Eccomi con un'altra ministoria, intanto che finisco l'altra xD In realtà tutto ciò è stato scritto di getto in una sera che non avevo nulla da fare. Per il titolo e anche per la trama mi sono ispirata a una puntata di dowson's creek. La storia è di 4 capitoli, e i primi 3 sono raccontati da 3 punti di vista diversi, quelli di Matt, Mello e Near u.u Ovviamente è yaoi, poi vedrete su quale coppia (che è la mia preferita tra tutte le coppie yaoi *-*) Chi mi conosce sa. Buona lettura, lasciate qualche commento, sono ben accette critiche e pomodori in faccia! *_*
Una
giornata da
dimenticare.
“Chi
sa la risposta può alzare la mano.”
Il
professore scrutava i volti degli alunni li presenti, indagando. Chi si
voltava, chi guardava in aria, chi cercava di concentrarsi, e anche chi
fingeva
di prendere qualcosa dal pavimento.
E
c’era anche chi, grazie al cielo, alzava la mano. E chi non
la alzava, ma si
dava per scontato che sapesse la risposta. Non c’era nemmeno
da chiedere chi
fosse.
Il
primo era il più orgoglioso della Wammy’s House
Mello. Il secondo il più
intelligente dell’istituto, Near.
E
infine c’ero io. Ero all’ultima fila, con i piedi
sul banco, e tenevo mio
malgrado la mano in alto ben in vista. Purtroppo quando sei terzo nella
graduatoria in un’istituto di piccoli geni, contano anche
queste cose.
“Vediamo..Mail!”
“Lo
sapevo..” sussurrai. Guardai prima Mello, poi Near.
Il
biondo mi guardava stringendo i denti, Near invece era rimasto chino
sul suo
tavolo, intento a scrivere qualcosa. Ebbi un’attimo di
esitazione. Li guardavo
fissi, passando lo sguardo prima su uno, poi sull’altro.
“..Mail?”
“Si..scusi..Napoleone
Bonaparte nacque ad Ajaccio, il 15 Agosto 1769, e morì
sull’isola di sant’Elena
il..5 maggio..1821.”
“Benissimo
Mail, ora passiamo a qualcun’altro..”
Tornai
a guardare i due. Nessuno dei due guardava l’altro, solo io
dal fondo li potevo
osservare entrambi. Scrutavo ogni loro mossa.
A
dire il vero ormai era gia da un po di settimane che andava avanti
così. Avevo
l’impressione che qualcosa non andasse.
Rimasi
per un’altra mezz’ora a scrutare loro Mihael e
Nate, incurante della lezione di
storia.
Il
suono insistente della campana mi fece sobbalzare, decisi comunque di
rimanere
qualche altro secondo a contemplare.
Mello
uscì per primo, e dopo qualche ragazzo uscì anche
Near. Mi affrettai a uscire
dopo di lui, ma quello stupido di Jhonathan cadde a terra come un
allocco.
“Ma
che diavolo..” feci, mentre mi appoggiai al tavolo per non
cadere sopra di lui.
“Ops..”
fece, mentre era ancora a terra stordito.
“E
alzati, almeno!”
“Si..scusa..”
Quell’allocco
mi guardava con gli occhi colmi di lacrime. Sapeva solo frignare..
“..Non
fa niente” Cercai di stare calmo.
Uscii
fuori dalla porta, mi guardai intorno, ma non c’era
un’anima viva. Mi affacciai
nelle sale lungo il corridoio, guardai anche in giardino, ma di Mello e
Near
nemmeno l’ombra.
Mi
appoggiai al muro qualche secondo, ripercorrendo mentalmente gli ultimi
giorni.
Pur
condividendo la camera con Mello, lo vedevo pochissimo, solo alle
lezioni.
E
sotto sotto..avrei voluto vederlo di più. E per di
più, percepivo una strana
intesa tra lui e Near. O forse era solo una mia impressione..Fatto sta
che
volevo verificare di persona, per questo osservavo in silenzio.
Tornai
in camera mia per vedere se Mello era lì. Bussai 2 volte,
come era solito fare,
ma non ottenni risposta. Bussai addirittura una terza volta,
più forte. Se
fosse stata una porta di legno più leggera si sarebbe
sicuramente spaccata. Uno
studente che passava di lì mi guardò storto e
istintivamente si allontanò
correndo. Gli feci un sorriso di rassicurazione, ma quello si
voltò di scatto e
sparì dietro un angolo.
Aprii
la porta ed entrai furtivamente per poi richiuderla, e guardai
all’interno
squadrando la stanza da destra a sinistra, dall’alto in
basso, trovandola
ovviamente vuota.
Non
mi sentivo affatto bene. Non stavo capendo nulla su cosa ci fosse
dietro a
quella storia. Sapevo solo che Mello e Near sparivano decisamente
troppo
spesso, e la situazione mi sfuggiva di mano. E sentivo qualcosa per
Mello che
non avevo mai sentito prima. Forse era invidia? O forse gelosia?
Più
probabilmente la seconda. Mi chiedevo come avevo fatto ad innamorarmi
proprio
di Mello, il mio miglior amico. Forse era proprio questa nostra
amicizia così
profonda ad avermelo fatto notare, ed ancora di più il fatto
che da un po di
giorni spariva con Near chissà dove. Rifiutavo
l’idea che tra di loro ci fosse
qualcosa, e mi convincevo che fosse solo la mia immaginazione, e che
tra quei
due non ci fosse un bel niente.
“No,
non c’è un bel niente. Tra poco Mello
entrerà allegramente da questa porta e mi
racconterà di qualche strano scherzo architettato in questi
giorni
giustificando la sua assenza, e di Near neanche la traccia.”
Mentre
ripetevo queste parole ad alta voce, mi sedetti a terra davanti la
porta. Sapevo
che non sarebbe andata così. Alzai la testa e la mia
attenzione venne attirata
da una foto sopra il comodino accanto al mio letto. Era stata scattata
qualche
anno prima. Tenevo un braccio attorno al collo di Mello e
l’altra mano davanti
a me in modo che si creasse una V con l’indice e il medio, e
Mello era nella
mia stessa posizione. I nostri volti erano sorridenti, e soprattutto
nella foto
non c’era la presenza di Near..
Quelli
si che erano bei tempi, quando Mello e io eravamo buoni, anzi
buonissimi amici.
Ne combinavamo tante insieme, e ci divertivamo come matti. Ma quando si
cresce
le cose purtroppo cambiano, e cambiano anche i sentimenti.
Uff.
Decisi
di giocare un po’ alla playstation per scacciare via quei
pensieri assurdi
dalla mente, e fu quello che feci per tutto il pomeriggio. Ma ogni
volta mi
tornava alla mente tutto quello, e cercavo di pensare che fosse
solamente
frutto della mia immaginazione.
, , ,
Alle
6 precise riuscii a terminare il nuovo videogame. Ero un gran patito di
questo
genere di giochi, e se non fosse bastato il tempo avrei passato anche
tutta la
notte a finirlo. Ma quando spensi la play avevo gli occhi fuori dalle
orbite, e
mi buttai sul letto chiudendoli. Sapevo già che
probabilmente erano tutti
arrossati, e facevo meglio a riposare qualche minuto. Se Roger avesse
scoperto
che invece di studiare me ne stavo qui a poltrire e giocare tutto il
santo
giorno mi avrebbe cacciato dall’istituto. Ma con quelle ore
di svago ero
sicuramente riuscito nel mio intento di dimenticare tutto. Quando gioco
al
gameboy o a qualunque altro apparecchio elettronico mi dimentico della
vita
reale ed è come se venissi catapultato in un’altra
dimensione.
Mentre
rimasi sul letto però, mi accorsi di tutto ciò
che avevo trascurato in quelle
ore. Sbuffai rumorosamente mentre mi alzai. E a ben pensarci, Mello non
era
nemmeno tornato in camera..Però pensandoci, avrei avuto
tutte le motivazione
per arrabbiarmi con lui. Era sparito per una giornata senza dire nulla
a me,
che sono il suo migliore amico! Mi alzai furiosamente dal letto e mi
vestii,
deciso a cercarlo e a fargli una bella ramanzina.
Camminavo
sul corridoio sbattendo violentemente i piedi a terra, e con lo sguardo
piegato
in una smorfia di rabbia. Agli occhi di altri sarei sembrato
addirittura buffo,
ma interiormente quella rabbia esisteva davvero.
Stavo
per raggiungere le scale, quando sentii un tonfo alle mie spalle. Mi
girai
istintivamente un millesimo dopo, ma tutto quello che vidi fu la figura
bianca
di Near che si trovava davanti alla porta.
“Near!
Finalmente riesco a parlare con qualcuno, sai
dov’è Mello?”domandai fingendo di
fare il finto arrabbiato, quando invece lo ero per davvero.
Ma
nel mio inconscio sapevo che non si trattava di semplice rabbia
scaturita da
qualche roba da poco..
“No,
non ne ho idea.” Fece lui, rigirando fra le dita una ciocca
di capelli bianca.
Avanzò qualche passo verso di me, poi cominciò a
scendere cautamente le scale.
“Com’è
possibile che sia sparito così?” Insistetti.
“Ti
ho gia detto che non lo so.” Mi rispose senza nemmeno
voltarsi.
“E
va bene, va bene..” lo guardai allontanarsi tenendo un
sopracciglio alzato, poi
scuotei la testa rimanendo fermo ad osservarlo mentre spariva nella
sala
comune. A quanto pare era impossibile carpire qualche informazione da
lui.
Rimasi
a pensare con le braccia conserte. Se Near non ne sapeva nulla, Mello
dove
poteva essere sparito per così tanto tempo e senza
avvertire? Le cose erano
due. O Near non ne sapeva veramente nulla, o stava mentendo. Ma non
poteva
essere che Near avesse detto una bugia così grossa. Il primo
della Wammy’s
House non poteva mentire così spudoratamente..
Mi
girai ancora una volta dietro e fissai il punto dove avevo visto Near
poco
prima. Era esattamente davanti alla sua stanza. Mi venne
improvvisamente un attacco
di curiosità, e mi diressi verso quel punto. Guardai prima a
terra, poi verso
la porta, notando che era socchiusa. Ora ero totalmente preso dalla
curiosità,
e non feci altro che agire d’impulso. E quando sentii un
rumore sordo provenire
dall’interno, nulla potè fermarmi. Spinsi la porta
ed entrai nella stanza.
, , ,
La
stanza di Near in realtà era decisamente prevedibile. Era
quasi come me la ero
immaginata. In parte spoglia, con le pareti verniciate di bianco,
così come i
mobili. Il piccolo letto attaccato al muro di fronte a me era ricoperto
da
morbide lenzuola color panna con appena visibili nuvole celeste
chiaro.Sulla
scrivania, bianca anch’essa, c’erano solamente una
piccola lampada a corrente,
una pila di libri sull’angolo sinistro e il grande computer
fisso, spento. Ma a
rendere più movimentato quell’apparente ambiente
così calmo c’era tutta la
numerosa collezzione di giocattoli e peluche di Near, che a differenza
del
resto erano colorati con colori molto diversi dal suo stile.
C’erano peluche
viola, celesti, verdi chiari o addirittura blu. Poi, sparsi sul
pavimento a
moquette color panna, come il letto, c’erano molti giochi di
tutti i tipi. Mi
guardai intorno ammirando tutte quelle insolite cose, ma solo una di
esse aveva
attirato la mia attenzione. Un piccolo orso di peluche nero era seduto
sulla
sedia davanti la scrivania, e pareva che i suoi occhi guardassero in
direzione
della porta d’ingresso. Nonostante non fosse molto grande,
c’era qualcosa in
quell’oggetto che mi metteva una certa inquietudine. E
soprattutto la cosa che
mi chiedevo, era cosa ci facesse un peluche NERO nella stanza di Near.
Stonava
decisamente molto ed era diverso dal resto dell’arredo,
eppure tutto quello
aveva un’aria familiare. Sentivo che qualcosa mi stava
sfuggendo..
Mentre mi avvicinavo
all’oggetto sentii un
rumore proveniente dall’interno dell’armadio alla
mia sinistra, e mi girai
sicuro di non essere stato io. Deglutii e mi diressi lentamente verso
la fonte
del rumore. Ad ogni passo sentii il cuore che aumentava il ritmo dei
battiti,
involontariamente. Nemmeno io sapevo cosa era ad agitarmi tanto. Ero
quasi
arrivato alle ante dell’armadio, e il cuore stava per
saltarmi dal petto..
“Cerchi
qualcosa?”
Quella
voce mi fece sobbalzare del tutto. Inciampai su un trenino giocattolo e
rovinai
a terra, battendo la testa su un mobile.
“Ahi..”
Mormorai
massaggiandomi sul punto dove avevo sbattuto. Quando mi resi conto
della
situazione alzai lo sguardo verso la porta.
Mi
trovai a fronteggiare lo sguardo severo di Near che mi fissava con gli
occhi
socchiusi e le braccia stranamente conserte.
“Io..si..mi
chiedevo..ehm ho perso il mio..nuovo gioco..sai quello di
guerra..è divertente!
Ma purtroppo non l’ho finito, e mi chiedevo davvero dove
fosse..” Dissi
impacciatamente alzandomi, e sorridendo come un’ebete.
“Cosa
ti fa pensare che io abbia preso il tuo..gioco?” Mi rispose
lui serio.
“Ehm..non
lo so! Ma sai, nella vita tutto è possibile, ahah!”
Non
ottenni risposta, Near era ancora lì fermo ad osservarmi.
“Ok..credo
che qua non ci sia..bene! andrò a chiedere a Jhon se per
caso lui lo ha visto..eheh..”
dissi uscendo dalla stanza.
Continuai
a farneticare qualche altra cosa prima di salutare Near.
Prima
di lasciare definitivamente quel posto detti un’ultima
occhiata all’armadio, e
potevo giurare di aver visto una delle ante tremare.