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Autore: NightWatcher96    21/08/2022    1 recensioni
In un mondo dove esistono i Quirk perché non potrebbe esserci anche la magia?
Shota e Hizashi hanno tre cuccioli, Eijiro, Katsuki e Shoto. In un giorno di pioggia, però, il loro più profondo desiderio diventa semplicemente la realtà, in cambio di un po' di amore.
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Shouto Todoroki
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Buonasera. Questa One Shot opportunamente divisa in tre capitoletti mi ronzava in testa da un po'. E' un esperimento, un qualcosa di Fantasy e con tanto di code pelose e orecchie allegre!
Niente BakuDeku stasera, spiacente. Detto ciò, Enjoy!



 

Hizashi Yamada versò del caffè bollente in due tazze candide come la neve.

Fuori pioveva a dirotto, l'aria era gelida e dalla finestra del cucinino avvolto nella penombra riusciva a scorgere i rami del sempreverde agitarsi.

Il giardino della proprietà sembrava più un luogo oscuro che un piccolo paradiso curato.

Dei passi lenti giunsero ovattati dalle scale che collegavano il piano inferiore con quello superiore, ovvero la zona notte.

«Tempismo perfetto, Shota» sorrise l'uomo biondo.

Quello bruno gli baciò affettuosamente la guancia mentre gli avvolgeva le braccia intorno alla vita stretta e forte grazie ad anni di duro allenamento.

«Dove sono i cuccioli?» domandò roco.

Neanche il tempo di rispondere che arrivarono in cucina, con una rocambolesca corsa, due animaletti. Un gattino dal curioso manto bianco e rosso, un lupacchiotto biondo e dalla coda molto arruffata li fissavano acutamente.

«Mi dispiace, Shoto, Katsuki. Niente giochi quest'oggi. Il temporale è troppo forte e potreste ammalarvi» sentenziò il bruno.

I due cuccioli emisero dei versetti delusi, tuttavia squittirono felici quando Shota li prese tra le braccia per portarli sul tavolo e offrir loro due grattini alle orecchie.

«Dov'è Eijiro? Quel cagnolino non si allontana mai senza loro due» domandò preoccupato Hizashi.

Shoto saltò sul bordo della sedia per poter arrivare agilmente al top della cucina. Aveva uno sguardo curioso e rivolto alla finestra. Si alzò perfino sulle zampine posteriori, mentre si teneva in equilibrio con quelle superiori contro il gelido vetro.

Miagolò guardando i due umani.

Shota controllò: fuori c'era un pallina di pelo rosso inconfondibile sotto al sempreverde e pareva fiutare qualcosa.

«Vado a recuperarlo!» disse con una punta di fastidio nella voce.

Corse veloce sotto il violento temporale per raggiungere il terzo cucciolo. Non badò al perché fosse con il naso puntato ad una piccola buca ai piedi del grosso albero. No, lo raccolse e tornò subito in casa.

Hizashi lo accolse con un asciugamano e finalmente quella tazza di caffè bollente.

Il cucciolo rosso, non appena fu messo in terra, scosse tutto il suo piccolo corpo ed immancabilmente schizzò dappertutto. Hizashi sospirò, Shota lo guardò con rimprovero.

Il cagnolino guaì ma fu allora che lasciò scivolare ai piedi dei due umani quello che aveva tenuto in bocca per tutto il tempo.

«Che cos'è?» domandò curioso Hizashi.

Quando Shota si chinò per raccogliere la creaturina fradicia e gelida ebbe un sussulto.

«Sembra... un cucciolo di volpe ma... non avevo mai visto una con nove code e di questo insolito color smeraldo».

«Respira almeno?».

Shota usò la sua asciugamano per poggiarci su il cucciolo grande quando una patata di grosse dimensioni. Era immobile, rannicchiato in posizione fetale.

Il suo pelo era ispido, completamente fradicio e gli occhi chiusi. Shota era molto insicuro del fatto che fosse ancora vivo. Ne ebbe conferma quando poggiò due dita sul piccolo petto per trovare dei battiti.

Eijiro, Shoto e Katsuki saltarono sul tavolo per guardare. Tutti e tre scodinzolavano leggermente, in silenziosa attesa.

Shota, dopo un lungo minuto, sospirò deluso e sconfitto.

«Questo cucciolo... non ha più vita».

Hizashi lo guardò con immenso dolore, rivolgendo uno sguardo pregno di lacrime al piccolino immobile e gelido. Eijiro, Katsuki e Shoto guairono infelici.

«Mi dispiace...» sussurrò Shota.

Hizashi gli poggiò la testa sulla spalla con fare affranto. Eppure, i tre animaletti si rannicchiarono accanto alla minuscola ed insolita volpe. Eijiro gli leccò la testolina dal pelo arruffato numerose volte.

Si fermò solo per guardare intensamente i due umani, come a voler chiedere di fare qualcosa.

Shota ci rifletté su un momento, allora decise di provare a fare qualche miracolo. Prese la piccola volpe tra le mani ed iniziò a strofinare le dita energicamente sul petto. Lo fece per circa due minuti, animato da grande speranza.

All'improvviso, la piccola volpe ebbe un guizzo ed agitò leggermente le sue zampette, frusciando le codine.

«Shota, ce l'hai fatta, tesoro!» esclamò felice Hizashi.

L'uomo dai capelli neri era esterrefatto ed immensamente felice. Non pensava che la sua idea avrebbe riattivato il cuore. Quando lo rimise nell'asciugamano, i tre cuccioli fecero fusa e feste.

Eijiro, soprattutto, si mise a leccare felice le dita del suo padrone.

«Va bene, piccolo. Non sei in punizione. Dopotutto hai portato tu la piccola volpe».

La guardò; era davvero minuscola ma almeno sembrava meno moribonda con tutto il suo agitarsi nell'asciugamano. Emise un piccolo squittio e dischiuse le palpebre.

Shota rimase incantato da quegli occhi smeraldini e incredibilmente vividi. Erano quasi umani e lo fissavano con gratitudine.

Anche Hizashi, quando tornò dal soggiorno con un cuscino piccolo e delle copertine vecchie di Shoto, ne rimase quasi stregato.

«E' troppo carino! Lo teniamo, vero?» disse.

Shota aveva già quei tre cuccioli e aggiungerne un altro... ma tutti quegli occhioni impossibili da resistere e pure quelli della volpe...!

«E va bene! Teniamo il piccolino!».

Hizashi gli baciò la bocca nella gioia più grande mentre Eijiro, Shoto e Katsuki facevano le feste. La piccola volpe provò a rialzarsi; in un primo momento barcollò tuttavia riuscì a zampettare cauta soprattutto verso Eijiro.

Il cagnolino scodinzolava quasi come ad attendere qualcosa. Un attimo dopo, uno molto veloce tra l'altro, abbassò la testa per premere in suo naso nero contro quello altrettanto corvino e molto piccino della volpe.

Questa fece lo stesso con Shoto e infine con Katsuki.

«Caspita! Avranno già legato?» chiese stupito Hizashi.

«Non lo so».

Quella sera decisero che avrebbero tenuto la piccola volpe in un cestino, al sicuro e al caldo in mezzo ai tre cuccioli che dormivano in una cuccia a forma di casetta nel soggiorno.

Verso l'ora di cena, Shota si era premunito di portare la piccola ospite vicino agli altri cuccioli e vedere se avrebbero socializzato.

Non con tanta sorpresa considerando il carattere molto socievole di Eijiro, questo aveva subito condiviso la sua ciotola di croccantini al sapore di bistecca con il piccolo Izuku, nome che Hizashi aveva poi deciso di dare alla piccola volpe.

Questa si era aggrappata al bordo della rossa ciotola e aveva annusato. Si era tirata un po' timorosamente un bocconcino salato sul pavimento per mangiare.

Shoto, invece, gli aveva fatto cadere i suoi al sapore di soba e infine Katsuki, sebbene riluttante, gli aveva concesso di assaggiare il suo cibo preferito bello piccante.

La piccola volpe si era messa a starnutire con una forza simile da rotolare in una pallina pelosa fino al piede di Shota.

E adesso, i due umani guardavano teneramente i quattro cuccioli.

La pioggia si era leggermente attenuata, l'aria invece era diventata più fredda che mai.

La luce proveniva dal corridoio dove c'erano le scale, il salottino e la porta d'entrata. La luminescenza dorata raggiungeva i cuccioli solo di poco, senza disturbare il loro sonno.

Erano davvero teneri.

Sembravano un triangolo, tutti premuti insieme, con in mezzo il piccolo Izuku.

«E' bastato davvero poco per vederlo in salute» sussurrò Hizashi.

Non resistette: accarezzò una delle codine di Izuku con l'indice.

«Magari non è un cucciolo comune».

«Stai dicendo che è... magico?» commentò scherzosamente Hizashi. «Beh, perché dovrebbe sorprendermi? In fondo viviamo in una società dove l'ottanta per cento della popolazione è dotata di un Quirk».

Shota lo spinse verso le sue labbra con una manata poco gentile alla nuca. Il biondo adorava quando era un po' rude, soprattutto quando erano a letto.

Dopo la scomparsa di Oboro Shirakumo, i due si erano confortati a vicenda e la loro amicizia aveva sconfinato in un qualcosa di nuovo, chiamato Amore. Ci avevano provato, si erano frequentati e alla fine, dopo essersi affermati come Pro Hero di tutto rispetto, erano convolati a nozze.

Shota e Hizashi erano felici insieme e qualche volta avevano pensato di adottare un bambino. Tuttavia le insicurezze legate anche al loro lavoro sempre pieno di rischi aveva spesso accantonato quest'idea.

In una mattina di pioggia, mentre Shota raggiungeva la U.A. come suo primo giorno di lavoro da insegnante di Storia, sentì un piagnucolio proveniente da una scatola rovesciata e fradicia.

Non ci aveva pensato su due volte nell'alzare appena quel contenitore appartenuto a un piccolo televisore ed era rimasto folgorato nel trovare tre cuccioli sporchi, infreddoliti e molto tristi.

Shota non se l'era sentita di abbandonarli a loro destino: così li aveva presi, portati con sé al Liceo e infine a casa, da Hizashi. Ovviamente non aveva avuto bisogno di chiedere il permesso: per l'uomo biondo sarebbe stato d'obbligo farli diventare i loro cuccioli.

«Sono felice di averli salvati, quel giorno. Da allora non fanno che riempire le nostre giornate» sorrise Shota.

Hizashi che lo guardava di sottecchi sospirò appena, felice: «Conosco quello sguardo malinconico. A che cosa stai pensando?».

«Che magari mi piacerebbe tornare alla questione bambini».

Hizashi ridacchiò un pochino mentre si rimetteva in piedi, imitato dall'altro. Shota gli fece scorrere le mani intorno allo sterno e lo tenne a sé, poggiando il mento su una spalla minuta.

«Mi piacerebbe ma... non lo so... siamo entrambi insegnanti, tu di storia ed io di inglese e spesso veniamo chiamati in Missione in quanto Pro Hero. Potrebbe essere complicato, Shota».

Il bruno chiuse gli occhi: le sue labbra sarebbero state impegnate a lasciare baci soffici sul collo niveo e invitante del compagno. Hizashi espirò di piacere.

«Ne riparleremo un'altra volta. Per ora, voglio solo continuare a letto» ammise languido.

EraseHead sogghignò e senza alcuno sforzo lo issò tra le braccia.

Nessuno dei due si sarebbe accorto dell'occhio aperto di Izuku che aveva udito tutto.

Alzò la testolina dopo che la luce nel corridoio fu spenta. Circospetta si guardò intorno, poi annusò appena i suoi tre amici di cuccia e mosse le sue code.

Lo fece tre volte, in un movimento a ventaglio.

Quella notte, un desiderio divenne realtà... più o meno.

 

  
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