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Autore: Kifuru    28/07/2022    2 recensioni
Al termine della Seconda Guerra Magica, il giovane Ronald Weasley, deciso fermamente a non ripetere più gli errori del passato, si appresta ad affrontare una nuova vita insieme ai propri cari e ad Hermione, la ragazza che ama alla follia. La terribile guerra appena combattuta lo ha portato a conoscere il terribile dolore della perdita, ma al termine di essa il giovane mago si sente finalmente pronto a vivere e ad amare. Entrando a far parte del Corpo Auror, Ron affronterà dure prove che lo porteranno a conoscere meglio sé stesso e il mondo sia magico che babbano.
La storia di un eroe fallibile e generoso alla disperata ricerca della giusta via da seguire.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CAPITOLO 4

 
IL NATALE DEL DOPOGUERRA
 

Dicembre, 1998
Campo di addestramento Auror, Londra
 
 
L’Auror Layla Connors non aveva minimamente esagerato quando aveva parlato di un imminente passaggio verso una nuova fase dell’addestramento. Effettivamente, oltre che per Ronald Weasley, per molti giovani apprendisti si concretizzò questo passo importante, che avvicinava notevolmente le future reclute del corpo degli Auror alle prime missioni ufficiali come nuovi protettori del mondo magico. Più precisamente, ogni giovane apprendista doveva essere affidato ad un certo punto dell’addestramento alla supervisione di un Auror esperto. Come aveva bruscamente predetto la donna, quella nuova fase comportò un aumento di intensità degli allenamenti e delle prove da sostenere. I primi mesi si erano rivelati una sorta di preparazione, una sorta di allenamento preliminare sotto la severa guida di Edward Roberts.

 Ogni apprendista cominciava il proprio addestramento in un unico grande gruppo composto soprattutto dai nuovi arrivati, in attesa dei cosiddetti incontri di valutazione e di reclutamento, i quali servivano appunto a stabilire il futuro di ogni recluta. Essi non soltanto decidevano il maestro Auror dell’apprendista, ma anche la Divisione di cui avrebbe fatto parte in futuro. Gli Auror designati come maestri dovevano decidere se ammettere il singolo apprendista nel proprio gruppo per il proseguimento dell’addestramento o se rimetterlo alle amorevoli grazie di Roberts.

Nel caso in cui si venisse accettati dal nuovo istruttore, da quel momento in avanti l’allievo passava ufficialmente verso la nuova fase dell’addestramento, con un nuovo e lunghissimo programma per la giornata di allenamento: la mattina con il solito ordinario corso generale di Roberts, mentre il pomeriggio con l’addestramento speciale organizzato personalmente dall’Auror da cui si era stati scelti.

Così, si andavano a formare dei veri e propri gruppi, ciascuno diretto da un Auror di esperienza e dalle grandi capacità magiche. Harry era stato scelto alcuni mesi prima da Kingsley in persona come potenziale candidato ad entrare nella Divisione degli Incursori, indubbiamente la sezione più celebre, importante e organizzata di tutta l’Inghilterra. Il giovane salvatore del mondo magico era con ogni probabilità uno degli allievi più promettenti, dalle incredibili doti, unite ad una tale esperienza sul campo da far impallidire e tremare la maggior parte degli Auror in carica in tutta la nazione.

Di conseguenza, il regolamento del Corpo Auror inglese prevedeva questo tipo di percorso per ogni allievo. Tuttavia, anche se almeno apparentemente tutto si stava svolgendo in piena regolarità, in realtà l’anno di corso 1998-1999 aveva registrato un’incredibile novità o meglio una situazione particolarmente inusuale che non si vedeva da diversi anni nel campo di addestramento Auror di Londra. Tra i tanti gruppi di allievi regolarmente formati dagli Auror, uno di questi era formato da un solo allievo. Inoltre, come se non bastasse, quest’ultimo era un potenziale candidato alla famigerata Divisione Omega, tanto malvista e disprezzata da così tanti anni.

L’Auror Layla Connors aveva scelto unicamente Ronald Weasley come allievo, subordinato e membro del proprio gruppo di addestramento. Ron aveva accettato deciso e pronto a fare il suo meglio, ignorando con forza la derisione e gli insulti odiosi di numerosi compagni di corso. In questo modo anche lui subentrò verso la nuova fase di quel lungo percorso e lo fece insieme ad allievi promettenti e capaci. Come predetto dalla guerriera, l’addestramento si fece realmente più duro e impegnativo, a tratti quasi disumano. Ai soliti esercizi di Roberts la mattina, si erano aggiunti allenamenti massacranti per tutti durante il pomeriggio fino al tramonto.
Ron non poteva chiaramente pronunciarsi per i suoi compagni, ma per ciò che lo riguardava, il nuovo allenamento pomeridiano si rivelò subito estremo e distruttivo. Layla non ci andava mai leggera con lui, il crudele pestaggio, che Ron aveva subito solo qualche giorno prima per la cosiddetta prova di ammissione, era stato soltanto il primo di una lunga serie.

Nel corso di quei due mesi iniziali, Layla insegnò al ragazzo a difendersi e a combattere a mani nude, attraverso il richiamo di numerose discipline da combattimento babbane. Anche se c’erano ancora tanti miglioramenti da fare, Ron imparava gradualmente ad attaccare, a difendersi, a schivare, a incassare, a muoversi correttamente, a controllare la propria respirazione e le proprie energie e nel frattempo perfezionava diligentemente la propria magia. Layla Connors era implacabile, ma era anche la migliore insegnante che Ron avesse mai avuto. Nessun adulto aveva mai creduto così tanto in lui, motivandolo a superare sempre i propri limiti.

A parte il combattimento corpo a corpo, il rosso scoprì che c’erano tanti incantesimi utili che si potevano ben integrare in questo tipo di scontro. Un Impedimenta si poteva utilizzare al momento giusto non solo per bloccare il nemico, ma soprattutto per scoprire la sua guardia, per poi colpirlo con un calcio o con un pugno. Gli incantesimi di stordimento diventavano ancora più devastanti a distanza ravvicinata, ma per farlo Ron doveva appunto imparare a battersi faccia a faccia con l’avversario. Alla vecchia maniera.

< < Ricorda, Ronald > > gli ripeteva fino allo sfinimento Layla. < < Un mago che si fida soltanto del proprio potere magico sarà del tutto impotente ogni qualvolta non lo potrà usare. Ad esempio come potrebbe difendersi se perdesse la bacchetta durante la missione. Cosa credi che accadrebbe in un caso del genere? È molto semplice, il mago andrebbe incontro a morte certa > >.

Era un interrogativo che Ron non si era mai posto a scuola, forse da ragazzino anche lui inconsciamente si era sempre fidato della propria magia come di un potere assoluto e invincibile. Quanto si sbagliava. Tra le tante cose, si ritrovò a rammentare il loro secondo anno ad Hogwarts, quando Harry aveva combattuto con la spada di Grifondoro uno dei mostri più temuti e terribili del mondo magico. Anche se si trattava di un’arma speciale e dai misteriosi poteri, il suo migliore amico aveva ucciso quel mostro usando il proprio coraggio e la propria capacità di improvvisazione.

Dopo poche settimane di allenamento sotto la guida dell’Auror Connors, Ron iniziò a provare una strana e inspiegabile sensazione. Sentiva che stava progredendo continuamente e velocemente. Iniziò a fidarsi sempre di più di sé stesso e di ciò che poteva fare. Oltre ad essere un’istruttrice incredibilmente capace e severa, Layla era anche una buona motivatrice. Durante gli estenuanti duelli non smetteva mai di motivare e incitare il proprio allievo, rimproverandolo per le mosse sbagliate e lodandolo per quelle corrette. Ron era riuscito a colpirla dopo ben due mesi di tentativi che gli erano costati lividi e contusioni dolorose, ma era consapevole di dover fare ancora molta strada prima di poterla battere.

Il giovane Weasley non mentiva sul fatto di essere stato molto scettico su tutta la faccenda del combattimento alla babbana e della Divisione Omega, soprattutto durante i primi giorni di allenamento con Layla. Tuttavia si era trattata di sensazione passeggera che passò rapidamente quasi senza che Ron se ne rendesse conto.
Molto presto i risultati del suo allenamento si fecero ben vedere. Un fatto che sconvolse con forza la normalità del Campo di addestramento Auror di Londra. Un’ordinarietà che da anni nessuno era mai riuscito a sconvolgere.
 
************
 
L’avversario era abile, proprio come Ron ricordava, dato che l’aveva già affrontato durante le prime settimane di corso. Si chiamava Gleen Klein, un ragazzo robusto e corpulento dai capelli ricci e neri. Faceva parte del gruppo di fedeli di Timothy Garden che tanto l’aveva tormentato senza mai una valida ragione. Contro Klein Ron si era battuto strenuamente in passato, così come aveva sempre fatto con Garden, ma anche con lui aveva sempre perso, bersagliato da potenti e numerosi incantesimi di attacco. Ora, Gleen faceva persino parte dello stesso gruppo di allenamento di Harry sotto la guida di Kingsley, difatti egli sembrava ancora più agguerrito e capace dell’ultima volta. Tuttavia, anche Ron era più lo stesso e lo dimostrò presto all’intero campo.

Il duello era intenso e focoso, sotto lo sguardo attento e impassibile di tanti Auror e allievi, tra cui la stessa Layla Connors. Quest’ultima osservava lo scontro fredda come il ghiaccio, senza trasparire alcuna emozione per le sorti del suo allievo. Il suo unico allievo.

Seguendo una precisa strategia, Ron combatteva a distanza, alternando con indiscussa abilità incantesimi di difesa e di attacco. Ma non era ancora abbastanza per vincere e lui lo sapeva bene.

< < EXPERLIARMUS > > urlò il rosso, tentando di aprirsi un varco nella difesa impenetrabile dell’avversario. Aveva cercato invano di disarmarlo, ma l’allievo della Divisione degli Incursori era più abile e preparato di lui in quel genere di incantesimi.

< < Diffindo > > rispose Klein con un abile movimento di bacchetta. Ron non ebbe il tempo di usare la propria e perciò fu costretto a scattare di lato.

Nonostante lo scatto, l’incantesimo di taglio gli aprì ugualmente un vistoso taglio poco sotto la spalla sinistra. Ron gemette leggermente per il bruciore intenso, ma non arretrò.

< < E’ una scena già vista, Weasley > > lo schernì Klein, con un sorriso maligno. < < Ho già visto parecchie volte il tuo sangue, mentre tu raramente hai visto il mio o quello di molti altri in questo campo. Mi chiedo perché tu voglia continuare a metterti così tanto in ridicolo? Povero bastardo, dovresti rinunciare e tornare dalla tua famiglia di falliti > >.

Ron non rispose, fissando gelidamente e con estrema calma il suo avversario. In passato egli non era mai stato in grado di contenere le proprie emozioni, la rabbia e l’odio profondo che provava ogni qualvolta veniva insultata la sua famiglia o qualsiasi altra persona a lui cara. Ora, però, era cambiato, Layla l’aveva istruito a mantenere il controllo non soltanto per sé stesso, ma soprattutto per il bene delle persone che doveva proteggere.

< < Oserei dire che sei diventato persino un tantino arrogante, Weasley > > sbottò la recluta, innervosito per il fatto di essere stata del tutto ignorato. < < Credi di essere migliore di me? > >.

Passò qualche secondo e il duello riprese. Klein aggredì con forza il rosso grazie ad ogni genere di incantesimo. Ron si difendeva in modo impeccabile, usando i propri incantesimi di difesa come uno scudo impenetrabile.

Per il momento Ron decise di non contrattaccare, continuando a studiare attentamente ogni mossa dell’avversario, fino a quando arrivò ad una semplice conclusione: l’attacco di Klein era statico e prevedibile. Presto il suo avversario si sarebbe scoperto e lui doveva farsi trovare pronto.

Nello sbalordimento generale il giovane Weasley si destreggiava con la propria bacchetta in modo sublime e dopo una serie di interi minuti di sole parate e schivate, il nervosismo dell’avversario più grande divenne ben palpabile. Il viso di Klein era rosso per la rabbia e la frustrazione crescente.

< < Dannato vigliacco > > ringhiò rabbiosamente, provando pian piano ad avvicinarsi a Ron sperando così di sorprenderlo. Alcuni degli incantesimi che gli scagliò contro erano persino mortali, ma nessuno dei presenti fermò il duello.

La situazione non mutò. Ron si difendeva con calma usando la propria bacchetta. Layla aveva compreso fin da subito il suo talento per gli incantesimi di difesa, di conseguenza si era impregnata molto per aiutarlo a perfezionarli. Ron era in grado di evocare una barriera magica invisibile e impenetrabile. Klein fu costretto ad avvicinarsi ancora colmando le distanze. Fu un errore fatale. Al momento giusto il compagno di Hermione fece la sua mossa.

Quando capì che il momento era arrivato, Ron si gettò in avanti schivando l’ennesimo incantesimo nemico. Con incredibile agilità il ragazzo rotolò sul terreno sabbioso arrivando in un’unica mossa nelle vicinanze dell’avversario furioso e non appena tornò in posizione eretta puntò la bacchetta contro di lui, mirando al suo braccio destro, quello armato che continuava a scagliare malefici di ogni genere.

< < IMPEDIMENTA > > urlò Ron e il suo incantesimo blu scuro centrò in pieno l’avambraccio di Klein.

L’arto fece un brusco movimento, ma grazie alla sua prestanza e robustezza fisica Gleen riuscì a non perdere di mano la bacchetta. Ciò nonostante, la sua guardia era completamente scoperta, proprio come Ron aveva sperato. Il rosso caricò in avanti con un balzo incredibile. Sotto lo sbigottimento generale, Ron si girò su sé stesso e completò la piroetta con un violentissimo calcio sul fianco totalmente esposto dell’avversario. Ma non finì lì, perché Ron tornò nella solita posizione di guardia rifilando una gomitata in pieno volto alla recluta con lo stesso braccio con cui impugnava la bacchetta.

Miracolosamente Klein restò ancora in piedi, ma boccheggiava affannosamente, la bacchetta abbandonata al suo fianco. Il volto sofferente e sanguinante del giovane apprendista era ben visibile a tutti i presenti. Ma dava anche segnali di voler riprendere il combattimento.

< < Experliarmus > > gridò Ron, alzando la propria bacchetta. Questa volta l’incantesimo ebbe l’effetto sperato e Klein fu disarmato. La bacchetta di quest’ultimo volò per diversi metri prima di depositarsi sul terreno sabbioso.

Con estrema freddezza, Ron puntò di nuovo la bacchetta contro Klein. Questa volta partì un accecante lampo rosso che colpì la recluta in pieno petto. Il ragazzo volò paurosamente all’indietro e quando finalmente precipitò a terra, egli aveva già perso i sensi.

Di colpo l’intero campo ammutolì. Per tutta la durata del duello i numerosi apprendisti avevano incitato a gran voce i due contendenti, mentre gli Auror studiavano attentamente le loro mosse. Per la verità le urla si erano fermate bruscamente quando Ron aveva iniziato il suo attacco finale. Nessuno dei presenti, tra giovani allievi e Auror ufficiali, aveva mai visto una scena del genere o meglio tutti tranne una.

< < A quanto pare il mio allievo ha vinto, signori miei > > disse allegramente Layla Connors ai suoi colleghi, sorridendo orgogliosa.

Le parole della donna fecero scattare quasi automaticamente un boato di gioia da parte dei compagni più stretti di Ron, i quali si affrettarono a raggiungerlo. Harry fu il primo a congratularsi con lui, rifilandogli amichevoli pacche sulla schiena. Ron stava respirando lentamente, tentando con fatica di ritornare ad un respiro regolare. Le risate e i complimenti dei compagni erano soltanto un pallido suono difficilmente udibile. Ron si sentiva accaldato, ancora troppo preso dalla foga del combattimento e anche sconvolto per la violenza che era riuscito a scatenare contro qualcuno.

Quando aveva iniziato il corso, il rosso non si sarebbe mai potuto immaginare uno scontro così violento contro un suo compagno. Layla l’aveva avvertito che abbattere un nemico senza magia era tutt’altra cosa, quasi si trattasse di un atto più bestiale che umano.

< < Ci saranno volte, Ron, in cui dovrai combattere con ogni tua energia. Per la tua vita e per quelle delle persone che devi proteggere. Non voglio mentirti, potresti anche arrivare ad un punto estremo, come purtroppo è accaduto a me tante volte. Uccidere un nemico può essere necessario alcune volte, ma resta comunque un atto terribile. Starà a te capire quali saranno i limiti da non superare mai. Sono certa che mi renderai sempre orgogliosa > >.

Le parole di Layla gridavano a gran voce nella sua testa, molto più dei commenti dei suoi compagni. Klein era un avversario violento con molta più esperienza e preparazione di lui. Per batterlo Ron non avrebbe potuto comportarsi diversamente, ma ora era ben consapevole del limite da non superare mai. Poco prima dell’incantesimo finale, Gleen Klein si trovava completamente sotto la sua mercè, anche se mostrava pallidi segnali di ripresa. Ron avrebbe potuto ferirlo molto più gravemente e a posizioni invertire, la recluta di Kingsley probabilmente avrebbe fatto molto di più che tramortirlo.

Dalla folla di persone Ron si accorse che non tutti esultavano per la sua vittoria. Molti lo fissavano con sospetto e diffidenza. Lo sguardo di Timothy Garden era di puro odio.
< < Sei stato incredibile, Ron > > commentò Harry sinceramente sorpreso. < < Concludere un duello con una mossa simile. Solo un pazzo zuccone come te poteva farlo. Ma credo che da ora in avanti mi dovrò abituare a questo tuo nuovo stile > >.

Il rosso ridacchiò leggermente, mentre iniziava lentamente a calmarsi. < < Beh, dovevo testare i risultati dei miei allenamenti. Tutti voi state sviluppando nuove abilità di lotta, io devo abituarmi a combattere con le mie. Klein è un osso duro e mi aveva già rifilato sonore batoste > >.

< < Questa volta non volevo perdere > > aggiunse Ron, con le orecchie leggermente arrossite. < < Ma non volevo nemmeno ferirlo > >.

< < Si riprenderà, l’hai soltanto tramortito e credimi, lui ad altri ha fatto ben di peggio, te compreso. Gli servirà come lezione > > disse Harry in tono pratico, mentre osservava il ragazzo svenuto che veniva portato in infermeria.

< < E’ giusto > > esclamò un altro compagno di corso. < < Vedrai che la prossima volta si guarderà bene dal prendersi gioco di te. Da quel che ho visto non è una buona idea farlo. Per nessuno > >.

< < Tutti i pestaggi che hai subito sono serviti a qualcosa dopotutto > > intervenne la Connors con fare scherzoso, avvicinandosi ai ragazzi. Quando posò gli occhi sul suo allievo, egli vide chiaramente quanto fosse raggiante ed orgogliosa.

< < Oggi, una recluta arrogante ha avuto una lezione ben meritata, magari l’avessi potuta impartire io personalmente. Possiamo soltanto sperare che la ricorderà per lungo tempo, ma ne dubito > > dichiarò la donna, tranquilla.

< < Ma non farti strane idee, Ron > > continuò Layla, dando una pacca sul capo dell’allievo. < < Devi ancora migliorare parecchio la tua preparazione sia magica che nel combattimento babbano. La tua tecnica deve essere perfezionata. Tranquillo, ci penserò io a furia di pugni e calci > >.

< < Non vedo l’ora > > ribatté Ron sarcastico, massaggiandosi il capo.

Layla sorrise sinceramente al gruppo di ragazzi, soprattutto ad Harry e a Ron. < < Ci sarà tempo per sonore e amorevoli strapazzate. Per adesso direi che vi siete ampiamente meritati le vacanze di Natale. Avrete ben due settimane di assoluto riposo, ma quando tornerete l’allenamento sarà ancora più duro > >.

Entrambi i ragazzi sospirarono stancamente.

< < Per te, Ron, in particolare ci sarà una piccola sorpresa. Una piccola novità per i tuoi prossimi allenamenti > > dichiarò con voce inquietante, con un sorriso malizioso. < < Per il momento non pensarci troppo. Se non erro tra qualche giorno vi aspetta un appuntamento romantico molto importante. Salutatemi le vostre ragazze > >.

< < Ti ringrazio per tutto, Layla > > disse sinceramente Ron, anche se leggermente preoccupato delle novità che Layla gli avrebbe fatto trovare alla fine delle vacanze. < < Buon Natale. A te e alla tua famiglia. Spero di poterla conoscere presto > >.

Layla sorrise di nuovo un po' a disagio, di colpo distolse lo sguardo, forse per nascondere un certo rossore sulle guance. Tuttavia si riprese subito, rifilando al suo allievo un’altra pacca sul capo.

< < Buon Natale, Ron. Magari, se puoi, evita di raccontare certi dettagli del tuo allenamento ad Hermione. Non vorrei trovarmi costretta a fronteggiare la strega più famosa e in gamba della nuova generazione > >.

< < Credo che sarebbe meglio evitare > > rispose il ragazzo, ridendo di gusto.
 
**************
 
Alcuni giorni dopo
Stazione di King’s Cross, Inghilterra
 
< < Sono in ritardo > > disse nervosamente Harry per quella che doveva essere la centesima volta. < < Dovevano essere qui già da un’ora. Dove diavolo sarà quel maledetto treno? > >.

< < Piantala, Harry > > borbottò Ron, con impazienza.

Il nervosismo del suo migliore amico lo stavo torturando, oltre che irritando non poco. La sensazione di malessere allo stomaco si face sempre più opprimente, mentre gli sguardi dei ragazzi erano puntati fisso su quel punto della grande stazione da cui avrebbe dovuto comparire il familiare treno rosso. Entrambi avevano cominciato seriamente a soffrire l’attesa che durava da diverse ore.

< < Sai bene che ci possono essere centinaia di motivi per il ritardo dell’Espresso di Hogwarts > > esclamò Ron, sfregandosi nervosamente le mani. < < Quel maledetto treno non è mai stato puntuale, soprattutto per i viaggi di ritorno > >.

< < Già > > sbottò il moro, con voce sarcastica < < Per l’andata è sempre puntuale e noi lo sappiamo bene visto che l’abbiamo perso una volta, rischiando di farci espellere > >.

< < Beh, per la verità quella volta abbiamo anche rischiato di farci uccidere > > concluse il rosso con un sorrisetto. Almeno tentavano di distrarsi in qualche modo. Anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, Ron era estremamente teso e irritato per quel ritardo. Non vedeva Hermione da così tanto tempo. Le gambe gli tremavano al solo pensiero di poterla finalmente riabbracciare. Negli ultimi tempi era diventato paradossalmente doloroso il fatto di poterla vedere solo attraverso uno specchio.

< < Avete qualche programma per stasera? > > domandò Harry, in tono cauto.

< < Niente di particolare > > rispose tranquillamente, nonostante un certo rossore nelle orecchie. < < Staremo un po’ insieme in giro per Londra e poi l’accompagnerò a casa dai suoi genitori > >.

< < Tu e Ginny che cosa farete? > > chiese subito dopo Ron, con voce falsamente sospettosa.

Dalla semplice accettazione, il ragazzo era passato all’essere realmente felice per loro. Non avrebbe potuto desiderare di meglio per sua sorella e osservandoli nel corso degli anni aveva ben compreso il profondo legame d’amore che li univa.

< < Oh….. credo che neanche noi faremo nulla di particolare. Forse una cena da qualche parte, ma senza troppe pretese > > disse l’eroe del mondo magico un po’ a disagio. Paradossalmente da qualche tempo era lui quello più in difficoltà, soprattutto quando si trattava del signor Weasley.

< < Tranquillo, amico mio. Nessuno di noi ti ucciderà per i programmi che hai giustamente organizzato con la tua fidanzata > > scherzò Ron, dando una pacca scherzosa nella spalla dell’amico. < < Non capita spesso che una ragazza riceva così facilmente la benedizione di un padre e di un esercito di fratelli matti dai capelli rossi. Non che Ginny abbia bisogno di benedizioni o approvazioni. Nessuno di noi ci tiene a subire qualcuna delle sue maledizioni > >.

Harry ridacchiò. < < Credo che vi ritrovereste tutti con la faccia piena di pustole, che per inciso è il rischio che corro ogni volta che la faccio infuriare. Tua sorella sa essere alquanto spaventosa a volte > >.

< < Beh, sempre meglio che essere attaccati da un branco di canarini impazziti e carnivori. Le mie cicatrici parlano da sole > > ribatté Ron, con un leggero brivido, facendogli vedere platealmente le mani.

L’allegra conversazione dei due ragazzi sulle lore compagne li aiutò a rilassarsi per un’altra ora abbondante, fino a quando vennero bruscamente interrotti dall’inconfondibile fischio che li fece sobbalzare entrambi all’unisono. La folla di persone in attesa nel binario nove e tre-quarti si riversò con foga vicino alla balaustra per osservare finalmente il treno in avvicinamento.

Anche Harry e Ron osservavano senza proferire parola la locomotiva che riduceva sempre di più la propria velocità fino ad arrestarsi davanti ai loro occhi. Ron sentì il cuore battere sempre più forte, raggiungendo il massimo al momento dell’apertura delle porte dei numerosi vagoni. I primi studenti iniziarono a scendere con i vari addetti che aiutavano con gli enormi bauli insieme alla folla di parenti e amici in attesa. Nella sfrenata voglia di vederla tra i tanti che scendevano dal treno, Ron dimenticò ogni cosa, anche la presenza di Harry al suo fianco.

C’erano così tante uscite tra i vari scompartimenti e pur sforzandosi, nella massa confusa di persone che si era creata non riuscì a trovare la sua ragazza tra la folla. All’improvviso, mentre era ancora intento nella sua disperata ricerca, si vide passare davanti a sé una specie di scheggia rosso fuoco impazzita. All’ultimo momento riuscì a riconoscere la sua adorata sorellina, la quale lo aveva bellamente ignorato, gettandosi con pochissima grazia tra le braccia di Harry.

Ron osservò sorridendo l’abbraccio quasi disperato dei due, prima di riposare gli occhi sempre più impazienti sul maledetto treno ancora pieno di studenti in uscita, ma qualcosa gli oscurò la vista. Una massa di ingovernabili capelli ricci gli oscurò la vista e suo malgrado il rosso non poté evitare di gemere sonoramente per il dolore e la sorpresa, quando il corpo snello e profumato della sua ragazza si gettò rudemente contro di lui. Le braccia di lei si strinsero con forza intorno al suo collo, con la fronte poggiata su una spalla.

Ron appoggiò una guancia sul capo di Hermione e ispirò profondamente tra i suoi capelli. L’odore di lei era sempre lo stesso, quello che adorava, quello che sognava da così tante notti. Si abbracciarono strettamente, entrando in un mondo tutto loro, dimenticando la confusione dell’arrivo e qualsiasi altra cosa stesse accadendo in quella stazione.

< < Ron > > sussurrò Hermione, nascondendo il viso nell’incavo del collo del ragazzo. Anche lei stava respirando con desiderio il sapore della sua pelle.

< < Mi sei mancata tantissimo, amore > > disse il ragazzo, senza sapersi trattenere oltre. Qualche lacrima cominciò a scendere dagli occhi color blu oceano del ragazzo, bagnando il familiare maglioncino che la riccia indossava, fatto con cura dalla signora Weasley in persona.

< < Non siamo mai stati così tanto separati. Fin da quando ci siamo conosciuti > > disse la giovane strega, stringendosi di più al corpo caldo del ragazzo. < < Ci sono stati giorni in cui mi sentivo soffocare, Ron. Come se mancasse costantemente una parte di me, una parte indispensabile della mia vita. Non voglio più vivere una simile esperienza, Ron > >.

Ron si tirò leggermente indietro per poterla guardare. Anche lei aveva il viso arrossato e bagnato di lacrime. Il rosso capiva benissimo come si sentisse la ragazza che amava.
Nessuno dei due fu in grado di aggiungere altro, perché in un attimo entrambi si fecero di nuovo avanti, questa volta, però, per baciarsi con un desiderio disperato, che non avevano mostrato nemmeno durante l’ultima visita a Hogsmate di diversi mesi prima. Hermione gli afferrò il viso tra le mani per poterlo baciare accuratamente e senza riserve. Si separarono soltanto quando divenne necessario il bisogno di respirare.

Ron poggiò la fronte su quella della ragazza, combattendo il desiderio di baciarla di nuovo. < < Sei bellissima > > disse semplicemente, sistemandole con cura un ricciolo ribelle dietro l’orecchio.

Lei rise di gusto, facendolo tremare per la gioia. Le mani di lei ancora dolcemente posate sulle guance del ragazzo. < < Anche tu non sei male, amore. E comunque non credo di essere cambiata molto, ti ricordo che mi hai vista ieri sera per l’ultima volta > >.

< < Attraverso un dannato specchio. Non credo proprio che sia la stessa cosa, Hermione > > obiettò il rosso, baciandola di nuovo. < < Così è molto meglio > >.

< < Pienamente d’accordo > > rispose Hermione, rispondendo ai molteplici baci con la medesima foga.

I due avrebbero continuato a baciarsi senza alcun pensiero al mondo, senza minimamente tener conto del fatto trovarsi in un luogo pubblico, se una voce sarcastica e burbera non li avesse interrotti.

< < Avete intenzione di continuare ancora per molto? > > domandò maliziosa Ginny, tra le braccia del suo ragazzo. < < Forse non l’avete notato, ma la stazione si è quasi totalmente svuotata mentre vi sbaciucchiavate senza ritegno > >.

Ron alzò gli occhi al cielo, il braccio saldamente nella vita di Hermione. A quanto pare il carattere acido di sua sorella non era per nulla cambiato < < Salute anche a te, sorellina. Finalmente ti sei accorta anche di me > >.

< < Ben trovato, imbecille > > disse Ginny, sorridendo calorosamente.

Nonostante i commenti non troppo affettuosi, fratello e sorella si abbracciarono, lasciando anche ad Harry la possibilità di abbracciare la sua migliore amica.

< < E’ bello rivederti, Harry > > disse Hermione, stampandogli un leggero bacio sulla guancia. < < Grazie per esserti occupato di lui durante questi mesi. Posso solo immaginare tutti i guai in cui si è cacciato > >.

< < Ehi > > sbottò Ron, < < Vi ricordo che io sono qui > >. Ma Hermione lo ignorò.

< < Beh, non è stato niente di nuovo > > esclamò il moro, scrollando le spalle. < < D’altronde io e te ci siamo occupati di lui per più sette anni. Lo abbiamo fatto insieme e diciamo che ti ho sostituito per un breve periodo, ma molto presto sarai tu a farlo a tempo pieno e autonomamente > >.

Harry sorrise maliziosamente ai suoi migliori amici, i quali arrossirono quasi all’unisono.

< < A quanto pare stai ereditando le frecciatine idiote tipiche della tua fidanzata, amico > > commentò Ron, con un’occhiataccia, facendo ridere tutti.

< < Va bene, va bene > > sbottò Ginny, dando una pacca sulla testa del suo ragazzo. < < Ci sarà tempo per le prese in giro e per altro. Adesso usciamo da questa maledetta stazione. Ho una fame da lupi > >.

Ginny trascinò Harry fuori dalla stazione di King's Cross ed Hermione fece lo stesso con il suo ragazzo, continuando bellamente ad ignorare le lamentele da cucciolo bastonato di quest’ultimo. Come da programma, le due coppie si separarono, già organizzati per una cena tra loro quattro per i prossimi giorni.




Ron e Hermione si incamminarono mano nella mano tra le strade trafficate e caotiche di Londra, parlando animatamente e scambiandosi continuamente baci veloci. In realtà, grazie agli specchi incantati, i due si erano aggiornati quasi ogni sera su tutto ciò che facevano e su tutto ciò che accadeva nelle loro vite, ma Ron adorava troppo ascoltare gli appassionati racconti della ragazza che amava. La voce appassionata e sicura di lei aveva il potere di farlo sentire bene e al sicuro, in pace con il mondo.

Sia quando con foga raccontava i diverbi scolastici, sia quando lei gli parlava dolcemente a pochi centimetri dalla sua bocca, la voce di Hermione aveva sempre il potere di fargli battere il cuore all’impazzata. Mentre camminavano senza una vera meta con le dita saldamente intrecciate, Ron si ritrovò a provare come sempre l’esaltante sensazione di essere davvero il più fortunato ragazzo del pianeta.

< < Quest’anno si sta rivelando più noioso del previsto > > si lamentò Hermione, facendo ridere il suo ragazzo. < < Che hai da ridere, idiota? > >.

< < Hai seguito troppe lezioni in vista dei MAGO? Senza contare i tuoi doveri da Caposcuola? Hermione, ti avevo pregato di lasciare un po’ di tempo per te stessa. Tanto sei già la migliore della scuola e non solo > >.

< < Non cominciare, Ron. E poi non è vero che sono la migliore > > lo ammonì la riccia, con sguardo severo.

< < D’accordo, d’accordo > > disse il rosso, alzando una mano in segno di pace. Sapeva perfettamente che, se avesse proseguito con eventuali rimproveri, sarebbe sicuramente scattata la solita lite e in quel momento era l’ultima cosa che voleva.

< < In realtà non è stato noioso soltanto per le tante lezioni che ho dovuto seguire > > proseguì Hermione, stringendogli la mano. < < Ho avuto tanto tempo libero, soprattutto durante la sera con un certo specchio. Forse quello che sta rendendo quest’anno vuoto è la vostra assenza, il non dovermi più occupare dei miei due zucconi > >.

Ron ridacchiò, prima di baciarle una guancia. < < Ti è mancato anche il fatto di doverci sempre fare i compiti nelle situazioni più disperate e nel giro di poche ore? O il fatto di doverci salvare la pelle per qualche nostra stupidaggine > >.

< < Beh, qualcuno doveva salvare voi due idioti dalla bocciatura, da qualche mostro tentacolare o peggio ancora dall’ira della McGranitt > > ribatté Hermione, baciandogli castamente le labbra.

< < Ma la risposta è sì, mi è mancato anche quello > > aggiunse la strega, con una punta di nostalgia.

< < Avrei tanto voluto vederti quest’anno. Vederti passeggiare tra i corridoi di Hogwarts, vederti mentre sgridavi i ragazzini o mentre correvi a perdifiato verso ogni genere di lezione. Immagino facilmente ogni scena > >.

< < Smettila di prendermi in giro, Ronald > >.

Ron ignorò le lamentele della ragazza e la fece fermare delicatamente con le mani ancora unite. < < Sapevamo che sarebbe stata dura quest’anno > > disse il rosso, con voce leggermente tremante, passando dolcemente l’altra mano sulla guancia di lei. < < Però sono felice del cammino che stiamo percorrendo. Insieme, anche se siamo costretti a passarlo separati. Sono così orgoglioso di te, Hermione > >.

Hermione si strinse a lui con forza quasi disperata. < < Avrei voluto essere con te, amore. Tutte le prove che hai affrontato, tutte le ferite e il dolore che hai sopportato. Io dovevo essere con te, Ron. Al diavolo lezioni ed esami > >.

< < Ma tu eri con me, tesoro > > rispose calorosamente il ragazzo, baciandole la fronte. < < Ogni sera, con una lettera o con uno specchio sapientemente incantato, solo tu riuscivi a farmi sentire meglio, solo tu mi regalavi la carica per affrontare la giornata successiva. Nessun altro ci riusciva, solo tu, Hermione. Con te mi sento forte e pronto a fare qualsiasi cosa > >.

Hermione non riuscì a trattenere le lacrime e non riuscì nemmeno a trattenere il desiderio sfrenato di baciarlo di nuovo con foga, lì stesso in mezzo a quella strada trafficata.
 
 
***************
 
Hermione Granger portò il suo fidanzato in una vecchia e piccola pasticceria proprio nel centro di Londra. La frequentava fin da piccola insieme ai suoi genitori, il luogo ideale per il discorso che si era programmata di fare. Un posto appartato e tranquillo, dove finalmente si sarebbe potuta liberare di quello che era diventato un peso per lei. Nella foga di riavere Ron tra le braccia l’aveva quasi dimenticato, ma una volta che il suo ragazzo prese il discorso delle vacanze natalizie, il pensiero del discorso che doveva fare tornò bruscamente nella sua mente e mentre passeggiavano tra le vie di Londra, Hermione decise che era tempo di affrontarlo una volta per tutte.

Lei non aveva mai avuto difficoltà con le parole, tranne quando si trattava di Ron. Lui era sempre stato l’eccezione per lei. L’eccezione più estenuante e felice della sua vita. Da quando stavano insieme, Hermione era riuscita a rompere molti dubbi o perplessità naturali del suo ragazzo verso il mondo babbano e usanze che lui sconosceva totalmente, forse molto più di quanto aveva fatto Layla Connors. Durante l’estate precedente, mentre si consolidava il loro nuovo legame come coppia, Ron aveva imparato ad amare il cinema, la televisione, la musica, gli elettrodomestici e addirittura i romanzi d’avventura babbani. Con l’insistenza a tratti comica di suo padre, Ron si stava persino appassionando agli sport babbani.

Tra tutto, però, Hermione non restò sorpresa nel constatare che il suo ragazzo fin da subito, senza alcuna spinta da parte sua, aveva letteralmente adorato la cucina babbana. Sia quando lo portava nei ristoranti, sia quando cucinava lei stessa senza magia, Ron era al settimo cielo, al punto che egli stesso si cimentava spesso in qualche ricetta. Talvolta, con grande disappunto della ragazza, il rosso dimostrò di essere anche particolarmente abile tra i fornelli babbani.

Così, Hermione pensò che fosse una buona idea portarlo in quella pasticceria. Ron adorava i dolci e anche se doveva affrontare un discorso importante e serio, lei non si sarebbe mai stancata di osservare le comiche reazioni di Ron, di fronte a delle pietanze che lui considerava delle vere e proprie meraviglie. Hermione era pronta a fare la sua richiesta, anche se non si sentiva per nulla sicura. Per la verità provò la sgradevole sensazione di apparire egoista in quella circostanza, ma non ne poteva proprio fare a meno. Desiderava ardentemente che Ron accettasse la richiesta che stava per fargli o che almeno provasse a capire la sua posizione.

Il primo Natale dopo la guerra, il primo Natale dopo la morte di Fred e lei stava ugualmente provando a chiedere.

Quasi inconsciamente Hermione intrecciò le dita, stringendole nervosamente. Era un gesto istintivo che faceva spesso quando era nervosa, un gesto che poteva sicuramente sfuggire a qualcuno che non la conoscesse. Certamente non poteva sfuggire a Ron, il quale si accorse di colpo della tensione che sembrava tormentare la sua ragazza.

Il rosso le afferrò amorevolmente una mano facendola trasalire. < < Amore, va tutto bene? > >.

< < Oh, sì scusa, Ron > > mormorò debolmente la giovane strega, rispondendo amorevolmente alla stretta. < < Ero soltanto sovrappensiero, perdonami > >.

< < Hermione > >.

< < Sto bene, Ron, tranquillo. Non è niente > > disse Hermione, con una punta di irritazione.

Ron la guardò confuso, di colpo con il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato. Cercò di non alimentare la tensione ed intrecciò le loro dita sorridendole dolcemente. < < Puoi dirmi tutto, lo sai vero? Per favore, Hermione, dimmi cosa c’è che non va? > >.

Hermione gli lanciò una rapida occhiataccia, ma non era veramente sorpresa. Si conoscevano da tanto tempo e avevano imparato gradualmente a leggere le emozioni l’uno dell’altra anche senza parlare apertamente. Lei stessa sapeva riconoscere perfettamente gli stati d’animo del suo ragazzo, quando era infuriato o semplicemente quando era allegro e felice.

< < Non è nulla di grave, Ron, davvero. Devi credermi, per certi versi si potrebbe definire anche una banalità, una richiesta sciocca e infantile > > disse con voce più dolce, sperando di non scatenare litigi inutili e soprattutto fuori luogo dopo che si erano finalmente riuniti.

Ron, però, stava cominciando a spazientirsi. Si massaggiò una tempia in un’espressione di evidente confusione. < < Non posso aiutarti se non me lo consenti, amore. Per favore, dimmi cosa c’è che non va > >.

A quel punto Hermione ammise che non c’era più modo di aggirare il discorso, al contrario, nella sua solita razionalità comprese che era meglio affrontare l’argomento subito senza attendere oltre. D’altro canto l’aveva trascinato in quel locale proprio per quella ragione.

< < Ecco, io volevo parlarti > > cominciò la ragazza, con voce tremante. < < Volevo parlarti di queste vacanze, del Natale di quest’anno > >.

Ancora una volta, Ron aggrottò la fronte per la confusione. Cosa c’era di così grave da sconvolgerla nelle vacanze natalizie? Al contrario, egli sperava che i prossimi quindici giorni si sarebbero rivelati indimenticabili per loro due.

< < Cosa vuoi dirmi, Hermione? > >.

Hermione si trovò incapace a sostenere il suo sguardo. < < La questione riguarda la Vigilia di Natale. Ron, mi dispiace, ma io non verrò alla solita cena alla Tana > >.

< < Oh > > disse sorpreso Ron, dopo un attimo di esitazione. Immaginava quale fosse il problema, per cui si affrettò a tranquillizzarla. < < Capisco, non preoccuparti. Non è un problema. Possiamo vederci dopo con calma e c’è anche il pranzo di Natale > >.

A essere sinceri, il giovane non poteva sinceramente negare una certa delusione, ma aveva afferrato immediatamente la situazione. Per questo non capiva ancora per quale motivo la cosa la turbasse così tanto, forse Hermione temeva che lui si sarebbe arrabbiato, ma come poteva arrabbiarsi per una cosa del genere? Davvero Hermione credeva così poco nella sua sensibilità ed empatia?

< < Tu non capisci. Lasciami finire, Ron, ti prego > > esclamò Hermione con forza, sorprendendo ancora il ragazzo. < < Questo sarà un Natale particolare e delicato. Per tutti i noi, soprattutto per te e la tua famiglia, ma c’è una cosa che voglio che tu sappia > >.

< < I miei genitori mi hanno perdonata, Ron, nello stesso istante in cui sono tornati i loro ricordi con il mio incantesimo. Eppure quello che ho fatto a loro resta, come una ferita incurabile. Non importano i motivi, io ho usato il mio potere magico contro mio padre e mia madre, contro le persone che mi hanno cresciuta e amata. Se fossi morta durante la guerra, i miei genitori sarebbero andati avanti nella loro vita senza più alcun ricordo della loro figlia > >.

< < Hermione…. > >.

< < I miei genitori non sanno niente della magia, Ron. Eppure sono ben consapevoli del rischio che abbiamo corso e del fatto che hanno rischiato di perdere per sempre ogni ricordo della figlia. Ho visto spesso una rabbia profonda negli occhi di mio padre e un dolore ancora più terribile in quelli di mia madre. È un fatto che resterà sempre e che ricorderò per sempre, Ron> >.

< < L’hai fatto per salvarli, amore > > intervenne con voce tremante Ron, allungando una mano per carezzarle una guancia. Fortunatamente Hermione sembrò godere di quel contatto dolce.

< < Lo so, Ron, ma questo non cambia le cose. Mai lo farà > > ribatté la riccia, con una punta di rabbia nella voce, anche se non era certamente rivolta al suo amato. < < Dopo averli riportati a casa dall’Australia, io ho capito quanto mi siano mancati durante l’ultimo anno, quanto desideri averli nella mia vita in ogni modo possibile > >.

< < I tuoi genitori sono fantastici, Hermione e sono fieri di te. Non importa quanto conoscano sulla magia, loro saranno sempre orgogliosi della meravigliosa persona che sei > > disse Ron, con una tale sicurezza da far tremare visibilmente la ragazza di fronte a lui.

In quel momento Hermione desiderava soltanto baciare il suo ragazzo fino a fargli perdere i sensi, ma il suo discorso non era ancora terminato.

< < Ti prego, amore. Lasciami finire > > disse la ragazza, alzando una mano nervosamente. Ron non capiva proprio da dove provenisse così tanto nervosismo, soprattutto dopo che aveva cercato di tranquillizzarla.

< < Per molti anni, > > proseguì Hermione, con voce più sicura. < < Abbiamo avuto una sorta di tradizione a casa mia. Dopo la morte dei miei nonni, i miei hanno deciso di fissare una specie di abitudine, una tradizione familiare il giorno della Vigilia di Natale. Una serata tranquilla solo per noi tre. Io, mio padre e mia madre, senza altri parenti o amici. Loro non l’hanno mai detto apertamente, ma sono abbastanza certa che i miei genitori abbiano voluto creare una serata speciale, come un appuntamento immancabile per noi, forse l’unico per compensare la mia lontananza dal loro mondo > >.

Per un attimo Ron non riuscì quasi a respirare. Si soffermò a riflettere sul fatto che la sua Hermione avesse lasciato la propria casa d’infanzia a undici anni. L’aveva fatto anche lui, ma non con la consapevolezza di entrare in un mondo completamente sconosciuto. Allora era troppo stupido e immaturo per capirlo, Hermione aveva sempre avuto un coraggio incredibile, uno dei tanti motivi che l’aveva portato ad innamorarsi perdutamente di lei. Il coraggio di vivere tra due mondi o ancora più importante il coraggio di intraprendere una strada completamente opposta rispetto a quella in cui era nata e cresciuta. la donna che amava aveva imboccato quella strada quando era soltanto una bambina.

< < Per questo non potrò venire alla Tana quella sera > > disse tristemente Hermione. < < Ci sono state volte in cui ho interrotto questa tradizione della mia famiglia, Ron. Quest’anno, però, è diverso. Non posso proprio farlo, Ron > >.

< < Hermione, io non ti costringerai mai a fare nulla che non vuoi. Io ti amo, streghetta prepotente. E visto che sai sempre tutto, dovresti sapere che non mi sarei mai arrabbiato per una cosa del genere. La vostra è una tradizione bellissima, che mai mi sognerei di ostacolare. È più che giusto che passi la Vigilia di Natale con i tuoi genitori > >.

Davvero Ron non capiva e la cosa lo rattristava come non mai, riconducendolo inesorabilmente verso le sue vecchie insicurezze. Forse, nonostante tutto quello che avevano passato insieme, Hermione non si fidava ancora di lui come una volta. Un pensiero doloroso lo riportò al più grande errore della sua vita. La sua maledetta fuga. Quando l’aveva vigliaccamente abbandonata.

Eppure, Hermione gli sorrise calorosamente tra le lacrime. Non c’era alcuna rabbia nel suo sguardo, solo un profondo sentimento che Ron fu facilmente in grado di riconescere. < < Ti amo anch’io, Ron. Ti amo perdutamente, non dubitarne mai, dannato zuccone. Non ho mai pensato che tu volessi ostacolare nulla. Non è mai stato questo il problema > >.

< < Ma allora > > balbettò il rosso, sempre più confuso. < < Che cosa….. > >.

< < Io voglio che tu ne faccia parte > > sussurrò Hermione, distogliendo lo sguardo.

< < C…come? > >.

Questa volta la giovane strega parlò con voce molto più sicura, con una nuova determinazione scolpita nei suoi occhi color cioccolato. < < Io vorrei tanto che tu ne facessi parte, Ron. Vorrei che questa tradizione della famiglia Granger non contasse più soltanto tre persone. Vorrei che fossero in quattro a parteciparvi. Il mio desiderio è che tu facessi parte della mia famiglia………a tutti gli effetti > >.

Ron restò letteralmente senza fiato. Finalmente aveva centrato quale fosse il dubbio di Hermione, non era nemmeno necessario che lei continuasse. Ma lei lo fece comunque, di nuovo con un certo tremore nella voce.

< < So bene che sarà un Natale molto delicato forse neanche troppo felice per te e la tua famiglia. Il primo dopo la guerra……. Il primo dopo dopo dopo > >.

< < Dopo la morte di Fred > > completò il ragazzo per lei. Un’ondata di dolore lo assalì immediatamente con forza.

< < Sì > > disse lei, mentre continuava a singhiozzare silenziosamente. < < Non voglio sembrare egoista, Ron e non voglio nemmeno far soffrire la tua famiglia che tanto amo. So bene che vorreste trascorrere insieme la Vigilia, ma io sentivo il bisogno di dirtelo, il bisogno di farti sapere quanto tu significhi per me. D’altro canto possiamo benissimo spostare la cosa di un anno. Se ci riflettiamo bene, l’intera faccenda è davvero sciocca, è solo una cena in fin dei conti. È una cosa facilmente rimandabile, niente di cui preoccuparsi > >.

Ron la conosceva bene, quando Hermione era così tesa emotivamente, poteva benissimo scatenare un fiume di parole e scuse anche illogiche senza che lui potesse intervenire. Sperava soltanto che lei gli avesse concesso la possibilità di rispondere.

< < Hermione > >.

< < Santo cielo! Ci vedremo il giorno dopo per il pranzo di Natale. Davvero, sono stata una sciocca ad ingigantire questa faccenda. Non è nulla di grave > > aggiunse frettolosamente la ragazza, con una risatina nervosa.

A quel punto Ron non poté fare a meno che scattare, attirando suo malgrado l’attenzione dei pochi clienti della pasticceria. < < Hermione, dannazione, vuoi stare zitta solo per un secondo? > >.

Hermione gli lanciò un’occhiata letteralmente scioccata e di fronte ad essa Ron si vergognò all’istante, odiandosi profondamente. Ciò nonostante, si sforzò a proseguire.

< < Io……… ti prego lasciami rispondere > >.

Lasciò passare qualche secondo per calmarsi e cercare di mantenere la voce il più ferma e determinata possibile. < < Io ne sarei felice > >.

Forse la voce era ancora troppo bassa a causa dell’inaspettata carica emotiva della discussione. Hermione sembrava non aver afferrato quanto le avesse detto, al che Ron prese entrambe le mani della ragazza stringendole dolcemente.

< < Hermione, io sarò felice di trascorrere la vigilia con la tua famiglia. Sarò felice di farne parte ora e spero anche nei prossimi anni > > disse il giovane, prendendole delicatamente una mano tra le sue.

Hermione lo fissò a bocca aperta, completamente scioccata. < < C..come? > >.

< < Non capisco dove sta il problema > > disse Ron, con estrema tranquillità. Baciò con cura il palmo della ragazza sempre più scioccata.

< < Io trascorrerò la vigilia con quella che è diventata una famiglia per me, già da diverso tempo. Alcuni mesi fa i tuoi genitori mi hanno accolto senza alcuna esitazione, mi hanno espressamente fatto capire che sarò sempre il benvenuto in casa Granger, quindi hai ragione quando dici che non esiste alcun problema. Io trascorrerò la sera della vigilia con te e con le persone che mi hanno accolto. Non potrei essere più felice e soddisfatto > >.

Ron sentiva chiaramente le mani della ragazza tremare tra le sue. Finalmente egli riconobbe lacrime di gioia e di liberazione sul viso di lei. Le sorrise un po’ esasperato pensando che l’intera situazione si sarebbe potuta risolvere in un secondo, se lei avesse parlato chiaramente. Ma lei era così, la sua testarda e adorabile streghetta so-tutto.

< < Soffriremo sempre per la morte di Fred > > disse Ron seriamente, cercando invano di controllare il terribile dolore al cuore che provava ogni volta che pensava al fratello perduto.

< < E’ un dolore che non dimenticheremo mai, Hermione. Però noi tutti stiamo vivendo la nostra vita esattamente come lui avrebbe voluto. Dobbiamo tutto a lui, come lo dobbiamo a tutti i cari che abbiamo perso in battaglia. Io ho deciso di vivere la mia vita come avrebbe tanto voluto lui. Ho scelto di vivere insieme a te e questo significa che sarò felice di far parte anche del mondo di cui farai sempre parte nonostante tutto. Un mondo che sto imparando ad apprezzare sempre di più > >.

Ormai Hermione non tentava nemmeno più di trattenere le lacrime. Osservava la serena e determinata convinzione del suo ragazzo e per un attimo temette che quel meraviglioso spettacolo fosse addirittura troppo per il suo cuore. In quel momento Hermione si ritrovò a giurare con sé stessa che non gli avrebbe più permesso di tormentarsi per gli errori del passato. Il suo Ron, nella sua infinita testardaggine, poteva ripetere fino allo sfinimento quanto si sentisse fortunato ad averla nella propria vita, ma Hermione Granger si sentiva esattamente allo stesso modo: fortunata come non mai. Da quel momento in poi si sarebbe premurata di farglielo capire nonostante la sua zucca vuota.

< < Però vorrei farti una richiesta > > aggiunse il rosso, sorprendendola ancora una volta. < < Una specie di condizione se è possibile > >.

< < Una condizione? > > ripeté lei.

< < Sì, esattamente > > ribatté il rosso, tranquillo < < Vorrei che tu convincessi i tuoi genitori a venire per il pranzo di Natale alla Tana. Credi di poterli convincere, amore? > > chiese alla fine Ron, con un sorriso mozzafiato.

La ragazza si sarebbe volentieri scagliata su di lui, ma c’era tempo più tardi. Con voce tremante e con le lacrime agli occhi trovò soltanto la forza di dire poche parole. < < Ti ordino immediatamente di baciarmi, Ronald Weasley. Qui e subito > >.

Il rosso fu ben felice di obbedire. < < Si, signora > >.

La giovane coppia restò in silenzio tra un bacio e l’altro, ignorando del tutto il fatto di essere in un locale pubblico e dimenticando persino i fantomatici dolci ordinati per quell’occasione.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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