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Autore: LadyHeather83    26/04/2022    5 recensioni
Dopo gli eventi di Namecc chi è sopravvissuto torna sul pianeta Terra, ed è da qui che inizierò a raccontare la mia storia e il mio punto di vista su quello che non ci hanno mai raccontato prima.
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angoli nascosti

*

Capitolo 18

*

Goku e Gohan erano stati i primi a sollevarsi in volo e prendere la via di casa, dopo ovviamente aver augurato a Bulma di partorire un bel bambino.

Per fortuna che l’amica non ne aveva colto il senso logico, ovvero collegare quel misterioso ragazzo venuto del futuro proprio con lei. Eppure era una ragazza sveglia ed intelligente, ma forse il fatto che Yamcha avesse pensato che Goku gli stesse suggerendo il fatto si sistemarsi, l’aveva mandata letteralmente fuori strada.

Junior avrebbe voluto soffocarlo all’istante, ma per sua fortuna dalla sua bocca ingenua non era trapelato null’altro.

E mentre lo spilungone fantasticava su un possibile erede e di conseguenza una vita lunga e felice con l’azzurra compagna, la mente di Bulma era attanagliata da un incubo terribile, ovvero la possibilità che il suo migliore amico perdesse la vita a causa di un virus, nonostante ora gli fosse stata consegnata una medicina in grado di salvarlo da morte certa.

“Ci conviene andare, adesso!” Le aveva detto Yamcha destandola dai suoi pensieri.

Bulma smise improvvisamente di torturare l’unghia del pollice destro ed annuì, non prima però di aver tracciato delle coordinate per ritornare con suo padre a prendere la monoposto con la quale era arrivato Goku e la navicella di Freezer che giaceva oltre le montagne.

Erano rimasti solo loro, assieme all’aria torrida e secca del deserto.

“Ora possiamo farlo… non vedo l’ora di buttarmi sotto la doccia e levarmi via la sabbia tra i capelli” Sbuffò sonoramente tra le braccia sudate del fidanzato.

“Possiamo farla assieme!” Ammiccò lui sensualmente.

“Tu devi allenarti!” Smorzò indubbiamente il suo entusiasmo.

“Abbiamo tre anni per prepararci, anche se inizio domani, che cosa cambia?” Era un ragazzo che prendeva sempre tutto alla leggera, e questa cosa qui non giocava di certo a suo vantaggio.

L’aria fresca le colpiva il volto niveo, togliendole così un po' di rossore dovuta alla calura delle ultime ore, ritrovando refrigerio. Bulma sperava solo di non essersi presa un eritema solare, ma da come la pelle bruciava sembrava proprio trattarsi di quello. Qualche giorno e tanta crema lenitiva tra le più costose in commercio avrebbero potuto sanare la situazione ed evitare la desquamazione.

Non si sarebbe più potuta guardare allo specchio sapendo che si stava trasformando in un serpente nel periodo di cambio muta.

Ma non aveva tempo per pensare a quello, perché il suo ragazzo stava tirando fuori un argomento senza alcun fondamento.

“Immagino che gli altri abbiano già provveduto.”

“Con altri, intendi Vegeta?” Incalzò lui sottolineando perfettamente il nome del saiyan “… mi era sembrato abbastanza irritato quando ha scoperto che anche quel ragazzo proveniente dal futuro si poteva trasformare in super saiyan senza tanti problemi.” Sogghignò sotto i baffi.

“Lo puoi biasimare?”

“Lo stai forse difendendo?”

Bulma staccò lo sguardo dal suo preferendo guardare in basso piuttosto che il volto inquisitore di Yamcha.

“Sto solo dicendo che capisco perché è sbottato in quella maniera.” Sollevò gli occhi al cielo rassegnata, a volte quella sua gelosia infondata le dava sui nervi.

Mmm… va bene!” Yamcha non indagò oltre per non irritarla ancora di più, quello di cui non aveva affatto bisogno in quel momento era proprio litigare con lei per una stupidaggine come quella.

*

Chichi, da brava massaia, aveva già rassettato tutta casa e messo la cena sul fuoco.

Ovviamente imprecando tutti gli Dei che conosceva. Pochi, a dire la verità.

Nonostante in quell’ultimo anno avesse cresciuto Gohan da sola cercando sempre di renderlo ligio al dovere di studioso, si era resa conto che il sangue guerriero che scorreva nelle sue vene sarebbe stato difficile da estirpare, ma questo, non le avrebbe impedito, una volta rientrato a casa, di impartirgli una severa e giusta punizione solo per averle osato disobbedire.

Chichi dal nervoso ruppe un piatto che stava riponendo con forza nello scolapiatti.

Tirò su i cocci con una scopa che teneva vicino al lavello sbuffando, se avesse continuato di questo passo, presto avrebbe avuto bisogno di un servizio nuovo.

“Non vuoi entrare, papà? Mamma sarà contenta di vederti.” Disse Gohan entusiasta, finalmente quella sera la sua famiglia si sarebbe riunita dopo tanto tempo. Nemmeno ricordava più quando avevano cenato l’ultima volta tutti e tre insieme, sembrava essere passato un’eternità. Un po' lo era.

Goku s’impietrì quando sentì qualcosa dentro casa andare in frantumi e conseguentemente imprecare il suo nome con disprezzo.

Del resto, sua moglie aveva tutte le ragioni ad essere arrabbiata con lui.

In pratica l’aveva abbandonata senza tanti complimenti.

E solo ora si stava rendendo veramente conto di quanto le fosse mancata e del dolore che le aveva causato.

“Aspetta un attimo, Gohan.” Deglutì e suo figlio annuì rimanendo al suo fianco a qualche metro di distanza da casa “… ho bisogno di qualche altro minuto!” Soffiò.

“Vuoi che vada dentro a dire a mamma che sei qui?” Chiese innocentemente.

Goku strabuzzò gli occhi mentre un brivido di freddo gli percorse frettolosamente la schiena.

Non aveva mai avuto paura, nemmeno quando sul pianeta Namecc non c’era più scampo per lui e la morte gli era apparsa all’improvviso davanti gli occhi, svanendo qualche attimo dopo la comparsa di una navicella di soccorso che stava per essere inghiottita dalle fiamme del nucleo del pianeta.

“Sei matto? Vuoi che esca con un bastone e che mi insegua per tutta la montagna?”

Gohan sorrise, una scena del genere l’avrebbe voluta proprio vedere.

Suo padre, l’essere più forte dell’intero Universo, rincorso da una donna terrestre e senza nessun potenziale combattivo. Forse il Genio Delle Tartarughe di Mare non aveva avuto poi tutti i torti quando definì Chichi più forte di un super saiyan.

Ma quello di cui era certo, era il fatto che sua madre era una delle donne più in gamba che conosceva. Non si faceva mai abbattere e soprattutto, affrontava le avversità di tutti i giorni sempre a testa alta.

“La mamma piange ogni notte, sai?” Mormorò mestamente abbassando lo sguardo.

Goku si morse il labbro inferiore “Mi dispiace.” Fu tutto quello che era riuscito a dire.

“Lo so…” Sospirò “… e so anche che se sei rimasto lontano tanto tempo è solo per diventare più forte e difenderci.”

Il saiyan gli scompigliò i capelli, orgoglioso di suo figlio, perché aveva perfettamente capito il motivo della sua lontananza.

“Il problema è che a tua madre non è andata giù la cosa, vero?”

Gohan annuì con il capo.

“Ho provato a farglielo capire, ma è come se non ci sentisse.”

“Tua madre non era contenta del fatto che fossi un guerriero, e non vuole che tu diventi come me. Secondo lei sono un fannullone perché non lavoro e non guadagno.”

“Ma io voglio diventare come te!”

“No!”

Gohan scoccò un’occhiata interrogativa a suo padre.

“Mamma vuole che tu sia uno studioso. E l’accontenterai.” Goku continuava a guardare Chichi dimenarsi in cucina attraverso la trasparenza delle tende.

“Ma papà… io… e i cyborg?” Balbettò ricordandosi di quella minaccia incombente accennata da quel ragazzo misterioso.

“Seguirai sia la scuola che gli allenamenti.”

Gohan sussultò, ma non replicò alla volontà del genitore, pensando che quello fosse un ottimo compromesso per un possibile accordo con sua madre.

I due saiyan rimasero ancora qualche minuto a parlare fuori le mura domestiche e a Gohan parve che il genitore più anziano cercasse solo di prendere tempo, così decise di allontanarsi da lì con la scusa banale di pescare un pesce per l’indomani.

“Ehi, no. Aspetta…” Non fece tempo a dire che Gohan era già sparito dalla sua vista addentrandosi nella fitta foresta dietro di loro.

Goku sbiancò al pensiero di ritrovarsi faccia a faccia con Chichi, poi improvvisamente si ricordò del dono per la moglie che arrivava direttamente dal pianeta Yardrat.

Si toccò la schiena prendendo quello che era rimasto di quel mazzo di fiori schiacciato e quasi privo di petali, e con passo tremolante si avvicinò alla porta.

Avrebbe potuto entrare senza farsi annunciare, ma per il suo bene aveva preferito bussare un paio di volte.

Chichi terminò di tagliare la carota a rondelle per poi aggiungerla al brodo che sobbolliva.

Si pulì velocemente le mani e mentre le stava asciugando con un cencio a quadri bianchi e rossi, aprì la porta con un enorme sorriso, che smorzò non appena vide l’ebete del marito sulla soglia che la salutava con la mano.

“C-ciao, Chichina, come va?” Balbettò timidamente come se quello fosse il loro primo incontro e lui il cavaliere che era passato a prenderla per uscire fuori a cena.

Chichi di rimando rinchiuse la porta con forza credendo fosse tutto frutto della sua immaginazione ed il saiyan sfarfallò gli occhi incredulo.

“Dannato Goku!” Imprecò lei a denti stretti imboccando la strada per la cucina.

Ma si voltò appena bussarono di nuovo, ed aprì.

Goku era ancora lì davanti a lei.

“Mi sei mancata, Chichi.” Mormorò porgendole quel che restava del mazzo striminzito di rose yardrayiane.

Allora era tutto vero, quell’emerito imbecille del marito era tornato dal suo lungo viaggio e le aveva anche portato un dono.

Chichi aveva voglia di corrergli incontro, di abbracciarlo, urlargli con tutto il fiato che aveva in gola che anche lui le era mancato.

Se fosse stata una persona normale lo avrebbe invitato ad entrare in casa, anzi, trascinato a forza all’interno, si vedeva anche già seduta sul divano del salotto mentre gli raccontava delle sue ultime avventure, avrebbero cenato e alla fine avrebbero fatto l’amore tutta la notte, finché la loro voglia non sarebbe stata saziata e stanchi e sfiniti si sarebbero addormentati l’uno tra le braccia dell’altro.

Peccato che la rabbia di Chichi aveva avuto il sopravvento sull’amore ed aveva finito per rovinare quel bellissimo film mentale che scorreva velocemente sulla sua mente.

Gli strattonò dalle mani quel dono che si era disturbato di portare e glielo tirò in faccia.

“Credi che basti un mazzo di fiori per chiedermi scusa?”

Goku sospirò “No, ma ci tenevo a scus…” Non finì la frase perché la moglie lo schiaffeggiò con tutta la forza che aveva in corpo, e nonostante quello, Chichi si slogò inevitabilmente un polso.

Le sembrò di tirare un pugno contro un muro di cemento armato, ma forse si sarebbe fatta meno male, perché durante i suoi allenamenti da ragazzina si era specializzata nello spaccare pietre.

No, non poteva piangere o dirgli che si era fatta male. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione.

Gli occhi di Chichi erano velati di lacrime e sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro.

Per quanto in quel momento lo odiasse, la corvina era felice del ritorno del marito e sapere soprattutto che stava bene, ma era anche irritata dal fatto di come lui stesse prendendo tutto così alla leggera.

Un mazzo di fiori? Siamo seri? Nemmeno un campo fiorito sarebbe bastato a farle passare l’arrabbiatura.

“TU… tu...” Riuscì a dire prima che calde lacrime le fuoriuscirono inevitabilmente dagli occhi costringendola ad inginocchiarsi al suo cospetto.

Goku si abbassò al suo livello e le tolse le mani che le oscuravano il volto, non colpevolizzava la moglie per la scenata, Chichi aveva tutto il diritto di essere in collera con lui e se quello era un modo per sfogare la sua rabbia, allora lui sarebbe stato lì per risollevarla.

Era tornato per rimanere al suo fianco, e glielo avrebbe urlato in tutte le lingue che conosceva, una in realtà, ma quello era solo un dettaglio, l’importante era il gesto.

“Non me ne andrò mai più, Chichi.”

Chichi lo strinse più forte ed affondò la testa all’interno del suo petto sentendosi subito protetta quando anche lui la circondò con le sue forti braccia.

E questo bastò a Chichi per scacciare via le nuvole nel suo cuore, per fare spazio all’amore che Goku le voleva donare ancora, oggi, domani e per sempre.

La corvina si asciugò il volto con la punta delle dita.

“Scusa per i fiori… erano bellissimi!” Tirò su con il naso.

Goku si portò una mano sulla fronte “Urca! Allora Juth aveva ragione…”

Juth? Chi è Juth?” Chiese stringendo poi gli occhi, il polso pulsava e si stava gonfiando.

“Che hai?” Si preoccupò Goku notando che Chichi si stava massaggiando la parte lesa.

“Hai la testa dura, lo sai questo?”

*

continua

 

  
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