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Autore: Lartisteconfuse    05/08/2022    1 recensioni
Bakugou Katsuki si trasferisce in una cittadina e fa la conoscenza di Midoriya Izuku, Kirishima Eijirou e Todoroki Shouto. All'apparenza sembra tutto normale, ma più il tempo passa vicino ai tre ragazzi e soprattutto accanto a Izuku e più la sua realtà inizierà ad essere stravolta dai fantasmi di un lontano passato.
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Questa storia è una bakudeku e kiritodo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Shouto Todoroki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Salveee
Mi dispiace che non pubblico più di frequente ma sono impegnata e non ho molto tempo e occasione per potermi dedicare alle storie che ho in corso, faccio del mio meglio
Comunque ecco a voi il capitolo, ditemi pure cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere!


Nei giorni seguenti Katsuki era più scostante del solito, evitava tutti e restava a lungo chiuso nella sua camera senza dare segni di vita. 
Evitava di parlare sia con i suoi genitori, che provavano ogni giorno a chiedergli cosa fosse successo e come stesse, sia con Izuku, che a scuola o durante i pomeriggi veniva a trovarlo. Se con i genitori Katsuki se ne andava proprio, provocando l’irritazione soprattutto della madre, con Izuku rimaneva in silenzio accanto a lui e lasciava che fosse lui a parlare.
Izuku sapeva cosa aveva il biondo ed era paziente, non si offendeva per il suo strano comportamento. 
L'unica cosa che non sembrava essere intaccata dal repentino cambio di Katsuki era la scuola. Il ragazzo continuava a studiare come al solito se non meglio. La ragione era che Katsuki doveva tenersi occupato.  
Sentiva di star impazzendo sempre più e sapeva che il suo comportamento stava facendo irritare e preoccupare gli altri, ma era sommerso da tutto ciò che sentiva e vedeva e prima di uscire allo scoperto voleva vederci chiaro.  
Ovviamente il piano stava fallendo miseramente e i giorni passavano senza che lui arrivasse a una conclusione, anzi, la situazione sembrava peggiorare. Un'idea gli era arrivata alla mente piano piano. Aveva ancora molti dubbi su quello che vedeva, ma aveva formulato quell'idea e, se l'avesse detta ad alta voce, si sarebbe dato del pazzo da solo, ma non riusciva a togliersela dalla testa.  
Un giorno si ritrovò a passeggiare vicino al porto, da solo. Ai suoi genitori aveva detto che era uscito con degli amici, ma in realtà non aveva chiamato nessuno. 
"Bakugou!!" Al sentirsi chiamare si voltò e vide Kaminari corrergli incontro, mentre i suoi genitori restarono indietro. Katsuki fece loro un cenno di saluto per poi salutare il suo amico.
“Che ci fai qui?” domandò Kaminari. Era stupito di vedere Bakugou in quel posto da solo. Dalla festa di carnevale si era allontanato da tutti e a malapena parlava con loro in classe, mentre nel resto delle giornate non si faceva né sentire e né vedere, quindi incontrarlo al porto a gironzolare da solo lo aveva davvero colto di sorpresa.
Katsuki alzò le spalle, non sapendo cosa dire.
Dopo un po’ di silenzio imbarazzante Kaminari decise di parlare e guardò Katsuki con un sorriso."Ti sembrerà una richiesta strana, ma vuoi venire al cimitero con noi?"
Katsuki lo guardò accigliato. "Al cimitero?"
Kaminari rise. "Sì, stiamo andando a trovare i miei nonni, però ho pensato che volessi vedere le tombe dei tuoi antenati. Hanno una zona tutta loro come lo stesso vale per i Midoriya."
"Davvero?” Non aveva mai pensato che potessero essere al cimitero.
"Quindi vieni?"
"Va bene."
I due raggiunsero i genitori di Kaminari e insieme si incamminarono verso il cimitero.
Il cimitero si trovava fuori dalla cittadina, la strada era pianeggiante e costeggiava la riva a sinistra e una distesa di campo verde a destra.
Prima del cimitero si vide spuntare una chiesetta antica e dall'aria trascurata.
"Quella chiesa è stata abbandonata da anni, ci sono tante storie che le aleggiano intorno" bisbigliò Kaminari. "Si dice che un gruppo di persone incappucciate ci facciano riti satanici o che invece sia piena di spettri antichi, che si manifestano sempre a mezzanotte."
"Mpf, cazzate" rispose Katsuki bisbigliando per non farsi sentire dai genitori dell’amico.
All'altezza della chiesetta, la strada faceva una curva e appena girato l'angolo si scorse il cimitero.
I ragazzi si separarono dai genitori di Kaminari e Katsuki seguì l'amico sulla strada ciottolata.
C'erano un silenzio e un'immobilità irreale.
"Per di qua" mormorò Kaminari e si fermò davanti a un muro. "Qui sono sepolti i Midoriya, laggiù i Bakugou."
Katsuki entrò prima nella zona dedicata alla famiglia Midoriya.
Come trascinato da una forza invisibile, Katsuki superò con sicurezza le tombe più recenti fino a fermarsi a una in particolare.
 
Midoriya Izuku N. 15 Luglio 1874 M. 24 Aprile 1893

"Mi fa un effetto strano" commentò Kaminari alle sue spalle.
Katsuki non rispose ma fissava il nome scritto in oro con occhi spalancati. Dentro di sé aveva iniziato a sentire un malessere che cresceva sempre di più. Immagini dell’incubo in cui Izuku moriva si presentarono subito alla mente. 
"Izuku ha la stessa età in cui è morto" mormorò.
Kaminari al suo fianco fece uno strano verso. "Ma Bakugou che vai a pensare!"
Katsuki si schiarì la voce. "È inquietante, ecco tutto. Pensare che Izuku ne ha anche lo stesso volto...chissà come è morto. "
Kaminari fece spallucce. "Si dice per una malattia."
"Sì, questo lo so, ma…" si fermò un attimo riflettendo. "Con lui c'era…c’era Katsuki giusto?" Era così strano pronunciare il suo stesso nome ma riferendosi a un’altra persona.
"Sì, erano scappati insieme."
Katsuki osservò di nuovo la lapide e sbarrò gli occhi. Guardò Kaminari che si era allontanato e canticchiava una canzone mentre girava tra le tombe con passo sicuro. “Vieni, andiamo dai tuoi antenati.”
Katsuki lanciò un’altra occhiata alla lapide. Izuku aveva detto di essere nato il 15 Luglio per caso?
Katsuki raggiunse Kaminari nella sezione dei Bakugou. C’erano molte tombe, più di quante si era aspettato, e gli fece uno strano effetto pensare che quelli fossero tutti suoi parenti. 
La più vicina era anche la più recente e aveva una foto a colori di una signora sorridente e dal volto gentile. L’ultima discendete.
Katsuki si allontanò per passare oltre, gli occhi leggevano rapidi i nomi per trovare il suo. 
Alla fine fu Kaminari a indicarglielo:

 Bakugou Katsuki N. 20 Aprile 1874 M. 10 Giugno 1896

"Eccoti qui!" esclamò Kaminari.
"Come?" 
L'amico lo guardò ridendo. "Dai hai capito. Bakugou Katsuki, hai il suo stesso nome...Era solo una battuta."
"Ah, sì" Katsuki rise forzatamente.
"Qui c'è Todoroki. Non so perché abbiano deciso di seppellirlo qui.” Kaminari indicò una tomba più in fondo. 
“Forse perché era considerato come uno di famiglia” commentò Katsuki mentre si avvicinava. Kaminari alzò le spalle. “Non lo so, di lui non si sa molto e aveva una moglie. Infatti tutti gli altri suoi parenti non si trovano nemmeno qui, ma nella città vicino.”

Todoroki Shouto N. 11 Gennaio 1874 M. 6 Ottobre 1894

A differenza di Katsuki e Izuku, che si erano innamorati come i loro predecessori Todoroki non aveva seguito quello schema. Non aveva nessuna ragazza, ma Kirishima. Dentro di lui, Katsuki sentì che ci stava qualcosa che non quadrava. 
"I miei dovrebbero aver fatto, penso. Torniamo indietro?"
Katsuki lanciò un'ultima occhiata alla tomba con il nome di Todoroki scritto sopra. 
Quando uscirono evitò di far notare a Kaminari che anche i giorni di nascita di tutti e tre coincidevano.
Katsuki tornò a casa con ancora più domande in testa, dubbi e paure, che in quegli ultimi giorni continuavano a tormentarlo.

***

E un pomeriggio di metà marzo arrivò la risposta. 
Stava girovagando per casa ed era finito nella biblioteca. Era una stanza colma di libri vecchi e dai più disparati argomenti. A quanto gli aveva detto suo padre, la vecchia proprietaria era un’appassionata collezionatrice e aveva ampliato ancora di più la biblioteca di famiglia. 
Molti libri, infatti, erano così vecchi che Katsuki aveva paura solo a pensare di prenderli in mano, spaventato che si potessero sbriciolare.
Arrivò vicino a una scrivania, posta sotto la finestra e si sedette sulla sedia. Notò che la scrivania avesse dei cassetti e li aprì. Trovò solo cartacce, vecchi post it, appunti, ma quando arrivò al terzo un piccolo libriccino catturò il suo interesse. Aveva la copertina in pelle, di un colore rosso carminio, ed era abbastanza consumato. 
Lo aprì e sulla prima pagina lesse: Todoroki Shouto. 
Spalancò gli occhi per la sorpresa. Quello era il diario di Shouto e dato che lo aveva trovato in quel cassetto, sicuramente era stato d’interesse per la vecchia proprietaria. 
Lo aprì e iniziò a leggere.

***

Katsuki aveva il cuore a mille, faticava a respirare e gli occhi si erano inumiditi.  Chiuse il diario e sempre tenendolo stretto in mano si alzò dalla sedia e corse fuori. Uscì in cortile e si inoltrò nel bosco per raggiungere quell’albero che tante volte era andato a vedere senza però avere il coraggio di scalare.  
Sapendo bene dove mettere i piedi, si arrampicò sul vecchio albero e atterrò dalla parte opposta del muro, correndo con sicurezza in mezzo alla parte di bosco che apparteneva ai Midoriya.   
Uscì dal bosco e senza fermarsi andò fino all’entrata della villa, suonò con insistenza il campanello. 
Venne ad aprire la madre di Izuku, Inko, che lo guardò sorpresa e preoccupato per il suo stato. “Katsuki stai bene?” 
“Dov’è Izuku?” domandò a fatica, ormai le lacrime avevano iniziato a scendere sul volto. 
“È in camera sua, penso che si sia fatto la doccia, ma Katsuki…” Il ragazzo non la fece finire di parlare, la oltrepassò e fece gli scalini due a due per raggiungere prima la camera di Izuku.  
Spalancò la porta senza bussare e trovò il ragazzo che si stava infilando la maglietta.  
“Kacchan?” 
“Non mi hai detto nulla!” disse con voce rotta, alzando poi il diario di Todoroki Shouto che teneva ancora stretto in mano. “Nulla!” 
Izuku spalancò gli occhi al riconoscere il diario e andò verso il biondo. Lo spinse un po’ più dentro la stanza per poter chiudere la porta, girando la chiave nella toppa.  
Katsuki piangeva senza controllo, la testa scoppiava per tutto quello che stava vivendo. 
“Nulla” ripeté. “Mi hai mentito.” 
“No, no.” Izuku gli si mise davanti e portò le mani sulle sue guance. Gli fece abbassare la testa per poterlo guardare negli occhi. “Non ti ho mentito, solo non potevo dirti nulla.” 
“Perché? Io ti raccontavo tutto e tu non hai mai detto nulla!” la voce si era alzata di tono, rabbiosa. “Hai fatto finta di niente e hai continuato a farmi credere di essere pazzo.” 
“Kacchan abbassa la voce” lo implorò Izuku, preoccupato che i suoi genitori venissero a vedere cosa stava succedendo.  
“Non me ne importa niente! Voglio una spiegazione!” Katsuki non si era mai arrabbiato con Izuku. Invece in quel momento era furioso e quello che più lo addolorava era che quella rabbia era diretta verso di lui. 
Katsuki guardava l’altro con occhi nuovi o meglio con una vecchia consapevolezza, che però lo stava anche facendo soffrire incredibilmente, perché tutta la sofferenza che aveva provato stava tornando e lo stava sommergendo sempre più.  
Si sentiva spezzato, diviso a metà, tutto si sovrapponeva e si mischiava. Non sapeva più a cosa credere e chi fosse.  
"Se ti siedi ti dirò tutto, inutile restare in piedi." Izuku gli fece cenno di sedersi sul letto e lo anticipò, poi aspettò che lo imitasse. 
Riluttante Katsuki si sedette, ma lasciò un po' di spazio tra lui e Izuku, che non passò inosservato agli occhi dell'altro. 
"Bene, cominciamo." 
Izuku parlò a lungo e finalmente si liberò di tutto quello che si portava dentro da molto tempo, anche da prima di incontrarsi con Katsuki. 
Il biondo lo ascoltò senza interrompere con un'espressione imperturbabile in volto.
Quando Izuku ebbe concluso il suo racconto ci fu un lungo silenzio. Il ragazzo aspettava che fosse Katsuki a parlare per primo, ma l'altro non sembrava intenzionato.  
"Penso che mi serva un po' di tempo per riflettere." 
Izuku fermò Katsuki che si era alzato, tirandolo per la manica della maglietta.  "Kacchan…" 
Katsuki si scrollò la mano di dosso e si liberò. Non si voltò a guardare Izuku, era troppo difficile e doloroso farlo. Adesso non sarebbe riuscito a guardarlo con gli stessi occhi. "Stiamo lontani. Per un po'," disse. Queste parole provocarono un brivido freddo lungo la schiena di Izuku, che spalancò gli occhi in preda al panico.  
"No, Kacchan...io ti ho spiegato tutto. Per favore perdonami ma hai capito perché l’ho fatto." 
"Non è facile Izuku!" 
"Lo so, lo so che non lo è ma…" 
"No, tu non lo sai!" urlò Katsuki. "Tu non lo sai, perché tu te ne sei andato, io sono rimasto. Tu non c'eri dopo, non hai vissuto quello che ho vissuto io. Non puoi capire cosa tutto questo mi sta provocando. Non puoi!" 
Izuku fu preso in contropiede da quelle parole. Non aveva mai pensato al fatto che le loro vite fossero state diverse e che l'impatto con la realtà sarebbe stato diverso, ma Katsuki aveva ragione. Lui non poteva capire quello che il biondo stava provando in quel momento. Lui quello che era successo dopo lo aveva saputo solo sotto forma di racconti e letture, non lo aveva vissuto.  Si ritrasse e permise a Katsuki di uscire dalla sua camera, ma non poté evitare di far cadere le lacrime.  
Era di nuovo solo.

Note: Dal prossimo capitolo ci sarà quello che Izuku ha raccontato a Katsuki con taaaante innacuuratezze storiche ma a noi non importa vero???? ahhaha 
   
 
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