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Autore: G_Monti_E_97    29/04/2022    1 recensioni
Lord Voldemort è rinato dopo la fine del Torneo Tremaghi, molti Mangiamorte si muovono nell'ombra e Silente riforma l'Ordine della Fenice. Per sconfiggere il Signore Oscuro chiederà aiuto a un ex agente del ministero, un ragazzo che è stato torturato da Voldemort per servirlo, diventando uno dei suoi più fedeli servitori.
Rinchiuso per anni a Nurmengard, ora ha la possibilità di aiutare Silente e il ragazzo che è sopravvissuto.
Il suo nome è Byron White.
(Storia di mia invenzione presente anche su Wattpad)
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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All'interno dell'ufficio circolare di Silente i quadri parlottavano animatamente osservando con attenzione il preside seduto sulla scrivania. La piccola donna davanti a lui parlava con la voce più stridula del solito.

"Non ha l'autorità per opporsi alle mie decisioni Silente. Secondo l'articolo..."

"Lei ha il potere di licenziare i miei insegnanti." concordò pacatamente Silente "Ma il signor White non lo è, è stato assunto come assistente del professor Piton"

"Lo ha assunto senza il permesso del Ministero" replicò corrugando la fronte.

"Non è necessario secondo il regolamento"

"White non appare nei registri ufficiali, l'ultima cosa che sappiamo è che lavorava come agente nella sezione investigativa e poi è scomparso per anni." la Umbridge salì un gradino verso la scrivania rialzata con rabbia.

"Sono informato di questo" annuì Silente "Il signor White come lei sa è stato vittima di un attacco dei Mangiamorte durante la guerra. Sua moglie e sua figlia sono state uccise, dopo essere riuscito a fuggire è stato mandato in America sotto una falsa identità per la sua sicurezza." spiegò il preside intrecciando le lunghe dita. "Se ha bisogno di informazioni o testimonianze sarò felice di provvedere Dolores, ma come può vedere non ci sono motivi per licenziare il signor White." un piccolo sorriso fece tremare la lunga barba. "Secondo quanto mi ha riferito il professor Piton Byron è un ottimo assistente." la faccia della Umbridge si distorse come se trattenesse un urlo.

La sala comune di Grifondoro era quasi deserta quella sera, c'erano solo un paio di ragazze sedute al tavolo vicino all'angolo sinistro e Ron, Harry e Hermione accoccolati nelle poltrone vicino al camino.

"È una donna tremenda" disse Hermione con voce flebile. "Dobbiamo fare qualcosa."

"La mia proposta del veleno è ancora valida." borbottò cupo Ron.

"No... intendo, qualcosa per il fatto che è una pessima insegnante, e che da lei non impareremo nulla sulla Difesa." disse Hermione.

"E che cosa possiamo fare?" domandò Ron sbadigliando. "È troppo tardi, no? Il posto ce l'ha, e nessuno glielo toglie."

"Bhe..." azzardò Hermione. "Ci stavo pensando oggi..." lanciò a Harry un'occhiata nervosa e proseguì. "Pensavo... forse è ora che... che cominciamo a fare da soli."

"Fare da soli cosa?" chiese Harry in tono sospettoso, massaggiandosi la mano su cui le cicatrici si erano fatte più chiare.

"Imparare da soli la Difesa contro le Arti Oscure." rispose Hermione.

"Scordatelo!" gemette Ron. "Vuoi darci altro lavoro? Ti rendi conto che Harry e io siamo di nuovo indietro con i compiti?"

"Ma questo è molto più importante dei compiti!" esclamò Hermione.

Harry e Ron sgranarono gli occhi.

"Non pensavo che nell'universo ci fosse qualcosa di più importante dei compiti." disse Ron.

"Non fare lo scemo" lo rimbeccò Hermione, e Harry notò, con un cupo presentimento, che il suo volto era illuminato dallo stesso fervore di quando parlava del CREPA. "La questione è prepararci, come ha detto Harry
nella prima lezione della Umbridge, per quello che ci aspetta là fuori. Essere sicuri di saperci difendere. Se non impariamo nulla per un anno intero..."

"Non possiamo fare molto, da soli" disse Ron, scoraggiato. "Voglio dire, sì, possiamo andare in biblioteca a cercare gli anatemi ed esercitarci, immagino."

"Sono d'accordo, abbiamo superato lo stadio in cui possiamo imparare solo dai libri." convenne Hermione. "Abbiamo bisogno di un insegnante, uno vero, che ci mostri come usare gli incantesimi e ci corregga se sbagliamo."

"Se stai parlando di Lupin..." cominciò Harry.

"No, non sto parlando di Lupin. È troppo occupato con l'Ordine e comunque possiamo vederlo al massimo nei fine settimana a Hogsmeade, e non è abbastanza."

"Allora chi?" chiese Harry, aggrottando la fronte.

Hermione emise un profondo sospiro. "Tu, Harry."

Ci fu un momento di silenzio. Una lieve brezza notturna scosse appena il vetro della finestra alle spalle di Ron, e il fuoco tremolò. "Io? In che senso?" disse Harry.

"Tu puoi insegnarci Difesa contro le Arti Oscure."

Harry la fissò, poi si voltò verso Ron, aveva la fronte leggermente aggrottata e stava riflettendo. Infine disse: "È un'idea."

"Ma..." Harry sorrideva, convinto che quei due lo stessero prendendo in giro. "Ma io non sono un insegnante, non posso..."

"Harry, tu sei il migliore del nostro anno in Difesa contro le Arti Oscure" disse Hermione.

"Ma no, tu mi hai superato in tutti i test..."

"Veramente no." disse Hermione con disinvoltura. "Tu mi hai battuto al terzo anno, l'unico in cui abbiamo fatto l'esame con un professore competente. Ma io non sto parlando di voti, Harry. Pensa a quel che hai fatto!"

"In che senso?"

"Sai, non sono sicuro di volere un insegnante così scemo." disse Ron a Hermione, con un sorrisetto. Si rivolse a Harry. "Vediamo" cominciò, imitando Goyle che si concentrava. "Uh... primo anno: hai salvato la Pietra Filosofale dalle mani di Tu-Sai-Chi."

"Ma quella è stata fortuna" disse Harry. "Non bravura."

"Il secondo anno" lo interruppe Ron. "hai ucciso il Basilisco e distrutto Riddle."

"Sì, ma se non fosse arrivata Fanny..."

"Il terzo anno" proseguì Ron, a voce ancora più alta. "hai battuto un centinaio di Dissennatori in un colpo solo..."

"Lo sai che è stato un caso, se il Gira Tempo non avesse..."

"L'anno scorso" continuò Ron, quasi urlando. "hai battuto Tu-Sai-Chi un'altra volta..."

"Ascoltatemi bene!" esclamò Harry, quasi arrabbiato, perché Ron e Hermione sorridevano entrambi. "Ascoltatemi, d'accordo? A dirlo così sembra grandioso, ma è stata tutta fortuna... Io non ho mai saputo che cosa stavo facendo, non ho mai avuto un piano, ho solo fatto quello che mi passava per la testa, e quasi sempre sono stato aiutato..."

Ron e Hermione sorridevano ancora e Harry sentì montare la collera.

"Io so che cosa è successo, va bene? E me la sono cavata non perché ero bravo in Difesa contro le Arti Oscure, me la sono cavata perché... perché mi è arrivato un aiuto al momento giusto o perché ho indovinato... ma sono andato alla cieca, non avevo la minima idea di quello che facevo... PIANTATELA DI RIDERE!"

Harry si ritrovò in piedi, anche se non ricordava di essersi alzato. Grattastinchi schizzò via sotto un divano. Il sorriso di Ron e Hermione era svanito. "Voi non sapete che cosa vuol dire! Voi... nessuno di voi... ha mai dovuto affrontare niente del genere! Pensate che basti imparare a memoria un paio di incantesimi e buttarglieli addosso, come si fa in classe? Invece non c'è nulla fra te e la tua morte tranne il... il cervello, o il fegato, o quello che è... come fai a ragionare quando sai che tra un nanosecondo sarai assassinato, o torturato, o vedrai morire i tuoi amici? Non ce l'hanno mai insegnato, in classe, ad affrontare una cosa come questa... e voi due ve ne state lì come se io fossi ancora vivo perché sono in gamba, mentre Diggory è stato uno stupido, ha sbagliato tutto... non lo capite, poteva capitare a me, sarebbe capitato a me se Voldemort non avesse avuto bisogno di me..."

"Non stavamo dicendo niente del genere, Harry" ribatté Ron, sbalordito.
"Non diremmo mai niente su Diggory, noi non... hai frainteso..."

Disarmato, guardò Hermione, che aveva un'espressione ferita.

"Harry..." disse lei timidamente. "ma non vedi? È per questo che abbiamo bisogno di te... dobbiamo sapere c-che cosa vuol dire davvero affrontarlo... affrontare V-Voldemort."

Era la prima volta che pronunciava il nome di Voldemort e fu questo, più di ogni altra cosa, a calmare Harry. Con il respiro ancora affannato, ricadde sulla poltrona, rendendosi conto che la mano continuava a pulsargli terribilmente.

"Allora... pensaci" disse piano Hermione. "Per favore."

Harry non trovò niente da dire. Già si vergognava della sua sfuriata. Annuì, a stento cosciente di quello che stava accettando di fare. Hermione si alzò.

"Be', io vado a letto." disse, con voce che si sforzava di essere naturale. "Ehm... 'notte."

Nelle stanze private dei sotterranei Piton misurò il pavimento con lunghi passi.

"Hai rischiato di perdere il lavoro, la Umbridge voleva licenziarti, Silente ti ha difeso." disse Piton fissando negli occhi Byron che se ne stava teso scompostamente sul divano vicino al camino.

"Che vecchietto gentile."

"Devi stare più attento." disse a denti stretti il pozionista.

"Io sono attento." rispose offeso Byron

"Sei stato troppo sarcastico con la Umbridge, sospetta di te"

"Cosa avrei dovuto fare?" si mise seduto di scatto sul divano "Avrei dovuto dirle che sono stato rinchiuso a Nurmengard per quindici anni?"

"Non essere melodrammatico" lo riprese Piton roteando gli occhi

"Senti chi parla." sussurrò Byron

Piton aprì la bocca in un ringhio... e una donna gridò da qualche parte, fuori dalla stanza.
Piton levò la testa di scatto e guardò il soffitto.
"Che cosa dia...?" mormorò.
Ci furono dei rumori soffocati che sembravano provenire, dalla Sala d'Ingresso. Piton si voltò verso di lui, accigliato.

"I gemelli Weasley ti hanno detto qualcosa?"
Byron scosse la testa. Da qualche parte sopra di loro, la donna gridò di nuovo. Piton andò alla porta, la bacchetta ancora in mano, e sparì. Byron esitò un istante, poi lo seguì.
Le grida venivano proprio dalla Sala d'Ingresso e si facevano sempre più forti via via che correva verso le scale che risalivano dal sotterraneo. Trovarono la Sala d'Ingresso piena di gente. Gli studenti erano usciti in massa dalla Sala Grande, dove la cena era ancora in corso, per vedere che cosa
stava succedendo. Si fecero strada fra un gruppo di Serpeverde che vedendo il loro capocasa si spostarono rapidamente.

La professoressa McGranitt era al capo opposto della Sala rispetto a e guardava la scena nauseata.
La professoressa Cooman era al centro della Sala d'Ingresso, con la bacchetta in una mano e una bottiglia di sherry vuota nell'altra, e l'aria completamente folle. I capelli le stavano diritti sulla testa, gli occhiali erano
storti così che un occhio risultava più dilatato dell'altro; i suoi numerosi scialli le pendevano disordinati dalle spalle, dando l'impressione che si stesse disfacendo. Due grossi bauli giacevano sul pavimento accanto a lei, uno rovesciato, come se fossero stati gettati dalle scale.
"No!" gridò. "No! Questo non può succedere... non può essere... mi rifiuto di accettarlo!"
"Non aveva capito che stava per succedere?" domandò un'acuta voce infantile, divertita. "Nonostante non sia in grado nemmeno di prevedere che tempo farà domani, deve per forza aver capito che la sua penosa

condotta durante le mie ispezioni e la mancanza totale di progressi avrebbero reso inevitabile il suo licenziamento." continuò la Umbridge
"Lei non p-può!" ululò la Cooman, con le lacrime che scendevano sotto le lenti enormi. "Lei non p-può licenziarmi! Sono q-qui da sedici anni! H-Hogwarts è la mia c-casa!"
"Era la sua casa" la corresse la Umbridge mentre guardava la Cooman che si lasciava cadere su uno dei bauli, singhiozzando in maniera incontrollabile. "fino a un'ora fa, quando il Ministro della Magia ha controfirmato il suo Ordine di Licenziamento. Ora la prego di togliersi dall'ingresso. Ci mette tutti in imbarazzo."

Piton rimise lentamente la bacchetta nella veste e si guardò alle spalle.

"Vado a chiamare Silente?" chiese Byron a voce bass.

Il pozionista scosse la testa mestamente.

Dei passi veloci rimbombarono sulle pareti. La professoressa McGranitt si era avvicinata con passo sicuro alla Cooman, e ora le batteva con decisione sulla schiena, porgendole un grande fazzoletto.
"Su, su, Sibilla... calmati... soffiati il naso... non è così brutto come sembra... non dovrai lasciare Hogwarts..."
"Oh, davvero, professoressa McGranitt?" chiese la Umbridge con voce mortifera, facendo un passo avanti. "E l'autorità per fare questa affermazione...?"
"È la mia." rispose una voce profonda.
Il portone di quercia si era aperto. Gli studenti si fecero da parte quando Silente apparve sulla soglia.

C'era qualcosa di impressionante nella sua figura immobile sulla porta, stagliata contro una notte stranamente nebbiosa. Byron ricordava bene gli anni di guerra in cui aveva collaborato con il preside, la paura dei Mancgiamorte verso Silente era diventata sempre più chiara nel tempo.

Avanzò sorridendo all'interno del cerchio degli spettatori verso la professoressa Cooman, in lacrime e tremante sul suo baule, con la McGranitt accanto.
"La sua, professor Silente?" La Umbridge diede in una risatina sgradevole. "Temo che lei non capisca la situazione. Io ho qui..." e trasse un rotolo di pergamena dalla tasca «un Ordine di Licenziamento firmato da me e dal Ministro della Magia. Ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventitré, l'Inquisitore Supremo di Hogwarts ha il potere di fare indagini, mettere in
verifica e licenziare qualunque insegnante ella, vale a dire io, non ritenga all'altezza degli standard richiesti dal Ministero della Magia. Non ho ritenuto la professoressa Cooman all'altezza, e l'ho licenziata."
Silente continuò a sorridere. Guardò la professoressa Cooman, che ancora singhiozzava sul suo baule, e disse: "Naturalmente ha ragione, professoressa Umbridge. Come Inquisitore Supremo ha tutto il diritto di licenziare i miei insegnanti. Tuttavia non ha l'autorità di mandarli via dal castello. Temo" proseguì con un piccolo inchino. "che quel potere spetti ancora al Preside, ed è mio desiderio che la professoressa Cooman continui a vivere a Hogwarts."
A queste parole, la Cooman scoppiò in una piccola risata isterica che nascondeva a malapena un singhiozzo.

Silente si voltò verso la McGranitt.
"Posso chiederle di scortare Sibilla di sopra, professoressa McGranitt?"
"Ma certo" rispose la McGranitt. "Su, alzati, Sibilla..."
La professoressa Sprite uscì in fretta dalla folla e afferrò l'altro braccio della Cooman. Insieme la guidarono su per le scale, passando davanti alla Umbridge. Il professor Vitious puntò la bacchetta davanti a sé, esclamò: "Baule Locomotor!" e il bagaglio della Cooman si alzò a mezz'aria e la seguì per le scale, con Vitious a chiudere il corteo.
La Umbridge era immobile e fissava Silente, che continuava a sorridere.

"Riferirò l'accaduto al Ministro!" urlò stridula la Umbridge.

"La prego, e porti i miei saluti a Cornelius." rispose il preside annuendo.

 

***

 

Il cielo nel cortile interno era nuvoloso, un vento freddo sferzava l'aria obbligando gli studenti a stringersi i mantelli introno alle spalle.

Byron camminava con lo sguardo basso sotto il porticato, si bloccò quando alzando lo sguardo vide un piccolo gruppo di tre persone sedute nell'angolo più lontano del cortile.

Si avvicinò velocemente scansando dei ragazzi del primo anno che correvano dietro a qualcosa, non si curò di capire cosa fosse.

"Perchè quelle facce serie ragazzi?" chiese spostando lo sguardo da Harry a Ron

"Abbiamo avuto un'idea" disse Hermione dopo qualche secondo di esitazione

"Hermione ha avuto un'idea" la corresse subito Harry

"Sì, bhe..." fece imbarazzata. "hai visto cosa sta facendo la Umbridge"

"Purtroppo sì." annuì Byron.

"Non ci sta insegnando niente, in questo modo non passeremo mai i GUFO... Dobbiamo trovare un modo per imparare a difenderci da soli. Vogliamo..."

Harry tossì di colpo lanciando uno sguardo serio a Hermione "Io voglio creare un gruppo di allenamento." annunciò.

"Mi sembra una grande idea." disse Byron.

Harry mosse la testa irritat.o "Ma Hermione vuole che sia io a insegnare."

"Non te la senti?" chiese Byron accucciandosi in modo da essere alla loro altezza

"Io... non lo so. Pensano tutti che sia matto."

"Non tutti!" si affrettò a dire Ron strappando nervosamente qualche filo d'erba.

"Sai cosa intendo"sbuffò Harry "Chi mi vorrebbe come insegnante?"

"Se non provi non lo saprai mai" Byron alzò le spalle con leggerezza

"O potresti insegnarci tu" propose Ron alzando lo sguardo. Hermione lo fulminò inclinando la testa

"Non posso" la voce di Byon si fece più bassa "La Umbridge sta tenendo d'occhio gli insegnanti e Piton lo scoprirebbe, noterebbe la mia assenza." spiegò tristemente prima di tornare a guardare Harry "Ma tu puoi farlo, al massimo non si presenterà nessuno, non succederà nulla di che, ma credo che interesserebbe a molte persone. Da quello che mi ha detto Ginny non vi fa fare altro che leggere quello stupido libro."

Ron annuì cupamente e Hermione si mise dritta.

"Quando hai parlato con Ginny?"

"Ieri pomeriggio in biblioteca." rispose Byron con un sorriso, prima di notare lo sguardo serio della ragazza.

 

  
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