31.08.2022 - Barty Crouch Jr. 

 

I. 
“E poi il tempo c’ha fregato, perché infame è il suo mestiere” - Ultimo, Supereroi

Sono bianche le tre rose che giacciono sull’erba, sulla lapide di una tomba vuota. 
Barty va lì, ogni volta che si sente perso, in uno sperduto cimitero del Wiltshire.
La fine dell’Imperius libera la mente e, con essa, la memoria. Il passato riaffiora doloroso e, insieme ai ricordi dei momenti belli, ritorna l’assenza.

Barty tiene gli occhi aperti, lo sguardo fisso nella bocca del Dissennatore che si avventa su di lui, se Regulus è sprofondato in una grotta, lui farà altrettanto.
Cede la sua anima ché di tornare ad Azkaban non ne ha la forza. 
Spera di rivedere gli occhi grigi di Regulus, oltre il tempo, nell’eterno.

[107 parole]

II. 
Neve

L’inverno è il periodo più lungo che Barty trascorre lontano da casa e per questo è il suo preferito. 

È con i primi freddi che Barty è entrato nella squadra di Serpeverde, con la neve che si incastrava tra i suoi capelli sottili e il viso che si gelava. 

Regulus rideva quando lo baciava sulle labbra screpolate e poi, dopo una doccia calda, lo faceva cadere sui prati imbiancati di Hogwarts. 

“La neve è magica, non trovi?” gli aveva sussurrato a Yule, trascinandolo fuori da Grimmauld Place, per dargli un bacio sotto il vischio.

Un sorriso era affiorato sul volto di Barty. 

La neve faceva magie o forse era l’amore.

[110 parole]

III. 
“Non andartene”

“Non andartene.” 

La richiesta è un sussurro flebile incastrato tra le labbra di Regulus. 

Barty ride sfrontato. “Non vado da nessuna parte.”

Solo dopo sono arrivati i dubbi, i ripensamenti, su ciò che li legava, su ciò che era giusto, e non era più amore, ma dovere e cieca obbedienza. 

Barty ha visto le spalle di Regulus incurvarsi di più, ad ogni sì che gli veniva estorto, ma ad ogni sì entusiasta di Barty se ne aggiungeva uno più esitante, timoroso, di Regulus.

Fino al giorno in cui l’assenza è arrivata e con essa il dolore.

Dove sei andato, Regulus?

[100 parole]

IV.
"Ne ho abbastanza"

Barty lo mormora ad ogni sgambetto, spintone, battuta su quanto suo padre stia facendo gli interessi dei Sanguesporco. 

Non ne può più della politica, di quell’ingombrante presenza che inquina ogni discorso.

“Visti i voti di Crouch?”

“Eh, con il padre aspirante Ministro, certo che i professori sono clementi!” 

E cosa contano le notti trascorse a studiare, i calli sulle dita che non sentono nemmeno lo scorrere della Giratempo, per riuscire a finire tutti i compiti, preparare le lezioni?

“Ho il Dittamo per i calli,” ti ricorda Alexandra e tu le sorridi, grato, perché in due è più semplice sopportare tutto.

[100 parole]