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Autore: lo_strano_libraio    11/10/2022    1 recensioni
Cosa successe nei mesi tra la morte di Billy e l’attacco di Vecna, nella vita di Maxine Mayfield? Scopritelo in questa storia angst, ricca di emozioni forti, misteri e colpi di scena!
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dustin Henderson, Lucas Sinclair, Maxine Mayfield, Mike Wheeler, Undici/Jane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Capitolo 6-A Natale puoi...

 

Era mattina presto, la luce illuminava filtrata la stanza, passando dalle tapparelle semi abbassate e dalla tenda, che la schermava in un’aura diffusa dolce e piacevole, che avrebbe svegliato i dormienti cullandoli nella sua radiosità, piuttosto che scuoterli bruscamente fuori dal sonno. Undi aprí gli occhi e si girò alla sua sinistra verso l’amica: stava ancora dormendo. Max era assorta in qualche bel sogno, lo capiva dall’espressione: aveva la bocca aperta, e la fronte distesa ma non apatica, faceva così quando era felice. Nel complesso faceva una grande tenerezza, l’espressione, il pigiama e il tenero e basso modo in cui respirava la facevano regredire all’immagine che si ha di una bimba dell’età di Holly che dorme sognante Babbo Natale. I segni del freddo che aveva sul volto, pur stando via via svanendo e i ricordi del giorno prima, la facevano ancor di più apparire agli occhi di Jane tragicamente innocente. Poteva vantarsi che fosse stato merito suo, l’aveva tirata fuori lei da quell’inferno. Sarebbe stata la stessa cosa con papà? Si stava solo allenando per quando l’avrebbe riaccolto nella sua vita da quel gulag siberiano? Si alzò più piano possibile per non svegliarla, e rimise le coperte a posto come se fosse ancora nel letto, per non infreddolirla; poi passando dall’altro capo del letto, le diede un leggero bacio sulla fronte per poi uscire lentamente dalla porta. Arrivata in cucina trovò Nancy intenta a preparare il caffè. 

“Siamo le uniche sveglie?”

Lei risponde annuendo e sorridendole.

“Siamo il club delle mattiniere a quanto pare...come sta Max?”

“Oh dovresti vederla, é adorabilmente immersa nel sonno” le prese la mano ora libera dalla tazzina, che aspettava di essere riempita dalla macchinetta “ieri abbiamo fatto qualcosa di veramente buono e giusto Nancy: per la prima volta in vita mia mi sento parte di come le persone vivono e interagiscono, e finalmente posso dire di aver fatto qualcosa per qualcuno che non sia stato ammazzare mostri da un altra dimensione...che non potrei raccontarlo comunque ad alta voce...” 

Nancy le diede un amorevole pizzicotto sulla guancia.

“Terra chiama Jane: sono d’accordo con te, sei stata veramente un eroina e devi esserne fiera; ma ricorda, nella società chi si vanta costantemente di cosa ha fatto è antipatico, ma soprattutto” e sottolineò con la voce quest’ultima parola “non dovrai MAI, farlo pesare a Maxine, neanche se in futuro vi capitasse di litigare, sarebbe soltanto crudele. Tu non sai quanto non avrei voluto farlo con una mia amica, che ora non c’è più...”

Undi aveva capito cosa volesse dirle, ma la guardava interrogativa, cercando di capire a chi si riferisse, mentre fissava trasognata il vuoto.” Il suono della macchinetta del caffè la risvegliò, facendola affrettare a prendere la tazzina.

“Si, tranquilla! Stavo soltanto confidandomi con te, ma non ho assolutamente intenzione di parlarne ancora oggi o qualsiasi altro giorno con lei, riguardo la giornata di ieri.”

“Bene, piuttosto ricordale dei ricordi felici che condividete, e di quelli che potreste avere in futuro.” 

Pian piano tutti arrivarono e incominciarono a fare colazione, l’ultima fu proprio l’ospite speciale, che giunse stropicciandosi gli occhi, ma decisamente riposata rispetto al giorno precedente. 

“Oddio, che ora é? Non avrò dormito troppo? Scusatemi veramente!”

“Ma che dici? Sono soltanto le 9, ti sei alzata soltanto dopo una decina di minuti rispetto a noi, e ti meritavi un bel sonno!” La accolse calorosamente il signor Wheeler.

“Vieni a prendere un po’ di biscotti fatti in casa con del caffè, ti piace il caffè?”

“Si molto!” Il padrone di casa le fece posto a tavola, mettendole a posto la sedia. Una volta sedutasi, le passò anche i waffles e lo sciroppo d’acero.

Mike lo guardava ironicamente corrucciato: come mai suo padre non era mai così gentile con lui? 

Max fece una colazione abbondante come non ne aveva da tempo. Poi tutti andarono sotto l’albero per scartare i regali. Lei sapeva che molto probabilmente non c’è n’erano per lei, ma non gli importava: il regalo più bello era già essere lì con tutti loro in quel momento. Ma a sua sorpresa, Undi e Karen si fecero avanti con un pacchetto a testa porgendoglieli. 

“Non pensavi davvero che io e Will saremmo tornati a mani vuote, vero?”

“Mentre questo è da parte di tutti noi: ma devi ringraziare Mike, che ci ha dato una dritta su cosa ti potesse piacere”. 

Lei non credeva ai suoi occhi, e un sorrisone le si stampò in volto. Ringraziatili una miriade di volte prese i pacchetti e lì aprí con foga. Quello di Undi era una maglietta con una foto di Tony Hawk, e perlopiú autografata. 

“Cavoli, ma dove l’hai incontrato?”

“Ehi, guarda che ora sono californiana almeno quanto te; faceva un esibizione a un parco vicino dove abitavamo noi, avendoti già comprato il regalo mi son detta: “fatto 30, facciamo 31”. E poi devo dire che è un tipo davvero gentile”

“Oh si, pensa che, non per vantarmi ma, io l’ho conosciuto nell’81, quando non era ancora famoso, perché si allenava al parco dove andavo coi miei amici, e ci ha insegnato personalmente come si fa un black flip. Quindi grazie mille, significa molto per me!”

La abbracciò e poi passò al regalo di Mike. 

Era un nuovo Walkman grigio dalle grandi cuffie, con all’interno la cassetta del nuovo album di Kate Bush: “Hounds Of Love”. Se lo mise sulle orecchie; i cuscinetti erano comodissimi e accendendolo poté constatare che il suono della sua vecchia radiolina era ormai molto disturbato, e rovinato in confronto a questo. Mentre la musica di “Running Up That Hill”, le entrava nel cervello, seguiva il tempo ad occhi chiusi, ondeggiando la testa e sorridendo. Era la prima volta che sentiva questa canzone, ma era già la sua preferita. Se lo tolse, guardò Mike con un sorriso sardonico ma dolce.

“E così è stata una tua idea eh?”

Si avvicinò e gli diede due bacini amichevoli sulle guance. “Grazie...è un regalo bellissimo”

Lui divenne rosso come un peperone.

“P-prego...ma che fai? E se ti vedesse Lucas?”

“Oh! Ci manca solo che inizi a fare il geloso soltanto perché voglio ringraziare un amico in comune” poi si volse a Undi, indicando col pollice lui “Si vede che le sei mancata, chissà quante volte si è arrossato come un semaforo in questi mesi, soltanto perché una ragazza le ha detto grazie”. Jane scoppiò a ridere, e annuí.

“Oh Mike...si vede che siamo le tue uniche amiche femmine!”

Tutti scoppiarono a ridere, mentre Mike affondava in un tenero imbarazzo. Alzò le mani in segno di resa.

“Ok...ok, é vero, ma devo dire che non mi immagino amiche migliori di voi.”

Tutti scoppiarono in un “Owwww...” collettivo. Il suono del campanello attirò la loro attenzione. La signora Wheeler aprí e si ritrovarono davanti Dustin con sua madre e Lucas ed Erika coi loro genitori, che libretto alla mano, intonavano un canto di Natale. Quando gli sguardi di Lucas e Max si incrociarono, lui rimase visibilmente sorpreso, mentre fu questa volta il turno di lei ad arrossire, perché ovviamente oltre a non aspettarselo di fronte, non avrebbe voluto farsi trovare con quel pigiama rosa di fronte a lui.

“Ah Lucas! No!” Si nascose dietro la schiena di Nancy, cercando di coprirsi il più possibile. “Non mi guardare, ti prego!”

Lui entrò e cercò di spiare di lato.

“Max? Che ci fai qui?!”

Undi andò vicino lei, e cercò di tirarla fuori dal suo riparo. 

“Dai, che così è solo più imbarazzante, devi parlargli”. 

Lei cautamente uscì e con un sorriso smorzato, e alzando la mano, gli fece un cenno di saluto.

“Ciao...”

Lui la guardò dall’alto in basso. 

“Ma questo pigiama?...” sorrideva.

“Eh si lo so, é un po’...”

“Ti sta benissimo!”

“Davvero?!” Reagì corrucciata dalla sorpresa. 

“Si! Il rosa ti dona!”

Max guardò Undi che le fece l’occhiolino.

Karen stava parlando coi genitori dei ragazzi.

“Vi va di unirvi a noi? Compriamo sempre più del necessario per il pranzo di Natale, almeno quest’anno non dovremo buttare via niente.”

Accettarono e mentre gli ospiti si toglievano le giacche, i ragazzi di casa andarono a cambiarsi. Rientrate in camera, Max prese per mano Jane e guardandola negli occhi sorridendole le disse con ferma decisione:

“Undi, dammi la salopette con gli orsetti!”

Il volto di lei si illuminò.

“Davvero?”

“Si! Se gli piaccio veramente carina e pucciosa, andiamo fino in fondo!”

Le due annuirono con complicità, come se stessero complottando qualche piano super segreto. 

Max fece la sua comparsa davanti a Lucas che si apprestava a sedersi a tavola, con indosso l’adorabile salopette con stampati sopra orsacchiotti che spacchettavano regali, e le trecce ai lati del viso a mo’ di Pippi Calzelunghe. Si mise in posa e gli chiese ironicamente:

“Ti piace ciò che vedi?”

Lui si illuminò.

“Si cavolo! Sei adorabile!”

Lei gli diede un bacio e si sedettero una vicino all’altro. Affianco a lui c’era Dustin.

“Ehi Max! È da tanto che non ci sentiamo, come te la passi?”

“Oh vediamo...mia madre mi ha lasciata sola a casa per andare chissà dove, i roditori hanno mangiato i soldi che mi aveva lasciato, ho cercato da mangiare nella spazzatura e ho fatto a botte come i barboni; poi Undi mi ha trovata e mi ha portata qui. Ieri ero tutt’altra persona, non mi avreste neanche riconosciuta, ma ehi, ora sto bene.” E fece il segno della pace.

I due la guardavano confusi, e fu Lucas a parlare.

“Ma seriamente?!”

“Si!”

“E perché non sei venuta da noi quando è successo questo? Lo sai che siamo felici di aiutarti.”

“Il fatto è che...mi vergognavo di chiedere aiuto in generale...e non ti immagini neanche quanto fossi messa male, non volevo che mi vedessi...”

Lui le mise una mano sulla spalla.

“Non dirlo neanche per scherzo, se ti amo ti amerò sempre, anche quando sei in difficoltá”

Lei lo guardò teneramente negli occhi e si baciarono ancora.

Il pranzo fu molto buono, e chiacchierarono amabilmente come una famiglia per tutta la durata. Il pomeriggio adibirono il salone col parquet in legno a sala da ballo, e il signor Sinclair insegnò a tutti il boogie-woogie. Lucas e Max fecero ovviamente coppia e la sera erano diventati già ballerini provetti.

Fu una bella giornata, e uno dei Natali più belli di sempre. 

Ma un’ultima, seppur brutta sorpresa, attendeva Max. Il campanello suonò di nuovo, ma non capivano chi sarebbe potuto essere, inoltre chiunque fosse, lo stava premendo più volte di fila, furiosamente, come se avesse fretta di entrare. I signori Wheeler aprirono alla porta, e gli occhi di Max incrociarono quelli estremamente incazzati di sua madre.

“Maxine! Che cosa ci fai qui?! Non sai che spavento mi hai fatto prendere, la casa era vuota e non hai lasciato neanche un biglietto! Ti ho cercata d’ovunque, credevo fossi morta!”

Inizialmente questo rimproverò la spaventó, anche perché in quelle ore aveva smesso finalmente di pensare a sua madre, quindi questa comparsa improvvisa e furiosa la sconvolse. Poi però la rabbia prese a salirle: lei non se n’era forse andata senza dirle niente di concreto? E cosa avrebbe dovuto fare? Stare chiusa a patire la fame aspettandola in eterno, anche il giorno di Natale?!

“Ah, certo, perché tu non te ne sei andata senza dirmi niente?! E poi se ci tieni a saperlo, in quella topaia i ratti si sono mangiati i soldi che mi hai lasciato, non sapevo che fare.”

La madre sembrò non gradire questo rimprovero in pubblico, guardò le possibili reazioni degli altri, per poi tornare sulla figlia e arrabbiarsi ancora di più.

“Maxine!...Ora sono tornata e torni a casa con me, su!”

E gli allungò la mano, dall’alto in basso.

“No! Io non ci vengo con te! Vuoi che passi anche il Natale a vederti ubriacarti e buttarti sul divano, mentre mi dici di stare zitta, che l’alcool ti ha fatto venire mal di testa?! Lo sai che i servizi sociali sono venuti a cercarmi, avevano da mangiare e anche il gelato, ma io mi sono nascosta, cercando di proteggerti?! E ora mi vieni a rimproverare perché ho chiesto aiuto a degli amici, che mi hanno trattata molto meglio di come hai fatto tu nei mesi scorsi, che sei mia madre?! Vaffanculo mamma! Vaffanculo te e il tuo cazzo di Brandy!”

La signora Mayfield si voltò verso la Wheeler con fare astioso.

“Gli hai messo in testa tu queste cose Karen?! Stai cercando di portare via mia figlia da me?! Ti credi tanto superiore nella tua grande casa, piena di-“

“Sei fuori di te, Max è arrivata qui sconvolta e affamata, l’abbiamo solo aiutata come abbiamo già fatto un passato; devi calmarti e comprendere che nessuno c’è l’ha con te”

“Oh ma lei sí!” E indicó con l’indice la figlia “sai che ti dico?! Rimani pure qui se stai meglio che a casa tua con tua madre!” 

Sbatté la porta di casa più forte che poté, e scomparve. Un silenzio assordante gettó nell’imbarazzo i presenti, che guardandosi a vicenda non sapevano che cosa fare.

Max peró si, e fissava nera in volto la porta ansimando silenziosamente, un po’ come aveva fatto quando lei era uscita di casa. Questa volta però prese a singhiozzare e piangere; Lucas lo notò e gli mise una mano sulla spalla, ma lei la rimosse e corse in camera piangendo sempre più forte.

   
 
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