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Autore: fairyelly83    15/04/2022    2 recensioni
Quanto coraggio serve per tornare indietro ed affrontare il proprio passato? Può questo essere un nuovo inizio per una strega che non ha più niente da perdere.
Sirius Black non ha un rapporto semplice con il suo passato. Ma quello con il suo presente forse è ancora peggio. Riuscirà a scacciare i fantasmi e a fare i conti con i suoi sensi di colpa?
Dal capitolo 1
Mi raddrizzo un po’ sulla sedia e lo faccio. Glielo chiedo. Gli chiedo l’unica cosa che realmente voglio
sapere.
«Remus hai più avuto notizie di Elizabeth? Sai che fine abbia fatto?» Chiedo con studiata noncuranza,
come se fosse una domanda qualsiasi, come se non fosse la cosa che più mi sta a cuore.
Remus si agita un po’ sul divano, prende un respiro prima di parlare. Brutto segno.
«Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto. L’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la morte di Lily
e James. Lei... era sconvolta. Continuava a sostenere che potevi essere il peggior bastardo sulla faccia
della terra, ma che non avresti mai tradito i tuoi amici.»
«Mi credeva innocente?» La mia voce è appena un sussurro, devo essere impallidito.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black: passato, presente e...'
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Nota dell'autrice:

 

Al 12 di Grimmauld Place è arrivato il Natale. Siamo pronti per i festeggiamenti?

Apriamo il toto-regalo: cosa si saranno regalati i nostri?

 

 

Ritorno al passato

 

Capitolo 17

 

 

Remus è appena tornato e non sembra stare molto bene. È stanco, ha un vistoso taglio su una guancia ed il suo umore è più tetro che mai. Per fortuna si è stabilito a casa nostra per passare il Natale con noi.

«È andata così male?» Chiedo diretto, mentre siamo seduti entrambi davanti al fuoco scoppiettante del salotto.

«Temo di sì. Nessuno si è mostrato per nulla interessato alla nostra causa. Il Ministero li ha messi troppo in difficoltà negli ultimi tempi.» Risponde guardando le fiamme assorto.

«Lo sai che non intendevo questo Lunastorta.» Riprendo guardandolo serio. «Io mi riferivo a te... non hai esattamente un bell'aspetto.»

Lui scrolla le spalle, come a intendere che questo non sia importante.

«Ti sei già fatto dare un'occhiata da Elizabeth? Quel taglio sembra brutto.»

«Ieri sera sono riuscito a sfuggirle per un soffio, ma questa sera non credo che riuscirò ad evitarla.» Risponde con un sorriso tirato.

«Permettile di aiutarti Remus. Tu ne hai bisogno e... anche lei.» Lui mi guarda inarcando un sopracciglio con aria perplessa.

«Credo che in parte lei si senta in colpa per non aver capito prima la tua licantropia e per non averti potuto aiutare ai tempi della scuola.» Rispondo alla sua muta domanda.

«Non deve sentirsi in colpa. È sempre stata un'ottima amica con me. Semmai sono io che le ho nascosto una cosa così importante.» Asserisce scuotendo la testa.

«Sai cosa sta studiando? Sta cercando di perfezionare la pozione antilupo per rendere la trasformazione meno grave. È il suo modo per darti una mano.» So che Elizabeth non lo sta facendo solo per Remus, ma so anche che è lui il motivo principale per cui si impegna così tanto in questa ricerca.

«Se dovesse riuscirci, sarebbe... sarebbe splendido...» Risponde Remus con aria assorta.

Decido di risvegliarlo dai pensieri in cui sembra essersi rifugiato.

«Allora come va con Tonks?» Chiedo con tono allegro.

«Ecco. Ci siamo.» Risponde esalando un profondo sospiro, come se si aspettasse quell'attacco e si preparasse all'imminente battaglia.

«Oh sì. Ci siamo proprio vecchio mio. Avanti sputa il rospo. Cosa hai combinato?»

«Non ho combinato proprio nulla Sirius. Non c'è nulla da fare. Sono troppo vecchio, troppo povero e troppo pericoloso per lei. Per un po' ho creduto che potesse funzionare, ma poi mi sono reso conto che mi stavo solo illudendo. Non posso stare con lei e quindi non potevo far altro che chiudere questa storia prima che diventasse troppo seria.» Il tono grave, lo sguardo deciso. Sembra il ritratto della risolutezza.

«Oh beh, mi dispiace informarti che il tuo tempismo non è stato per nulla così impeccabile come credi.» Lo apostrofo incrociando le braccia al petto. «Prima di tutto Tonks ha già una cotta molto seria per te ed inoltre non sei stato nemmeno così chiaro nel chiudere nulla, visto che lei crede che tu non ti sia fatto più sentire solo perché eri troppo preso dalla tua missione.»

«Ma io non... lei non può tenere seriamente a me.» Balbetta vacillando per un momento.

«Io credo proprio di sì invece. Remus lei non vedeva l'ora che tu tornassi! Per tutto il tempo non ha fatto altro che passare da qui solo per sapere se avevi dato tue notizie.»

Per tutta risposta Remus si prende la testa tra le mani con aria sconsolata.

«Andiamo Remus! Tonks è perfetta per te. Se te la lasci scappare lo rimpiangerai per il resto dei tuoi giorni!» Affermo dandogli un'incoraggiante pacca sulla spalla.

«Di questo ne sono sicuro, così come sono certo che lei può avere di meglio. Non posso permettere che si leghi ad uno come me!»

«Non spetta a te questa decisione Rem. È un'adulta, può decidere da sola per se stessa.»

«Per l'amor del cielo da quando sei così saggio? Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio amico avventato e sconsiderato?» Chiede spazientito.

«A quanto pare Elizabeth è finalmente riuscita a mettermi un po' di sale in zucca!» Rispondo con una risata.

«A proposito di Elizabeth, come vanno le cose tra di voi?» Chiede Remus con un sorriso.

«Stai cercando di cambiare argomento Lunastorta?» Chiedo a mia volta guardandolo di traverso.

«Sì. E dovrai concedermelo, visto che come hai detto tu stesso non ho affatto un bell'aspetto. Mi hai torchiato a sufficienza per questa sera.»

Gli rivolgo una sguardo di traverso prima di decidermi a rispondergli. «Le cose vanno bene. Molto bene ad essere onesti.» Non posso trattenere un sorriso. «Forse siamo finalmente maturati entrambi o forse è stato il lungo periodo che abbiamo passato separati, ma ora siamo più legati di quanto non siamo mai stati. Io ho sempre un pessimo carattere, ma lei riesce a mitigarlo.»

«È bello sentirtelo dire.» Afferma con un sorriso sincero. «E poi era ora che tu maturassi un po'.»

«Sai è strano, ma non eravamo così affiatati fisicamente nemmeno a vent'anni. È incredibile...»

«Sirius non mi stai veramente parlando di... questo!» Esclama Remus.

«Perché no? Con chi altro potrei parlarne?» Chiedo. «Dopo Azkaban non credevo... beh non credevo nemmeno più di poterci riuscire. Intendo proprio da un punto di vista fisico. Mi sembrava che certi istinti fossero morti e sepolti. E invece... tutto è stato così spontaneo...»

Remus mi guarda sorridendo. «Sono felice per voi. E per te in particolare. Ti meriti di essere felice.»

«Lo meriti anche tu Remus e dovresti solo concedertelo.»

«Non ricominciare!» Sbuffa lui spazientito.

«E comunque dopo che io ti ho fatto questo tipo di confessioni mi aspettavo che tu ricambiassi.»

«Che vuoi dire?» Chiede lui già pronto a mettersi sulla difensiva.

«Beh, com'è la mia cuginetta a letto?»

«Mi rimangio tutto quello che ho detto prima! Maturato un corno! Sei sempre il solito idiota! Vado in camera mia!» Sbraita adirato.

«No aspetta Remus!» Mi affretto a trattenerlo. «Ho bisogno che tu mi faccia un favore. Dovresti comprare il mio regalo di Natale per Elizabeth. Io purtroppo non posso uscire...»

Booom

Un boato scuote la casa, facendola tremare dalle fondamenta. I vetri delle finestre vibrano e il lampadario oscilla pericolosamente dal soffitto.

Uno sbuffo di fumo bianco erutta dalla tromba delle scale che scendono al laboratorio.

«Elizabeth!» Grido realizzando cosa sia successo e correndo a perdifiato giù per le scale. Remus mi segue da vicino e il rumore di passi alle nostre spalle indica che anche i ragazzi hanno sentito e stanno scendendo a vedere cosa sia successo.

Merlino ti prego! Non può essere...

Quando raggiungo il laboratorio un denso fumo bianco satura l'aria e non riesco a vedere nulla.

«Elizabeth!» Chiamo ancora nella speranza che mi risponda. «Elizabeth!»

Mentre avanzo a tentoni, intravedo una sagoma che barcolla verso di me. La afferro appena in tempo, prima che crolli tra le mie braccia. Con l'aiuto di Remus la portiamo rapidamente fuori dal laboratorio, mentre i ragazzi ci raggiungono.

«Cosa è successo? Sta bene?» Chiede Harry preoccupato.

Non riesco a rispondere nulla, perché non ho idea di come possa stare. Il fumo mi brucia ancora negli occhi e non sono riuscito a vedere molto.

La adagiamo sul divano del salotto e allora mi rendo conto che Elizabeth non è cosciente. Ha dei graffi sul viso, una profonda ferita al braccio destro e del sangue che le cola su una tempia.

«Elizabeth, mi senti? Elizabeth!» Urlo scuotendola, ma lei non da alcun segno di riprendersi. Sono terrorizzato adesso.

«Molly! Molly!» Chiama Remus in cerca di aiuto.

Lei arriva prontamente, deve aver sentito l'esplosione. «Santo cielo, cosa è stato?» Chiede agitata. Poi vede Elizabeth, e rapidamente recupera il controllo. «Dobbiamo bendare quel braccio, sta sanguinando.» Afferma in tono pratico affrettandosi ad evocare delle bende con un tocco della bacchetta. Io sono pietrificato, non so cosa fare. Mi sento solo d'intralcio, così faccio un passo indietro e la lascio lavorare, mentre io non riesco a staccare gli occhi dal volto pallido di Elizabeth. Harry mi si avvicina ed io gli passo un braccio intorno alle spalle, non so nemmeno se per tranquillizzarlo o se per trarne conforto a mia volta.

Appena finito di medicare le ferite più evidenti, Molly si volta a guardare Remus. «Dobbiamo portarla al San Mungo. Io non posso fare più di così.»

Remus annuisce.

«Va bene andiamo!» Esclamo preparandomi a sollevare Elizabeth ed a smaterializzarmi con lei.

«No Sirius!» Grida Remus. «Vuoi farti arrestare? La portiamo noi, tu resta con i ragazzi.»

«Remus ha ragione, andiamo noi.» Annuisce Molly.

«Non se ne parla! Io non la lascio!» Urlo in tono disperato. Beth ha bisogno di me adesso. Non servo a nulla se resto qui.

«Sirius sii ragionevole per favore! Lo sai che non puoi venire. Ti prometto che ti terremo informato. Ti prego...» Cerca di convincermi Remus.

«Sì Sirius, è la cosa migliore. Lascia che vadano loro.» Conferma Harry.

«Dannazione!» Sbotto adirato. Detesto questa situazione! Non ne posso più! Di fronte ai loro sguardi seri so di non avere speranze e non possiamo perdere altro tempo in chiacchiere. «Va bene allora!» grido controvoglia. «Ma muovetevi, fate presto! E tenetemi informato. Scrivete ogni cinque minuti!»

Aiuto Remus e Molly a sollevare Elizabeth ed a passarsi le sue braccia sulle spalle. Con un po' di difficoltà riescono ad entrare nel caminetto e ad usare la polvere volante. Posso solo rivolgere un ultimo sguardo ad Elizabeth, prima che scompaia in un vortice di fuliggine.

Sono già spariti da un po', ma sono rimasto ad osservare il punto esatto in cui l'ho vista sparire senza riuscire a muovermi.

«Andrà tutto bene.» Mormora Harry accanto a me.

«Certo! Lei starà bene!» Affermo cercando di avere un tono deciso, ma vengo tradito da un tremolio nella mia a voce.

Prendo una sedia e la sistemo accanto al caminetto. Non ho alcuna intenzione di muovermi da qui fino a quando non avrò avuto sue notizie.

 

 

***

 

 

Apro gli occhi, rendendomi conto che un mal di testa lancinante mi sta spaccando il cranio in due. Mi guardo intorno e non riesco a capire... dove sono? Al San Mungo? Mi sono addormentata durante un turno di notte? Eppure... mi sembrava di essere a casa... come sono arrivata qui? Merlino perché mi fa male tutto?

«Liz sei sveglia! Grazie al cielo!» Esclama una voce familiare alla mia destra. Mi volto e vedo Remus, seduto accanto al letto che mi sorride.

«Vado a chiamare un guaritore e... a mandare subito un messaggio a casa.» Esclama Molly prima di uscire rapidamente dalla stanza.

«Cosa è successo?» Chiedo cercando di mettermi a sedere nel letto.

«Non muoverti, resta giù.» Dice lui spingendomi dolcemente verso il materasso. «C'è stata un'esplosione nel laboratorio. Sei ferita e avevi perso conoscenza così ti abbiamo portata in ospedale.»

«Oh...» Mormoro cercando di ricollegare i miei ricordi. «Remus passami la mia cartella per favore.» Chiedo indicando il fondo del letto dove di solito vengono appese le cartelle cliniche.

«Non puoi lasciar fare ad un altro guaritore almeno per questa volta?»

«Voglio solo vedere che cosa ho...» rispondo con aria supplichevole.

Con un sospiro sconsolato Remus mi passa la mia cartella clinica.

A quanto pare non è andata poi così male. Ho dei tagli sparsi sul viso ed uno più profondo al braccio, probabilmente causati dai vetri delle provette e degli alambicchi che si devono essere rotti con l'esplosione. Ho una ferita alla testa, forse compatibile con una caduta. Devo essere stata sbalzata indietro dall'onda d'urto dell'esplosione. Beh questo giustifica i dolori lancinanti alla testa e la sensazione che una mandria di ippogrifi mi abbia passeggiato sopra.

«Buona sera Elizabeth.» Esclama Giulius Crow entrando nella stanza. È un mio collega ed è un buon guaritore. Se si è occupato lui di me posso stare tranquilla. «Come ti senti?» Chiede osservandomi attento.

«Stordita, dolorante e... ho un terribile ronzio all'orecchio destro.»

«Fammi dare un'occhiata.» Mormora chinandosi a guardare il mio orecchio, dopo aver appellato un otoscopio. «Il timpano è danneggiato, ma possiamo rimetterlo a posto.» Sentenzia con voce sicura. «Vuoi una pozione per dormire un po'? Almeno non sentirai il dolore.»

La proposta è molto allettante ma improvvisamente un pensiero mi attraversa la mente. «Da quanto sono qui?» Chiedo a Remus.

«Credo quattro o cinque ore. Perché?» Chiede lui guardandomi perplesso.

«Tartufo starà dando di matto!» Esclamo con uno sguardo molto eloquente a Remus e tirandomi a sedere sul letto con qualche difficoltà.

«Chi è tartufo?» Chiede Giulius incuriosito.

«Tartufo... è...» Oh Merlino... speravo non ci desse peso.

«Il suo cane!» Risponde prontamente Remus per me.

«Oh non preoccuparti Elizabeth. Faccio io un salto a casa tua, ok?» Propone Molly.

«No, no. È meglio se vado io a casa.» E per tutta risposta cerco di alzarmi dal letto, anche se devo ammettere che la testa mi gira parecchio.

«Elizabeth credo che sarebbe meglio se per questa notte restassi qui sotto osservazione. Hai preso una bella botta...» Suggerisce Giulius.

«Forse sarebbe meglio Liz.» Remus mi guarda serio, ma quando gli porgo una mano perché mi aiuti ad alzarmi non si tira indietro. Una volta in piedi mi appoggio alla sua spalla e con quella scusa mi avvicino al suo orecchio. «Starà impazzendo a casa, lo sappiamo entrambi!» Poi mi volto verso Giulius e riprendo. «Prometto di riposarmi e di fare la brava. Se dovesse comparire qualsiasi sintomo sospetto tornerò immediatamente qui.»

Lui non sembra particolarmente convinto, ma non pone ulteriore resistenza.

Sorretta da Remus, varco l'ingresso di Grimmauld Place mentre Molly ci precede in salotto.

«Molly, quale parte di “scrivetemi ogni cinque minuti” non era chiara?» Chiede Sirius urlando appena lei varca la soglia, ma poi mi vede entrare a mia volta nel salotto e si affretta a raggiungermi. «Beth come stai?» Chiede guardandomi preoccupato.

«Ti hanno già dimessa?» Chiede Harry osservando il mio braccio fasciato.

«Sono stata meglio, ma non è nulla di grave. Sono uscita di mia volontà, starò benissimo.» Rispondo sorridendogli.

«Cosa hai fatto? Remus come hai potuto permetterglielo?» Chiede Sirius guardandolo con aria ferita.

«Siete uno più testardo dell'altro! Quando mai si riesce a farvi cambiare idea?» Sbuffa lui spazientito.

«Adesso torni subito in ospedale e ci resti fino a quando sarà necessario!» Sbotta Sirius.

«Non ce n'è alcun bisogno.» Rispondo prontamente. «Mi hanno già rimessa in sesto. Adesso devo solo riposare e prendere delle pozioni che posso tranquillamente prescrivermi da sola.» Cerco di sorridergli nonostante il dolore lancinante che mi sta martellando la testa. Non voglio che si preoccupi.

«Ne sei assolutamente sicura?» Chiede Sirius osservandomi serio.

«Certo. Questo è l'unico posto dove voglio stare.» Rispondo decisa.

Sono passati due giorni e ancora non riesco a capire come io possa aver causato quell'esplosione. In teoria non doveva accadere. Sepolta tra i cuscini del divano nel pomeriggio della vigilia di Natale, continuo a ripercorrere i miei appunti senza venirne a capo.

All'altro lato del divano Arthur Weasley, appena dimesso anche lui dall'ospedale, si gode la convalescenza circondato dalla sua famiglia.

Sirius si è spaventato a morte per il mio piccolo incidente e continua ad insistere che mi riposi e non faccia sforzi. Io ormai sto benissimo, se si sorvola sul fatto che sento ancora un piccolo ronzio all'orecchio e che a volte ho qualche capogiro.

«Come ti senti?» Chiede Tonks sedendosi nella poltrona davanti a me.

«Sto bene. È stato più lo spavento che altro.»

«Ma come è successo? Hai sbagliato qualcosa o è stata una reazione imprevista?» Chiede lei curiosa.

«In realtà non ne ho idea. Non sarebbe dovuto accadere. Gli ingredienti che stavo usando non giustificano nulla di simile.» Rispondo indicandole la pergamena che stavo ricontrollando.

«Non sperare che io ci capisca qualcosa. Sono sempre stata negata in pozioni. Ai M.A.G.O. ho preso il minimo indispensabile per poter frequentare il corso auror.» Risponde lei scrollando le spalle.

«Senti, hai parlato con Remus poi?» Chiedo cambiando argomento e abbassando la voce per non farmi sentire dal diretto interessato seduto poco distante a chiacchierare con Sirius.

«No...» risponde lei con aria sconsolata. «È sempre in compagnia, non riesco mai a trovarlo da solo. Sembra una congiura!»

Oppure è solo quel testone di Remus che tenta di evitarla...

«Tonks non mollare con lui! È testardo, ma sono sicura che se insisti prima o poi cederà.»

«Dovrei prenderlo per sfinimento?» Chiede lei perplessa.

«Qualcosa del genere...» Rispondo abbozzando un sorriso. «Quando si convince di qualcosa è difficile fargli cambiare idea. Bisognerà lasciargli il tempo di sbattere la testa da solo sui suoi errori.»

«Tutti maledettamente testardi voi grifondoro!» Sbuffa lei spazientita.

«Temo di sì.» Ammetto scrollando le spalle. «Ma tu... pensi di voler aspettare che Remus riesca a superare le sue riserve? O forse ti stai stancando di questo tira e molla?» La mia paura è che Tonks alla fine possa convincersi che non valga la pena di darsi tanto da fare per qualcuno che continua a tenerla a distanza.

«Io... credo di non avere scelta.» Mormora arrossendo. «Non penso di essere più capace di togliermelo dalla testa.»

Mi scappa un sorriso, Tonks è cotta a puntino.

«Vado a vedere se Molly e Kreacher hanno bisogno di aiuto in cucina.» Esordisce avviandosi baldanzosa nella stanza accanto. Credo che Molly la rispedirà indietro in men che non si dica.

Recupero la pergamena con i miei appunti sulla formula della pozione e inizio a ricontrollare i passaggi che stavo eseguendo subito prima che il composto esplodesse, ma presto vengo interrotta da Harry che mi porta una tazza di caffè e si siede accanto a me sul divano.

«Vuoi lavorare alla tua ricerca anche oggi? È la vigilia di Natale...» Riprende lui, osservando la pergamena che stavo rileggendo per la millesima volta.

«Ti ha mandato Sirius perché ha paura che mi stanchi troppo?» Chiedo sospettosa.

«No, no! Io...» Si affretta a negare lui.

«Ok, ok. Basta lavoro, hai ragione!» Dico mettendo prontamente da parte i miei appunti. «Allora, cosa vogliamo fare? C'è qualche tradizione natalizia che ti piace onorare?» Chiedo interessata.

«Non saprei... il Natale dai Dursley non era poi tanto diverso da qualsiasi altro giorno per me e da quando sono ad Hogwarts è la prima volta che non trascorro le feste a scuola.»

«Una volta passavamo il Natale tutti insieme a Godric's Hollow. Tua madre adorava il Natale: iniziava ad addobbare la casa con un mese di anticipo! Il giorno della vigilia lo passavamo a mangiare dolci e a cantare i canti di Natale, facendo a gara a chi stonava di più!» Non posso non sorridere ripensando a quei tempi, ma guardandomi intorno devo ammettere che nonostante la nostalgia per i nostri amici perduti, anche il presente non è così tetro come si poteva pensare. Questo Natale sarà speciale. «Poi aspettavamo la mezzanotte per scambiarci i regali giocando a Bridge.»

«Ma è un gioco babbano.» Esclama Harry sorpreso.

Annuisco. «Io e tua madre lo avevamo insegnato anche agli altri. Facevamo dei tornei a squadre. Puoi immaginare che si trasformavano in una vera e propria lotta, considerando quanto siamo sempre stati competitivi tutti quanti.»

Harry sorride, credo che non abbia difficoltà ad immaginare qualche scena sulla base di quello che gli ho appena descritto.

«Tu venivi di volta in volta reclamato come mascotte dell'una o dell'altra squadra. Tuo padre a volte era un po' superstizioso: non faceva che ripetere “Vinciamo solo quando Harry è in braccio allo zio Sirius!”» Dico in una buona imitazione della voce di James.

«Lo zio Sirius...» Mormora Harry osservandomi.

«Beh... sì. Quando ti parlavano, i tuoi genitori si riferivano a noi come allo zio Sirius e alla zia Liz.» Spiego arruffandogli i capelli.

«Allora forse potremmo giocare a bridge questa sera.» Propone Harry.

«Ti avverto: un torneo di bridge con noi è una guerra vera e propria!Chi perde deve pagare pegno e la squadra vincitrice sceglie la penitenza. Sicuro di voler rischiare?» Chiedo con un sorriso sghembo.

«Assolutamente!» Risponde sorridendo.

«Sirius, Remus! Siamo stati sfidati! Harry vuole fare un torneo di Bridge!» Esclamo a voce più alta per farmi sentire dai diretti interessati che stanno chiacchierando davanti al caminetto. Sirius mi rivolge uno sguardo profondo. So che probabilmente sta pensando all'ultima volta in cui abbiamo giocato a carte con James e Lily.

«E guerra sia!» Risponde poi sorridendo. «Io faccio coppia con Harry però! Beth tu puoi avere questo musone di Lunastorta!»

«Vi stracceremo! Avete già perso!» Risponde Remus riservando uno sguardo in tralice a Sirius.

«Mi dispiace Harry, ti è toccato il compagno di squadra peggiore in assoluto!» Ridacchio facendo l'occhiolino al mio figlioccio.

«Oh io non credo zia Liz. Io e lo zio Sirius vi faremo a pezzi!» Ribatte Harry entrando perfettamente nello spirito della competizione, ma lasciando me e Sirius praticamente senza parole.

Siamo così rumorosi mentre giochiamo che in breve il resto dei presenti si è radunato intorno al tavolo ad osservare la partita. Arthur continua a chiedere ammirato informazioni sulle regole del gioco: anche il bridge, come qualsiasi altra cosa di origine babbana per lui è assolutamente affascinante. I ragazzi Weasley ed Hermione si sono divisi nel fare il tifo per le due squadre ed anche Tonks e Moody, che passeranno il Natale con noi, si sono seduti intorno al tavolo, godendosi lo spettacolo.

La prima partita la vinciamo io e Remus e come penitenza obblighiamo Sirius ed Harry a cantare Jingle Bells davanti a tutti. Harry non è esattamente entusiasta, ma si lascia trascinare da Sirius che canta con eccessivo trasporto fingendo di farmi una serenata.

La seconda partita la vincono Harry e Sirius e dopo aver confabulato un po' tra di loro per decidere, proclamano la nostra penitenza.

«Dovete ballare.» Esordisce Harry.

«Vediamo...» mormora Sirius come pensando tra se e se. Fa partire un vecchio giradischi e le note di Last Christmas si diffondono nella stanza. «Allora, Elizabeth deve ovviamente ballare con me, mi rifiuto di cedere questo onore a chiunque altro e Remus...» Si guarda intorno pensieroso.

«Io direi con Tonks.» Propone Harry con un sorriso furbetto.

Remus rivolge un'occhiataccia a Sirius, che ovviamente è l'artefice di tutto, ma senza farsi pregare si alza e si avvicina a Tonks porgendole la mano con un perfetto piccolo inchino.

Appena iniziamo a ballare, Sirius mormora nel mio orecchio. «Hai raccontato ad Harry della nostra tradizione natalizia del bridge?»

«Sì. Ti dispiace?» Chiedo sperando di non aver rivangato ricordi troppo dolorosi.

«No, hai fatto bene.» Risponde con un sorriso. «Ci ha chiamati zio e zia...»

«Lo so... mi è quasi preso un colpo.» Ammetto sorridendo a mia volta.

«Già... spero che diventi un'abitudine. Zio Sirius suona benissimo.» Ridacchia stringendomi a se.

Mentre ballo abbracciata a Sirius non riesco a non sbirciare Remus e Tonks. Lei non è molto coordinata, quindi più che ballare direi che barcollano ondeggiando un po', ma Remus non sembra farci troppo caso.

«Bella idea tesoro...» Mormoro vicina al suo orecchio. «Forse possiamo dargli un ulteriore aiuto...» Senza dare nell'occhio, appello il rametto di vischio che abbiamo appeso alla porta della cucina per fare in modo che si posizioni proprio sopra le loro teste.

«Oh, ragazzi siete sotto il vischio!» Esclama Sirius prontamente.

Remus gli ha rifilato una tale occhiata che credo avrebbe voluto incenerirlo. Comunque dopo un primo momento di smarrimento non si fa pregare ulteriormente e deposita un rapido e casto bacio sulle labbra di Tonks, i cui capelli virano rapidamente dal blu notte al rosso acceso. C'è stato qualche fischio di approvazione ed un piccolo applauso da parte dei ragazzi.

«Oh santo cielo Remus! Ma ti sembra un bacio quello?» Esclama Sirius sbuffando. «Devo proprio insegnarti tutto!» E come se nulla fosse mi fa piegare all'indietro come per eseguire un casquè e mi bacia appassionatamente. Non posso non arrossire. Questa volta l'applauso e i fischi sono stati molto più decisi. A giudicare da come lo sta guardando, credo che Remus lo ucciderà appena ne avrà l'occasione!

«Se avete finito di fare tutto questo baccano la cena è pronta!» Annuncia Molly rimproverandoci bonariamente.

 

 

***

 

 

Mentre il resto della comitiva inizia a prendere posto a tavola, trattengo un momento Elizabeth.

«Beth... sei felice qui?» Chiedo osservandola serio.

«Certo!» Risponde sorridendo decisa. «Perché me lo chiedi? Non si nota?»

«Sì... credo di sì...volevo solo esserne sicuro.» Mormoro quasi tra me. «Non credo che questa sia esattamente la vita che avevi sempre sognato. Io sono ancora inchiodato qui e...»

«Tesoro, questa storia del galeotto ricercato sta diventando quasi altrettanto noiosa di quella del ”troppo vecchio, troppo povero e troppo licantropo” di Remus.» Dice inarcando un sopracciglio. «Stai tranquillo. Io sono molto felice con te.»

Bene, io lo speravo ma mi serviva questa piccola conferma prima di agire...

Dopo la cena il resto della serata trascorre più tranquillamente, fatta eccezione per il rametto di vischio che si sposta in continuazione sul soffitto costringendo diverse coppie improbabili a scambiarsi dei baci. Credo che siano stati i gemelli ad incantarlo. Così abbiamo avuto un bacio affettuoso tra Molly ed Arthur, uno molto divertente tra Ron e Kreacher che si era avvicinato per portare da bere, ed uno assolutamente esilarante tra Moody e me.

Siamo tutti assorti nel racconto di uno degli scherzi di Fred e George, quando la pendola del salotto batte i dodici rintocchi della mezzanotte.

«Buon Natale a tutti!» Esclamo alzando il mio bicchiere e proponendo un brindisi.

«Forza gente: è l'ora dell'assalto ai regali!» Grida Ron lanciandosi verso i pacchetti deposti ai piedi dell'albero.

Per prima cosa decidiamo di dare ad Harry il nostro regalo. Gli abbiamo preso una raccolta di volumi sugli incantesimi difensivi e le loro applicazioni pratiche.

«Oh grazie! Saranno ottimi per le prossime riunioni dell'ES!» mormora lui piano per non farsi sentire da Molly.

A Remus abbiamo preso un nuovo completo di velluto a coste marrone. Gli sta benissimo ed è esattamente nel suo stile.

Sono quasi pronto a dare il mio regalo ad Elizabeth, aspetto solo che cali un po' il trambusto generale, quando lei mi precede.

«Questo è per te.» Dice porgendomi una piccola scatolina blu. Allungo la mano per prenderla quando lei improvvisamente la ritrae. «Però devi promettermi di non farmene pentire! Promettimi che... aspetterai tempi migliori prima di usarla.»

«D'accordo.» Rispondo perplesso. Non capisco cosa possa essere...

Prendo la scatolina che Elizabeth mi sta porgendo e aprendola ci trovo una chiave con un portachiavi di cuoio. Me la sto rigirando tra le mani cercando di capire di cosa si tratti quando Elizabeth si affretta ad aprire la porta che da sul cortile sul retro.

«Kreacher adesso.» Esclama lei sorridendo.

Kreacher schiocca le dita e quella che sembrava una catasta di sacchi della spazzatura scompare, lasciando il posto ad una Harley-Davidson con le cromature tirate a lucido.

«Non ci credo!» Esclamo sorpreso.

«È solo una moto babbana, non vola e non ha nessun incantesimo sopra, ma ho pensato che ti sarebbe piaciuto modificarla personalmente.» Risponde lei. «Ti piace?» Chiede osservandomi.

«Stai scherzando? La adoro!» Esclamo girando intorno alla moto per poterla guardare meglio. «La smonterò pezzo per pezzo per incantare il motore per farla volare. Ci vorranno anche degli incantesimi di invisibilità.»

«Solo mi dispiace che tu debba aspettare per poterla usare... ma speriamo che presto le cose cambino.» Risponde lei rivolgendomi uno sguardo profondo.

«A proposito di cose per cui bisognerà aspettare...» Mormoro frugando nella mia tasca per recuperare la scatolina con il regalo di Elizabeth. «Beth, ti amo... praticamente da tutta la vita. Sei tutto ciò che desidero. So che a volte ti faccio disperare con il mio caratteraccio e ho commesso un sacco di errori. Il più grande è stato quello di lasciarti. Ma adesso voglio rimediare. Voglio passare con te il resto della mia vita, non permetterò a nulla di mettersi tra di noi. Quindi...» Apro la scatolina rivelando l'anello al suo interno e mi inginocchio davanti a lei che mi sta guardando a bocca aperta stupita. «Elizabeth vuoi sposarmi? Appena sarà possibile ovviamente...» Ho il cuore che mi martella nel petto mentre lei resta immobile ad osservarmi.

«Dici davvero? Non stai scherzando?» Chiede lei senza fiato.

«Non sono mai stato più serio in vita mia.» Se non mi dice subito di sì credo che potrei morire...

«Sì! Certo che sì!» Esclama con le lacrime agli occhi.

Mi rialzo in piedi e le infilo l'anello al dito che fortunatamente calza perfetto. Mi affretto a baciarla mentre alle nostre spalle sento un piccolo applauso. Non credo di essere mai stato più felice in vita mia.

Le prime congratulazioni che riceviamo sono quelle di Harry che corre ad abbracciarci felice. «Congratulazioni! Sono così felice per voi!»

«Ben fatto Sirius!» Si congratula Molly.

«Congratulazioni ragazzi!» Sento dire ad Arthur.

«Finalmente ce l'hai fatta felpato! Era ora!» Esclama Remus abbracciandomi.

Elizabeth è circondata da Ginny, Hermione e Tonks che vogliono vedere l'anello e lei continua a sorridere con lo sguardo che rimbalza tra me e loro. Vorrei solo poterla sposare questa sera stessa, ma troveremo un modo, presto. Molto presto.

 

 

 

Nota dell'autrice:

 

Spero che il finale del capitolo non sia eccessivamente zuccheroso. Ma un po' di dolcezza ci voleva a questo punto della storia. Che ne dite?

Avevate indovinato i regali?

  
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