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Autore: LuisaLove    24/04/2022    0 recensioni
Lily non è mai stata la ragazza più popolare della scuola, anzi! Adesso, a trent'anni, è decisamente cambiata.
Tanto che quando si presenta alla rimpatriata delle superiori nessuno la riconosce, nemmeno lui, James Potter, il ragazzo più popolare del liceo per cui Lily ha sempre avuto una cotta ma che le ha fatto vivere il momento peggiore della sua vita.
Cosa potrebbe succedere se, improvvisamente, si ritrovasse nuovamente a stretto contatto con lui?
Rivisitazione del Romanzo Se l'amore ci mette lo zampino di Mhairi McFarlane
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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NOTE: Questa storia è una mia rivisitazione del romanzo Se l'amore ci mette lo zampino di Mhairi McFarlane.



CAPITOLO 1


L’aria all’interno del pub risuonava di voci e musica ad alto volume tipiche del Venerdì sera e Lily si fece largo nel locale, alla ricerca di un tavolino libero, con un misto di nervosismo e di emozione.
Se fossero esistiti i campionati degli appuntamenti più catastrofici lei si sarebbe, senza alcun dubbio, aggiudicata la medaglia d’oro.
Con la pratica Lily aveva imparato a scegliere con attenzione la giusta location per un primo appuntamento: luoghi affollati e non dannatamente romantici.
Aveva imparato che un appuntamento al ristorante, se non andava nel modo migliore, poteva trasformarsi in un interminabile faccia a faccia costellato da silenzi imbarazzanti o discorsi super noiosi che ti facevano passare la voglia del dolce per poter scappare il prima possibile.
Ovviamente si poteva evitare la cena e passare direttamente all’andare a bere qualcosa. Ma Lily aveva imparato da tempo a non bere alcol senza del cibo come accompagnamento. Per la precisione era successo al college quando, durante una festa alcolica, si era ritrovata a vagare in biancheria intima nella villa di una confraternita di cui non faceva neanche parte.
Comunque, il piccolo pub a Soho in cui si trovava in quel momento era l’opzione perfetta per un appuntamento, e anche il suo pub preferito.
I tre manici di scopa era un pub accogliente che, oltre ad offrire musica e alcolici, aveva anche un’ampia varietà di cibi assorbi alcool (polpettine, tranci di pizza, fritti vari).
Quando finalmente si sedette a un tavolino libero, Lily si ritrovò a chiedersi se quella, finalmente, sarebbe stata la serata giusta.
Nelle sue fantasie la “serata giusta” corrispondeva alla sera che avrebbe ricordato per tutta la vita come “la sera in cui ho conosciuto mio marito”.
Non che avesse l’ossessione di sposarsi, sia chiaro. Non voleva di certo fare la fine di sua sorella Petunia, che si era sposata col primo imbecille che glielo aveva chiesto e adesso viveva una perfetta vita da casalinga nel Surrey con un marito insopportabile.
Lily, prima di impegnarsi a vita, voleva essere sicura di aver trovato l’uomo giusto per lei. Ma aveva già trenta anni, e quel bastardo ci stava mettendo un po’ a farsi vivo. Lily iniziava quasi a sospettare che si fosse perso per strada e avesse sposato un’altra.
Mentre si guardava intorno alla ricerca del ragazzo del suo appuntamento iniziò a sperare di non essere caduta vittima di un altro caso di “mago di photoshop”. Che si traduceva in una colossale differenza tra le foto sui profili social e la persona dal vivo. Lily, nei suoi social, per evitare di dover vedere uno sguardo deluso sul volto del suo accompagnatore del momento, aveva costruito i suoi profili social con una certa dose di scatti ben riusciti ma assolutamente realistici. Ma non sempre gli uomini con cui era uscita erano stati così onesti con le loro foto sui social.
<< Ciao, sei Lily? >>
Si girò nella direzione della voce e vide un tizio, che fortunatamente corrispondeva alla foto del suo profilo Instagram, che le sorrideva con aria compiaciuta.
Aveva un aspetto cordiale, forse un po’ vanitoso con quei capelli biondi perfettamente acconciati e quel sorriso dai denti splendenti. Ma non sembrava male anche se era tremendamente fuori luogo in quel pub con i suoi abiti assurdamente eleganti. Comunque, tutto sommato, aveva un’aria alla mano e affabile.
Lily annuì e strinse la mano che lui aveva teso verso di lei mentre si presentava.
<< Sono Gilderoy >>
Lui si sedette e subito alzò una mano per attirare l’attenzione della cameriera per poter ordinare.
Senza chiederle cosa volesse ordinò per entrambi due gin tonic. Lily, che avrebbe preferito una semplice birra, per educazione accettò la bevanda che lui aveva ordinato per lei ma bloccò la cameriera al volo per poter ordinare anche qualcosa da mangiare mentre lui la guardava con un sopracciglio inarcato.
Okay, non stava iniziando nel migliore dei modi, non le erano mai piaciuti gli uomini che ordinavano per lei senza neanche chiederle prima cosa le piacesse o cosa volesse.
Ma si ripeté che doveva pensare positivo. C’erano un sacco di  coppie che, dopo anni che stavano insieme a ancora si amavano alla follia, raccontavano che ai loro primi appuntamenti non si erano piaciuti e non c’era stata neanche un minimo di attrazione.
Inoltre, dopo parecchi appuntamenti, anche lei era arrivata alla conclusione che il colpo di fulmine non esisteva. Quante volte, appena aveva visto un ragazzo, aveva pensato “eccoti qui, finalmente!” per poi ritrovarsi con una delusione alla fine? Beh, fin troppe!
Dopo diversi minuti di conversazione, in cui parlarono del più e del meno, Gilderoy le dava ancora l’impressione di essere un bravo ragazzo serio e cortese. Quel tipico ragazzo che, a quel punto della sua vita, avrebbe già dovuto essere sposato e con dei figli.
Non avevano parlato molto on-line. Lily era sempre stata contraria ai corteggiamenti telematici in cui entrambe le parti si nascondevano dietro uno schermo. Preferiva arrivare subito a un sano faccia a faccia in cui sarebbe stato più difficile fingere di essere un’ altra persona. Anche se le fregature le aveva avute comunque.
A mano a mano che l’alcol faceva effetto si ritrovò a ridere dei racconti di Gilderoy sui suoi presunti viaggi in giro per il modo. In cui sembrava che avesse un’innata propensione per ritrovarsi nelle situazioni più assurde che lei avesse mai sentito.
Ringraziò l’assortimento di cibo assorbi alcol che aveva ordinato, che la stava aiutando a rimanere lucina, e iniziò a pensare che, nonostante le storie assurde, Gilderoy sembrava un ragazzo abbastanza simpatico da poter avere una chance come fidanzato.
<< Lily è il diminutivo di qualcosa? >> le domandò lui dopo un po’.
<< Di Lillian, ma ormai tutti mi chiamano Lily. Lo trovo molto più semplice, proprio come me! >> gli rispose Lily con un piccolo sorriso.
<< Si, quello lo vedo… >> le disse Gilderoy con aria saccente mentre faceva vagare lo sguardo su di lei.
Lily valutò il suo abbigliamento alla mano, jeans e maglione, e i suoi capelli legati a casaccio come al solito. Forse avrebbe dovuto mettersi un po’ più in tiro. E magari un po’ di trucco non avrebbe guastato. Ma rimaneva fermamente convinta che non aveva senso fingersi una bambolina tutta in tiro per i primi appuntamenti per poi rivelarsi solo successivamente come la persona semplice che era in realtà.
<< Hai provato queste polpettine di carne? Penso che siano le migliori di Londra >> gli disse Lily cambiando argomento mentre gli faceva un sorriso tirato.
<< Vieni qui spesso? >> domandò allora lui con garbo.
<< Si, abbastanza. Con gli amici o per… per qualche appuntamento… >> rispose Lily un po’ a disagio. Non le sembrava il massimo fargli sapere che quello era il suo pub per gli appuntamenti.
<< Beh, non c’è niente di male ad avere molti appuntamenti! Con me non devi fingere di essere una santarellina! >> le disse facendole l’occhiolino.
Lily trovò abbastanza sgradevole che avesse sottolineato il suo imbarazzo. Ma si disse che forse era un modo, mal riuscito, di metterla a proprio agio. Quindi gli fece un altro sorriso tirato prima di ritornare a sorseggiare il suo drink.
<< Io sono poli! >> le disse Gilderoy all’improvviso.
Lui era che?! << Come? >> chiese Lily confusa sporgendosi verso di lui per essere sicura di riuscire a capire bene quello che diceva.
<< Poli, poligamo! Ho diverse partner, ma tutte sanno che ci sono delle altre >>
<< Ah, ok… >>
<< È un problema? >>
<< No! Certo che no! >> rispose Lily velocemente mentre si infilava in bocca una polpettina e pensava tra se e se “Ok, ecco svelato il mistero per cui non è già sistemato”.
<< Sai, non credo nella monogamia! Non penso sia una cosa naturale, ma capisco che molte persone la cerchino. Sai, in una relazione poliamorosa non ci si ritrova mai a fare i conti con quella brutta cosa che è la gelosia >> continuò lui sorridendole.
<< Ah >> commentò Lily annuendo mentre pensava “buon per te”.
<< E già che ci sono ti dico anche che il sesso vaniglia non fa per me. Sono etero, sia chiaro, ma mi interessano le pratiche sadomaso soft >>
Lily rispose con un altro sorriso tirato non avendo proprio idea di come rispondergli. Si chiedeva che cosa avrebbe dovuto farsene di quell’informazione. Ne aveva avuti di appuntamenti con ragazzi conosciuti su internet, ma certo che questo tipo andava subito sul personale.
<< Per carità, non sono molto trasgressivo. Per esempio non mi spingerei mai al gerbelling! Sono più sul genere di Cinquanta sfumature di grigio >> continuò Gilderoy ridendo gioviale.
Okay, non aveva assolutamente idea di cosa fosse il gerbelling, ma Cinquanta sfumature di grigio l’aveva letto e, anche se non aveva mai provato niente di quel genere, sapeva che non era esattamente il tipo di rapporto che faceva per lei.
Durante il suoi innumerevoli appuntamenti Lily si era sentita delusa molte volte. Ma, questa volta, la delusione  non era il sentimento che stava provando. Era più a un livello di sbigottimento selvaggio.
<< E tu? >> le chiese Gilderoy osservandola curioso.
<< Io… cosa? >> domandò Lily titubante
<< Che cosa ti piace? >>
Normalmente, a quella domanda, Lily avrebbe risposto con una frase tipo “ non ti riguarda”. Ma quello era un appuntamento quindi, in teoria, se le cose fosse andate bene, quelli sarebbero stati si affari suoi. Sarebbero stati perché, a quel punto, l’appuntamento non stava andando proprio come Lily aveva immaginato.
<< Oh… ehm… direi, il solito sesso >> rispose mentre mescolava il ghiaccio rimasto nel suo bicchiere desiderando che si riempisse autonomamente e istantaneamente di altro alcol.
<< Oh, okay. Dal tuo profilo avrei detto che tu fossi una pansessuale a cui piace il bondage >>
Lily lo guardò confusa, non volendo ammettere di non aver capito gran parte della sua frase. E probabilmente era arrivato il momento di chiudere quell’appuntamento dato che, a quanto sembrava, parlavano due lingue completamente diverse.
<< Scusa se posso sembrarti un po’ troppo diretto, ma sono un gran sostenitore dell’onestà! >> continuò Gilderoy << Molte relazioni falliscono a causa delle bugie e dell’ipocrisia, perché si finge di essere ciò che non si è! Io preferisco dirti subito come sono fatto! >> le disse sollevando le mani e sorridendole con fare rassicurante.
“Oh beh, grazie tante” pensò Lily
<< Ti piace farti pisciare addosso? >>
Quello fu esattamente il momento in cui Lily decise che quell’appuntamento era arrivato al capolinea.
 
 
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<< Ok, sto cercando su google cosa significa gerbelling >> le disse Marlene guardando lo schermo del suo iphone, mentre aspirava un tiro dalla sigaretta che aveva in mano.
Lily non avrebbe mai retto un appuntamento senza la certezza che, una volta tornata a casa, avrebbe trovato i suoi amici pronti a confortarla e ad ascoltare i suoi racconti disastrosi.
Per sua fortuna loro erano sempre ben propensi a raggiungerla a casa per un bicchiere di vino nel suo piccolo ma accogliente salotto, e i loro orari di lavoro molto elastici non li costringevano a darle buca anche se era molto tardi.
Marlene aveva un suo blog culinario di pasticceria, Mielandia, così seguito che tutte le maggiori pasticcerie di Londra la pagavano per farle assaggiare e recensire i propri prodotti.
Alice, invece, lavorava nelle pubbliche relazioni, e la sua capacità di persuadere la gente prendendola per sfinimento non conosceva rivali.
Si erano conosciute tutte il primo giorno di università e, per tutte e tre, era stata amicizia a prima vista. Seguivano corsi diversi ed erano completamente diverse l’una dall’altra, ma si comprendevano e compensavano a vicenda.
<< Forse non è una perversione >> le disse Alice, intendo a versare altro vino nei loro bicchieri. << Forse è solo un’altra posizione del Kamasutra che conoscono tutti tranne noi >>
<< Hm… penso che la conosceremmo se fosse una posizione del Kamasutra >> rispose Marlene, continuando a guardare il cellulare.
Nessuna di loro tre era una santarellina. Ma l’unica impegnata, al momento, era Alice. Che stava organizzando il suo matrimonio con il suo storico fidanzato Frank Paciock. Un’affidabile e amichevole poliziotto. Frank amava Alice alla follia e faceva sempre qualsiasi cosa per farla felice. Ma era anche in grado di rimettere in riga, quando necessario, la personalità spumeggiante di Alice. Anche Marlene era stata fidanzata per molti anni con un uomo, peccato che poi avesse scoperto che il suddetto uomo era già felicemente sposato. A quel punto aveva deciso di non andare più in cerca di nuove delusioni. Ma conosceva dei tizi da chiamare quando aveva voglia di una bella scopata. Lily, invece, andava a un sacco di appuntamenti ma non concludeva mai niente. Non voleva soffermarsi a pensarci, ma erano ben tre anni che non andava a letto con qualcuno.
<< Trovato! Gerbelling… oddio! >> esclamò Marlene << Non pensavo che esistessero cose del genere >> commentò mentre guardava con una faccia sconcertata lo schermo del suo telefono.
<< Che cos’è? >> chiese Alice curiosa, sporgendosi sul divano per poter leggere anche lei << O mio dio! Per fortuna ha detto che non è tra le sue preferenze >> esclamò poi con gli occhi spalancati.
<< Volete dirlo anche a me? >> chiese a quel punto Lily.
<< Preparati, è piuttosto schifoso! >> le disse Marlene passandole l’iphone.
Lily lesse e fece una smorfia disgustata. Ma che razza di perversioni esistevano in giro?
<< Che palle! >> Sbuffò Lily << Io vorrei solo un bravo ragazzo a cui piaccia fare del normalissimo sesso solo con me! È chiedere troppo? Adesso non è più di moda il sesso normale? l’unico sesso che devo aspettarmi è quello alla Cinquanta sfumature? >> si lamentò.
<< Ciò che non è mai stato in non può nemmeno diventare out >> affermò Alice, beccandosi un leggero pugno sulla spalla da Lily.
<< Insomma, non esiste più il romanticismo? >> domandò Lily bevendo un sorso di vino << Mr Darcy diceva: lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami. Non lasciate che vi dica che mi piace fare del sesso poliamoroso e sadomaso >> continuò Lily sbuffando.
Alice e Marlene scoppiarono a ridere divertite.
<< Cosa ti aveva attirato di lui? >> le chiese Alice.
<< Non lo so, mi sembrava abbastanza sano di mente e gradevole. Quando si dice che le apparenze ingannano… >> rispose Lily alzando le spalle.
<< Secondo me miri un po’ troppo in basso! >> le disse Marlene guardandola severa << Insomma, quando definisco un dolce gradevole di solito non è un’ottima recensione >>
<< Ho appena passato la serata con un tizio il cui hobby è fare pipì addosso alla gente e che pretendeva di sapere cosa mi piace a letto. Sano di mente e gradevole non mi sembra così male paragonato a questo! E poi, dopo tutti gli appuntamenti che ho avuto, ammetto che le mie aspettative sono precipitate in picchiata! >>
<< Ottimo risultato se cercando qualcuno di affidabile hai trovato questo! >> le fece notare Alice alzando il calice di vino verso di lei.
<< Touchè >> disse Lily imitandola.
<< Perché non ci provi con Mr. Sexy? >> le chiese Marlene spegnendo la sigaretta nel posacenere sul tavolino.
<< Perché, ammesso sempre che Mr. Sexy accetti di incontrarmi, non voglio affrontare la sua delusione quando mi vedrà! >> rispose Lily.
Alice e Marlene si scambiarono uno sguardo prima di alzare entrambi gli occhi al cielo.
<< Tesoro >> iniziò Alice comprensiva << tu sei una persona molto modesta, e questa è una bellissima virtù… >>
<< Ma spesso la tua modestia sfocia nell’autolesionismo! Tu sei fantastica! Nessun uomo potrebbe essere deluso nel vederti! >> concluse Marlene.
Lily sospirò e sprofondò nello schienale del divano.
<< Beh, non abbastanza fantastica dato che sono single da secoli ormai, non ricordo neanche più l’ultima volta che ho fatto sesso! >>
<< Ancora con questo senso di inferiorità? >> le chiese Marlene scuotendo la testa << Quando la smetterai? >>
Lily fece spallucce. Certi pensieri erano difficili da dimenticare.
Lily si sentiva la personificazione della fiaba Il brutto anatroccolo. Fino all’estate prima di andare all’Università Lily non era mia stata la classica ragazza carina. L’unica cosa che le piaceva di se erano i suoi occhi, di un verde incredibile, peccato che erano perennemente nascosti dietro enormi e spessi occhiali da vista a fondi di bottiglia. Aveva troppe lentiggini sul viso, che si mescolavano con i tanti brufoli tipici della pubertà. Capelli troppo rossi e ricci, che sua madre si era sempre ostinata a farglieli portare corti, col risultato che sembrava la regina di cuori del film Alice in Wonderland. Completavano il tutto l’apparecchio ai denti, qualche chilo di troppo e il fatto che, anche se andava in una scuola private, i suoi genitori non se la passavano proprio bene e lei era costretta a indossare sempre vecchie e logore divise di seconda mano. In più, il fatto che fosse una secchiona sempre pronta ad alzare la mano in classe per dare la risposta corretta, non l’aveva mai aiutata a farsi degli amici. Ma aveva avuto l’effetto contrario e, se i ragazzi più popolari della scuola dovevano scegliere qualcuno a cui indirizzare uno dei loro scherzi, lei era sempre il soggetto designato.
Per fortuna all’università le cose erano cambiate. Innanzitutto, per dare il via alla sua nuova vita, aveva cambiato il suo nome in Lily. Poi si era fatta crescere i capelli, che ora, quando li lasciava sciolti, le ricadevano oltre metà schiena in morbidi e lucenti boccoli cremisi. Aveva perso i chili di troppo fino a diventare una taglia da campionario e, fortunatamente, aveva mantenuto la sua terza di seno. Le lentiggini si erano diradate e I brufoli erano spariti. Aveva tolto l’apparecchio, grazie al quale adesso sfoggiava un sorriso perfetto e brillante. Aveva iniziato a usare le lenti a contatto invece degli occhiali e indossava abiti che le stavano alla perfezione.
Eppure la sensazione di non essere mai all’altezza faceva fatica ad abbandonarla. Continuava a sentirsi continuamente quel brutto anatroccolo invece di rendersi conto di essere diventata realmente un bellissimo cigno.
<< Di cosa hai paura Lily? >> le chiese Alice comprensiva. Sia lei che Marlene sapevano tutto quello che aveva passato prima di arrivare al college.
Lily fece spallucce, non sapendo cosa risponderle.
<< Sai cosa mi ha detto mia nonna in punto di morte? >> le chiese Marlene guardandola intensamente, per poi continuare senza attendere la sua risposta << Ha detto che rimpiangeva di aver sprecato tutta la vita ad avere paura >>
<< Paura di cosa? >> le domandò Lily.
Marlene si strinse le spalle.
<< Non lo so! Non me l’ha detto >> le rispose.
<< Magari si riferiva alle paure di tutti i giorni >> disse Alice attirando su di se lo sguardo confuso delle ragazze << Durante la nostra vita abbiamo paura di un sacco di cose che non possono effettivamente farci del male e ci sforziamo di evitarle. Ma solo perché abbiamo paura che quelle cose possano farci paura. In pratica abbiamo paura della paura stessa >> continuò.
<< Discorso filosofico >> commentò Marlene accendendosi un’altra sigaretta.
Aveva provato spesso a smettere ma ogni volta, dopo pochi mesi, ci ricadeva.
Lily rifletté su quello che Alice aveva appena detto e subito le lampeggiò davanti agli occhi l’e-mail che aveva ricevuto quella mattina.
<< Alcune paure però sono giustificate! Tipo io ho paura dell’altezza, è una paura giustificata! >> disse Lily dopo qualche secondo.
<< Già! Io dei gatti senza pelo >> osservò Marlene
<< Dei gatti senza pelo? Non mi sembra una paura giustificata! >> ribatté Alice.
<< Si invece! I gatti sono imprevedibili e hanno un sacco di segreti che tengono nascosti nel loro pelo. Mai fidarsi di un gatto che non ha niente da perdere >>
<< Beh ha senso! Come la mia paura di andare alla rimpatriata delle superiori >> affermò Lily bevendo un generoso sorso di vino.
<< Cosa?! >> esclamò subito Marlene << Sara anche una paura sensata ma tu devi andarci! >> aggiunse risoluta.
<< Perché? Non ci tengo proprio >>
<< Per sbattere in faccia a quella massa di stronzi la gran figa che sei diventata! >>
<< Non mi importa più quello che pensano di me >> ribatté Lily con enfasi.
<< Ci sarà anche lui? >> le chiese Alice.
Lily non aveva bisogno di chiederle a chi si riferiva con quel lui.
James Potter
Uno dei ragazzi più popolari della scuola e campione della squadra di calcio. Lui, a differenza dei suoi amici che la prendevano sempre di mira, aveva passato gli anni delle superiori ad ignorarla. Lui era anche il ragazzo per cui Lily si era presa una cotta fin dal primo giorno di scuola e, con gli anni, quella stupida cotta non aveva fatto altro che crescere.
Peccato che era stato proprio lui, il giorno della consegna del diploma, a farle lo scherzo più umiliante di sempre.
Quando fu il turno di Lily di ricevere il suo diploma James si piazzò proprio davanti al palco con un enorme ventilatore portatile che aveva collegato chissà dove e lo indirizzò contro di lei, ricreando così la classica scena alla Marilyn Monroe. Peccato che nel suo caso non fu affatto una scena sexy, ma fu tremendamente umiliante visto che tutto il pubblico poté contemplare i suoi mutandoni alla Bridget Jones.
L’ultima volta che aveva visto James Potter e i suoi compagni delle superiori era stata proprio in quell’occasione, mentre tutti ridevano di lei che correva in lacrime il più lontano possibile da loro.
<< Non lo so, ma non credo! >>
<< Comunque, se davvero non ti importa più quello che pensano di te devi andarci! >> insisté Marlene
<< Sono d’accordo! Devi combattere questa tua paura! >> affermò Alice annuendo.
<< Non credo di potercela fare >> mormorò Lily facendo ruotare il suo bicchiere e osservando il liquido rubino che vorticava al suo interno.
<< Si invece! Mettiti in testa che puoi farcela. Volere è potere! >> le disse Marlene incoraggiante.
  
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