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Autore: fairyelly83    20/04/2022    3 recensioni
Quanto coraggio serve per tornare indietro ed affrontare il proprio passato? Può questo essere un nuovo inizio per una strega che non ha più niente da perdere.
Sirius Black non ha un rapporto semplice con il suo passato. Ma quello con il suo presente forse è ancora peggio. Riuscirà a scacciare i fantasmi e a fare i conti con i suoi sensi di colpa?
Dal capitolo 1
Mi raddrizzo un po’ sulla sedia e lo faccio. Glielo chiedo. Gli chiedo l’unica cosa che realmente voglio
sapere.
«Remus hai più avuto notizie di Elizabeth? Sai che fine abbia fatto?» Chiedo con studiata noncuranza,
come se fosse una domanda qualsiasi, come se non fosse la cosa che più mi sta a cuore.
Remus si agita un po’ sul divano, prende un respiro prima di parlare. Brutto segno.
«Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto. L’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la morte di Lily
e James. Lei... era sconvolta. Continuava a sostenere che potevi essere il peggior bastardo sulla faccia
della terra, ma che non avresti mai tradito i tuoi amici.»
«Mi credeva innocente?» La mia voce è appena un sussurro, devo essere impallidito.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black: passato, presente e...'
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Nota dell'autrice:

 

Ci siamo. Per chiunque ami il personaggio di Sirius Black, la battaglia dell'ufficio misteri è sempre un tasto molto, molto dolente.

Non sono brava a descrivere le scene di azione, ma cercherò di fare del mio meglio.

Pronti i fazzoletti? Partiamo...

 

 

Ritorno al passato

 

Capitolo 19

 

 

«Kreacher spiegati meglio, cosa ha detto di preciso Harry.» Chiedo accigliato. Sto sudando freddo.

«Ha detto che aveva visto che Voi-sapete-chi aveva preso il padrone e lo stava torturando alla sezione misteri del Ministero per obbligarlo a prendere qualcosa e che se nessuno fosse andato ad aiutarlo, lo avrebbe ucciso.»

Rivolgo uno sguardo preoccupato a Remus che come me sta osservando Kreacher pensieroso.

«E tu cosa gli hai risposto?» Chiede Elizabeth preoccupata.

«Nulla padrona, Kreacher non ha avuto tempo di rispondere. Harry Potter è sparito.» Risponde l'elfo in tono piagnucoloso.

«È una trappola! Voldemort ha cercato di attirarlo al Ministero.» Affermo deciso. Remus annuisce a confermare i miei timori.

«Dobbiamo avvisare Silente. Subito!» Elizabeth si procura subito penna e pergamena e si mette a scrivere un messaggio per il preside.

«Meglio allertare anche il resto dell'ordine. Potrebbero servire tutte le bacchette disponibili.» Afferma Remus avvicinandosi al caminetto per usare la rete della metropolvere.

Sono preoccupato per Harry. Spero che non si muova dalla scuola, ma vorrei poterlo sapere con certezza. Continuo a camminare su e giù per la stanza, cercando di allentare la tensione.

Io ed Elizabeth siamo stati interrotti, ma forse è meglio così. Preferisco preoccuparmi di una cosa alla volta. Adesso dobbiamo assicurarci che Harry non sia in pericolo, poi torneremo sull'argomento e... qualsiasi cosa sia voglio saperla. Vederla così distante mi sta uccidendo.

«Sirius! Pronipote dove sei?» Grida il ritratto del mio prozio Phineas, ex preside di Hogwarts. Deve avere un messaggio dalla scuola, quindi mi affretto al piano di sopra.

«Eccomi! Che succede?» Chiedo raggiungendolo trafelato.

«Mi manda Piton. Dice che Harry Potter non è più a scuola, bisogna avvisare Silente.»

Sento il sangue gelarmisi nelle vene. È esattamente quello che non doveva accadere!

Torno rapidamente in salotto, dove Malocchio Moody si sta già facendo spiegare la situazione da Remus, proprio mentre Tonks esce dal caminetto con uno sbuffo di fuliggine. Rivolge un rapido sguardo addolorato a Remus che la saluta appena con un cenno del capo. Poi la sua determinazione da auror ha la meglio e chiede rapidamente aggiornamenti ad Elizabeth.

«Piton ha mandato un messaggio. Harry non è più a scuola.» Avviso gli altri con tono glaciale.

Sento Elizabeth emettere un piccolo gemito soffocato. La capisco perfettamente, sono preoccupato anche io.

«Allora è meglio se andiamo subito al Ministero.» Conclude Moody. «Silente ci raggiungerà lì.» Dice apprestandosi ad entrare nel caminetto per usare la polvere volante.

«Sì meglio se andiamo subito.» Confermo a mia volta.

«Sirius...» Inizia Remus in tono conciliante. «Forse tu potresti restare e...»

«Fiato sprecato Remus. Non resterò qui con le mani in mano mentre Harry è in pericolo.» Non mi sono voltato a guardare Elizabeth mentre parlavo, ma sono comunque pronto a sentire un rimprovero provenire dalla sua direzione.

«Su muoviamoci! Non è il caso di perdere altro tempo!» Esclama lei invece, lasciandomi stupefatto.

«Elizabeth vuoi venire anche tu?» Chiedo preoccupato.

«Non starò certo qui a non fare nulla, mentre Harry e voi tutti rischiate la vita!» Esclama lei decisa.

«Liz, forse non è il caso...» Dice Remus guardandola seriamente, ma lei non lo lascia parlare.

«Non intendo buttarmi nella mischia. Mi occuperò di Harry e un guaritore sul campo potrebbe tornare utile.» E senza darci il tempo di proferire parola entra nel caminetto e con un pizzico di polvere volante pronuncia l'indirizzo del Ministero.

 

 

 

***

 

 

La stanza della morte. Questo posto mi mette i brividi. I bisbigli che trapelano da dietro il velo che ondeggia, come sospinto da una brezza inesistente, mi gelano il sangue.

Capisco perfettamente perché Sirius sia voluto venire, anche se per lui entrare al Ministero equivale quasi a consegnarsi a chi vuole arrestarlo. Non sarebbe stato possibile restare a casa con le mani in mano mentre Harry è in pericolo. Questo vale tanto per lui quanto per me.

So perfettamente che nonostante gli allenamenti con Sirius non sono all'altezza della situazione in cui ci troviamo. Sarei un'incosciente se mettessi in pericolo me ed il bambino cercando di duellare con un mangiamorte. Tutto quello che devo fare è cercare di restare fuori dalla mischia, trovare Harry e portarlo via da qui.

Ovviamente non è esattamente un'impresa facile. Mentre tutto intorno a me infuria la battaglia e incantesimi vaganti rimbalzano nella stanza, io cerco di raggiungere Harry senza dare troppo nell'occhio. Lui sta sorreggendo Neville cercando di guadagnare l'uscita. Li raggiungo appena in tempo per lanciare un incantesimo scudo che ci protegga tutti e tre da una maledizione che ha mancato per un soffio Moody e che stava per colpire Neville alla schiena.

«Come state?» Chiedo guardandoli preoccupata, mentre li tiro al riparo dietro una gradinata.

«Zia Liz... Neville deve aver il naso rotto. Io sto bene» Afferma Harry tranquillizzandomi almeno un po'. «Io credevo che zio Sirius...» balbetta a disagio.

«Lo so. Ne parliamo dopo.» Lo interrompo. Lancio un incantesimo al naso di Neville che almeno smette di sanguinare. «Adesso vi porto fuori di qui e al sicuro. Dobbiamo raggiungere gli ascensori.»

«Prima dobbiamo trovare gli altri! Non possiamo lasciarli qui!» Esclama Harry.

«Gli altri?» Chiedo preoccupata.

«Hermione, Ron, Ginny e Luna.» Mormora Harry senza guardarmi.

Non ci posso credere. Sei ragazzini sono scappati da scuola per affrontare Voldemort e una banda di mangiamorte. Non so se dargli degli idioti o ammirarli per il loro coraggio.

Non è stato semplice riuscire a radunare tutti i ragazzi e rimetterli in sesto quel tanto che basta per poter camminare. Le condizioni di Ron ed Hermione vanno oltre quello che posso fare qui. Non sono seriamente in pericolo, ma hanno bisogno di cure avanzate. Dovranno andare al San Mungo appena possibile.

«Ok ragazzi. Da quella parte.» Dico aprendo la fila per fare loro da scudo. «Raggiungiamo gli ascensori, poi userete la metropolvere per tornare a scuola.» Mi sembra il posto più sicuro in cui poterli mandare al momento.

Avanziamo a fatica, sia perché Ron ed Hermione devono essere sorretti dagli altri, sia perché cerchiamo di restare al riparo il più possibile. Abbiamo dovuto affrontare Dolohov, che si è reso conto che stavamo cercando di scappare e ci si è parato davanti. Harry è stato rapido con la bacchetta e mentre il mangiamorte era impegnato a parare il suo expelliarmus il mio schiantesimo è potuto andare a segno.

Siamo quasi a metà del percorso, quando la voce di Sirius richiama la mia attenzione.

«Andiamo cugina, puoi fare di meglio!» Esclama con un ghigno.

Sempre il solito! Non c'è alcun bisogno di provocare Bellatrix Lestrange! È già abbastanza pericolosa così. Mi volto appena ad osservarli e quello che vedo non mi piace. Mentre stanno duellando, Bellatrix lo sta lentamente spingendo verso il velo. Sirius gli da le spalle, potrebbe non essersene accorto.

Istintivamente, prima ancora di rendermene conto mi muovo verso di lui. Vedo Bellatrix lanciare un'occhiata all'arco, come a calcolare la traiettoria e allora capisco. So cosa vuole fare. Non ho il tempo di formulare pensieri coerenti. Sirius! Devo raggiungerlo! Faccio l'unica cosa che mi sembra di avere il tempo di fare: mi lancio verso di lui spingendolo con tutte le mie forze via dalla traiettoria.

Sento lo schiantesimo di Bellatrix sbalzarmi all'indietro, un dolore lancinante, poi è il buio.

 

 

***

 

 

Qualcosa mi ha travolto spingendomi giù dal piedistallo che sostiene l'arco. Sono leggermente stordito, ho fatto un bel volo...

Bellatrix ha perso la bacchetta e sta scappando, quindi nonostante la caduta il mio expelliarmus deve essere andato a segno.

«Elizabeth! Elizabeth!» L'urlo disperato di Harry mi gela il sangue nelle vene. Cosa... no! Merlino ti prego no!

Mi guardo intorno cercando di capire dove sia e cosa sia successo.

Elizabeth è accasciata contro la colonna dell'arco, il velo ondeggia appena dietro le sue spalle, troppo vicino!

Salgo i gradini due a due cercando di raggiungerla il più in fretta possibile. Deve essere stata lei. Deve avermi spinto lei. Se non lo avesse fatto sarei morto adesso! E se fosse caduta pochi centimetri più in là adesso sarebbe lei a non essere qui.

«Elizabeth!» La afferro e la allontano rapidamente dal velo. Ha gli occhi chiusi e del sangue le cola su una tempia. Merlino...

«Beth... Beth ti prego...» Mormoro completamente sopraffatto dal panico.

«Sir... cosa...» Balbetta lei aprendo gli occhi. Con una smorfia di dolore si porta una mano alla tempia e la ritrae coperta di sangue.

Una maledizione sibila appena oltre la mia testa. Gli altri stanno ancora duellando e qui siamo troppo esposti.

«Dobbiamo spostarci. Riesci a camminare?» Chiedo cercando con lo sguardo un posto più sicuro

«Credo di sì...» Risponde incerta.

La aiuto a mettersi in piedi, ma appena proviamo a muovere un passo la vedo piegarsi in due, tenendosi lo stomaco con una smorfia di dolore.

«Tutto bene?» Chiedo cercando di sorreggerla e trascinandola giù dal piedistallo dell'arco.

«Non lo so... Ho preso un bel colpo alla schiena ed alla testa...» Il tono disperato della sua voce non mi piace affatto. Deve veramente essere qualcosa di serio, altrimenti avrebbe minimizzato tutto come sempre, per non farmi preoccupare.

Arrivati in fondo alla gradinata la aiuto a sedersi e mi guardo intorno. Harry ed i ragazzi sono al sicuro accanto a Moody che tiene sotto tiro alcuni mangiamorte disarmati ed immobilizzati. Gli altri devono essere riusciti a scappare. Tonks è a terra e Remus la sta aiutando ad alzarsi. Sembra ferita, ma non dovrebbe essere troppo grave se riesce a rimettersi in piedi. Poco lontano Silente sta duellando con Voldemort.

Posso di nuovo concentrarmi su Elizabeth che sta cercando di dirigere la bacchetta verso la sua testa per bloccare il sangue che sgorga dal profondo taglio che ha sulla tempia. Le tremano le mani, è pallida e il volto è tirato in una smorfia di dolore.

«Aspetta, faccio io.» Dico prendendole la mano e facendole abbassare la bacchetta. Non sono un guaritore, ma qualche piccolo incantesimo curativo lo conosco. Riesco a bloccare l'emorragia, ma credo che la ferita avrà comunque bisogno di altre cure.

Un rumore di passi e delle grida concitate interrompono il duello tra Voldemort e Silente. Il Ministro Caramel e buona parte dei dipendenti del ministero ha fatto irruzione nella stanza, richiamati dai rumori della battaglia.

«Ma cosa succede? Silente... quello... quello era...» Balbetta Caramel, mentre Voldemort svanisce smaterializzandosi chissà dove.

«Sirius! Sirius, tu te ne devi andare! Subito!» Elizabeth mi distrae richiamando la mia attenzione. «Sarà pieno di auror qui tra poco!»

Ha ragione, ma non posso lasciarla in queste condizioni. Io...

«Expelliarmus!» L'incantesimo fa volare via la mia bacchetta. È questione di secondi prima che mi siano addosso in tre.

«Ministro! È Black! Lo abbiamo preso.» Grida uno degli auror.

«No!» Grida Elizabeth sollevando la bacchetta e cercando di tirarsi in piedi.

«Beth no!» Grido prima che possa fare qualche sciocchezza e mettersi nei guai. «Harry! Ha bisogno di te.» Almeno uno dei due deve restare con lui. Non possiamo farci portare ad Azkaban entrambi.

«Chiamate i dissennatori!» Qualcuno urla concitato.

Lei mi rivolge uno sguardo disperato mentre gli occhi le si riempono di lacrime. Nel trambusto che si crea mentre mi portano via di peso, a malapena riesco a vedere Harry che continua ad urlare il mio nome.

«Harry andrà tutto bene.» Urlo a mia volta anche se so che non andrà bene affatto. «Tua zia ha bisogno di te! È ferita.» Posso solo sperare che si sostengano l'un l'altro adesso. Non avrei mai voluto abbandonarli così.

 

 

***

 

 

«Zia Liz... quanto credi che ci vorrà?» Chiede lui osservandosi le scarpe.

«Non ne ho idea Harry.» Rispondo con un sospiro sconsolato.

«Mi dispiace... io credevo che...» Harry non riesce a trattenere le lacrime e scoppia a piangere.

«Lo so Harry. Non è colpa tua.» Dico abbracciandolo. Non posso permettere che lui si senta un simile peso sulla coscienza. «Se anche tu fossi stato al sicuro a scuola Sirius sarebbe venuto qui comunque. È sempre stato portato all'azione e questa sera sapevamo che ci sarebbero stati degli scontri qui al Ministero. Quindi non è colpa tua! Hai capito? Non è colpa tua!» Ripeto osservandolo seriamente.

Lui annuisce ma non sembra affatto convinto.

«E comunque... credo che tu possa fare a meno del quidditch il prossimo anno. Giusto per essere certi che non ti venga mai più in mente di scappare da scuola.» Continuo seria.

«Credo che sia giusto.» Risponde lui sincero. Nemmeno la prospettiva di perdere il quidditch riesce ad abbatterlo più di quanto già non sia.

Vorrei avere un manuale su come far capire i suoi errori ad un quindicenne, soprattutto se d'ora in avanti dovessi farlo da sola... Merlino no! Non posso pensarci.

La testa mi pulsa ed ho delle terribili fitte all'addome e alla schiena. Quando sono stata sbalzata indietro ho sbattuto violentemente contro la struttura dell'arco. Il bambino... potrei averlo perso... ma non riesco a pensarci ora. Un problema alla volta o finirò per essere sopraffatta da tutto questo. Potrei stare per perdere Sirius. Volevano chiamare subito un dissennatore per fargli dare il bacio, ma Silente è riuscito a fermarli e a convincere Caramel che Sirius ha diritto ad un processo. Ora che hanno visto con i loro occhi che Voldemort è tornato, Silente ha recuperato tutta la sua influenza e questo è tutto quello su cui possiamo contare. Non abbiamo nessuna prova dell'innocenza di Sirius, c'è solo la sua parola e quella di Silente.

Così adesso io ed Harry siamo seduti su due sedie fuori dall'aula del Wizengamot in attesa di sapere il verdetto da cui dipendono tutte le nostre vite. Remus sta camminando in su e in giù per il corridoio con il volto teso.

La porta si apre un po' e dallo spiraglio riesco ad intravedere Sirius, seduto di schiena su una sedia al centro dell'aula con delle pesanti catene ai polsi. Mi ritrovo gli occhi pieni di lacrime, ma cerco di ricacciarle indietro per Harry.

Silente si sporge appena dalla porta semi aperta. «Remus, vuoi testimoniare di aver visto Peter Minus vivo?» Chiede con aria seria.

«Certamente!» Esclama Remus e si affretta ad entrare nell'aula. La porta si chiude di nuovo e noi restiamo fuori, ancora in attesa.

«Ma perché non possiamo assistere anche noi?» Sbuffa Harry spazientito.

«Comunque vada a finire il Ministero ha fatto un gran casino con Sirius. Credo che non vogliano troppi testimoni.» Vorrei avere una risposta migliore.

«Ma adesso Remus dirà che Minus è vivo! Dovranno ascoltarlo!» Sbuffa Harry.

Faccio del mio meglio per cercare una risposta che suoni almeno un po' incoraggiante. «Testimonierà anche Moody. Dirà che Sirius sta lavorando per l'Ordine della Fenice e che quindi non è un mangiamorte. Dobbiamo sperare che queste cose e la parola di Silente bastino.»

Mentre continuiamo ad aspettare in silenzio io mi sento sempre peggio. La ferita alla testa pulsa in modo orribile, ma quello che mi preoccupa di più sono le fitte alla schiena e all'addome che mi rendono difficile persino respirare... il bambino...

Improvvisamente la porta si apre e i membri del Wizengamot iniziano ad uscire parlottando tra di loro con aria seria.

Io ed Harry scattiamo in piedi, cercando di sbirciare dentro e di capire cosa sia successo.

Quando la piccola folla di maghi e streghe del Wizengamot si dirada vediamo Sirius uscire dall'aula scortato da Remus, Moody e Silente.

«Scagionato da tutte le accuse! E con le scuse del Ministero!» Esclama con il sorriso più radioso che abbia mai visto.

«Sì!» Esclama Harry correndo ad abbracciarlo.

Io non riesco a dire nulla. Posso solo scoppiare a piangere, lasciando finalmente andare tutte le lacrime che a stento avevo trattenuto fino ad ora.

«Beth... è finita. È tutto a posto. Non piangere.» Mormora Sirius avvicinandosi a me ed abbracciandomi.

Mi rifugio nel suo abbraccio e mi stringo a lui più che posso. Voglio imprimermi nella mente questo momento, il suo odore, il suono della sua voce, la sensazione dei suoi capelli tra le mie dita. Avrei potuto perderlo oggi. Poteva morire. Poteva essere arrestato di nuovo. Invece siamo ancora qui entrambi, insieme.

 

 

***

 

 

Elizabeth continua a piangere contro la mia spalla.

«Va tutto bene Beth.» Dico accarezzandole la schiena scossa dai singhiozzi. È finita, è finalmente finita! Sono di nuovo un uomo libero. Non posso crederci ancora.

Dopo la pessima figura che Caramel ha fatto avendo negato fino ad ora il ritorno di Voldemort, questa volta non ha potuto opporsi a Silente. Probabilmente sarebbe bastata la sua testimonianza a scagionarmi, ma Silente ha insistito perché testimoniassero anche Remus e Moody. Immagino che non volesse umiliare eccessivamente Caramel, facendomi scagionare con solo la sua parola in mio favore.

«Che ne dite se ce ne andassimo tutti a casa adesso?» Chiedo guardando Elizabeth ed Harry speranzoso. Ora che sono di nuovo libero, spero che le cose tra me ed Elizabeth tornino a posto.

«No...» Mormora lei troncando le mie speranze sul nascere. «Devo andare al San Mungo... non sto bene...»

Sono un idiota! «Ma certo! Andiamo. Ti accompagno subito. Professor Silente può pensare lei ad Harry?»

L'adrenalina che deve aver sorretto Elizabeth fino ad ora sta probabilmente scemando e le sue ginocchia cedono. Resta aggrappata a me con un gemito di dolore mentre la sostengo a mia volta.

«Io vengo con voi!» Esclama Harry preoccupato, affrettandosi a sorreggere Elizabeth a sua volta.

Seduti in una sala d'attesa del San Mungo io ed Harry aspettiamo

in silenzio. Lui continua a fissare il pavimento con aria tetra.

«Vedrai che starà benissimo!» Esclamo, probabilmente per convincere entrambi.

«Mi dispiace zio Sirius. Io non volevo causare tutto questo...» Dice Harry con le lacrime agli occhi.

«Lo so Harry. Lo so.» Rispondo passandogli un braccio attorno alle spalle. «E comunque, credo che questa volta dovremo metterti seriamente in punizione. È stata una pessima idea scappare da scuola, anche se so che lo hai fatto a fin di bene.»

«Elizabeth ha detto che mi vieterà il quidditch per tutto il prossimo anno scolastico.» Riprende lui senza sollevare lo sguardo.

«Temo di dover essere d'accordo con lei Harry. Tu credi che sia stata troppo severa?»

Lui scuote la testa. «Me lo merito sicuramente. Ho messo in pericolo i miei amici, tu sei stato quasi arrestato, Elizabeth poteva morire e se adesso non starà bene...»

«Starà bene!» Affermo deciso. «Lei è in gamba e qui sono bravi. Vedrai che presto ci diranno qualcosa.»

Remus ci raggiunge, dopo essere andato ad informarsi di Tonks. «Notizie di Elizabeth?» Chiede preoccupato.

«Non ancora.» Rispondo sconsolato. «E Tonks come sta?»

«Bene, ma la trattengono per un paio di giorni per sicurezza.» Risponde lui, crollando esausto su una sedia.

Poco dopo la porta della sala d'attesa si apre ed Elizabeth ci viene incontro sorretta da un guaritore. Subito mi alzo e mi affretto ad offrirle il mio braccio, perché lei possa appoggiarsi a me.

«Una bella botta in testa e due costole rotte, ma guarirà. Visto che è irremovibile nel voler tornare a casa la dimettiamo. Ma deve stare a riposo assoluto per almeno una settimana, poi dovrà tornare a farsi visitare.» Dice lui guardandomi serio. «Se prova anche solo ad alzarsi, legatela ad un letto!»

«Può contarci!» Rispondo serio.

«Grazie Giulius.» Risponde lei salutando il suo collega.

«Di nulla. Prendi le pozioni di cui abbiamo parlato. E per quanto riguarda... l'altra cosa... riposati! Lo sai anche tu che è fondamentale adesso.» Risponde lui ammonendola serio.

Elizabeth annuisce, poi appoggiandosi a me si lascia condurre a casa.

Silente ha proposto che Harry tornasse a scuola per gli ultimi giorni di questo semestre ed è sembrata a tutti la cosa migliore. Ron ed Hermione sono nell'infermeria della scuola ed Harry avrà modo di fargli un po' compagnia. Inoltre Silente vuole avere l'occasione di parlare ad Harry e spiegargli perché fino ad ora lo ha evitato e non gli aveva detto nulla della profezia. D'ora in avanti Silente ha intenzione di coinvolgerlo attivamente nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux, quindi dovranno lavorare fianco a fianco.

Elizabeth è stesa sul divano in salotto, lo sguardo perso nel vuoto.

«Come ti senti?» Chiedo preoccupato.

«Un po' meglio...» Mormora senza voltarsi a guardarmi.

«Sicura di non volere andare a letto? Staresti più comoda...» Provo a intavolare un qualsiasi argomento di conversazione. Voglio solo che mi parli, che mi guardi.

«Sto bene anche qui.» Risponde lei scrollandole spalle.

«Speravo che adesso che sono stato scagionato le cose tra di noi potessero tornare a posto...» Mormoro in tono amaro. «Elizabeth, ti prego! Dimmi cosa sta succedendo!» La supplico esausto.

Lei finalmente si volta a guardarmi. Prende un lungo sospiro e poi si mette a sedere, facendomi segno di sedermi accanto a lei.

«Devi restare a riposo.» La ammonisco.

«Lo so, ma anche stare seduta va bene.» Risponde.

Mi siedo accanto a lei osservandola serio e lei mi rivolge una rapida occhiata e poi torna ad osservare le assi del pavimento.

«Allora... io...» Il suo tono è così abbattuto che non riesco più a resistere.

«Vuoi dirmi che è finita?» Chiedo con la voce che si rompe. Non credo di essermi mai sentito peggio in tutta la mia vita.

«Cosa? No Sirius, certo che no.» Risponde quasi offesa.

«Ma allora... cosa? Sono giorni che mi eviti! Non mi guardi neppure, a malapena mi rivolgi la parola! Io...»

«Sono incinta.» Butta fuori tutto d'un fiato mentre i suoi occhi finalmente tornano a guardarmi e studiano la mia espressione con attenzione.

«Cosa?» Chiedo stupito.

«Sono incinta.» Ripete lei, distogliendo lo sguardo dal mio. «Aspettiamo un bambino.»

Non credevo che fosse possibile passare in così poco tempo dallo sconforto più assoluto alla più perfetta felicità. Avremo un bambino! Sto per diventare padre! Ma... lo sguardo afflitto di Elizabeth... forse lei non vuole... noi non abbiamo mai parlato di avere figli, almeno non seriamente.

«Non è il momento adatto. Siamo in guerra ed Harry avrà bisogno di noi...» Riprende lei in tono abbattuto.

Certo, questo è vero ma... al diavolo! Noi avremo un figlio e sarà meraviglioso!

«E poi tu non vuoi avere figli...» Continua lei con lo sguardo ancora fisso sul pavimento.

«Io non voglio? Io non ho mai detto una cosa simile!» La interrompo scandalizzato.

«Sì che lo hai detto!» Sbotta lei guardandomi accigliata. «Quando Remus ti ha detto che voleva dei nipotini, tu gli hai risposto che stava dicendo idiozie!»

«Elizabeth quando scherzo con Remus diciamo qualsiasi assurdità! Ma questo non significa nulla!» Rispondo allibito. Non può veramente aver pensato che io... «Tu credi che io non lo voglia?» Chiedo sconvolto.

«Perché non è così?» Chiede lei guardandomi seria.

«Certo che no! Hai ragione, siamo in guerra ed Harry ha bisogno di noi. Non dico che sarà facile, ma noi possiamo farcela. Noi possiamo fare tutto, insieme. » Esclamo sciogliendomi finalmente in un sorriso. «Beth è una notizia meravigliosa! Diventerò padre! Noi avremo un figlio!» Esclamo euforico.

«O una figlia...» Mormora lei.

«Certo. Ed in entrambi i casi sarà il bambino o la bambina più amato e desiderato sulla faccia della terra» Esclamo baciandola.

«Sei sicuro... sicuro che per te vada bene?» Chiede ancora dubbiosa.

«Assolutamente tesoro! Se va bene anche per te...»

«Certo!» Esclama lei con le lacrime agli occhi. «Io ero solo preoccupata perché credevo che tu...»

«Io non sono mai stato più felice in vita mia! Ma... sei sicura che stia bene anche lui? Con il colpo che hai preso...» Chiedo improvvisamente preoccupato.

«Sta benissimo. Sono voluta andare in ospedale proprio perché controllassero. Devo solo stare un po' a riposo.» Risponde lei con tono rassicurante.

«Non vedo l'ora di dirlo ad Harry... e a Remus!» Esclamo sorridendole.

«Remus lo sa già... mi dispiace di averti tolto l'occasione di dirglielo, ma avevo bisogno di parlarne con qualcuno...» dice guardandomi dispiaciuta.

«Non c'è problema.» Le rispondo continuando a sorridere. Credo che non smetterò mai più di sorridere. «Vorrà dire che sarò io a chiedergli di essere il padrino.»

«Oh... io avevo pensato a Severus...» Dice inarcando un sopracciglio sarcastica.

«Non finché io sarò vivo!» Abbaio guardandola in tralice e lei scoppia a ridere.

«Va bene! Va bene! Stavo solo scherzando.»

«Sono un uomo libero e sto per diventare padre... non potrei desiderare nient'altro!» Esclamo poggiando una mano sulla sua pancia. Un figlio... avremo un figlio... «Anzi, ad essere precisi, manca solo una cosa per potermi dire perfettamente felice.»

«Cosa?» Chiede lei guardandomi dubbiosa.

«Non abbiamo ancora stabilito una data per il matrimonio e visto che ora sono libero...»

«Hai impegni per la settimana prossima?» Chiede lei con un ampio sorriso.

 

 

 

Nota dell'autrice:

 

Non ci posso credere... è finita! Dopo non so quanto tempo, sono riuscita a finirla!

Vi avviso subito che comunque penso di pubblicare anche un capitolo bonus, una sorta di epilogo, perché io non ce la faccio a separarmi così da questi due.

Cosa ne pensate? Vi aspettavate il lieto fine o no?

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia, soprattutto coloro che hanno iniziato a seguirla anni fa e che nonostante tutto questo tempo si sono ricordati.

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno recensito. Ho ricevuto veramente tantissimi complimenti e tutti i vostri commenti sono stati di grande incoraggiamento per me.

Ho già un paio di idee per il futuro e spero che continuerete a seguirmi, quindi... a presto!

  
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