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Autore: LightingThief    29/04/2022    0 recensioni
« Mi raccomando fate i bravi durante la festa a palazzo. Non vorremmo mica che mio padre ci butti fuori prima del previsto. » sentenzia entusiasta Oden mentre avanza con decisione verso la grande sala de palazzo dello Shogun.
« In realtà siamo noi a dover fare le raccomandazioni a lei, Oden-sama. Si ricorda com'è finita l'ultima festa? » sibila Kin'emon avvicinandosi a lui e fissandolo con sguardo truce.
« Ha quasi distrutto il palazzo di Kuri. » aggiunge Izo con tono severo seppur il portamento elegante.
« Ci siamo ritrovati donne nude a palazzo per ben due giorni. » s'intromette Shin con tono quasi stizzito.
« Quella era la parte migliore. » le fa eco Denjiro con un sorrisetto e lo sguardo di chi la sa lunga.
« Sei proprio un baka. » taglia corto la ragazza prima di superarlo rapidamente.
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Shin Ikeda, figlia del daimyo di Hakuma, è la protagonista di questa FF ambientata a metà fra il passato ed il presente, quando Lord Oden ed i suoi Foderi Rossi guidavano la nazione di Wano.
Fra disavventure, amicizia ed amore i Foderi Rossi ed i loro alleati pirati riusciranno nuovamente a portare la pace nella nazione con la storia più buia di sempre.
Oc x Denjiro
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2. 
The fight 
 

Palazzo di Kuri

Kuri.
La splendida forma nella quale adesso la città sembra iniziare a crescere faceva ben sperare per le sorti di tutti quanti. Eppure Denjiro non aveva mai avuto dubbi sulle incredibili capacità di Lord Oden nel riuscire a far fiorire quello che un tempo era un luogo di criminali. 
Lui.
L’unico adulto che avrebbe mai rispettato.
L’unica persona per la quale sarebbe morto. 

L’unico essere vivente che meritava davvero di essere venerato sopra ogni cosa. 
Adesso quel Lui era diventata una costante nella vita dell’orfano della capitale che, stranamente, aveva iniziato a viaggiare forzatamente a suo seguito proprio come tutti gli altri. 
Certo, se proprio doveva essere sincero gli altri erano totalmente inutili, a partire da Kin’san che cercava davvero di erigersi a primo fan di Oden quando chiunque sapeva il primo in assoluto era proprio Denjiro. Sciocchezze, che lui si prodigasse con più ardore era un dato secondario ed assolutamente inutile che nessuno doveva considerare. Il primo seguace sarebbe rimasto lui e proprio al seguito di Oden aveva visto compiere gesta impossibili, compresa la sconfitta di Ashura, che adesso aveva deciso a sua volta di unirsi al gruppo. 
Certo, il palazzo era terribilmente grande, c’erano così tante stanze e saloni, ma il fastidio era triplicato, doveva ammetterlo. Perché più la città iniziava a fiorire e prosperare più tutti si affidavano a Lord Oden per qualsiasi cosa, compreso il denaro che loro stentavano ad avere. Ed era li che entrava in gioco lui, il più abile ladro in circolazione, l’unico che avrebbe potuto comprare una pentola a trenta monete per guadagnarne altre venti, arrivando a confondere i maestri di bottega con la parlantina e le spiegazioni logiche che meritavano un applauso. Perfino Izo gli aveva fatto i complimenti per come aveva raggirato un vecchio mercante ed alla fine eccolo li a pavoneggiarsi con tutte quelle splendide monete d’oro che aveva accumulato. Ma quelle nuove finanze non bastavano, doveva continuare con le truffe perché di li a poco sarebbero serviti nuovi fondi per i raccolti che i contadini avrebbero fatto partire. Quindi era giusto ingegnarsi ancora un po’ per cercare di guadagnare qualcosa in più. L’andazzo generale delle mattinate a palazzo era sempre lo stesso: Oden sama dormiva fino a quasi mezzogiorno, a meno che non ci fosse qualche impellente riunione con i fornitori locali, lui e Kin’emon si aggiornavano sulle cose da fare quando c’era la colazione, Izo e Kiku preparavano la colazione perché erano le uniche persone a saper cucinare decentemente, Ashura arrivava portando notizie dai banditi delle città limitrofe e Kanjuro li deliziava con le letture dei giornali locali e con quello che si diceva dalla capitale. 
Era il clima perfetto in cui vivere, anche se effettivamente un po’ gli mancava il dormire all’aria aperta contando le stelle, quando lui, Kin’san ed Oden sama non avevano un tetto sulla testa e neanche una meta. Aveva amato quel periodo e per la prima volta nella propria vita si era davvero sentito a casa in compagnia dei due fratelli maggiori che non aveva mai avuto. 
Certo, avevano così tanti difetti che a farne un elenco ci sarebbero volute almeno tre ore, ma lui andavano bene così. Quel piccolo quadro di perfezione era ciò che riusciva a renderlo davvero felice, il che voleva dire molto più propenso a fare qualsiasi cosa, anche truffare gli altri solo per il gusto di divertirsi. 

« Dite che dovremmo svegliare Oden-sama? Oggi è una giornata importante, ha troppi impegni per dormire fino al pomeriggio. » la voce di Izo è come sempre calma mentre il ragazzino, decisamente più basso di quanto non fosse Denjiro, e dalle fattezze particolarmente aggraziate, si china per versare il tè nella tazza di Kin’emon ancora mezzo addormentato. 
« Ieri sera ha fatto un po’ tardi, il maledetto. Da quando è stato così popolare con le donne? » si ritrova a domandare anche lo stesso Kin’san andando a sbattere un pugno sul tatami sul quale tutti quanti sono seduti al momento mentre il grande tavolo si staglia dinnanzi a loro e poi verso la terrazza. 
« Visto? » retorico, invece, è il tono di Denjiro che dopo essersi sistemato meglio gli occhiali sugli occhi si ritrova ad arricciare il naso ed a puntargli contro un dito. « Non puoi dire di essere il suo fan numero uno se non sai neanche che Oden-sama ha causato un famosissimo scontro chiamato la Guerra dell’Harem. Le donne provenienti da ogni luogo correvano da lui innamorate abbandonando le loro famiglie. Oden-sama è davvero il più forte e prestigioso e sa anche come trattare le donne. »
Sì, Denjiro aveva fatto i compiti doveva ammetterlo e la risatina sommessa di Kiku, forse, gli fa capire d’aver un po’ esagerato con lo studio. 
« Ha avuto un harem? Oden-sama è davvero il migliore e tu non sei un po’ troppo giovane per parlare di queste cose? » continua il samurai andando a studiare con diffidenza il minore. 
« Io so tutto sulle donne, non dubitare di me, Kin’san. »
« Ma se sei solamente un ragazzino! » si aggiunge Ashura che, abbassando il giornale dal suo angolino, lancia uno sguardo scettico a Denjiro. 
« Oggi tutti e due vi siete svegliati simpatici come un palo in cu—… »
Ma non fa in tempo a finire la frase che Izo gli pesta con forza un piede. 
« Non dire queste cose davanti a Kiku, lo sai, devi essere più gentile. »
E quasi a voler sottolineare l’ovvio ecco che Izo, con la grazia cui è solito muoversi, si volta in direzione di Kiku che sorridendo morde il suo biscotto prima di fare una linguaccia allo stesso ragazzo, come se se ne stesse totalmente infischiando di tutto ciò. 
« Non ti immischiare anche tu, Izo, sto cercando di farmi valere. Dicono che io non sappia niente sulle donne. »
« Ma è vero. Tu non sai niente sulle ragazze, anzi, hai mai parlato con una ragazza? »
« Da quando lo conosco io sì, solo qualche volta. »
Il commento di Kanjuro, tanto instateso quando sorprendente, fa schiudere le labbra del moro che, ovviamente, si dirige dal maggiore ad ampi passi, cingendogli con un braccio le possenti spalle. Dannazione, Kanjuro era davvero grosso rispetto a Kin’san, ma mai quanto era grosso Ashura. 
« Visto? Lui sì che è mio amico e mi sostiene a differenza di voi due stronzi. »
« Denjiro!!! »
« Sì, scusa, Izo, volevo dire—… a differenza di voi due infami»
« Non va di certo meglio. »
Il rimprovero costante di Izo è qualcosa che la mattina a colazione non sembra affatto mancare mentre prendono il tè oppure i biscotti e di tutto ciò, sicuramente, Lord Oden si sarebbe fatto una grossa risata ed avrebbe dato ragione a lui. 
Forse proprio su questo argomento no, però era giusto non infrangere i suoi desideri ragazzino. 

« Bene, come dici tu, Mr esperto di ragazze. » gli fa eco Kin’emon sorridendo divertito mentre sorseggia il suo tè. 
« Vogliamo parlare di te? Beh, dimmi un po’, penserai mai di chiedere di uscire a O-Tsuru-san? Oppure hai paura di fallire? Fai sempre quello vissuto ma è evidente lontano un miglio che non hai mai neanche baciato una ragazza. »
Sì, era chiaro che quella mattina Denjiro aveva voglia di litigare perché non solo tutti nella sala rimangono a bocca aperta ed iniziano a sghignazzare ma perfino Kin’san sembra essere sul punto della confusione eterna. 
Ecco, colpito ed affondato in una sola frase, nulla di personale, ma doveva mantenere alto il proprio onore. 

« Chi è O-Tsuru? Perché non ce la fai conoscere, Kin-san? » la voce gentile di Kiku è ciò che riesce a rompere il muro del silenzio cui sono caduti tutti quanti ed ovviamente è allora che il maggiore rivolge uno sguardo a Denjiro puntando un dito contro il suo yukata giallo. 
« Chi ti dice che non l’abbia già baciata? »
« Ovviamente la tua faccia. » è la risposta secca di Denjiro che sogghigna divertito prima d’indietreggiare perché è certo di aver appena toccato un nervo scoperto per il povero Kin’san. 
Ed infatti fa bene ad indietreggiare perché riesce a schivare quel maledetto colpo che avrebbe dovuto spingerlo per farlo cadere all’indietro, un grande classico di Kin’emon che non sa perdere. 

« Una colazione in pace. Perché non siamo in grado di fare una semplice colazione in santa pace? » Izo è retorico nel pronunciare quelle parole mentre si siede fra i cuscini mangiucchiando uno di quei biscotti preparati per la colazione ed è allora che inspira profondamente lasciandosi andare e sospirando. 
Ma in fondo a Denjiro tutto quel caos piace anche troppo al punto tale che scoppia a ridere finendo lui stesso a terra quando meno se lo sarebbe aspettato, non importava gli andava bene così.

« Kin’san sei ancora un verginello. »
Fra una risata e l’altra riesce ancora a colpire ed affondare. 
« Ma lo sei anche tu! » infuriato adesso sembra essere Kin’emon che si rimette seduto a suo posto cercando, ovviamente, di riprendere le redini della situazione. 
« Lo siamo tutti quanti, adesso piantatela di dire queste cose. »
« Izo—… » la voce gentile di Kiku giunge alle orecchie del maggiore seppur tutti quanti abbiano abbassato lo sguardo verso la graziosa figura della piccola. « Che cosa vuol dire “verginello”? »
Silenzio tombale sembra calare nella sala quando la domanda giunge alle orecchie degli altri che, ovviamente, cercano di trattenere le risate mordendosi le labbra o guardando altrove mentre adesso quello fumante di rabbia par essere lo stesso Izo. 
« Io mi licenzio da qualsiasi cosa stia facendo qui. Per oggi ne ho abbastanza di tutti voi. Ah, fra parentesi—… glielo spiegherete voi cosa significa. »  alza il tono della voce, adesso, con fare imperioso cercando di essere decisamente più gelido di quanto non sia in realtà ma non ci riesce, perché lui stesso vorrebbe scoppiare in una sonora risata e Denjiro glielo può leggere in faccia. 
« Che cosa si deve spiegare ed a chi? Io sono più che disponibile! »
Una voce assonnata paragonabile a quella di un orso che si rimette in piedi dopo un periodo di profondo letargo è quella che appartiene ad un Lord Oden che senza vestiti addosso, come suo solito, sta avanzando per la sala. Dovrebbero scandalizzarsi, certo, dovrebbe essere una cosa inaccettabile, ma la verità è che Oden sama può fare quello che vuole e loro si sono iniziati ad abituare anche a queste sue stranezze. 
« Oden-sama. Cos’è che le diciamo sempre quando si alza? » ancora una volta è Izo a parlare perché sono tutti troppo impegnati a ridere. 
« Buongiorno? » il sorrisetto sulle labbra del proprio lord è contagioso. 
« No. Si metta qualcosa addosso!!! » 
Effettivamente Izo non aveva tutti i torti, insomma le nudità di Oden non era un bel vedere, anche se si erano abituati. Ed è con un movimento fluido che Oden afferra una delle grandi tende di velo che pendono all’ingresso della sala e la strappa con una forza tale da far cadere l’intera struttura portante che si schianta a terra nel giro di tre secondi. 
Ecco, altre cose da riparare perché erano i residui di una festa avuta qualche giorno prima. 
E poi il risultato non era esattamente dei migliori, ma meglio questo che un Lord Oden totalmente nudo a colazione. 

« Allora che cosa dobbiamo insegnare? Non mi avete risposto e poi—… ho fame, devo anche fare del nuovo oden da preparare per questa sera. Abbiamo i funghi? »
« Oden-sama deve insegnare che cosa significa la parola “verginello” a Kiku! » infierisce Denjiro facendo una smorfia divertita ad Izo, beccandosi una gomitata da parte del lord.
« Oggi vi siete svegliati con gli ormoni impazziti tutti voi? Come posso capirlo anche io, soprattutto dopo la notte di fuoco che—…» Questa volta a tappare la bocca al figlio dello Shogun è lo stesso Kin’emon che ci prova davvero a fargli dare un contegno nonostante Denjiro lo stuzzichi da bravo malandrino e per questo motivo ecco gli altri cercando ancora di non ridere. 
« No, questo è troppo anche per noi, Oden-sama, mi dispiace non sono pronto per sentire le sue prodezze a letto. »
Ed Oden si divincola dalla presa del suo samurai, mostrando un sorriso contento. 
« Non avete sentito niente? Dannazione, allora la prossima volta dovrò impegnarmi di più. »
In realtà quella parte era l’ultima cosa che i suoi servitori avrebbero mai voluto immaginare e per questo motivo proprio quando la mente di Denjiro inizia a vagare un po’ troppo eccolo li a scuotere il capo tanto da far quasi cadere gli occhiali che sistema immediatamente sul naso. 
« Oh, giusto, adesso che ci penso sono in ritardo e devo andare anche alla svelta. Devo far fruttare i nostri soldi e c’è un vecchio di passaggio solo durante la mattinata e—… »
« Non lo stiamo fregando, giusto Denjiro? » chiede Oden mentre inarca un sopracciglio ed intreccia le braccia all’altezza del petto nudo. 
Una visione balorda, ne è certo. 

« No, nessuno, devo solo far fruttare i nostri soldi. Voi tornate alla notte di fuoco ed al fatto che Kin’san non ha mai baciato una ragazza. »
Sì, meglio distrarre e gettare un’esca nella vasca degli squali e quale esca migliore se non lo stesso Kin’emon che aveva cercato di prenderlo in giro? Ed infatti Lord Oden abbocca immediatamente perchè è verso di lui che si volta con enfasi ritrovata. 
« Kin’emon!!! NON HAI MAI BACIATO UNA RAGAZZA? MA DOBBIAMO RIMEDIARE IMMEDIATAMENTE! »
Ecco, il suo piano era andato liscio come l’olio e lui era libero di uscire e dedicarsi ad i suoi affari. 
Insomma, avrebbe davvero passato ore ed ore a prendere in giro ed a farsi prendere in giro dagli altri, ma i soldi non crescevano sugli alberi neanche a Kuri quindi era giusto fare quello che avevano detto altrimenti la città sarebbe andata in rovina e non potevano permetterselo, anzi, era l’unica cosa che non potevano fare vista quanta gente contava su di loro. 
Ed è con un sorrisetto malandrino sulle labbra e la katana in spalla che Denjiro si dirige verso l’uscita del palazzo, pronto a correre giù in città per fare affari, o meglio, per rubare ad i ricchi e dare a chi ne ha bisogno, tipo loro per il momento. 

Qualche ora dopo

Le strade di Kuri sono piene di gente, deve ammetterlo ed anche quel suo girovagare sembra essere quasi interessante visto e considerato che non sa bene dove andare. Ormai sono passati svariati giorni dall’incontro con la brutta ragazza che aveva provato a rapinarla ed eccola li, viva e vegeta ma affamata. Trovare un posto dove dormire non era stato difficile, aveva incontrato altri orfani che girando avevano creato una sorta di fortino rifugio in un vicolo e mostrando il coltello rubato era stata perfettamente in grado di farsi accettare. Dovevano solo fare la guardia a vicenda la sera quando dormivano, il giorno, invece, era tutta un’altra storia. Le avevano spiegato che poteva rubare ad i mercanti di passaggio ma non ad i locali, che la signora della casa del tè ogni pomeriggio sul retro del negozio regalava alcuni dolci avanzati dai ricchi locali e soprattutto che doveva proprio rispettare Lord Oden. Insomma erano tutti affascinati da questa figura e le storie a riguardo sembravano sconvolge ogni secondo di più la stessa Shin che, ovviamente, adesso immaginava Oden come un vero e proprio bruto a due teste capace di portare amore e di ammazzare senza nessun problema. Un essere quasi mitologico ma che veniva rispettato da tutti quanti per cui anche lei si sarebbe dovuta aggregare a tutti, eppure si era ripromessa di sospendere il giudizio su quel Lord fino a quando non lo avrebbe conosciuto di persona. 
Inizia a sentire la fame così come anche la necessità di un vero e proprio bagno caldo, cosa che non si poteva permettere attualmente. Si era limitata a fare un tuffo nel fiume che le avevano mostrato, rischiando, fra le altre cose, di essere trascinata via dalla corrente. No, doveva trovare un nuovo posto dove lavarsi,  ma soprattutto la cosa che le serviva adesso era il cibo o dei soldi per comprare del cibo.
Nulla di più semplice, visto e considerato che le avevano spiegato come sottrarre delle monete in pieno stile boraeggiatore. 
Si era esercitata più e più volte con Mikey, un piccolo ragazzino che col sorrisetto sfuggente le aveva insegnato la tecnica per diventare esperta, quindi doveva soltanto scegliere una nuova vittima cui rubare qualcosa. 
Ed è proprio lungo quelle strade, mentre avanza circondata dalla gente, che nota una scena un po’ particolare. 
Un tizio, forse avrà avuto qualche anno in più di lei, che portava sulle spade una spada e che possedeva degli occhiali calati sul naso, stava discutendo animatamente con un vecchio che agitava delle pentole in rame. Era chiaro che stessero parlando di prezzi e di monete visto e considerato che continuava ad agitare le braccia indicando il prezzo. Chiunque fosse era chiaramente un esaltato, ecco cosa pensa immediatamente Shin che, però, attirata da quel trambusto aveva notato il sacchetto pieno di soldi che lui stesso teneva legato in vita. Possibile che fosse così facile? E poi, se non aveva capito male, i conti datti da quel ragazzo erano totalmente sbagliati ma la parlantina aveva fatto sì di riuscire a convincere anche il vecchio. 
Incredibile, doveva fargli i complimenti per le cinquanta monete appena rubate passando semplicemente per uno scambiatore professionista, ma ecco che adesso aveva un bersaglio e difficilmente si sarebbe arresa. 
Sì, quelle monete erano state rubate, dunque rubare ad un altro ladro non era una cosa terribile, giusto? Era una questione di gisutizia, e poi i soldi servivano più a lei che a lui, visto che aveva una spada e sicuramente poteva permettersi di mangiare. 
Inspira profondamente la ragazzina, socchiudendo appena gli occhi per visualizzare il sacchetto con le monete ed è allora che entra in scena, quando finalmente lo vede allontanarsi. Sembra dirigersi proprio dalle sue parti, quindi è giusto approfittarne e mettere in pratica gl’insegnamenti giusti di Mikey così da avere qualcosa per loro. Ed infatti si avvicina, gli va incontro tenendo lo sguardo basso e quando finalmente il ragazzino le passa accanto eccola li a dare una leggera spallata di circostanza, quasi fosse sbadata, distogliendo l’attenzione di lui sui soldi così da poterli sfilare senza problemi. 
Era tutto un gioco d’illusione le aveva spiegato Mikey, dovevi spingere la gente a concentrarsi su altro per agire in quel momento ed avere la possibilità di afferrare quello che le serviva. Lei lo aveva fatto ed era perfettamente riuscita nell’impresa perché mentre si allontana sente fra le dita il sacchetto con i soldi e le labbra sono piegate in un sorrisetto soddisfatto. Chiaramente avrebbe diviso il suo primo bottino con Mikey e proprio mentre sta per allontanarsi anche alla svelta ecco che il proprio polso viene bloccato, anche con una discreta forza impedendole di proseguire oltre. 
Ops. 
Quello era un problema, anche perchè era proprio in quella mano che custodiva il suo tesoro. 

« Ehi! Dove credi di andare, mocciosa? »
« Che cosa vuoi da me, quattrocchi? »
Perché se lui l’aveva chiamata in quel modo lei non si sarebbe minimamente risparmiata, anche perché è con forza e con uno strattone che cerca di liberarsi da quella presa sul proprio polso ma… missione maledettamente fallita.
« Pensi che io sia stupido e non l’abbia notato? » continua il ragazzino con quella voce anche fastidiosa per Shin che, dal canto suo, si limita ad arricciare il naso in una smorfia stupita.
« Lasciami andare! »
« Lo faccio se tu molli il sacchetto con i soldi, ovviamente. Sei una maledetta ladra che, fra le altre cose, non sa neanche come si ruba perché sei stata troppo avventata. »
Le parole di lui riescono ovviamente ad accendere l’animo della ragazzina che, questa volta, cerca di liberarsi strattonandolo con più forza. 
« Ma se anche tu hai rubato queste monete a quel vecchio—… » aggiunge lei indicando, con un cenno del capo, il vecchio mercante poco lontano da loro ed ecco che in quel momento il ragazzino rimane a bocca aperta, confuso da quell’accusa. 
« Sì, ma l’ho fatto per una buona causa. Questi soldi servono a Lord Oden! Quindi, mocciosa, lasciali immediatamente oppure—… » 
« Oppure cosa? Fai a botte con una ragazzina? »
« Se necessario certo che sì, non sfidarmi mocciosa» sibila il ragazzino dal kimono colorato di giallo.
« Bene, quattrocchi»
Era bastata una semplice occhiata, una mano stretta, la fame che la rendeva ben più nervosa del normale ma Shin è piuttosto sicura di essere stata lei a cominciare in quel momento, perché mai avrebbe lasciato andare i soldi e dal canto suo, quel fastidioso ragazzo che la chiamava “mocciosa” non era di certo il tipo che sembrava volersi arrendere tanto facilmente. 
E che cosa accade quando due personalità che non vogliono cedere si scontrano? 
Beh, accade che due ragazzini fanno a botte in pubblica piazza per le strade di Kuri, suscitando le voci della gente, le urla d’incitazione degli altri ragazzi ed ovviamente insulti vari ed eventuali da parte di tutti coloro che si erano ritrovati le loro bancarelle coinvolte nello scontro del secolo. 
Scontro che verrà ovviamente riportato dal giornale locale, in un piccolo trafiletto di fianco alle avventure di Lord Oden e che chiunque in città leggerà. 

Più tardi nel palazzo di Kuri… 

Una risata sommessa sembra abbandonare le labbra di Izo che, mantenendo tutto il suo solito splendore, si è limitato a prendere del ghiaccio dalle cucine, per poi poggiarlo delicatamente sull’occhio nero di Denjiro. Non lo aveva mai visto senza occhiali, o meglio era capitato poche volte e da lontano, e non si era reso conto, per tale motivo, della particolare sfumatura violacea che avevano i suoi occhi, cosa che un molesto come lui non avrebbe mai messo in risalto. Eppure non può che notare l’espressione infastidita che accompagna il ragazzino, adesso seduto fra i cuscini di quel tatami, cercando di trattenere le smorfie di dolore. 

« Quindi com’era la storia che tu con le ragazze ci sapevi fare, Denjiro? » cantina Izo con divertimento estremo mentre Lord Oden, dal canto suo, rimane a fissarlo a braccia conserte ed un ghigno malefico stampato in viso. 
« Come ha fatto una ragazzina a darti un pugno? » domanda infatti il Lord, estremamente avido d’informazioni. 
« Non è una ragazzina—… è un mostro, credetemi. Mi ha rotto gli occhiali e mi ha dato una gomitata in pieno viso, il tutto mentre ha provato a derubarmi. » spiega il moro lasciandosi curare saggiamente prima di guardare altrove, sempre più infastidito da quella presa in giro e dalla situazione in generale. 
« Derubarti? Ma i soldi li ha portati indietro e poi quello che ruba sei tu, di solito. » precisa nuovamente Izo che, dopo aver terminato con quella cura tipicamente palliativa per il dolore del compagno si limita ad andare a preparare il tè, come suo solito. 
Sì, un po’ di tè riesce sempre a guarire gli animi ed a migliorare l’umore anche se si tratta di un musone come Denjiro. 

« Ovvio. Non mi lascio fregare tanto facilmente. Ha insultato anche Oden-sama ed allora abbiamo—… fatto a botte. »
« Deve essere davvero un mostro se è riuscita a fare un occhio nero ad una dei miei servitori. » sbuffa lo stesso Oden assumendo un’aria pensierosa, tipica di chi sta per fare quale marachella, ormai lo conoscono troppo bene. « Devo trovarla e darle una lezione. »
Ecco. La tipica cazzata del pomeriggio. Nulla di nuovo per Izo che, ovviamente, sospira esasperato da tutto e tutti. 
« Oden-sama non penso sia una buona idea cercare una ragazzina per darle una lezione, non trova? »
« Questo lo dici tu. Io voglio assolutamente incontrarla. Denjiro, dimmi qualche dettaglio su di lei, com’era vestita? » avido d’informazioni come sempre Oden rivolge lo sguardo in direzione del ragazzo che inizia a riflettere con attenzione, seppur abbia qualche attimo d’esitazione. 
« Uhm—… era brutta, aveva i capelli tipo biondi e tutti spettinati. Terribile. Ed anche un kimono tutto strappato, forse celeste. Ed aveva un fermaglio tipo rosso, forse con una camelia, ma era infilato nel suo obi. Poi non ricordo altro. Però era terribile. Ah ed aveva gli occhi scuri. Fine. » 
Una descrizione degna di un poeta, soprattutto se paragonata al gentil sesso. Sicuramente Denjiro stava esagerando ma non glielo avrebbe mai detto in faccia e per questo Izo solleva una mano quasi a voler richiamare l’attenzione. 

« Continuo a dire che sembra un’idea sbagliatissima, Oden-sama. »
« No, ho preso nota di tutto quello che Denjiro ha detto. Quindi è il caso di andare a cercare questo mostro di ragazzina, auguratemi buona fortuna. »
Le ultime parole sono urlate in modo tale che nessuno dei presenti potesse anche solo osare contraddirlo facendogli presente che quella era una pessima idea. Non era un bene che un Lord come lui andasse in giro a fare a botte con degli orfani, era sicuramente la cattiva pubblicità di cui non avevano minimamente bisogno, considerato che finalmente la fama di Kuri stava tornando al suo antico splendore. 
Quindi, mentre Lord Oden inizia la sua fuga strategica per andare a svolgere la sua missione, ecco che Izo, scetticamente, guarda Denjiro e sospira. 

« Era davvero necessario istigarlo a fare una cosa del genere? »
« Izo! Mi ha spaccato gli occhiali e ci vedo anche male. Ovviamente non la picchierà, al massimo si limiterà a spaventarla a morte—… »  precisa il moro sistemandosi i capelli nella sua consueta coda. 
« Non mi sembra di certo un’opzione migliore. »
« Volevo vedere se avesse colpito te, ingrato. Ho anche portato i soldi che servivano. »
Effettivamente su questo aveva ragione, quei fondi erano sempre molto utili, ma il resto della storia non piaceva di certo ad Izo che, tempo di controllare il tè, si ritrova da solo nella stanza perché, come sempre, con il solito passo felpato da ladro, Dejiro si era dileguato, forse era andato a riposare o qualcosa del genere. 
Qualsiasi cosa fosse successa non era stata proprio il massimo ma… istigare Lord Oden voleva solo dire guai in vista e lui non era di certo pronto a tutto ciò.
   
 
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