Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: ClostridiumDiff2020    02/10/2022    0 recensioni
[ Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it ]
Un tempo nel regno di Cadarn esisteva la magia, poi la torre che racchiudeva il libro del canto è scomparsa si è lentamente affievolita.
Le creature magiche hanno iniziato a svanire, a guardia di quel tenue potere vi è soltanto l'ultimo cavaliere di drago, Morvan, colui che doveva essere Re ormai ridotto in schiavitù.
Quando Iris viene scelta per una missione a fianco del suo comandante non immagina quanti cambiamenti stanno per avvenire. La ricerca di un artefatto magico che può ribaltare le sorti del regno.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



01. il sogno oltre lo specchio


 
 
 
 
Quando Iris chiuse gli occhi un nome affiorò alle sue labbra, ma lo ricacciò nel profondo della mente come se potesse sfuggirgli.
Era il suo segreto sin da che aveva memoria, da che era diventata abbastanza grande da comprendere il significato di mantenerne uno.
Mai prima di quella notte persa nel suo passato aveva tenuto davvero a qualcosa.
Quella era stata la prima notte ad aver acquisito valore.
 
Come allora la ragazza chiuse gli occhi e lasciò che la sua coscienza scivolasse via.
Per un breve momento osservò il suo corpo fisico, profondamente addormentato nella sua piccola branda, sotto a quella della sua amica Pilthyl, come anche le brande dei loro commilitoni, in quell’angusta camerata.
Poi scivolò via, attratta come ogni notte dal suo prezioso segreto, il suo tesoro.
 
Il suo mondo, Cadarn, si srotolava impalpabile sotto di lei, ma niente le interessava se non raggiungere quella stanza, quel letto, Lui.
 
Accelerò, come se temesse che il legame potesse spezzarsi, che il suo tesoro svanisse, che per una volta non lo ritrovasse là.
Ma quando la finestra si rese più nitida in quella torre opaca, la stanza a malapena illuminata dalle candele era apparsa, lo aveva ritrovato al suo posto, come ogni notte.
 
Era a occhi chiusi, il volto contratto in una costante perpetua espressione di dolore, i capelli cortissimi, la pelle pallida segnata da quella rete di sottili cicatrici.
 
Come avvertendo la presenza di Iris lui dischiuse gli occhi e due pozze oscure si piantarono su di lei mentre un tenue sorriso affiorò, debole, fragile ma splendente.
“Sei tornata…” sussurrò con voce debole e incrinata.
Lei si affrettò a prendere la mano che l’altro gli porgeva ma quella pelle era oltre ogni possibilità di contatto. Non era che un’ombra, una viaggiatrice di sogno e non poteva avvertire il suo calore.
Frustrata da quel mancato contatto Iris si rannicchiò come un gatto al fianco di Lui.
Voleva dirgli di cosa l’avrebbe attesa la mattina che stava per sorgere, dei timori di fallire eppure il suo flebile respiro che a malapena affiorava oltre le coperte le impediva di esprimersi. Non voleva rischiare di farlo preoccupare, ma precludergli i propri pensieri la addolorava più che mai.
 
Voleva scacciare le sue preoccupazioni e afferrare ogni sensazione, per quanto flebile da quel corpo fragile.
Lui accettò il suo silenzio, tanto quanto durante i loro incontri aveva accolto le sue parole. Rimasero così, mentre Iris sgranava sotto le dita i minuti che fuggivano via e l’alba incombeva.
Quando il sole scalfì l’orizzonte lei si sollevò ricercando i grandi occhi scuri di Lui.
“Ras…” il nome le scivolò inevitabilmente.
Avrebbe voluto chiedergli di resistere, di non smarrirsi in quelle ore solitarie ma le parole le rimasero bloccate tra i denti.
 
Lui si sollevò a fatica e avvicinò il suo volto a quello dell’ombra della ragazza.
“Ti aspetterò ancora, te lo prometto…”
 
La sua voce fu l’ultima cosa che lei udì prima che l’alba la richiamasse a sé-
 
Iris avvertì il dolore del distacco, era ciò che provava ogni volta che doveva lasciare quella stanza, abbandonando il suo tesoro in quel letto. Ogni volta che vedeva quei lineamenti addolorati, che avvertiva quel dolore costante e quell’incessante desiderio di terminare ogni cosa, di abbandonarsi al non essere.
Eppure era certa di aver visto accendersi una nuova fiamma sempre più ardente oltre quegli occhi scuri ad ogni suo incontro, ma quel dolore persisteva, assieme a quel vuoto, quel senso di mancanza. Mentre Iris scivolò ebbe nuovamente il terrore di non rivederlo di nuovo alla sua visita successiva.
 
Quando si risvegliò nella sua cuccetta umida e polverosa il vuoto non si attenuò, nemmeno quando l’assonnato volto di Pilthyl dondolò dalla cuccia sopra alla sua.
“Sei pronta Iris? Oggi finalmente lo incontrerai di persona, non sei emozionata?”
Iris si riscosse cercando di ignorare la voragine che solo lo sguardo di Ras riusciva a colmare. Quasi aveva dimenticato, il Cavaliere Oscuro era tornato dalla sua lunghissima missione ai confini della terra di Cadarn, era tornato assieme al suo drago, uno degli ultimi ancora viventi, al servizio della Corona e Capitano della guarnigione di Iris e Pilthyl. Molte cose aveva sentito dire dell’ultimo Cavaliere di Drago.
Che fosse antico e bellissimo, potente e pericoloso.
Qualcuno lo ammirava, ma in molti lo ritenevano un essere inumano da tenere a distanza. Iris era sempre stata impaziente di vederlo, ma mai ne aveva avuto l’occasione.
 
Pilthyl saltò giù dalla branda e iniziò a vestirsi mentre i suoi capelli ricci rossi e fiammeggianti le ondeggiavano attorno al volto come un’aureola di fuoco.
“Pare che l’Oscuro si sia ferito e per questo è dovuto tornare prima del previsto… Pare che selezionerà una squadra per una spedizione e sono certa che farai l’impossibile per essere tra gli scelti…”
Iris si raccolse i riccioli castani ed annuì, l’amica aveva ragione, era quello che aveva atteso per anni, avrebbe fatto di tutto pur di essere scelta, sapeva che il Cavaliere Oscuro avrebbe voluto sapere ciò che da tempo conservava, assieme al suo tesoro.
Lei aveva sognato ciò che stava cercando, lei sapeva come avrebbe potuto raggiungerlo, il bastone d’osso, l’oggetto magico che avrebbe potuto riportare al mondo la magia e la torre che la conteneva trattenendola in un luogo irraggiungibile.
Doveva solo parlare con il suo Capitano.
 
La divisa le stava sempre troppo stretto, troppo corto. Quello era l’inconveniente di indossare abiti di seconda mano. Ma in fondo lei era una dei figli di nessuno, non era certo come la sua amica Pilthyl, figlia del primo cittadino, lei aveva una divisa impeccabile e la sua stessa scelta di essere un cadetto era ben diversa.
Iris aveva inseguito un sogno, l’unica via di fuga dall’anonimato.
Pilthyl voleva solo mettersi in buona luce con la propria famiglia prima di prendere il proprio posto nella società di Cadarn.
Ma Pilthyl le era comunque stata amica, l’aveva scelta tra tutti quando si erano scontrate per puro caso il loro primo giorno.
Era la sola che non riteneva Iris una svampita con la testa tra le nuvole.
 
Iris cercò inutilmente di sistemare la divisa, ma niente avrebbe fatto scomparire la toppa o riapparire il bottone mancante.
Alla fine si ritroveranno schierati in un piccolo schieramento.
Pilthyl ridacchiò “credo che tu possa stare tranquilla sai? Siamo troppo pochi, non avrà scelta… il Cavaliere Oscuro dovrà prenderci tutti”
 
Un ruggito squarciò il silenzio e una grande creatura nera si avvicinò veloce, i suoi battiti d’ala era un rombo di tuono, Iris sollevò lo sguardo, aveva già visto quella creatura. Era Masah, il drago del Cavaliere Oscuro.
La creatura atterrò nel piazzale della caserma, di fronte a cui in attesa si trovava il piccolo gruppo di soldati.
Iris allungò il collo, l’uomo che attendeva da tempo era finalmente vicino.
 
Lo sguardo della ragazza si posò sulla colossale creatura, le scaglie nere parevano danneggiate, le grandi ali membranose lacerate e la consapevolezza si accese.
Non era il Cavaliere ad essere ferito, ma il suo prezioso drago, la fonte del suo potere, uno dei pochi residui della magia sopravvissuti alla scomparsa della torre di Cadarn.
 
Quando il cavaliere si rese visibile Iris sentì il sangue raggelarlesi nelle vene.
Il suo Capitano, l’uomo che attendeva da tempo avanzava verso di lei, verso i suoi compagni.
 
Il suo volto era immacolato, privo della minima imperfezione eppure quegli occhi, quei pozzi oscuri che gravavano nella sua direzione, la chioma fluttuante scura come la notte. Iris riconobbe Ras in quell’uomo, il cavaliere di drago era identico al suo prezioso tesoro, eppure diverso come il giorno dalla notte.
Nel suo sguardo una forza e un’energia che nel suo Tesoro Iris non aveva mai visto.
Ma soprattutto il suo volto era perfetto, la pelle immacolata, e Iris non si sentiva tranquilla nell’osservare un viso così simile a quello che amava, privo di quyei segni così familiari.
L’armatura nera come le scaglie del suo drago, il segno dell’eclisse scarlatto come gli occhi del suo drago. No, quello non era decisamente il suo Tesoro, non era Ras…
Ma perché Morvan, il cavaliere di Drago, il Capitano dell’esercito del Re era così simile al suo tesoro prezioso?
Ma in fondo Iris si chiese, cosa sapeva davvero di Ras?
Sapeva solo che avrebbe voluto vederlo in quel momento stesso ma quando lo sguardo inquisitore del suo capitano si posò su di lei si sentì scandagliata e dovette scacciare il pensiero di Ras, avrebbe dovuto rimandare a quella notte le sue domande.
 
 
 
Day 02 - WritOber 2022 – Prompt – respiro (02/02/2022)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: ClostridiumDiff2020