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Autore: Giorgiaaisha    15/07/2022    2 recensioni
Poggio le mani sulla porta a vetri e mi avvicino con la testa per guardare meglio dentro.
Strano, le luci sono accese e vedo delle persone che girano per il negozio.
Qualcuno si accorge di me e chiedo:
" È chiuso?"
Non ricevo risposta ma uno sguardo interrogativo.
Mia sorella intanto si è appoggiata di schiena al riparo dalla pioggia e sta tentando di strizzare i suoi capelli.
Riprovo.
"È chiuso?"
Ora mi guardano tutti perplessi.
Mi giro verso mia sorella e le dico:
"Ma sono scemi?"
Lei alza le spalle e continua a sistemarsi i capelli.
Busso e ripeto alzando un po' di più il tono della voce.
Finalmente vedo una ragazza nascosta dietro a un abito che timidamente mi fa cenno con il dito verso destra.
Giro lo sguardo e i miei occhi si incrociano con quelli di un bel ragazzo orientale.
Voleva indicarmi lui?
Lo guardo con aria perplessa e lui mi sorride.
"Credo che la ragazza ti stesse indicando l'entrata. Quella porta è chiusa, ma qui è aperta, vedi?"
Mi giro e vedo che il tipo ha perfettamente ragione. La porta è del tutto spalancata.
Che gran figura di merda!
Non lo voglio più il cappellino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'aria fresca mi solletica la pelle. Abbiamo dimenticato di chiudere le tende stanotte e ora spavaldamente i raggi del sole filtrano dalla finestra, illuminando tutta la stanza.
Mia sorella dorme beata. Neanche una cannonata riuscirebbe a svegliarla, a differenza di me che ho un sonno leggerissimo e basta una folata di vento per strapparmi dalle braccia di Morfeo.
Il vento.
Già! Chissà come stanno il mio cavallo e il mio cane, mi mancano terribilmente.
Sul pavimento ci sono le nostre valigie semi aperte, non sono riuscita a sistemare i miei abiti; le scarpe sono state lanciate disordinatamente e ora non vedo più la destra del mio sandalo.
Poco male, sicuramente uscirà fuori.
Prendo il telefono posizionato accanto al comodino per guardare l'ora: le 6.00.
E' dannatamente presto. Ho dormito tre ore e basta, ma perché sono fatta così male? 
Nella villa regna il silenzio. Ci credo staranno tutti dormendo giustamente.
Mi alzo e mi avvicino alla  porta finestra che da sul balcone. Devo dire che il panorama è da mozzare il fiato.
Si vede il mare e tanto mi basta.
Prendere una boccata d'aria mi farà sicuramente bene.
Eravamo talmente stanche ieri che non abbiamo neanche chiuso la porta del balcone.
Respiro profondamente a occhi chiusi assaporando l'aria fresca e permettendo ai primi raggi solari di scaldarmi la pelle.
Li riapro e ammiro il blu del mare, da qui tutto è perfetto.
Una sensazione di calore si espande sul mio petto, mista a piccole scariche elettriche che si susseguono per tutto il corpo. D'istinto mi volto quel tanto che basta per vederlo appoggiato alla ringhiera ad ammirare la bellezza della natura. Bello come sempre. 
Le sue mani si stringono sul ferro battuto e la sua schiena si rizza. Si gira e mi vede.
Ed eccolo quel maledetto sorriso che mi fa tremare le gambe.
Mi maledico per non aver indossato qualcosa di più sexy, o quanto meno di più adulto. Io e le mie fisse. Ho comprato questo pigiama perché sulla maglia c'era la stampa di una ragazza che baciava un cavallo pezzato e sui calzoncini tanti piccoli cavallini.
Mannaggia a me!

"Buongiorno Amazonas. Già sveglia?"
"Buongiorno Capitàn. Potrei chiederti la stessa cosa"
"sono abituato a svegliarmi presto, qualsiasi ora io faccia la notte"
"anche io. Purtroppo."
"Hai davvero un bel pigiama" e sorride dolcemente.

Ecco lo sapevo, l'ha notato.
D'istinto mi copro un pò, ma lui si avvicina e tirandomi il mento in su mi dice:

"Ti sta d'incanto!"

Le sue labbra, calde e morbide premono sulle mie e io mi sciolgo come neve al sole.
Non importa come sono vestita o se ho i capelli in ordine o meno, con lui mi sento perfettamente a mio agio, sempre.
Mi distacco leggermente per guardare i riflessi argentei dei suoi occhi. Occhi che parlano di lui e di me.
Ci guardiamo per un'inifinità di secondi e poi lentamente torniamo a baciarci. Ad ogni bacio la sua essenza penetra sempre più in profondità dentro di me. Ad ogni tocco sento con forza di appartenergli quel pezzetto in più che basta a farmi capire che le nostre anime si sono incontrate dopo tanto cercarsi, che la nostra unione è qualcosa di atavico e primordiale che ci portiamo dietro da sempre e che niente potrà mai rompere.
Il filo rosso del destino è emerso, ci ha avvicinati e uniti.
Le sue mani percorrono la mia schiena, soffermandosi sui fianchi, per poi iniziare la risalita e tremanti poggiarsi sul mio seno.
Lo sento titubare e chiedere silenziosamente il mio consenso.
Di tutta risposta stringo le sue spalle e porto una mano tra i suoi capelli.
Si rilassa e mi spinge verso il muro, bloccandomi con il suo corpo.

"Tsubasa sei sveglio?"

La porta della sua camera si apre. Tsubasa si scosta leggermente e sospirando si sporge verso la sua entrata.

"Genzo che c'è?"
"Mi sono svegliato e pensavo ti andasse di fare colazione insieme, poi volevo chiederti scusa per ieri, avrei dovuto lasciare che ci pensaste voi. Non avevo nessun diritto di precedervi"
"Non ti preoccupare, è tutto ok"

Sento i passi di Genzo sempre più vicini al balcone, sta arrivando e io inizio a richiedere l'attenzione del mio fidanzato, che però sembra non capire.
Troppo tardi. Genzo è già fuori e ci guarda allibito.
Una vena inizia a pulsarmi sulla tempia.

"Tsubasa, forse è il caso che tu tolga la tua mano dal mio seno."

Sgrana gli occhi e inizia a balbettare qualcosa di incomprensibile, poi guarda la mano  e la toglie tremante.

"Perdonami, non mi ero reso conto fosse ancora lì"
"Tranquillo!" In fondo siamo fidanzati.
"Scusatemi, non era mia intenzione interrompere nulla e fattelo dire ragazzina questo pigiama è orribile"

Ma come si permette!?! Ora mi sente!

"Wakabayashi ma perché ti comporti così con lei? Non ti sembra di esagerare? Jo non gli dare retta a me piace"
"Io? Ma hai visto come mi tratta lei?"
"Guarda che sei tu che ci hai provato appena entrato, senza neanche sincerarti chi io fossi! Sei spocchioso e pensi che tutti debbano caderti ai piedi!"

Cavolo! Mi manda in bestia!
Un telefono inizia a squillare. E' quello di Tsubasa.

"E' una chiamata dal Giappone" afferma con sguardo preoccupato.
"rispondi, potrebbe essere importante", dice Genzo leggermente agitato.

"Pronto.
Ah ciao.
Non piangere.
Io non posso venire in Giappone, ho deciso di passare le vacanze qui.
No, dai. Non fare così.
Potresti, potresti venire tu. Saremo qui per altri 5 giorni e ci sono tutti i ragazzi.
Perfetto, allora ti aspettiamo per domani sera.
Ciao, anche io ti voglio bene."

Genzo mi fissa stranamente. Ha uno sguardo triste, perché?

"Chi era Tsubasa?" Chiedo con voce tremante. Qualcosa mi dice che è meglio non sapere la risposta.
"Vedi, è che ho dovuto invitarla qui. Era sconvolta, piangeva e non me la sono sentita di ignorarla. Io, f-forse ho sbagl..."
"Tsubasa, chi era?"
"Ti prego cerca di capirmi. Io non provo nulla te lo giuro..."
"Andiamo Tsubasa. Sei un'idiota fattelo dire. Era Sanae, vero?" Genzo come un'onda gelida mi travolge con le sue parole.
No. Non è possibile.
Perchè non smentisce?

"Tsubasa era davvero lei?" Chiedo con un filo di voce.
"S-si. Ma non è come pensi. Ti giuro è un'amica e mi dispiaceva per lei. Il fidanzato l'ha lasciata e..."
"Zitto. Ti prego."

Perfetto. Era tutto troppo bello.
Mi giro e me ne vado in camera. Mi metto un costume e un abito leggero e prendendo lo zaino e gli occhiali da sole esco di casa.

"Jo ti prego, ho bisogno di parlarti. Non è come credi."

Non gli rispondo e me ne vado.
Cerco la strada per raggiungere la spiaggia e dopo 30 minuti di camminata un mare di un blu intenso si apre davanti a me.
Camminare mi ha fatto bene, almeno ho scaricato le energie, ma non la rabbia.
Come ha potuto invitarla. Non ha minimamente pensato a  me?
E se lei lo amasse ancora? E se lui l'amasse ancora?
Non posso competere con la loro storia.
Sono sola, in spiaggia e nella nostra storia d'amore.
E' chiaro che lui non prova quello che provo io.
Butto lo zaino e gli occhiali sulla sabbia e corro verso il mare.
Non mi importa se l'acqua è fredda. Non mi importa se avrò un collasso.
Voglio solo rimuovere questa orribile sensazione che ho nel corpo, nel cuore e nell'anima.
Le mie lacrime si confondono con l'acqua salata del mare.
Posso piangere quanto voglio. L'unico testimone della mia fragilità non racconterà mai nulla a nessuno dei miei sentimenti, del mio dolore.
Ingloberà il mio pianto tra le sue onde e le porterà lontano da me.
Riemergo dall'acqua.
Mi ha seguita. E' lì che mi fissa.
No. Non è lui. Le lacrime e l'acqua salata hanno annebbiato la mia vista e non riesco a distinguere la sua figura.
Entra in acqua, ma io non ho voglia di vedere nessuno, chiunque esso sia.
Inizio a nuotare lontana, ma è dannatamente veloce e lo sento sempre più vicino.

"Ragazzina smettila di nuotare verso il largo. E' pericoloso, non lo sai?"

Perfetto è Genzo.

"Lasciami stare Genzo. Ho voglia di stare da sola"
"Voglio solo farmi un bagno, non posso?"
"E allora fattelo lontano da me!"
"Ragazzina mi stai snervando"

Mi afferra per un braccio e mi trascina verso la riva.
Non è servito a nulla minacciarlo, urlare e dimenarmi, ha vinto lui.
Si ferma dove l'acqua mi arriva al petto e mi guarda.

"Perché sei scappata?"
"Dannazione Genzo, che domanda del cavolo!"
"Hai ragione, scusa."
"Tutto qui? Ho ragione? Non mi propini qualche perla di saggezza?"
"No. Che dovrei dirti. Ti avevo avvisata che si sarebbe comportato da cretino" e sorride.
"Genzo non mi consolerò con te!"

Scoppia a ridere.

"Non è mia intenzione consolare una culona!"
"Ancora con questa storia?" Anche se tento di trattenermi mi scappa un sorriso.
"Finalmente. Penso tu abbia pianto abbastanza per oggi. Andiamo."
"No. Ti prego. Non voglio vederlo, non oggi. Non ora."
" E che vuoi fare? Stare qui in acqua tutto il giorno?"
"Forse."
"Ragazzina, devi affrontarlo. Parlarci."

Respira profondamente, poi sospira e prosegue:

"Lui ti ama. Non voleva ferirti."
"Lui è ancora legato a lei. Io non mi sognerei mai di chiamare un mio ex e invitarlo qui, con noi."
"Sono amici da quando sono piccoli. Non hanno mai smesso di volersi bene, è normale che si sia sentito triste nel sentirla in lacrime."

Non hanno mai smesso di volersi bene. Questa frase tuona nella mia testa provocandomi una fitta che mi fa fare una smorfia di dolore. Mi scosta la mano dal viso e mi chiede se va tutto bene.

"Si, non ti preoccupare. Appunto. Non hanno mai smesso di volersi bene", ripeto sapendo di farmi del male da sola. "Io sono stata solo una distrazione in attesa che lei si lasciasse con il fidanzato."

Gli occhi si gonfiano e le lacrime premono sfacciatamente per uscire.
Non riesco a trattenermi. Mi giro di lato e piango.
Non voglio mi veda così. Non lui.
Mi prende il viso e mi fa voltare. Si avvicina e mi abbraccia. La sua mano mi spinge verso il suo petto.
Mi accarezza dolcemente i capelli bagnati e io sento di potermi fidare di lui. Finalmente la fredda barriera di ghiaccio che si era eretta tra noi è abbattuta.

"Genzo. I-io penso di amarlo e lui, invece..."

Sospira di nuovo.

"Lo so. Lo so. Ma vedrai che tutto si sistemerà."
"Non voglio tornare a casa. Non voglio vederlo. Ti prego portami via di qui per oggi. Ti prego."
"Ok. Andiamo a farci una passeggiata in moto ti va?"
"Ma dove la prendi la moto?"
"La noleggiamo in paese. Ragazzina lascia fare a me."
"OK. Grazie Genzo."

Mi asciuga le lacrime e mi sorride. Il primo sorriso dolce e sincero che gli vedo fare.
Mi avvicino e gli do un bacio in guancia, se sapessi che non è possibile direi che è arrossito.

Mi sento finalmente serena. La moto ha messo in pausa la mia disperazione. Il vento ha portato Tsubasa e tutti gli orrendi pensieri lontano dalla mia testa.

"Ehi ragazzina, ti va di pranzare al lunapark?"
"Al lunapark? Ci sono le giostre?" Chiedo felice. 
"Guarda davanti a te."
"Siiiii. Che bello!"

Abbiamo fatto tutti i giochi possibili, tutti tranne le montagne russe. Mi è bastato salirci una volta per sapere che mai e poi mai ripeterò quell'orribile esperienza.

"Sei proprio una fifona!"
"Non rompere è stato orribile. Non le farò mai più!"

Il telefono di Genzo squilla e mi ricorda che il mio l'ho lasciato sul comodino della camera.

"E' Tsubasa."
"Non rispondere."
"Devo. Non posso ignorarlo, sarà disperato."

Risponde e mette il vivavoce.

"Tsubasa."
"Genzo. Jo è sparita, e tu dove sei?"
"La ragazzina è con me, siamo andati a fare una passeggiata."
" Tu sei con lei e non me lo hai detto? La sto cercando da ore. Faby è disperata."


Già non avevo pensato a mia sorella, cavolo.

"E' stata una decisione improvvisa. Eravamo in mare e lei era disperata. Non voleva tornare a casa e..."
"e tu hai pensato bene di approfittarne e uscire con lei!"


Non avevo mai sentito Tsubasa urlare in questo modo. Guardo Genzo, non voglio che ora se la prenda con lui, è stato l'unico a preoccuparsi per me.

"Ma che dici? Sai che lei sarebbe andata via da sola, anche se io avessi detto di no. E' colpa tua se siamo qui. Sai quanto ha pianto? Non lo sai, perché tu non c'eri lì con lei. Io ho sentito tutto il suo dolore. Scusami se ho pensato di aiutarla!"
"Io non c'ero perché ho pensato avesse bisogno di stare con se stessa. Al mare ci sono venuto ma non c'era nessuno. L'ho cercata ovunque, dannazione. Lo so che sta male e io sto morendo qui senza di lei, senza poterla abbracciare. Che ti credi Genzo, che io stia bene?"
"Lo so che stai male anche tu, ma lei ora ha la priorità. Lasciaci concludere questa giornata e poi potrete chiarirvi!"


Decido di intervenire. Sono ancora molto arrabbiata e non intendo chiarirmi con nessuno.

"Tsubasa che sia chiaro che io non ho nessuna voglia di parlare con te!"
"Ragazzina, devi parlare con lui!"
"Lo farò quando mi andrà."
"Amazonas, ti prego. Io l'ho fatto solo per aiutare un'amica. Non ho nessun interesse..."
"Non sembrerebbe proprio sai. Ora dici così, ma domani la rivedrai e tutto cambierà! Ora scusami ma voglio divertirmi. Ciao
"

E chiudo la conversazione.

"Questo lo tengo io Genzo."

Prendo il suo telefono e lo metto nello zainetto. Mi sorride e torniamo a divertirci.


La situazione si sta ingarbugliando. Come andrà a finire? Tsubasa riuscirà a far sentire Jo come l'unica donna del suo cuore? E Jo riuscirà a capire l'ingenuità del capitano? Come sempre grazie a chi legge e a chi commenta!


 
   
 
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