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Autore: YakiTheNameless    01/08/2022    1 recensioni
Alice ha vissuto mille vite leggendo i suoi libri, ma l'unica che veramente sta vivendo è quella in una piccola cittadina nell'Indiana. Hawkins non ha castelli, foreste incantate o draghi che ne sorvolano i cieli.
Ma c'è un luogo, perso tra le aule della scuola, in cui intrepidi paladini e potenti maghi sconfiggono orrende creature: l'Hellfire Club. Come Alice, anche Eddie il master del gruppo ha vissuto mille vite insieme ai suoi compagni d'avventura. Ma l'unica reale è sempre quella a Hawkins.
Hawkins è solo Hawkins, niente più.
È quello di cui sono convinti entrambi ed è anche ciò su cui dovranno ricredersi.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dustin Henderson, Eddie Munson, Nuovo personaggio, Will Byers
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quel giorno la mensa sembrava più affollata del solito. I posti ai tavoli erano pressoché tutti occupati e anche chi non la frequentava spesso aveva deciso di consumare il suo pranzo lì. 
Il brusio aumentava man mano che la gente si accomodava con il vassoio e iniziava a chiacchierare di argomenti tra i più disparati, sebbene quelli riguardanti gli esami e la fine della scuola andassero per la maggiore. 
Le vacanze estive erano alle porte e tutti ne erano entusiasti, soprattutto coloro che erano già sicuri di aver passato l'anno. 
Eddie non era tra quelli. Tra meno di una settimana avrebbe dovuto sostenere il suo ultimo esame con la O'Donnell, di nuovo come l'anno precedente. Quella materia lo tormentava e già due volte gli era costata la bocciatura. Ma se tutto fosse andato per il meglio l'anno successivo sarebbe stato l'ultimo, si sarebbe finalmente diplomato e tanti saluti a quelle quattro mura soffocanti. Quanto aspettava quel momento. 
«Su, diglielo.» sussurrò Dustin tirando una gomitata al braccio di Mike. 
«Si, adesso. Con calma.»
«Dirmi cosa?» domandò Eddie tornando a prestare attenzione ai suoi amici seduti al tavolo. 
Mike si schiarì la voce e vide tutti girarsi verso di lui. 
«Ecco, riguardo la prossima campagna... Insomma, quest'anno i miei hanno deciso di fare una vacanza, sai, in famiglia. E ci sarà anche Undi... Perciò...» 
«Ci stai forse dando buca, Wheeler?» chiese Eddie prima di dare un morso famelico al suo panino. 
Will guardò Mike con fare sorpreso. 
«No, cioè forse. Ma è una causa di forza maggiore.» disse il ragazzino alzando le spalle «E poi anche Jeff ha detto che non ci sarà.»
«Hey, vado da mia nonna ogni estate. Ormai lo sanno tutti.» si intromise Jeff. Eddie annuì. 
Mike abbassò lo sguardo sul piatto, come se il pasticcio di carne che aveva davanti agli occhi potesse in qualche modo suggerirgli una soluzione. Eddie, a capo tavola, storse le labbra appoggiando il mento sul palmo di una mano. Tutti stettero in silenzio, finché non fu Will a prendere la parola. 
«Ci servono sei giocatori. Però Lucas può chiedere a sua sorella, così saremo al completo.» disse guardando Eddie. 
L'espressione di Will non era però delle più convincenti. Avrebbe voluto intraprendere quell'avventura con i suoi amici, come una volta, quando giocavano nello scantinato. L'idea che Mike non partecipasse aveva smorzato il suo entusiasmo. Si sentiva tradito e messo nuovamente al secondo posto. 
«Erica ha già giocato con noi una volta, tempo fa. È brava.» aggiunse Dustin. 
Eddie si grattò il mento pensieroso, masticando l'ultimo boccone del suo pranzo. Non c'era granché su cui riflettere. Serviva un giocatore e la sorella di Lucas Sinclair era la cosa che si avvicinava di più. Poteva fare al caso loro, ma il leader dell'Hellfire Club stava comunque indugiando. 
«La decisione spetta a Will. La campagna è sua.» disse infine agitanto una mano, come non gli importasse granché. 
Will guardò il gruppetto per capire se fossero tutti d'accordo. Nessuno protestò, anzi nessuno disse nulla a riguardo. Il futuro master alzò le spalle e annuì. 
«A me sta bene.» disse riservando un'occhiata a Mike «Dovremo convincerla ma non credo sia una missione così impossibile.» 
«Ottimo. Tutti d'accordo allora. Appena inizieranno le vacanze potremo cominciare.» sentenziò Eddie chiudendo il porta pranzo svogliato. 
Diede un'occhiata intorno a sé. La mensa ora era meno affollata. Vista la giornata soleggiata ma ancora non troppo calda, chi aveva già finito il pranzo ne aveva approfittato per uscire a prendere una boccata d'aria. Solo i membri del club di scienze sembravano essere ancora tutti seduti a discute su chissà cosa. 
C'erano ancora una dozzina di persone che facevano la fila con il vassoio vuoto. Si trattava probabilmente di quegli studenti che si fermavano a parlare con i professori dopo le lezioni o di novellini che si perdevano per la scuola. 
Nel lento progredire verso la cuoca che serviva loro il pasto, si scambiavano saluti e convenevoli. 
Eddie vide due suoi compagni del corso di matematica, un ragazzino con la divisa dei Tigers e un gruppetto di ragazzine che parlottavano guardando il tavolo della squadra di basket. Poi assottigliò lo sguardo come stesse mettendo a fuoco. 
Una figura in quella fila gli era familiare. Non una di quelle famose all'interno della scuola, una che aveva visto di recente. 
Quando capì era ormai troppo tardi. Dal lato opposto della mensa Alice, con in volto il suo solito sorriso, alzò una mano nella sua direzione, stando attenda a non far scivolare il vassoio appoggiato nell'altra. In quel momento anche l'altra ragazza che era in sua compagnia si girò. 
Eddie abbozzò un saluto, guardando poi se qualcuno dei suoi amici se ne fosse accorto. Pareva di no. 
Tornò a interessarsi alla discussione del suo tavolo, alzando di tanto in tanto gli occhi verso la fila. 
Alice era in compagnia di Chrissy Cunningham, la ragazza più popolare della scuola nonché capo delle cheerleader. Insieme formavano una strana coppia e nemmeno Eddie avrebbe mai immaginato di vedere una come Chrissy in compagnia di un topo da biblioteca come sembrava essere Alice. 
Le due si scambiavano battute mente cercavano di contenere le risate, proprio come due buone amiche che si conoscono dall'infanzia. 
Il ragazzo le vide sedersi al tavolo della squadra, dove non c'erano che quattro giocatori e un paio di cheerleader. 
Entrambe mangiarono continuando a parlare del più e del meno, finché non finirono quasi una mezz'ora dopo. Spostarono i vassoi in parte e continuarono a conversare. 
«Eddie, noi abbiamo finito. Che fai vieni?» chiese Dustin mettendogli una mano sulla spalla. 
Eddie trasalì e quasi imprecò per essere stato riportato alla realtà così bruscamente «Sì, sì vengo.» rispose. 
Recuperò il suo cestino e lo zaino che era stato malamente lasciato a terra. Prima di seguire Dustin e gli altri, con la coda dell'occhio guardò le due ragazze. Quello che vide gli sembrò talmente fuori posto da chiedersi se non avesse fumato altro al posto della solita sigaretta. 
Chrissy, dopo essersi guardata attorno con circospezione, allungò ad Alice dei contanti. Quest'ultima li prese senza batter ciglio, riponendoli subito della borsa. 
Una trattativa. Eddie ne era più che convinto. Dopotutto lui era un esperto, aveva visto quella stessa espressione di smarrimento e diffidenza più volte nel volto dei suoi clienti. Era inconfondibile. 
Chrissy in quel momento aveva avuto lo stesso atteggiamento di qualcuno che vuole nascondersi da sguardi indiscreti, forse per quel motivo si erano incontrate in mensa così tardi. 
Tuttavia a Eddie poco importava. Certo era una scena atipica soprattutto perché era coinvolta la ragazza più popolare della scuola, ma di certo non si sarebbe intromesso. Non era affar suo se lei faceva affari di chissà che tipo con la bibliotecaria. 
“Possibile che spacci?” si chiese il ragazzo passando affianco alle due per uscire dalla mensa.
Quasi gli venne da ridere all'idea. In più l'unico rifornitore in zona, conosciuto come Rick Spinello, non aveva altri tramiti a Hawkins se non lui, e di questo ne era certo. Quella lingua lunga non si sarebbe di certo fatto sfuggire il fatto di aver trattato con una ragazza. Ma non erano affari che lo riguardavano. No, non lo erano. Forse. 
Per un attimo gli sguardi di Chrissy ed Eddie si incrociarono, ma fu lei più svelta a distoglierlo evidentemente a disagio. Lui accelerò il passo e raggiunse Gareth che lo stava aspettando alla porta per ritornare verso le aule. 
Le lezioni del pomeriggio avevano sicuramente una qualche sorta di maleficio. Benché non fossero che un paio d'ore, il tempo scorreva con una lentezza disarmante. 
Eddie e Gareth non fecero altro che scambiarsi sguardi annoiato e biglietti con scritto 'Corroded Coffin' in varie grafie. Ogni volta che ne riceveva uno Gareth scuoteva la testa ed Eddie alzava gli occhi al soffitto. 
Non prestare attenzione era all'ordine del giorno per i due, ma Gareth non rischiava l'anno. Eddie dal canto suo era in una situazione piuttosto precaria e, sebbene la O'Donall's stesse chiudendo più di un occhio su gli ultimi voti, non gli era permesso di tirare la corda più del necessario. Per cui dopo un po' si rimise ad ascoltare quella lagna insopportabile e, visibilmente annoiato, decise persino di prendere qualche appunto. 
Quando il suono della campanella decretò il 'libera tutti', Eddie non poté non essere in prima fila. Attraversò insieme a Gareth i corridoi evitando gli altri studenti e, quando finalmente vide la luce del sole, si lasciò uscire un sonoro sospiro. 
Prima di tornare a casa, come sempre aspettarono gli altri ragazzi così da potersi salutare e darsi appuntamento per il giorno successivo. 
«Henderson, niente passaggio oggi?» chiese Eddie avvicinandosi all'amico. 
«Steve lavora e io ho da recuperare un D- in latino.»
«E quindi?» domando il ragazzo confuso. 
«Quindi devo studiare e aspettare Steve fino a questa sera. Andrò in biblioteca, poi se finirò presto potrò anche pensare al nuovo personaggio per la campagna.» disse Dustin sistemando lo zaino sulla schiena. 
«La biblioteca?» 
«Sì? Non hai detto tu che è sempre aperta?»
«Ah, sì. La tipa che ci lavora mi ha detto di sì.» disse Eddie come non ricordasse di avergli dato lui quell'informazione. 
Dustin allargò le braccia esasperato. A volte trovava difficile parlare con le persone più grandi di lui, soprattutto se questo si traduceva nel dover spiegare ogni concetto per filo e segno. 
«Hai bisogno di una mano?» chiese Eddie prendendo dalla tasca il pacchetto di sigarette. 
«In latino? Non credo che...»
«Con il personaggio. Devo pensarci anch'io. È da un po' che non sto dall'altra parte, magari insieme ce la sbrighiamo prima.» disse portando una sigaretta alle labbra. 
Il ragazzino ci pensò su qualche secondo, poi annuì. Avrebbe accettato anche solo per avere qualcuno che gli facesse compagnia. Eddie si propose di ospitarlo al caravan ma Dustin fu irremovibile, la biblioteca era il posto in cui riusciva a concentrarsi meglio, spiegò. Il ragazzo non osò obbiettare ed entrambi si diressero verso l'edificio di mattoni rossi poco distante. 
«Buongiorno, come poss- oh, guarda chi si rivede.» gli accolse una voce solare appena varcarono la porta. 
«Desolato come sempre vedo.» constatò Eddie guardandosi attorno. 
«Meglio per noi.» disse Dustin «Ciao Alice, che si dice oggi?»
«Il solito Dustin, nessuna novità degna di essere raccontata.» rispose lei alzando le spalle. 
Eddie guardò prima uno e poi l'altra, soffermandosi un po' più del necessario su Alice. 
«Henderson, come mai tutta questa confidenza?» chiese poi abbassandosi verso di lui come se non volesse essere sentito. 
«Dustin viene spesso qui.» rispose Alice «Mi ha anche detto della loro vittoria contro... Morpheus?»
«Morfius.» la corresse Eddie storcendo la bocca. 
I due ragazzi dopo aver compilato il foglio delle presenze con i loro nomi, si sedettero a uno dei tavoli della sala. Entrambi presero ciò che gli serviva dallo zaino: Dustin il libro di latino ed Eddie un quaderno su cui scarabocchiare. Magari il nuovo logo per la band a cui stava pensando da mesi. 
Tutto era incredibilmente silenzioso, oltre a loro si erano fermate solo altre due persone. 
Ogni volta che sentiva la porta aprirsi Eddie alzava lo sguardo. E ogni volta la voce di Alice dava il benvenuto all'utente, lo ringraziava, gli indicava un particolare scaffale o chiedeva di attendere in modo che potesse recuperare lei ciò di cui aveva bisogno. 
Quando passava di fianco a loro, lui abbassava lo sguardo, fingendo di essere concentrato sul foglio, poi lo rialzava e la ritrovava seduta a scrivere chissà cosa su un taccuino poco più piccolo di un quaderno. 
In tutto ciò avevano iniziato la compilazione delle schede dei loro futuri personaggi, disquisendo su quale razza o classe fosse più adatta e su quali armi dar loro come equipaggiamento; non accorgendosi del passare del tempo. 
«Ragazzi, scusate...» disse Alice affiancandosi al tavolo «La biblioteca tra poco deve chiudere.» spiegò parlando normalmente visto che erano gli ultimi rimasti. 
«Che ore sono?» chiese Dustin preoccupato. 
«Quasi le sette.» rispose Alice dopo aver guardato l'orologio sopra il bancone. 
«Oh, mannaggia. Steve sarà già qua fuori da un bel po'.» disse il ragazzino iniziando a raccogliere le sue cose, gettandole nello zaino alla rinfusa. 
«Dustin, calmo. Non è un dramma, Harrington può aspettare.» disse Eddie chiudendo il quaderno. A differenza dell'amico non si preoccupò di fare le cose di fretta. 
Dopo poco ritornarono all'ingresso, annotarono l'uscita e Dustin corse fuori salutando frettolosamente. 
«Quel ragazzino è veramente strano.» disse Alice guardando la porta «In senso buono intendo.»
«C'è un 'senso buono' nell'essere strani?» commentò Eddie. 
Alice non rispose, si limitò a guardarlo da sotto gli occhiali. Riordinò le poche cose sparse sul bancone e prese il suo taccuino. 
«Che cos'è?» domandò improvvisamente Eddie indicando ciò che aveva in mano «È tutta oggi che ci scrivi sopra.»
Alice sì accigliò, realizzando di esser stata spiata e di non essersene minimamente accorta. 
«Ci raccolgo le idee per un racconto.» disse lei aprendolo e sfogliando qualche pagina «Appunti e spunti per lo più.»
«Quindi scrivi, sei una scrittrice insomma. Interessante.» disse lui infilando le mani nelle tasche del giacchetto in jeans. 
«È l'unico modo per sfuggire alla monotonia di questa città. Sai, se mi passasse sopra la testa un drago o incontrassi un goblin ogni tanto, sarebbe diverso.» commentò Alice a occhi bassi. 
«Già.» rispose Eddie accorgendosi del cambio di tono nella voce della ragazza, come se in quelle parole si nascondesse della tristezza «Sarà meglio che vada. Non voglio farti chiudere tardi anche questa volta.» disse infine abbozzando un sorriso e salutandola prima di uscire dalla porta. 
Lei ricambiò il saluto e come sempre, alla chiusura, spense le luci e si fermò a guardare la biblioteca vuota.
In quel momento qualcosa si mosse nell'ombra, probabilmente un riflesso proveniente dall'esterno; e sebbene Alice pensasse con razionalità, in cuor suo desiderò fosse una di quelle strane creature saltata fuori proprio dai suoi racconti.
   
 
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