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Autore: LuisaLove    24/04/2022    0 recensioni
Lily non è mai stata la ragazza più popolare della scuola, anzi! Adesso, a trent'anni, è decisamente cambiata.
Tanto che quando si presenta alla rimpatriata delle superiori nessuno la riconosce, nemmeno lui, James Potter, il ragazzo più popolare del liceo per cui Lily ha sempre avuto una cotta ma che le ha fatto vivere il momento peggiore della sua vita.
Cosa potrebbe succedere se, improvvisamente, si ritrovasse nuovamente a stretto contatto con lui?
Rivisitazione del Romanzo Se l'amore ci mette lo zampino di Mhairi McFarlane
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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CAPITOLO 2

Appena entrò nell'ufficio ancora vuoto James fu aggredito dal pungente odore di birra. Il fetore proveniva sicuramente dai resti della battaglia a beer pong della sera prima.

La donna delle pulizie  si rifiutare di pulire il casino che lasciavano lui e i suoi colleghi durante le serate alcoliche alcoliche in ufficio. Si limitava ad affermare che pulire quel porcile non rientrava nelle sue competenze ed era stata irremovibile al riguardo.

James raggiunse la sua scrivania e si sedette guardandosi intorno. Per quanto fosse bravo e gli piacesse il suo lavoro certi giorni quel posto proprio non lo sopportava.

La compagnia per cui lavorava si occupava di media marketing e di sviluppare nuove app.

Certo, era piacevole lavorare in un ufficio in cui tutti potevano fare quello che volevano e la musica sparava sempre a tutto volume.

Ma il suo capo, Ludo Bagman, era un vero coglione idiota. E molti dei suoi colleghi erano proprio come lui.

Se ne salvavano veramente pochi, uno tra questi era anche il motivo per cui James sopportava quel coglione che aveva come capo, il suo migliore amico dai tempi del college, Sirius Black.

Poter lavorare tutti i giorni fianco a fianco col suo migliore amico era una motivazione più che valida per sopportare tutti gli altri coglioni che lavoravano con loro.

Sospirò e accese il pc.

Quella mattina si era svegliato abbastanza di buon umore, che però venne istantaneamente cancellato appena i suoi occhi si posarono sul salvaschermo del suo laptop.

Si ripeteva tutti i giorni che doveva decidersi a togliere la foto di sua moglie. Ma non aveva detto a nessuno, neanche a Sirius, che si stavano separando. Pensava che se qualcun altro l’avesse saputo la cosa sarebbe diventata tremendamente reale e definitiva. Quindi pensava che se avesse cambiato lo sfondo avrebbe destato dei sospetti.

Si prese qualche minuti per osservare la foto davanti a lui. L’aveva scattata il giorno in cui le aveva fatto la proposta.

La loro storia era stata come un colpo di fulmine. Si era innamorato pazzamente di Sophie nell’esatto momento in cui l’aveva vista in un pub in centro. Non aveva perso tempo e le aveva subito chiesto di uscire. Esattamente sei mesi dopo il loro primo incontro James aveva organizzato un picnic romantico in cui, con un costosissimo anello di Tiffany, le aveva chiesto di sposarlo.

Era stato un duro colpo quando, un paio di settimane prima, a quasi un anno dal loro primo anniversario, Sophie gli aveva chiesto di sedersi e gli aveva detto che le cose non funzionavano, che forse avevano corso troppo e che aveva bisogno di spazio.

Sospirò e aprì la casella della e-mail.

Niente di interessante.

Fece scorrere il cursore e si fermò su una mail che aveva ricevuto la settimana prima. La rimpatriata delle superiori in programma per quella sera.

Da quando era arrivata quella mail Barty Crouch Jr, suo vecchio amico dai tempi della scuola, non aveva fatto altro che tartassarlo ogni santo giorno per convincerlo ad andarci.

James non ne aveva alcuna voglia. Si, aveva passato davvero dei bei momenti alle superiori, non per altro era uno dei ragazzi più popolari della scuola. Ma sentiva di non essere più lo stesso James di una volta e, sinceramente, non gliene poteva fregar di meno di sentire i suoi ex compagni di scuola che si vantavano delle loro mogli e dei loro figli. 

In realtà sapeva che l’obbiettivo del suo amico era quello di vedere se qualche loro ex compagna di classe, che non si era fatto alle superiori, fosse ancora disponibile. Oltre alla possibilità di gongolare se avesse constatato che i loro compagni non erano invecchiati bene quanto loro.

James fu distratto dai suoi pensieri quando il suo iphone si mise a suonare.

Una chiamata da Sophie.

Sbuffò e poi rispose << Pronto >>

<< Ciao. Come stai? >> gli disse lei.

<< Secondo te? >> rispose James.

<< Ho delle gocce per le orecchie per Rocket. Devo portartele e farti vedere come mettergliele >> disse lei, ignorando la sua risposta.

<< Semplicemente facendogliele andare nelle orecchie? >> ribatté lui acido. Non avrebbe voluto usare quel tono ma ormai, ogni volta che parlava con Sophie, si ritrovava senza alcun filtro cervello bocca.

<< Passo stasera ok? >>

<< No, stasera ho da fare >>

<< Che cosa? >>

<< Non ti riguarda >>

<< Vero, ma il tuo tono mi fa pensare che sia solo una scusa per non vedermi! >>

James sbuffò. Nonostante fossero stati insieme relativamente poco lei sapeva riconoscere alla perfezione i suoi toni.

<< Ho una rimpatriata della scuola >> le disse guardando lo schermo del pc, che mostrava ancora la mail aperta.

<< Ah si? Non pensavo fosse il tuo genere >> ribatté lei incredula.

<< Si beh, sono un uomo dalle mille sorprese. Passerai un altro giorno. ciao! >> le rispose James, chiudendo poi la chiamata.

Si buttò indietro sullo schienale della sedia pensando a quanto idiota fosse stato. Per evitare di vederla adesso sarebbe stato costretto ad andare a quella stupida rimpatriata. Certo, avrebbe potuto mentire, ma non faceva per lui. E poi, essendo sia lui che Sophie due persone abbastanza attive sui social, avrebbe avuto bisogno di alcune prove che lo collocassero affettivamente alla rimpatriata. Come registrarsi sul luogo, postare qualche foto o un paio di stories con qualche compagno.

Sbuffò e poi scrisse un messaggio al suo amico.

 


Whatsapp James Potter (JP)/Barty Crouch Jr (BCR)

JP: Hey! Ho cambiato idea per stasera! Vengo, ma solo se offri da bere!


 

Non passò più di un minuto prima che Barty gli rispondesse con un emoticon del pollice in su.

 

***

 

Lily era nel suo ufficio, posizionato in un ala del British Museum riservata al personale, intenta a provarsi il vestito che aveva comprato. Marlene aveva insistito tanto che comprasse un bell'abito nuovo per la rimpatriata.

Sapeva di aver fatto una pazzia quando aveva ceduto alle insistenze di Marlene ed era andata sul sito di Chanel per acquistare quell’abito.

Fortunatamente aveva indovinato la taglia, avrebbe voluto avere uno specchio nel suo ufficio per poter vedere bene come le stava. Ma si accontentò di notare che, visto dall'alto, sembrava caderle bene.

Era una fortuna data la cifra astronomica che aveva speso.

Era un tubino molto semplice, quando l'aveva visto sul manichino del sito le era sembrato molto simile al tubino indossato da Lady DAnche se dubitava che su di lei avesse lo stesso effetto.

Ancora una volta Lily venne assalita dalla paura per quella stupida rimpatriata. Quindi afferrò velocemente il telefono e chiamò Marlene.

<< Non ci vado! È una follia! >> le disse appena l’amica rispose al telefono.

<< Si che ci vai! Combatterai la tua paura e dopo proverai un fantastico senso di liberazione! Steven smettila di giocare con le sac a poche! Scusa tesoro, sto preparando delle torte per il blog e ho un nuovo aiutante >>

<< Non ci riesco! E se ridessero tutti di me? >>

<< Impossibile! E se mai dovessero ridere di te sarebbe solo per invidia! >>

Lily non voleva ammettere che, in fondo in fondo, temeva che quando si sarebbe ritrovata nella stessa stanza dei suoi ex compagni di scuola sarebbe tornata ad essere la ragazza sfigata e bruttina che era stata alle superiori.

<< Sono decente con questo vestito che non puoi vedere? >>

<< Se è quel modello di Chanel che abbiamo visto insieme allora stai sicuramente benissimo! Steven smettila di usare le sac a poche come se fossero marionette! Non siamo mica uno cazzo di studio della Pixar! Anzi, penso che tu sia dannatamente sexy con quel vestito! >>

<< Come fai a dirlo se neanche mi vedi? >> replicò Lily.

<< Perché ho visto il vestito on line e conosco il tuo fisico mia cara! Se avrai tutti gli occhi addosso fidati di me che  sarà solo per invidia! >>

In quel momento qualcuno bussò alla sua porta.

<< Scusa Marlene, devo andare >>

<< Si! Devi andare! >> ribattè Marlene prima che Lily chiudesse la comunicazione.

Lily sbuffò prima di accogliere chi aveva bussato alla porta. Fece capolino nella stanza Severus Piton, loro avevano iniziato a lavorare al museo nello stesso periodo. Mentre lei si occupava di approvare e allestire le mostre temporanee ospitate dal museo, lui era nel dipartimento scientifico e si occupava del restauro e della conservazione delle opere. Avevano fatto subito amicizia, e condividevano la passione per il loro lavoro. Severus aveva capelli neri e un po’ unti, tagliati in uno strano caschetto che gli arrivava alle guance, e un aspetto pallido e malnutrito. Come quello di una pianta che non ha mai visto la luce del sole. E, anche se all’apparenza poteva sembrare un po’ cupo, con lei si era dimostrato spesso molto gentile.

Severus aveva preso l’abitudine di iniziare la giornata portandole una tazza di tè nel suo ufficio e, con la scusa, si fermava sempre per chiacchierare un po’ con lei.

<< Wow! Vestito nuovo? >> le chiese, guardandola con uno sguardo adorante.

<< Oh… ehm… si >> rispose Lily, lisciandosi le pieghe inesistenti del vestito.

<< È per qualche evento particolare? >> le chiese Severus.

<< In effetti si, stasera ho la rimpatriata delle superiori. Anche se non sono sicura di andarci! >> gli rispose Lily andando a sedersi dietro la sua scrivania << Non ho passato dei bei momenti a scuola >> aggiunse poi.

<< Oh… capisco! E allora perché ci vai? >> le chiese Severus guardandola curioso.

<< Non so ancora se ci vado. Ma le mie amiche pensano che sarebbe un gesto di sfida e di rivincita da parte mia >>

<< Beh, sicuramente se ci vai li stenderai con il tuo fascino! >> le rispose Severus guardandola ancora in quel modo adorante.

 

***

 

Lily era ferma sul pianerottolo al primo piano di un pub in centro.

Davanti a lei c’erano due fogli scritti in modo elegante che le presentavano due opzioni differenti:

 

Addio al nubilato di Beth -->

<-- Rimpatriata di Hogwarts

 

Cavoli, avrebbe tanto voluto conoscere quella Beth. Dalla sua destra provenivano gli echi di una pessima versione al karaoke di Single ladies di Beyoncè.

Sicuramente loro si stavano divertendo.

Lily prese coraggio, aiutata anche dalla bottiglia di vino che si era scolata insieme ad Alice prima di andare li, e si diresse a sinistra fino a raggiungere la porta designata.

Aveva un terrore pari solo a quello che aveva provato ogni volta che aveva dovuto dare un esame all’università. Fece un respiro profondo e poi aprì la porta ed entrò nella sala.

Era quasi vuota.

Un paio di persone che Lily non riconobbe le lanciarono un’occhiata di sfuggita prima di tornare alle loro conversazioni.

Sopra il bar privato della stanza faceva bella mostra di se uno striscione che recitava: 15 ANNI DA QUANDO NE AVEVAMO 15!!!!!!!

"Oddio! Pessimo!" pensò appena lo vide.

Lily si impossesso di un bicchiere di prosecco e si ritirò contro la parete della sala. Decise che avrebbe bevuto il suo drink e poi se ne sarebbe andata. Sarebbe stata una cosa veloce e indolore e lei avrebbe potuto dire ad Alice e Marlene di essere andata a quella stupida rimpatriata.

Mentre sorseggiava il suo prosecco si guardò intorno.

Sulla parete opposta a dove si trovava c’era un collage di foto. Lily non si volle neanche avvicinare a guardarle, era più che certa di non essere in nessuna di quelle foto. Sotto quel collage era allestito un buffet di fingerfood poco invitante, probabilmente era stato esposto parecchie ore prima del loro arrivo.

La stanza prese pian piano a riempirsi.

Lily, dalla sua posizione appartata, osservò tutte le persone che entrarono dalla porta. Ogni tanto faceva capolino qualche faccia conosciuta. Ma nessuno di importante.

Distinse Peter Minus, ancora basso e grassottello come al liceo, ma con molto più grasso e molto meno capelli che adesso, invece che essere di un biondo spento, erano di un tristissimo color topo.

Hestia Jones, che sembrava la stessa pettegola chiacchierona di allora, con un caschetto nero all'apparenza curato ma con una ricrescita grigia incombente.

Dolores Umbridge, durante l’adolescenza non era stata tra le bellezze della scuola, ma era comunque tra la cerchia delle più popolari grazie alla sua aria perfida, che sembrava non aver perso. Adesso però assomigliava tremendamente a un grosso rospo color confetto con un enorme fiocco rosa in testa.

Un momento, quelle non erano… possibile? No. Sì, erano loro!

Dalla porta erano appena entrare le due ragazze che più di tutti l’avevano bullizzata a scuola: Bellatrix Black, adesso Lestrange e Alecto Carrow.

Erano riconoscibili all’istante, eppure il passare del tempo era stato impietoso con loro.

Bellatrix aveva ancora i lunghi e ricci capelli neri che le ricadevano fino a metà schiena, ma adesso erano flosci e opachi. Aveva una carnagione giallastra e emaciata, ed era fin troppo magra. Ricordava quasi uno scheletro con la pelle.

Alecto, invece, aveva tinto i capelli di un biondo cenere, a aveva un’incombente ricrescita grigia. Aveva preso qualche chilo e si era appesantita sul punto vita. La stessa espressione di disgusto che l’aveva caratterizzata durante l’adolescenza era esattamente identica. Solo con molte rughe d’espressione in più.

Quelle due non erano più delle terrificanti, algide e bellissime principesse, bensì donne di quasi mezz’età dall’aria abbacchiata. Quelle classiche donne che, se ti fossero passate di fianco per strada, neanche le avresti notate.

Nessuno dei suoi ex compagni che aveva visto aveva anche solo la parvenza di un tempo.

Era strano, ma la loro mediocrità, invece di farla gongolare, la avviliva.

Come aveva potuto permettere che delle persone così insignificanti la umiliassero e la facessero sentire tanto inferiore a loro?

Le due donne fecero vagare lo sguardo per la stanza senza soffermarsi su nessuno in particolare. Con il passare del tempo, e dopo che nessuno provò mai a dirle nulla, Lily si rese conto di una cosa: era talmente cambiata che nessuno dei suoi ex compagni del liceo l’aveva riconosciuta.

La porta della saletta si aprì di nuovo ed entrarono due uomini. Avevano entrambi l’aria di sentirsi i più importanti esseri umani in quel luogo.

Quando i due girarono il viso verso di lei, Lily senti il fiato incastrarsi in gola e ogni suono sembrò provenire da molto, molto lontano.

 

***

 

James si stava seriamente domandando quanto fosse caduto in basso, se si stava sorbendo tutto ciò solo per non far pensare a Sophie che fosse sempre pronto e disponibile ogni volta che lei voleva.

La saletta posta al primo piano di quel pub in centro era decorata con coppie di palloncini, un orrendo striscione e uno stupido collage di foto.

I pochi partecipanti si erano divisi grossolanamente in gruppi unisex, come se fossero tornati adolescenti.

C’erano vari uomini che James riconobbe, nonostante gli anni non erano stati buoni con loro, e avevano tutti molte più rughe di espressione e molti meno capelli in testa.

James provò un sadico compiacimento nel sapere che lui aveva più o meno lo stesso aspetto di quando andava al liceo.

Barty tornò da lui con due bottiglie di birra.

<< Cavolo, non si può dire che sono tutti invecchiati bene come noi amico >> gli disse Barty compiaciuto mentre si guardava intorno con un ghigno sadico disegnato sul viso.

<< Già, ora possiamo andarcene? >> gli chiese James con poco entusiasmo. Maledetto Barty e i suoi assurdi piani per rimorchiare qualcuna.

Come se ne avesse bisogno poi, le donne praticamente gli si buttavano addosso! Queste poi erano tutte donne che già conosceva e, per la maggior parte, che si era già portato a letto.

<< Si… No! Aspetta! Chi diavolo è quella? >>

James seguì la direzione dello sguardo di Barty e vide una donna in disparte. Non l’aveva notata prima, era così in disparte che il suo obbiettivo primario sembrava proprio quello di non essere vista.

La donna del mistero era molto elegante, con un vestito nero che fasciava alla perfezione il suo corpo magnifico. Aveva un bellezza mozzafiato. Capelli rosso scuro che le cadevano in boccoli morbidi e lucenti fin’oltre metà schiena, occhi di un verde spettacolare, vagamente malinconici, un viso dai lineamenti delicati, e delle labbra che sembravano disegnate da quanto erano perfette.

<< Non credo di averla mai vista… >> gli rispose James distogliendo lo sguardo.

<< Non sei curioso di scoprire chi è? >> insistette Barty, continuando a guardarla con un sinistro scintillio negli occhi.

James guardò di nuovo verso di lei. A guardarla sembrava che desiderasse ardentemente di non trovarsi li e che volesse essere lasciata in pace.

Se James l’avesse vista prima di conoscere Sophie l’avrebbe sicuramente avvicinata, sia per scoprire chi fosse sia per provarci con lei. Ma, dopo la sua brutta esperienza, aveva deciso di tenersi bene alla larga da donne così belle.

Sapeva però a cosa stava pensando Barty, aveva puntato la preda e ora doveva provarci con lei. James sperò di riuscire a farlo desistere, non aveva proprio voglia di assistere alle sue tecniche di seduzione.

<< Sarà la moglie trofeo di qualcuno >> gli disse.

<< Tu dici? >>

<< Si, sicuro >> commentò James.

Se una ragazza come quella fosse andata a scuola con loro era certo che si sarebbe assolutamente ricordato di lei.

<< Beh, qualunque sia il suo stato civile, è splendida! >>

James fece spallucce << Mah… non direi così bella… >> rispose.

Non gli andava di ammettere che la trovava più che splendida e magari, se Barty avesse pensato che lui non la reputava niente di che, allora l'avrebbe lasciata stare.

Proprio mentre lo diceva lei guardò verso di loro. Trangugiò il vino che aveva ancora nel bicchiere e inforcò la borsetta.

<< Merda! Se ne va? Io mi butto! >> affermò Barty.

 

***

 

Intorno ai vent’anni, Lily aveva fantasticato spesso di imbattersi in James Potter. Così da poterlo insultare per bene davanti a moglie e figli. Ricordandogli che era solo un bullo arrogante, perfido e fin troppo pieno di se.

E ora eccolo lì. A pochi metri da lei. In carne ed ossa.

Lily sarebbe potuta andare da lui per sbattergli finalmente in faccia quello che pensava. Ma, invece, l’unica cosa che aveva in mente era che non aveva intenzione di restare un minuto di più nella stessa stanza in cui si trovava lui.

Potter era ancora figo, doveva ammetterlo. I suoi capelli erano ancora nerissimi e scompigliati. Aveva la stessa mascella disegnata ad arte ma con un filo di barba non fatta, che aveva il potere di renderlo ancora più attraente. I suoi occhi nocciola erano ancora incorniciati da un paio di occhiali dalla montatura rotonda. E il suo fisico, una volta asciutto, adesso sembrava molto più definito. Il ghigno della gioventù si era trasformato in un’espressione sprezzante ben collaudata. Indossava una semplice camicia bianca con un paio di bottoni sbottonati, dei Jeans blu scuro e un paio di Adidas bianche.

James, proprio come Lily aveva immaginato, stava passando in rassegna tutti i presenti come se lui fosse un membro della Famiglia Reale a cui viene mostrato un enorme ammasso di sterco.

Se lo ripugnava così tanto essere li perché era venuto? Solo per dimostrare di essere ancora il migliore?

Proprio come a scuola al suo fianco c’era il suo fido compare. Barty Crouch Jr, il più sadico stronzo che Lily avesse mai conosciuto. Ai tempi del liceo aveva passato le giornate a bersagliare Lily, e chiunque gli capitasse a tiro, di cattiverie.

A differenza di tutti gli altri però quei due non la scavalcarono con lo sguardo. Ma, anzi, si soffermarono a guardarla e, quando Lily si azzardò a guardare verso di loro, ebbe l’impressione che stessero parlando di lei.

Che proprio loro, tra tutti, l’avessero riconosciuta?

Proprio in quel momento, con assoluta chiarezza, poté leggere le parole scandite dalle labbra di James.

"Mah… non direi così bella"

Ovviamente, dopo tutta la strada che aveva fatto, lui non la valutava ancora alla sua altezza. Ma poteva andarsene tranquillamente a quel paese. A lei non importava più se James Potter la trovasse bella o meno.

Buttò velocemente giù quello che restava del suo drink e si diresse all’uscita. Ma fu prontamente intercettata da Crouch Jr che le si parò davanti.

<< Dimmi che non vuoi andartene >> le disse con una voce seducente.

<< Ehm… Si! >> affermò Lily decisa.

<< Almeno dicci chi sei. Non vorrai lasciare me e il mio amico col dubbio >> le disse sempre con quel tono seducente mentre indicava se stesso e James.

Lily spostò lo sguardo da lui a James, che era rimasto in disparte e non sembrava volerle rivolgere la parola.

<< Credo che invece vi lascerò col dubbio! >> ribatté lei.

Adesso aveva la certezza che non l’avevano riconosciuta neanche loro. Ma sapeva anche cosa sarebbe successo se avesse rivelato loro chi era. Barty avrebbe emesso un fischio incredulo, si sarebbe complimentato per il suo aspetto sensazionale e poi avrebbe chiamato a raccolta tutti urlando: Ei guardate! È Lillian. E lei si sarebbe sentita come un’animale allo zoo.

<< Dai, almeno dimmi come sei mai qui. Venivi ad Hogwarts? >> insistette Barty.

<< No, penso di aver sbagliato festa! Me ne stavo proprio andando >> mentì Lily, ma Barty non si sposto dalla sua posizione.

<< Oh beh, hai risolto il nostro dubbio! >> affermò Barty << Hey James avevi ragione! Non ha frequentato Hogwarts! >> urlò a James, facendogli segno di raggiungerlo, prima di rivolgersi ancora a lei << Sai, stavamo proprio dicendo che sarebbe stato impossibile non ricordarci di te >>

 

***

 

James, suo malgrado, si vide costretto a raggiungere l’amico.

<< Io sono Barty, mentre lui è il mio amico James! Ora ci dici il tuo nome? >> stava dicendo Barty a quella ragazza, che sembrava chiaramente a disagio.

<< No! >> rispose Lily sorridendo << Ciao >> aggiunse poi prima di aggirarli e scivolare velocemente fuori dalla porta.

Barty emise un leggero fischio << Credi che fosse un invito a seguirla? >> chiese a James.

<< No Barty, era chiaramente un invito a lasciarla stare! >> gli disse James << Ora possiamo andare? >> aggiunse sbuffando.

Barty scrollò le spalle, si guardò intorno e, dopo aver tracannato quello che restava della sua birra, annuì.

  
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