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Autore: NightWatcher96    14/08/2022    1 recensioni
Izuku ha 13 anni, Katsuki 17. C'è una differenza di quattro anni tra di loro ma nonostante questo, Izuku proverà in tutti i modi a far capire a Katsuki che, indipendentemente dalla loro differenza di età, l'amore è sempre amore.
BakuDeku
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo compleanno di Izuku.

Arrivò l'incontro fortuito con All Might.

Arrivò il giorno in cui lui ottenne un Quirk, l'One for All e superò il test d'ingresso per la U.A.

Arrivò il momento in cui le sue speranze divennero realtà.

 

Nonostante quel giorno che Izuku avrebbe ricordato sempre come il più triste, Katsuki non era mai mancato ai suoi compleanni, anche quando era stato gravemente ferito.

Il verdino aveva sempre seguito le gesta eroiche, gli enormi risultati e aveva perfino creato una pagina dedicata a DynaMight.

Non si era mai veramente arreso: i suoi sentimenti erano cresciuti con il tempo fino a diventare un vero amore. Aveva atteso con grande impazienza diventare più grande e ora sentiva di avere una possibilità!

Izuku si prese un momento per guardare il suo costume.

Erano trascorsi diversi mesi e ne aveva davvero passate di tutti i colori per imparare a controllare il suo Quirk sotto la supervisione di All Might e ora poteva dire di sentirsi a un passo più vicino al suo obiettivo.

Improvvisamente, Katsuki non era più così distante.

«Midoriya, puoi venire un attimo?».

Il verdino sobbalzò all'improvvisa voce di Shota Aizawa. Gli cascò perfino il cellulare dalla mano. L'uomo sollevò un sopracciglio per quell'eccesiva reazione, tuttavia andò subito al dunque.

«C'è un'agenzia che ha chiesto di te; dacci un'occhiata a proposito del tirocinio».

Ad Izuku brillarono gli occhi a tal punto che ignorò tutti gli altri compagni di classe della 1-A presenti nel dormitorio in quel momento. Seguì festoso Shota fino alla segreteria.

C'era un foglio su una scrivania e un telefono fisso.

«Se intendi accettare fallo subito. Perlomeno questo è ciò che mi hanno riferito, piccolo piantagrane» fece Shota.

Izuku annuì. Sul foglio c'era scritto il nome di un'Agenzia presumibilmente nuova che non conosceva. Scrisse ugualmente il suo nome e cognome: sperò, in cuor suo, che tutto quello non fosse solo un bel sogno.

Dopo un paio di giorni, Izuku ricevette la notizia dallo stesso Shota, che era stato selezionato dall'Agenzia nonostante questa avesse espresso richiesto di lui.

Ora il giovane di quindici anni si trovava dinanzi al punto preciso, con lo zaino sulle spalle e la valigetta contenente il suo costume all'interno.

Parlare della sua agitazione avrebbe richiesto un tempo infinito: Izuku aveva la pelle ricoperta da un freddo strato di sudore gelido. Inspirò a pieni polmoni e finalmente bussò al citofono.

Non successe nulla, nessuno rispose ma Izuku sentì un gracchiare proveniente dal piccolo altoparlante del quadrante con un paio di campanelli. Le porte scorrevoli si aprirono e lui, un po' incerto entrò.

La reception era minimalista e pulita, in stile moderno. Le mura avevano una nuance nera ma color pastello. Spuntavano dei poster di Pro Hero famosi di altri tempi.

«Midoriya Izuku?».

Il verdino guardò immediatamente in direzione di una rampa di scale che portava al piano superiore. I suoi occhi s'illuminarono radiosamente quando vide degli inconfondibili capelli rossi tutti impomatati.

«Red Riot!» esclamò festoso. «C-conosco tutto di lei! E' un Hero fortissimo e il suo Quirk è di indurimento!».

Eijiro Kirishima sbuffò una risata mentre teneva le mani sui fianchi. Come suo solito, scompigliò affettuosamente i capelli di Izuku che nel frattempo era arrossito per aver parlato troppo.

«Vieni con me. Il mio capo è ansioso di vederti ma non dirglielo!».

Izuku annuì mentre lo seguiva lungo la rampa di scale. Superarono un corridoio piastrellato di bianco, con delle vetrate che affacciavano sulla città e si fermarono dinanzi a una porta nera.

Eijiro bussò un paio di volte prima di entrare.

«E' qui» disse, poi si rivolse al verdino. «Prego, seguimi».

Izuku era eroso dall'eccitazione. Continuava a fantasticare su chi fosse il proprietario di quell'agenzia nuova, la Reddoguranada il cui nome era anche insolito. Il suo cuore non smetteva di galoppare, invece.

Quando si trovò dinanzi un Pro Hero, il Number One più giovane di sempre, i suoi occhi si spalancarono nello shock, a tal punto che gli cadde rumorosamente la valigetta dalla mano.

«Sei sorpreso di vedermi, nerd?».

Izuku si morse ferocemente il labbro inferiore, incredulo. Ora capiva il nome di quell'agenzia e quell'insistenza nell'accettare un unico tirocinante.

Katsuki Bakugo fece il giro della scrivania per appoggiarsi con il fondoschiena e incrociare le braccia. Izuku non si trattenne oltre: gli corse contro e lo abbracciò con foga.

«Vi conoscete?» domandò Eijiro, intenerito.

«E' il figlio dell'amica di mia madre. Lo ricorderai sicuramente: è quell'idiota che andò a salvare il potente DynaMight da un Villain fangoso».

«Ah! Ora ricordo!» esclamò il rosso. «Sei lo stesso Midoriya che al festival scolastico della U.A. sei arrivato primo anche se ti eri fracassato una gamba ed entrambe le braccia!».

Izuku si staccò da Katsuki con le guance rosse. Non aveva considerato che Eijiro fosse ancora lì!

«Beh, io vado. E' ora di pattugliare. Ci vediamo, Baku-bro! Ciao anche a te, Mido-bro!» e il rosso li lasciò da soli.

Katsuki inspirò dal naso, poi si sedette alla scrivania per leggere il curriculum di Izuku ancora una volta.

«Il tuo Quirk è forte e voglio che tu lavori nella mia agenzia, nerd» disse senza mezzi termini, intrecciando le dita sotto al mento.

Eppure, Izuku aveva una sola domanda in mente: «H-ho finalmente sedici anni! Ora puoi ricambiare i miei sentimenti?».

Il biondo rimase stupito da quella domanda. Era convinto che in svariati anni al piccolo nerd fosse passata la cotta e invece no. Sospirò senza il benché minimo sorriso.

«Dimenticami, Izuku. Non potrebbe funzionare».

Il verdino si avvicinò alla scrivania e ci sbatté su le mani. «Perché no? Ho aspettato quattro anni, Kacchan! Quattro! Sono abbastanza grande!».

«Sei ancora minorenne; che tipo di immagine darei se mi vedessero flirtare con te?».

Izuku ringhiò ma dovette riconoscere che Katsuki aveva ragione. Di certo un tipo così esuberante non si era mai preoccupato del parere delle persone, tuttavia si stava parlando del Number One Hero.

«S-sei innamorato di Kirishima-san?».

Katsuki non rispose. Izuku allora sospirò sconfitto mentre tornava a raccogliere la valigetta dal pavimento. Allungò la mano verso la maniglia.

«Oi, che stai facendo?».

«Me ne vado. Non credo che ti interessi il mio Quirk. Volevi solo vedermi alla fine e accertarti se mi fosse passata la fantasia su di te».

«Non ti azzardare ad aprire quella porta! Non stiamo parlando del fatto che volessi rivederti! Ma perché riconosco che sei abbastanza interessante e alla mia agenzia basti tu come tirocinante!» abbaiò il biondo, ancora seduto. «Chi rinuncerebbe alla possibilità di lavorare a stretto contatto con il Number One Hero?!».

Izuku tentennò ma il suo cuore si era appena fratturato e con esso anche la speranza alimentata in svariati anni. Scosse il capo furiosamente e l'aprì.

«DEKU!» chiamò Katsuki.

Il verdino non riuscì a fare che pochi passi prima che una violenta esplosione gli sbarrasse la strada. Il colpo preciso e potente irruppe in una vetrata e una pioggia di schegge e detriti squarciò l'apparente silenzio.

Il ragazzino tirò fuori la Black Whip per poter raccogliere i vetri più grossolani affinché nessuno si sarebbe potuto ferire in strada. Fece un lavoro magistrale e tempestivo, impeccabile.

Ciò, tuttavia, gli fece abbassare la guardia e ben presto si ritrovò inchiodato al muro dal forte e potente corpo di Katsuki.

«Lasciami! Non voglio lavorare per la tua agenzia! Farò il tirocinio da Mirio-san!».

«Deku, stai zitto un momento, porca puttana!» imprecò l'altro.

Passarono alcuni istanti per guardarsi. Izuku era furioso ma non poteva fare a meno di perdersi in quegli occhi tanto belli e scarlatti, mentre Katsuki imprimeva nella mente i lineamenti ancora fanciulli di un viso che da sempre lo aveva colpito.

«Sei troppo giovane, Deku...» sussurrò roco il biondo mentre si avvicinava.

Izuku voleva disperatamente quel bacio, lo desiderava ma il suo orgoglio gli chiedeva di voltare via la testa o di liberarsi con una ginocchiata allo stomaco.

Invece attese in silenzio mentre Katsuki premeva finalmente la sua bocca sulle sue piccole ed umide labbra.

Fu un bacio dolce, quasi malinconico ma lungo.

Katsuki lasciò la presa sui minuti polsi per lasciar drappeggiare le mani lungo il viso e il petto. Izuku gli avvolse le braccia intorno alla vita.

Quando si staccarono era solo un bisogno impellente di ingoiare ossigeno. Entrambi respiravano affannati ma non smettevano di guardarsi.

«Deku non possiamo...» sussurrò languido mentre gli carezzava una guancia.

«Kacchan...».

«Non sono innamorato di Capelli di Merda. Lui ha già un compagno. E' Denki».

Il verdino deglutì un po' sollevato tuttavia ciò portò i suoi occhi a gonfiarsi di lacrime. Caddero, quelle gocce salate, una dopo l'altra, tracciando strie trasparenti sulle guance.

Katsuki gli baciò dolcemente la fronte.

«Non voglio più aspettare, Kacchan...» ammise piano Izuku.

Abbassò la fronte contro il suo petto mentre piangeva in silenzio. «P-pensavo che così tu mi avresti accettato...».

«Izuku, perché io?».

«Perché Kacchan mi hai rubato il cuore dalla prima volta che mi hai salvato da quei bulli e mi hai sempre difeso. Sei sempre stato lì per me» rispose flebile Izuku. «Se non sei tu allora non andrà bene nessuno!».

Il biondo era altrettanto stanco di aspettare ma Izuku era minorenne e sarebbe stato sicuramente un guaio.

«Lavora per me, Izuku ed io ti aspetterò. Quando compirai diciotto anni sarai mio ma nel frattempo non ti permetterò di rifiutare la mia offerta di tirocinio» gli disse con una punta di malizia mentre gli alzava il viso con una mano.

Il verdino aveva un'espressione stupida, angelica e magnifica.

Le lacrime avevano reso talmente limpidi e lustri i suoi occhi che non poteva fare a meno di specchiarsi in essi e nuotare in un infinito amore puro e incontaminato.

Katsuki non resistette: di nuovo lo baciò ma stavolta con molta più passione.

«Va bene, Kacchan... aspettami. Ti farò innamorare di me!».

Il biondo lo lasciò andare per invitarlo a rientrare nel suo ufficio.

«Non ce n'è bisogno, Deku. Mi hai già fatto innamorare» sussurrò con un ghigno.

«Hai detto qualcosa, Kacchan?» domandò curioso l'altro.

«Parlavo della finestra. La farò riparare. Hai una discreta velocità ma ci lavoreremo» replicò Katsuki, con il solito ghigno sulle labbra.

Izuku sorrise angelicamente...

 

  
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