~ Fragments of everyday life ~
Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙
Day 5 ~ 《Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.》
Quella sedia aveva iniziato ad essere decisamente scomoda: lo schienale troppo rigido, il sedile di legno dipinto di bianco troppo duro e le gambe così spesse da impedire qualsiasi movimento. Louis ebbe l’impressione che si fosse incollata al pavimento
《Allora Louis, cosa non devi dirmi?》domandò il calciatore lasciando la tazza di caffè sul piattino di ceramica. Un sospiro spazientito lasciò le sue labbra di fronte al mutismo selettivo dell’altro, che da parte sua continuava a preferire il silenzio, vista l’impossibilità di scappare.
《Louis.》Questa volta nella voce di Pierre serpeggiava una nota di ira: si stava spazientendo e non era un buon segno, lo sapevano entrambi: Pierre poteva essere davvero pericoloso quando si arrabbiava; non faceva scenate, ma iniziava a trattarti con un freddo disprezzo, ignorandoti e lanciandoti sguardi di pena e disgusto. Louis deglutì una seconda volta: non era sicuro di poter sopportare quel supplizio. 《Non ho tempo da perdere, sono qui semplicemente perché stavi facendo una figura di merda e avevi fatto il mio nome. Ora vorrei sapere cosa vuoi da me e poi torni a parlare da solo fino a quando non ti rinchiudono.》Il volto dai lineamenti delicati, principeschi, si poggiò sulle lunghe dita unite in sostegno del volto. Era una minaccia, sussurrata e autoritaria eppure a Louis sembrò che gliel’avesse urlata. Persistette nel suo silenzio convinto così di preservare la propria dignità, ma stava solo facendo la figura del coglione, lo sguardo di sufficienza di Pierre glielo diceva chiaramente span >《Lasciamo perdere, sei solo un codardo, Louis. Stammi bene in manicomio.》
Il principe del calcio francese si alzò e diresse disinvolto alla porta – possibile ci fosse eleganza in tutto quello che faceva? Napoleon lo osservò attentamente, un brutto sentimento gli attanagliava lo stomaco: se non lo fermava in quel momento lo avrebbe decisamente perso.
“Inseguilo, ORA.” La voce nella sua testa era tornata e si permetteva di dargli ordini dopo averlo messo in quel casino, era troppo! L’avrebbe picchiata se questo non avesse implicato picchiarsi da solo. Si alzò di scatto, facendo cadere quella maledetta sedia che solo in quel momento aveva deciso di lasciarlo libero e si era fatta leggera, come se fosse fatta di piume. La lasciò lì e si precipitò fuori: non poteva essere andato lontano, lo aveva preceduto di poco! I suoi occhi incontrarono la figura dell’altro solo qualche metro avanti; i piedi si mossero da soli: prima un passo, poi un altro e poi sempre più veloci fino a quando non divennero una corsa.
《Pierre!》Lo chiamò fermandolo per un braccio mentre Pierre lo guardava perplesso. Louis si prese un momento per osservarlo, doveva venire a patti con sé stesso e accettare la verità e soprattutto dirla a lui, non era pronto a perderlo. 《Non sono un codardo!》
Un altro sguardo perplesso di Pierre e poi le labbra di Louis si poggiarono su quelle dell’altro, in un bacio a stampo, presto divenuto uno scontro di lingue.
《Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.》Sorrise Pierre prendendolo in giro dopo essersi separato per mancanza di aria. Louis sorrise: non lo avrebbe mai ammesso ma Pierre aveva ragione. Unì nuovamente le loro labbra, incurante della gente che passava loto accanto e che li guardava stranita.
Considerazioni dell’autrice
Salve! Rieccomi qui dopo una vita, scusate!!
Ho completamente perso la sfida del writober, ma la raccolta non può restare incompiuta, quindi anche a costo di metterci mesi la finirò.
Il finale è un cliché ma ci stava, volevo concludere questa mini storia nella storia.
Spero sia stato di vostro gradimento!
Ringrazio di cuore Sato, Khrenek e theGan per aver recensito i precedenti capitoli e ringrazio voi lettori.
Al prossimo capitolo
N a d a