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Autore: LorasWeasley    05/10/2022    3 recensioni
future|fic [daisuga] [accenni tsukkiyama]
Daichi e Suga hanno infine deciso di adottare un totale di cinque bambini, tutti con caratteri, passioni e problemi differenti. In questi capitoli ecco raccontate le avventure di questa enorme famiglia.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Kei Tsukishima, Koushi Sugawara, Tadashi Yamaguchi
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Il matrimonio di Isao

 
L’enorme famiglia Sawamura-Sugawara era composta da ben sette componenti, ognuno di loro aveva caratteri completamente differenti ma c’era una cosa che metteva d’accordo ben sei di loro: la paura nei confronti di Suga quando si infuriava.
Isao aveva ventisei anni e si stava per sposare. Così, il giorno prima del matrimonio, Suga prese ognuno di loro e fece un discorso talmente serio che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque.
Il pensiero comune fu “domani sarò la persona migliore dell’intero ricevimento”. Insomma, cosa poteva andare storto?
 
-Signor Sawamura?- Daichi fu raggiunto dal migliore amico e testimone di Isao mentre l’uomo stava salutando gli ospiti che pian piano stavano riempiendo la sala in attesa dell’inizio della cerimonia.
Lo sguardo allarmato del ragazzo fece preoccupare Daichi, così indirizzò sua madre verso i posti a sedere, lasciandole Kou, e si allontanò insieme al ragazzo.
-Che succede?- sussurrò.
-Isao è nel panico e vuole andarsene.
Daichi sospirò e si guardò intorno nella speranza di trovare Suga lontano e impegnato, poi disse al ragazzo -Tieni mio marito lontano dalla sua stanza, ci penso io, tu non dirgli nulla.
Fu così che Daichi raggiunse Isao e lo trovò in preda al panico che camminava velocemente per tutto il perimetro della stanza.
-Che succede?
Isao si voltò verso di lui e lo fissò con gli occhi sbarrati -Non posso farlo.
Daichi lo raggiunse e gli mise le mani sulle spalle -Prendi un bel respiro e parliamone.
Isao prese tre lunghi respiri, poi annuì e si sedette sul divanetto, Daichi si mise al suo fianco -Non ami Akane?
-La amo tantissimo- rispose senza bisogno di pensarci neanche un secondo.
-Allora qual è il problema?
-E se non fossi abbastanza per lei? Se il matrimonio rovina tutto? Se faccio un casino?
Daichi sorrise intenerito e anche un po’ sollevato che il problema non fosse l’amore.
-Sai quanto ero preoccupato quando ho sposato tuo padre? Pensavo le stesse cose, poi l’ho visto all’altare e ogni dubbio è sparito. Da stasera non ci sarai più solo tu, ci sarete voi. Ogni decisione verrà presa insieme, per ogni cosa che farai penserai prima a lei. E non potrai fare casini, non potrai rovinare tutto, perché non vorresti mai far soffrire la persona che ami.
Isao si fece ancora più preoccupato e Daichi si affrettò a specificare -Ma questa è una cosa bellissima, perché vuol dire che condividete il peso della vita, sia delle gioie che dei dolori, sarete insieme. E in due le cose sono sempre più facili- gli sorrise -Resterai sempre mio figlio, Isao. So che io e tuo padre ti abbiamo cresciuto bene ma so anche che eri un bambino gentile e altruista ancora prima che ti adottassimo. Sei speciale, tesoro, meriti di essere felice con Akane.
Isao lo abbracciò stretto e con la voce rotta mormorò -Grazie papà, ti voglio bene.
Daichi gli baciò la testa, poi rispose -Solo, non diciamo a tuo padre di questo attacco di panico, va bene?
Isao rise concorde -Nessuno vuole risvegliare il mostro.
 
Kenta era appoggiato alla ringhiera del terrazzo dove si sarebbe svolto il rinfresco e stava aspettando l’arrivo del gemello. Kazuki non era andato insieme a loro solo perché doveva passare a prendere Emiko, ma adesso era un po’ troppo in ritardo e non rispondeva neanche alle chiamate.
Guardò per l’ennesima volta lo schermo del suo cellulare anche se questo non fece apparire magicamente una notifica o non fece rallentare il tempo.
Sbuffò, iniziando a cercare una scusa che avrebbe potuto inventare a suo padre Koshi per proteggerlo, quando si voltò di scatto e andò a sbattere contro qualcuno.
-Scusa- disse in fretta e meccanicamente mentre sentiva di essersi bagnato ad altezza petto.
Abbassò lo sguardo e con orrore si accorse che sulla sua camicia bianca e sulla sua giacca grigio chiaro era appena apparsa un’enorme chiazza arancione.
Strabuzzò gli occhi nel panico e vide entrare nel suo campo visivo delle mani che, tremanti, provarono a tamponare la macchia con un tovagliolo.
-Mi dispiace- disse chiunque gli aveva rovesciato il drink addosso.
Kenta portò lo sguardo su di lui e si accorse subito di tre cose: era un cameriere, aveva quasi sicuramente la sua età ed era estremamente carino. Non per forza in quest’ordine.
La magia fu rotta quando il biondo captò la presenza di suo padre Suga sentendo la sua voce da lontano, così afferrò di scatto il ragazzo dal braccio e portò entrambi a terra dietro un tavolo.
-Sssh!- gli disse interrompendo tutte le sue scuse -se mio padre vede questo ucciderà entrambi.
Il ragazzo sembrava solo più depresso -Tanto verrò licenziato dopo questo… che primo giorno di merda.
-Non dirò che sei stato tu, puoi stare tranquillo- rispose Kenta distrattamente mentre continuava a tenere d’occhio suo padre Koshi dal suo nuovo “nascondiglio”.
-Perché?- domandò confuso l’altro.
-Sei troppo carino per metterti nei guai.
Il silenzio che ne seguì fece davvero recepire a Kenta quello che aveva detto, il suo volto andò a fuoco e lo lasciò andare di scatto mentre nascondeva il viso tra le sue mani.
-Ehm… flirti sempre così?- domandò il cameriere con un tono divertito.
-Dio, no- sussurrò mentre pregava che il terreno si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse -non so neanche perché l’ho detto, dov’è Kazuki quando serve?
-Chi è Kazuki?- domandò in fretta l’altro.
-Il mio gemello. É la mia copia ma migliore, quello che mi evita le situazione del cazzo.
Il cameriere rise -Senti, stiamo un po’ attirando l’attenzione qui a terra, perché non vieni sul retro con me? Ho una camicia in più che posso prestarti. In realtà ne ho più di una… sapevo che la mia ansia sarebbe tornata utile, prima o poi.
Kenta riportò finalmente lo sguardo su di lui con gli occhi sbarrati -Davvero?
Il cameriere gli sorrise in risposta -Sicuro, sei troppo carino per metterti nei guai.
 
-Ci siamo persi- sospirò Emiko.
-No- rispose risoluto Kazuki.
-Amore… è la terza volta che vedo quella casa diroccata.
-Non possiamo esserci persi! Non posso arrivare tardi al matrimonio di Isao! Mio padre mi ucciderà!
Nessuno gli aveva detto che stavano preparando il ricevimento e la cerimonia in un posto talmente isolato. Le strade sembravano tutte uguali e il cellulare non prendeva.
-Non hai una mappa stradale?- domandò la ragazza, molto più calma di lui, mentre iniziava a cercare nei vari scompartimenti della macchina.
-Non siamo nel medioevo, chi le usa più?
-Tipo noi adesso.
Ma purtroppo nessuna mappa stradale si trovava all’interno della macchina.
Emiko si voltò verso Kazuki e si accorse delle sue condizioni per la prima volta -Kaz… se non ti calmi, anche se riusciamo ad arrivare in tempo, tuo padre ti ucciderà per quanto sei sudato.
-Non sono sudato.
-Gli acquapark sotto le tue ascelle dicono ben altro.
Kazuki non la stava più ascoltando, perché notò qualcosa e rimise in fretta a moto per partire sgommando velocemente.
Emiko sbatté la testa contro il poggiatesta e in un lamento esclamò -Che diavolo?
-C’è una macchina, non posso perderla!
Quindi tornano ad avviarsi con la speranza che anche quella macchina che avevano deciso di seguire fosse diretta al matrimonio del fratello.
 
Erano ormai passati dieci minuti da quando Ryunosuke Tanaka aveva detto a suo figlio Kaoru “tieni d’occhio tuo fratello, io torno subito” per poi sparire in mezzo agli invitati prima ancora di poter sentire la risposta del suo calmo e disponibile figlio.
Al contrario del fratello, Reki era perennemente esaltato, non riusciva a stare fermo neanche un secondo e aveva bisogno di tenere le mani occupate per la sua iperattività. Era per questo che Kiyoko, di nuovo incinta, aveva scaricato il figlio al marito e questo l’aveva lasciato al fratello maggiore.
Così, prima ancora che il matrimonio potesse effettivamente iniziare, Mirai e Kaoru si trovarono a fare da babysitter al bambino.
Fu difficile e Mirai vide quasi a rallentatore la scena di Reki che correva nell’inseguire un piccione proprio dritto verso una delle fontane nel cortile. Nella sua mente si accavallarono un sacco di pensieri tutti nello stesso istante, ma quello principale fu “papà Koshi mi uccide se glielo lascio fare”, poiché Reki era uno dei paggetti e non poteva di certo percorrere la navata dopo essersi tuffato in una fontana.
Fu così che corse riuscendo a evitare il dramma, peccato che inciampò e cadde lei stessa dentro la fontana.
Kaoru riuscì ad afferrarle il braccio prima che si bagnasse tutta, ma una delle sue scarpe e metà del vestito era andata.
I due adolescenti si scambiarono uno sguardo di terrore, poi Kaoru sussurrò con un filo di voce -Questa è la volta buona che i tuoi mi uccidono.
 
-Papino! Guarda!- Daichi aveva appena finito di far tornare Isao in sé quando dovette occuparsi della sua figlia più piccola.
Kou corse verso di lui con un bel sorriso in volto, Daichi si guardò intorno per capire con quale adulto fosse, ma evidentemente era scappata da chiunque la stesse tenendo d’occhio.
-Non ti avevo lasciata con la nonna?
-No- mentì facilmente cambiando subito argomento -Guarda che bello! Me lo metti?
Gli mostrò un braccialetto elegante e azzurrino che, a occhio e croce, doveva costare quanto il suo stipendio di un mese.
-Dove hai preso quello?
-Da una signora- rispose tranquilla.
-Kou! Non si deve rubare!
-Non ho rubato, l’ho solo preso!
Daichi, che era un poliziotto, avrebbe voluto continuare a fare un discorso più che serio alla figlia sul prendere oggetti non propri, ma il destino la pensava in modo diverso perché Suga lo raggiunse chiamandolo con un tono che non prometteva nulla di buono.
-Che succede, amore?- gli sorrise Daichi mentre nascondeva Kou e il bracciale rubato dietro la sua schiena, non volendo aggiungere benzina sul fuoco.
-Perché ho sentito che Isao ha avuto un attacco di panico e non voleva più sposarsi?- sibilò piano per non farsi sentire dagli altri invitati -E perché non ne sapevo nulla?
-Oh… ecco… ora è tutto sistemato quindi…
Kenta si intromise -Isao non voleva sposarsi!?
Koshi si voltò verso di lui e assottigliò gli occhi nel lanciargli un semplice sguardo -Cos’è quella camicia?
Kenta arrossì -É la mia camicia.
-Non lo è- rispose sicuro l’altro -è almeno due taglie più grande della tua. E dov’è finita la giacca?
A salvare Kenta fu Kazuki che arrivò di corsa mano nella mano con Emiko urlando -Siamo qui! Siamo qui! Ce l’abbiamo fatta!
Koshi assottigliò ancora di più gli occhi nel posare lo sguardo sull’altro gemello sibilando -Perché Emiko sembra aver appena lasciato un salone di bellezza e tu sei talmente fradicio di sudore che sembri essere caduto in una delle fontane?
-Qualcun’altro è caduto in una fontana?- si intromise Mirai, la dolce e bella Mirai che aveva le punte dei capelli bagnati, il vestito per metà inzuppato d’acqua che stava facendo una pozza sul pavimento e le mancava una scarpa.
Koshi non disse più nulla. Fissò ognuno di loro per secondi infiniti.
Kou lasciò la schiena del padre poliziotto e si rivolse all'altro porgendogli quello che sembrava a tutti gli effetti un portafoglio - Tieni papà, prendi questo. Isao dice sempre che i soldi rendono felici le persone arrabbiate e tristi!
Daichi esplose -Hai rubato anche questo!?
-Non l'ho rubato, l'ho solo preso!
Koshi spostò lo sguardo anche sull'ultima figlia, fissò per qualche secondo la discussione e infine si voltò. Poi, con una strana calma nella voce, annunciò -Vado a ubriacarmi.
  
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