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Autore: Feisty Pants    31/07/2022    1 recensioni
In una scuola americana, lontana dalla Spagna e dalla storia dei Dalì, i figli degli ex rapinatori vivono la propria adolescenza con spensieratezza, gioia ed energia, senza sapere di avere, come genitori, i ladri più geniali della storia. La vita trascorre normalmente per i Dalì, ormai intenti a lavorare e a seguire una routine che li entusiasma, ma la tranquillità non durerà per sempre: presto la verità verrà a galla, portando con sé rischi e pericoli.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bogotà, Il professore, Nairobi, Rio, Tokyo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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EPILOGO


Sei anni dopo…

La pace era tornata a risplendere nei cuori e nei corpi dei Dalì che, abituati alla propria routine, vivevano in modo più responsabile godendosi ogni attimo con le proprie famiglie.

I ragazzi, ormai ventiduenni, erano riusciti a spiccare il volo iniziando a costruire il proprio futuro in armonia.

Andres, vista la spiccata intelligenza, intraprendeva un viaggio nelle più rinomate università per laurearsi in quanti più corsi possibili. Dimitri, dopo aver ritrovato la passione per lo studio, coltivava il proprio sogno di diventare un medico militare, aiutato dai genitori esperti in materia.

Cecilia, battendosi per i diritti sociali soprattutto delle donne, partecipava a convegni internazionali di divulgazione e aiutava le associazioni.

Ramon e Nieves, invece, diventavano sempre più esperti nei rispettivi settori. Ramon veniva chiamato dalle banche e dalla polizia per riconoscere monete e banconote contraffatte mentre Nieves, terminati in anticipo gli studi informatici, iniziava a ricevere richieste di lavoro da ogni parte del mondo per risolvere i problemi su malware e hacking delle aziende.

I ragazzi erano l’orgoglio e i pupilli dei genitori, in quanto capaci di mettere da parte l’illegalità a fronte di una vita onesta spesa per il benessere degli altri.

Sei anni di crescita, di gioia e spensieratezza ma, soprattutto, di affetto dato dalla nascita della piccola Ivana, figlia di Axel e Victoria, dalla libertà dei giovani, dal coraggio nell’affrontare ogni difficoltà e dall’amore sempre in fioritura, specialmente per Nieves e Ramon.

Sono circa le tre di notte e i due giovani, distesi nudi in un letto matrimoniale, assaporano il reciproco contatto con serenità.

Nieves, sdraiata supina, accoglie il calore del capo di Ramon, adagiato sul suo ventre e ne accarezza i morbidi capelli, cullata dalla dolcezza dei suoi sospiri di profondo rilassamento.

I due si godono il silenzio nato a seguito di un rapporto d’amore consumato con delicatezza e cura, nel reciproco ascolto.

“Sei proprio sicuro… del gesto che compiremo?” chiede a un certo punto Nieves, improvvisamente eccitata e preoccupata da un avvenimento ormai alle porte.

Ramon aspetta a rispondere e, imperterrito, continua ad accarezzare con un dito il seno della giovane, disegnando piccoli e grandi cerchi su di esso. Un contatto di velluto che quasi concilia il sonno di Nieves, ammaliata da quei gesti intimi e ormai familiari.

“Che c’è, hai dei ripensamenti?” domanda lui senza distogliere l’attenzione dal petto di lei.

“No, guai sei matto?!” risponde di getto lei, fin troppo convinta di quel sì pronunciato il giorno in cui vide il proprio ragazzo con un anello in mano.

“Allora cosa ti turba? Forse il fatto che tua mamma non è d’accordo con la quantità di sesso che facciamo?” ipotizza lui, desideroso di alleggerire la tensione.

“Figurati! Le farà sempre impressione, ma vogliamo parlare forse di quanto ne ha sempre fatto lei? E alla fine non posso dire niente perché se quello è un ingrediente essenziale del cocktail che rende magnifico il matrimonio dei miei e dei tuoi, beh… allora ben venga seguirne l’esempio no?” ride lei portandosi una mano sul volto e facendo cenno di no con la testa, divertita da quell’apertura relazionale che condividevano.

“A parte gli scherzi… perché non dovrei essere sicuro? Penso di non essere mai stato così sicuro in tutta la mia vita! Sei sempre stata il mio sogno, ho sempre avuto un pallino per te! Io ti ho salvata da un edificio in fiamme e tu ti sei presa una pallottola nel cuore...” comincia a dichiarare lui, sollevandosi sui gomiti per guardarla in volto, in quei profondi occhi color cioccolato nei quali amava sciogliersi.

“Io e te facciamo così: ci teniamo in vita a vicenda e ce la miglioriamo anche. Io non riuscirei a immaginarmi in nessun altro posto se non qui, ora… con te” conclude lui, sorridendole con dolcezza e accarezzandole il volto.

“E tu? Sei sicura?” dice poi lui, pur certo della risposta di lei.

“Mi hai dato quell’ossigeno di cui il mio polmone necessitava. Sì Ramon… ti voglio sposare… e giuro che ti sposerò ogni giorno” afferma lei con emozione per poi sancire quel momento con un leggero bacio a stampo e tornare, senza aggiungere altro, a coccolarsi gustandosi il tocco reciproco dei loro corpi avvolti nel silenzio.

Una settimana dopo…

“Ivana fermati per l’amore del cielo! Vieni qui che ti allaccio meglio il fiocco” urla la dolce Leya, ormai cresciuta e meravigliosa.

“Hai visto quanti dolci?! Ne voglio uno!” continua la piccina di sei anni, fin troppo vispa e vivace per una situazione del genere.

“Meno male che non ho sorelle minori se no sarebbe la fine!” commenta Leya tenendo stretta a sé la bambina con un braccio, in modo da poterle sistemare il vestitino da damigella.

“Hai bisogno di aiuto?” si propone Cecilia, mano nella mano con una ragazza alta dai capelli rossi.

“Sì, anche perché è tua nipote non mia!” commenta Leya alzandosi in piedi e incamminandosi verso la camera della sorella maggiore.

“Cecilia, sei bellissima!” si intromette una donna alta, con dei setosi capelli mori, la carnagione leggermente scura e le mani colme di anelli.

“Ciao mamma, sei bellissima anche tu!” risponde Cecilia, leggermente imbarazzata, togliendo immediatamente la mano da quella che doveva essere la sua fidanzata.

Il comportamento viene colto all’istante da Nairobi che, intenzionata a gestire al meglio la nuova situazione, propone alla figlia di seguirla per raggiungere Tokyo, lasciando la nuova ragazza alle cure di Dimitri e Andres che la accompagnano subito a fare un tour della casa.

“Che cosa succede tesoro?” domanda Agata, incrociando le braccia e mostrandosi austera davanti alla figlia.

“Ormai l’hai visto vero?” accenna Cecilia, parlando con fatica del proprio coming out.

“Amore mio… io l’ho sempre saputo” risponde Nairobi con un immediato sorriso, non volendo preoccupare la figlia per questioni ulteriori.

“Che cosa? Hai sempre saputo che sono lesbica?” chiede sconvolta Cecilia, riuscendo finalmente a rivolgerle lo sguardo.

“Dal primo momento. Ti ho lasciata libera e non mi sono intromessa perché era un percorso tuo che dovevi comprendere da sola. Ho sempre saputo anche di Marina… per quanto tempo credi che ci saremmo bevuti la storia dell’amica dai capelli rossi che ti seguiva in ogni viaggio internazionale?” scherza Nairobi, mostrando gli splendenti denti bianchi adornati da qualche brillantino.

“Mi dispiace mamma, avrei voluto dirtelo subito ma avevo paura” si apre allora Cecilia, confermando le spiacevoli situazioni che spesso le persone non eterosessuali sono obbligate a vivere.

“Ceci, se c’è una cosa che non devi mai più fare è dubitare del mio grande amore. Stai combattendo per questi diritti e sono sempre stata fiera di te! Vuoi che io non sia orgogliosa di questa tua meravigliosa capacità di amare?! Io ti vorrò bene per sempre e così ne vorrò a Marina” termina Nairobi, aprendo le braccia alla sua bambina cresciuta per stringerla in un forte abbraccio.

Il momento viene interrotto da Tokyo che, senza tatto né preavviso, irrompe nella stanza fregandosene della conversazione tra le due perché troppo convinta di meritare attenzioni.

“Ok io non vengo, io non ce la faccio!” esordisce la scapestrata, facendosi aria sotto agli occhi umidi a causa delle lacrime.

“Jarana, che c’è?! Ma perché piangi?!” chiede Nairobi, staccandosi dalla figlia per avvicinarsi alla migliore amica e cercare di pulirle il disastroso trucco sbavato.

“Perché si sposa la mia bambina e non ce la faccio! Sarà bellissima, sarà meravigliosa e io mi commuovo cazzo!” continua Tokyo sbuffando e facendosi costantemente aria.

“Ti ricordo che anche a me si sposa un figlio eh! Stai calma che sarà una giornata stupenda!” prova a confortarla Agata, asciugandole le guance.

“Che palle! Piango come una ragazzina, che sarà la menopausa?!” domanda infastidita Tokyo, troppo contraria a quel lato debole che aveva mostrato troppe poche volte.

“Ma va menopausa cretina!” le dice Nairobi, schiaffeggiandola delicatamente per risvegliarla dalle paranoie.

“Questo tempo mi sembra corso troppo velocemente. Mi ricordo ancora Nieves piccola che salta, corre, scalcia, urla, ride, cade, mi abbraccia! Me la ricordo nelle sue fragilità, nella sua malattia, nel suo bisogno di me… ora è ormai una donna e sono veramente orgogliosa. Orgogliosa perché è autonoma, ha un futuro roseo davanti, si costruirà una famiglia meravigliosa e io devo essere pronta a dirle addio… a tagliare veramente il cordone ombelicale… devo lasciarla andare” spiega Tokyo, prendendo coscienza di quel sentimento puro che ogni genitore è chiamato a vivere il giorno del matrimonio del proprio figlio.

“Tu lo sai che non ti dirò mai addio…” si introduce una voce fuori campo, appena sopraggiunta nel luogo.

Le tre donne si girano di scatto, puntando gli occhi sulla sposa che aveva appena parlato. Nieves rifletteva tutta la bontà del proprio nome in leggiadria e purezza. Il vestito bianco con un lungo strascico, arricciato sul fianco snello e ondulato sul seno, i capelli corti ravvivati da qualche colpo di sole e acconciati in morbidi boccoli, il trucco dorato leggero e i tacchi alti rendevano la ragazza una meraviglia della natura.

“Amore, sei…bellissima” commenta Tokyo, faticando a trattenere le lacrime, continuando a vedere davanti a sé la sua bambina semplicemente vestita di bianco.

Nieves, commossa e toccata dalla situazione, solleva leggermente il vestito per permetterle di correre e gettarsi al collo della madre trattenendo le lacrime.

“Avrò sempre bisogno di te mamma, sempre” le sussurra all’orecchio, dimostrandole effettivamente di non potersi mai staccare da lei.

La giornata procede a gonfie vele e la Chiesa scelta per il rito si riempie di poche persone, amiche e amici cari e significativi. Tutta la grande famiglia dei Dalì era lì riunita per condividere quell’importante progetto di vita che due giovani volevano cominciare. Sergio, Raquel, Andres e la propria ragazza; Dimitri, Palermo ed Helsinki praticamente già in lacrime; Cecilia e Axel in veste di rispettivi testimoni degli sposi; Victoria con la bambina, Marina, Marsiglia, Denver e la propria famiglia; e poi Tokyo che stringeva forte la mano di Leya, come a chiederle di restare almeno lei la sua bambina ancora per un po’.

La cerimonia inizia con l’accompagnamento di Ramon all’altare, a braccetto con l’amata mamma che, orgogliosa e felice, non può che benedire l’unione di suo figlio con la primogenita della sua migliore amica.

Nairobi vive intensamente quella camminata senza neanche una parola, limitandosi a stringere forte il braccio del ragazzo che aveva messo al mondo e che ora lo stava anche migliorando. La gitana si guarda commossa intorno, notando la presenza di tutte le persone a lei più care e felice per non avere mai smesso di lottare per i propri sogni. Sogni che riguardavano una vita serena lontana dall’illegalità, dalla galera, dalla droga, dai soldi. Sogni che includevano il desiderio ardente di trovare un marito amorevole con cui avere dei figli. Sogni che abbracciavano la speranza di ritrovare il suo amato Axel e tanti altri sogni. Sogni in costruzione e sogni di poter sempre respirare l’aria pulita e familiare dei Dalì che erano riusciti a farla rinascere a una nuova dimensione.

In fondo alla chiesa sono ormai pronti a partire anche Rio e Nieves, anche loro a braccetto. Tra i due intercorre un lungo silenzio dovuto all’emozione, in particolar modo di Rio, che fa loro battere il cuore all’impazzata.

“Sei davvero una favola” sussurra lui, sollevando ampiamente le labbra in quel sorriso che Nieves amava con tutta sé stessa.

Nieves risponde al complimento abbozzando a sua volta un sorriso, per poi prendere un grande respiro e cominciare a percorrere la navata della chiesa.

La musica di una piccola orchestra di archi crea un’aurea magica attorno a lei, in grado di inglobarla in un’atmosfera sognante. Davanti a sé vede solo lui, Ramon: il ragazzo che le aveva cambiato la vita, l’aveva salvata, l’aveva fatta crescere e non l’aveva mai abbandonata. Il suo più grande amico che conosceva tutto di lei, con cui non vedeva l’ora di cominciare a vivere. Se la sua visione frontale le mostra il proprio futuro, la visione periferica la porta a girare il volto per appurare con gratitudine la presenza di tutte quelle persone a lei legate.

Nieves sorride a tutti: alla sorellina Leya, agli amici, ai Dalì, a sua madre, a Cecilia, ad Axel, a Marina, a Victoria… per poi soffermarsi su Rio che camminava saldo accanto a lei.

Aggrappata al braccio del suo papà, Nieves percepisce una sicurezza inaudita: la stessa stabilità che lui le aveva dimostrato quando le insegnò a camminare, a correre, a nuotare e ad andare in bici. Nieves comprende il dolore di Rio che era stato obbligato, fin dal primo momento, a darle la spinta per poi lasciarla viaggiare libera per il mondo. Ora, in quel momento, stava facendo esattamente la stessa cosa: incoraggiarla a pedalare da sola, donandole la propria energia per darle lo sprint iniziale.

La camminata termina dinnanzi all’altare e per lei e Rio la strada è ormai conclusa. Con un gesto simbolico, infatti, Rio avrebbe consegnato sua figlia alle cure di un altro uomo.

Presa da un momento di estrema nostalgia e sentendo un colpo al cuore, Nieves si aggrappa al collo del genitore, stringendolo forte a sé. In quel momento non esisteva più nessuno. C’erano solo lei e il suo papà.

“Ti voglio bene papà!” le sussurra lei all’orecchio, desiderosa di scandire bene quelle parole.

“Sarò sempre qui” le risponde Rio sorridente, per poi staccarsi dall’abbraccio, affidare la propria bambina a un giovane che stimava e dirigersi al proprio banco.

Rio torna al proprio posto dove Tokyo, fiera del gesto appena osservato, gli stringe immediatamente la mano.

Momenti indelebili per tutti i Dalì. Attimi impressi nella memoria e tatuati nel cuore con l’inchiostro dell’amore. Eventi magnifici e gioiosi che nessuno si sarebbe mai aspettato di poter vivere. Colpi fantastici ancora più entusiasmanti di una rapina in banca perché tutti erano ormai convinti che per rubare soldi e usare armi ci volesse sangue freddo… ma per amare e costruire una famiglia ci volessero risorse ben più preziose.


NDA:

Siamo giunti alla fine anche di questa fanfiction, forse un po' travagliata a causa delle pause e dei ritardi. Nonostante tutto, però, ho voluto donare un'idea di futuro a questi giovani Dalì che scoprono l'importanza della famiglia, ben superiore alle rapine. Ringrazio chi l'ha letta anche solo silenziosamente e, in modo particolare, la mia cara amica Ivy001: inutile ribadire la profonda stima e il bene che ti voglio. 


Beh, che dire... spero di avere nuove ispirazioni sulla casa di carta molto presto.

Alla prossima!

Toky, Anna, Jarana Hermana!
  
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