Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Dian87    02/10/2022    0 recensioni
Il NaNo Writober è l'evento che si ripete ogni anno ad ottobre e consiste, come nell'Inktober e simili, di scrivere una breve storia o una scena secondo un prompt scelto nel gruppo NaNoWriMo Italia.
Anche per questo Writober scriverò delle scene provenienti da varie parti di Gea.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Khen Lodihr, 18 pluvania 868

Il muro di luce si parò davanti a lei e fu costretta a pararsi gli occhi.

***

Tubi di un materiale lucente stavano puntati verso il cielo, dove delle sagome longilinee con grandi aperture laterali volavano in cerchio.

«Forza! Mirate!» la voce risultava strana, gracchiante.

***

La luce si indebolì lievemente.

Franziskyra? la voce calda di Evreirth risuonò nella sua mente e sorrise lievemente.

Sono ancora qui gli rispose, voltandosi verso il duerg che si trovava assiso sul trono.

Non farlo fuori le ricordò ci hanno chiesto di riportarlo vivo.

Franziskyra sorrise lievemente, estraendo la lama dei draghi. Aveva bisogno di lunghezza in modo da non dover attraversare troppe trappole per quanto usarla a terra fosse una vera rogna.

Me lo ricordo, Evrerith rispose lei, soppesando la lama e lanciando un’occhiata al pavimento che si illuminava ed esplodeva in colonne di luce gli farò solo rimpiangere di essere nato.

Riuscì a muovere soltanto un altro passo prima che una colonna di luce l’investisse nuovamente.

***

«Papà! Guadda!»

Spostò lo sguardo verso un bambino che stava indicando una lucertola.

«Cos’è?»

Accanto a lei un uomo si accucciò. Aveva pantaloni di un colore strano, un misto tra un marrone e un viola, con macchie dell’uno e dell’altro, una maglia con uno strano segno sul cuore, una palla con delle righe in mezzo, decisamente non era una cosa della sua gente. I lineamenti assomigliavano a quelli di un qualsiasi altro umano del Þrándheimr e i capelli erano tagliati molto corti, un dito o forse poco più di altezza.

«Ne ho sentito parlare… si chiamavano lucertole.»

***

Scosse lievemente la testa e tornò ad osservare il pavimento prima di rimettersi a correre. Tre passi avanti, due passi a destra, un passo a sin…

***

Una delegazione si trovava davanti a loro, osservandoli con attenzione. Avevano lunghe tuniche candide, impreziosite da gemme di ogni sorta di colore. Lunghi capelli che variavano dal rosso fuoco al mogano erano raccolti in strane acconciature, cose di cui Franziskyra non si era mai occupata, ma da queste sbucavano chiaramente delle lunghe orecchie appuntite.

Accanto a queste figure, altri umani con abiti tratti da pelli e vagamente cucite con fili grossolani avevano lance e coltelli di selce al loro fianco. L’ultima parte della delegazione era formata da duergar, completamente avvolti dalle armature da parata con fini rilievi ed incisioni ad indicare il complesso sistema sociale.

«Io Kayson.» disse l’uomo al suo fianco, alto più di una testa e tutte le spalle, ben piazzato, portando la mano sul petto. «Io amico.»

***

Sette passi a sinistra, scartò all’ultimo una colonna che si stava innalzando e saltò per evitare una nuova trappola sotto ai suoi piedi. Fu costretta a rotolare, ma, quando si fermò con il piede pronta a rialzarsi, questo era di nuovo all’interno di un cerchio di luce.

***

«Questi selvaggi non sanno nulla… non sanno nemmeno come coltivare la terra, figurarsi altro.»

«Ho sentito dire che mangiano i loro caduti e si sposano tra di loro.»

Malignità, lo sapeva bene.

«E quegli orecchie-lunghe? Hai visto le loro stregonerie?»

Paura serpeggiava in mezzo a loro.

«Dovremmo liberarcene.»

Una selva di teste annuì lievemente e abbassarono la testa sul tavolo lucido, su cui era riprodotta la mappa dell’intero Þrándheimr come non l’aveva mai visto prima, sembrava disegnata sul tavolo stesso.

«Cominceremo da qui.»

***

Le visioni non le dicevano nulla di nuovo sull’animo delle persone. Erano gente venuta da chissà dove, chissà per quale motivo, colonizzatori come forse erano stati i suoi avi e quelli di tutte le altre creature. Non sempre l’incontro tra razze completamente diverse era pacifico e lo sapeva bene grazie ai racconti della Guerra dei Draghi.

Si rialzò e riprese a correre. Metà sala, non le mancava più di tanto.

***

Tubi metallici sottili, con una parte più grossa verso un’estremità. Agganciò qualcosa nella parte sottostante e osservò all’interno del piccolo tubo attaccato sopra quello più grosso. Non aveva mai visto così grande una cosa messa a migliaia di passi di distanza. La mela era perfetta in ogni dettaglio, in ogni sfumatura di colore.

«Andiamo a caccia?»

«Sono di turno.» era la propria voce quella che rispondeva. «Settore uno-sette-tre.»

L’altro agitò la mano, facendo un fischio.

«Roba grossa… quell’altura è tosta.»

Scosse lievemente la testa. «Basterà spaventarli, hanno già imparato che i nostri fucili fanno male.»

Fucili, forse era quella la cosa che volevano trovare all’interno di Khen Lodihr?

Si mise il fucile in spalla e si avviò verso la porta.

***

La luce diminuì d’intensità e poté riprendere a correre, scansando le successive colonne. Il duerg pazzo se la stava ridendo, seduto scomposto sul trono. 

«Chi arriverà alla meta? La mente spezzata o il corpo separato?» chiese, sollevando un piede per appoggiarlo sullo schienale mentre i lunghi capelli incolti scivolavano al suolo.

Non gli rispose.

***

«Veloci! Veloci! Battito basso, pressione in caduta!»

Le voci da un lato l’assordavano, dall’altro sembravano essere sempre più ovattate. Cerchi di luce comparivano davanti a lei, su una parete piena di righe e di tubi allacciati alla bell’e meglio. Si stava muovendo, ma non si stava muovendo.

«Quei maledetti mostri… l’hanno lasciata davanti al forte per mostrare che sono i più forti.»

«Forza con quel ventilatore, ossigenazione dall’ottanta percento.»

Cosa significavano quelle parole? Cos’era l’ossigenazione.

«Al tre, sul tavolo. Uno, due, …»

«Temperance, sono qui.» qualcuno strinse la sua mano.

«Anestesia.»

«Vedrai, Temperance, ti vendicheremo, faremo fuori quei bastardi…»

***

Davanti a Franziskyra un muro di colonne le ostacolava interamente la strada.

Cucciola, fermati il tono di Evreirth era angosciato, lo comprendeva bene.

Ev… il tono del cavaliere era sereno, in pace con se stesso è solo l’ultimo sforzo… poi ti racconterò…

Prese un respiro profondo e sollevò la lama. Un salto, uno solo e deciso in mezzo ad una colonna.

***

Il rumore era assordante, un rombo basso ripetuto sempre uguale… bree, bree, bree… non sapeva come descriverlo.

«Hanno oltrepassato la linea di difesa Delta.» la voce era atona. «Mancano le linee Echo, Foxtrot e Golf.»

Il vecchio con i capelli grigi in mezzo alla stanza lasciò crollare le spalle, scuotendo lievemente il capo.

«È il momento.» stabilì. «Signori, è stato un onore servire con voi, ma il nostro tempo ormai è finito. Declan, arma le bombe.»

Il silenzio calò completamente nella sala, seguito soltanto da quel grido ripetuto. I presenti si lanciarono un’occhiata.

«L’evacuazione è finita.» interruppe una donna, i capelli mori raccolti in uno chignon e con lo stesso vestito degli altri.

«Bombe armate.»

«Avvia il conto alla rovescia.»

«Dieci, nove, otto…»

La porta si socchiuse appena.

«Sette, sei, cinque…»

Grida di rabbia penetrarono nella stanza, tentando di sovrastare il grido disperato e ripetuto.

«Quattro, tre, du…»

Un tonfo. Una lancia che vibrava ancora.

***

Atterrò in piedi davanti al trono, con il muro di colonne di luce alle sue spalle.

«È il momento di smetterla, principe.» sentenziò.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dian87