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Autore: _MyHeadIsAnAnimal_    27/06/2022    2 recensioni
Rebecca lavora in una piccola fioreria per mantenersi durante gli studi.
Le giornate passano veloci tra mazzi di fiori da incartare e appunti da studiare, fino a quando un piccolo pacchetto destinato a lei viene lasciato sull'uscio del negozio.
Cosa nasconde al suo interno? Ma, soprattutto, chi sarà il mittente?
Tra "imprevisti", disavventure e nuove amicizie Rebecca vedrà la sua vita cambiare, giorno dopo giorno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I.


«Ecco a lei, sono 13€.» dico consegnando il mazzo di fiori al signore che sta pazientemente attendendo al di là del bancone. Sorrido al pensiero della fortunata che riceverà questi bellissimi fiori, girasoli e tulipani, una strana abbinata ma devo ammettere che il risultato finale è veramente stupefacente.

Prendo i soldi che sono stati appoggiati sul banco e restituisco una monetina da 2€ in resto.

«Grazie, buona giornata signorina.» mi saluta cordiale avviandosi verso la porta stringendo tra le mani il mazzo profumato.

Butto via i pezzettini di nastro colorato che ho appena usato per decorare, le campane in lontananza mi avvisano che sono le 11.30, ancora mezz’ora di lavoro e potrò staccare per la pausa pranzo anche se oggi il mio stomaco non ne vuole proprio sapere di lasciarmi in pace: è da quando mi sono alzata che ho nausee continue.

Sarà meglio che mi prenda un tè e basta per oggi.” penso mentre vado a sistemare i fiori in esposizione in vetrina.

È da qualche anno ormai che lavoro qui al “Fiori da Tina”, avevo iniziato a dare una mano ad Annunziatina, la proprietaria, quando l’altra ragazza che lavorava con lei se n’era andata per trasferirsi in Germania. Inizialmente doveva essere solo un lavoretto per racimolare qualche soldo per non pesare troppo sulle spalle dei miei, l’affitto del piccolo appartamento in cui stavo e le spese per l’università iniziavano ad essere ingenti, ma dopo un po’ mi sono affezionata alla simpatica signora Tina e ho deciso di rimanere qui. In fin dei conti non mi pesa lavorare e studiare soprattutto perché ho sempre avuto la possibilità di poter ripetere nei momenti liberi in cui non ci sono clienti e faccende da svolgere. Sotto questo punto di vista Tina è stata formidabile, abbiamo subito cercato di creare un compromesso che favorisse entrambe.

«Hai ordinato qualche decorazione?» mi chiede Tina entrando con un piccolo pacchetto in mano. Lo appoggia sul bancone e va a togliersi il cappotto sistemandolo sull'appendino nel retro.

Ci penso su un attimo e nego, ho fatto un ordine per dei nastri di tulle ma la consegna è prevista per metà maggio.

Osservo la scatolina marrone e noto che in un angolino c'è scritto con un pennarello un "X Rebecca" in corsivo, la grafia è ordinata ed elegante. Alzo lo sguardo un po' perplessa, “che sarà mai?” mi chiedo pensierosa.

«Su su aprila, cosa aspetti!» mi incita sulle spine, sembra più curiosa lei di me.

Guardo titubante il pacchetto tra le mie mani, "e se fosse una bomba?" penso ma subito scuoto la testa sorridendo, chi mai potrebbe recapitarmi una bomba? A lavoro per di più? Che idea stupida.

Comincio ad aprire la carta marrone che subito rivela una confezione trasparente, un tovagliolo bordeaux sul fondo su cui sono appoggiati... «Dei biscotti?» dico incredula.

«Dei biscotti?» ripete la mia amica sbirciando dall'altra parte del bancone, «Hai un ammiratore che ti manda dei biscotti?» conclude prima di scoppiare a ridere.

«Io non ho ammiratori» rispondo un po' confusa, che io sappia al momento non c'è anima viva in circolazione che mi veda sotto quel punto di vista, «l'ultima volta che sono uscita con un ragazzo è stata più di un mese fa!» esclamo arrossendo un po' al ricordo di quella serata.

«A quanto pare invece hai rubato il cuore a qualcuno! Chissà chi è, sicuramente è un bel giovanotto, forse è addirittura un nostro cliente! Oh come sono curiosa!» Tina inizia a parlare a macchinetta come suo solito ma non riesco a finire di ascoltare le sue parole perché un conato più forte dei precedenti mi costringe a correre in bagno a vomitare.

«Cara è tutto okay?» la voce di Tina mi raggiunge subito mentre la sua mano delicata mi sposta i capelli sorreggendomi la testa ancora abbassata verso il water.

Aspetto ancora qualche minuto che si calmino i conati e mi alzo lentamente. Oggi non è proprio giornata. Mi do subito una sciacquata alla bocca e al viso, l'acqua fredda sembra darmi un po' di sollievo dalle continue nausee ma una strana sensazione di malessere generale continua a farsi strada nel mio corpo.

«Non lo so Tina, non mi sento tanto bene,» inizio ma lei subito mi ferma.

«Vai a casa cara, qui finisco io, tanto nel pomeriggio non ci sono mai troppi clienti.»

Mi sorride lasciandomi una carezza sulla spalla prima di uscire dal retro e tornare al bancone per chiudere la cassa.

 

Finisco di darmi una sistemata, prendo la giacca che avevo lasciato sullo schienale della sedia nel retro, afferro al volo la piccola confezione con i dolcetti e mi avvio verso l’uscita.

«Scusami Tina, spero di stare meglio per domani. In qualsiasi caso se ci sono problemi chiamami e cercherò di fare il possibile per venire ad aiutarti.» le dico prima di aprire la porta ed uscire.

L’aria è tiepida, il sole timido di inizio maggio s’infila tra le foglie verdi degli alberi che costeggiano la strada. Nonostante sia mezzogiorno c’è poco traffico, qualche bus corre veloce per raggiungere la prossima fermata, due biciclette procedono a rilento mentre i due ragazzi che le guidano ridono tra di loro, dall’altra parte della strada una signora porta a spasso il cane.

Sospiro chiudendo un secondo gli occhi, prendo una bella boccata d’aria sperando che espirando se ne vada anche un po’ il senso di nausea. Faccio per riprendere a camminare verso la bici parcheggiata nella postazione a lato del negozio che qualcuno mi travolge.

«Ehi!» dico un po’ scocciata quando noto lo sguardo corrucciato con cui mi scruta il ragazzo che mi ha urtato, «Guarda dove vai!»

«Non si sta con gli occhi chiusi in mezzo al marciapiede.» dopo aver parlato continua per la sua strada senza voltarsi. Un conato di vomito mi travolge nuovamente quando ripenso all’occhiata infastidita che mi ha rivolto prima di girare i tacchi e di incamminarsi.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, un flash mi travolge facendomi rimanere impietrita di fronte alla bici.

Porca puttana

 


 


Salve, 
due parole veloci su questo primo capitolo:
- questa è una pazza idea che mi frullava in testa da un po' e che, speriamo, riesca a concretizzarsi bene;
- non succede molto in questo primo capitolo, vengono introdotte Rebecca e Tina, due delle protagoniste :)

Fatemi sapere cosa ne pensate!

_MyHeadIsAnAnimal_

  
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