi di Lily Luna s'allargano colmi di stupore.

Piton?!

Cra, cra” Pare risponderle il volatile, voltando la testolina nella sua direzione per pochi istanti, prima di tornare a concentrarsi sul gruppetto di studenti Corvonero che han tentato di dare battaglia, assestando una dolorosa beccata sulla manona di Gregor quando quest'ultimo – dimentico di essere un mago e di possedere una bacchetta -, ha cercato di afferrarlo malamente per allontanarlo dall'amata Hemswort.

Potter! Non è questo il momento di dar spettacolo in sala grande.
Abbiamo un problema.

Risvegliati?

La tua capacità di sottolineare l'ovvio è sempre sorprendente, ora capisco la scelta del cappello parlante di smistarti in Corvonero. Anche l'idea di scattare in piedi pronta alla rissa s'addice molto alla proverbiale diplomazia mostrata dagli adepti della casa di Rowena.

Hanno iniziato loro!

Potter...

Frulla le ali infastidito, lanciando occhiate di sfida all'intera platea mentre saltella abilmente fra cibarie e stoviglie, evitando gli incantesimi degli arditi che hanno trovato coraggio sufficiente per tentare di catturarlo e rispedirlo fuori, convinti si tratti semplicemente di uno dei pennuti che infestano l'orto di Hagrid, finito nel castello per errore.

Tu hai reagito. Tanto basta per meritare parte della colpa.

Scusi? Cos'altro avrei dovuto fare? Lasciarmi insultare gratuitamente restando zitta e composta?
Non ricorda più com'era ai suoi tempi, quando quell'idiota di mio nonno le dava il tormento?
Non mi dica che nha sempre incassato in silenzio, perché non le credo!

Il tuo lato è anche alquanto strambo, sai Potter?” sottolinea Milena con un sorriso, interrompendo la conversazione silenziosa fra la ragazza e lo strano volatile che ora tenta di staccare un dito ad un incredulo Gregor, lanciatosi nuovamente all'assalto per placare gli strilli isterici della sua compagna di casata.
Non sai quanto” è la laconica riposta della strega dai lunghi capelli rossi, che si aggiudica un'occhiata obliqua da parte della compagna, desiderosa di approfondire l'argomento e di chiedere delucidazioni su quel peculiare corvo, sicura si tratti di una delle stramberie che la seguono ovunque vada; il dialogo viene però interrotta dalla comparsa del professor Jonathan Andrew Murray che irrompe nel capannello di studenti con veemenza, iniziando ad allontanare gli appartenenti ad altre case con l'intimazione di tornare a sedersi e finire la cena in silenzio, a meno ché non desiderino salire in dormitorio a digiuno.
Cosa sta succedendo?” Domanda poi in tono burbero, adocchiando l'uccello che, con sfrontatezza, lo fissa di rimando gracchiando cattivo.

La pianti! Era un Auror prima di fare l'insegnante, se ci scopre siamo fottuti!

Lo so, ho avuto il piacere di conoscerlo, in altra sede.
In ogni caso lo reputo alquanto poco qualificato per svolgere il ruolo di docente, sarebbe dovuto intervenire subito, anziché lasciarvi arrivare a sfoderare le bacchette.

Allora?” incalza, facendo saettare gli occhi chiari sul gruppo di studenti del sesto e settimo anno di Corvonero, per nulla sorpreso della presenza di Milena Trevisan con bacchetta in pugno e sguardo battagliero, pronta a scagliarsi contro Gregor Walsh, altra testa calda smistata nella sua casa per puro errore; ciò che invece lo turba è vedere Potter a fianco della giovane strega italo-croata, pronta al duello a sua volta.
Ne studia il viso cogliendo lampo d'agitazione celato a fatica, chiedendosi cosa sia successo alla studentessa migliore della sua casa – e dei suoi corsi – per spingerla a partecipare ad una rissa in sala grande, all'ora di cena, sotto gli occhi di tutta la scuola; a dire il vero la giovane gli sembra un po' strana da settimane, da quando si è trascinata – sola – da madama Poppy con una caviglia slogata e le vesti zuppe di pioggia, durante i festeggiamenti del sabba di Samhain, per poi finire nuovamente ricoverata a causa d'una strana febbre presa studiando in biblioteca.
Ha creduto alla versione dei fatti fornita perché non è mai stata una ragazza problematica, né dedita a starni colpi di testa, in più si è sempre mostrata restia a mentire ed il fatto che suo padre sia l'ex collega Harry Potter basta a garantire che non sia invischiata in qualche oscuro, sordido, problema.

Tuttavia...

Mi scusi, professore, è mio” mormora Lily Luna sporgendosi verso il tavolo per porgere un braccio al grosso corvo, che vi vola sopra con docile accondiscendenza, continuando però a roteare la testolina, schioccando il becco con fare minaccioso.
Tuo?” chiede l'uomo, incredulo.
Si, l'ho trovato vicino alla capanna di Hagrid qualche settimana fa, aveva un'ala spezzata e me ne sono presa cura. Il problema è che mi si è affezionato molto ed ora che ha ripreso a volare mi segue ovunque se non lo chiudo bene in bagno, al terzo piano” spiega tranquillamente, sotto gli occhi sbigottiti d'una torma di ragazzi che prendono a bisbigliare fra di loro, basiti dalla compostezza con cui la ragazza sostiene lo sguardo inquisitorio dell'ex Auror, spiegando come i suoi compagni siano stati tanto 'gentili' da tentare di darle una mano a recuperarlo, dato che l'animale si è notevolmente spaventato vedendo tutte quelle persone, iniziando ad attaccare impazzito.

Se si beve questa storiella è davvero idiota come buona parte degli Auror del Ministero, incluso tuo padre.

Oh...zitto!

L'importante è che tu esca velocemente da qui.
Non abbiamo molto tempo.

Hilary, Gregor e gli altri del gruppo la osservano con occhi sgranati ed un'espressione indecifrabile, stupiti dalla naturalezza con la quale l'odiata, algida stronza della torre est li stia coprendo, spostando tutta l'attenzione sulla bestiaccia appena apparsa per sviare il professore, impedendogli di fare ulteriori domande su quel che si sono detti durante la cena che ha così infastidito la giovane strega da spingerla a scattare in piedi con la bacchetta già in pugno; internamente Hilary è furente, l'idea che la Potter la stia salvando da una punizione le pesa, impedendole di apprezzare il gesto.
Persino Milena Trevisan osserva la compagna di dormitorio con un sopracciglio pericolosamente incurvato verso l'altro, domandandosi cosa diavolo stia facendo, ma il sentimento muta subito in sincero divertimento quando si rende conto che, in presenza della Potter, è impossibile prevedere come andranno le cose, poiché è una sicura fonte di assurde bizzarrie.

Quindi ora che s'è calmato e l'ho ripreso lo riporterei in bagno se me lo consente” termina la ragazza, con il corvo ben abbarbicato sulla spalla sinistra, ancora intento a fissare il docente di Difesa con vago astio; quest'ultimo sospira esasperato, ma prima che possa formulare un giudizio in merito l'alta ed autoritaria figura della preside McGranitt si palesa, azzittendo il brusio con una rapida occhiata, per poi soffermarsi a studiare le figure impassibili della Potter e della Trevisan, immobili alla sua sinistra, lanciando successivamente uno sguardo altrettanto gelido al gruppetto capitanato dalla signorina Hemswort, all'altro lato della tavola.
Oh, così il trambusto è da imputarsi a lui, signorina Potter?” indica l'animale con un impercettibile cenno del capo e questi abbassa la testolina, piantando i lunghi artigli nelle vesti – e nella carne – della 'padrona', che geme a denti stretti, rimproverandolo mentalmente di stare attento a meno che il suo intento non sia quello di disarticolarle una clavicola.
Si, chiedo perdono signora Preside” mormora compunta, abbassando gli occhi in mesto e dovuto rispetto.
Immagino sia a conoscenza che fra gli animali da compagnia permessi ad Hogwarts, i cosiddetti 'famigli', sia vietato tenere creature raccolte nella Foresta Proibita in corso d'anno”
Si, signora Preside. Ne sono a conoscenza. Ma credevo si potesse fare un'eccezione dato che non è propriamente il mio 'famiglio', ma solo una creatura che ho salvato perché aveva bisogno d'aiuto. Non posso abbandonarlo fuori da solo, ora che mi si affezionato. Oltretutto lui stesso sembra restio a lasciare il castello”
Minerva McGranitt studia gli occhi castani della giovane terzogenita di Harry Potter e l'espressione remissiva sul volto pallido, ritenendola sinceramente pentita d'aver causato tutto quel trambusto durante l'orario di cena, anche se non è così sciocca da credere alla storia del corvo; certo che è davvero un'animale strano, così grosso e battagliero non dovrebbe avere problemi a sopravvivere per il tempo che gli resta fuori, con gli altri suoi simili, inoltre vi è qualcosa di assurdamente 'umano' nel modo in cui i suoi piccoli occhietti neri la osservano di rimando, una punta di rimpianto affogata dal buio che troppo le ricorda un viso familiare, pallido e segnato dagli eventi, con sguardo ossidiana altrettanto triste.

Severus.
Minerva, vecchia sciocca...lui è morto da anni.

Rowena Corvonero stessa possedeva un corvo trovato per caso durante una delle sue consuete passeggiate e, secondo la tradizione, era in grado di parlargli, apprendendo conoscenze precluse agli uomini” aggiunge la giovane strega ricordando quanto riportato nel testo 'Memorie di Corvonero' di Ashley J. Brown, testo che il professor Ruf aveva assegnato loro come materiale di studio durante il primo anno affinché comprendessero meglio le origini della casata in cui erano stati smistati.
Vedo che, come sempre, la sua intelligenza e dedizione allo studio le sono utili. Ma, a meno che lei non sia in grado d'insegnare a quella creatura a chiedere scusa per aver beccato e ferito i suoi compagni, temo di non poterle permettere di tenerlo. Lo potrà affidare ad Hagrid, se ne prenderà cura lui finché non sarà in grado di tornare dai suoi simili” replica severa la preside in un tono che non ammette repliche, ma Lily Luna la stupisce di nuovo, chiedendo il permesso di provare ciò che l'anziana donna ha dichiarato impossibile.
Se lui si scusasse, a modo suo ovviamente, lei me lo lascerebbe tenere?” domanda la ragazza mantenendo un tono cortese e remissivo sebbene gli occhi brillino d'una luce tutt'altro che reverente, che all'anziana preside ricorda la scintilla furba nello sguardo di Harry quando s'apprestava a fare una follia delle sue, ma arricchita però della lucida certezza di chi non si lancia alla cieca, poiché sa esattamente come agire per raggiungere l'obbiettivo.

Intelligente, Corvonero fino in fondo.

L'animale però non sembra essere dello stesso, conciliante, avviso ed assesta una dolorosa beccata dietro l'orecchio della padrona, gracchiando cattivo.
Se pensa di riuscirci, signorina Potter, questo potrebbe essere un buon compito per i suoi M.A.G.O in cura delle creature magiche” concede la McGranitt, sicura che la ragazza fallirà vista l'irascibilità di quell'animale che – insolitamente – sembra capire quanto gli accada attorno con sorprendente intelligenza, sebbene si rifiuti d'utilizzarla per mostrarsi più civile.

Forza professore, chieda scusa così possiamo andarcene.
E la smetta di beccarmi, fa male!

Potter, non mi sono mai scusato in anni di torture, omicidi e doppiogiochismo, cosa ti fa pensare che lo farò ora?
Rivolgendomi poi a quella torma di teste di legno con cervello di segatura fina che non meritano un briciolo della mia attenzione, figurarsi il mio fiato?

Perché lei è piombato qui come una furia adducendo un problema urgente.
Vuole uscire da questa situazione senza finire in custodia da Hagrid?
Bene. Chieda scusa, tanto nessuno la riconoscerebbe in questa forma.

Potter, sappi che ciò avrà un prezzo.

E' la replica cattiva, seguita da un'altra dolorosa beccata che costringe la strega a serrare labbra trattenendo una colorita imprecazione fra i denti; sotto gli occhi attoniti dell'ormai intera casata Corvonero, della preside e del professor Murray, il corvo plana nuovamente sulla tavola fra piatti e bicchieri rovesciati, cibo sparso ed effetti personali dei presenti, lanciando poi un'occhiata tagliente alla sua 'padrona' quasi a spronarla affinché gli dia istruzioni su come comportarsi.
Forza Prince, scusati”

Prego?

Era il primo nome che mi è venuto in mente.

Non posso certo chiamarla Piton, o Severus le pare?
Anche Halfprince è troppo sospetto

Avrei dovuto metterci del veleno in quella pozione per le mestruazioni.

La smetta di rompere le palle ed esegua, tutto ciò sta iniziando a diventare imbarazzante.

Colpa tua, incosciente testa di legno.
Disgrazia della mia non-vita.

A sentire il nome dato dalla ragazza al nero pennuto il cuore di Minerva McGranitt perde un battito ed un lampo di tristezza le attraversa gli occhi grigi, preludio d'un improvviso mancamento che riesce a reprimere solo grazie ad anni di severa disciplina ed autocontrollo.
Mentre il grosso corvo china il capo verso i compagni di casa della Potter, spalancando le ali in una sorta di plateale caricatura d'un inchino con tanto di zampa sinistra protesa, la vecchia strega è sicura che se al posto del becco possedesse labbra umane queste si sarebbero incurvate nel ghigno sarcastico, onnipresente sul volto pallido del suo ex collega e predecessore Severus Piton; lo stesso mago contro cui aveva combattuto fra le mura di quella sala additandolo come codardo e traditore, senza aver davvero capito fino in fondo a quali follie l'avesse spinto Albus e con il quale non era mai riuscita a scusarsi, data la tragica ed improvvisa dipartita, trascinandosi quel rimpianto per più di vent'anni.
Il corvo volta la testolina verso di lei, trafiggendola con schegge gemelle ossidiana profonde come abissi e la vecchia strega, facendo appello a tutto il suo carisma, si rivolge alla Potter con voce ferma concedendole il suo benestare riguardo il tenere l'animale con sé, purché lo tolga di torno prima che i ricordi si facciano insopportabilmente dolorosi.

Al primo atto di ribellione sappia però che tornerà nella foresta con i suoi simili. Ed ora, signori, tornate alla vostra cena prima che mi venga voglia d'indagare come mai la signorina Potter è scattata in piedi con bacchetta in pugno ancor prima che il corvo planasse sul tavolo” Conclude categorica lanciando un'eloquente occhiata agli studenti del sesto e settimo anno prima di voltarsi e tornare verso il desco degli insegnanti, soffermandosi con pesante enfasi sul volto pitturato a festa della signorina Hemswort, nonché alle facce sconvolte del gruppetto alle sue spalle, passando poi alla Potter e, in ultima, alla giovane strega italo-croata che ancora sogghigna divertita.
E lei, signorina Trevisan, si ricordi l'appuntamento nel mio ufficio alle nove questa sera”
Non mancherò, prof” risponde prontamente quest'ultima guadagnandosi un'occhiata truce dal professor Murray, che le intima di mostrare un po' più rispetto nei confronti della preside.

Una volta che i professori hanno lasciato il tavolo di Corvonro e gli studenti sono tornati a sedersi, desiderosi d'ultimare la cena ed andare in dormitorio a svagarsi prima che la preside faccia partire un'indagine approfondita sulla sfiorata rissa in sala grande, Lily Luna raccoglie la tracolla da sotto la panca e vi butta dentro gli appunti ed il telefono, stendendo nuovamente il braccio affinché Piton possa planarci sopra, osservata attentamente da Hilary e Gregor, ancor più furenti per l'ennesima vittoria conquistata dalla ragazza senza averne alcun diritto.
Fretta, Potter?” domanda Milena incuriosita.
Si, in tutto questo casino mi sono dimenticata di aver lasciato una cosa importante in biblioteca e devo assolutamente recuperarla prima che Barley finisca di passare il mocio e chiuda, poi devo riportare lui in bagno con Mirtilla” risponde prontamente indicando con un cenno del capo la bestia appollaiata sulla sua spalla destra.
Ti ringrazio per l'aiuto, Trevisan”
Verrà il giorno in cui arriverai a pentirti dell'interesse che stai suscitando, credimi.” La strega dai lunghi capelli castano biondi le rivolge un sorriso enigmatico mentre la osserva con attenzione, trattenendosi dal porle quella serie di domande che le attanagliano il cervello dalla notte del Sabba di Samhain, quando quella creatura da incubo è emersa dalla terra e lei, assieme a Grace e Amanada, sono scappate in preda al panico verso il castello, lasciando la Potter nell'oscurità del sottobosco sola.

Vorrei dirti quanto sia stata sollevata di sapere, il giorno seguente, che ti avevano ricoverato in infermeria per una distorsione alla caviglia.
Vorrei dirti che mi spiace averti lasciata sola, ma non penso mi crederesti.

Lily Luna annuisce lentamente, vi è davvero qualcosa di profetico nelle parole pronunciate dalla compagna e già sa che l'interessamento nei suoi confronti verrà ripagato nel peggior modo possibile, poiché l'unica cosa che lei potrà donare a Milena sarà un secondo tuffo nell'incubo, senza alcuna via di fuga stavolta; la compagna l'odierà con ogni fibra del suo essere, la maledirà più di quanto già ha fatto durante la notte del trentuno ottobre, quando la magia del cerchio ha iniziato a produrre i suoi venefici effetti, ed alla fine diverranno amiche.
Nessun legame creato nel sangue può essere spezzato con facilità

Sarò la tua disgrazia, Trevisan. Buona serata, per quanto possibile” replica Potter ricordando con un brivido le parole pronunciate da Turpin qualche ora prima, nel silenzio fatiscente della Stamberga Strillante, accennando poi alla preside per strappare una risata alla compagna.
Si incammina a passo spedito fuori dalla sala grande, con il corvo ancora ben abbarbicato sulla spalla, in nero contrasto con il rosso acceso dei capelli scarmigliati, ignorando le insistenti occhiate che le si piantano nella schiena come coltelli, il freddo monito da parte di Hilary Hemswort a guardarsi costantemente le spalle e la triste delusione provata da Lorcan Scamander nell'essere stato scavalcato dalla Trevisan.



Hogwarts,
Foresta Proibita
18 novembre 2023, ore 20.15

Fiorenzo spicca alto e pallido nel sottobosco illuminato dal 'lumos' prodotto dalla punta della bacchetta di Lily Luna che, in contrasto, pare scura come un pezzo di carbone, con un accenno di bragia dato dai lunghi capelli rosso vivo raccolti in una coda larga.
L'aria tagliente le ferisce le cornee procurando copiose lacrime, scivolando sulla pelle esposta così da dar vita ad una serie di fastidiosi brividi che scivolano lungo il corpo sotto le pesanti vesti invernali, fino a raggiungere il cuore mentre il centauro, nonostante abbia la parte umana nuda, coperta unicamente da uno spesso strato di tessuto cicatriziale mal guarito, la guarda con occhi azzurri gravi e cupi senza mostrare alcun interesse per il clima rigido di quella notte novembrina; imitando i suoi due compagni, fra le mani callose trattiene una fune la cui estremità termina in un doppio – saldo – giro attorno al corpo di un ragazzo che – apparentemente – potrebbe avere la stessa età di Lily Luna, il quale indossa una annerita uniforme scolastica sulla quale si riconosce a fatica l'emblema della Casa Serpeverde.
Tiene la testa ostinatamente china verso il suolo, per nulla turbato dall'essere stato legato, imprigionato e trattenuto a forza da quattro massicci centauri.
La strega ingoia saliva fredda ed amara come cicuta incapace di proferire parola, poiché ha già capito di cosa si tratta e quel che vede non le piace affatto.

L'abbiamo trovato all'interno dei Territori, spinto dalla fame si è avvicinato all'accampamento ed ha cercato di attaccare una delle nostre femmine. Fortunatamente è stato fermato prima, sebbene renderlo inerme e calmarlo sia risultato più difficile del previsto, nonostante abbia corporatura d'uomo e sia pesantemente ustionato. Ora vi chiedo, cos'è quest'essere?” domanda l'ex professore di Divinazione con voce pesante, fissando con espressione greve la giovane strega dai capelli fulvi, figlia del Salvatore del Mondo Magico e della giovane sorellina di Ronald Weasley, spostando poi l'attenzione con un cipiglio incredulo – nonostante l'abbia già incontrato poche ore addietro – sull'uomo ammantato d'ombra immobile al fianco di lei, che credeva morto da oltre vent'anni.
Leonte, il suo stratēgós dal manto scuro che ora regge il secondo capo della corda, l'ha avvertito in più d'un occasione d'evitare di immischiarsi negli affari dei maghi e che qualsiasi cosa sia successa durante il Sabba di Samhain, della quale hanno avvertito l'acre e greve impronta – decisamente - oscura, non deve spingerli ad abbandonare nuovamente la sicurezza dei loro terreni per dare ausilio a quella torma di scimmie senza alcuna creanza, né istinto di autoconservazione, che abitano il castello; il Sofòs assottiglia gli occhi chiari, ricordando con dolorosa tristezza l'assedio di Hogwars e le ferite che la cruenta battaglia ha lasciato impresse sul suo corpo, nonché le vite spezzate di tutti coloro che hanno tentato d'opporsi all'incedere di Lord Voldemort.
Compagni centauri, ippogrifi, lupi e altre fiere, poi uomini e donne ancora troppo giovani per scendere nell'Ade come pallidi spettri, molti dei quali erano stati suoi allievi quando aveva abbandonato il Clan per insegnare Divinazione, sostituendo la professoressa Cooman.

Molòn labé
Hai dimenticato la giusta causa?

Leonte ha ragione, avrebbe dovuto ignorare gli echi del rituale compiuto ai margini della Foresta Proibita, territorio dei maghi di Hogwarts, lasciando alla preside l'infausto compito di scoprire il colpevole d'un tale abominio e punirlo come merita, riportando la situazione sotto controllo con un secco svolazzo di bacchetta, ma non vi è riuscito a causa dei presagi e del ruolo che ha scelto di ricoprire anni addietro all'interno del Clan; gli basta abbassare le palpebre e li lo rivede, scolpito in negativo nella cornea, il transito della luna oscura in Scorpione che aveva mutato il vino offerto agli Déi in sangue ed il pane in un composto secco, sabbioso e nero come carbone.
Rammenta ancora l'odore ferrigno e la consistenza vischiosa sulla punta delle dita, nonché la sensazione d'arsura che l'ha colto dopo aver inghiottito quel primo, pastoso, boccone che gli ha ricordato la descrizione fatta dagli antichi del cibo degli inferi il quale – eccettuato il melograno – per i vivi ha lo stesso gusto insipido d'una pietanza senza spezie, né sale; poi, un'ora prima che iniziasse il nuovo giorno, v'era stata l'infausta nascita d'un capretto scuro come l'ala d'un corvo, dagli occhi bulbosi e lattiginosi, morto poco dopo fra atroci gemiti.

Cieco in questo mondo.
Vedente nell'altro.

Il ragazzo-carbone giunto alle porte dell'accampamento giorni addietro, attirato probabilmente dall'odore degli animali da cortile, stremato dalla fame e desideroso di libarsi quanto prima non pareva comprendere l'inglese, né avvertire alcun dolore ove le frecce di Cassando s'erano infilate nelle carni, continuava semplicemente ad incedere malfermo verso la giovane Alcmena, una centaura dal manto color sabbia, con la bocca spalancata grondante di bava ed il respiro pesante, intervallato da sinistri fischi; pur essendo stato legato da quattro di loro, robusti e giovani, ancora tentava d'avanzare, estraneo al dolore e a ciò che lo circondava, focalizzato unicamente sull'ottenere una goccia di quel sangue eco del nettare che deve averlo resuscitato in seguito al compimento del più macabro – e perduto – dei rituali.

Avrei dovuto incaricare Leonte, Cassando e Conan di lasciarlo legato alle porte di Hogwarts, affinché ci pensasse Minerva McGranitt, tuttavia...

Molòn labé
I figli di Grecia onorano i templi, ovunque essi siano.

Ma il Ragazzo-carbone non è pericoloso o preoccupante se paragonato all'uomo-ombra, le cui fattezze ricordano quelle dell'ex collega ed insegnante di Pozioni Severus Piton, giunto sotto forma di corvo all'interno del loro accampamento durante il pomeriggio, seguendo i sussurri della foresta che gli hanno indicato il passaggio d'un morto, d'una di quelle creature risvegliatesi improvvisamente dal sonno dell'oltre, affamate e folli; Fiorenzo l'osserva in silenzio attendendo che parli e racconti la storia di come i fiumi dell'Averno sono stati scavalcati da decine di anime perdute, le quali hanno raggiunto la superficie con l'illusione di poter nuovamente camminare alla luce del sole, ma l'uomo-ombra tace, abbassando gli occhi ossidiana sulla tremante figura al suo fianco, la strega-bambina figlia di Potter.
Un brivido freddo – chiamalo presagio – scivola lungo la spina dorsale del Sofòs, preparandolo ad affrontare la verità che presto verrà svelata da quelle labbra pallide e tirate, nelle quali sopravvive ancora un accenno d'infanzia perduta; mentre l'aspetta, rammenta le parole che gli sono affiorate alla memoria attraverso il fumo prodotto dagli incensi e dalla combustione delle erbe rituali, ulteriore monito da aggiungere a quelli manifestatisi durante l'infausto transito: ' Non tutte le nascite avvengono tramite il naturale parto, poiché certi uomini (o donne) non nascono quando le loro madri li mettono al mondo, bensì nel momento in cui la vita decide che debbano partorirsi da sé, innumerevoli volte ', cosa che dev'essere sicuramente accaduta anche a lei stando a quel che legge negli occhi castani velati da un sottile filo di lacrime, ove una punta di buio incastrata nell'iride inghiotte la luce prodotta dalla bacchetta.
A vederla lì, immobile e sconsolata, sembra così pulita, così fuori luogo nel sottobosco umido e buio di quell'antica foresta infestata da ogni sorta di creatura da incubo, in presenza di un quartetto di centauri e del loro sinistro prigioniero, accompagnata da un essere che farebbe rabbrividire buona parte degli orrori presenti sotto quelle fronde; bassa ed esile, infagottata nella pesante divisa Corvonero, non sembra così dissimile dal giovane Harry Potter durante il suo quinto anno, quando si era recato lì per disfarsi del rospo rosa inviato dal Ministero con l'ordine di catturare Silente.
Eppure, quella scheggia oscura piantata nel castano dell'iride non mente, vi è qualcosa di profondamente diverso in lei, che la fa apparire più grande – più antica – dell'età che ha rendendola una mera intrusa all'interno di quel mondo protetto, scolastico ed adolescenziale, in cui cammina ogni giorno cercando di non farsi notare.
Persino Severus Piton si sta dimostrando un'incognita: che sia stato evocato dalla medesima magia che ha permesso al cadavere da loro catturato di risorgere dalla tomba è palese, tuttavia la sua forma è completamente diversa poiché non è una salma, né un uomo comune; l'ha capito dal modo in cui sa mutare aspetto e le ombre gli obbediscono, nonché dalla disumana velocità e ferocia con cui ha neutralizzato gli attacchi di Leonte al villaggio, utilizzando incantesimi oscuri - non verbali - di tremenda potenza quando questi ha caricato con l'intento d'allontanarlo dalla tribù.

Non è un Mangiamorte” la flebile voce della ragazza fende il greve ed ovattato silenzio disceso sul gruppo, colpendoli con quell'affermazione che non è una vera domanda né risponde a quanto chiesto dal Sofòs, ma risulta carica dell'angoscia tangibile che l'ha colta nell'istante in cui ha visto il corpo annerito del ragazzo-carbone ed ha riconosciuto le vesti che gli pendono addosso, larghe e bruciate; questi, nell'avvertire il sangue di lei pompare a ritmo assai più sostenuto del consueto, alza il volto strappandole un gemito d'orrore.
La faccia è una maschera di carne annerita costellata di vesciche purulente, senza occhi né labbra, sulla quale spiccano mandibola e mascella ornati da file di denti opalescenti, regolari, resi ancor più sinistri dall'aspetto macilento di ciò che resta del muscolo massetere; la testa è completamente calva, salvo per un ciuffo di radi capelli castano scuro che gli ricade sull'ampia fronte, confondendosi con l'epidermide dall'aspetto di cuoio conciato ed orecchie ridotte a brandelli.
Possiede mani simili a rami rinsecchiti e, sotto l'odore carico di vita del sottobosco, emana ancora un forte lezzo di carne bruciata.

A onor del vero, Potter, lo era” replica piattamente Piton, osservando a sua volta il giovane Serpeverde senza mostrare alcun cedimento; Lily Luna si volta a guardarlo con sgomento crescente, credendo che nessuno degli studenti di Hogwarts si fosse davvero unito ai seguaci di Lord Voldemort spontaneamente durante la Seconda Guerra Magica, partecipando alla battaglia sotto l'egida del Marchio Nero.
Chi è questo ragazzo?” sussurra la strega, cercando gli occhi ossidiana del mago nella speranza di trovarvi un appiglio a cui aggrapparsi per non farsi soggiogare nuovamente dall'orrore di ciò che il Rito ha riportato alla luce, dalla storia spezzata d'un altra povera anima la cui unica colpa è stata scegliere lo schieramento sbagliato in una guerra che – forse – nemmeno capiva; non è l'aspetto – indubbiamente ripugnante e disgustoso – del ragazzo-carbone a turbarla, quanto più l'età a cui è morto ed il fatto che fosse uno studente come lei quando ha deciso di farsi marchiare dal Signore Oscuro entrando nei ranghi dei Mangiamorte, ed causa del quale non sarebbe di certo dovuto morire lì, nella scuola ove era cresciuto ed aveva studiato preparandosi per il futuro all'interno del Mondo Magico.
Un futuro mai giunto.

Ma poi, cosa c'è di diverso fra lui ed i primi Mangiamorte?
Negli anni '80 del secolo scorso buona parte di quelli finiti ad ingrossare le fila dell'esercito di Lord Voldemort erano ragazzi di appena vent'anni, forse alcuni anche più giovani.

I centauri scrutano l'ex professore di Pozioni con sguardi diffidenti e carichi d'astio senza però azzardarsi a rompere il silenzio, attendendo ch'esso dia un nome a quella creatura sgraziata e perduta che ha brutalmente invaso i loro terreni spinta da una fame cieca, antica e primordiale come la magia che l'ha strappata al riposo eterno, rispedendola a camminare in quel mondo 'terreno' in cui è solo la misera ombra del giovane che fu, poiché non vi appartiene più da decenni; Fiorenzo osserva attentamente come il viso bruciato del ragazzo-carbone sia puntato in direzione della giovane Potter, quasi la possa vedere nonostante sia privo d'occhi, ignorando il resto dei presenti poiché non contano alcunché, né possiedono ciò che lui ha ricercato nella foresta per infiniti giorni ed altrettante lunghe notti, arso da una sete ancor peggiore del fuoco che l'ha sfigurato ed ucciso all'interno delle mura del castello.

Non vorrà il suo sangue?
Molòn labé, Fiorenzo.

Vincent Tiger, Serpeverde del settimo anno. Lo fu nel 1998, durante la Battaglia di Hogwarts ove, secondo alcune ricerche che ho svolto giorni addietro, morì nella Stanza delle Necessità bruciato dall'Ardemonio da lui stesso evocato con l'intento di uccidere Potter, Weasley e la Granger” la voce dell'uomo è atona, d'un piattume che stona con la gravità delle informazioni condivise con il resto dei presenti e strappa a Lily Luna un'imprecazione silenziosa, spingendola a domandarsi come possa restare così impassibile e freddo di fronte al cadavere di un suo ex studente al quale, stando almeno ai racconti del padre, ha salvato fondoschiena e reputazione in più d'un occasione; ancora tremante e stordita dalla tachicardia, la giovane osserva sottecchi il viso affilato e pallido illuminato appena dalla debole luce prodotta dalla bacchetta e quegli occhi scuri come pozze d'inferno, nei quali non v'è anima né sentimento, mancanza che la spinge a provare una punta di rabbia nei suoi confronti.
Entrò nei ranghi dei Mangiamorte nell'estate del '96, assieme a Draco Malfoy e Gregory Goyle” aggiunge senza distogliere lo sguardo dalle orbite infossate e vuote, rivestite da un sottile strato di pelle che pare cartapecora, evocando dalla memoria un viso grassoccio e porcini occhi castani che solevano scrutarlo smarriti quando assegnava i compiti di Pozioni o si muoveva silenzioso per l'aula cercando di prevenire disastri e pericolose esplosioni; fra i tirapiedi di Malfoy lui si è sempre dimostrato il più stupido e lento a capire, quindi quando ha appreso le tragiche circostanze che l'hanno portato alla morte non ne è rimasto affatto stupito, anche se vederlo ora, ridotto a pelle annerita e ossa sporgenti, gli causa una punta di fastidioso malessere in qualche recondito anfratto dell'animo che lo disturba.
Con la coda dell'occhio osserva furtivo Potter, la quale ha i pugni spasmodicamente serrarti e l'espressione cerea e sudaticcia di chi sta per essere colto da un malore.
Incurva l'angolo della bocca in un sorriso spento.

Prima o poi dovrai scendere a patti con ciò che hai fatto.
Meglio iniziare subito, non ti pare?

E' solo un ragazzo” sussurra la strega con un filo di voce pericolosamente incrinata, greve a causa del forte peso che pare averle serrato stomaco e trachea, impedendole di respirare normalmente e di concentrarsi sull'arduo compito di schiarire la mente, focalizzando la vera natura dell'essere davanti al quale è stata condotta così da dimenticare ciò che fu in vita, quello studente un po' manesco e stupido che ha dato il tormento a suo padre per anni; ma tutto ciò che vede è una divisa lacera ed annerita dalle fiamme sulla quale ancora spicca, all'altezza del cuore, l'emblema della Casa Serpeverde e non può far altro che pensare alle scarne informazioni fornite da Piton, a quanti anni avesse il ragazzo-carbone quando s'era fatto incidere il Marchio Nero sull'avambraccio e a come è – dolorosamente – morto.
Sedici anni, troppo pochi per abbandonare l'adolescenza, così com'è profondamente ingiusto morire a diciassette a causa d'un incantesimo fuori controllo; inghiottendo un grumo di saliva amaro e pastoso, la giovane Corvonero ripensa a sé stessa, al marchio che non porta inciso sul braccio in nero inchiostro, bensì nell'anima, domandandosi con una punta di lucida – cinica – razionalità se lei sia poi tanto diversa da Tiger: se non adempie al compito morirà pochi giorni dopo aver compiuto il diciassettesimo compleanno e, la fine a cui è destinata, si prospetta assai peggiore del bruciare nell'Ardemonio.
L'infanzia finisce quando scopri che, un giorno, morirai, pensa distrattamente citando fra sé ' Il Corvo', ancora profondamente combattuta fra lo sgomento che la spinge a provare orrore verso sé stessa, per aver – quasi certamente - risvegliato dalla morte alcuni di quei ragazzi spirati prima del tempo e la cinica razionalità che la spinge a ragionare concretamente, suggerendole che così dev'essere per forza dato che i cadaveri sono settantotto, troppi per appartenere tutti ai Mangiamorte del Signore Oscuro.
Durante la notte del Rito non ha certo pensato ad effettuare una
'selezione' dei candidati da riportare in vita, convinta che l'incantesimo non avrebbe funzionato affatto.

Sarebbe stato troppo facile.
Troppo facile è odiare chi si dimostra da subito cattivo.
Non esiste alcuna etica in quel che sto facendo.

Un abominio. Vi è un luogo per tutti coloro che non possono più risiedere su questa Terra e si trova oltre le rive del fiume Acheronte, ove le anime s'imbarcano dopo aver versato il giusto obolo al nocchiero per raggiungere il luogo a cui sono state assegnate, ove potranno riposare o soffrire per l'eternità. Persino coloro che non possiedono la moneta lì devono rimanere, smarriti su quella spiaggia scura come cenere aspettando che gli anni decorrano o che un parente misericordioso si ricordi d'offrire il tributo. Non possono certo andarsene in giro indisturbati per il regno dei vivi” (V) esclama Leonte con voce aspra, carica d'odio, lanciando occhiate furenti ai presenti; Cassandro e Conan si muovono irrequieti, pestano gli zoccoli sul terreno ricoperto da un manto di foglie marce e rami secchi, tirando le estremità delle corde ancora ben strette fra i loro pugni mentre, a gran voce, sostengono la posizione dello Stratégòs schierandosi apertamente – pericolosamente – contro il più pacato Fiorenzo, il quale li osserva in silenzio con le labbra contratte in una linea ferma e gl'occhi azzurri, ardenti di rabbia e sdegno verso l'offesa d'essere stato nuovamente scavalcato, ignorato da quei guerrieri che lo credono troppo molle per poter guidare rettamente il Clan.
Tiger, animato dal trambusto ed infastidito dalle costrizioni che gli stringono braccia e corpo con maggior forza, inizia a dimenarsi con foga cercando d'azzannare la corda più vicina per lacerarla, muovendo passi disarticolati verso quella ragazza dai fulvi capelli ribelli che odora di buono, spinto dalla disperazione che solo quell'arsura tremenda che gli secca le viscere può causare; una lunga bacchetta nera dal pomolo intarsiato ad arabeschi appare nella mano di Piton, ma prima che egli possa utilizzare un qualsiasi incantesimo per ristabilire l'ordine fra il gruppo di centauri, allontanando il ragazzo-carbone dalla giovane strega ancora apparentemente persa in astruse elucubrazioni e folli moralismi, una voce femminile altera e ferma riecheggia con inaudita forza nell'oscurità del sottobosco, strappandogli un'occhiata confusa.

Sono io l'abominio, non lui. Lui è solo una vittima” scandisce Lily Luna scostando la pesante sciarpa argento-blu così da denudare completamente il viso, esponendo all'inclemenza del gelo labbra pallide ed un po' troppo gonfie ove le ha morse colta dall'agitazione; ogni traccia di sconforto è svanita, sostituita da una distaccata austerità che la fa apparire assai più adulta dei sedici anni anagrafici che possiede, una sorta di raffigurazione d'un icona sacra dai lunghi capelli simili ad un fiume di lingue fiammanti i cui occhi, pozzi scuri in cui il 'Lumos' svanisce annichilito, paiono antichi, come se appartenessero a qualche perduto Dio antidiluviano.
Avverte un calore famigliare irradiarsi all'interno del petto, scacciando il freddo notturno e donandole quella sicurezza che prima le mancava, troppo spaventata dalla forma in cui è apparso questo nuovo risvegliato per concentrarsi sulla sostanza e sulla verità di quanto le sta innanzi: non sono i nerboruti centauri armati di spade e lance, né il giovane ragazzo-carbone arso dalla sete e reso violento il vero pericolo, non è la Foresta Proibita con i suoi infiniti segreti e tremendi figli dalle lunghe zanne, zoccoli poderosi o artigli ricurvi, bensì Lei e questa realizzazione la spaventa più d'ogni altra appresa in precedenza, donandole però una punta d'oscura gioia.

Potter, non è il caso che sappiano più del necessario” l'ammonisce Piton, scoccandole un'occhiata tagliente mentre le afferra il gomito con l'intenzione di trascinarla da parte, affinché non compia qualche follia; lei alza il viso, gli occhi castani s'incatenano all'ossidiana ed in quel fugace istante il mago riesce a 'vedere' con chiarezza l'oscurità che Lily Luna nasconde inconsapevole all'interno dell'animo, una voragine d'ombra e potere che lo attira come la fiamma con la falena spingendolo con forza ad affacciarsi per vedere l'abisso in cui smarrirà sé stesso.
In quel momento non è più una ragazzina sedicenne stanca a causa della giornata passata al campo di Quidditch per gli allenamenti della squadra di Corvonero e nella Stamberga Strillante, in compagnia d'un mago deceduto da un ventennio e dai suoi ex commilitoni cadaveri, bensì una creatura alla quale la natura che li circonda risponde solerte in un frusciare di fronde umide e stridere d'uccelli notturni, nello scalpiccio degli animali selvatici e nel lontano sciabordio delle acque del lago, accogliendola con gioia assieme alla rinascita di quella magia che l'Inghilterra credeva perduta.
L'uomo espira lentamente lasciando il braccio della ragazza con un gesto repentino come scottato da quel fugace contatto, avvertendo le dita formicolare a causa del potere che divampa nel corpo di lei come un incendio, bruciando ragione e volontà per lasciar posto a quel primordiale istinto che le permette di entrare in connessione con l'antica magia sopita nel suo animo, la stessa che ora rifulge negli occhi scuri dalle sfumature terrose studiandoli tutti con altero distacco.
E' come se fosse doppia: la giovane sedicenne Covonero amante del Quidditch e della letteratura, fissata con lo studio e talmente introversa da non avere né desiderare amici, poi l'entità primordiale che sa risvegliare i morti e conversare con loro, dotata d'un magnetismo pericoloso e di un potere solenne, agghiacciante.

E se riguarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.
Cosa diverrai quando la Katàbasis sarà compiuta, Mia Disgrazia?

Tu?” Leonte sogghigna divertito studiando con sufficienza quella piccola e gracile umana dai capelli fulvi e spettinati, infagotta in abiti decisamente troppo larghi, chiedendosi quale follia abbia spinto l'altro cadavere – l'uomo-ombra - a condurla dinnanzi a loro quando è evidente il terrore che prova, sotto al quale cela con difficoltà l'intenzione di essere da tutt'altra parte; l'uomo-cavallo estende il sorriso colpito dall'ilarità della vicenda e pronto a mettervi fine, poiché se il Sofòs è così debole da non riuscire a proferire alcun ordine d'esecuzione immediata per il suo ex collega redivivo e l'altro morto ci penserà lui stesso, al diavolo le gerarchie, ed una volta ritornati al Clan farà tutto ciò che è in suo potere per destituire Fiorenzo il quale continua imperterrito a peccare di eccessiva prudenza, oltre ad essere schifosamente amico dei bipedi.
Io” risponde tranquillamente la giovane, avvicinando la bacchetta al viso affinché risulti ben visibile nell'oscurità della Foresta e, quando gli occhi castani di lei incontrano le iridi nere di Leonte, il sorriso di quest'ultimo muore sulle labbra cristallizzato in una smorfia di puro sbigottimento ed orrore; gli zoccoli del centauro pestano il terreno con violenza, alzando zolle di molle terriccio e brandelli di foglie morte, mentre lotta contro sé stesso per non indietreggiare al contatto con quello sguardo – terribile – inumano, lo sguardo dell'Antica Dea rilucente nel riverbero dei fuochi sacri che ora rivive con spaventosa forza in quel visetto pallido di sedicenne.
Cosa sei? Cos'è questa magia?” domanda Cassandro reprimendo a stento un brivido, stringendo con più forza le dita attorno alla spessa corda così da mantenere un contatto con un oggetto abbastanza 'reale' da ricordargli di essere ancora sul piano terreno, all'interno della Foresta che ha imparato a chiamare casa sin dal primo nitrito e non lontano, perso in una terra di rocce e sabbia dal colore del sole, il cui cielo è grande e vasto come l'infinito, d'un azzurro abbacinante; ciò che vede negli occhi di lei sono echi di memorie perdute, custodite dal sangue e dai cromosomi, appartenute ai suoi antenati vissuti centinaia d'anni addietro, in quella terra natia chiama Grecia di cui lui ha sentito parlare nei racconti del Clan.
La strega sorride dolcemente, ma prima che possa rispondere è Fiorenzo a venirle in soccorso, chiamandola con il giusto appellativo riservato alle creature della sua specie.

Nekyomanteia” il Sofòs trotta lentamente verso la giovane Corvonero senza alcun intenzione malevola o battagliera, studiandone la fisionomia con curioso interesse prima di passare alla bacchetta, un'asticella nera e ritorta somigliante ad una clavicola, sulla quale brilla ancora il puntolino di luce aurea prodotto dall'incantesimo 'Lumos'; vi è ora una vaga confusione sul viso arrossato dal freddo e la solenne alterità mostrata poc'anzi inizia ad incrinarsi, sostituita da un'espressione assai più terrena ed appropriata ai suoi sedici anni dalla quale trasuda una certa confusione.
Oh...non parli greco?” Leonte la schernisce con cattiveria, intuendo quanto la ragazza mal sopporti l'essere trattata da stupida per smorzare le ultime, ardenti, braci di quell'oscuro potere che l'ha annichilito e ridotto al silenzio attraverso una semplice occhiata; brucia di rabbia e soddisfazione nel vederla stringere i pugni con forza, trattenendosi a stento dall'insultarlo pesantemente, mentre il castano dell'iride torna ad essere un banale colore senza alcuna particolare sfumatura e la scheggia d'ombra regredisce soverchiata dal bagliore del 'Lumos', spingendola a riacquisire il controllo su di sé; Piton espira lentamente incrociando lo sguardo di Fiorenzo, il quale pare decisamente seccato dal commento inopportuno berciato dallo Strategòs e molto più propenso ad approcciarsi con rispetto alla giovane strega, della quale – probabilmente – ha intuito parte della natura senza necessità di conoscere i macabri particolari legati al Rito del 31 ottobre, né le sue oscure origini famigliari.
Nekyomanteia è un lemma in greco antico che può essere tradotto in ' oracolo dei morti'. Così venivano chiamati i sacerdoti del Nekromanteion, il tempio sotterraneo dedicato alle divinità infere Ade e Persefone. Nel corso dei secoli questi santuari sono andati quasi tutti distrutti o abbandonati a causa della natura dei rituali che in essi si svolgevano ed a seguito della presa di posizione delle cosiddette religioni Monoteiste, le quali hanno un rapporto totalmente diverso con il mondo dei defunti, oltre a vietarne espressamente il contatto” spiega il Sofòs con pazienza, lanciando un'occhiata tagliente allo Stràtegòs affinché stia zitto e non s'azzardi di nuovo a schernire la ragazza o a scavalcare la sua autorità fingendo una conoscenza dei fatti che non possiede, data l'incapacità di cogliere i segnali inviati dagli Dei, nonché l'assente capacità divinatoria; Leonte grugnisce a denti stretti, strattonando con forza il capo della corda che tiene fra le mani per impedire al ragazzo carbone di dimenarsi, in un gesto di rabbia malcelata che non sfugge ai presenti.
Credo che lei si stia sbagliando, Signore. Non sono una Nekyocosa, al massimo una negromante” mormora Lily Luna soffocando con discreta abilità l'ennesimo attacco di panico mentre si domanda febbrilmente perché, da quando è iniziata questa triste vicenda, tutte le creature che incontra vedano in lei più della misera e triste verità, ovvero che è stata in grado di fare ciò che ha fatto unicamente grazie alla sua infinita testardaggine unita ad una buona dose di sfortuna, velata da una sottile stupidità di fondo, poiché avrebbe dovuto davvero prestare più attenzione alla formula tradotta malamente con Google anziché recitarla senza remore, come se stesse per castare un banale incantesimo di evocazione appreso a lezione; volta appena il capo incontrando lo sguardo scuro ed intellegibile di Piton, il quale ha labbra contratte in una linea ferma e non pare intenzionato a dar voce ai propri pensieri, nonostante lei ora abbia estremo bisogno di sentirlo parlare per smentire in modo – tagliente – categorico quell'ennesima follia.

Eppure...

Quanti anni hai, giovane strega?” domanda dolcemente Fiorenzo.
Sedici. Ne ho compiti sedici il venticinque ottobre”

Luna in scorpione.
Nascita oscura.

Comunque si, li ho resuscitati ma questo non fa di me una Nekyocomesidice. E' accaduto per errore ed ora sto cercando di porvi rimedio. Davvero non credo di essere più d'una strega con qualche, vaga, abilità negromantica. Di certo non sono un Oracolo” afferma Lily Luna cercando di infondere in ogni parola tutta la convinzione che le ha permesso di non impazzire dalla notte del Rito sino ad ora, per cercare di sfatare quanto affermato con solenne sicurezza dal centauro biondo, quell'agghiacciante prospettiva che la porrebbe in una posizione ancor più scomoda dell'attuale, poiché se davvero si rivelasse fondata indicherebbe che il potere che possiede è assai maggiore di quello mostrato sin ora.

Si sbaglia!
Io non sono...
Non...

Pensa cercando di rincorrere le poche certezze in suo possesso, lottando al contempo contro alla tachicardia che la spinge a respirare in modo disarmonico ed a grandi boccate per scongiurare un possibile – secondo – svenimento, mentre osserva febbrile i volti dei presenti sperando che le sue parole vengano accolte; ma i lineamenti dei centauri restano grevi e bui, velati da quell'accenno di terrore che li ha colti quando lei ha parlato con l'altera e solenne voce degli Antichi e ciò è sufficiente a farle capire che nessuno crede a quella misera bugia, non dopo aver visto come reagisce il fu Tiger alla sua presenza ed il modo in cui li ha redarguiti tutti, invitandoli sottilmente a non sottovalutarla.
Cerca nuovamente lo sguardo scuro di Piton invocando mutamente aiuto, pur intuendo che nemmeno lui creda al fatto che lei sia una
'semplice' strega con qualche abilità ad entrare in contatto con i morti, non sarebbe mai stata in grado di risvegliarne così tanti senza ben conoscere i rituali né gli incantesimi adatti se così fosse, ma spera che – vista la poca considerazione che sembra nutrire nei suoi confronti – possa liquidare le parole di Fiorenzo come pura follia, restituendole quel barlume di sicurezza che ora le manca; quando incontra quegli occhi distanti dal taglio orientale, bui come il Tartaro, ogni sua speranza ivi annega sconfitta ed è costretta a richiudere le labbra con forza per non imprecare, abbattuta dal modo in cui anche l'uomo l'osserva soppesando quanto appreso.
Malgrado gli anni trascorsi al fianco d'un mago oscuro del calibro di Voldemort, spietato e cieco a causa del folle odio provato verso le sue misere origini, quel fugace spiraglio su un abisso d'ombre ed antichi poteri scorto fugacemente negli occhi castani della giovane strega ha turbato il mago più di quanto gli piaccia ammettere, spingendolo a rivalutare sia la missione affidata loro dalla Morte che i ruoli di entrambi in quella
'caccia ai risvegliati' partita quasi per gioco la quale, alla luce delle congetture espresse dall'ex collega centauro, sta assumendo i caratteri di un macabro rito d'iniziazione.
Le parole di Turpin riecheggiano con forza nella memoria, già tristemente veritiere nonostante le metafore utilizzate e la difficoltà d'interpretazione a causa delle poche informazioni in loro possesso e degli infiniti punti oscuri ancora da chiarire, cementificando un'ipotesi che l'a tormentato per settimane, ovvero che qualsiasi cosa sia destinata a diventare la Potter alla fine dell'anno concessole dalla Mietitrice, ciò non coinciderà mai con la ragazzina introversa e spensierata che era prima di compiere il Rito; nonostante sappia che ciò non lo riguarderà più, poiché quando la Disgrazia si troverà a fare i conti con i cambiamenti causati dall'essersi scoperta negromante lui sarà già
– nuovamente e finalmente – morto, una fulminea fitta gli attraversa il costato all'altezza del cuore spingendolo a soffocare sul nascere una punta di folle – pericoloso – dispiacere nei suoi confronti, ricordando con ostinazione che se ora si trova nuovamente in quel mondo che tanto ha odiato è solo a causa della stupidità di quella giovane e seccente so-tutto-io incapace di mostrarsi umile e fallire, nonostante si sia lanciata in un impresa dai più ritenuta impossibile.

Blanda scusa, pare sussurrare luna vocina all'interno del suo animo imitando il fastidioso timbro di voce di Albus Silente.

Leonte rompe il silenzio sbuffando contrito, indicando con un gesto rozzo della mano il ragazzo-carbone all'interno del cerchio creatosi, il quale continua a dimenarsi con forza cercando di spezzare le funi per lanciarsi sulla giovane strega ferma ad una manciata di passi.
Se l'hai richiamato tu, allora mandalo indietro. Questo non è posto per i morti, Nekyocosa” esclama calcando bene la scorretta pronuncia di quell'epiteto straniero che tanto la terrorizza con il solo intento di farla sentire inadeguata e stupida, affinché rammenti e si penta della follia compiuta quando ha deciso di cimentarsi nella brillante impresa di zittire Amanda Anderson portando a termine quel Rito di cui non conosceva appieno l'origine né il funzionamento, aprendo porte che sarebbero dovute rimanere ben sigillate; la mano sinistra di Lily Luna freme in un accenno di rabbia mentre annulla gli effetti di Lumos, permettendo all'oscurità d'impadronirsi di nuovo di quella porzione di sottobosco, prima di muovere alcuni lenti passi verso il ragazzo-carbone che improvvisamente smette di dimenarsi, osservandola con quelle orbite prive d'occhi come calamitato dalla sua presenza – dal potere che lei irradia – mentre la giovane strega gli rivolge uno sguardo carico di dolcezza e comprensione, evocando quattro ciotole in cui Piton versa gli ingredienti richiesti dal rituale dopo averli recuperati da una serie di fialette agganciate ad appositi supporti della cintura.
Lily Luna respira lentamente beandosi della sensazione di pienezza data dall'aria fresca nei polmoni, concentrandosi per richiamare quel potere sopito dentro sé che torna a bruciare violento estendendosi verso il cadavere del giovane Mangiamorte, il quale si slancia nuovamente in avanti tendendo le spesse corde per affondare famelico il viso nelle offerte, bevendo vino ed acqua con foga prima di ingurgitare a grandi boccate acqua e miele; quando la strega fa scivolare la punta della bacchetta sulla pelle pallida e fredda del palmo procurandosi un lungo taglio Fiorenzo la guarda impassibile, senza più l'ombra d'alcun dubbio a velare gli occhi chiari, considerandola ormai per ciò che lei – rifiuta - non sa ancora d'essere, ma che sicuramente diventerà alla fine di quel tortuoso cammino – crescita-, esattamente come gli astri hanno predetto quando è 'nata' in questa vita, giorni addietro.

C'è qualcosa che vuoi dirmi, Tiger?” la voce della giovane acquisisce nuovamente quella cadenza aliena e solenne appartenente ad un entità antica mentre serra a pugno la mano ferita sopra la ciotola che aveva contenuto il vino, oramai vuota, facendovi ruscellare all'interno scure gocce di sangue dall'odore ferrigno ed appagando infine così i desideri di quella creatura che, per settimane, s'era trascinata nella foresta in cerca di pace; gli occhi castani osservano impassibili l'interno scavato delle orbite mentre pone nuovamente la domanda, attendendo che il ragazzo-carbone finisca di ripulire la scodella senza accennare ad alcun turbamento e chiedendo quando il mutamento abbia iniziato a manifestarsi in lei, annientando paura ed orrore per donarle la capacità d'osservare il macabro con l'animo quieto, poiché anch'esso è una sfaccettatura della natura umana.

Tiger, c'è qualcosa che vuoi dirmi?”


Dalla gola ferita ed annerita dal fuoco magico fuoriesce un sibilo gracchiante e sinistro, il difficoltoso rantolo d'addio del moribondo che si abbandona all'abbraccio dell'aldilà ed il respiro greve dell'Averno, freddo come ghiaccio ed altrettanto tagliente.

Durante i Saturnalia.
La caccia del Solstizio.
Re e Regina ti faranno a pezzi”

Ride, mostrando ora un marchio opalescente inciso sulla fronte raggrinzita - 'III Bastoni' - e, mentre la magia mortifera evocata dalla strega lo spinge ad appiattirsi contro il morbido terreno, il quale inizia a franare con l'intenzione d'inghiottirlo al proprio interno per restituirlo alla tomba e privarlo così della grazia di quella non-vita, questa si volta verso Piton, immobile alle sue spalle, lanciandogli un'occhiata carica di fredda consapevolezza, ponendo quella – scontata - domanda che è rimasta ad aleggiare per tutto il tempo senza però trovar voce:

Non ho risvegliato solo Mangiamorte, vero?”




Glossario:


  1. Turpin: Nonostante i pronostici di Severus, Turpin risulta essere completamente matto.

    In parte ciò è sicuramente dovuto alla sua condizione di cadavere, ma anche in vita è stato un tipo decisamente particolare, del quale riporto un po' di background giusto per farvi capire meglio il trip allucinogeno ad inizio capitolo: Turpin ha ventisei anni quando muore nella battaglia di Hogwarts, nel 1998. Figlio d'un insegnante di lettere babbano e di una strega, aborre la sua condizione di mezzosangue sebbene, a differenza di altri suoi pari, sia affascinato dagli scritti dei babbani, a suo dire molto più accurati e profondi dei testi 'magici'.

    Ha una vera e propria ossessione per Voldemort, in cui vede incarnati tutti quegli archetipi sopra riportati: l'essere un Dio decaduto costretto all'esilio, imparentato con le creature che abitano al centro della terra (Mito della terra cava, di questi alieni spesso descritti con forme serpentine o di rettile, abitanti della città nascosta di Shamballa) ed odia Piton, nonostante ne parli come fosse un'altra tremenda figura mitologica.

    Cita Nietsche per sottolineare la sua incapacità d'aprire gli occhi ed elevarsi, di staccarsi dalla religione e dalla sua condizione di mero ascoltatore per seguire il 'saggio', la voce che lo spinge a migliorarsi (Lily Luna) e si sente come l'ombra del mito della Caverna di Platone, incapace di voltarsi e rompere le catene del fato.


  1. Saggio realmente esistente sul sito www.academia.edu dal titolo “Medieval Necromancy and Medieval Beliefs regardings the dead”

  2. Maschera Onnamen: Maschera tradizionale del teatro giapponese rappresentante un volto di donna.

  3. Il film in questione è Kill Bill vol.2 di Quentin Tarantino (2004)

  4. L'Averno a cui fa riferimento Leonte è quello del mito greco, che un po' si discosta dalla versione 'cristianizzata' proposta da Dante Alighieri nella sua 'Commedia'.


NDA: Capitolo riscritto in data 25/08/2023 – la parte in cui Lily Luna e Piton incontrano i centauri è stata pesantemente modificata, sia per fornire alcune informazioni in più, sia perché, rileggendola, non mi piaceva.
Capitolo molto lungo, molto trip allucinogeno e dove Lily Luna inizia ad interagire dapprima con i suoi compagni di casa, poi con altre creature che verranno legate al suo segreto.
La parte con i centauri inizialmente era molto più lunga, contenendo numerose informazioni sulla loro tribù, sul perché abbiano lasciato la Grecia per trasferirsi nelle fredde ed oscure foreste della Scozia e su altre loro peculiarità; Fiorenzo qui è descritto come nel libro, non tiene conto di com'è stato rappresentato nel film, esattamente come Cassandro e Conan.
Leonte invece è un mio (OC) introdotto per rappresentare i due aspetti di queste creature: il lato più saggio e filosofico incarnato dai tre centauri della Rowling, in contrapposizione a quello più selvaggio riportato nei miti greci (Leonte).
Si aggiungono altri indizi, Piton è sempre meno felice del ruolo che incarna e mancano pochi 'Bastoni' per completare la collezione Panini (sempre se si faranno catturare civilmente come questi ultimi, anziché opporre la stessa resistenza d'un pokémon leggendario contro l'ultraball).

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!

  
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