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Autore: lolloshima    23/04/2022    1 recensioni
"So bene come appaio. E sono consapevole dell'effetto che faccio sulle persone. Ragazze, ma anche ragazzi. Anche uomini. O allenatori.
Ne sono consapevole e me ne compiaccio.
E' la mia piccola rivincita in questo mondo popolato da mostri talentuosi che non devono spaccarsi la schiena per emergere".
Ispirandomi ad alcune scene del manga, con questa storia ho voluto far emergere la parte più intima ed interiore dell'aitante capitano Oikawa Toruu, che siamo abituati a vedere come una persona sempre affascinante e sicura di sè.
Un lato introspettivo che fa emergere tutti i problemi di una personalità complessa, ambiziosa a sola. E che, forse, si potrà salvare solo grazie all'amicizia. O sarà amore?
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Nuovo personaggio, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Frequentare Misa è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Ed essere il suo ragazzo è stato ancora meglio.

Devo ringraziare Iwa-chan per questo e la sua amica, com’è che si chiama?

Insomma, non solo lei ha quasi ogni giorno la disponibilità delle chiavi della palestra, ma si allena spessissimo con la squadra dalla Shiratorizawa. In qualità di suo ragazzo, posso assistere a tutte le partite amichevoli e a volte anche agli allenamenti che fanno in comune.

E posso aspettarla fino a tardi fuori dalla palestra della squadra ospitante, senza destare sospetti.

Una vera fortuna.

Certo, in queste settimane ho dovuto darle qualche bacio, e fingere che mi piacesse il suo profumo o il suo smalto per le unghie. Ho cercato di stare al gioco e di non farle capire che in realtà a me le ragazze non interessano. Beh, lo smalto sì, quello spesso mi piaceva davvero.

Per fortuna non siamo andati molto oltre, lei è una ragazza seria e ci frequentiamo da troppo poco tempo.

Ma è stato sufficiente a consentirmi di vedere da vicino, più di una volta, Wakatoshi-chan che si allena.

Altro che ragazze, quello sì che è un corpo perfetto! Che muscoli, che elevazione! Che potenza quelle schiacciate! Roba da avere un orgasmo lì, attaccato alle sbarre della finestra della palestra.

Oggi è in programma una partita amichevole tra le squadre femminili di basket Shiratorizawa e Ahoba Josai. E io, da bravo fidanzato, sono qui ad assistere, seduto sulle gradinate dell’immensa palestra, nei posti più in alto, “per non distrarti mentre giochi, amore mio”.

Lo so, sono un mostro. Ma troverò il modo di farmi perdonare. Anche con Iwa-chan, che deve essere molto confuso da questa situazione. Ieri ho avuto un piccolo incidente in palestra, niente di grave, però mi sentivo molto abbattuto. Lui mi ha aiutato. Come sempre, del resto. Gli spiegherò tutto, e so che lui capirà. Non oggi, però. Oggi ho altri programmi.

Grazie a Misa sono venuto a sapere gli orari precisi degli allenamenti della squadra maschile di pallavolo. E so che, esattamente come me, anche Waka-chan si trattiene fino a tardi, a volte da solo, a volte con il rosso fuori di testa, Tendo Satori, mi sembra che si chiami.

La partita di basket femminile inizia. Una noia mortale. Quanto è più piacevole ed elegante la pallavolo! Misa è in campo e per fortuna è abbastanza concentrata nel gioco. Non riesco a capire se è brava o no. Non so niente di questo sport, tranne che si deve infilare la palla dentro quella piccola retina, e francamente non mi importa niente di saperlo. Mi interessa solo che la partita duri abbastanza per consentirmi di assentarmi senza che qualcuno se ne accorga.

Guardo l’orologio. E’ il momento. Esco. Le palestre sono tutte nello stesso settore, quindi non ci metto molto a raggiungere quella dedicata alla pallavolo. Ovviamente conosco il percorso a memoria, potrei andarci anche ad occhi chiusi. Rimango ad osservare il portone a qualche metro di distanza, appoggiato ad un albero dell’ampio viale. I ragazzi stanno uscendo alla spicciolata e sembrano molto stanchi. La Shiratorizawa è famosa per gli allenamenti duri. E' per questo che la trovo una scuola fantastica! Nessuno mi nota.

Per ultimo esce il vecchio allenatore, un po' curvo nella sua tuta bianca, insieme allo spilungone rosso.

Le luci all’interno sono rimaste accese e nessuno chiude il portone a chiave.

Ushijima non si vede. Evidentemente è rimasto dentro. Da solo.

Appena gli altri si sono allontanati quel tanto da non essere visto, mi infilo dentro alla palestra. Che buon profumo di allenamento!

Non c’è nessuno, ma sento dei rumori nel corridoio che porta agli spogliatoi e alle docce.

Voglio incontrare faccia a faccia Ushijima, voglio conquistarlo, assimilare da lui tutta la sua potenza e la sua bravura. Gli concederò tutto me stesso, lo farò innamorare di me e lo avrò in mio potere, voglio carpire ogni suo segreto. E non sentirmi più inferiore a lui.

Mi affaccio allo spogliatoio e vedo il corpo nudo di Ushijima che entra nelle docce.

Dopo un attimo di smarrimento, istintivamente mi spoglio del tutto, lasciando la tuta sulla panca più vicina, e mi infilo dietro di lui nella doccia. Mi dà le spalle. La sua schiena muscolosa è immensa, i bicipiti gonfi, anche adesso che è a riposo. Mi supera in altezza di qualche centimetro, ma rispetto a me sembra un gigante. Anche il mio fisico è tonico ed allenato, ma in confronto a lui sembra piuttosto quello di una ballerina.

E’ talmente possente che lo spazio a disposizione è pochissimo. Meglio, dovremo stringerci di più.

“Ciao Waka-chan” dico semplicemente.

Lui sussulta impercettibilmente e si gira verso di me.

Mi scruta dall’alto dei suoi pettorali perfetti e per un attimo sento la mia sicurezza vacillare.

“Oikawa-san. Hai sbagliato doccia, questa è occupata” sottolinea l’ovvio. “Anzi, hai sbagliato scuola. Questa è la Shiratorizawa” continua seriamente. Dopo qualche istante spalanca gli occhi “Ti sei finalmente trasferito alla Shiratorizawa, Oikawa-san?”.

E’ serio. Non sta scherzando. E' indubbiamente un gran figo, ma quanto ad arguzia….

“No, Waka-chan, sono qui per te. Devo parlarti” uso il tono più sensuale del mio repertorio.

“Dev’essere una cosa molto urgente se ti ha fatto venire fin qui. Nudo. E se non puoi aspettare che finisca la doccia”.

“Sai, volevo qualche consiglio da te…” azzardo, e allungo il braccio sinistro fino ad appoggiare la mano sulla sua spalla. E’ di marmo.

“Ti potrei mostrare qualche esercizio di potenziamento, perché sei un po’ gracilino, ma non c’è abbastanza spazio qui”. Ma è scemo? No, non ci siamo!

Mentre raccolgo i pensieri per elaborare una strategia, ne approfitto per guardarlo bene, visto che ho la possibilità di averlo così vicino: collo proporzionato, spalle larghe, bicipiti scolpiti, pettorali sodi, addominali definiti... non un pelo in quel corpo statuario.

Mamma mia, sento il mio corpo reagire davanti a tanta perfezione... ma no! Non sono qui per far eccitare me, sono qui per far eccitare lui!

Invece, dalle parti del suo basso ventre… nessuna reazione.

Ma scherziamo? Sono qui, davanti a te, nudo e... proprio niente?

Forse è un po’ tonto, devo essere più esplicito.

“Senti, già che siamo qui, ti va di giocare un po’?”.

“Certo che mi va! Non dico mai di no, io. Allora la doccia la faccio dopo, quando abbiamo finito. Ho io le chiavi della palestra, possiamo stare quanto vogliamo. Mi vesto. ”

In che senso?

“No, non serve che ti vesti…” cerco di mantenere il mio sguardo malizioso, nonostante lo stupore.

“Non possiamo mica giocare a pallavolo nudi?”

Non ha capito.

“Forse non hai capito. Intendevo io e te… qui… nudi…” ammicco con lo sguardo e passo il dito indice sui suoi pettorali. Lo tolgo subito, prima di esibire una imbarazzante erezione.

Il volto di Ushijima diventa talmente rosso che temo possa prendere fuoco da un momento all’altro. Credo che finalmente abbia capito.

“Scusami Oikawa” balbetta imbarazzato “ma… no”.

Come sarebbe “no”? Ma mi hai visto bene?

“Non sono quel tipo di persona”.

“Ma come? Non mi dirai che non ti piacciono i ragazzi? Ti ho visto come guardi quel tuo middle blocker rosso, te lo mangi con gli occhi!” E, credimi, ti assicuro che ho avuto modo di osservarti molto, molto attentamente, innumerevoli volte, vorrei aggiungere. Ma mi trattengo.

Ushijima arrossisce ancora di più. Sono certo che adesso la sua faccia si incendierà.

Incredibilmente, le sue labbra si increspano in un sorriso inaspettato.

“No, non quello. Intendo che non approfitterei mai di te e della venerazione che hai per me”.

Nessun giro di parole, ace spiazzante.

Cerco di recuperare mostrandomi sincero. “Non sei tu che stai approfittando di me. Sono venuto io qui, e sono qui per te. Sono consenziente. Sono il consenso fatto persona . Voglio darti tutto me stesso, e assimilare tutto da te. Così io diventerò più forte”.

Mi guarda negli occhi. “Oikawa-san, prima di tutto… copriti” mi porge l’asciugamano che aveva appeso al gancio fuori dalla doccia, e velocemente ne recupera uno in una panca vicino, che si lega elegantemente ai fianchi.

“Non funziona così” continua serio. “Concedere il tuo corpo non ti farà giocare meglio”.

“Certo invece! Non te lo ha insegnato il tuo allenatore?” mi sfugge.

“Cosa? E' stato il tuo allenatore a dirti una cosa del genere? Se è così, forse era solo una persona sola o, peggio, cattiva. Che aveva bisogno di usare meschini stratagemmi per ottenere dagli allievi le prestazioni sportive che non era in grado di raggiungere con il suo insegnamento. O, peggio, che voleva qualcosa di te che non poteva avere”.

Non mi viene in mente niente di più intelligente da dire, mentre la realtà crolla su di me come una doccia gelata. Quindi sto zitto.

“So che vuoi migliorarti. Ma non devi esagerare con l'allenamento. Il tuo ginocchio sta tremando”.

Tutti e due abbassiamo gli occhi sulle mie gambe nude, ed in effetti il ginocchio destro ha degli impercettibili spasmi. E' sorprendente che se ne sia accorto.

“Non curarti del mio fisico. Curati del tuo. E custodiscilo, è importante”.

Questa proprio non me l'aspettavo. Un ammasso di muscoli dosati sapientemente, a corazza di un animo così ingenuo e sapiente allo stesso tempo.

Stringo impotente i lembi del piccolo asciugamano che ho legato in vita.

“Oikawa-san, se vuoi trovare uno stimolo per migliorarti, hai pensato di guardati intorno? Per esempio, qual'è la persona che vedi più volentieri a scuola?”

“Beh, Iwa-chan, è il mio migliore amico” dico con sicurezza, mentre nella mia testa si materializzano immagini di me e Hajime che ci rincorriamo nei corridoi, che sonnecchiamo sotto un albero in cortile, che cerchiamo di copiarci i compiti a vicenda.

“E la persona che ti fa subito stare meglio, quando sei un po' giù o sei arrabbiato o stai male?”

Penso a quando, da bambini, Iwaizumi mi portava sulle spalle ogni volta che cadevo e mi sbucciavo le ginocchia, o si metteva davanti a me per difendermi da qualche bambino aggressivo, o mi teneva forte per le braccia se volevo picchiare qualcuno. “In effetti, Hajime”.

“Qual'è la persona con cui ti diverti di più?”

Questa è facile. “Iwa-chan!” Non posso neanche contare le risate fino alle lacrime, i giochi, le canzoni a squarciagola nella notte, le risa soffocate tra le lenzuola per non svegliare i compagni nelle camerate durante i ritiri, tutti i momenti gioiosi condivisi con lui.

“Chi ti fa sentire pieno di orgoglio quando ti accorgi che è fiero di te?”

Iwa-chan che mi guarda mentre mi alleno nei servizi. Che segue ogni mia alzata. Che prima di ogni partita appoggia la sua mano sopra la mia. “....sempre Iwaizumi”.

“Chi cerchi con lo sguardo ogni volta che entri in palestra o a scuola? E non sei tranquillo finchè non lo vedi? Qual'è la persona che vorresti vedere sempre felice, anche a costo di sacrificarti?”.

Abbasso lo sguardo e non dico niente. Ma penso “Iwa-chan, Iwa-chan, Iwa-chan!

“Qual'è la persona di cui non potresti mai fare a meno nella tua vita?”.

“E' ovvio. E' Hajime Iwaizumi”.

E' evidente che non si tratta di domande casuali. Anche lui, come me, ha mentalmente ripercorso momenti ed esperienze condivisi con la persona per lui più importante.

“Dovresti dirgli quello che provi” continua, forse parlando anche un po' a se stesso. “Sono certo che ne sarà molto felice, visto come ti guarda. E soprattutto, non perdere tempo con me. O con qualcuno che gioca a basket. Il basket, poi...” conclude alzando gli occhi al soffitto.

“Ehi, ma tu cosa ne sai di me e Misa? E di come mi guarda Iwa-chan?”

“Credi di essere l'unico che si interessa degli avversari che ritiene temibili? Ti ho osservato molto, sia in campo, sia quando ti aggiri per il cortile della mia scuola. Io ti ammiro molto Oikawa-san. E mi piacerebbe avere la tua forza. Se io mi allenassi come te sarei il numero uno del Giappone. Del mondo, forse. Ma non lo faccio, non ne ho la forza. Mi manca la determinazione che hai tu. Usala anche per le cose più importanti”.

Adesso sono io che sono arrossito.

“Se non ami la tua ragazza, devi essere onesto e dirglielo. E devi dedicarti alla persona che ami veramente”.

“Ma io non posso avere distrazioni...”.

“Avere accanto la persona che ami davvero può darti solo maggiore forza, non costituirà mai una distrazione”.

Waka-chan, non sei solo un grandissimo giocatore, sei anche un grandissimo saggio. E hai ragione. Gioco meglio se c'è Hajime con me. Rido più forte. Penso più intensamente. E' tutto più a fuoco e più colorato quando c'è Iwa-chan.

All'improvviso tutto è chiaro nella mia testa. E mi sento completamente vuoto, senza il mio Iwa-chan vicino.

Con tutta la dolcezza di cui può essere capace una statua di marmo, Ushijima mi appoggia una mano sulla spalla.

“Oikawa-san...?”

“Sì?”

“Ho un po' freddo. Posso fare la doccia, adesso?”

All'improvviso realizzo che siamo ancora dentro la doccia, nudi, coperti solo da un minuscolo asciugamano in vita. E che uno dei migliori assi liceali della nazione, il mio eterno rivale, mi sta dando lezioni d'amore e di problemi esistenziali.

Scoppiamo a ridere a crepapelle.

“Non pensare che questi discorsi sdolcinati mi rendano meno spietato con te, grande zar”.

“Ci conto, Oikawa-san, e sappi che ti distruggerò”.

“Non succederà mai! E quest'anno ai nazionali andremo noi, non dubitare!”

Lascio la palestra dopo essermi rivestito. Dentro, insieme al peso che mi opprimeva, è rimasto il mio eterno rivale, e mio nuovo amico, che sta facendo la doccia.

La partita sarà finita. Devo andare a prendere Misa. Ho bisogno di parlarle, e spero che mi perdonerà.

E domani, Iwa-chan, sarai tutto mio.

 

 

   
 
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