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Autore: danyazzurra    29/07/2022    7 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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“L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte” HP e i doni della morte.


 
Lily aprì gli occhi lentamente.
Quella pozione non l’aveva uccisa? Perché respirava, apriva gli occhi e pensava di nuovo?
Si guardò le mani quasi come se tramite quelle potesse vedere se fosse davvero il suo corpo, ma lo era.
Mentre la testa le si snebbiava però si accorse di essere sola.
Non c’erano Scorpius e Bailey e non c’era neppure James, era sola, ma il luogo era il solito.
Era Godric’s Hallow.
Si alzò in piedi e notò che non le girava neanche la testa.
Battè un paio di volte il piede per terra.
Era viva.
Sorrise automaticamente, ma il sorriso le morì subito sulle labbra quando i suoi occhi si posarono sull’arco della porta della cucina.
Harry e Ginny Potter la stavano guardando con un sorriso sul volto.
Un urlo le uscì dalle labbra mentre si lanciava contro di loro.
Doveva essere un sogno, non poteva che essere un sogno.
I suoi genitori.
Li abbracciò e loro l’accolsero cadendo in ginocchio travolti dalla potenza dell’abbraccio.
“Dio, quanto mi siete mancati” disse piangendo e respirando il profumo famigliare dei suoi genitori.
Era tutto uguale, quel profumo di casa, di erba e di menta fresca di suo padre e quello fruttato di sua madre.
Forse avrebbe dovuto chiedersi se allora era morta davvero, ma non le importava.
Non riusciva a concentrarsi su niente che non fossero loro.
Voleva toccarli, odorarli, stringerli fino a togliersi il fiato.
Voleva godere di nuovo dei suoi genitori.
“Lily, amore” suo padre la staccò leggermente e lei vide i suoi occhi verdi.
Quegli occhi pieni d’amore che non riusciva a dimenticare.
Quegli occhi uguali a quelli di Albus, ma contemporaneamente, unici nelle espressioni di suo padre.
“Amore mio, non abbiamo molto tempo” aggiunse sua madre.
I capelli rossi portati come sempre in una coda scomposta e gli occhi castani pieni di fuoco e combattivi, proprio come i suoi.
“Perché?” chiese Lily lasciandoli andare ma restando in ginocchio davanti a loro, aveva troppa paura che le sparissero davanti.
“Perché non abbiamo tempo?” chiese ancora “questo è il mio sogno e lo decido io…”
“Lily, non è così” la interruppe Ginny “questo non è un sogno” le spiegò accarezzandole una guancia.
“Vuoi dire…” si guardò intorno di nuovo in cerca di qualche indizio “vorresti dire che… che io…” puntò gli occhi in quelli della madre “sono morta davvero?”
Ginny annuì “sì, lo sei”.
Lily scrollò le spalle “quindi perché non abbiamo tempo?” domandò “io posso stare con voi, giusto?” si portò le mani alla bocca “oddio, non merito il paradiso, vero?” chiese e scosse la testa “so di averne fatte tante, ma ero una ragazzina, poi ho capito, lo giuro… io posso rimediare… ditemi cosa fare…”
“Lily” Harry interruppe il fiume in piena prendendole le mani e lei si fermò fissando gli occhi in quelli del padre.
“Non c’entra niente quello che hai fatto” le disse “anche se abbiamo visto tutto e ne hai combinate tante” la rimproverò scherzoso.
“Io… io ero…”
“Sì, lo sappiamo, Lily” intervenne Ginny “lo sappiamo perché abbiamo vissuto ogni istante tuo e dei tuoi fratelli”.
“Ci avete visti crescere?”
“Te ne stupisci?”
“No, ma…”
“Lily, niente avrebbe potuto tenerci lontani da voi” le disse Harry prendendole il viso tra le mani “neanche la morte” aggiunse.
“Il fatto che voi non possiate vederci non significa che non possiamo starvi vicino”.
“Ti ricordi?” le chiese Harry “ricordi cosa ti raccontavo dei nonni? Le persone quando muoiono non ci lasciano mai del tutto…”
Lily abbassò gli occhi cercando di nascondere le lacrime.
Le erano mancati così tanto.
Ginny le rialzò il viso “non vuoi tornare da Bailey e da Scorpius?” le chiese, ma Lily non rispose.
Non riusciva a pensare di lasciare i suoi genitori neanche per tornare dagli amori della sua vita.
Come scegliere tra un amore e un altro?
“I tuoi fratelli, Teddy e Vic che ti hanno amato come una figlia”.
Lily si portò le mani al volto.
Poteva nascondersi come quando era piccola ed evitare qualsiasi decisione?
“Ti hanno già pianto una volta, non dar loro un altro dolore” disse Harry.
Lily tirò su con il naso e Ginny la guardò con rimprovero facendola sorridere di nuovo.
“Ma come posso… come è possibile che possa tornare giù se sono morta?”
Harry sorrise furbo.
“L’esperienza insegna” le disse e Lily aggrottò le sopracciglia “in che senso?”
“Quando tutti intorno a noi hanno cominciato a morire come mosche io e tua madre abbiamo preso spunto dall’incantesimo di protezione di mia madre”.
Lily si sentì confusa.
Ricordava l’incantesimo che aveva impedito a suo padre di morire quando era poco più di un neonato, ma era solo perché sua madre era morta per lui, mentre, per quanto i suoi genitori fossero morti davanti a lei, non si erano sacrificati per lei perché i NewMan volevano uccidere loro.
Per la precisione volevano uccidere Ginny.
“Non è lo stesso incantesimo” chiarì Harry vedendola confusa “si serve sempre dell’amore, certo, ma non serviva il nostro sacrificio quanto la nostra morte”.
Lily passò gli occhi dall’uno all’altro “sapevate che stavate per morire?”
“No, certo” sorrise Harry “ma ne avevamo il timore e non volevamo lasciare te e i tuoi fratelli scoperti, per cui in caso di un attacco dove noi fossimo morti e avessero provato ad uccidervi, voi non sareste morti”.
“Quindi anche James e Al…?” lasciò la domanda in sospeso.
“Se fossero stati uccisi nella nostra casa, dopo la nostra uccisione sì… anche loro” rispose Ginny.
“Quindi ha funzionato perché quella pazza di Gabrielle ha voluto tornare a Godric’s Hallow?”
Harry annuì “e perché Godric’s Hallow non è cambiata ed è ancora il posto che voi tre ragazzi potete chiamare casa” spiegò ancora.
Lily non era certa di aver capito del tutto, ma una domanda le premeva di più.
“Non è che adesso divento un Horcrux di Gabrielle, vero?”
Sua madre rise anche se Lily poteva vedere che i suoi occhi erano cupi “penso che quella pazza non sappia neanche come si fa a creare un horcrux”.
Lily annuì “ma quindi anche James e Albus se venissero uccisi nella nostra casa sopravvivrebbero?”
“Probabilmente sì, ma non ci terrei a provare” scherzò Harry.
Lily scosse la testa con un sorriso e prese le mani dei suoi genitori.
“Non chiedetemi di perdervi di nuovo” disse con voce rotta ed Harry sospirò “adesso sei una donna e devi andare avanti” le asciugò una lacrima “saremo sempre con te, credici, ma Bailey…”
“Conoscete Bailey? L’avete visto?”
“E’un bambino bellissimo, è un po’ troppo impulsivo come il nonno, ma…” Ginny guardò Harry “ci sono anche dei lati positivi” scherzò e Lily rise.
“Ti avevo detto che prima o poi avresti trovato il ragazzo che avrebbe messo un freno a questa testolina che va troppo veloce” scherzò ancora sua madre ripetendo le parole di tanti anni prima.
“L’avresti mai detto, un Malfoy, papà?” lo provocò.
“Penso ci siano persone peggiori” scherzò Harry “e anche Draco ha cominciato a fare l’eroe ho visto” aggiunse.
Lily sorrise di nuovo, anche se non sapeva a cosa si riferiva.
In effetti il pensiero di passare tutta l’eternità senza Scorpius e suo figlio le faceva dolere il cuore.
Sì, doveva tornare.
Era la scelta giusta, seppur dolorosa.
“Mi mancherete tantissimo” disse in un sussurro.
“Anche tu, sai?”
Harry l’abbraccio per primo, poi venne il turno di Ginny che sembrava non riuscire a lasciarla andare.
“Dì ai tuoi fratelli che siete il nostro orgoglio e non cambieremmo una virgola di come siete fatti” le disse cercando di trattenere le lacrime.
“Dì loro che tutti i nostri nipoti sono bellissimi e intelligentissimi e che Harry e Ginny sono proprio dei bei nomi” scherzò Harry facendole l’occhiolino.
“E ti prego dì a Teddy e Vic che non potremmo mai ringraziarli quanto meritano, che vi hanno cresciuto meglio di quanto noi siamo riusciti a fare con Teddy e che vi hanno dato così tanto amore che non riusciremo mai ad essere in pari con loro e, soprattutto, dì a Teddy che Remus e Tonks non perdono un secondo della sua vita…”
Lily non riusciva a smettere di piangere e suo padre le prese di nuovo il viso tra le mani.
“Vivi felice e soprattutto vivi perché vedere come da ragazzina non riuscivi a fare altro che esistere ci ha straziato il cuore per cui per favore fallo… fallo per Scorpius e per Bailey”.
Sua madre le diede un bacio sulla fronte.
“Vivi, Lily” le disse.
Harry ripetè il gesto di Ginny.
“Vivi, Lily” le disse a sua volta e poi tutto si fu dissolto.
Lily aprì gli occhi e il dolore fu la prima cosa che l’accolse facendole capire che stavolta era davvero viva.
Le faceva male ogni organo interno di cui era in possesso.
Le sembrava di respirare affannosamente e quando si sollevò appena la testa le girò vorticosamente.
“Non è fico come sembra tornare in vita” disse a se stessa e poi cercò di mettere a fuoco l’ambiente intorno a sé.
Era in una specie di stanza di ospedale.
Le pareti erano bianche e a parte il letto dove era distesa c’era solo una sedia.
Doveva essere stata portata lì dopo esser stata dichiarata morta.
Sentì aprirsi la porta e si preparò mentalmente una balla per il medico che sarebbe entrato.
Poteva dire di aver preventivamente preso un antidoto che aveva fatto effetto dopo un po’.
Quando però vide chi stava entrando rimase congelata.
Scorpius stava entrando a testa bassa, una bottiglia d’acqua in una mano e la bacchetta nell’altra, per cui non l’aveva ancora vista.
Forse avrebbe dovuto parlare, evitargli lo shock, ma cosa poteva dire?
Lui alzò lo sguardo e la bottiglietta gli cadde di mano rotolando sotto al letto.
Lily si morse il labbro e si riavviò lentamente i capelli in un gesto nervoso.
“Tu…” un sussurro e Lily annuì non riuscendo ancora a dire niente.
“Lily…” stavolta la sua voce era nitida, ma i suoi occhi erano pieni di lacrime per cui Lily credeva che ne stesse vedendo solo la sagoma sfocata, ma quello parve bastargli perché le labbra si distesero in un sorriso.
“E’ un sogno?”
Lily scosse la testa.
“Parlami allora” la pregò “per favore, Lily, parlami”.
“Chi sei?” chiese e vide il sorriso morire nel volto di Scorpius.
“Ti conosco?” rincarò e Scorpius si avvicinò e si passò le mani tra i capelli.
Sapeva che sarebbe dovuto essere grato. Meglio senza memoria che morta, ma l’idea di ricominciare tutto da capo…
“Lily, io sono…”
“Un credulone” lo interruppe Lily con un sorriso furbo, ma non riuscì ad aggiungere altro perché Scorpius percorse i pochi passi che li separavano e l’attirò in un bacio feroce.
Un bacio pieno di amore, pieno di paura, di gioia, ma soprattutto pieno di vita.
“Tu non…” iniziò il rimprovero, ma poi parve ripensarci e tornò a baciarla “tu sei…” il suo sguardo minaccioso si interruppe con un altro bacio “per Salazar… tu sei…” il suo tono veniva sempre contraddetto dal suo corpo e l’attirò di nuovo in un altro bacio.
Lily rise sulle sue labbra “dovevi vedere il tuo viso” scherzò e Scorpius la guardò in tralice, ma poi tornò a baciarla.
Non poteva credere di essere lì con lei a scherzare.
Fino a una manciata di secondi prima pensava di averla persa per sempre.
“Sei davvero viva?” domandò con un filo di voce.
Lily appoggiò le mani su quelle di Scorpius che le circondavano il viso “sono viva, Scorp” gli disse e lui scosse la testa.
“Merlino quanto ti amo Lily Luna Potter”.
“Ti amo anche io, Scorpius Hyperion Malfoy”.
***
Ginny si alzò usando la stampella come perno per farsi forza e James le andò subito incontro.
“Che stai facendo?” domandò.
“Devo andare a vedere Ella”.
“Ginny, non puoi”.
“Perché? E’morta?” chiese e James sentì nelle sue parole un dolore fortissimo.
“Anche tu stavi per morire”.
“Non mi importa” replicò scuotendo la testa “se lei muore niente mi importa più”.
James strinse le braccia di Ginny “non dirlo mai” la rimproverò deciso.
“Non devi dirlo mai”.
“Papà, mi fai male” si oppose Ginny guardandolo stupito e James scosse la testa.
“Scusa” affermò lasciandola subito e passandosi una mano tra i capelli, la realtà era che quell’affermazione lo aveva fatto pensare subito a sua sorella.
A Lily che gli era appena morta davanti agli occhi.
Ogni volta che pensava a lei il cuore gli si squarciava nel petto.
Non aveva neanche avuto ancora il coraggio di andare a dirlo ad Albus che per un Grifondoro come lui era tutto un dire.
Ma come poteva dirgli che la loro sorella era morta?
Come potevano passare di nuovo lo stesso dolore?
Si appoggiò con le mani sul comodino, la testa infossata nel petto e gli occhi che minacciavano di tradirlo facendo scendere quelle lacrime traditrici.
“Papà” il sussurro stupito di Ginny gli ricordò che non era solo.
“So che ti sei spaventato e mi dispiace…”
James prese un forte respiro e alzò la testa cercando di sorriderle, ma vide dalla sua espressione curiosa che non l’aveva convinta neanche un po’.
“Adesso stai bene è questo l’importante” le disse “e starà bene anche Ella, e staremo tutti bene perché quei maledetti sono tutti ad Azkaban”.
Ginny si lasciò ricadere sul letto “cosa c’è che non mi dici?” gli chiese e James maledì l’intuitività di sua figlia.
“Niente, Gin…”
“Non è vero”.
Stava per rispondere di nuovo che andava tutto bene quando venne interrotto da un colpo alla porta e Scorpius Malfoy mise dentro la testa.
Aveva gli occhi gonfi e cerchiati, ma la sua espressione era diversa da prima.
Quando lo aveva visto più o meno un’ora prima lasciando il corpo di sua sorella in una stanza del san Mungo aveva l’espressione di chi ha perso tutto.
Di chi non sa come tornare a vivere, ma deve farlo.
Adesso però sembrava diverso, non avrebbe saputo dire precisamente in cosa, ma era diverso.
I suoi sensi si allarmarono subito.
“Che è successo?” chiese pensando ad Albus.
Forse era venuto al San Mungo.
Forse aveva saputo e ora c’era bisogno di lui.
“Puoi assentarti cinque minuti?” gli chiese.
James continuava ad osservarlo stupito.
“Torno subito” disse a Ginny ed uscì con Scorpius.
“Che succede?” chiese di nuovo appena si furono chiusi la porta alle spalle.
“Ginny sta meglio, vedo”.
“Scorpius”.
Nessuna risposta.
“Si tratta di Bailey?”
“Bailey dorme, dopo andrò a svegliarlo…devo parlare anche con lui”.
James lo afferrò per un braccio “mi dici che succede?”
“Hai detto a nessuno che Lily è morta?” rispose.
James si passò una mano tra i capelli nervosamente “no, ma…”
“Meglio” lo interruppe Scorpius ricominciando a camminare.
“Che vuol dire meglio? Che succede?” chiese e la sua voce era talmente snervata che Scorpius si voltò.
“Lei non ha voluto che te lo dicessi” gli disse con un sorriso ed aprì la porta.
***
Dominique staccò il tubo dal braccio di Mike e guardò Molly “tra poco vengo a toglierlo anche a te”.
“Sta bene?” chiese subito Molly e Dominique annuì “dovrebbe riprendersi” le disse con un sorriso che però non arrivava agli occhi.
“Come sta Ginny?” chiese Molly a cui non era sfuggita.
“Migliora, ma è irrequieta… è dura tenerla lontana da qua” disse sorridendo di nuovo.
Molly ricambiò il sorriso e poi guardò Mike.
Capiva Ginny, come poteva non capirla.
Era stata una vita a cercare di stare lontano da Mike ed aveva sempre fallito, anche quando Lily l’aveva aiutata a fingersi morta il pensiero di Mike non l’aveva mai abbandonata.
“Sono ragazze” disse Dominique e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.
Molly guardò Mike che si era alzato in piedi e si strusciava leggermente il braccio che sicuramente gli si era intorpidito.
“Puoi andartene, sai?”
Lui spostò gli occhi su di lei e si fermò nel camminare avanti e indietro.
“Ora. Appena tutto sarà finito” indicò il tubicino che univa il suo braccio a quello di Ella “puoi scappare e non ti fermerò anzi, se mi chiederanno dirò che non ti ho neanche sentito uscire… posso dire che dormivo”.
Mike aprì lievemente le labbra.
“Perché dovresti farlo?” le domandò “in onore dei vecchi tempi?” la sfidò.
Molly sorrise e fece cenno di diniego. Se avesse potuto leggergli il cuore non l’avrebbe chiesto.
“E allora perché? Tu sei l’onestà fatta persona”.
“Forse lo ero” ribattè.
Mike rise di naso “figurati” affermò.
“E allora forse è solo perché hai fatto la cosa giusta, almeno per una volta…”
“E così pensi che sia cambiato?” le chiese fermandosi ai piedi del letto e mettendo le mani sulla sponda.
“Sono sicura che tu sia cambiato” rispose semplicemente.
Lui riprese a camminare verso di lei “quindi non merito di pagare?” la sfidò “gli omicidi che ho commesso, l’omicidio dei tuoi nonni…” Molly sussultò a quella menzione.
“Tutto dimenticato? Tutto scusato perché adesso ho fatto una cosa buona?” la sfidò.
“Non è una cosa buona… senza di te la guerra non sarebbe mai finita”.
Mike scrollò le spalle “ho la sensazione che tua cugina ce l’avrebbe fatta”.
Molly gemette spazientita “insomma, vuoi scappare o no?”
Mike si fermò di nuovo, adesso le era proprio davanti, se lei si fosse alzata probabilmente i loro corpi si sarebbero sfiorati.
“No” rispose lui semplicemente e la sua voce era così sicura che Molly non potè fare a meno di guardarlo.
“Ho smesso di fare scelte sbagliate” le disse “lo devo a te e a mia figlia” aggiunse e Molly sentì i brividi percorrerle la schiena sotto il suo sguardo.
Merlino, seppur il suo viso non fosse il solito viso, quell’espressione, quella passione che solo lui riusciva ad avere guardandola.
“Puoi…” si fermò indecisa “potresti…” prese un respiro “vorrei vederti di nuovo, solo te… senza incantesimo”.
Le sembrò quasi di vederlo trasalire, ma con un colpo di bacchetta tornò ad avere il suo vecchio viso.
Molly si alzò e, proprio come aveva pensato, il suo petto sfiorava quello di Mike.
Alzò una mano e gliela mise sul viso “sono anni che sognavo di poterlo fare di nuovo” ammise, poi abbassò la mano “scusa” mormorò, ma lui le fermò la mano stringendola nella sua.
“Anche io sono anni che sogno di fare questo” le disse e poggiò le labbra sulle sue, prima con calma, quasi volesse ricordarne il sapore e poi sempre con più passione, fino a non riuscire a respirare se non con le labbra dell’altro.
***
Lily prese un respiro.
Aveva appena finito di festeggiare con suo fratello la sua rinascita e il classico buon umore di James Sirius Potter le aveva dato una carica incredibile.
Non era ancora riuscita a dirgli che aveva visto i loro genitori, sapeva che avrebbe voluto sapere tutto e ci sarebbe stato tempo anche per quello.
Adesso però voleva fare un'altra cosa e non aveva molto tempo dato che Scorpius si era avviato da Bailey e lei non vedeva l’ora di raggiungerli e avere un po’ di tempo per la sua famiglia.
Questo però doveva farlo perché voleva chiudere il capitolo e dimenticarsi di lei non appena fosse uscita da quella stanza.
Adesso meritava di vivere come avevano detto i suoi genitori e di vivere felice.
Entrò dentro la stanza dove sapeva essere ricoverata Gabrielle.
Quando aveva chiesto di lei, Scorpius le aveva spiegato che casualmente era stata colpita da più incantesimi, ufficialmente per resistenza all’arresto, per cui adesso si stava riprendendo in ospedale.
Lily doveva ammettere che era ammirata che né James, né Scorpius l’avessero uccisa.
Quando entrò vide Gabrielle spalancare gli occhi.
“Tu sei… Tu sei…Tu sei…”
“Credo che viva sia la parola che cerchi” le andò in soccorso “e sì, lo sono” confermò con un sorriso.
“Ma non… non è…” il colore era drenato dal suo viso e Lily vide che nonostante fosse sdraiata le mani che teneva in grembo avevano stretto il lenzuolo e stavano tremando visibilmente.
“Non è possibile?” l’aiutò ancora, senza smettere di sorridere mai.
“Oh sì che è possibile” rispose alla sua stessa domanda e la vide continuare a passare gli occhi in ogni lato del suo viso come se non credesse ai suoi occhi.
E come poteva?
“Vorrei raccontarti tutto come fossimo vecchie amiche” la prese in giro “ma vedi ho tante cose da fare e nessuna voglia di perdere tempo con te” le disse “sono venuta solo per un motivo” continuò “volevo che vedessi che sto bene e che sapessi che adesso vivrò la mia vita felice lasciandoti alle spalle…” piegò la testa da un lato e dall’altro “fondamentalmente, sarà come se non fossi mai esistita” concluse e si voltò, ma aveva fatto appena due passi che si dovette girare.
Gabrielle stava mugolando e annaspando. Sembrava in cerca di aria.
La stava guardando con gli occhi pieni di paura e si portò una mano alla gola per farle capire che non le arrivava aria.
Lily la guardò e per qualche secondo fu tentata di osservarla mentre moriva, ma poi non ce la fece.
Lei non era un’assassina. Seppur avesse davanti a sé la donna che aveva ucciso decine e decine di persone innocenti solo per il suo divertimento.
Pigiò un pulsante sopra il suo letto e immediatamente arrivarono dei guaritori.
Lily si fece da parte, ma Gabrielle non smise per un secondo di guardarla, non fino a quando i suoi occhi si chiusero.
Dopo pochi minuti uno dei Guaritori si voltò verso di lei e la guardò attentamente.
Per un attimo Lily pensò che stesse per chiederle cosa fosse successo, ma non lo fece.
“E’morta” si limitò a dire e Lily si stupì di sentire uno strano calore nel petto.
“Come è successo?” chiese.
“Ci penseranno esami più approfonditi a stabilirlo, ma ad occhio direi che è uno di quei casi particolari che succedono negli ospedali… semplicemente il suo corpo non ha retto”.
Uno di quei casi particolari.
Come quelli che provocava lei.
Un lieve sorriso le nacque nel volto.
Era una sorta di giustizia.
Si voltò. Non voleva sapere altro.
Adesso sarebbe caduta nell’oblio, per sempre.
***
Bailey si svegliò e trovò suo padre accanto a sé.
Non ricordava granchè di quando l’avevano portato al San Mungo, solo di aver preso la pozione di quella maledetta e di aver iniziato a sentire tutto vorticare intorno a sé, poi le gambe gli avevano ceduto e aveva pregato di poter raggiungere sua madre.
E invece non era successo.
Adesso era sveglio e il dolore che sentiva nel petto gli sembrava una voragine che non sarebbe mai più riuscito a risanare.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma la realtà era che non riusciva neanche a parlare.
Il groppo che sentiva alla gola era sicuro che si sarebbe trasformato in un urlo se solo avesse aperto la bocca.
Era felice che nessuno dei suoi amici fosse lì perchè non avrebbe saputo come affrontarli, cosa dirgli.
“Bailey…”
Suo padre disse il suo nome piano e Bailey era sicuro che lo avesse fatto per palesare la sua presenza per cui spostò gli occhi su di lui.
Quando vide gli occhi di suo padre sentì i propri riempirsi di lacrime, ma lui gli pose una mano sulla sua.
“So che è dura, ma ti devo dire una cosa”.
Bailey scosse la testa. Non voleva sapere più niente.
Non poteva reggere altre notizie.
“Ti assicuro che è una cosa bella” gli disse con un sorriso e Bailey sentì un moto di rabbia verso suo padre.
Come poteva essere così tranquillo?
“Bail…”
“No” disse interrompendolo “no, non voglio sapere niente, soprattutto non voglio sapere belle notizie… non oggi e mi stupisco che lo voglia tu…”
“Bailey…”
“No” disse di nuovo asciugandosi una lacrima “tu dicevi di amare mia madre alla follia e poi? Come mai sei così?” indicò il suo viso “come puoi sorridere se la ami? Come puoi sorridere se lei è…”
Si sentì prendere le braccia da suo padre e si accorse di star tremando per la rabbia.
“Bailey, smettila” gli disse serio e Bailey si chiese se l’avesse ferito, ma poi si disse che non gli importava più di tanto e distolse lo sguardo.
Suo padre gli prese il mento e lo voltò verso di lui “posso parlare un attimo?” domandò e Bailey tornò a guardarlo cercando di dominare la rabbia.
“Quello che devo dirti sarà dura da digerire, ma tornerai a sorridere…”
“Impossibile”.
“Fidati, Bay” disse sorridendo “tua madre… Lily… lei è viva”.
Per un attimo Bailey non parlò.
“L’ho vista morire” disse soltanto.
Non chiese neanche se scherzava, né se fosse possibile, sapeva che non lo era.
“Bailey, è una cosa particolare, lei ti spiegherà tutto, ma ti assicuro…”
“Ho sentito il suo cuore fermarsi”.
Scorpius sospirò “è vero, ma ti giuro che è così e se smetti un attimo di protestare te lo posso dimostrare” gli disse e lo vide avvicinarsi alla porta.
Dopo pochi secondi sua madre entrò dalla porta come se non fosse morta solo poche ore prima.
Le labbra di Bailey si aprirono sorprese, ma dopo pochi secondi si stirarono in un grande sorriso.
Proprio come gli aveva predetto il padre.
 
COMMENTO: ED ECCOCI AL CAPITOLO FINALE!! COME PROMESSO ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA!! ALLORA, SPERO CHE IL RITORNO IN VITA DI LILY VI SIA PIACIUTO, ERA UNA DELLA PRIME COSE CHE AVEVO PENSATO PER LA STORIA : )) HO IMMAGINATO CHE HARRY, STUDIANDO A FONDO L’INCANTESIMO DI SUA MADRE E SAPENDO QUANTO RISCHIAVANO DATO CHE MORIVANO MOLTE PERSONE ATTORNO A LORO, ABBIA PENSATO SUBITO A SALVAGUARDARE I SUOI FIGLI…SPERO CHE VI SIA PIACIUTA LA MIA IDEA!! SPERO ANCHE CHE VI SIA PIACIUTA LA FINE FATTA DA GABRIELLE…MORTA NORMALMENTE SENZA NESSUN CLAMORE DATO CHE MERITAVA DI ESSERE DIMENTICATA : )) E SPERO VI SIA PIACIUTA LA CONCLUSIONE DELL’INCONTRO TRA MIKE E MOLLY, ANCHE PER LUI AVEVO SEMPRE IMMAGINATO DI VEDERLO FINIRE AD AZKABAN, MA PER SUA SCELTA, A TESTIMONIANZA DEL SUO COMPLETO CAMBIAMENTO : ))  ADESSO COME IN TUTTI I CAPITOLI FINALI VI CHIEDO DI FARMI SAPERE PIU’ CHE MAI DI MODO CHE SE VI E’ RIMASTO QUALCHE DUBBIO POSSA SVILUPPARLO NELL’EPILOGO : )) SO CHE SI DEVONO VEDERE ANCHE IL RESTO DEI PERSONAGGI MA LI RITROVEREMO TUTTI NELL’EPILOGO!! RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE HANNO TUTTO IL MIO CUORE OVVERO ICEPRINCESS / ARYELLE / GIALY 66 / GY HOGGY E FEDELA WATSON!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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