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Autore: _Morgan    29/05/2022    1 recensioni
Ottobre 2023.
Lily Luna ha sedici anni, un cognome ingombrante di cui farebbe volentieri a meno e la certezza di non avere alcuna prospettiva per il futuro.
Inutile lambiccarsi su ipotetiche carriere e relazioni dopo aver svolto coscientemente un rituale che sembra aver decretato la sua prematura dipartita.
O quantomeno un suo prematuro - decisamente oscuro - cambiamento.
In un Mondo Magico sempre più aperto ed influenzato dai babbani, dove la tecnologia e la razionalità si scontrano prepotentemente con magie perdute da eoni, con fantasmi ed ombre come improbabili 'guardiani' ed uno stuolo di risvegliati ai quali dare la caccia prima che loro caccino lei, inizia il suo viaggio verso l'obbiettivo più arduo da raggiungere: Sopravvivere.
(IN REVISIONE 16-07-23)
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Nekiya - Capitolo VIII
  • νέκυια

- Capitolo VIII-

Saturnalia, notte del Solstizio: Addomesticare le bestie feroci

[Bestiario – Parte I]





A Merlino, senza il quale il mondo

è molto meno particolare.



Le più belle lezioni di umanità
le ho ricevute dagli animali

[Caramagna]



Cairngorns National Park,
Hogsmeade, Testa di Porco
21 dicembre 2023, ore 23.58


La mano dalle lunghe dita coperte di anelli multicolori, ornata da unghie ben curate d'un viola impreziosito da pagliuzze oro, avvolgono con lenta precisione la benda intrisa d'una pozione lenitiva attorno alla caviglia gonfia e rossastra, stringendo quanto basta per mantenerla ferma; Lily Luna osserva l'operazione con sguardo assente, sorseggiando distrattamente l'infuso di tiglio, valeriana e camomilla dalla tazza fumante che tiene nella mano destra, mentre la sinistra – fasciata anch'essa – è abbandonata mollemente in grembo.
Ecco fatto, cara” mormora dolcemente l'anziana donna alzando il viso così da incontrare gli occhi castani sonnolenti della giovane strega, facendo tintinnare le numerose collane e distendendo le labbra in un sorriso gentile; quando Aberforth è tornato sorreggendo un Severus Piton decisamente malconcio, accompagnato da una studentessa di Hogwarts a rischio ipotermia, coperta di sangue, da un serpente enorme di cui lei aveva udito solo racconti durante la seconda guerra magica e dal fantasma di Albus Silente, aveva dovuto reggersi allo stipite della porta per non collassare a terra colta da un malore, ma poi s'era ricordata delle premonizioni lette la mattina nel fondi del primo caffé, confermate da una rapida consultazione della sfera: cambiamento attraverso un conflitto, notizie, premonizioni che lo scorbutico compagno aveva troncato con un grugnito trasformatosi poi in risata sarcastica, etichettando ogni vaticinio come 'fesseria'.
Si era ripresa con rapidità poi, offrendosi di aiutare la giovane strega dai capelli rossi desiderosa di sapere la sua storia.

La ringrazio” sussurra Lily Luna sorridendo a sua volta, benedicendo l'acqua che le ha levato dal corpo sporcizia, sudore e sangue secco, nonché l'aver potuto indossare delle vesti pulite e calde, sebbene d'una foggia assai diversa dagli abiti che è solita portare; Sibilla aveva riparato i numerosi tagli sui jeans, felpa e giubbotto, gettandoli poi a lavare per darle una lunga tunica zaffiro simile ad un sari indiano, con il corpetto dall'ampio scollo impreziosito da pietruzze e ricami in oro poi, dopo averla costretta a trangugiare una generosa sorsata di 'Ossofast e medicato i tagli', le aveva pettinato ed acconciato i capelli ribelli in una treccia a lisca di pesce perfetta, cosìcché non le fossero d'intralcio,ed  in ultimo le aveva prestato una calda sciarpa – indiana anch'essa – da drappeggiarsi attorno alle spalle.
Quando la ragazza era riuscita ad uscire dal bagno tornando nella camera matrimoniale della strega, nella quale troneggiava un lungo specchio a figura intera dalla cornice intarsiata incassato fra l'armadio ed il muro, nel gettargli un'occhiata distratta quasi non s'era riconosciuta poiché sembrava
– lividi e tagli a parte – una di quelle figure femminili che popolavano la sua copia illustrata delle 'Mille e una Notte', aggraziata e bella con l'abito che ne esaltava perfettamente il corpo tonico e le curve ancora accennate; per un'istante s'era sentita smarrita e a disagio, sul punto di pregare l'ex professoressa di Divinazione di restituirle i suoi comodi e larghi vestiti, seppur sporchi e laceri, così da sparirci all'interno nascondendosi nuovamente al mondo.
La donna però l'aveva fermata, costringendola a sedersi su una sedia dall'alto schienale lavorato per fasciarle la caviglia dolente dopo averle sistemato la mano ed ora è lì, con la tazza in mano e gli occhi che saettano dal viso rugoso ed ornato da grossi occhiali tondi e spessi
– fondi di bottiglia – di Sibilla Cooman allo specchio che le riflette entrambe, due figure appartenenti ad una storia che sa di leggenda.

Questo vestito è mio, di quando ero più giovane. L'ho comprato a Bengalore, ci andai con il mio primo marito in viaggio di nozze” mormora la strega in tono assente con la mente invasa da ricordi sfocati dal gusto dolceamaro, raccogliendo da terra il rotolo di benda ed i flaconi contenenti pozioni e decotti, alzandosi poi in un tintinnio argenteo di bracciali e collanine per studiare il viso dai tratti regolari, ancora un po' pallido, della giovane.
Ti sta davvero bene, cara”
Grazie” mormora Lily Luna a disagio, stringendo forte la tazza fra le dita per bearsi del suo calore mente la gola è serrata da un improvviso nodo di parole e sentimenti che non riesce a sbrogliare, sebbene aneli a liberarsene con tutta sé stessa; non è stata in grado di raccontare cosa sia successo nella tempesta, sebbene queste due persone siano amiche di Albus Silente qualcosa – istinto – le ha suggerito di tenere le labbra ben serrate, evitando domande scomode e insidiose conversazioni con la donna che era stata docente di Divinazione negli anni in cui suo padre aveva frequentato Hogwarts, che lei conosce solo tramite i racconti dei suoi parenti, tutti non troppo lusinghieri.

Eppure è gentile.
Pare davvero preoccupata per me.

La casa è piccola e, purtroppo, la stanza degli ospiti è stata adibita a magazzino. Ma puoi restare a dormire qui finché non sarà giorno, non credo che io e Aberforth necessiteremo del letto. Silente ci deve una spiegazione ed io devo trovare conferma a quanto letto nei fondi del mio caffé mattutino”
Sarebbe meglio per voi non sapere, non fare domande” esala la giovane strega fissando cupamente il liquido ambrato vorticare nella tazza agitata dalla sua mano tremante, inquieta, strappando alla donna uno sbuffo contrariato; osserva la giovane, esile, ragazza oltre le lenti a fondo di bottiglia degli occhiali da vista cercando sul viso pallido ed affilato, incorniciato da quella massa di capelli ribelli color fiamma viva, qualcosa che le rammenti la discendenza da quel padre famoso che fu suo allievo – non fra i più dotati, purtroppo – ma l'unico tratto in comune pare essere una spaventosa affinità con le disgrazie.
Per avere solo sedici anni è fin troppo seria e schiva, come se appartenesse ad un mondo assai più adulto e brutale di quello rassicurante, protetto da imponenti mura di pietra della scuola di Hogwarts; nonostante non insegni più da quasi vent'anni Sibilla ha ben presente come sono gli studenti d'oggi, poiché frequentemente qualcuno s'arrischia a venire a consumare una burrobirra o ha l'ardire d'ordinare un Whiskey incendiario alla Testa di Porco, ove ora lavora assieme ad Aberforth, come se ciò fosse una sorta di rito d'iniziazione o sfida per provare il proprio coraggio e tutti loro hanno un'espressione assai più 'bimbesca', persino gli studenti già maggiorenni mentre lei ha negli occhi il buio profondo – più nero dei suoi fondi di caffé - di chi ha guardato la morte in faccia ed una piccola ruga al lato della bocca dalle labbra pallide, di chi è abituato a sorridere poco, amaramente.

Mi sembri sveglia, mia cara, quindi capirai che ciò non è possibile. L'ultima volta in cui ho visto il volto di Albus Silente è stato al suo funerale, poco prima che la lastra in marmo bianco ne coprisse le spoglie, non s'è mai manifestato come fantasma prima d'ora. E Severus...” la donna comprime le labbra rosate in una linea ferma che spezza respiro e parole, riaprendo una ferita vecchia di decenni che ancora sanguina sentimenti contrastanti – difficili – e oscuri ricordi che credeva perduti; non sono mai stati 'amici', ma il tradimento e la freddezza con cui ha ucciso Silente l'hanno incrinata spingendola ad odiarlo di riflesso, per poi sentirsi – come s'erano sentiti tutti – profondamente in colpa e dispiaciuta per lui, quando Potter aveva rivelato la verità all'intero Mondo Magico.
Vederlo fradicio e ferito, con un braccio amputato e le labbra morse per contenere rabbia e dolore l'ha pietrificata, come l'hanno pietrificata quegli occhi ossidiana semichiusi quando s'è arrischiata a scendere di sotto, nel pub, per prendere una boccetta di dittamo e l'aveva trovato lì, semi sdraiato su una delle poltrone vicino al camino con Aberforth chino su di lui, intento a staccare casacca e camicia pregne di sangue dalla pelle pallida, fredda, per poterlo medicare.
Vicino allo stivale destro c'era una bottiglia di Scotch, l'unico anestetico contemplato dal suo burbero compagno e le assi di legno, così come l'imbottitura del mobile, rilucevano d'un sinistro colore vermiglio nella luce calda prodotta dalle candele; Albus l'aveva guardata in silenzio, accennando con il mento alle scale da cui era venuta, in una muta preghiera a tornare di sopra quasi a volerla preservare dal vedere – orrore? Dolore? Assurdità? - ferite incompatibili con la vita.
E l'Occhio l'aveva sollecitata pizzicandole i sensi, spingendola a sparire prima che il suo ex collega iniziasse a gridare emettendo un ringhio più simile all'ultimo respiro d'una fiera selvaggia morente che all'esclamazione di dolore d'un essere umano, facendole salire i gradini due alla volta con il rischio d'inciampare per poi chiudersi la porta dell'appartamento alle spalle con un tonfo secco, benedicendo che la ragazza fosse ancora in bagno e non potesse sentire.

Come sta?” domanda la giovane Potter spezzando il filo sconnesso dei suoi pensieri; la sfumatura d'ombra negli occhi castani s'addolcisce e muta, facendo assumere all'iride una calda tonalità cioccolato simile al colore della terra smossa pronta ad accogliere i semi in primavera e Sibilla distende le labbra in un sorriso rassicurante, quasi materno, appoggiandole una mano sulla spalla fasciata dalla stoffa zaffiro.
Bene, cara. Non preoccuparti”
E...il suo braccio?” la voce di Lily Luna s'incrina d'incertezza ricordando la stoffa della casacca a brandelli e l'arto amputato poco sopra il gomito mentre il cuore inizia a battere forte, tachicardico, alimentato dalla paura che l'uomo rimarrà per sempre – fino alla nuova morte – mutilo a causa sua.

La sua disgrazia.
Non la sua luce,
Silente si è sbagliato...

Beh, ha perso molto sangue e la ferita è davvero brutta...” mormora Sibilla, incerta su come proseguire il discorso affinché le sue parole non spaventino ulteriormente la giovane strega, spingendola a sgattaiolare di sotto per verificare i danni riportati dall'ex professore di Pozioni a cui sembra – inspiegabilmente – molto legata; quando l'ha accompagnata verso il bagno dell'appartamento sito sopra la Testa di Porco, affinché lavasse via dal corpo il freddo, il sangue e la sporcizia, aveva provato a sondare con brevi e concise domande la natura del rapporto che la legava al fantasma di Silente e al redivivo Piton, ma l'unica risposta ottenuta era stato quel 'non faccia domande, la prego', intercalato da scosse del capo in segno di diniego e profondi silenzi, manifestazioni d'una volontà ferrea di non rivelare alcunché che l'avevano spinta a riconsiderare ciò che aveva visto nei fondi della tazzina da caffé, ovvero l'oscuro presagio di morte che le aveva dato molto da pensare poiché somigliava terribilmente ai segni premonitoi che hanno costellato la vita del padre, quando era adolescente.
Ma non preoccuparti, cara. Aberforth ed Albus si stanno prendendo cura di lui, vedrai che presto starà meglio”
Non credo, ed è tutta colpa mia” la ragazza scuote violentemente il capo facendo ondeggiare la lunga treccia dai riflessi ardenti, strizzando gli occhi quanto basta per scacciare i primi fantasmi di lacrime che non vuole versare li, per non apparire ancor più debole di quanto effettivamente sia e, soprattutt, davanti ad una sconoscuta che nulla conosce della sua storia e delle circostanze che l'hanno portata lì quella notte; se non fosse stata così avventata – stupidamente Grifondoro e poco Corvonero – da lanciarsi nella tormenta alla cieca per inseguire una stupida paura e se si fosse mossa prima ad utilizzare l'incantesimo appreso dai diari, probabilmente ora Piton avrebbe ancora il braccio destro ed i risvegliati sarebbero finiti inghiottiti dalla terra con più rapidità, invece s'era lasciata prendere dal panico ed aveva combinato un macello.
E'...colpa mia” ripete ignorando il commento mentre stringe con forza la tazza nella mano sana, chinando il capo per nascondere il viso dallo sguardo attento dell'ex professoressa di Divinazione che, intuendone il tumulto interiore, le stringe la spalla un poco più forte prima di carezzarle il braccio lentamente, cercando di consolarla con fare materno.
Su, su cara. Non hai alcuna colpa”
Il resto delle parole rassicuranti che la donna vorrebbe rivolgerle muoiono in gola quando un urlo ferino, seguito dallo schianto prodotto da un oggetto pesante - probabilmente un mobile - , rompono il silenzio ovattato dell'appartamento facendo tremare le spesse assi in legno del pavimento; al frastuono fa seguito un tintinnio di vetri e ceramiche infrante, seguito da voci concitate che urlano ammonimenti ed incantesimi giù, al piano di sotto.
Prima che Sibilla possa costringerla a rimanere seduta, la giovane Corvonero si libera dalla mano della donna e la spinge via con una spallata, rovesciando a terra la tazza con l'infuso per gettarsi fuori dalla camera da letto, seguita da una serie d'imprecazioni ed ammonimenti, zoppicando velocemente lungo il corridoio sino a raggiungere l'ampio salotto ove spalanca il portoncino per ritrovarsi su un pianerottolo angusto e buio, occupato quasi per intero da un vecchio e basso mobile ricolmo di scarpe d'ogni tipo, un pesante portaombrelli in ottone bottato, colmo di bastoni da passeggio e canne di bambù, ed infiniti vasetti di piante grasse dall'aria decisamente avvizzita; sentendo accorrere la Cooman la ragazza imbocca le ripide scale in legno ricolme di casse ed altri oggetti di cui – nel buio – distingue a stento le sagome e scende di sotto, ritrovandosi in una stanza stretta e lunga piena di cartoni impilati, barili d'idromele e whisky incendiario e bottiglie di burrobirra impolverate, sulla cui parete corta di fondo è presente una grossa porta in legno e ferro dalla quale filtra una debole luce aranciata.
Con la coda dell'occhio coglie dei guizzi attorno a sé e vede le ombre 'muoversi', scivolare  sul pavimento scuro come sinuosi serpenti incorporei per infilarsi all'interno della serratura e nelle spaccature del vecchio legno così da raggiungere le stanze adiacenti quasi ne fossero attratte, richiamate da un potere - magia - che lei ben conosce; un brivido freddo s'irradia dalla porzione di pelle nuda del viso – esposta – scendendo lungo la spina dorsale, alimentato dalla sgradevole sensazione di sapere esattamente cosa stia accadendo e dal terrore di esserne la causa.
Piton deve essersi risvegliato e, nel constatare che gli manca un braccio, deve aver reagito nel modo più distruttivo possibile iniziando a fare a pezzi ogni cosa, oppure  ha notato la presenza di Nagini iniziando ad attaccarla senza pietà; l'unica cosa certa è che si sente unica responsabile di quell'immenso casino e farà tutto il possibile per rimediare, per mettere a posto quella terribile situazione e, possibilmente, ridare il braccio perduto a Severus. 

Lily Luna! Fermati!”

Assottiglia lo sguardo nell'afferrare strettamente la maniglia ad anello con la mano sana, ignorando il richiamo della veggente per tirare con forza così da far gemere e cigolare l'uscio fino a quando non si apre abbastanza da permetterle di scivolare fra il legno e la parete in pietra fredda, richiudendoselo alle spalle con un tonfo sordo; quando volta il viso verso la stanza in cui è entrata il sangue gela nelle vene e gli occhi s'allargano, assumendo l'espressione smarrita ed atterrita d'un animale braccato dai cacciatori.
Non era mai stata alla Testa di Porco, quindi non può dire con esattezza come fosse 'prima', ma ora la modesta sala del pub è avvolta da ombre scure e minacciose che si protendono verso l'interno avviluppando tavoli, sedie e panche, stritolandoli in una morsa ferrea fino a far scricchiolare il legno vetusto e malandato, mentre altre propaggini lambiscono il bancone strisciandovi sopra sinuose, rovesciando bottiglie di burrobirra ed altri alcolici sul pavimento d'assi, dove si frantumano con un sinistro tintinnio spandendo il contenuto; alla sua destra, verso la parete di fondo occupata da un grosso camino in pietra, sono disposte due poltrone borgogna dall'alto schienale imbottito e, su una di esse, sporca di sangue e coperta da numerosi graffi che ne hanno lacerato la fodera vetusta, permettendo alla gommapiuma d'emergere, vi è adagiato Severus Piton, con la mano sana stretta al collo d'una bottiglia di scotch semi vuota ed il braccio destro mutilo, affiancato dal vecchio mago che li ha soccorsi in strada
– Aberforth, l'ha chiamato Sibilla - intento a fasciargli il moncherino nel tentativo d'arginare l'emorragia.

Vattene via ragazzina. Non è posto per te questo” borbotta l'anziano uomo scoccandole un'occhiata truce quando la vede apparire ansante e spaventata all'interno della stanza,  prima di voltare nuovamente  il capo verso il mago ferito mentre continua ad avvolgere la garza che, a contatto con la carne viva, da bianca diviene d'un cremisi cupo, strappando a quest'ultimo una serie di borbottii infastiditi intercalati da colorite maledizioni;  il dittamo e  la pozione cicatrizzante non hanno sortito alcun effetto e, nonostante i numerosi bendaggi già applicati,  il sangue impregna il tessuto rapidamente riducendolo ad una massa pesante,  inutilizzabile, che finisce dritta fra le fiamme del camino sibilando; ad ogni minuto che passa  le ombre si fanno sempre più minacciose e forti, graffiando e mordendo, generando un caos allucinante all'interno del locale ed a nulla sono serviti i richiami alla calma intimati  all'ex Mangiamorte da Albus Silente, scanditi con il consueto tono pacato e gioviale che però tradisce una nota di tesa frustrazione che spinge il mago ad osservarlo sottecchi,  ghignando in silenzio mentre continua a tracannare scotch come fosse acqua di fonte, lasciando le ombre libere di distruggere tutto ciò con cui entrano in contatto sotto lo sguardo fermo, impotente, del fantasma.
Potter” la voce bassa e è un sibilo che fende l'aria dall'aroma -dolce - ferrigno di sangue come una mannaia, raggelando ulteriormente la giovane strega che stringe le spalle avvolte dalla pashmina cercando di fasi piccola e trovare conforto - calore -  nel tessuto pregiato e morbido, scacciando i brividi con il cuore che le martella violento nel petto e la gola riarsa in cui il respiro passa a fatica, ostacolato da un grumo d'ansia pesante ed amaro; occhi ossidiana la scrutano indagatori, osservando tagli e tumefazioni in via di guarigione sul viso pallido e stanco, sino ad incontrarne le iridi castane, spente, in cui il senso di colpa è una patina pesante e palese.
Trovo assai arduo comprendere con quale criterio il Cappello Parlante ti abbia assegnata a Corvonero, dato che manchi di tutte le qualità esaltate da Rowena. In primis l'intelligenza. Cosa diavolo pensavi di fare in mezzo alla tormenta, sola contro tre risvegliati?” un sorriso cattivo gli incurva le labbra sottili mentre l'ammonisce con cattiveria, godendo della soggezione suscitata e della paura che - lenta - soppianta  l'angoscia neggli occhi grandi e smarritii, d'un castano così scuro nella poca luce presente, scapata alla furia dell'ombra, da sembrare terra bruciata.
Io...” balbetta la ragazza abbassando il viso colpita, ferita da quella freddezza che ben aveva immaginato ma alla quale non sa come ribattere poiché sente di meritarla nonostante le causi dolore, come sente legittimo  il rimprovero su quanto sia stata  folle ed idiota ad uscire dai Tre Manici di Scopa in piena tempesta per finre nella trappola tesa dai risvegliati, senza soffermarsi a riflettere sulla pericolosità della situazione, sebbene le parole del mago le facciano davvero male, spingendo il cuore a battere ad un ritmo folle contro la cassa toracica e le orecchie a fischiare in modo sinistro, un avviso di quanto la pressione stia salendo vertiginosamente, scatenando un possibile svenimento.   
Mi...dispiace. Io non...”
'Non' cosa, Potter?! Credevi nuovamente che sarebbe stato come combattere sul palco allestito per te da Murray? Che se malauguratamente fossi caduta qualcuno t'avrebbe protetta, respingendo le difficoltà che non sai affrontare da sola? Apri gli occhi stupida ragazzina! Questo è il mondo reale, non uno di quegli assurdi romanzi di cui ti riempi la testa prima di andare a dormire! Non è un gioco, non sei l'eroina d'un videogame post-apocalittico o d'un fumetto americano, bensì una sedicenne come tante, senza alcun vanto o lode, che dovrebbe imparare qual'è il suo posto nel mondo”
Finiscila, Severus! Penso che la ragazza abbia capito la lezione, visto com'era ridotta quando vi ho trovati” s'intromette Aberforth in tono burbero,  abbandonando le fasciature per lanciare un'occhiata truce all'ex Mangiamorte che però lo ignora, continuando a scrutare la ragazza con odio ed una rabbia talmente forti da far preoccupare  il vecchio mago, poiché non ha mai visto una simile espressione sul volto d'un essere umano 'normale', così pervasa d'ombra ed oscura voglia di ferire e schernire per il puro piacere di vedere il rivale soffrire; Albus può anche credere che il suo protetto sia un uomo con abilità peculiari ma lui non se la beve poiché, nel corso del lungo e travagliato percorso che è stato la sua esistenza, è entrato più volte in contatto con la Magia Oscura ed ha visto come essa riduce gli stolti che ne abusano senza alcun timore, inoltre non ha mai conosciuto creatura vicina agli inferi che abbia conservato umanità ed un'anima pura, capace di provare amore e pena per il prossimo, poiché spesso si tratta di esseri sterili e feroci il cui unico scopo è far soffrire chiunque graviti loro attorno nel modo più tremendo e crudele, esattamente come sta facendo il mago dai capelli corvini con la giovane Potter.
Credevo fossi più del cognome che porti, ma evidentemente sbagliavo. Sei solo una seccente so-tutto-io incapace di scindere la realtà dalla finzione, brava unicamente a ripetere parola per parola ciò che leggi in quei manuali che sono i tuoi unici amici, ostentando un'intelligenza che non possiedi davvero. Schifosamente Grifondoro, stupidamente avventata come tutto l'albero genealogico marcio da cui discendi”
La smetta!” grida la ragazza serrando il pugno sano attorno alla stoffa morbida e calda della pashmina, mordendosi il labbro con una violenza tale da riaprire il taglio che si era procurata durante lo scontro con Yaxley e Tiger..
Gli occhi bruciano, umidi di lacrime amare e salate, trattenute a stento dalle palpebre gonfie di sonno arretrato, alimentate dall'angoscia nata dal sentire quel giudizio così cattivo da lui, che più d'ogni altro le somiglia e con il quale sta percorrendo un sentiero tortuoso ed oscuro, così terribile da dover avvicinare anziché dividere, ed è sul punto d'urlare di nuovo così da scaricare tutta la paura provata durante la notte qundo  due mani gentili  si posano sulle spalle scosse dai sussulti, facendola trasalire;  le ci vuole qualche istante per notare la presenza della professoressa Cooman al suo fianco, intenta ad accarezzarle amorevolmente la schiena sussurrandole parole gentili e manterne mentre scocca un'occhiata velenosa all'ex collega, ancora sprofondato nella poltrona vicino al camino  nel quale il fuoco si sta lentamente spegnendo.

Severus, moderati! E' spaventata e ferita. Inoltre è solo una bambina!” sbotta incattivita mentre Aberforth si alza, chiudendo ed allontanando la cassetta di legno piena d'ampolle e garze dopo essere giunto alla conclusione che – forse – far morire Piton dissanguato non è poi una soluzione così spiacevole, ribadendo poi all'uomo con nuova fermezza che la giovane strega è stata si avventata, ma non così tanto da meritare d'essere offesa in modo così cattivo e trattata come una deficiente, incapace di badare a sé stessa; l'ex Mangiamorte li ignora di nuovo, bevendo l'ennesima  lunga sorsata di scotch prima di aggiungere  sibilando, intridendo ogni sillaba di venefica rabbia.
“Sei solo un peso. Ed io sono stufo di correre dietro ai capricci d'un arrogante Potter incapace di stare al mondo”

La sua disgrazia.
La sua luce.

Le ombre s'addensano minacciose attorno a lui, soffocando la luce prodotta dalle fiamme che rischiarano la stanza per scivolare attorno ai piedi di Aberforth e delle due streghe come serpenti pronti ad azzannare le caviglie fragili ed esposte, mentre il fantasma di Albus lo ammonisce con fermezza, ricordandogli che se non fosse stato per la Potter - Lily Luna-   ora  probabilmente sarebbe ridotto ancora peggio, ferito e mutilato in modo orribile a causa della follia di Yaxley, ma le parole si perdono nell'aria e Severus le ode appena, troppo concentrato a studiare con attenzione il viso pallido contornato da una selva di capelli rosso vivo domati a fatica nella stretta treccia, sul quale spiccano occhi affusolati d'un castano profondo, buio, arrossati dal pianto silenzioso che scuote l'esile corpo mentre un rivolo di sangue cola dal labbro spaccato, disegnando una linea ferma e scura sul mento prima di svanire fra le morbide pieghe della sciarpa che ha avvolto atorno alle spalle.
I pensieri della giovane strega sono un caos roboante all'interno della sua mente,  resa ovattata e  leggera a causa dall'alcol e dal dolore, silenzioso rumore che lo spinge a contrarre le labbra in una smorfia di sdegno e scherno quando realizza di essere la causa del tumulto interiore che la sta spingendo sull'orlo della crisi isterica,  lottando per evitare di fiatare nuovamente  poiché le parole le sono morte in gola, schiacciate da un bolo di rimpianto e senso di colpa così forte da annichilire tutto il suo poverbiale ed icosciente coraggio, lasciandola tremante ed immobile fra le braccia d'una Sibilla con capelli molto più grigi di come li ricordava,  a rincorrere un respiro che manca, tagliato dai singhiozzi.

Vattene, mocciosa.
Scappa oltre la porta come fece la tua cara nonna anni addietro, lasciandomi solo.
Lascia che il dolore abbia la meglio facendomi impazzire e sparisci prima che le ombre ti divorino.

Io non sono un peso” mormora Lily Luna dopo istanti di lungo silenzio, con occhi velati di lacrime e la voce incrinata da quella torma d'emozioni che le ha srrato la gola come una morsa,  il pugno stretto attorno alla stoffa così forte da farle dolore i tendini mentresi slancia in avanti, impulsiva e folle, sfuggendo all'abbraccio della Cooman per avanzare verso la poltrona in cui è seduto il mago con passi zoppicanti a causa della fasciatura, saltando quei viticci che cercano di afferrarle le caviglie per farla cadere a terra e ferirla, finché non tocca con un piede nudo lo stivale nero, fermandosi all'interno d' una pozza di sangue scuro come petrolio prima di piegarsi in avanti, afferrando la bottiglia di scotch per strappargliela di mano con uno scatto secco e rabbioso; gli occhi ossidiana dell'uomo si spalancano per la sorpresa, ma non fa in tempo a levare la mano bloccare il polso della giovane, troppo intontito dall'alcol e dalle pulsazioni ritmiche che dall'arto mutilo s'irradiano per tutto il corpo, che la ragazza ha sollevato e girato  la bottiglia sopra la sua testa, rovesciando una colata di liquore ambrato dall'intenso ed inebriante aroma sui capelli lisci e scuri, bagnando viso e collo,  scivolando sul torace nudo costellato di tagli ed abrasioni che, a contatto con il liquido, iniziano a bruciare come fuoco d'inferno.
Né un'arrogante Potter incapace di stare al mondo!”
Nell'istante in cui la sala pare trattenere il fiato, Lily Luna avverte il suo cuore battere ad un ritmo selvaggio, sovrastando con il suo 'tum-tum' cacofonico il grido di sorpresa - panico - emesso da Sibilla Cooman e  le  esclamazioni stupite di Aberforth, unite alle esortazioni del fantasma di Silente che la invita ad  allontanarsi dalla poltrona prima che Severus s'inventi di reagire, ma sono solo voci indistinte e  lontane, poiché in quella frazione di secondo ove il tempo pare essersi arrestato esistono solo gli occhi dal taglio asciutto – sgranati – di Piton, in cui iride e sclera si fondono dando vita i brandelli di Tartaro apparsi quando aveva combattuto contro Yaxley ore addietro, e l'espressione esterrefatta sul suo viso pallido, fradicio di scotch, a cui i neri capelli sono rimasti appiccicati.
Nonostante sia ormai vuota trattiene ancora la bottiglia ben stretta nella mano levata, tremando per la forza del sentimento che l'ha spinta a compiere quel gesto folle senza alcuna esitazione, come folle è la paura che avverte crescere ad ogni respiro malgrado la convinzione d'aver agito correttamente - seppur d'istinto-, stufa d'essere trattata come uno zerbino ed insultata con un mucchio di bugie rancorose; lo odia per la sua capacità di ferirla con un semplice sguardo o per il modo sconsiderato in cui utilizza le conoscenze acquisite durante anni di spionaggio e studio per farla sentire inferiore, stupida come una bimba dell'asilo, calcando con forza su quel cognome di cui lei farebbe volentieri a meno per ricordarle la dolorosa parentela con chi gli ha reso la vita un inferno.

Ma io non sono come mio padre.
Né come i miei nonni.

Poi, come se qualche spiritello dispettoso avesse inserito 'l'avanti veloce annullando lo stato di immota grazia in cui pareva essere precipitata la stanza, si ritrova a vacillare pericolosamente all'indietro, sospinta verso la cornice in pietre a vista del camino contro alla quale impatta la nuca con forza;  il mondo esplode dinnanzi ai suoi occhi in un turbinio di ombre spesse e puntini luminescenti mentre una mano fredd,a dalle lunghe dita affusolate,  si serra attorno all'esile collo con forza inaudita e pericolosa mozzandole il respiro. 
La bottiglia scivola di mano cadendo a terra con un tonfo sordo, rotolando fra i suoi piedi nudi chiazzati di sangue, costretti sulle punte dalla trazione esercitata dall'uomo e gli stivali neri e sporchi di quest'ultimo.
Con occhi sbarrati dalla sorpresa, lucidi di timore Lily Luna scorge Aberforth estrarre rapidamente la bacchetta dalla cintura per puntarla verso l'ex professore di Pozioni girato di spalle, pronto a colpirlo con uno schiantesimo per prima che possa nuocerle davvero, mentre Albus Silente scivolaprecipitosamente al  loro fianco con una fluidità che pocoha di 'terreno',  poggiando poi una mano incorporea sulla spalla sinistra di Severus per esortarlo con voce ferma  ed intransigente a mollare la presa sul suo collo, adducendo a quanto sia folle - stupido- prendersela con lei per aver ceduto alla rabbia quando lui stesso l'ha schernita ed insultata in modo assai tagliente e brutale, spingendola a reagire come farebbe qualsiasi persona sentendosi derisa;  Piton però  lo ignora ed evita d'incrociare il suo sguardo color polvere, continuando a fissare intensamente il volto della strega senza però accennare a lasciarla libera, sibilando a denti stretti quanto sia stata maleducata a rovesciargli addosso mezza bottiglia di scotch buono solo perché le sue accuse - vere e sincere - l'hanno punta nel vivo, cosa che non sarebbe accaduta se si fosse davvero trattato di menzogne..

Non fategli del male, vi prego” esclama con voce rauca ed affannata  Lily Luna, intercalando ogni parola con respiri sempre più affannati mentre osserva il vecchio mago e lo spettro con fermezza, cercando d'imporre all'espressione quella quieta calma che allo spitito manca, così da far capire ad entrambi che non è affatto il momento d'iniziare a lanciare incantesimi o accuse; Piton è in evidente stato d'alterazione e non possiede la consueta lucidità che lo spinge a valutare razionalmente la situazione, ferito e ridotto allo status d'animale braccato ed ingabbiato, torturato per puro piacere, reagisce d'istinto snudando le zanne come, durante la tormenta, aveva fatto Nagini per difendersi ed attaccare, convinto d'avere ragione solo perché si trova in un momentaneo stato di svantagggio; Silente pare intuire i suoi pensieri, rimuovendo la mano dalla spalla nuda dell'ex professore di Pozioni senza però accennare ad allontanarsi, mentre Aberforth sbuffa contrito continuando a mantenere la bacchetta puntata in avanti, ben salda nella grossa mano callosa.
“E' una cosa fra me e lui. Vi chiedo di non intervenire” 
L'ex Mangiamorte sorride, inclinando il capo fradicio di liquore per osservarla con quegli occhi bui e profondi come l'abisso resi fiammeggianti dalla collera e l'espressione divertita - seccente - di chi, convinto della propria superiorità, fatica a prendere in considerazione le follie messe in atto da una persona dall'intelletto inferiore, perché la ragazza si sta davvero rivelando assai più stupida e sentimentale di come  l'immaginava, convinta che basti qualche buona parola ed un'atto eroico cocluso a casaccio per rimediare all'insolenza mostrata poc'anzi, nonché al la profonda e letale inadeguatezza con la quale ha affrontato Yaxley e Tiger nella tormenta di  neve, rendendo palese il fatto che le sue lezioni di difesa siano state solo tempo sprecato; ma vi è qualcosa nell'espressione seria e dispiaciuta di lei, nello sguardo fermo con il quale lo scruta sfidandolo ad osare l'idicibile -  feriscimi, provaci - che lo spingono a tergiversare, esercitando una lieve pressione sulla pelle morbida senza però ferirla più di quanto già non abbia fatto, bloccato da un fastidioso senso d'angoscia che gli serra le viscere come fauci d'una fiera.

Mi disturba, farti del male.

Sei impazzita, ragazzina? Se non lo fermo ti farà del male” esclama Aberforth monocorde, ma Lily Luna muove il capo in un cenno di diniego: Severus Piton  le ha detto cose orribili, sttendola contro alla pietra fredda con una tal violenza da causarle altri giramenti di testa e quindi non intende giustificarlo, ma se è quasi impazzito dal dolore a causa dell'arto mozzato la colpa è sua, com'è sua la responsabilità d'averlo trascinato nuovamente in una vita che non desiderava prolungare, investendolo d'un ruolo assai scomodo; è suo onere mettere a posto le cose, trovare un'intesa affinché la missione possa continuare senza i continui battibecchi che ormai sono routine e lui deve imparare a fidarsi di lei senza aggredirla ad ogni errore, senza canzonarla per ogni mancanza di abilità o ingengno mostrata, mente la strega deve imparare ad ascoltarlo di più evitando di contrariarlo ad ogni cosa che le suggerisce solo per il puro piacere di dar fastidio.
Vi prego, lasciateci soli” prega la ragazza cercando sostegno in Silente, il quale la osserva in silenzio per lunghi minuti prima di rivolgersi al mago dai capelli corvini, pregandolo con voce gentile di trattare la loro comune 'amica' con maggior garbo in futuro, senza accennare a torcerle un capello quando si confronteranno, indipendentemente da quanto maleducata o avventata pissa risultare; Severus sorride senz'enfasi, sibilando che se la 'Potter' è così pazza da rischiare la furia di morti ed elementi naturali prima, la sua poi, non ha certo bisogno dell'aiuto d'un fantasma e di un vecchio locandiere decrepito per risolvere le questioni in sospeso.
"Se è abbastaza pazza da voler rimanere, ascoltatela. Io non prometto nulla, Albus. Il tempo in cui potevi legarmi con parole e buoni propositi è terminato "aggunge lanciando un'occhiata tagliente al fantasma, che s'allontana in silenzio per tornare al fianco del fratello, incurvando le labbra in un sorriso ambiguo che non sfugge all'attento esame del pozionista, né alla govane strega ancora prigioniera, i quali però non sembrano nella condizione di voler valutare l'enesima stranezza di silente, presi di questioni più delicate.
Aberforth infila la bacchetta nella cintura in pelle, abbandonando la posizione d'atttacco ed afferra Sibilla per un gomito ossuto, trascoinandola contro la sua volontà verso la pesante porta che conduce all loro appartamento, ignorando gli strilli e le proteste della donna che cerca di divincolarsi e calciarlo con forza, dandogli delll'insensibile e bruto animale per aver acconsentito a lasciare quella povera ed indifesa ragazza fra le grinfie del mostro che è divenuto Severus Piton, ma l'uomo non arresta l'incedere né pare propenso a lasciarla e, quando si richiude l'uscio in legno oltre le ampie spalle, ila forza di quel gesto riecheggia sottoforma di boato nella sala divorata dall'ombra in cui Lily Luna e l'ex professore di Pozioni sono rimasti ormai soli
.

Fiat Lux” (I) mormora Silente sorridendo prima di svanire oltre il soffitto,  facendo l'occhiolino alla giovane strega che, impercettibilmente, annuisce ringraziando.

Fossi in te non mi dimostrerei così supponente, ragazzina. Non credere che basti comportarsi come l'eroina d'un romanzo scadente per rimediare a ciò che hai fatto” mormora Piton allentando la pressione sulla trachea così da permetterle di respirare regolarmente, mentre la testa le pulsa dolorosamente in corrispondenza della nuca causando lievi capogiri che controlla fatica, tanto il suo corpo è teso , scosso dall'andrenalina che il cuore pompa freneticamente, alimentato dal pensiero di quel confronto a lungo rimandato che ora la spaventa ed eccita, donandole una determinazione che la spinge a guardare il viso dell'uomo con insolenza
Suppongo perché osservo. Se tu avessi voluto farmi del male sarei già morta. Ma, ti prego, cntinua pure a pensare che io sia solo una sciocca sedicenne so-tutto-io incapace di pensare o mostrare vera intelligenza. E' divertente vedere quanto mi sottovaluti, come proietti su di me l'odio provato per mio padre dimenticando che io non sono lui, né mio nonno"
Non sottovaluto, Potter. Constato dopo aver valutato il tuo comportamento. Saresti dovuta rimanere con tua cugina fino al mio arrivo, anziché buttarti a capofitto nell'impresa folle d'affrontare tre cadaveri in una tormenta di neve letale. Questa non è intelligenza e dimostra che non  hai appreso nulla dalle mie lezioni sul combattimento, dato che continui ad ignorare i pericoli del terreno circostante. In ciò somigli a tuo padre e a quell'imbecille del tanto osannato nonno più di quanto tu creda ”  il mago la scruta altero,  incuriosito dall'espressione di disgusto apparsa sul volto della ragazza al sentirsi - nuovamente - paragonare agli uoini della sua famiglia, mostrando un disgusto che egli fatica a comprendere poiché estraneo alla vita felice che la giovane Potter deve aver condotto allinterno delle mura domestiche, nel ricordo di quei nonni 'eroi' che hanno dato la vita affinché il Signore Oscuro fosse sconfitto; ma le labbra di li sono serrate in una linea ferma mentre scuote il capo, facendo ondeggiare la lunga treccia fulva.
Non ho niente in comune con loro, salvo il cognome e pregherei che tu lo tenga a mente in futuro. Poi, se fossi rimasta con mia cugina avrei rischiato di rivelare la presenza di cadaveri semoventi all'intero Mondo Magico, senza contare che gli avventori dei Tre Manici di Scopa sarebbero stati in pericolo. Preferisco che Rose continui a rimanere all'oscuro delle mie attività 'noturne', dato che non è mai stata molto solidale nel mantenere i segreti e adora in modo morboso le regole, regole che io continuo ad ignorare" spiega la giovane Corvonero mentre le  ombre si fanno sempre più vicine, addensandosi attorno a loro come un manto pesante che rende i contorni del pub neri ed indistinti, quasi appartenessero ad un piano dimensionale diverso in cui lei, dal caso ne abbia necessità, non può scappare; ma non vuole, nemmeno se si trovasse davvero in pericolo, poiché questa conversazione 'civile' che stanno avendo è forse il primo punto di contatto dopo settimane passate a parlarsi solo per questioni legate alla missione, attraverso battute acide ed insulti taglienti, quindi non  vuol sprecare quest'opportunità. 
Da quando alla regina della torre di Corvonero importa del volgo? Mi sei sempre parsa troppo egoista per curarti delle sofferenze altrui. Mors tua vita mea, in ogni occasione” domanda Piton lasciando volutamente cadere il discorso 'famiglia Potter', promettendosi di riprenderlo in un momento più consono, studiandola con  occhi di buio inumani e folli,  in cui la fioca luce sopravvissuta alla morsa delle ombre annega annichilita, sfiorando con la punta delle dita pallide il collo nudo della ragazza, dalla pelle morbida sotto la quale  la carotide pulsa rapida; intorpidito dall'alcol e dalle violente fitte di dolore che s'irradiano dal braccio mutilo s'accorge solo ora del vestito blu zaffiro, dal corpetto intessuto di intricati ricami d'ori e piccole gemme, che fascia il corpo flessuoso della Potter cadendo a terra con eleganza, nascondendo i piedi scalzi macchiati di sangue per lasciare invece scoperta  un'ampia porzione di petto,  mostrando un accenno dell'incavo fra i seni.
Tumefazioni e tagli sulle braccia stanno sbiadendo rapidamente, segno che deve aver assunto qualche pozione lenitiva specifica, mentre la mano sinistra è fasciata da uno stretto bendaggio che la ricopre interameente;  il viso pallido e stanco presenta ancora qualche ematoma, sebbene gli unici pozzi scuri siano gli occhi di quel color terra mutevole, animati da un guizzo di fiamma proveniente dal camino mentre la giovane dischiude le labbra rosee, sbavate da una nota di sangue vermiglio in via d'essicazione colato dal taglietto che ha riparto affondando i denti nella carne, con forza, nota che le rende terribilmente – invitanti – accattivanti, spingendolo ad inclinare appena il capo in avanti, verso di le, per poterle osservare meglio inebriato dallodore ferrigno; vestita come una divinità dell'India vedica, con i capelli ribelli raccolti in quella treccia semplice, seppur elaborata, non pare più la secca ed anonima ragazzina che si trascina per i corridoi della scuola avvolta nel mantello nero-blu della sua Casa d'una taglia più grande rispetto all sua misura, né la ragazzina che, in dormitorio, gira con i piedi infilati in improbabili calzettoni di spugna ornati da gommini sulla pianta, abbinati a larghe tute pescate dall'armadio alla cieca.
bE' una donna, seppur ancora acerba.

Ti stupirà sapere che provo sentimenti e m'interesso del prossimo quando la situazione lo richiede” sussurra lei infondendo nelle parole una nota di dolcezza che un po' stona con il contesto, distogliendo gl'occhi dal viso spigoloso ed altero del mago incapace di sostenerne l'intensità, indugiando invece sulla porzione di corpo lasciata scoperta dalla rimozione dei vestiti laceri: il busto dell'uomo è un fascio d'ossa e muscoli tonici dalla pelle chiara come il volto della luna, sulla quale spiccano un'infinità di cicatrici perlacee che brillano alla fioca luce prodotta dalle braci morenti del camino, spingendo la ragazza a domandarsi quante volte sia stato  medicato d'urgenza e quanti duelli abbia doviuto sostenere per ricevere tutte quelle ferite; i morsi di Nagini sono una grossa  massa di tessuto ruvido – cicatriziale – che occupa la parte sinistra del collo, scendendo poi ad avvolgere la clavicola, e  la ragazza deve far ricorso a tutto l'autocontrollo ancora disponibile per non alzare la mano sana e sfiorarne i bordi con dita tremanti. 
Sposta l'attenzione sul braccio destro, un moncherino mutilo fasciato da bende cremisi già zuppe di sangue scuro, dalle quali fuoriescono piccole propaggini d'ombra che paiono pulsare come animate di vita propria, cercando di avviluppare il tessuto per strapparlo; gli occhi della strega si assottigliano mentre una nuova ondata di rammarico le invade il petto.

Mi dispiace, davvero. E'...colpa mia...” china il capo abbattuta,  appiattendo la schiena contro le pitre del camino.
Si, lo è” replica asciutto il mago, lasciando scivolare i polpastrelli resi ruvidi da anni passati a sminuzzare ingredienti, riempire calderoni ed elaborare pozioni, sulla pelle pallida e calda di lei, provocando brividi che fatica a reprimere poiché il suo tocco è come ghiaccio su un terreno incendiato dal sole, piacevole come la carezza del vento e Lily Luna, che aveva sempre mal sopportato il contatto fisico da parte di chiunque non fosse sua madre o i suoi frateli, rimane sbigottita nell'accorgrsi con quanta facilità ha permesso a Piton d'avvicinarsi ed infrangere la sottile barriera di vetro posta fra sé ed il mondo; l'uomo la osserva attentamente, con la mente in subbuglio che fatica a concentrasi sul pensiero razionale di quanto ciò sia dannatamente sbagliato, incapace però di seguie il buon senso ed allontanarsi, mettendo quanta più distanza possibile fra sé e la ragazzina molesta – sedicenne, Potter – che gli ha rovesciato in testa mezza bottiglia di Scotch buono - una rarità all'interno della Testa di Porco - sfidandolo con una sfacciataggine invidiabile, pericolosa, la stessa con cui ora lo guarda, carica d'un rimpianto che gli fa contrarre dolorosamente le viscere.
Ha perso un braccio per colpa sua, ciò è innegabile, ma non riesce a provare rabbie, né ad odiarla come merita per la stupidità mostrata quando ha deciso di calarsi fuori dalla finestra di Tre Manici di Scopa per andare a cercare Yaxley e Tiger, oltre per aver deciso di portare Nagini con sé lì al pub; resta lì immobile a contemplare quella figura a metà strada fra la donna che diventerà – se sopravvive – e la bambina che è stata, elencando tutti i particolari che la rendono diversa da Lily – tanti, troppi – ed uguale a James Potter, cercando di trovare la forza per disprezzarla come merita scoprendosi però incapace di farlo, poiché non è sicuro di volerla vedere piangere di nuovo, non per colpa sua almeno.

Per Salazar, Potter.
Cosa mi hai fatto?

Perso e febbricitante, con il corpo scosso da spasmi sempre più forti s'accorge appena della mano minuta che si alza timidamente sino a toccare i capelli – fradici e pesanti – neri, scostandoli per sfiorare il suo viso spigoloso e sgraziato, percorrendo timidamente lo zigomo con polpastrelli tremanti per poi lasciarli scivolare sulla guancia incavata, verso labbra sottili e pallide dischiuse in una smorfia di puro sbigottimento; Lily Luna trema ed ha il petto gonfio d'una paura che sa d'eccitazione – adrenalina -  mentre il cuore martella con forza contro le costole e la parte razionale di sé, sotto lo sguardo nero di Piton, le intima d'interrompere quel contatto – follia – prima che porti a conseguenze spiacevoli, ma lei inghiotte un bolo di saliva ferrigna e l'ignora – si ignora –, alzandosi in punta di piedi per compiere l'ennesimo gesto sconsiderato in quella notte selvaggia di Caccia ed antichi riti.
Severus viene scosso da una sorta di scarica elettrica quando avverte le braccia della ragazza scivolargli attorno al collo ed il corpo, esile e minuto, fasciato in quel vestito che ora gli pare sin troppo poco appropriato per una sedicenne e leggero come fugace bruma, premersi contro il torace nudo in una sorta di abbraccio che gli accappona la pelle, dal quale non è in grado né vuol sottrarsi; la strega inclina la testa contro la sua spalla destra, sfiorando con le labbra il moncherino grondante di sangue per inspirarne l'odore ferrigno, posando un bacio leggero contro la clavicola, un tocco leggero che turba il mago più di quanto voglia ammettere. Socchiude gli occhi sopraffatta da sentimenti a cui fatica a dare un nome, poiché non riesce a capire
cosa sia quella sensazione di fuoco che avverte irradiarsi dal ventre con forza inaudita, simile alla magia che le permette d'entrare in contatto con i risvegliati seppur meno sinistra, mai provata prima d'ora

Più oscura., più pericolosa

Potter...” la voce di Piton è un sibilo rauco e le provoca nuovi brividi,  infinite incertezze che lei scaccia dalla mente concentrandosi sul contatta fro i loro corpi, mantenendo il capo poggiato contro la pelle pallida e fredda del busto dell'uomo, appiccicosa di liquore e dal profumo inebriante d'ombra e cose proibite, forse perdute, annichilita dalla sensazione che vi sia qualcosa di più forte della necessità a legarli; è l'odore, il sangue e quel contatto così improvviso alla quale non vuol sottrarsi che la spinge ad annullare ogni pensiero ragionevole, concentrandosi invece su quanto tutto ciò sia 'giusto', nenostante il madornale errore da cui è nato quel rapporto .
Mi dispiace, prometto che farò di tutto per aiutarti. Per guarirti. Ci sarà un modo”
Lui vorrebbe dirle che non esiste soluzione alla perdita d'un arto e che quella vicinanza è oltremodo sconveniente, domandarle in tono sprezzante con quale permesso abbia smesso di utilizzare la terza persona per passare alla prima senza alcun rispetto dell'anzianità e dei ruoli, ma quando il profumo d'argan ed incensi sacri gli penetra nelle narici, gettando ancor più in confusione la mente ottenebrata da alcol e dolore, non può far altro che reclinare il capo a sua volta avvicinando il viso a quello della giovane Potter mentre alza il braccio sano per sfiorarle i capelli color fiamma in una carezza leggera, un'istante rubato prima che si penta e decida di poggiare la mano sulla fredda pietra del camino, incastrandola fa sé e la compostezza della muratura;  cerca di ripetersi con convinzione che quella non è Lily, ma solo una mocciosa che le somiglia vagamente, dopo il decimo bicchiere di scotch, senza però trovare la forza d'allontanarla davvero, poiché ora il calore proveniente da quell'esile corpo pare l'unica cosa in grado d'attenuare il dolore e lo stato d'intorpidimento che lo stanno facendo impazzire.

Non c'è, Potter”
Bevi il mio sangue” scandisce Liy Luna, soffiando un'alito caldo contro la pelle pallida e fredda umida d'alcol, strappandogli un brivido.
Prego?” Piton spalanca gli occhi ossidiana – inumani – studiando la testa rossa inclinarsi appena, cosicché lei possa osservarlo a sua volta con una determinazione che travalica ogni buon senso mentre sorride ed il taglio sul labbro pare allungarsi, una striscia cremisi sul rosa morbido,  ripetendo quell'assurdità che lo spaventa molto più dell'idea di restare menomato, poiché intimamente non ha desiderato altro da quando l'ha vista apparire sulla soglia della stanza, ansante e spaventata, invitante come il miraggio d'un oasi dopo settimane a brancolare nel deserto; la vuole, ha sete e ciò gli provoca orrore, poiché fin ora non ha mai avvertito così forte quell'impulso animale di volersi nutrire di lei come invece ambiscono i risvegliati, facendogli sperare d'essere stato resuscitato in una forma più 'alta' di quella d'un semplice cadavere, ma si sbagliava, non ha tenuto conto della natura predatoria di tutti coloro che, oramai, hanno travalicato lo status di 'uomo' per abbracciare un'esistenza diversa.
Yaxley ha detto che se non fossi stata in grado d'utilizzare il mio potere per restaurare Tiger si sarebbe accontentato del mio sangue. Inoltre i morti sono stati risvegliati grazie ad esso, quindi penso che potrebbe funzionare anche per rimettere a posto il tuo braccio. Sto combattendo strenuamente per evitare che altri lo bevano, ma se lo fai tu non m'importa. Anzi, è giusto” incespica nell parole mentre un vistoso rossore si diffonde sulle guance rosee, spingendola ad avvampare e  nascondere nuovamente la testa contro al torace nudo del mago, vergognandosi dell'espressione ebete che deve aver assunto; Severus scuote il capo assottigliando lo sguardo, inclinandosi ancor più contro al muro per avvolgerla, pur senza stringerla, in una sorta d'abbraccio protettivo.
No”
Ma...”
No. Potter”
"Perchè?"

Perchè diventerei un mostro, ancor più di quel che già  sono.
Prchè rieschierei di farti del male e non voglio.

Scosta la mano dal muro, afferrando il fianco della ragazza per cercare di allontanarla quando una fitta violenta, dolorosa, gli attraversa il corpo  facendolo vacillare, costringendolo ad appoggiarsi di peso a lei che, stupita, cerca di sorreggerlo poggiandosi sulla caviglia san,a mente le ombre riprendono a danzare impazzite divorando aria e mobilio,  avvicinandosi pericolosamente al bordo della gonna azzurra per artigliarlo con forza; Severus grugnisce con il volto premuto nell'incavo del collo, inspirando l'aroma d'argan ed incensi cercando di mantenere lucidità sufficiente a domare il buio, spingendo le propaggini lontane dai piedi della giovane, ma senza successo poiché, troppo stremato, ormai non possiede più alcun controllo.
Vattene! E' pericoloso star qui. Non mi obbediscono più” sussurra prima di perdere conoscenza, ma lei scuote fermamente il capo mentre l'accompagna a terra lentamente, affinché non cada battendo la testa  o procurandosi altre contusioni; prima che possa scacciarle – operazione ardua senza bacchetta - il braccio mutilo dell'uomo viene afferrato ed avvolto dalle tenebre che iniziano a sminuzzare il bendaggio finché carne viva ed osso scheggiato non appaiano visibili, iniziando a ricostruire i tessuti perduti sotto lo sguardo incredulo di Lily Luna,  
Immortale” sussurra la giovane sovrappensiero, ricordando le parole pronunciate dalla Morte durante il colloquio in biblioteca in cui aveva definito il mago come 'WU' , il principio del 'non avere' e del 'non agire', una sorta di creatura legata eternamente alla persona che l'ha evocata, della quale diviene guardiano a causa di quel che può essere definito 'un contratto magico vincolante'; siede con la schiena appoggiata alla parete in pietra del camino, adagiando in grembo il corpo esanime del mago affinché stia comodo e riposi, mentre si appunta mentalmente di svolgere qualche ricerca in più su queste figure mitiche, cercando magari di capire meglio quel sinistro potere che lo lega alle ombre.

Né vivi né morti, bensì un interludio.
Una via di mezzo.

Lo sguardo scivola distrattamente sul braccio sinistro ove spicca, come una macchia d'inchiostro sulla pergamena intonsa, un teschio dalle orbite nere come abissi dalla cui bocca spalancata fuoriesce un grosso serpente attorcigliato sino a formare l'ouroboros (II), il simbolo matematico dell'infinito; sull'osso parietale  è inciso un numero a caratteri romani: 'XVII' che fa corrugare la fronte della ragazza mentre si domanda quale sia il suo significato, dato che non ricorda d'aver letto da nessuna parte che Voldemort solesse numerare i suoi Mangiamorte. Lentamente, quasi avesse paura d'osare troppo, s'inclina in avanti allunga la mano destra verso il corpo del mago per poggiare i polpastrelli sul disegno, percorrendolo con una carezza leggera che – miracolosamente - lui non avverte, mentre lo sguardo s'addolcisce e dalle labbra ferite, dischiuse, fuoriesce una nenia sommessa eco di una delle canzoni che Ginny Weasley intonava per lei la notte, prima di baciarla e consegnarla al mondo dei sogni.
Non è brava a cantare come la madre poiché la sua voce è bassa e poco armoniosa, ma parole e musica le escono spontanee e presto la ninna nanna muta in una canzone più adulta, antica, che racconta una storia così simile alla loro da far quasi dolore il cuore, pronunciata nella cadenza data dalla cantante degli Helium Vola, sebbene sicuramente più stonata:

The twelve months and the day being gone,
A voice spoke from the deep
Who is it sits
All on my grave
And will not let me sleep.

You crave one kiss
From my clay cold lips
but my breath is earthly strong.
Head you one kiss from my cold lips
your time would not be long” (III)

Le ombre paiono quietarsi mentre la ragazza continua ad intonare la ballata, passando le dita fra i lunghi capelli neri del mago ancora umidi ed appiccicosi a causa dello scotch, sorridendo gentilmente; con la coda dell'occhio avverte un movimento alla sua sinistra, fra le gambe di una delle poltrone scostate con malagrazia quando Severus l'ha spinta contro al muro e Nagini si palesa, scivolando sinuosa sul tappeto fino ai piedi del mago addormentato, fasciati dagli alti e neri stivali, ove protende il muso con interesse per studiare meglio le due figure abbracciate.
Ti ricordo che non è cibo” le sussurra Lily Luna interrompendo il canto ed il serpente socchiude i grandi occhi color ambra, sibilando in tono infastidito quasi a rimarcare che - probabilmente- stavolta è morto davvero e qualcuno deve pur assumersi l'onere di far sparire il cadavere.
Però puoi restare a dormire con noi, sempre se mi prometti che ti comporterai bene. Gli hai già fatto abbastanza male”
La lunga lingua nera, biforcuta, saetta nell'aria mentre il rettile guarda la strega con un cipiglio interrogativo, decisamente molto 'umano' e poco animale, studiando poi il viso cereo e madido di sudore dello stregone svenuto, lo stesso che – in un'altra vita – aveva brutalmente ucciso fra le pareti polverose e decrepite d'una casa pericolante in mezzo al nulla per ordine del suo Padrone, nonché unico amico, decretando che non gli fosse mai stato simpatico e toglierlo di torno era stato quasi appagante.

Io non parlo il perseltongue” esclama Lily Luna scoccando alla creatura un occhiata seria ed intransigente, la stessa che nonna Molly riservava spesso a Fred e George quando combinavano qualche marachella  “ma sappi che ti capisco. So che non ti sta simpatico, ma lo dovrai sopportare finché dura la tua missione e, per favore, potresti passarmi quella sciarpa caduta a terra? Vorrei cercare di coprirlo almeno un po', non mi sembra il caso di farlo dormire così. Ho scordato la bacchetta di sopra”
Con un sibilo sommesso Nagini scuote la grossa testa triangolare in segno di dissenso, ma esegue l'ordine senza proferire altre rimostranze, afferrando la stoffa morbida e calda fra i lunghi denti ricurvi per trascinarla vicino alla ragazza cosicché lei la possa adagiare a mo' di coperta sul busto nudo del mago, riparandolo dal freddo inclemente della notte; scivolando  attentamente sulle assi di legno, la creatura sale sopra le gambe di Piton, acciambellandosi come farebbe un grosso gatto mentre Lily Luna continua a canticchiare 'The unquiet grave' a labbra serrate, appoggiandosi meglio contro la parete e chiudendo gli occhi, sopraffatta dalla stanchezza.

Quando Silente s'affaccia dal soffitto per verificare la situazione, preoccupato dal non udire più né voci né rumori all'interno del modesto Pub appartenente al fratello, le labbra gli si incurvano in un sorriso e gli occhi rilucono di puro divertimento nell'osservare la scena che gli si presenta dinnanzi.
Lily sta bene, Albus?” domanda Sibilla da sopra, in ansia.
Non preoccuparti , cara. Gode di ottima salute” replica allegramente il vecchio mago incorporeo, strappando un'occhiata interrogativa al burbero fratello minore che ne squadra il volto pallido, evanescente, con un cipiglio interrogativo decisamente preoccupato; quando il maggiore dei fratelli Silente gioisce non è mai un buon segno, perché è sempre stato talmente pazzo da avere idee troppo liberali e poca morale, appassionandosi ai drammi e alle cause perse con una certa costanza, come insegna la relazione fra lui e Grindelwald, tutt'altro che d'amicizia.
Che è successo?” domanda burbero.
Oh, nulla. Dormono”

Nel locale avvolto da spesse ombre danzanti, illuminato dalla debole brace d'un fuoco morente, una ragazza dal cognome famoso – Potter – dotata di poteri negromantici dorme seduta con la schiena appoggiata al bordo dell'ampio camino in pietra, tenendo in grembo un uomo che è tenebra e ricordo, quel Severus Piton che fu fra i più abili Mangiamorte reclutati dall'Oscuro Signore e spia doppiogiochista, nonché terribile insegnante di Pozioni presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts; infine, arrotolata sopra le gambe dell'uomo come una sorta di grossa stola vi è Nagini, il pitone reticolato di circa otto metri e una manciata di centimetri appartenuto al fu Tom Riddle.

Silente ride di gusto.

Due paradossi sono meglio di uno, poiché possono suggerire una soluzione.
Anche se a Severus tutto ciò risulterà indigesto”








Glossario:


  1. Fiat Lux: fare luce. Locuzione tratta dalla Genesi che si riferisce al primo atto compiuto da Dio dopo aver creato il cielo e la terra, quando ordinò che fosse fatta luce per rischiarare le tenebre.

  2. Ouroboros: Uroboro, nella letteratura magica di età ellenistica era un animale simbolico – spesso un serpente – che morde ed inghiotte la propria coda, realizzando un cerchio che rappresenta l'infinito. Il segno matematico invee è poco dissimile, rappresentato da due cerchi posti l'uno di lato all'altro, congiunti sul bordo.

  3. The Unquiet Grave, ballata tradizionale britannica popolare in Scozia e Galles risalente al quattrocento, che narra di un giovane il quale dopo aver perso il suo 'vero amore' piange sulla tomba di quest'ultima per dodici mesi ed un giorno, finché la fantasma non appare chiedendogli come mai non la lasci riposare in pace. Lui domanda un bacio ma ella lo ammonisce, spiegandogli che ciò causerà la sua morte e lo invita a godere della vita finché ce l'ha, anziché smettere d'esistere.

NDA: A voi questo undicesimo – nono – capitolo.
E' un poco più corto dell'altro perché sono stata costretta a spezzarlo in due, vista la lunghezza spropositata che ha assunto in fase di scrittura.
Addomesticare le bestie feroci indica tante cose, in primis questo bizzarro avvicinamento fra Lily Luna e Severus, nonché la presenza di una Nagini stranamente tranquilla seppur intenzionata a finire il lavoro iniziato nella stamberga strillante venticinque anni addietro; per scrivere dei suoi comportamenti mi sto basando sulla mia gatta, che possiede lo stesso sguardo omicida nonché il medesimo amore per il prossimo, sia essi bipedi o quadrupedi. Male voglio bene e quando scrivo è sempre con me.
Compaiono anche la Cooman ed Aberforth in coppia, perché si, sono un'amante dei crack!pairing senza speranza :)

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferite\seguite\ricordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!


Alla prossima!


_Morgan





  
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