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Autore: Mochi_Gwenchana    22/05/2022    3 recensioni
La storia di una ragazza che si ritrova catapultata in Corea davanti alle persone che per lei sono le più importanti e significative, 7 ragazzi coreani che le hanno fatto riscoprire il piacere di sorridere ed emozionarsi al suono delle note di una canzone, può stare con loro a patto che loro non scoprano il suo segreto...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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io e Jimin ubriaco è una scena che non avrei mai nemmeno osato immaginare e sognare

 

“Okeeeeey! Mi gira un po la testa noona”

“Appoggiati a me” gli dico

Ride

Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi si accascia contro.

Il suo viso così vicino al mio.

“Sei bella noona” mi dice con gli occhi lucidi e illuminati dalle poche luci rimaste.

Divento viola all’istante

Non pensarci

Non pensarci

Non pensarci

Le farfalle nello stomaco.
Mi sento invasa dal suo profumo.

“Sei tutta rossa Noona” mi dice balbettando qua e là mentre ride
“Ho bevuto anche io un pò” mi giustifico ridacchiando nervosamente

Falso
Sei troppo vicino.

“Dai andiamo ti porto in camera tua” cerco di cambiare discorso

“Vengo dove vuoi noona, andiamo” mi dice in maniera tenera. 

Non so se ridere o picchiarlo per la dolce tortura che mi infligge ad ogni parola.

Barcollante scatta in avanti si staccandosi da me

Perde l'equilibrio e di riflesso lo riacciuffo al volo avvolgendolo completamente con le braccia facendo da contrappeso col mio peso per evitare di cadere entrambi.

E’ così esile, piccolo, da avvolgerlo così facilmente.

Le mie mani aperte sul suo torace; posso sentirne l’addome con una e i muscoli dei pettorali con l’altra, sento il battito del suo cuore e i capezzoli turgidi sotto le dita. Deve fargli freddo.

Gli scalini dei suoi addominali che mi solleticano le dita.

Mi lascio sfuggire un sospiro.

 

Una tortura, una magnifica tortura.

 

“Jimin non cadereeeeee” gli grido a bassa voce cercando di sfogare l’esasperazione che sto provando.

“oh” mi dice solamente sovrapponendo le sue mani alle mie come per tenersi.

Le sue dita si fanno spazio tra le mie.

 

Mi manca il fiato, sento aumentare il ritmo del mio cuore 

Contro ogni mia volontà mi stacco da lui sciogliendo il nodo formato dalle nostre dita intrecciate. 

 

Un respiro profondo.

 

Svelta e controllando che non cada mi sposto davanti a lui.

E’ comunque così alto rispetto a me. 

Devo alzare il viso per poter vedere bene il suo, ma non quanto con Namjoon o Jin. 

Mi scappa un sorriso.

Con tutte le volte che lo prendono in giro perché è il più basso tra loro dimentico spesso che in realtà non è per niente basso.

 

Ha un'espressione così buffa adesso; gli occhi semi appannati e le guance arrossate dall’alcool.

Devo trattenermi dal sorridere di nuovo, non ora che i miei occhi sono incastrati ai suoi.  

“Ce la fai a camminare?” chiedo

“mmmmm” mi risponde

“Jimin!?” chiedo ancora

“mmmmm” mi risponde lui ancora sorridendo, sembra un gatto

 

Non fare così, non farlo adesso!!

Cosa dovrei fare?

 

In un momento di coraggio gli prendo un braccio e me lo passo intorno alle spalle.

“Tieniti ok?” gli sorrido

I suoi occhi incontrano i miei per quella che sembra un'eternità.

 

Sei così dolorosamente bello

 

Il mio sguardo corre sul suo viso per poi fuggire sulle sue labbra; così morbide, così rosa.

 

Qualcuno mi salvi

 

“Noona, sei di nuovo rossa” ridacchia toccandomi una guancia con le dita

 

Non va bene così

 

“Andiamo” dico ignorandolo

Facciamo qualche passo ma camminare con lui a peso morto addosso è praticamente impossibile.

Non so cosa inventarmi

 

“Jimiiiiin ti prego cammina! Non puoi addormentarti qui” dico frustrata

“Junkookahh portami tu, sono stanco” mi dice appoggiando il mento alla mia spalla abbracciandomi da dietro.

 

Cristo Jimin 

 

Sento tutto il suo corpo aderire perfettamente al mio.

Mi manca il respiro, il cuore potrebbe uscirmi dal petto da un momento all’altro.

 

Dai Viola 

 

Ok sali dai” dico

Cerco le sue cosce con le mani e lui automaticamente si slancia verso di me come se lo avesse fatto ogni giorno della sua vita.

E’ così leggero che quasi non ne sento il peso.

Mi viene da ridere, da fuori deve sembrare una scena piuttosto divertente.

Devo trattenermi dal ridere altrimenti cadremo entrambi.

 

Le mie mani strette alle sue cosce. 

Sode e muscolose più di quanto avessi mai immaginato.

Lui si stringe a me con entrambe le braccia. 

Il suo viso imbronciato dolcemente appoggiato sulla mia spalla. 

Sento il suo respiro caldo sul collo.

Le sue labbra pericolosamente vicine, le sento sfiorare il mio collo ad ogni passo.

Ogni carezza di quelle labbra è pura elettricità.

Mi da i brividi, quasi barcollo.

 

“Tieniti ok?” lo riprovero ma senza avere risposta se non le sue braccia ancora più strette intorno a me.

 

Credo che si sia addormentato.

 

Lo cerco con la coda dell’occhio e lo vedo

Rilassato, i capelli sugli occhi chiusi.

Le labbra semi dischiuse.

I suoi respiri caldi e profondi che mi solleticano il collo.

 

“Sei così dolce, come farò?” chiedo a bassa voce continuando a camminare

 

Mentre cammino riapre gli occhi 

“Tu non sei junkookieee” dice imbronciato

“Buongiorno principessa, sono Viola Jimin e tu sei ubriaco” lo canzono sorridendo

“Noooooooooo le ragazze non portano i ragazzi sulle spalle” protesta agitandosi un pò.

 

Infatti avresti dovuto portarmi tu, antipatico. 

 

“Smettila Jimin cadrai” gli dico facendogli fare un piccolo saltello per rinfrescare la mia presa.

“Ma perchè hai bevuto così tanto?” dico sbuffando

“Perchè mi fai arrabbiare!” mi rimprovera svogliato

“Io? Perchè?” chiedo confusa

“Sei sempre carina con tutti tranne che con me, ti sono così indifferente?” la voce quasi un sussurro

“Prima in cucina tu…”

 

Il mio cuore in briciole

 

“Mi… mi dispiace, tu mi sei tutt’altro che indifferente” confesso

“Esisto anche io allora?” chiede in un misto tra lo lo stanco e il polemico

“Che assurdità!” Sbotto

 

Esisti fin troppo nella mia testa

 

“Allora perchè sei sempre glaciale con me? Dici cose carine a tutti tranne che a me! E ogni volta che mi guardi sei sempre… triste” borbotta finendo la frase in un sussurro

“Perchè mi distrai” dico senza pensare 

“Ti distraggo? Da cosa? Dal tuo bias?” chiede stranito

“Non credo… mmhn si, diciamo di si!” 

 

Che cazzo sto dicendo?

 

“Davvero??” mi dice ancora intontito

“Si” gli rispondo incerta

 

Rimane in silenzio per qualche istante per poi lasciarsi andare ad un piccolo sospiro.

Mi da un piccolo bacio sulla guancia e torna a stringermi un pò di più.

“Sono felice adesso” mi sussurra prima di riaddormentarsi di nuovo

 

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e una riesce persino a fuggire via.

 

Mi ha dato un bacio?

E’ ubriaco

Quando è ubriaco straparla e non sa quello che fa

 

“Perchè mi torturi così?”  

 

“Ti sei addormentato di nuovo!! Sei impossibile!!” ma mi fa solo sorridere ancora

“Come ho potuto cedere a te?” mi scappa una risata esasperata

“Eppure ti amo! Amo solo te, possibile che solo tu non riesca a vederlo?” dico con un filo di voce

 

Entro nella stanza.

Ci sono magliette in giro, scarpe e la valigia mezza chiusa da una parte…

 

“Aigoo Jimin, Hobi non deve vedere tutto questo, sarai nei guai”

“Nooo Hoseokie Hyung” borbotta

Mi viene da ridere.

“Ti sei svegliato! Dai Stenditi e dormi! Ti sentirai meglio dopo aver dormito” dico lasciando la presa sulle sue coscie.

Sento le sue braccia stringermi di più mentre si lascia cadere con i piedi per terra.

 

E’ un abbraccio? Mi sta abbracciando?

 Mi tremano le gambe.

Mi sento leggera e pesante allo stesso tempo

Il fastidio che provo di solito al contatto con le persone adesso non so nemmeno cosa sia.

 

“Non andare via Noona” mi dice imbronciato mentre sbadiglia

 

Mi stacco immediatamente da lui.

 

“Io, io non riesco a dormire facilmente, puoi solo stare qui?” si corregge imbarazzato.

Ha gli occhi semichiusi dall’alcol e dal sonno e i capelli sono un disastro.

Eppure è bellissimo.

“Oh io, si certo” rispondo come fosse la cosa più naturale del mondo

 

Si lascia ricadere sul letto esausto.

Persino quel gesto tanto goffo lo sa sembrare elegante quasi felino. 

Non riesco a non guardarlo.

 

“Dovresti struccarti e toglierti le lenti” gli dico per togliere quell’orribile silenzio imbarazzante che è sceso tra noi.

“Non mi vaaaa” bofonchia

“Vuoi che rimanga? allora fallo!” brontolo divertita

“mmm sei come Huyng!” sbuffa scialcicchiando con i piedi sul letto

“Dai almeno togliti il make up”

“okeeey” dice scontroso

Fa per alzarsi ma ricade subito indietro, si addormenta di nuovo.

“Aishhh Jimiiiin ma possibile che ti accendi e ti spegni così?” 

 

Maledizione che situazione

 

Recupero lo struccante e cerco di svegliarlo.

 

Forse dovrei lasciarlo dormire ma so che per lui è importante, ricordo ancora quando sgridava Kookie per non essersi lavato il viso la sera perchè non ne aveva voglia.

mmmm ma dorme così dolcemente, come faccio a svegliarlo?

Forse posso farlo io…!?

 

Ancora indecisa gli passo delicatamente il dischetto struccante sul viso, man mano che il makeup viene via sembra riaffiorare l’opera d’arte che si nasconde sotto. 

Le labbra riemergono dal correttore che stupidamente cercava di cancellarle.

Mi fermo ad osservarlo.

 

Chi lo avrebbe mai detto che sarei stata seduta sul tuo letto a guardarti dormire.

Non ho bisogno di nient'altro 

Sei così bello, a che serve truccarti tanto?

 

La voglia di accarezzargli il viso, passare le dita tra i suoi capelli mi provoca un male fisico che mi mette a soqquadro lo stomaco 

 

“Noooona” un sussurro

“Grazie” sorride, l’espressione da gatto soddisfatto

 

Sorrido di rimando come un ebete.

 

Non finirà bene, è l’unica cosa che riesco a pensare chiaramente.

 

“Le army sarebbero fiere di me, sto salvaguardando la tua bellissima pelle” dico scherzando

“Dai ora che sei sveglio togli le lenti”

 

Si tira su seduto sul bordo del letto, io seduta accanto a lui mi alzo di scatto per allontanarmi.

Lui mi sorride tenero. Sembra divertito dal mio imbarazzo

 

Cosa vuoi da me? Perchè vuoi farmi impazzire?

 

Si toglie le lenti e vedo di nuovo quei bellissimi occhi di cui mi sono perdutamente innamorata fin dal primo giorno.

Sembrano divorarmi.

Ed io glielo lascerei fare. 

 

“Noona, tu… tu ti senti mai sola?” mi chiede improvvisamente giocando con il contenitore delle lenti.

“Si” confesso

 

Ogni volta che ti guardo e so che non potrò mai averti accanto.

 

“Ti, ti senti solo?” chiedo sedendomi sul pavimento davanti a lui.

Fa spallucce come a non sapere cosa dire.

“Ma hai tante persone che ti amano, milioni di ragazze” dico con una fitta di dolore e fastidio nella voce.

 

Milioni di stupide che come me sentono il cuore lacerarsi ogni giorno per la tua assenza.

Ma non ti cambierei con nulla e nessuno al mondo.

 

“Io…” 

“Io sono amato, si, mi sento amato, ma…” il sorriso amaro

“Perchè non posso amare?” mi guarda con quegli occhi enormi e profondi.

“Perchè non puoi Jimin, che vuoi…” le parole mi muoiono in gola 

Ho capito.

“Sono stufo di essere amato e di non poter amare e allo stesso tempo mi sento orribile a pensarlo”

 

Tu orribile?

 

“So che è giusto che io lo faccia ma poi penso che un giorno quando e se accadrà…” 

“Staranno bene” lo interrompo sorridendo mentre cerco i suoi occhi

“Se tu sei felice, noi saremo felici…” se potessi descrivere la devastazione che queste parole portano dentro di me credo che avrebbe la forma e il suono del vento nel deserto, urla inascoltate.

 

Alle mie parole alza lo sguardo verso di me, le lacrime gli rigano il viso.

Sembra rendersene conto e torna a guardare quel piccolo contenitore che ha tra le mani.

 

Non ce la faccio, non così

 

Mi inginocchio davanti a lui cercando di asciugargli le lacrime.

“Sai che le lacrime fanno male alla pelle?” dico sorridendo

Lo vedo sorridere finalmente

“Davvero?” mi chiede cercando di non far tremare la voce

 

Quanto posso amarti?

 

“Aish ma che idol sei? certo!” dico saccente

 

Non piangere ti prego

 

“Scusa, piangere…” inizia

“Piangere fa bene, me lo hai insegnato tu” lo interrompo mentre continuo a tamponargli il viso catturando attentamente ogni lacrima.

“Quando ero piccola mi è stato insegnato che non dovevo piangere, che piangere era da deboli” il fastidio nella mia voce deve essere evidente.

Incrocio il suo sguardo ed è come se stesse leggendo dentro di me. 

Chissà e quanto riesce a vedere.

“Poi sei arrivato tu e hai cancellato tutto, mi hai insegnato che piangere va bene, che ci vuole coraggio per farlo” sorrido

Mi sorride di rimando, sembra voler dire qualcosa ma ci ripensa.

“Però non piangere per questo ok?”

 

“Sono felice di non essere il tuo bias” mi interrompe

Sono un pò spiazzata

“Perchè lo dici?”

“Così non posso farti del male” ammette lui abbozzando un mezzo sorriso

 

Questo è peggio di uno schiaffo

 

Di nuovo le lacrime, si lascia scappare una risata imbarazzata come a sfogare un pò della frustrazione che sta provando.

“Mi dispiace” dice con la voce rotta

Non sopporto di vederlo piangere

 

Vaffanculo tutto

 

D’istinto lo abbraccio.

Lo sento irrigidirsi sorpreso quanto me da quell’abbraccio non richiesto.

Da quando sono così? Da quando mi hai fatto diventare così?

 

Lo stringo forte come avrei voluto fare tante notti in cui piangevo a dirotto.

Mi aggrappo a lui, così esile, così piccolo eppure capace di essere la mia roccia.

 

Posso essere io la tua roccia solo per questa volta?

 

Ho il cuore a mille, le sue mani timide a malapena sfiorano i miei fianchi

“Non piangere ti prego, non per questo”

“Smetti di pensarlo, ama chi vuoi e sii felice” dico sul punto di crollare

“Chi ti ama ti vuole felice, è vero spezzerai tanti cuori ma sono sicura che quando ti vedranno sorridere saranno felici” dico tutto d’un fiato

"È facile dirlo per te, perchè non sono io…” inizia senza finire 

“No, non è facile per me” mi si incrina la voce

 

Non posso più mentirgli, non voglio più

 

“Viola” la sua voce dolce

“No ti prego o non ne avrò più il coraggio” lo imploro

“Per cosa?” mi chiede cercando di divincolarsi dal mio abbraccio.

Lo stringo ancora più forte, non posso guardarlo adesso.

 

Basta 

 

“Perchè sei tu” dico tra le lacrime.

Lo sento irrigidire le spalle di colpo.

“Sei tu il mio Bias, sei tu quello che amo, sei tu quello di cui ti ho parlato quella sera, sei sempre stato tu e no! non sarà facile per me ma ti voglio felice quindi sceglitela bene!” dico quasi arrabbiata.

Senza dire una parola delicatamente prende le mie braccia e scioglie l’abbraccio in cui era avvolto.

Senza forze glielo lascio fare ancora incredula di quanto avevo appena detto.

Le sua mani strette alle mie braccia.

Cerca inutilmente il mio sguardo che è perso sul pavimento a fissare la carta stropicciata di una caramella.

Quella carta sembra la mia anima in questo momento.

Stropicciata e calpestata.

 

E’ finita…

Vorrei solo scappare via.

Vorrei…

 

“Io sono…? Ma tu…? Ma perchè…?” inizia mille domande senza finirne nessuna

“Mi dispiace” dico mentre le mie lacrime scendono sempre di più.

“Per cosa?” mi dice tamponandomi le lacrime con il bordo della sua maglietta.

Sento il viso andare a fuoco. 

Non doveva andare così.

“Non volevo mentirti, ma volevo stare con te, io… mi dispiace” con ancora lo sguardo fisso su quella carta stropicciata.

Ma è tutto offuscato dalle lacrime, ormai non la vedo più. 

Era stato così emotivamente pesante sopportare tutte quelle bugie. Insieme alle lacrime stavo buttando via anche tutto lo stress che avevo accumulato.

Ho sempre odiato mentirgli e fino a questo momento non mi ero resa conto di quanto questo mi stesse logorando.

“Ma non potevi dirmelo, altrimenti saresti andata via.” Mi dice lui rannicchiandosi sul pavimento davanti a me.

“Smettila di piangere adesso, sai che le lacrime non fanno bene alla pelle?” mi dice beffardo

“Ah si?” rispondo ridendo tra le lacrime

 

Io gli ho mentito e lui invece di essere arrabbiato mi sta consolando…

 

“Si, me lo ha detto una ragazza molto carina” dice sornione

“Sei ubriaco” dico polemica

“Si un pò” ride

La sua mano sulla mia guancia. 

Così morbida, così piccola.

“Ora basta piangere, non per me” mi dice dolcemente. 

I suoi occhi si fanno lucidi.

I nostri sguardi si incontrano come per la prima volta.

Adesso mi sento libera di farmi ingoiare da quegli occhi.

Mi sento libera di sentirmi morire ogni volta che sento il suo sguardo su di me.

 

Il suo viso così vicino al mio.

Troppo vicino.

“Dillo ancora” il suo sguardo così profondo, così intenso.

“Cos… che sei il mio bias?” balbetto

Fa un respiro profondo come a voler trattenere il fiato, avvicina la sua fronte alla mia.

“No…” sorride

Sembra imbarazzato, riesco a vedere le montagne dei suoi zigomi gonfiarsi.

Sento il suo naso accarezzare il mio.

Gli occhi chiusi, il respiro pesante e caldo, posso sentirlo sulle labbra tanto è vicino. 

“Jimin ti prego sei ubriaco” cerco di riportare il mio cervello alla realtà.

“Si sono ubriaco” si stacca leggermente da me, lo vedo correre con lo sguardo sul mio viso per poi sorridere.

La sua mano ancora sulla mia guancia.

Il suo pollice che rincorre il contorno dei miei zigomi.

Il metallo freddo dei suoi anelli mi fa rabbrividire.

Sorride ancora

 

Perchè mi fai questo?

Non farmi innamorare ancora di più.

Ti prego

 

Il suo sguardo sulle mie labbra, lo vedo perdersi nei suoi pensieri.

 

Non è come nel mio sogno, non è arrogante, non è prepotente.

E’ Jimin, è l’uomo che ho imparato ad amare.

 

“Jimin ti prego…” dico esausta

Sento il suo respiro caldo sulle labbra.

Quelle labbra. 

Morbide, lucide, sono come una calamita.

Siamo così vicini da respirare l’uno nel respiro dell’altro.

I suoi piccoli movimenti incerti e il respiro affannato sembrano mostrare l'indecisione e la guerra interiore che sta affrontando.

Poi mi guarda negli occhi.

 

Mi stai chiedendo il permesso?

 

“Non farlo” dico con le ultime resistenze rimaste.

“Se non lo faccio io…” confessa combattuto 

 

Perdo un battito 

 

“Se tu avessi amato uno di loro non avrei mai potuto neanche sfiorarti…” dice quasi disperato

“Lo so” rispondo a fatica

“Per questo ti amo” le uniche parole che escono dalla mia bocca

“Era questo che volevo sentire” dice sfiorando delicato le mie labbra con le sue ad ogni parola.

 

Il mio cuore sembra impazzire, ho paura che mi esca dal petto da un momento all'altro 

 

Sembra cercare le mie labbra, indeciso se baciarle o morderle.

Il suo respiro affannoso si confonde col mio.

 

Mi sento come in un vortice senza fine.

Il pavimento sotto di me sembra scomparire e tutto si fa confuso.

E’ come cadere in un caldo oblio da cui non voglio tornare.

 

Cattura il mio labbro inferiore con denti.

Non sono morsi ma piccoli avvertimenti delicati.

Piccole scosse di piacere mi attraversano tutto il corpo

Le sue labbra, morbide come le ho sempre immaginate.

E sono mie, non mi importa per quanto, in questo momento sono solo mie.

Le mie labbra obbediscono alle sue.

Si rincorrono.

La mia mano sul suo viso.

Mi stacco dalle sue labbra solo il tempo per poterlo guardare.

Gli occhi lucidi dall’alcol, il viso rosso. 

Mi sorride mentre mi sfiora il naso con le labbra per regalarmi un tenero bacio.

 

Che sia l’alcol o no, non importa, non m'importa più

Il mio cuore batte solo a causa tua.

 

“Ti amo” ripeto ancora, vorrei ripeterlo allo sfinimento per tutte le volte che non ho potuto.

“Mi piace sentirlo" il suo sorriso sulle mie labbra

“Presuntuoso” lo punzecchio mordendogli il labbro per poi succhiarlo e lasciarlo andare di nuovo.

E’ dolce e morbido, sa di burro cacao alla ciliegia.

Le sue mani sui miei fianchi, mi tira a sé stretta in un abbraccio.

Il mio corpo aderisce perfettamente al suo, sembra non abbia aspettato altro che ricongiungersi con la sua metà.

I nostri cuori sembrano battere allo stesso folle ritmo.

 

Possibile che tu senta quello che sento io?

 

Il solo pensiero mi offusca la mente.

I baci si fanno sempre più disperati, sento l’urgenza della sua lingua che incerta si fa sempre più audace.

Le farfalle nello stomaco sembrano impazzire, è il punto di non ritorno.

Le mie labbra si schiudono per accoglierla, sa di soju alla pesca.

I suoi baci si fanno sempre più profondi, le sue mani corrono lungo la mia schiena attente a non andare mai oltre.

Le mie dita si insinuano tra i suoi capelli morbidi.

Si stacca per riprendere fiato e gliene sono grata, mi sembra di riemergere dopo una gara di apnea durata troppo per i miei polmoni.

Mi guarda, i suoi occhi sono due pozzi senza fondo illuminati solo dalla penombra di una lampada.

Sorride e mi stringe più forte.

 

Inizia a lasciarmi piccoli baci agli angoli della bocca.

Poi sulla guancia,

sulla mandibola,

appena sotto l’orecchio sfiorandomi il lobo con il naso.

 

Brividi di piacere corrono lungo la mia schiena ad ogni bacio.

 

Poi scende sul collo lasciando una scia di baci lenti e umidi.

Le sue labbra non si staccano mai dalla mia pelle, sento la sua lingua tracciare il percorso tra un bacio e l’altro.

 

Posso sentire i suoi denti sfiorarmi la pelle.

Non mi da tregua

Mi lascio scappare un gemito.

Soddisfatto dell’effetto che stanno avendo i suoi baci lo sento sorridere sulla mia pelle.

Scende nell’incavo del collo.

Sposta il bordo della maglietta per baciarmi la clavicola.

Lento.

Ogni bacio è un’eterna tortura.

Poi la spalla, appena superata la spallina del reggiseno.

Posso sentire il suo corpo pulsare contro il mio, sento tutti i suoi muscoli tesi.

E torna indietro continuando a baciarmi.

Si sofferma nell’incavo del collo e prende un respiro profondo. 

Si stacca da me per guardarmi ancora, sorride.

“Penso che potrei innamorarmi di te” mi dice prima di tirarmi a sé. 

   
 
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