Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Heven Elphas    08/09/2009    5 recensioni
Sai, avevo scommesso tutto nel mio comportamento, sperando di uscire dall’istituto.
Avevo un piano preciso, in cui avevo calcolato che se facevo ciò che gli altri si aspettavano da me, allora mi avrebbero considerato guarito.
Poi, alla fine, è andata in questo squallido modo. Anche se dopo tutto non è che mi dispiaccia così tanto…
E tu puoi anche guardarmi e giocare con i tuoi meravigliosi capelli, tanto so che pure a te va bene così.
Dovresti aver appreso quello che, in qualche maniera, ha mandato a puttane tutto ciò che avevo programmato.
Sì, stupido egoista, lo hai capito bene anche tu.
E dai, non disturbarti nemmeno a beffarti del sottoscritto.
-Sei uno sciocco…
…ti sei innamorato di me.-
Ti amo…
Davie, un ragazzino di quindici anni sofferente di un disturbo schizoide di personalità, viene mandato in un istituto psichiatrico travestito da normale liceo. Ed è qui che incontra Emil, il gothic-boy che come un gas nocivo entrerà nella sua vita...
Perchè l'Amore vero, forse ha posto dove la Ragione non alberga...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
An INSANE and SICK Romance

 

An INSANE and SICK Romance

 

 

 

 

 

FOURTH CHAPTER -  THEY AREN’T MADS, BUT SURELY THEY’RE ALL A BUNCH OF FOOLS…

              

 

 

 

 

 

Sai, avevo scommesso tutto nel mio comportamento, sperando di uscire dall’istituto.

Avevo un piano preciso, in cui avevo calcolato che se facevo ciò che gli altri si aspettavano da me, allora mi avrebbero considerato guarito.

Poi, alla fine, è andata in questo squallido modo. Anche se dopo tutto non è che mi dispiaccia così tanto…

E tu puoi anche guardarmi e giocare con i tuoi meravigliosi capelli, tanto so che pure a te va bene così.

Dovresti aver appreso quello che, in qualche maniera, ha mandato a puttane tutto ciò che avevo programmato.

Sì, stupido egoista, lo hai capito bene anche tu.

E dai, non disturbarti nemmeno a beffarti del sottoscritto.

-Sei uno sciocco…

       …ti sei innamorato di me.-

                                                                    Ti amo…

                                                                                   Ti amo…

                                                                                                    Ti amo…

                                                                                                                      Ti amo…

 

 

* * *

 

 

Mio padre –quello naturale, non il caro Jeremy- mi ha sempre detto che far buon viso a cattivo gioco è una delle regole fondamentali per la sopravvivenza umana. Ho cercato di capire ed applicare questa sua strana legge di vita, senza mai riuscirci.

Non sono un attore e nemmeno uno stronzo provetto… Il solo pensare di dovermi forzare a fingere ciò che non provo, mi fa venire la nausea ed una specie di spossatezza.

Sorridere se non sono felice o scompisciarmi dalle risate se non avverto nessun divertimento… Trovo tutto ciò impossibile. E in verità pure da malati. Forse è per questo che, anche ora che sono davanti alla mia nuova classe del corso di letteratura, non riesco a muovere un solo muscolo facciale.

Penseranno tutti che io sia uno sbandato, così come lo credevano al mio ex-liceo.

Fanno molto caso alla tua espressione e al tuo vestiario, la prima volta che ti vedono. E se dai una brutta impressione, loro ti etichettano per il resto dei tuoi giorni.

La maggior parte delle persone qui dentro indossa la divisa, mentre c’è una minoranza che ancora vuole mantere un po’ di dignità e la evita. Io sono uno di quelli che di dignità non ne ha molta, ma di gusto nel vestiario ne possiede ancora un poco. Se solo dico che in questa classe c’è anche Emil con una giacchetta di velluto blu scuro con tanto di ghirigori floreali neri, non c’è bisogno di descrivere gli altri.

Eppure il nostro bel pavone sembra essere abbastanza apprezzato, dato che prima che il professore entrasse tutte le ragazze gli stavano attorno.

 

-…il vostro nuovo compagno Hill, viene da una scuola rinomata. Sarà vostro dovere farlo sentire a suo agio qui.-

 

La voce dell’insegnante si disperde nell’aula, mentre incrocio lo sguardo del gothic-boy che sorride come suo solito. Da quando ieri siamo tornati dalla cena non ha più cercato di farmi parlare, ma si è dedicato ad un’esagerata cura personale.

Dico, ha passato un’ora a stirarsi i capelli e sistemarsi le sopracciglia… Le sopracciglia! Infatti a guardarle bene oggi, si vede che le tiene molto curate, se non fosse anche per l’eyeliner che si è messo per dar loro una forma migliore. Certo che deve davvero essere fuori di testa.

 

-Prego, Hill, se vuoi prendere posto là accanto a Filmore…-

 

Per fortuna il professore mi fa distogliere l’attenzione dal mio compagno di stanza e posso catapultarmi in fondo alla classe, nell’unico posto vuoto. Sospiro appoggiando la cartella a terra e la ragazza al mio fianco mi fa l’occhiolino mentre estrae il manuale.

Senza troppi convenevoli, io tiro fuori un foglio e una biro e mi metto a scrivere roba a caso non ascoltando la lezione. Non m’importa molto di quello che dice quel vecchio pieno di rughe, di certo lui “Camera con vista” l’ha letto appena è stato pubblicato. E se proprio bisogna studiare Forster, che almeno ci facciano leggere “Maurice”.

Perso nei miei pensieri e nella stesura di uno stupido racconto, non mi accorgo del passare delle due ore e la campanella trilla allegramente. Filmore si alza e scappa fuori dalla classe a tutta velocità, piangendo come se avesse scoperto che sua madre sia morta all’improvviso.

Resto come uno stoccafisso a guardare la porta, ma subito qualcuno mi si piazza davanti spargendo profumo dappertutto.

 

-Non far caso a ciò che accade, qui sono tutti folli. Allora mon rose… Che hai stabilito di fare nell’ora libera che abbiamo adesso?-

 

Alzo gli occhi incontrando quelli blu di Burney, che tutto ricurvo se ne sta a fissarmi come un avvoltoio. Mi limito a sbuffare prendendo la mia roba, per poi incamminarmi con lui a fianco per il corridoio. Tutti ci guardano, forse attirati questa volta dallo strano cappello ottocentesco del mio accompagnatore.

 

-Pensavo di stravaccarmi sul letto e non muovere un solo muscolo fino a pranzo. Non dirmi che tu hai idee migliori.-

 

-Non ci vuol molto ad averne…-

 

Sogghignandolo, si infila in un corridoio e gli sto dietro senza saperne il motivo, lasciando alle spalle la gente che corre in giro per raggiungere il proprio corso. Vedo la giacca di Emil svolazzarmi davanti quando intraprende una scala a chiocciola vagamente stretta che porta ad una terrazza affacciata sul cortile esterno.

L’osservo sedersi sulle piastrelle grigiastre, per accendesi una sigaretta tutto concentrato sul panorama che ci si prospetta davanti. Io resto in piedi senza nemmeno appoggiarmi al muro, voltandomi a guardare cosa c’è di tanto interessante.

Eppure davanti a noi c’è solo un muro di mattoni che si estende lungo il perimetro dell’istituto… Null’altro, se non i tetti della città. Davvero desolante come scenario.

 

-Vedi, Davy-boy…? Questo è molto meglio che giacere in camera.-

 

Sussurra all’improvviso buttando fuori il fumo, ancora perso a rimirare qualcosa che per me è meno attraente di un piatto di erbette cotte. Così decido di prendere posto al suo fianco, accettando la sigaretta che mi passa e prendendone una boccata.

Lui ridacchia un attimo, prima di appoggiarsi al muro ed allungare le gambe così che il suo ginocchio picchi contro il mio piede. Mi volto a guardarlo accorgendomi che mi sta fissando come se volesse mangiarmi con gli occhi.

Per un momento il mio cuore accelera, ma subito dopo mi sento estraniato da tutto ed è come se lui fosse in un altro mondo che non è quello reale. D’altronde è impossibile che qualcuno s’interessi a me… Lui che è così bello, poi. Come puo’ guardarmi in quel modo?

 

-Questo posto finirà col farci diventare matti.-

 

-Lo diventeremmo ovunque.-

 

Dicendolo mi alzo e mi appoggio alla ringhiera, cercando di capire che sta facendo la ragazza che corre attorno all’aiuola ridendo. Beh, almeno lei è felice per qualche motivo. Io, che dovrei esserlo, dato che sto accanto ad un essere talmente bello, continuo a non provare nulla. Non so se dovrei rattistarmi… Però anche ciò mi riesce impossibile.

Dietro di me sento una risata davvero piacevole ed Emil si mette al mio fianco, passandomi il braccio dietro le spalle mentre si riprende la sigaretta.

 

-Uno come te sarebbe l’ideale, mon fleur…-

 

Le sue parole si disperdono con il fumo che lascia le sue labbra, come se non avessero avuto il peso che si dovrebbe dar loro. Per me non è poi così importante ciò che Emil mi ha appena detto, forse perché non me ne infischia molto di essere elogiato. Non sento nulla…

È una cosa che dovrebbe darmi sui nervi, ma a cui ormai ho fatto l’abitudine. Pure nei momenti più belli della mia vita non riesco a sentire qualcosa di più che uno sfuggevole batticuore, che viene subito surclassato dall’insensibilità totale.

Penoso. Davvero penoso…

Se non fossi così pietoso, d’altronde non sarei qui a lamentarmi del mio essere indolente alla vicinanza di uno dei più bei ragazzi su cui il mio sguardo si sia mai posato.

Il suddetto ragazzo intanto fa scivolare il braccio lungo la mia schiena e lo scosta per farsi leva nel sedersi sulla balaustra. Non distolgo gli occhi dalla tipa che ora un docente –o un dottore, o un assistente sociale-  ha avvicinato e sta cercando di trascinare via dai giardinetti. Lei imperterrita ride contenta e si mette a giocare a ‘guardie e ladri’, inseguita da quell’altro che le inveisce contro.

Emil si mette a ridere e si toglie il cappello iniziando a giocarci, mentre osserva la scenetta in modo davvero divertito. Una sorta di scintilla di follia gli guizza negli occhi, ma viene subito sostituita da un’euforia quasi infantile.

 

-La stimo, a volte… Fa tutto il contrario di ciò che le dicono per vedere gli altri impazzire.-

 

-La conosci?-

 

Spinto da qualcosa che non è nemmeno curiosità, ma forse una sorta di indiscrezione, provo a domandarlo. Lui allora si rimette il copricapo e piega la testa in segno di conferma, continuando a guardare la podista.

Io seguo con lo sguardo i suoi lineamenti degni di una scultura marmorea del Bernini, tracciando poi una linea immaginaria lungo il suo naso ben dritto. Noto così un’espressione assolutamente priva di quella stima di cui farnetica.

Semplicemente mi sembra pura smania, condita con un pizzico d’invidia che proprio non riesco a spiegarmi.

 

-Jane Brooks… Disturbo antisociale, se non erro. Si diverte tanto a non rispettare affatto tutte le regole di CapGrass. Le piace attirare l’attenzione su di sé. Ed io…-

 

Lasciando la frase sospesa, salta sul pavimento e fa una giravolta allargando le braccia in modo teatrale. Mi volto a guardarlo e lui ancora sghignazza, affascinante come pochi.

 

-…odio gli esibizionisti.-

 

Se fossi stato in un fumetto probabilmente ora un soffio di vento avrebbe attraversato il desolante silenzio. Io sarei sbiancato totalmente, rimanendo immobile davanti ad un Emil super-deformed intento ad annuire della sua esclamazione, circondato pure da stelline brillantinose.

Ma anche se non siamo in un manga, la mia reazione rimane la stessa ed il colore della mia faccia non dev’essere molto diverso da quello di un foglio. Non posso credere che mi abbia appena detto di odiare gli esibizionisti.

Dico, ma s’è mai visto? Forse è davvero completamente pazzo. E cieco, soprattutto…

Confermando il tutto, Burney si pavoneggia abilmente davanti ai miei occhi, gettando il mozzicone a terra e calpestandolo con le scarpe nere verniciate. Poi mi sorride e si sposta i capelli dal viso con un movimento della testa rapido, ma aggraziato.

Ed ecco che si mette a canticchiare “Heroes”, facendo un collegamento ben azzeccato sulla ‘teoria del pavone’. Scommetto che David Bowie è uno dei suoi cantanti preferiti, più per la trasgressività e l’esibizionismo che per il talento musicale.

 

-Ti piace Bowie?-

 

Oso fare un’altra domanda e lui alza la voce a “…and I! I will be king!”, quasi volesse essere una conferma. Poi mi fa un cenno facendomi intendere che vuole sapere se piace anche a me, tra l’altro non smettendo di mugugnare la canzone.

 

-Poco.-

 

Lui ridacchia e si rimette a sedere a terra, riprendendo l’ispezione del muro continuando però ad intonare quella musichetta evergreen. Sbuffo annoiato e vengo attirato da una risata inquietante proveniente dal cortile, che mi costringe ad affacciarmi ancora alla balaustra.

Brooks è stata presa e ora due adulti la stanno trascinando verso l’edificio adibito agli studi degli psichiatri. Una scena alquanto triste, ma che non mi tocca affatto… D’altronde dovrebbe sapere che se si è qui per curarsi, bisogna fare ciò che ci dicono. Mettersi a fare la cretina attorno ad un’aiuola non è molto furbo. Non l’ha calcolato…?

Per un attimo si volta a guardare anche lei il muro e lancia uno strano urlo, un po’ come lo slogan di una manifestazione. Il problema è che non riesco a sentire bene le parole e quindi resto all’oscuro del motivo della sua azione.

Non che me ne freghi qualcosa, sopravvivo benissimo anche senza.

 

-Che ne pensi, Davy-boy? La trovi malata?-

 

Non stacco lo sguardo dal gruppetto ed alzo le spalle lasciando Emil in attesa di una risposta. La porta dell’edificio viene sbattuta e le risate scompaiono insieme a Brooks, lasciando il mio petto vuoto come il cortile davanti a me.

Non sono sicuro di ciò che penso riguardo il comportamento di quella ragazza, se non che lo trovo stupido. Ma non da malata, come ha detto il gothic-boy… È come se non considerassi tanto grave il suo voler creare scompiglio, non tanto da rinchiuderla qua dentro come se fosse una psicopatica.

Siamo davvero circondati da gente così insofferente da volerci mandare in un istituto di correzione mentale? Ce lo meritiamo davvero questo posto?

Mi rivolgo verso Emil, ma è ancora concentrato sulla parete perimetrale di Capgrass. E lui con il suo sguardo intelligente e il suo viso perfetto, mi fa dubitare ulteriormente riguardo l’infermità mentale di tutta questa gente.

 

-No… Io non la trovo malata. Nessuno… Non trovo malato nessuno.-

 

Sogghigna, cinico e vagamente crudele, come se mi credesse sciocco. Poi si lascia scivolare sul pavimento fin quasi a sdraiarsi, facendosi cadere il cappello sul volto ed impedendomi così di osservarlo.

Si fa passare le lunghe e pallide dita fra i capelli e poi s’immobilizza in quell’assurda ed innaturale posizione. Mi fa venire quasi il nervoso, che per un attimo sento tirarmi i nervi delle mani che vorrei davvero mettergli addosso…

Ma niente risse, Davie. Niente risse…

 

-Sei così penosamente indulgente, mon roseDavvero l’ideale.-

 

Lo adocchio allibito e stringo i pugni, non sapendo se la sua affermazione sia da prendere come un complimento od un insulto. Riesco a malapena a trattenermi dal fare a botte, pensando più e più volte che da ciò dipende la durata della mia permanenza in questo stupido posto.

Più starò tranquillo e dimostrerò la mia sanità, meno tempo passerò qui dentro. A differenza di Brooks, so come devo comportarmi per non condannare la mia esistenza.

Poi, senza aspettare troppo, la rabbia passa da sola e lascia il posto ad una nuova atterrente apatia. Così mi litimito ad osservare Emil finchè la campanella della pausa pranzo suona e rimbomba per tutta la scuola, come un grido straziante nel mutismo che si era creato.

Burney si alza e sbuffa, indicandomi la porta per rientrare prima di intraprenderla egli stesso. Lo seguo senza che tra di noi ci sia un altro scambio di parole, cosa che per altro il mio petto non sembra gradire dal momento che inizia a contorcersi per qualche secondo.

La giacca del gothic-boy mi sfiora appena mentre svoltiamo l’angolo per ritrovarci immersi nella ressa che si dirige alla mensa. Lui accelera il passo e mi lascia sulla porta a guardarmi in giro.

Stare da solo non mi è mai dispiaciuto e se qualcuno potrebbe pensare che senta la mancanza di quell’esibizionista, allora si sbaglia di grosso. Da quando si è allontanato mi sembra quasi di aver ripreso a respirare…

Decido comunque che pranzare con Julian e Martin non sarebbe una brutta idea, più che tutto per dare l’impressione che io stia socializzando volentieri. Così mi avvicino a loro, che mi accolgono sorridenti –Price da dietro il libro di fisica-.

 

-Posso stare con voi, ragazzi? Non sopporto di pranzare da solo…-

 

 

 

 

 

 

---------------------------------

 

Ciao a tutti quanti!!! <3

Questa volta ho fatto più in fretta a postare, anche perché il capitolo ce l’ho pronto da un po’!

 

Questa volta nel capitolo ci sono solo Davie ed Emil su una terrazza e nessun altro dei loro compagni di stanza! Poteva succedere qualcosa, dato che erano da soli, ma a quanto pare sono due cretini e non si cagano più di tanto!

L’attenzione dei due è più diretta al muro dell’istituto e alla ragazza che continua a correre nei giardinetti. XD Che gente… Sono lì da soli e nemmeno pensano a quante cosine potrebbero fare!

 

Ma lasciamo perdere quei deficienti dei due protagonisti!

Ho deciso di mettervi i disegni dei personaggi principali che compaiono nella storia, così per farvi un’idea di come sono… E più che tutto mi son divertita a disegnarli!! XD Quindi perché non postarl?!

Oggi inizio con il nostro caro Davy-boy, che si merita la prima pubblicazione dato che è il protagonista. U__U (Se ci cliccate sopra potrete vederlo!)

Spero sia di vostro gradimento… ^__^

 

- Davie-

Intanto ringrazio sempre chi mi lascia delle recensioni che sono sempre ben accette!

 

cry_chan: Sì, Emil chiamerà spesso Davie mon fleur o mon rose… XD Mi divertiva questa cosa!! Comunque sì, sono sempre più felice che continui a piacerti la storia e ti diverta anche!! Ciao ciao!!

 

Purisun: Ciao! Son contenta che la storia ti sia piaciuta da subito e che Emil sia entrato nelle tue grazie .cosa che lo renderà molto fiero-. Per quanto riguarda Martin, non avevo pensato a Peter Minus, però hai anche ragione che continuare a dire che è un topo fa pensare a lui!! XD E per quanto riguarda il thè, è il male… è il nuovo assenzio degli artisti! XD Bye!

 

MilleFoglie: Heilà! Ti rispondo anche se ci siamo sentite su msn, ma vabbè! Spero che l’immaginetta di Davie ti piaccia, dato che avevo detto che l’avrei postata!! Ci si sente…

 

 

Sempre mille grazie a chi mi continua a seguire ed aggiungere tra le preferite e le seguite!

 

1 - Broccolo [Contatta]
2 - cry_chan
[Contatta]
3 - Isuzu
[Contatta]
4 - noriko
[Contatta]
5 - ruki89
[Contatta]
6 - ShikabaneHime
[Contatta]

 

1 - AndyKodoku [Contatta]
2 - damis
[Contatta]
3 - Higasi
[Contatta]
4 - Idril Inglorion
[Contatta]
5 - ladidely
[Contatta]
6 - MangakA_BakA
[Contatta]
7 - Mitsubachan
[Contatta]
8 - Pepy
[Contatta]
9 - Purinsun
[Contatta]
10 - Rebellious_Angel
[Contatta]
11 - ruki89
[Contatta]
12 - tatyna
[Contatta]
13 - theblackwitch
[Contatta]
14 - Tifawow
[Contatta]
15 - twy
[Contatta]
16 - Vietnam Glam
[Contatta]

 

 

 

 

A presto! Per chi volesse fare quattro chiacchiere il mio contatto msn è miky.belial@live.it

 

 

 

XOXO

 

Miky

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Heven Elphas