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Autore: NightWatcher96    14/08/2022    0 recensioni
Izuku ha 13 anni, Katsuki 17. C'è una differenza di quattro anni tra di loro ma nonostante questo, Izuku proverà in tutti i modi a far capire a Katsuki che, indipendentemente dalla loro differenza di età, l'amore è sempre amore.
BakuDeku
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Buonasera! Su YouTube, nella sezione "Short" si trovano molte idee. Così ho pensato di scrivere questa lunga One-Shot dove, indipendentemente dall'età, l'amore può superare ogni barriera.
Detto ciò, Enjoy!



 

Izuku guardò ancora una volta il suo Hero preferito di tutti i tempi: DynaMight.

Lo adorava a tal punto che aveva iniziato a scrivere un diario segreto dove annotava tutti i suoi pensieri decisamente peccaminosi e non da semplice FanBoy.

Katsuki Bakugo, l'Hero DynaMight era ancora un tirocinante presso l'Agenzia di Endeavor, tuttavia si era già fatto un nome come il più promettente e dalla bocca larga pulcino di Hero di tutti i tempi.

Izuku, inoltre, aveva una piccola fortuna: Katsuki viveva proprio in una villetta a pochi passi dal condominio in cui trascorreva le sue giornate con sua madre Inko.

I Bakugo erano delle persone squisite; Masaru sembrava un autentico benefattore, sempre pronto ad aiutare, Mitsuki invece era una donna forte e dal carattere esuberante.

Izuku ricordava che quando era più piccolo, a causa dei turni di lavoro di sua madre, i coniugi Bakugo si offrivano di tenerselo fino a che Inko non tornava.

Sua madre era un'infermiera, suo padre Hisashi era partito per lavoro negli Stati Uniti e non era mai più tornato. Izuku ci aveva perso le speranze ma non ne aveva sofferto; del resto, aveva intuito che l'uomo avesse abbandonato sia lui sia Inko.

Il motivo? Forse perché aveva scoperto che Izuku era nato come Quirkless.

«Ti piace quello lì? Ma sei scemo?».

Izuku scattò fuori dai suoi pensieri: un ragazzino della sua classe, la terza media, gli aveva preso il cellulare e stava urlando ai quattro venti la notizia.

«Ridammelo, Tanaka-kun! E poi sì, DynaMight è il mio Hero preferito!» replicò l'altro, con una punta di nervosismo nella voce.

Il ragazzo più alto e con i capelli capaci di diventare spire acuminate alzò semplicemente al soffitto il cellulare. Izuku iniziò perfino a saltellare ma senza successo.

«Sei uno sfigato» sbuffò dopo un po', perdendo il ghigno.

Sbatté con forza il cellulare contro il petto di Izuku un attimo prima che l'ennesimo giorno di scuola finisse.

-Stupido! Non capisci nulla!- pensò il verdino, mentre guardava un video in cui DynaMight salvava una bambina da un furgone fuori controllo...

 

 

Quel giorno, Izuku perse l'autobus per tornare a casa, il cellulare gli si scaricò spegnendosi, arrivò a casa per trovare l'ascensore rotta e per concludere, come ciliegina sulla torta, sua madre non era arrivata.

Izuku sospettò immediatamente che la donna sarebbe rincasata verso le tre del mattino.

Sconsolato, tornò fuori, mettendosi a camminare nervosamente avanti e indietro. Abbracciò lo zaino come ogni volta in cui era di malumore. Perché la vita gli remava contro in quel modo?

Come se i problemi non fossero già stati abbastanza, una goccia di pioggia gli piombò dispettosa sul naso. Izuku sollevò gli occhi al cielo: del sereno non c'era più traccia ma solo una marea uniforme di grigio.

Mentre si alzava il cancelletto di ferro alle sue spalle si chiuse per una forte folata di vento. Izuku spalancò la bocca.

«Sul serio?!» sbottò al nulla. «Davvero sono così sfigato da essermi anche chiuso fuori il palazzo? Sotto al temporale?! CAZZO!».

«Insolito sentirti imprecare, nerd».

Izuku si voltò con scatto felino. Dinanzi a lui, con un ombrello e l'uniforme della U.A. addosso c'era Katsuki. Era bellissimo, molto più alto di lui e con due occhi rossi incredibilmente stupendi.

«K-Kacchan!» squittì sorpreso Izuku.

L'altro gli avvicinò l'ombrello sulla testa con un ghigno. Non poté fare a meno di pensare che con i capelli bagnati sembrava proprio un topo caduto nell'acqua!

«Che ci fai qui fuori?» domandò Katsuki.

Izuku gli raccontò brevemente delle sue classiche disavventure mentre l'altro ascoltava e non faceva nulla per non ridergli in faccia. Alla fine, il più basso aveva le guance rosse e gonfie nell'imbarazzo.

«E t-tu? Che ci fai qui? N-non dovresti essere al tirocinio?».

«Sei proprio un Fanboy del cazzo, Deku» sbuffò il biondo mentre iniziava ad allontanarsi. «Ho finito. Per due settimane avrò gli orari normali al Liceo».

La pioggia tornò impetuosa a bagnargli la testa e il viso. Izuku si morse le labbra mentre guardava le sue scarpe ormai zuppe come la nera uniforme che indossava.

Katsuki aveva diciassette anni, lui ne avrebbe compiuti tredici a breve eppure...

Improvvisamente sollevò lo sguardo determinato e dischiuse la bocca, pronto per rivelare ciò che aveva capito da un po' di tempo ormai.

«Vuoi muoverti o no? Andiamo a casa mia, Deku».

Quella determinazione morì all'istante. Izuku non poteva dirlo. No... era davvero sconcertante anche per lui pensare anche solo di dire a Katsuki che ne era follemente innamorato!

Katsuki non si stupì di trovare la casa vuota. I suoi genitori, del resto, lavoravano. Suo padre era un architetto e sua madre una fashion designer molto famosa.

Izuku c'era stato molte volte a casa dei Bakugo ma ora non riusciva a smettere di tremare come una foglia, spaventato da qualche parola che goffamente sarebbe potuta uscire dalla sua bocca.

Si conosceva, quand'era nervoso o imbarazzato tendeva a non connettere bocca e cervello. In questo caso, perfino il cuore che galoppava feroce e pregno di sentimenti.

Un asciugamano gli atterrò dolcemente sulla testa.

Quel fiume di pensieri s'interruppe nel momento in cui Izuku sollevò lo sguardo e ne rimase folgorato. Katsuki era davvero bello e lo guardava con quello sguardo sempre così apparentemente ostile ma innegabilmente attraente.

Lui, in confronto, era un bamboccio con qualche fantasia orientata pure verso l'insolito.

«Vuoi qualcosa da bere?» chiese il biondo.

«K-Kacchan...».

L'altro che era di spalle e con le mani in tasca si voltò per guardarlo a tre quarti in silenziosa attesa. Izuku tremava ancor di più e si stava artigliando la divisa all'altezza del petto.

«Io... m-mi sono innamorato di te!».

Lo disse urlando, con le lacrime agli occhi e l'orgoglio che si spezzava sotto alla sua paura per un sicuro rifiuto. Ci pensò un tuono a spezzare quel pesante silenzio caduto improvvisamente.

Il rumore della pioggia che tamburellava sul tetto si fece più violento.

Katsuki si voltò completamente e con una mano gli fece una carezza.

«Guarda che lo so che sei innamorato di me, nerd» gli disse a un soffio dalle labbra e con sguardo quasi compiaciuto.

Izuku non accennava ad abbassare gli occhi: non poteva perdere quel confronto!

Katsuki passò a frizionargli dolcemente i capelli con l'asciugamano mentre riprendeva a parlare con innaturale calma: «Ma sei troppo piccolo per me, nerd. Tu hai quasi tredici anni, io diciassette. C'è troppa differenza».

«Allora aspettami!».

Katsuki sbuffò una risatina. Gli prese il viso tra le mani e si avvicinò ancor di più. Izuku sentì le guance infiammarsi per quell'improvvisa vicinanza.

La luce andò via in contemporanea a un violento tuono. Il verdino si spaventò così tanto che, di riflesso, avvolse le braccia intorno al forte e muscoloso torace del biondo. Affondò il viso in quel petto perfetto che odorava di acqua di colonia.

Era evidente la loro differenza di altezza: Izuku gli arrivava solo appena ai pettorali.

«Aspettami...» ripeté flebile quest'ultimo.

«Izuku, no. Dimenticami».

«NO!» insistette, cercando i suoi occhi nel buio. «E' perché sono Quirkless? Per questo non puoi ricambiare i miei sentimenti?».

«Ma che stai-».

Izuku si rizzò in punta di piedi ma neanche così riuscì ad arrivare a quelle labbra. Poté solo rimanere aggrappato ai lembi della giacca e con gli occhi chiusi, la bocca a forma di pesce.

Katsuki non si mosse né parlò, allora il verdino si staccò sconsolato. Fu allora che l'altro, con una manata, lo spinse a sé gentilmente.

«Izuku, sei troppo piccolo per me. Quando avrai sedici-diciassette anni, io ne avrò venti-ventuno. Sarò già un Hero affermato».

Il verdino decise di non replicare. Ingoiò il suo risentimento mentre si beava ancora un po' nel profumo di Katsuki...

 


 
  
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