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Autore: RoriStark    16/09/2022    0 recensioni
Erano il trio perfetto: Hoshiko, Geto e Gojo, avevano iniziato insieme il corso all'accademia ed erano tre degli stregoni piu' potenti e con piu' potenziale dell'accademia, il fiore all'occhiello dei difensori dell'umanita', ma poi, tutto crollo' dopo l'incidente, qualcosa si spezzo', ma il tempo non aspettava nessuno, cosi' Hoshiko e Gojo crebbero, con un pezzo di cuore in meno, con l'anima fratturata mentre cercavano di rimettere insieme i pezzi ed inseguire quella vita che intanto incurante era andata avanti, senza di lui, almeno, fino a quel giorno,quando Geto, decise di tornare nelle loro vite.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Give me your lips

The lips you only let me borrow

Love me tonight 

And let the devil take tomorrow




*Diversi anni prima*


Hoshiko avanzò nell'obitorio con passo incerto, le gambe tremavano e la mano scivolava contro il muro per farlo smettere di vorticare. Entrò nella stanza col cuore che minacciava di spaccarle le costole, il respiro affannato, un tumulto di terrore,l' incredulità dipinta negli occhi sgranati. Guardò la stanza aggrappata alla porta e vide i lettini tutti occupati da figure inermi, immobili, coperte per intero con un lenzuolo di cotone. A terra, c'era Gojo, al suo fianco, Geto,i suoi compagni di classe, il suo team, i suoi ragazzi. Non avevano posto per lui sui lettini, così,era stato avvolto da un lenzuolo bianco macchiato di sangue, seduto al muro accanto al suo amico,ed ex amante, che intanto si era rannicchiato al suo fianco, il viso premuto contro le ginocchia. Il secondo più grande stregone di tutta la scuola, buttato in un angolo come un rifiuto, avevano preferito dare un degno riposo agli umani e ai suoi sottoposti piuttosto che a lui, Geto, che aveva dato tutto per proteggerli,e loro lo avevano abbandonato proprio quando ne aveva più bisogno. I suoi occhi erano chiusi come se dormisse, sul volto, un'enorme bruciatura, sembrava come se la stoffa sul braccio destro fosse più sporca e più aderente al corpo, come se qualcosa mancasse sotto quella stoffa rossa.  A quella vista, lo stomaco le si rovesciò, sentì il panico invaderla in una morsa come rampicanti, un dolore antico che ti squassava fino alle ossa, l'orrore traboccò dai suoi occhi quando realizzò, cosa era appena accaduto

 

"Su… Suguppi…?"

 

Le lacrime le brillarono negli occhi, avanzò  verso di lui barcollando, un groppo in gola e sapore di pile scadute le salivano in bocca. Avanzò fino a crollargli davanti, le ginocchia schioccarono contro il pavimento quando impattò col marmo, ma lei non se ne curava. I suoi occhi erano fissi su Geto, ma lui, non si svegliava, lui, non poteva sentirla, I suoi occhi erano incapaci di vedere. I capelli gli piovevano sul viso e lei gli sistemò una ciocca dietro l'orecchio. 

 

"Suguru?....eih,amore…"

 

La ragazza si voltò verso Shoko, che se ne stava in piedi accanto alla porta, li osservava ma non muoveva un muscolo

 

"Shoko, Shoko!! Perché nessuno lo aiuta??Shoko vieni qui,cazzo!!"

 

Non vide Gojo serrare la mascella, il viso contratto in una smorfia di puro dolore,il suo sguardo portava cieli in tempesta ma erano nascosti dietro a una benda. Hoshiko allungò una mano sulla guancia di Suguro, poi la ritrasse di colpo emettendo un grido strozzato, con la stessa mano si serrò la bocca fino a farsi male. Era freddo, rigido, era...  

 

"Hoshiko,Geto é..Morto"

 

La voce di Shoko fu come un coltello nel petto, sentì come un artiglio stringerle e dilaniarle i polmoni fino a toglierle il fiato, spine che crescevano nella gola, graffiandola. Lo stomaco si sciolse in una pozza di terrore mentre entrambe le mani, tremanti,gli presero di nuovo il volto, cercando inutilmente quegli occhi neri come voragini, belli, complicati,ma che ora erano stati chiusi per sempre. Non stava più sorridendo, non le faceva la linguaccia, no, lui forse nemmeno era lì. Lo avevano lasciato solo, in balia di se stesso e quel pensiero le spezzò qualcosa dentro, qualcosa che non sarebbe mai più guarito,non aveva fatto abbastanza, non aveva detto la cosa giusta, non aveva fatto la cosa giusta. Non avevano scelto loro di nascere stregoni, quel fardello era enorme, ma nessuno aveva pietà per gli stregoni smarriti, per Geto

 

"No…no… no…ti prego,no, svegliati,ti prego…dobbiamo ancora dichiararci a te, dovevamo cenare insieme, stare insieme noi tre…non..non puoi morire, sei scemo?...forza apri gli occhi! "

 

Ma lui non rispose,rimase immobile mentre il sangue bagnava le mani della ragazza. Lentamente, con il corpo che prese a tremare, si chinò verso di lui, una tristezza senza fondo le bruciava negli occhi. Gli sfiorò le labbra, poi la sua testa ciondolò da un lato e lei si lasciò cadere su di lui, soffocando un grido disperato nell'incavo del suo collo mentre gli si aggrappava tremando come una foglia. L'urlo echeggiò per tutto il corridoio, la ragazza lo strinse a sè, tremando, gridando e piangendo fuori tutto il dolore che le aveva afferrato l'anima e stretto forte fino a farla sanguinare, Gojo non riusciva nemmeno a guardare, gli occhi colmi di lacrime represse. Quando le grida di lei terminarono, sentiva la gola ardere, fino a sanguinare, la voce se l'era quasi finita. Con un grande singhiozzo,la ragazza si scostò da lui, gli baciò le labbra fredde e rigide, posando la fronte sulla sua, gli prese la nuca avvolgendola con l'avambraccio.  Shoko si strinse nelle spalle fuori dalla porta , serrò i denti ed asciugò le lacrime che non smettevano di scendere

 

"Resta con me, non lasciarmi, Suguppi… apri gli occhi, per favore… per favore non scherzare…stai facendo preoccupare anche Satoru..Satoru chi,chi gli ha fatto male? Che gli é successo??"

 

"Mi dispiace, stellina…mi dispiace tanto…non ho avuto scelta.."

Fu l'unica cosa che uscì tremula dalle labbra di Gojo, mentre se li tirava tutti e due tra le braccia, prendendo per la nuca anche il corpo di Geto ormai senza vita, gli baciò la fronte e strinse entrambi con forza,le lacrime di Himawari non facevano che aumentare, mentre si nuovo un grido si levò dalla sua gola ormai devastata. Himawari piangeva, Geto, chissà dov'era e Gojo aveva il volto nascosto dai corpi dei suoi compagni. Il preside li osservava in silenzio, dietro agli occhiali scuri, I suoi occhi erano sgranati dallo shock, la sua mano tremò e si strinse forte fino a conficcarsi le unghie nei palmi, al suo fianco anche Shoko che tremava. L’uomo serrò i enti,sconfitto, devastato, deluso a se stesso

 

"Mi dispiace…ragazzi..avrei voluto ,no, avrei dovuto fare i più,invece, ne ho ammazzato uno…e ne ho rovinati due.."

---


"Fallo fuori Hoshi!!! Finiscilo!! "

 

Hoshiko sobbalzò all'improvviso,precipitando via dai ricordi che l'avevano bruscamente strappata dalla realtà. Era ormai notte fonda, seduta davanti al suo PC, stava giocando online con la sua amica ad un gioco scaricato da poco, aveva deciso di riposarsi un po' dopo il trambusto successo poco prima con Gojo, ora lui aveva una riunione col preside e lei aveva un'appuntamento a cui non voleva rinunciare. Un tempo, sarebbero andati insieme, tutti e tre, ma qualche volta la vita cambia solo attorno ed alcuni, restano immobili, come bambole di stoffa incapaci di crescere, aggrappati ai ricordi e alle foto sbiadite, come lei. Si morse il labbro mentre finiva di uccidere il boss settimanale, aprì lo scrigno delle ricompense e sentì la sua amica emettere un gridolino, ma Hoshiko non rispose, sentì l'amica chiamarla e la ragazza si scosse appena notando le ricompense che brillavano sullo schermo

 

"Hoshiko? "

 

La ragazza si mosse lenta, quasi annoiata, mentre sistemava le statistiche del suo personaggio

 

"Uh? Sì, no, non ho preso nulla di buono, potrei usare i cristalli e convertire le risorse… "

 

Fece una pausa mordendosi la guancia, inclinò il capo pensosa, poi emise uno sbuffo sonoro lasciandosi cadere sullo schienale

 

"Senti…devo dirti una cosa, se mi prometti di non dirlo a nessuno,sei la mia migliore amica e mi fido di te,quindi ti prego, cerca di non dare di matto, ok? "

 

"Che succede, Hoshiko? "

 

"ok, ascolta, devo parlarti di una persona molto importante per me,non lo hai mai conosciuto, ma di certo ne hai sentito parlare, conosci Geto?Suguru Geto"

 

"Intendi quello dell'incidente? "

 

Amava vivere  con leggerezza, continuava a farlo, per evitare che la mente non la riportasse a quel giorno, ma quando la stanchezza prevaleva, gli incubi tornavano e lei era come una bambola nell'intreccio di ricordi che tagliavano e strappavano. Non le era importato dei civili, perché lui era molto più importante di quelle vite, eppure gli stregoni, lo avevano gettato via come qualcosa di scomodo, fastidioso, era uno studente modello, un bravo ragazzo e nessuno, salvo lei, gli aveva chiesto cosa gli fosse successo. Dopo quella maledetta missione, era cambiato e non aveva detto nulla a nessuno, aveva iniziato ad odiare gli umani da quel momento e lei, non era riuscita a capirlo, non aveva fatto in tempo. Lei non provava nulla per gli umani, almeno, non tutti, molti le stavano sulle scatole, altri indifferenti. Se qualcuno le avesse chiesto di scegliere tra la vita di uno sconosciuto e quella di Geto o Suguru, lei avrebbe scelto loro due, senza esitare, a costo di uccidere. Le avrebbero dato la caccia allo stesso modo? Come avevano fatto con Suguru? Dopo quel terribile giorno all'obitorio,era andata avanti, ci aveva provato come meglio poteva, perchè voleva essere forte anche per Satoru. Era diventata un pezzo importante dell'accademia,la sarta della scuola e professoressa a tempo libero, gli incubi si assottigliavano lasciando spazio ai ricordi, ai suoi sorrisi e ai suoi occhi neri come galassie, alla sua gentilezza, a quei momenti che tutti e tre avevano assaporato per tutti gli anni passati a scuola. Quando lo vide entrare nel locale, il panico le aveva morso le viscere , aveva sentito gli artigli della conferma affondare nella sua tristezza, quando si rese conto che quello che era appena entrato,poteva davvero essere il suo Suguru Geto. Pensò all'inizio ad un gioco di luci, poi all'inganno di una maledizione, ma alla fine, in silenzio,con lo stomaco che le pesava come se avesse ingoiato sassi, capì che quello, era davvero il suo Geto. Aveva fatto tutto con leggerezza, lo aveva salutato come se si fossero semplicemente lasciati indietro per sbaglio, ma le sue mani tremavano e l'anima si scuoteva al ritmo del panico,chiedendosi cosa avesse dovuto fare. Il suo pensiero scivolò nella tristezza,confermando che ad anime rotte come lei e come Geto, era proibito vivere, almeno secondo i canoni umani, ipocriti.Geto si era macchiato troppo e per la società sarebbe sempre stato irrecuperabile,ma lo stregone promise in silenzio,che se fosse riuscita a raggiungerlo, non l'avrebbe più lasciato andare. 

 

"Quello dell'incidente"

 

confermò atona nella voce, in un soffio stanco

 

"Ci vediamo stasera..passa a casa mia tra poco"

 

"Vi, vedete? Ma, Hoshiko, farai una seduta spiritica?? "

 

"No, scema! Passa lui a casa mia! "

 

"Ma non é morto?? Quell'assassino, é un mostro, lui.. "

 

"Smettila!!"

 

Hoshiko si coprì la bocca, poi prese un respiro profondo cercando in una scatola del cervello il suo autocontrollo, lo trovò e se lo rimise addosso come una maschera. Si grattò il naso incerta

 

"In realtà, é tornato…quindi per festeggiare, pensavo di mangiare un gelato con lui, mi deve portare una sigaretta elettronica e per ricambiare il gesto gli ho preso una vaschetta di gelato, ama il tè verde"

 

"... Ama il tè verde..”

 

lo ripete’ come se fosse stata un’assurdita’, una cosa fuori da ogni tipo di pensiero razionale, come se le avesse detto che fuori c’era un porco che volava e ballava la macarena

 

“stai scherzando, spero.."

 

continuo’ come se cercasse in tutti i modi di tagliare quella conversazione, aspettando che Hoshiko ridesse di gusto sfottendola, ma lei, non stava affatto mentendo

 

"Ti prego, non darmi un'opinione, accetta solo quello che ti ho detto, tu non c'eri e non hai visto quello che ho visto io, non conosci Suguru, non lo conosci come lo conosco io, la sua delicatezza, siamo cresciuti insieme, noi tre."

 

"Lui odia gli umani, i non stregoni"

 

"Nemmeno il sopporto tutti gli umani. Molti si ammazzano in continuazione, i loro generali sterminano eserciti e a loro fanno medaglie, al mio Suguro hanno messo una taglia sulla testa… ti prego, finiamola qui, ti voglio bene.. Cerca di capire, qualcosa è cambiato in lui da quel giorno e forse ho capito il perché,perciò per aiutarlo, devo stare con lui,é sempre stato il più assennato del gruppo,quella dannata missione, ha rovinato tutto, quell'umano…quel bastardo, ha spezzato qualcosa in lui, quella setta, ha rovinato tutto, tu non c'eri, voglio solo che ti fidi di me, perché io, Hoshiko Amemiya! Salverò Satoru Gojo é torneremo tutti insieme a casa! "

 

".... Va bene"

 

Si schiarì la voce, incerta su cosa dire

 

"spero tu ti diverta allora, poi fammi provare quella sigaretta, domani al corso, ok? Stai attenta"

 

Il suo tono era palesemente forzato, ma lei era comunque una sua superiore ed amica, forse alla fine, tentò davvero di capirla e questo la rincuorò, almeno un poco. 

 

"Certo! A domani allora,grazie per la tua comprensione,ti prego non dirlo al preside o chiunque altro essere vivente o feticcio all'Accademia, sei l'unica a saperlo insieme a me e Gojo, ok? "

 

Il suo telefono vibrò appena chiuse la chiamata, la foto di Suguru spiccava sul suo account nella loro chat privata

 

"Sta tranquilla, con Geto sono al sicuro come con Gojo, sono i miei ragazzi! sono in una botte bdi ferro! e poi, anche io so ifenermi a sola, ricorda che sono una professoressa, in teoria…beh, vado! Ciaaaaoooooo"

 

Hoshiko spense il computer,quando suonarono al campanello. Con una spinta dalla sedia da gaming rosa, si alzò dalla sedia correndo alla porta, i capelli ancora scomposti,se li era lavati poco prima ma era stata talmente presa dalla sessione di gioco che si era scordata di asciugarli,per fortuna erano abbastanza corti da asciugare all’aria. Due ciuffi lunghi e rosa le scendevano sul petto terminando in punte verdine umidicce, aveva addosso un copricostume bianco in pizzo, sotto,spiccava  un costume intero rosa pastello, non aveva idea di cosa gli fosse balenato in testa,ai piedi aveva ancora le ciabatte. Strinse il pomello della porta,chiedendosi cosa volesse fare Suguro Geto alle undici di sera per chiederle di mettere il costume. La ragazza prese un respiro profondo ed aprì,col cuore che sbatteva sul costato come un uccello in gabbia. Suguru Geto era appoggiato allo stipite della porta con l'avambraccio, aveva una camicia bianca aperta sul petto, che ne delineava il fisico muscoloso e asciutto. Indossava pantaloni corti neri e sandali infradito, i capelli erano raccolti in uno chignon ordinato e la ragazza perse l'uso della parola quando i suoi occhi piombarono su di lei  è le si conficcarono nell'anima. Hoshiko sorrise ed il suo cuore si sciolse silenzio, stavolta però, era troppo stanca e gli occhi si bagnarono di lacrime, dipingendo un'espressione mista tra gioia e dolore,rimase in silenzio a fissarlo come s fosse stato un fantasma,in effetti,un pò lo era

 

"Ciao stellina, hai l'aria stanca..hai giocato fino a tardi?eh?sei andata avanti anche col mio account?guarda che occhi rossi…non devi esagerare col pc"

 

L'uomo aveva un sacchetto in una mano e delle birre fresche che gocciolavano nell'altra, si chinò su di lei, aveva sempre l'orlo di un sorriso sugli angoli della bocca. La baciò posando le labbra sulle sue con delicatezza, ma qualcosa prima di lui aveva le aveva già smosso l'anima , il ricordo, il dolore che aveva aperto una vecchia ferita, una terribile paura che ancora le bruciava l'anima e la carne al solo pensiero. Senza accorgersene, la ragazza lo tirò a s'è con forza, aggrappandosi a lui,in un abbraccio impetuoso. Seppellì la faccia nel suo collo respirandone il profumo e strinse forte cercando di non farsi sentire tremare, ma non ci riuscì. La sentì scuotere ogni muscolo, sentiva addosso i singulti che la facevano sobbalzare, sapeva quanto aveva pianto per lui e con quanta forza avesse resistito, quel giorno al ristorante, era la sua piccola guerriera, era forte, ma anche fragile,quando era da sola, coi suoi pensieri, o suoi ricordi, e lui, in parte era colpa sua se le erano stati impressi addosso come ferri ardenti

 

"S-Suguru.."

 

Soffiò piano il suo nome, rimase ferma per diversi minuti, stringendosi a lui senza dire una parola, una mano gli teneva la testa e l'altra artigliava la sua camicia,lui aveva le mani occupate,quindi si chinò su di lei con il capo, spingendo la tempia contro la sua come per farla smettere di tremare. Nessuno vedeva mai le vere emozioni di quella ragazza, odiava farsi vedere fragile ma sapeva benissimo, quanta delicatezza trascinava con sé ad ogni sguardo, ogni sorriso. La sentì scuotersi in un leggero pianto, silenzioso, senza lacrime,ma lui la conosceva fin troppo bene per non notare quel minimo cambiamento, ricordava quanto aveva pianto per lui , dentro quella stanza, in ginocchio a terra, anche se lei non poteva saperlo, le aveva contate tutte, quelle lacrime

 

"Non so come tu sia tornato…ma…stai bene, lo giuri? "

 

Gli chiese con un filo di voce, sentiva come delle spine in gola, strinse di più la presa quando lui le baciò la tempia. Ricordava di essersi addormentata addosso al cadavere di Geto, di essersi svegliata in camera sua, non ci furono funerali né le fu permesso di vedere la sua tomba, se mai ce ne fosse stata una, ma no, probabilmente non c'era mai stata e Satoru Gojo, aveva fatto qualcosa di strano, qualcosa di imprevedibile tanto quanto lui

 

"Sto davvero bene, stellina,sono qui e non vado via"

 

Lei annuì, col viso ancora immerso nella sua camicia, si alzò sulle punte per tirarselo ancora più giù, tanto era alto e lei era piccola, minuscola in confronto a lui. I due stregoni rimasero immobili in quella stretta salda, come se il mondo attorno stesse crollando e loro fossero stati l’unica salvezza l’uno per l’altra.

 

"Quel giorno eri…freddo,non ti muovevi,non mi guardavi…non…ti batteva il cuore.."

 

La voce le tremava di nuovo, si morse la guancia stringendosi forte 

 

"ehi,guardami…tesoro mio, guardami"

 

Indietreggiò appena da lei , ma aveva ancora  le mani occupate, così, le le leccò via una lacrima dal viso prima di tornare dritto, torreggiando su di lei, erano davvero alti, lui è Gojo, raggiungevano entrambi il metro e novanta e lei a malapena sfiorava il metro e sessanta, era tutto un torcicollo, ma ne valeva la pena, guararli sorridere

 

"Non piangere, ti prego, é tutto ok,non piangere più"

 

La ragazza fremette appena, sentendo la lingua dell'uomo sfiorare la pelle, annuì decisa, tirando indietro col naso per cacciare via le lacrime con tutte le forze che aveva in corpo. Fece un passo indietro, asciugando le ultime lacrime che gocciolavano come perle grezze giù per le guance, incendiando la faccia. Geto le sorrise baciandole in fretta il capo, mentre la ragazza si faceva da parte per farlo entrare. Lo stregone fece un passo ampio nella stanza ma non sembrò posare le birre, le porse invece il sacchetto con le sigarette elettroniche, la ragazza lo prese curiosa e vi frugò dentro sorridendo entusiasta. Prese i pacchetti controllandone il contenuto

 

"Che gusti hai scelto? Ti avevo chiesto una sola, non dovevi! "

 

Geto portò le nocche alle labbra pensoso, cercando di ricordare

 

"Vediamo..ti ho preso biscotto, cotton candy e fragola..io ne ho presa una alla cola, ma non te la consiglio,ha il sapore del calippo quando bevi i rimasugli sciolti, bleh"

 

"Oh, Suguppi! sei un'amore.. "

 

Lo stregone dai capelli rosa, prese una delle sigarette dalla confezione e ne assaggiò il sapore portandosela alle labbra, tirò piano, sentendo il vapore rinfrescarle i polmoni con un alito di menta ed il sapore di fragole che le inondava la bocca. Esalo’ il fumo mentre una sensazione di sollievo le calava sulla mente, sul cuore,  quando lo vide sorridere, vivo, caldo, reale. Saltellò dalla gioia, forse più per quello che per le sigarette e si avvicinò di nuovo a Geto con aria sbarazzina, aveva di nuovo chiuso a chiave la tristezza, cucita nella mente a filo doppio,come se nulla fosse. 

 

"Che figata.. Vieni! Io lo dicevo a Sato che erano buone! "

 

Si avvicinò a lui è gli soffiò del fumo sul viso, lasciando che lui lo respirasse, poi gli porse la sigaretta e anche lui prese una tirata sbuffando vapore bianco dalle labbra e dal naso, lei lo guardava come incantata, nostalgica.  Era un uomo affascinante, dai lineamenti affilati, un portamento elegante, il corpo asciutto e gli occhi , taglienti come lame, scuri e profondi come perle nere

 

"Ti piace? "

 

Lui inclinò la testa schioccando la lingua sul palato pensieroso, poi tornò a guardarla sorridendo languido

 

"Ha lo stesso sapore dei tuoi baci,mmh,fammi sentire "

 

La invitò chinandosi verso di lei, Hoshiko si accostò di nuovo e lo bació sulle labbra ridendo spensierata, come se nulla fosse accaduto, Suguru decise di non stuzzicarla ulteriormente,aveva avuto la conferma che fosse in pena per lui e forse, un po' sperava che sarebbe riuscita a far tornare tutto come era prima, nel modo in cui solo lei sapeva fare le cose. Le sorrise di nuovo, gentile, quando vide il suo sguardo brillare, lo guardava con lo stesso rapimento di un bambino al Teatro delle marionette

 

"Stesso sapore? "

 

"Fammi riprovare, non ci ho capito molto.. "

 

Stavolta con la mano libera dal sacchetto, la prese per la vita tirandola a s'è, lasciò le birre sul tavolo e premette  le labbra sulle sue, poi spinse con la lingua, invitandola a farlo passare, la baciò come solo lui sapeva fare, con le labbra e con i denti, lento come il ghiaccio che si scioglieva e lei, lo lasciò entrare, le sue dita erano gentili, era calo,vivo,forte.

 

"Tu sei più buona da assaggiare, amore"

 

La sua voce era colma di tanta, terribile dolcezza, una dolcezza tale, che lei pensò, le avrebbe spezzato il cuore. Si aggrappò a lui sentendo le gambe cominciare a farle scherzi

 

"Perché mi hai fatto mettere il costume? "

 

Auguro sobbalzare tornando con la testa per terra, si era scordato del suo piano e le birre rischiavano di scaldarsi troppo

 

"Ah, giusto! Hai una borsa termica?ghiaccio? "

 

"Certo, vado a prenderla"

 

Di malavoglia, si staccò da lui, appoggiandosi con discrezione al tavolo finché le gambe  ripresero forza ed il mondo smise di vorticare. A passo svelto, si diresse in cucina, frugò nel suo armadietto e tirò fuori una borsa termica rosa, con dei coniglietti stampati sopra, approfittò di essere in cucina per mettervi le vaschette di gelato che aveva conservato nel surgelatore, tornò quindi dallo stregone, posò la borsa aperta sul tavolo, così lui sistemò le lattine in ordine prima di chiuderla, lei continuava ad osservarlo con un cipiglio di curiosità

 

"Suguppi, dove mi stai portando? É quasi mezzanotte.. "

 

"Sei riuscita a prendere anche il gelato? "

 

"Sì! Il tuo preferito! Ci ho fatto mettere anche un po' di cioccolato fondente a scaglie! "

 

"Ti ricordi ogni dettaglio.. "

 

Lui prese la borsa in spalla,la prese per mano strizzando l'occhio, le fece la sua iconica linguaccia che ogni volta le faceva vibrare il cuore e si diresse verso l'uscita dopo aver spento le luci con uno schiocco di dita

 

"Vieni con me, Hoshiko..hai bisogno di staccare la spina,stasera,sono successe troppe cose e non devi elaborarle tutte subito, ok? prenditi tempo"

 

La guidò verso un appartamento poco distante dal suo, al lato opposto della strada, salirono un paio di scale ed arrivarono davanti ad una porta rossa. Hoshiko ebbe una strana sensazione e prima che lui aprisse la porta, capì cosa stava facendo il suo stregone. Entrarono nell'appartamento ma in realtà finirono da un'altra parte. Attraversarono un breve corridoio oscuro,poi,i loro piedi affondarono nella sabbia, la brezza marina le scompigliò i capelli in modo piacevole, la ragazza premette le labbra assieme sentendo le farfalle impazzire nel suo stomaco quando lui le strizzò la mano e vide il sole ed il mare davanti a lei. Il cielo era sereno e le onde si frangevano sulla spiaggia quiete, l'aria salmastra le riempiva i polmoni

 

"Che bel dominio… "

 

Raggiunsero delle sdraie poco lontano, subito lo stregone notò una cosa che aveva l'aspetto di un ragazzo dai capelli bianchi, pieno di cuciture come una bambola di pezza o chi aveva fatto un brutto frontale (decidete voi). Stava già sonnecchiando all'ombra e sembrava fosse rimasto lì ad aspettarli. Una cosa era certa, quella era una grossa maledizione e non era di certo classificata, certo, non sembrava affatto all'altezza di Gojo (vi sfido a trovare qualche fottuta cosa al mondo alla sua altezza, coraggio)  a lei forse avrebbe dato filo da torcere in duello, ma per il resto degli stregoni, era davvero pericoloso,glie lo leggeva negli occhi, lo sentiva nel petto, nel suo occhio che fremette per un istante

 

"Mahito, siamo arrivati"

 

Geto lo salutò con la mano avvicinandosi, Hoshiko si rese conto che i pantaloncini che aveva, erano in realtà un costume blu oltremare, con delle onde disegnate ai bordi e sulle tasche

 

"Bene arrivati! Salve, signorina, devi essere Hoshiko.."

 

La ragazza gli sorrise salutandolo con una mano. Dopo le prime analisi, sembrò entusiasta di vedere una maledizione che conosceva le buone maniere e non stava perennemente imbronciata o annoiata, come se tutto ruotasse attorno a lei. Aveva combattuto livelli insignificanti che prima di vederli supplicare, si erano messi a ridere di fronte alla sua figura minuta, eppure tra gli stregoni, lei era la più temuta dopo Geto e  Gojo

 

"Salve, Mahito, piacere di conoscerti"

 

Il ragazzo la guardò coi suoi occhi bicromatici con curiosità, sembrava studiarla da capo a piedi, il suo atteggiamento le ricordava molto quello di un bambino in fase di crescita

 

"sei il primo stregone, dopo Geto, che non sembra sul piede di guerra davanti a me"

 

"Perché mai dovrei attaccarti? "

 

"Ho ucciso delle persone,sono una maledizione"

 

"Erano amici miei? "

 

"No.. Signorina.. "

 

"Allora nessun problema…se Suguru non vuole,io non ti farò nulla, in più,oggi ho già dato, quindi non sono in servizio,voglio riposare"

 

Mahito sorrise compiaciuto, una mano coprì le labbra mentre tirava indietro la testa incredulo

 

"Affascinante, siete tutti particolari, voi stregoni, non ce ne sta uno uguale all'altro,e’ bellissimo fare esperimenti su di voi, in questo caso…con te, dato le circostanze imposte da Geto-kun"

 

La ragazza sorrise seguendo  lo stregone, si sistemarono sui lettini da mare accanto a lui, Hoshiko posò la borsa su un tavolino basso in mezzo a loro e la aprì, prese una birra e la offrì alla maledizione con un sorriso prima di porgere una lattina al suo compagno, poi decise di prenderne una anche per s'è. Si sdraiò comodamente prendendo un lungo sorso, la schiuma della birra sulle labbra, se la Lecco via con la punta della lingua

 

"Da cosa sei nato? "

 

Domandò con leggerezza sistemando il tettino del suo lettino 

 

"Dall'odio verso l'uomo, la paura del prossimo"

 

"Oh beh, allora puoi chiamarmi mamma”

 

Rise lei divertita prendendo un'altro  sorso, si voltò poi verso Geto  senza smettere di sorridere, alzando la birra come per brindare. Era impossibile che degli stregoni  si lasciassero sfuggire energia malefica come solo gli umani sapevano fare, ma non poteva fare a meno di scherzarci su

 

"Non mi hai detto che eravamo diventati genitori"

 

Risero tutti e tre, finché la porta del dominio non si aprì di nuovo, facendo passare Hanami, lo spirito maledetto, nato dalla paura delle catastrofi naturali, in braccio aveva la testa di Jogo. Dapprima non avevano notato Hoshiko, li raggiunsero sulla spiaggia mentre la testa si lamentava, poi, quando vide la ragazza, la testa di Jogo perse ulteriormente colore. 

 

"No… no… cosa ci fa qui la ragazza? Mi ha quasi ucciso!! "

 

Hoshiko rimase impassibile ad osservarlo, prese un sorso dalla birra incrociando le gambe senza staccargli gli occhi di dosso

 

"Non ti ho fatto nulla, é stato Satoru a spiccarti la testa dalle spalle"

 

"E tu non hai mosso un dito?? "

 

La ragazza smise di sorridere, lo guardò accigliata, perplessa più che arrabbiata

 

"... Dovevo aiutarti ad uccidere il mio ragazzo?"

 

Geto ridacchiò portandosi le nocche davanti alle labbra, non sembrò infastidito dall'affermazione di Hoshiko

 

"Te lo avevamo detto di stare attento, non ci hai dato retta…Gojo deve essere sigillato,ucciderlo è una cosa impossibile per voi, oltre che un divieto…accidenti, tu e Hoshiko avete proprio iniziato col piede sbagliato, spero riuscirete a fare amicizia"

 

Hoshiko guardò Geto e lui sorrise, sapeva che avrebbe preferito non gli fosse fatto nulla, sapeva che il suo cuore era anche nelle mani di Gojo,e anche il suo era un po' rimasto insieme a lui. Se ne erano presi un po' ciascuno, durante quegli anni all'istituto. Lo stregone sperava che anche il suo compagno,  si fosse unito a lui, o in alternativa…

 

"Hai ragione, basta parlare di lavoro.. Devi rigenerarti, la prossima volta un po' di paura per la tua vita ti farebbe solo bene"

 

"Eih?! Io non ho paura di niente!! "

 

Gridò la testa, ma si zittì quando gli occhi taglienti di Hoshiko gli perforarono il cervello, le sue parole però, gli fecero scuotere le viscere che ancora non gli si erano rigenerare, la voce della ragazza divenne fredda come neve 

 

"Quelli che non temono la fiamma, si bruciano, quelli che non temono la lama, si tagliano, quelli che non temono la tomba… "

 

Lasciò la conclusione in sospeso, si alzò dalla sdraia, togliendosi di dosso il vestito bianco, rimanendo in costume, tese la mano a Geto con un gran sorriso

 

"Vieni, Suguppi? "

 

Lui la prese strizzandola piano, si alzò in piedi e all'improvviso la prese in braccio, se la portò sulle spalle come un sacco di patate e corse in acqua tuffandosi, con un salto che avrebbe fatto rabbrividire un campione olimpico di tuffi,mentre Hoshiko gridava "sei uno scemoooooooooooo" . Lo stregone riemerse dall'acqua per saltare di nuovo addosso a Geto, cercando di ributtarlo in acqua, di rimando, lui evocò una Manta demoniaca dal mare per salirci sopra e tirando con s'è la ragazza, la usò come trampolino per tuffarsi di nuovo, sapeva che Hoshiko odiava i tuffi e per questo, adorava le sue reazioni, la ragazza riemerse piena di alghe in testa che le facevano da corona, se le tolse emettendo versetti di disgusto

 

"SUGURU GETO, BASTA!!! Mi si sfancula la tinta!!! Vieni qui che ti affogo!!te e i tuoi spiriti maledetti!!"

 

Hoshiko gli balzò sopra, con la mano gli tirò via l'elastico che gli legava i capelli, facendo piovere sulle spalle dello stregone  una cascata di ciuffi, neri come inchiostro liquido, gli caddero davanti al volto incorniciandolo come un'opera d'arte. La ragazza sentì il respiro spezzarsi, il cuore perse un battito e le parole persero di significato. Rimase a fissarlo per un po' mentre lui la sollevava tra le braccia, si appoggiò alle sue spalle con gli avambracci intrecciando le dita dietro alla sua nuca , lo guardò teneramente, le labbra dischiuse mentre inclinava il capo come per studiare quel viso bellissimo, quelle iridi nere che nascondevano voragini da capogiro

 

"Sei ancora il mio Suguro? Sei tu?..."

 

Gli sfiorò la fronte segnata da un filo nero, come se se la fosse spaccata e qualcuno glie l'avesse ricucita. Lo stregone sorrise di riflesso stringendo la presa

 

"Sono ancora io..te lo giuro,col tempo ti spiegherò, ok? Per ora, godiamoci questo momento"

 

"Va bene.. "

 

Gli accarezzò il viso, tirandogli una ciocca scura dietro all'orecchio, poi gli sollevò il mento con la punta delle dita

 

"Ti amo, Suguppi"

 

"Anche io, stellina… Ma adesso… "

 

Si sentì sollevare più in alto, in realtà la stava facendo saltare come se fosse stato un pallone

 

"Non provarci!!!! "

 

"Io non ci provo, io agisco! "

 

"Non ti permetter-Aaahhhhhh!! "

 

Una Manta sbucò dal nulla sollevandola in alto, la fece truffare da almeno cinque metri, le imprecazioni risuonarono per tutta l'isola prima del grande tuffo. Geto rise di gusto mentre Hoshiko gli lanciava un delfino d'acqua come se fosse un gavettone,il suo occhio demoniaco che brillava alla luce del sole. Tutti gli altri li osservavano allibiti, tranne la maledizione dai capelli argentati, che li osservava sorridendo, lottare, ridere, giocare. Due stregoni di primo livello se non superiori, erano alare a divertirsi con degli spiriti maledetti, il quadretto era alquanto bizzarro

 

"Che meravigliosa creatura… "

 

"La ragazza? "

 

Domandò la testa di Jugo sorpresa da tale affermazione

 

"É puro chaos ma allo stesso tempo, pura innocenza e delicatezza, non mi meraviglia che lui la ami così tanto… me ne parlò molto, di come lei si era sporcata le mani per lui, di come lo aveva protetto, per lei le vite umane contano come contano per noi, lei è al di sopra delle parti, solo il legame con Gojo non la fa scatenare su di loro… ma magari, se questo dovesse incrinarsi, avremo un'arma di una potenza devastante, anche se il capo non vuole forzare nulla, non vuole usarla, ma… se lui sarà in pericolo, stai certo che lei non starà con le mani in mano"

 

La testa assottigliò lo sguardo su di loro

 

"interessante… Sembra che tutti e due siano presi da lei.."

 

Quando i due tornarono a riva, tenendosi per mano. Si stesero di nuovo sul lettino per asciugarsi, entrambi ridacchiavano bagnati fradici,i capelli arruffati, non sembravano affatto due stregoni, sembravano due ragazzini che si stavano divertendo al mare d'estate. Hoshiko si voltò verso le vaschette di gelato, la aprì e prese dei bicchieri di plastica cominciando a dividere le porzioni. Hanami posò la testa di Jogo sullo sdraio accanto a lui mentre prendeva dalle mani di Hoshiko il suo bicchiere di gelato con tanto di cucchiaino, ne mise anche uno vicino a Jogo con una cannuccia e poi servì Mahito e Geto, lei prese per ultima il suo bicchiere

 

"Ok, adesso mangiamo il gelato! "

 

La giornata passò lieta, dopo il gelato, Suguru e Marito avevano afferrato la testa di Jogo ed avevano dato il via ad una partita di calcio, anche Hanami si era prestato mettendosi a porta e parando ogni attacco che i due gli sferravano. Suguru era stato bravo negli sport, stoppò la palla col petto e gli assestò un bel calcio, segnò un paio di punti mentre Marito riuscì perfino a fare un gol di rovesciata. Hoshiko era troppo stanca per partecipare, così si era decisa a mettersi da parte e tenere il punteggio,facendo il tifo per i due giocatori in campo. Quando la partita terminò, Suguru si offrì di accompagnare la ragazza a casa, quando apri’ la porta del dominio, lo stregone gli prese la mano, strizzandola, temporeggiò mordendosi il labbro

 

"Dormi con me, stanotte"

 

"... E Gojo? "

 

"Ha da fare, con quelli dell'Istituto di Kyoto.. Sai, il vecchio metallaro,devono fare un’incontro tra le due scuole"

 

Geto piegò il capo verso di lei

 

“la solita solfa?”

 

“si’..più’ o meno”

 

Suguru si fermò un attimo per guardarla

 

"Sei sicura? "

 

"Certo,non voglio più svegliarmi ogni mattina, con la consapevolezza che tu non ci sei più, domattina, mi sveglierò con te vicino.. Lo pretendo"

Suguru Geto si sciolse in un sospiro, guardando la sua bellissima dama,  dopo tutto quel tempo,forse, avrebbe fatto bene a godere di ogni singolo istante, ogni momento che gli era stato concesso, almeno finche' lei, non l'avesse salvato, lei e Gojo.

"Va bene, stellina"

  
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